all'indice del corso [precedente] Secondo incontro Gio. 9.12.99 [successivo]
Relatore M.A.: continuazione ...

M.A. dopo breve riepilogo, ripropne di tentare una ridefinizione dell'identità dei Tecnici e dei Professionali ed il lavoro di gruppo sul POF (vedi file "Note x corso.doc").
[ripropongo il mio ZIP"fgpropos"].


Pg. 8 - (scheda riassuntiva POF) - vedi file "POF scheda.doc".
Non c'è POF se non esiste un "PERCORSO CURRICOLARE"; sono compresi nel piano:

  • le AZIONI FORMATIVE DI INTEGRAZIONE AL PERCORSO CURRICOLARE ...
  • le ATTIVITA' FORMATIVE AGGIUNTIVE ...corsi post diploma IFTS, ... formazione continua;
  • il PIANO DELLE ATTIVITA' EXTRACURRICOLARI ... attività organizzate dagli studenti;
  • i SERVIZI FUNZIONALI alla organizzazione dell'attività didattica, ... attività extra curricolari.

    Quando l'attività ufficiale della scuola non è solo un curricolo con alcune aggiunte ma è proprio tutto questo, allora è neccessario che siano indicati i servizi funzionali alla realizzazione di tutte queste attività, ed in questo ambito si spiegano le funzioni obiettivo. (che non sono legate al volontariato di alcune persone, come qualcuno a creduto, e nel qual caso non avfrebbero senso).
    [Quale dibattito c'è stato nelle scuole?, cosa è accaduto quando il collegio ha cercato di definire i criteri per la scelta?... forse la cosa più sensata era lasciar perdere i criteri, difficili da determinare e troppo legati a scelte generali, ma definire i compiti, cioè cosa dovessero fare, quali i servizi funzionali utili per realizzare quelle parti del POF che comunque dovevano essere realizzate. Allora, ha un senso che ci sia un SERVIZIO FUNZIONALE alla organizzazione dell'attività didattica o alla realizzazione delle azioni di supporto, ... .]
    Tutte queste cose dovrebbero naturalmente far parte della "CARTA DEI SERVIZI" assieme a tante altre.
    [CARTA DEI SERVIZI = dichiarazione ufficiale dei servizi che l'istituto rende alla sua utenza, pensata come clientela, quindi nalla logica dell'assicurazione della qualità ecc...]
    LA CARTA DEI SERVIZI comprende comunque gli indirizzi che il Consiglio di Istituto ha ritenuto possano essere forniti dalla scuola non solo in termini di Offerta Formativa (contenuti didattici) ma anche di tutti quei servizi che l'istituto può fornire al territorio, in funzione alle sue risposte ecc... . Ovviamente il POF è un piano ed occorre renderlo esecutivo. Si concretizza attraverso la PROGRAMMAZIONE DIDATTICA attuata dal C. dei Doc. (tramite l'articolazione dei consigli di classe) e attraverso il PIANO della ATTIVITA` DIDATTICA. Nella C. dei Serv. ci deve essere anche il piano dell'ATTIVITA' DIDATTICA (la parte realizzativa di quell'anno).
    Nel POF sono compresi anche i SERVIZI AMMINISTRATIVI CONTABILI E DI SEGRETERIA (verso l'interno e l'esterno).
    Questa scheda vuole essere solo un'esempio e contiene dei titoli e non contenuti. (una esercitazione possibile). [breve dibattito ed apporto dei corsisti sulle personali esperienze dei POF in vari istituti ...]. Gli interventi vengono sintetizzati dal prof.M.A.:
    1) esiste una preoccupazione nell'inserimento dell'autonomia didattica che è quella per cui se, in parte i percorsi curricolari vengono gestiti dal Collegio, e se le ore di certe materie vengono diminuite a favore di altre, allora qualcuno rischia il posto?.
    2) gli insegnanti di materie tecniche nei tecnici e nei professionali, non propongono nulla e perchè ritengono di avere già una linea ben determinata dalla tecnologia che insegnano e perchè spesso fanno anche altri lavori. (il professionista indubbiamente importa nella scuola una ricchezza, di esperienze che, la scuola non potrebbe fornire altrimenti.)
    Soprattutto per i motivi di questo punto 2), le proposte che si fanno sono nell'ambito delle materie umanistiche. [uno dei colleghi sottolinea che noi precari siamo ogni anno spostati di scuola]. Secondo M.A. il problema può essere esaltato a volte dalla precarietà ma esiste in sè, infatti non è pensabile che nei nuovi licei tecnici che si stanno configurando, come previsto dalla nuova riforma, ove diminuiscono le ore delle aree tecniche, ci siano poi dei POF uguali ai licei scientifici. Sarà opportuno che l'integrazione tecnica neccessaria, nello spirito dell'autonomia, avvenga proprio attuando proposte curricolari ed extra curricolari di tipo tecnico. (proposta di discussione).
    Per quanto riguarda il punto 1) (perdita di posto) M.A. ci conferma che potrebbe accadere; secondo lui il problema va affrontato nella logica dell'organico funzionale, per cui il numero di docenti non è più legato al numero di classi ed alunni quanto piuttosto al tipo di progetto che si mette in moto; ed allora il progetto ci deve essere, essere chiaro e puntuale, diventa importantissimo. (non bastano gli esempi).


