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 Ritagli ...........dal giornale "LA SICILIA" 

Dalla prima "bancarella" alle 925 donazioni del 1988.

        Quando quest'anno il registro Fratres ha segnato il numero 925 di donazioni di sangue, abbiamo avuto un momento di commozione... forse una forte emozione... ma eccoci, in un attimo, andare indietro a mille all'ora, lungo un corridoio di dieci anni di storia.

        Ci siamo rivisti davanti alla parrocchia, di domenica, a raccogliere le prime adesioni di un nascente gruppo. Un tavolino di legno non ben solido nei quattro piedi (tre piedi e tre quarti), tanti modellini di domande ancora in bianco ed un oceano di ottimismo nel cuore! Ma spesso quei giorni avevano un magro bilancio! Due, tre o quattro nomi assieme a seimila dubbi e ad una palude insolcabile di confusione e diffidenza nella testa delle persone... Si lavorò per un mese; si cominciava alle sette di mattina: la prima S. Messa... e poi lì fino all'ultimo; ci davamo il cambio e sentivamo provenire da dentro la Chiesa le omelie di Padre Perni, che ruotavano insistenti attorno alla centralità del dono, della carità, della risposta cristiana alla sofferenza... parole che infine ci aiutavano a non scoraggiarci quando, nelle folate di uscita dalla Chiesa, nessuno si fermava davanti al nostro tavolino!

        Ma il gruppo dei donatori doveva nascere: in vero c'era già un piccolo nucleo di trenta persone, che per molto tempo aveva costituito, nei momenti di bisogno, l'unico serbatoio di riferimento. Ricordiamo ancora quei due foglietti a quadretti piccoli: un elenco, accanto ad ogni nome un segno per indicare la data delle donazioni; era, nell'insieme, un istogramma di bontà... che naufragava spesso in un mare di richieste sempre più numerose; frenetiche ricerche e poi una solitudine infinita quando un "NO" ci congelava dentro. Dovevamo organizzarci... un gruppo che usciva fuori a gridare il bisogno degli altri e a mietere la voglia di fare qualcosa, la sete di giustizia che covano nel cuore di tutti gli uomini... a volte, forse, in fondo... troppo in fondo... lo sappiamo!

        Ed eccoci davanti ad un tavolino ad aspettare... e poi ancora ecco la "bancarella del sangue" annunziata dal nostro primo striscione e strutturata con cartelloni di pubblicità e di sponsorizzazione del dono. Era la festa del paese, "la Madonna degli Ammalati". Puntualmente fummo lì per tre anni consecutivi... a cercare nuovi iscritti, a parlare, a convincere e i moduli di iscrizione lentamente si riempivano. Rischiamo il melodramma in questo tuffo a velocità nel passato; ma riscaldati dal sole di 925 donazioni in un anno, è. bello ricordare sacrifici, litigi, abbandoni e sconforti... e come il dolore acuto per una bimba ("Gabriella") che ci aveva lasciato, pian piano diventava "liturgia di libertà". E, poi, ancora, la profonda gioia delle nostre prime 100 donazioni; il gruppo cresceva, le persone si interessavano a noi, capivano il problema. Ricordiamo ancora quella particolare iscrizione: era la festa settembrina del nostro paese; si avvicinò a noi una donna sorridente e commossa "Io sono stata operata grazie al sangue che uno di voi mi ha donato...!"

        Fu un grande giorno quello: la strada era dunque giusta.. bisognava camminare, camminare e infine... camminare ancora... e oggi il gruppo Fratres cammina ancora... Eccoci nel '90, o forse nel 2000; questo tuffo nel passato è già nel futuro.

        Ma c'è sempre per noi, nella corsia del Policlinico, quel lettino di bimba che ci aspetta!

 Giovanna Giuffrida

  

Lettera di una donatrice.

Vorrei raccontarvi cosa si prova nel donare il sangue...

