La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dall'estiva vesticciola: "Babbo
mi disse - fammi uscire oggi con te".
E io pensavo: Di tante parvenze
che s'ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mio bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull'onde biancheggia, a quella scia
ch'esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
Sul primo verso non mi sembra che ci siano bisogno di chiarimenti. I successivi
due sono direttamente subordinati al primo in quanto l'autore descrive l'espressione della
bambina dovuta al suo dilettarsi con l'oggetto di cui sopra e il suo abbigliamento
alquanto povero (praticamente non ha niente addosso). Nel discorso diretto viene espresso
chiaramente il desiderio della lasciva bambina a cui il padre reagisce pensando proprio a
cosa può assomigliare sua bambina
(un aiutino: inizia per P, finisce per A e sono
sette lettere). Riguardo alla SCHIUMA poi tutti avranno capito a cosa il grande (ma
perché scrivo tutte queste cretinate?) poeta faccia velatamente riferimento. Ma ora la
storia si fa sempre più bella. Come si può vedere il fumo azzurro se non assumendo
qualche sostanza non bene identificata? Il riferimento a queste sostanze è ripreso in
seguito nel verso in cui Umberto afferma che le nubi si FANNO e DISFANNO in cielo... Non
ho parole poi per descrivere l'ultimo verso in cui si fa chiaro riferimento agli spinelli
(che sono appunto droghe leggere e vaganti, che girano come non mai per le strade e le
scuole) e in cui il poeta si scopre definitivamente.
Avete visto a cosa può arrivare la mente umana? Sono senza fiato.
________________Pepo__
Originale Latino: Passer, deliciae meae puellae, |
Traduzione: Passero, delizia della mia fanciulla, |
Si inizia da subito con una forte allusione alloggetto del desiderio di ogni
donna, non certo lomonimo volatile, delizia della sua amata e con il quale ama
spesso giocare, e tutti ben sappiamo come si gioca con questo genere uccelli! Volat...
ehm... oggetto che era solita mettere tra i suoi dolci seni
la scena si presenta
sempre meno adatta a pubblico minorenne, ma noi, intrepidi, dobbiamo andare avanti senza
indugiare ancora.
Al quinto verso appare anticipata la figura dell'uccello, visto come desiderio, cui piace
scherzare (leggi: schizzare) con gran divertimento e con il conseguente sollievo dei
dolori che ha sofferto precedentemente. Quindi la voglia damore che cessa dopo
l'apice della maggiore delle sensazioni umane.
Nel penultimo verso il poeta confessa il suo più recondito desiderio: rinchiudersi in
bagno per ritrovare se stesso, non devo certo spiegare io come, e dimenticarsi così del
mondo che lo circonda, un po' in ombra il motivo dell'uso del congiuntivo quasi vi fosse
qualcosa che turba l'animo (o il fisico?) del poeta tanto da impedirgli di appagare le sue
voglie.
________________Ciccio__
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