    File di riferimanto (aggiornato alla data dell'incontro):
    AUTONOMIA DELLA ISTITUZIONE SCOLASTICA ATTUATA CON IL PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA

    Pg.10 Art.4 - Autonomia didattica - Questa è la logica: "Le istituzioni scolastiche ... concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione ecc ecc ...", ".... Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline ..."
    Significa che c'è una quota definita di obiettivi o materie, tipica della scuola, che vine data come obiettivo nazionale, e che può essere organizzata sia come distribuzione oraria che come tipo di percorso formativo dall'istituzione, dalla singola scuola; per esempio si può pensare anche di fare solo matematica il primo quadrimestre e solo elettrotecnica il secondo. (esempio estremo, ma si possono pensare delle soluzioni intermedie es. blocchi di 12 ore il primo 24 il secondo ...).
    Leggersi la normativa ... in particolare si dice: "assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale", nella logica dell'autonomia tali iniziative assumono un ruolo di rilievo che è una tendenza a "produrre" un individuo che abbia tutta una serie di conoscenze per arrivare alle quali sono previste anche iniziative di questo tipo. Il POF quindi deve prevedere, assimilandola all'orientamento, la fase di formazione professionale.
    Infine "I criteri per il riconoscimento dei crediti e per il recupero dei debiti scolastici ...", sappiamo cosa sono i debiti, dall'altranno abbiamo una vaga idea dei crediti, in realtà la frase è una chiara indicazione del fatto che ci stiamo orientando ad una scuola, fatta sul modello inglese, in cui si scelgono i moduli, su questi l'alunno acquisisce debiti o crediti e si passa all'anno successivo con la scuola impegnata ad organizzare il recupero. (organizzazione scolastica totalmente diversa dall'attuale). Non vuol dire che tutte le scuole dovranno avere questo tipo di organizzazione, l'autonomia ci consente di restare come siamo però, nano a mano che viene aquisita si tende a quel modello. Non a caso il finanziamento del recupero, sostegno ecc.. è compito del Consiglio di Istituto. (sparisce il capitolo IDEI).
    In realtà questa riforma impostata sull'autonomia ci spinge verso una scuola profondamente diversa, ci orienta in modo nuovo e ci fornisce un po' alla volta anche le risorse, sono minori i vincoli, lo verifichiamo dai piani delle finanziarie triennali. In realtà ci sono anche degli avanzi di cassa degli anni precedenti, mancando ancora l'organicità di realizzazione dei progetti.
    Eravamo abituati ad avere pochissime risorse, vincolate in capitoli distinti, e se non si usavano per un definito progetto dichiarato precedentemente non si potevano riusare o reindirizzare; ora questo meccanismo esiste ancora però i soldi finalizzati alla sperimentazione dell'autonomia, che devono essere usati solo per questa sperimentazione sono denominati fondo dell'Istituzione e comprendono:
    1) i soldi destinati al fondo d'Istituto aumentati di poco
    2) i soldi che erano destinati agli IDEI (iniziative di recupero ecc...)
    3) gli avanzi di cassa degli anni precedenti (N.P. che non devono esere più restituiti al ministero ?)
    Questo denaro confluisce in un unico fondo che serve per progettare diverse attività e tra le voci presenti c'è ne una che esplicitamente dichiara: "qualsiasi altra cosa che sia stata approvata all'interno del POF". Ovviamente il C.D. deve indicare le quote destinate a progetti diversi relativi al curricolo, ma in quest'ottica si può anche prevedere per es. un corso per la patente nautica in un'istituto la cui realtà locale abbia contatti con agenzie nautiche o marittime. Sembra che ci sia un'unico vincolo, il denaro deve essere usato per finanziare risorse comunque interne all'istituto. (nel caso della patente nautica chi tiene il corso dovrà essere un docente dell'istituto).
    [intervento di un corsista: si possono organizzare corsi post-diploma per seguire i ragazzi dopo la scuola e nell'inserimento al lavoro ?].