La mia prima donazione è stata accompagnata da un'ansia legata ad un atto d'amore.

        Nel vedere giornalmente persone soffrire, si cerca dentro di sè quale apporto dare per aiutare questi uomini a continuare a vivere. Nel donare il sangue, ho trovato un valido mezzo per poter aiutare il prossimo.

        La mia prima donazione l'ho effettuata in un centro trasfusionale; ero un pò ansiosa, ma non avevo paura, ho trovato subito un sostegno nei medici che mi hanno assistita, così alla fine della donazione, appena tolto l'ago, ho pensato a colui al quale era indirizzato quell'atto d'amore, ed ho capito che il dono più grande non era la semplice opportunità offertami, ma la consapevolezza di aver preso coscienza del grande bisogno che abbiamo gli uni degli altri.

        Pensare ad una donazione di sangue come qualcosa che possa far male a se stessi, fa parte dei pregiudizi e della disinformazione che le persone hanno su questo atto volontario; una volta però presa coscienza del gesto, e che tutto ciò è una menzogna, subentra dentro di te il vero bisogno di aiutare fattivamente chi soffre, donando un pò di te stesso: il sangue.

        Con questo io ho immaginato di non aver donato soltanto il mio sangue, ma una parte dei miei sentimenti più veri: felicità, gioia, entusiasmo, collaborazione, partecipazione, responsabilità, promozione umana.

        In cuor nostro tutti sappiamo che ci sono delle persone che hanno bisogno di noi, e forse vorremmo poterle aiutare; adesso, possiamo dare e ricevere felicità.

Sara Buscemi

  

INIZIATIVA DEL GRUPPO FRATRES E DELLA COMUNITÀ BUDDISTA.

Solidarietà interculturale come segno di fratellanza.

        Come nella loro terra d'origine, lo Sry Lanka, anche qui a Catania la compatta comunità cingalese di fede buddista ha celebrato ieri quella che in lingua italiana si potrebbe tradurre come «Festa del ritorno», una data che segna il nuovo ingresso dei monaci alla vita pubblica, dopo una clausura di circa due mesi.

        Musiche, danze, preghiere e lauti banchetti hanno accompagnato i rituali sacri. Ma in questi giorni difficili segnati da una guerra visibile e invisibile, che oppone religioni e inasprisce fondamentalismi, i responsabili dell'Associazione internazionale di cultura buddista di Catania, insieme al Gruppo Fratres «Gabriella» di Misterbianco, hanno voluto dimostrare la loro volontà di abbattere gli steccati religiosi e di sanare le fratture culturali. Numerosi extracomunitari, fra i oltre 60 adulti che formano stabilmente la comunità del tempio di Budda a Catania, hanno donato il loro sangue a favore dei bambini talassemici in cura presso l'Ospedale Garibaldi.

        «Abbiamo urgente bisogno di donatori spiega il presidente del Gruppo Fratres di Misterbianco - anche se la sensibilità dei siciliani è cresciuta notevolmente negli ultimi anni. L'iniziativa di questa comunità che vuole collaborare senza pregiudizi a favore dei più bisognosi, senza badare alle differenze di religione, di lingua e di cultura, insegna a tutti noi la tolleranza e consolida come valori supremi il dialogo, il pluralismo, la conoscenza e l'accettazione reciproca degli altri».

        Il capogruppo dei donatori volontari del Gruppo Fratres di Misterbianco ricorda la grande emergenza nella nostra provincia. «Ci siamo costituiti vent'anni fa per salvare Gabriella, una bimba che aveva urgente e disperato bisogno di trasfusioni e a lei abbiamo intitolato il nostrogruppo. Per continuare a lottare ogni giorno per strappare alla morte centinaia di bambini malati, la nostra opera spontanea e volontaria è incessante e instancabile». E nel tempio di Budda, la raccolta ieri ha superato ogni più rosea previsione.

Maria Torrisi