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IL NOME PIÙ GIUSTO

II termine "cellulite", seppure accettato da tutti, è scorretto dal punto di vista etimologico. Questa parola, difattì, indica un'infiammazione acuta delle cellule che non esiste. Manca qualsiasi reazione infiammatoria a livello cellulare: pertanto il suffisso "ite" è fuori luogo. Altre definizioni sono, invece, più complete e più aderenti alla reale situazione istologica. Ne cito una per tutte, coniata dal professar Sergio Curri, che ha studiato a fondo questo disturbo; pannicolopatia edemato-fibrosclerotica. Questo nome, piuttosto complicato, da tuttavia una descrizione completa ed esauriente del quadro clinico. "Pannicolopatia", fa capire che il problema è situato a livello del pannicolo adiposo, "edemato" informa che a livello del derma, dove c'è il sistema circolatorio sanguigno e linfatico, c'è una situazione di edema (cioè un ristagno di liquido) presumibilmente dovuto a cattiva circolazione. Infine, "fibrosclerotica" segnala che, sempre a livello del derma, stanno avvenendo fenomeni di organizzazione fibrosa che porteranno nel tempo alla sclerotizzazione (cioè all'indurimento) del derma. Il microscopio dimostra che, nei casi più avanzati di cellulite, le fibrille che compongono la sostanza fondamentale del derma (collagene, glucosaminoglicani, condroitinsolfato e le altre sostanze che fanno parte della matrice) si irrigidiscono e quindi si induriscono. Si formano allora caratteristici noduli, sensibili al tatto, che producono l'inconfondibile aspetto della pelle detto "a buccia d'arancia", o meglio "trapuntata" o "a materasso", perché presenta numerosi piccoli avvallamenti che sì possono osservare anche a occhio nudo, sollevando e comprimendo tra le dita una plica cutanea.

Inoltre non compare mai prima della pubertà, allorquando il profilo ormonale maschile caratterizzato dagli androgeni si differenzia da quello femminile fondalo sull'alternanza fra estrogeni e progestinici. Tuttavia, benché la relazione causa-effetto sia ormai certa, non è ancora chiaro come questa attività ormonale produca la trasformazione cellulitica delle fibre dermiche.

A pari merito con gli ormoni troviamo poi i disturbi circolatori, responsabili in particolare dell'edema dermico. La permeabilità dei vasi sanguigni (arteriole. capillari e venule) e linfatici che irrorano la zona aumenta progressivamente, per cui una parte del liquido che fuoriesce da essi non vi rientra e ristagna tra le cellule. È per questo che la cellulite si accompagna spesso a gonfiore, come succede per le contusioni. Non è un caso. perciò, che nei preparali anticellulìte. sia per uso mesoterapico che locale, non manchino mai principi attivi antìedemigeni quali saponine. terpeni, escina, estratti di Centella. Ippocastano, Ginkgo biloba ed Edera. Tutte queste sostanze hanno infatti un'attività capillaro-protettrice. cioè ripristinano la normale struttura delle pareti vasai! in modo che gli scambi di liquidi e di soluti attraverso le pareti stesse possano riprendere a funzionare. E quando l'edema si riassorbe la situazione migliora.

Ma la cattiva circolazione è responsabile anche dì una condizione assai frequente nella cellulite e cioè l'ipotermia "a mosaico", così definita perché la temperatura nella zona interessata varia da un punto all'altro a pelle di leopardo. La temperatura è più bassa dove c'è una situazione di ristagno; dove invece la circolazione è normale tale è anche la temperatura. L'aspetto circolatorio ha quindi un'importanza particolare, perché dove c'è ristagno compaiono sia l'edema sia l'ipotermia.

Inoltre la pelle cellulitica ha un colore cianotico o grigio-giallastro, in quanto la ridotta circolazione capillare le impedisce di assumere il suo fisiologico colorito roseo. Spesso, infatti, non è nemmeno necessario palpare la zona interessata per riconoscere la cellulite a livello epidermico: l'occhio esercitalo nota subito i pori dilatati, gli avvallamenti e il colorito livido. E visto che tutto ciò non colpisce certo una persona dalla sera alla mattina, è possibile intervenire a livello cosmetico e terapeutico quando la cellulite è ancora ai primi stadi.

Come? Da tutto quanto sopra esposto discende che la strategia migliore è l'utilizzo di principi attivi che favoriscano nello stesso tempo la mobilizzazione dei grassi e il riassorbimento dell'edema. partìcolarmente efficaci sono in proposito la caffeina, gli estratti di Edera, di Ippocastano, di Centella e dì Quercia marina. La miglior modalità di applicazione di questi prodotti è mediante automassaggio, una tecnica innocua, che rende consapevoli de] proprio corpo e stimola la circolazione emolinfatica rallentata. Analizziamo dunque più da vicino questi principi attivi.

Edera, alghe, caffeina & C.

L'escina e l'ederina sono delle saponine presenti rispettivamente nei semi di Ippocastano {Aesculus hippocastanus) e nelle foglie di Edera (Hedera helix). Tali sostanze svolgono una marcata attività antiedemigena e hanno un positivo effetto sulla fragilità e permeabilità capillare, per cui danno soddisfacenti risultati nel trattamento della cellulite ai primi stadi, dove è evidente l'edema interstiziale dovuto all'aumento della permeabilità capillaro-venulare. La loro azione si svolge su tre fonti:

- aumento della resistenza vasale e miglioramento della permeabilità;

- aumento della rimozione ed eliminazione dei liquidi ristagnanti nei tessuti;

- azione antinfiammatoria e anticongestizia.

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