    M.A. ci ricorda che in una logica della riforma dei cicli i ragazzi finiranno un anno prima e con la nuova struttura dei licei tecnici alla fine, le materie che perderanno ore saranno quelle tecniche, i docenti laureati in ingegneria rischieranno una diminuzione di ore ma non il posto, perchè si recupererà proprio con la logica del post-diploma legale magari legato progettualmente all'università.
    La Formazione Superiore Integrata è già in atto da quest'anno in via sperimentale e sarà estesa a tutti gli ist. tecnici.


    Pg.12 Art.5 - Autonomia organizzativa - "Le istituzioni scolastiche adottano, anche per quanto riguarda l'impiego dei docenti, ogni modalità organizzativa ...", "Gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell'offerta formativa", non solo c'è l'impiego dei docenti organizzato dall'istituzione ma anche adattamenti del calendario, "L'orario complessivo del curricolo e quello destinato alle singole discipline e attività sono organizzati in modo flessibile, anche sulla base di una programmazione plurisettimanale", cioè come si diceva posso anticipare delle materie e posticiparne altre, tutte queste cose sono già possibili. Il decreto sarà definitivo nel settembre 2000 in realtà sono molte le circolari che hanno già messo in moto la riforma. Ed ancora "In ciascuna istituzione scolastica le modalità di impiego dei docenti possono essere diversificate" cioè uno può fare 4 ore una settimana e 12 in quella successiva, naturalmente con 36 o 38 ore nei professionali giochi orari del genere sono quasi impossibili, sono cose che si potranno introdurre un po' alla volta ed andando verso una diminuzione delle ore, la logica sembra questa.


    Pg 13 Art.6 - Autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo - "vedi 1) a), b), c), d), e) ec...", una maggiore disponibilità, proprio con la logica del fondo d'istituto c'è, p.e. pensare di usare i fondi d'istituto degli anni passati per fare un monitoraggio sulle attività lavorative attuali dei diplomati, era una cosa impensabile anni fa, oggi è possibilie. Sono piccole ricerche che possono influire sull'attività didattica.


    Pg.14 Art.8 - Definizione dei curricoli - Nel lavoro di gruppo, sull'unità didattica, discutere ed accertare, a), b), c), d). I temi per la definizione dei curricoli, "quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche", c'è quindi una quota riservata; "Le istituzioni scolastiche determinano ..." il comma 2) prevede una flessibilità del curricolo nazionale previsto al precedente comma. Gli standard nazionali esistono solo a livello di indicazioni generali gli obiettivi nazionali non esistono ancora. (siamo in ritardo).
    Risulta chiaro che non ci sarà più un ordinamento nazionale, si dice aspettiamo a realizzare l'autonomia, senza un'ordinamento non si può organizzarla, ma ci sono gli obiettivi generali e le materie obbligatorie, ed allora negli obiettivi generali c'è un'organizzazione di percorsi formativi definiti a livello di istituzione e accanto alle materie generali ci sono alcune materie scelte "liberamente", approvate dal C. di I. e che tengano conto della realtà del territorio.
    Comma. 5 - "Il curricolo della singola istituzione scolastica, definito anche attraverso una integrazione tra sistemi formativi sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali"; inizia il discorso dell'integrazione tra i sistemi formativi.


