Una
presenza storica nel panorama metal odierno, senza dubbio, e che ha un fedelissimo seguito
accumulato in oltre 15 anni di carriera da quella che è una delle
metal band per eccellenza.
Non
si hanno ancora notizie precise sul nuovo disco, inizialmente
previsto per Marzo 2000 e a tutt’ora avvolto nel mistero, e
senza dubbio le dichiarazioni di Kerry King contribuiscono solo in
parte a darne un’idea: “Il nostro prossimo disco sarà molto
pesante, esattamente come i nostri fan si aspettano da noi. Ci sarà
un feeling molto simile a “Reign in blood” e “South Of
Heaven”, ma come per “Diabolus In Musica” spunteranno alcune
sorprese.”
Inutile
dire che l’attesa è molta, e il massacro sotto il palco
prevedibile! I classici del gruppo sono molti, e disseminati in
maniera omogenea in tutti gli album che compongono la discografia
degli Slayer. Fin dall’uscita di “Show No Mercy” (1983,
inizio 1984 per l’europa) il gruppo ha saputo guadagnarsi un
seguito consistente e appassionato, senza dubbio attirato
dall’immagine (e dall’immaginario, se mi passate il gioco di
parole) schockante che il gruppo sceglie per photo-sessions e
apparizioni live. La musica degli esordi è veloce, piena di
assoli e straordinariamente “evil”, i primi tour si svolgono
nel chaos totale e con budget azzerati. “The Antichrist”,
“Die By The Sword” e “Black Magic” diventano i primi
classici del gruppo. Il 1985 vede affacciarsi sul mercato “Hell
Awaits”, come l’esordio prodotto da Brian Slagel e pubblicato
da Metal Blade: il disco presenta episodi più lenti e e
ragionati, come “At Dawn They Sleep”, ma non perde
l’irruenza maligna che si consolida come marchio di fabbrica
Slayer. Nello stesso anno i californiani suonano per la prima
volta in Europa, comparendo tra l’altro sul palco dell’allora
giovane Dynamo Festival di Eindhoven, Olanda.
Verso
la fine dell’anno Rick Rubin, boss della Def American Records,
approccia il gruppo e propone loro un contratto, che viene firmato
di lì a poco e porta alla pubblicazione di “Reign In Blood”,
mai troppo lodato capolavoro di velocità, furia e perizia
tecnica. “Raining Blood” e “Angel Of Death” lasciano un
segno profondissimo nella storia del metal, e purtroppo non solo
per motivi strettamente musicali. “Angel Of Death” ha come
soggetto le azioni del medico delle SS Joseph Mengele, e,
aggiungendo a ciò l’iconografia bellico/nazista utilizzata dal
gruppo nei contesti più svariati, è facile capire perché le
accuse di filo-nazismo piovvero da più parti. Le ripetute
smentite da parte della band e il fatto che Araya sia cileno
placano solo in parte le polemiche, che rendono difficile firmare
un contratto di distribuzione europeo, raggiunto solo nel Gennaio
1987. Questo periodo coincide anche con la prima separazione di
Dave Lombardo dagli Slayer: il sostituto temporaneo è Tony
Scaglione, proveniente dai Whiplash, che tuttavia non si dimostra
all’altezza del ruolo. Lombardo torna nei ranghi, e il gruppo
parte per tour interminabili, che li portano nuovamente in Europa
a terremotare club e festival estivi.
E’
il 1988: esce “South Of Heaven”, parziale pietra dello
scandalo fra i fan più affezionati, che inizialmente reagiscono
male all’aumento di parti più lente all’interno dei pezzi.
Araya e Hannemann sono i principali compositori dell’album, che
si differenzia dalla media della produzione precedente spostando
il fuoco dei testi da tematiche sataniche e occulte a scenari di
guerra e campi di battaglia. Ovviamente le polemiche sul presunto
orientamento nazista del gruppo si riaccendono violentemente, ma
il gruppo non se ne preoccupa più di tanto e parte per il World
Sacrifice, immancabile tour che assume proporzioni se possibile
ancora più enormi dei precedenti. Gli Slayer sono ormai
famosissimi, e offrono sera dopo sera concerti leggendari,
taglienti come lame e suonati a volumi prossimi alla soglia del
dolore.
Il
disco di Platino conquistato dal successivo (1990) “Seasons In
The Abyss” non fa che consacrare lo stato di grazia dei
californiani, che, forti delle vendite milionarie si imbarcano per
quello che probabilmente è il più celebre tour metal di ogni
tempo: Il “Clash Of The Titans”! Megadeth, Suicidal Tendencies
e Testament sono i loro compagni di viaggio per l’Europa, mentre
il pubblico americano potrà godere di Anthrax a Alice In Chains
al posto delle band di Chuck
Billy e Cyko Myko. La portata dell’evento è enorme,
assimilabile in tutto e per tutto ad una tournee mainstream
qualsiasi…
A
breve distanza viene rilasciato anche il doppio album dal vivo
“Decade Of Aggression” (1991), che riunisce ottime
registrazioni effettuate in California, Florida e Londra. Tutti i
classici degli Slayer vengono rinvigoriti da un’esecuzione
devastante, e senza l’utilizzo di overdubs! Il decennio è ormai
iniziato quando il gruppo subisce una scossa notevole: fuori Dave
Lombardo, dentro Paul
Bostaph (ex Forbidden)! Il livello tecnico del sostituto è del
tutto paragonabile a quello del drummer storico, e, dopo la
partecipazione alla colonna sonora di “Judgement Night” in
collaborazione con Ice-T, gli Slayer tornano in studio per
registrare “Divine Intervention”. Inizialmente descritto come
il “Reign In Blood” degli anni ’90, il disco segna il
debutto in studio di Bostaph e arriva a vendere 800.000 copie nei
soli Stati Uniti. L’accoglienza della critica è buona, e molti
considerano questo disco come uno dei migliori dell’intera
discografia targata Slayer.
Il
tour Europeo permette ai fan di gustare una band in grande forma,
accompagnata tra l’altro dai Machine Head, allora sul punto di
esplodere. Ai suddetti si aggiungono i Biohazard sul suolo
statunitense, dando vita ad una tournee trionfale, con una
percentuale altissima di date esaurite. Siamo nel 1996, è il
trend imperante è quello punk-rock: esce “Undisputed Attitude”,
composto al 90% da cover hardcore/punk, e i sospetti attorno alla
poca sincerità di tale operazione sono effettivamente naturali.
Ma l’importante è sempre la musica, e quella mostra una
visceralità e una potenza assolutamente deflagranti:
l’attitudine degli Slayer è fuori discussione. Bostaph nel
frattempo decide di dedicarsi al proprio progetto “The Truth
About Seafood” e lascia il gruppo, sostituito da John Dette (Testament)
fino al proprio rientro nel Gennaio 1997. Passa più di un anno,
speso a scrivere e registrare pezzi nuovi, quelli che finiranno
sul controverso ma fortunatissimo “Diabolus In Musica” (1998).
Il sound degli Slayer si scopre moderno, vicino ad alcune
produzioni della Victory Records e spesso incentrato su
un’ossessività ritmica più calibrata e meno veloce che in
passato. Non mancano i momenti “classici” come “Scrum”, ma
in generale “Diabolus In Musica” mette in luce passaggi e
piglio decisamente orientati verso l’hardcore. Il risultato è,
per quanto spiazzante, assolutamente esplosivo, e “Bitter Peace”
e “Stain Of Mind” fanno parte della migliore produzione
Slayeriana di sempre!
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