Il Mare, a cura di Perazzelli Stefano

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 •  La musica: Claude Debussy

"Impressioni" di mare

Potere e forza, energia e distruzione, genesi e morte.
Un mare in tempesta è uno spettacolo naturale incredibile, uno scatenarsi di energie, materia, odori e sfumature luminose, un costante richiamo alla radice vitale e nel contempo distruttiva del mare. Attraverso gli occhi e il geniale tratto di un "vecchio pazzo" - così Hokusai stesso soleva definirsi - nato e vissuto in Giappone, tutto ciò diventa ancora più immediato. Chi vive in un paese circondato interamente dal mare, prova per esso un terrore quasi religioso, ne percepisce un respiro, un carattere, quasi una volontà autonoma.

Le forti sensazioni, i racconti dei pescatori alle prese con la furia devastatrice, ma anche l'ammirazione per il miracolo dei colori e delle forme, si materializzano ne La grande onda Kanagawa, un omaggio ossequioso ma realistico del "vecchio pazzo" al mare, alla sua potenza, alla rassegnazione composta e determinata dei rematori, quasi onorati di finire tra gli artigli schiumosi di un grande e fiero nemico, ed infine all'imperturbabile presenza del monte Fuji, testimone imparziale della lotta per la sopravvivenza dell'uomo, paziente richiamo alla continuità della vita per controbilanciare l'energia terrifica ma momentanea della grande onda, che appare, distrugge ed infine scompare... Tutto questo, Debussy, alla prese con la stesura della sua più complessa opera orchestrale, La mer, deve averlo colto immediatamente. 

The Great Wave Off Kanagawa
da "Thirty-six Views of Mount Fuji"
1823-29
Metropolitan Museum of Art, New York

 

 

 

 

 

 

In realtà, il mare era stato un sottofondo costante nella sua vita, da quando, ancora bambino, ascoltava i racconti del padre che, tra gli altri mestieri, era stato anche pescatore, e che sognava per il figlio un futuro da ufficiale di marina. E ancora, come dimenticare il mare che occhieggiava dalle finestre della casa della zia a Cannes, il fascino delle prime stentate note su quel pianoforte, lo sguardo attento del suo primo insegnante, trasognato e vaticinante, che ascoltandolo sussurrava "... Deve fare il musicista!".
Lo divenne, infatti.
Uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, ricco di sensibilità creativa e padrone della tecnica compositiva, una delle figure intellettuali più complete della nostra cultura.
In più, amava il mare e si "innamorò" letteralmente di Hokusai e della sua onda, al punto da volerla come copertina della partitura orchestrale di La mer, al punto di ispirarsi ad essa per scrivere il terzo movimento dell'opera, Dialogue du vent e de la mer.
Colpito da "japonisme" come tutta la comunità artistica e intellettuale del suo periodo, ma ancora di più ammaliato dal lirico terrore dell'onda di Hokusai, Debussy seppe trasformare gli artigli schiumosi dell'onda, le veloci imbarcazioni dei pescatori in procinto di essere travolte, le trasparenze della china blu dalle mille sfumature, in armonia, melodia e ritmo in continuo divenire, così come solo l'incessante movimento del mare può ispirare, traducendo alla perfezione la sottile, costante tensione che Hokusai provava dipingendo il suo mare pronto in ogni istante a sollevarsi verso il cielo per travolgere ogni cosa.

    Stefano Perazzelli - Esame di maturità 2003 - pergiu@email.it