    Pg.16 Art.9 - Ampliamento dell'offerta formativa Leggi comma 2, 3, 4 "Le iniziative in favore degli adulti... ", questo è il quadro dell'autonomia cosa ne pensate ?
    [Le attività aggiuntive vengono pagate quando le faccio,.... Quando facciamo formazione rispondiamo al Territorio ... Accanto alle competenze che fornisco ad un diplomato elettrotecnico devo fornirgli anche il senso civico ... ma allora perdo ore di elettrotecnica ... nel giro di 10 anni la scuola si e chiusa su se stessa non c'è molta voglia di guardare fuori... Ora le scelte del sistema formativo le possimo articolare noi docenti, il probleme è che dobbiamo essere competitivi, per esempio non è possibile pensare allo stesso corso post-diploma ogni anno, occorrerà forse un'indagine di mercato per stabilire quale sia il corso più adatto alle richieste del mercato del lavoro.
    Pensiamo a quello che stà accadendo ai medici i quali possono scegliere di esercitare la libera professione all'interno dell'ospedale usandone le strutture ma cedendo una parte dei guadagni, è proponibile nella scuola ? (all'università succede in modo sotterraneo). Gli ist.Tec. hanno una partita IVA che possono usare per attività commerciale reale ...]


    Pg.17 D.L. 6.3.98 n.59 - Art.1 - qualifica dirigenziale dei capi di istituto - La scuola che diventa autonoma ha un rapporto di tipo aziendalistico più dell'attuale, e indispensabile quindi vedere come si crea la dirigenza, cosa fa e chi è. "Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell'istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali ... autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane"; non c'è nulla che riguarda la didattica, il ruolo dirigenziale è più importante ma l'ambito didattico non è suo. Non realizza ma "...promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi..." cioè segue questa cosa per assicurarne la qualità, "...Nell'ambito delle funzioni attribuite alle istituzioni scolastiche, spetta al dirigente l'adozione dei provvedimenti di gestione delle risorse e del personale...", "...il dirigente può avvalersi di docenti da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti,...", sempre nella logica di gestione di strumenti, di risorse umane ecc...; quindi sempre fuori dalla didattica.


    Pg.18 - Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro - si ribadisce quanto già detto e poi: "Il capo di istituto .... predispone... gli strumenti attuativi del piano dell'offerta formativa." è l'unico compito in un certo modo legato alla didattica, definisce il piano di attività, mentre il Piano è di competenza del collegio e viene adottato dal Consiglio, il dirigente deve dire, per proporre al collegio, come si attua il piano, quali sono gli strumenti attuativi.
    [il fatto che il preside sia responsabile della qualità, ma non si occopi di didattica, e poi sia il presidente di quasi tutte le assemblee può generare dei conflitti .... ha quindi anche responsabilità didattiche però assieme agli altri]
    Scopriamo poi che nel contratto Integrativo, riguardo ai capi di Istituto risulta una cosa stravagante. Il Provveditorato che mantiene solo la gestione del personale nel territorio di competenza, assegna gli incarichi ai presidi, in pratica il preside diventa un funzionario. ... probabilmente in seguito molte cose verranno definite meglio...


    Intervento di M.T. (poco udibile) ...(qualità del servizio) Art.1 o 2 ? "l'istituzione garantisce il successo formativo dell'allievo ... nei criteri della scuola di massa l'importante è portare, con qualunque sistema che funzioni, il maggior numero di allievi, al diploma. Quindi l'istituzione ed il dirigente garantiscono e sono responsabili delle risorse umane e finanziarie, l'insegnante è responsabile della formazione e progettazione del processo di apprendimento quindi ha grande libertà; in questa realtà il dirigente entra poco nella didattica perché essa si deve contemperare con la libertà di insegnamento. I ruoli cominciano a definirsi; il dirigente chiederà certamente all'insegnante: "quanto mi hai garantito il successo formativo degli allievi ?". Oggi le cose stanno in modo diverso, questa è una prospettiva futura (tra 20 anni, non domani).
    Dovendo garantire il successo formativo non sarà possibile sostenere che p.e. per 10 anni in una scuola vi sia una percentuale di ripetenti del 30%, senza che si siano messe in moto delle strategie alternative di recupero. Cio è ribadito dall'Art. ? in cui si dice che la scuola si deve dotare di strumenti di valutazione dell'efficacia e dell'efficienza, quindi di indicatori che, potranno cambiare anche annualmente ma non dovranno essere lontani dal successo formativo degli alunni ...!!! Ogni anno si dovranno attuare progetti di sostegno o recupero diversi.
    Una considerazione interessante è che il prof. A.M. vi ha presentato D.L. e contrattazione per cui le disposizioni, sono date a norma di legge (come una volta) ma anche attraverso il contratto, quindi l'attuale fase non è di privatizzazione ma di contrattualizzazione, cambia la gerarchia del ... nel senso che il rapporto che lega qualsiasi persona all'interno del pubblico sta dirottando verso il privato; non a caso da quest'anno tutte le controversie del lavoro possono andare difronte al pretore del lavoro; se un'insegnante dovesse protestare con il preside perchè gli viene assegnata quella cattedra, non andrà dal Provveditore ma dal Giudice del Lavoro.
    Significa anche che il sindacato, entrato a pieno titolo nel meccanismo scolastico, diviene un punto di riferimento inevitabile, dal prossimo anno ci sarà la contrattazione all'interno delle scuole, ed il sindacato diventa la vera controparte del sistema. Rimangono grosse incertezze sul ruolo del preside in questa fase; ora è assegnato dal Provveditore ma dopo la trasformazione non ci dovrà essere più ingerenza politica nell'attività amministrativa, in realtà ci sono dirigenti di varie fasce, dirigenti generali che seguono ... (voi ?).
    Quindi il preside potrebbe non avere più vari poteri ma essere un dirigente dimezzato rispetto a quelli che dovrebbero dare un indirizzo amministrativo.
    L'altra questione è il problema degli organi collegiali, bisognerà capire il vero potere del preside rispetto la nuova configurazione di questi organi, e qui si apre un'altro grosso problema.


    Riprende M.A. su un intervento di una collega
    Esiste una realta oggettiva per cui 20 o 25 anni fa non andare alle superiori era la norma, mentre oggi è normale andarci; la maggioranza dei genitori dei nostri alunni, hanno quindi una percezione dall'esterno di questa Istituzione che non entra nel merito dei complessi meccanismi che la regolano, spesso quando spiego loro come funziona restano sbigottiti. Ci sono poi le mode, per cui p.e. al Pacinotti ci sono degli insegnanti scadenti e magari allo Zuccante no o viceversa, allora è successo, almeno negli ultimi 10 anni, che le specilizzazioni legate all'elettronica, telecomunicazioni ed informatica hanno colpito l'immaginario collettivo perchè tutte le sere in televisione si sente dire che le professioni del futuro sono legate a queste conoscenze, cosa vera in generale ma falsa nel senso della specalizzazione, non a caso, in questa fase, i periti che trovano meno lavoro sono quelli informatici, mentre le professioni legate all'elettrotecnica, alla meccanica, alla chimica sono tradizionali colpiscono meno la fantasia, chi le esercita sicuramente inizia la sua carriera lavorativa come operaio, ma poi ha sicuramente modo di crescere. Questo il motivo per cui oggi le iscrizioni sono spostate verso quegli indirizzi, indipendentemente dal fatto che poi forse, l'indirizzo tradizionale offra migliori competenze di quello sperimentale informatico che magari è stato progettato male (esagero). Un POF studiato opportunamente può essere in grado di recuperare questi sbilanci. ( ... ovviamente non è una risposta ... )
    Accanto al problema del POF c'è poi quello accennato da M.T. "... il preside deve garantire la qualità ...", come ?. Se ci poniamo nell'ottica della certificazione; con gli stessi criteri usati nell'industria, che non è facile trasferire nella scuola. Sarà necessario definire i clienti e questi non devono avere interessi contrastanti, il meccanismo può essere quello di chiedersi chi sono i clienti; almeno 4; lo studente, l'azienda, la famiglia e l'istituzione sociale, ed hanno comunque interessi contrastanti. Resta il fatto che, senza POF è impensabile in assoluto una cosa del genere.
    Esistono dei criteri di certificazione di qualità, alcuni istituti l'hanno fatto, è un manuale di qualità a norma ISO 9000 ? Si ricordi però che, una volta compilato un certificato del genere diventa assolutamente vincolante.


    Pg. 18 - Art.24 - MODALITA' ORGANIZZATIVE PER L'ESERCIZIO DELLA FUNZIONE DOCENTE - Analizziamo il conflitto tra soggetti operanti nella scuola, "comma 1 e 2" cosa devono fare i docenti, poi "3. ... gli obblighi di lavoro del personale docente sono correlati e funzionali alle esigenze come indicato al comma 2". Non esiste un contratto normale per lavoratori dipendenti, in cui nell'inestazione si parli delle modalità e compiti dell'azienda. Pare di aver a che fare con il contrattato delle istituzioni scolastiche, cioè dell'azienda, più che dei lavoratori. Si dice cosa deve fare l'istituzione e non il lavoratore. E` giusto che il sindacato entri a pieno titolo nel gioco della definizione dei compiti dei vari soggetti della scuola, però non e forse appropriato che il contratto venga usato in questo modo anomalo. Per definre i compiti dell'istituzione ci sono le leggi, i decreti, le ordinanze. La confusione non aiuta perchè si continua a ricadere nella logica dell'ordinamento, che è diversa da quella contrattuale, che dovrebbe caratterizzare il nostro contratto di lavoro.
    comma 4 - "... il dirigente scolastico predispone, .... il piano annuale ...", "... Il piano è deliberato dal collegio dei docenti ...".


    Pg. 19 - Art.26 - "AMPLIAMENTO DELL'OFFERTA FORMATIVA ...", "Le istituzioni scolastiche, in coerenza con gli obiettivi di ampiamento dell'offerta formativa, potranno prevedere la possibilità che i docenti svolgano attività didattiche rivolte al pubblico anche di adulti ...". Si apre qui nel contratto la possibilita di fare corsi per soggetti che non sono i nostri alunni, quindi un'offerta formativa molto più ampia di prima.


    Pg. 20 - Art.28 - funzioni-obiettivo - ne abbiamo già parlato.


    Da tutto questo quadro risulta un meccanismo che ho illustrato in:
    "ORGANI DI GEST.doc" gli organi di gestione dell'istituzione scolastica sono di vario tipo, fondamentalmente, il preside, il C. dei Doc. con le sue articolazioni, i collaboratori e le funzioni-obiettivo, che poi si articolano in altro modo fino ad arrivare alla parte amministrativa. Il probleme è che, da un lato il preside, dall'altro il Collegio hanno due compiti diversi. L'uno deve gestire le risorse strumentali e del personale (con tutta la questione del controllo di qualità ecc..), l'altro ha il preciso compito dell'organizzazione della didattica, lo può fare attraverso tutte le articolazioni che vuole e deve costruire il POF. Il preside propone come realizzare il POF e poi il Collegio glielo approva; questo schema comporta sul piano dell'organizzazione una situazione difficilissima da gestire. Siamo infatti in presenza di un organo di tipo assembleare che cura un tema centrale, e di temi realizzativi con una gestione di tipo monocratico. Sono due tipi di gestioni così diverse che coloro che si trovano nel mezzo, collaboratori del preside e funzioni obiettivo, devono, da un lato ottenere un consenso di maggioranza e dall'altro gestire i rapporti diretti col preside (dirigente) più i conflitti della scuola. (situazione dicotomica) (Il consiglio di Istituto ha solo il compito di controllare una corretta gestione amministrativa).
    Questa situazione è risolvibile, in un solo modo, con una gestione di tipo cooperativo, nelle cooperative infatti il presidente, che di solito è uno come gli altri, deve gestire i rapporti con l'esterno che pretende che sia lui a prendere decisioni, e con l'interno dove le decisioni avvengono in assemblea. La cosa si può risolvere solo se l'assemblea è disponibile a lavorare in maniera collettiva. Spesso, nella scuola non c'è nè l'abitudine nè la disponibilità a fare questo, quindi tale modello direttivo diventa pericoloso, non in se, anzi è altamente democratico, ma nel reale pericolosissimo, per cui occorre meditare su questo. Proprio a causa della mancanza di disponibilità alla gestione collettiva, colui che si trova a rivestire funzione-obiettivo o è collaboratore del preside, finisce per decidere autonomamente e quindi prevarica l'assemblea. Il modello organizzativo, che è molto complesso si stà chiarendo un poco per volta. La complessità resta perchè coloro che svolgono funzioni-obiettivo sono anche insegnanti, per cui i tempi per fare questo lavoro diventano enormi. (interventi vari).
    Quello che nello schema ho chiamato Ufficio di presidenza (il quadrato) è una modalità possibile, le altre sono quelle di richiedere comunque questa disponibilità al lavoro collettivo.



    Ora il file di riferimanto è:
    AUTONOMIA DELLA ISTITUZIONE SCOLASTICA ma del 16.12.99

    Pg. 24 Art.68 - "Collegato alla Legge di Bilancio dello Stato 1999 - Legge 17 maggio 1999, n. 144" - Ha 97 art., con essa si introduce la più grossa novità che in italia sia avvenuta dai tempi della riforma Gentile, "Al fine di potenziare la crescita culturale e professionale dei giovani, ferme restando le disposizioni vigenti per quanto riguarda l'adempimento e l'assolvimento dell'obbligo dell'istruzione, è progressivamente istituito, a decorrere dall'anno 1999/2000, l'obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno di età.", c'è quindi l'obbligo di frequenza ad attività formative fino ai 18 anni e nessuno lo sa.
    Viene quì distinto il sistema di istruzione da quello di formazione, che sono due cose diverse; si avvia poi il sistema formazione, e ci saremmo aspettati che partisse dal primo gennaio 2000, volendo rimarcare la differenza, (prendiamola come una cativa abitudine nel quadro propositivo delle nostre leggi), poi si dice: "Tale obbligo può essere assolto in percorsi anche integrati di istruzione e formazione:
    a) nel sistema di istruzione scolastica;
    b) nel sistema della formazione professionale di competenza regionale;
    c) nell'esercizio dell'apprendistato".
    Accanto all'innalzamento dell'obbligo formativo vi è una innovazione altrettanto forte come quella di adempierlo non solo nell'ambito dell'Istituzione Scolastica e in quello di competenza Regionale (ed anche quì ci siamo, soprattutto pensando ad una logica di trasferimento della formazione professionale a livello di regione, che si accorda con quella predisposta da un piano finalizzato al mondo del lavoro), ma anche nell'esercizio dell'apprendistato.
    Chi sono i titolari dell'apprendistato ?, le aziende commerciali ed artigiane del territorio, non mi sembra un'affermazione da poco !. Questo articolo pone un enorme problema a chi si occupa di formazione perchè afferma che hanno capacità formativa, tantissimi soggetti che hanno o hanno avuto poco o niente a che fare con l'istruzione od anche con la formazione. Che l'azienda artigiana sia investita di questa funzione, mi importerebbe relativamente, nel senso che parlando con gli artigiani, essi asseriscono di avere da sempre una funzione formativa nei confronti delle persone, cosa verissima per il sarto, il vetraio di murano e tutti i mestieri artigiani di questo tipo ma non lo è più per il 90% delle altre imprese che la formazione non sano nemmeno dove stia di casa. Dette queste cose in modo un po' cattivo a causa delle personali e dirette esperienze, fatte nel sindacato, va riconosciuto che in realtà se si vuole fare formazione collegata al mercato del lavoro il coinvolgimento delle aziende è l'unico possibile.
    Personalmente sono contrario alla scuola privata, e se penso ad un sistema formativo che coinvolga aziende ed agenzie di formazione, gestite in termini privati, lo ritengo impossibile. Un conto è dire, la formazione resta tutta pubblica però ci sono questi soggetti che casualmente ci offrono informazioni non reperibili nella scuola che hanno titolo, e noi ne sfruttiamo la parte formativa è ovvio, però bisogna capire come.
    [Proposta di lavoro: preso atto che l'obbligo alla formazione si può sviluppare anche nell'esercizio dell'apprendistato, e che tale esercizio prevede (L.196/94) 160 ore medie per 2 anni di formazione (320 ore) esterne all'azienda, come può la scuola realizzare un percorso formativo proficuo? Si fa presente che si tratta di ragazzi che, erano riusciti ad inserirsi ormai nel mondo del lavoro e a scuola proprio non ci volevano andare, la legge li costringe a tornare e la scuola deve progettare un percorso che vada oltre l'addestramento e divenga patrimonio culturale della persona. (p.e. criteri generali di funzionamento delle macchine in modo da fornire una flessibilità di collocazione nell'azienda o la possibilità di cambiare lavoro in caso di necessità)(sono proponibili corsi di tipo operativo pratico, laboratorio). Per aziende che fanno lavoro di catena di montaggio non ha molto senso ma per quelle che producono prodotti finiti si ... Le sperimentazioni in atto riguardano alcuni settori metalmeccanici, carrozzieri ed impiantisti elettrici, qualcosa nel settore del commercio... Le aziende mandano i ragazzi ai corsi di formazione se hanno una defiscalizzazione dei contributi (30%), con i nuovi finanziamenti per i progetti si può creare questo tipo di agevolazione interessante per l'azienda, anzi se il corso non viene attivato l'azienda perde il contributo che è vantaggioso in quanto superiore a quello che spenderebbe pagando in pieno il ragazzo]


    Pg.25 Art.69 - "Istruzione e formazione tecnica superiore" - L'istituzione del Post-diploma, di come questa formazione integrata superiore (FIS) diviene istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) ne parliamo in seguito.


    LA R E L A Z I O N E si conclude

    Altri riferimenti:

    Sono scaricabili due file ZIP "grupitis.zip" e "gruipsia.zip"
    Il primo, di 1,2 Mb contiene una proposta di programmazione per il BIENNIO DEGLI ISTITUTI TECNICI INDUSTRIALI, un interessante questionario da far riempire ai ragazzi allo scopo di ottenere delle indicazioni di tipo socio culturale per capire un po' meglio la realta dei nostri alunni.
    Sette allegati comprendenti un possibile test di ingresso, tratti da "La Fisica per temi" (guida per l'insegnante del '97 pg.25-30, i test sul piano cartesiano sono probabilmente di una edizione più recente) di Garagiola, Lotti Ed. La Nuova Italia.
    Il secondo, di 178 Kb è una proposta curricolare per il triennio degli IPSIA; oltre al file ".DOC" che comprende tutto c'è pure un "XLS" che consente di lavorare su varie ipotesi di distribuzione oraria. Nella cartella "ore" è possibile ridistribuire le ore delle singole unità controllando immediatamente se il totale varia oppure no. Il sistema puo tornare utile nel caso di assenza per malattia o di scioperi e autogestioni varie.
    Le tre presentazioni in Power Point, inoltre, possono essere usate o modificate dai colleghi per esporre p.e. il progetto ad un C.D.


    Il file zip grupitis
    Il file zip gruipsia

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    Il mio diario

    L'autoformazione

    in attesa di spunti tratti da altri siti
    Il file zip della lezione