(testi
di Gabriella Fortuna e foto estratti da "Columbus '92 - PAN in Nord
America"
Stato Maggiore Aeronautica)
"Il
Big Ben di 'Columbus '92' suona l'ora X. E' il 20 giugno, vigilia di un'estate
che in Canada fatica a vincere la sua perenne battaglia con la morsa gelida
dell'inverno. Ad Hamilton, paese a forte concentrazione italiana nell'immediata
periferia di Toronto, il termometro segna zero gradi e anche i centomila
canadesi accorsi all'air show cercano riparo vicino a griglie e fornelli
che cucinano grassi animali a tutto spiano. I piloti della PAN, chiusi
dalle cerniere lampo dentro tute di rappresentanza che smorzano ma non
mitigano il freddo, sembrano non accorgersi neppure del trapasso atmosferico.
Chi morde un hamburger assorto nei propri pensieri, chi trasferisce la
sedia di plastica in un angolo appartato per concentrarsi sulla lettura
di Shakespeare in lingua madre, chi sorride a se stesso ascoltando con
le cuffiette il walkman, che trasmette canzoni in 'venexiano' puro e già
si sente un po' più vicino a casa. Altri, quelli che hanno osato i cieli
canadesi nell'ormai lontano '86, si soffermano ad osservare qualche volto
antico e a salutare ricordi felici. Ognuno sceglie il modo più congeniale
al suo essere per consumare i minuti antecedenti l'esibizione acrobatica:
intervallo necessario per 'caricarsi' al meglio delle individuali performance.
E' un impegno psicologico che si ripete ad ogni tappa del viaggio nordamericano,
rinnovando così un meccanismo d'attesa indispensabile, quanto l'addestramento
tecnico ed operativo a chi tra pochi istantì, lassù, si ritroverà condannato
a non sbagliare. Il traguardo minimo richiesto ai piloti delle 'Frecce
Tricolori' è, sempre e comunque, quello della perfezione. Ad Hamilton
come a Detroit, a Sheppard come a Rivolto.
Nel momento in cui il tettuccio dell'aeroplano scende a isolare il professionista
dell'ignoto dal mondo che quotidianamente lo circonda e lo conosce più
come uomo che come regista meccanico della macchina dei sogni il pilota
stacca i fili di ogni contatto con la realtà ed entra nell'universo esclusivo
del surreale. Venti minuti da impegnare in una scommessa di gruppo con
la vita e giocarsi il cielo a dadi con altri nove colleghi che ruotano
ali sincroniche alle sue, disegnando segreti ipnotismi per chiunque li
osservi qualche metro più sotto, con il naso alzato ad annusare profumi
di magia. Ma anche venti minuti che annodano il filo impercettibile di
dieci esistenze al presupposto della perfezione, come un aquilone leggero
che lega la vita anziché il romboide di plastica ad uso e consumo dei
giochi di bimbi.
In quei venti minuti di brividi ed ovazioni che fanno della Pattuglia
Nazionale la migliore formazione acrobatica del mondo, si concentra il
prodotto di un'intero anno d'impegno costante e corale non solo dei piloti
ma anche dei tecnici e degli specialisti della PAN. Quegli uomini in tuta
verde e blu che prima del volo esplorano ogni minima componente dell'aeroplano,
per assicurarne la massima efficienza ai fini di un'esibizione che non
consente di aggiungere alcun margine di errore agli alti coefficienti
di rischio, rappresentano infatti un insieme indivisibile con i piloti
e con le loro macchine volanti. E quando i motori cominciano ad alzare
dall'area di parcheggio il numero dei giri, sono loro che segnalano il
via libera al rullaggio alzando entrambi i pollici al cielo: un gesto
che, al protagonista del volo, non rappresenta solo la garanzia della
funzionalità del velivolo ma, per il rapporto stesso di compenetrazione
con l'attività del tecnico, acquista anche un significato rituale magico,
un'assicurazione sul volo che nessuna polizza formale potrebbe garantire.
In quel momento, gli Aermacchi MB-339 cominciano a rullare e si preparano
al decollo, studiato (analogamente all'atterraggio) in due sezioni da
cinque velivoli per offrire al pubblico un ulteriore continuum di esibizione
acrobatica.
Lo spettacolo ha inizio: il distillato di emozioni a tinte forti concentra
il massimo numero di figure pirotecniche nel più breve spazio temporale
possibile, costringendo i dieci uomini d'oro della Pattuglia a sollecitazioni
fisiche al limite dell'umana capacità di resistenza alla gravità. Dalla
schneider sinistra al looping a triangolone, dalla Grande Mela al tonneaux
sull'asse del solista, che concentra su di sè tutte le attenzioni del
pubblico per dar modo alla formazione di ricongiungersi in tempi brevissimi
e ripresentarsi alla folla con nuovi numeri da brividi. Inizia la manovra
del ventaglio, con gli aerei che aprono al cielo curve tricolori di intenso
impatto emotivo; poi l'Apollo 313, il looping a calice che incrocia il
tonneaux lento del solista e ripresenta la formazione "a cigno" con gli
Aermacchi che ora nascondono al pubblico il dorso blu per mostrare le
loro pance tricolori come i fumi che si dividono le tinte di un unico,
ideale sentire. Ed ecco il clou dell'esibizione, il gran finale capace
di inondare emozioni e calamitare ovazioni da Hamilton a Westover, attra
verso le tappe di un sogno lungo 36 giorni che ha dipinto l'orgoglio dell'italico
vessillo nei cieli di Timmins, Ottawa, Detroit, Battle Creek, Chicago,
Sheppard, Atlantic City.
La formazione compone la figura dell'A rizona mentre il solista va a sfidare
la forza di gravità sul perpendicolo della scampanata; il gruppo perfeziona
geometrie circolari nel Bull's Eye, il solista affronta l'immediata sequenza
di tonneaux-schneider-tonneaux; ora anche la formazione inaugura il doppio
tonneaux, figura che per il pubblico non rappresenta il top della spettacolarità
ma che per i piloti costituisce il momento di massimo sforzo fisico e
psichico: la distanza ravvicinata tra i velivoli con le ali ad incastro
obbliga infatti questi saltimbanchi del cielo a mantenersi in perfetta
simmetria e a sviluppare la massima coordinazione nell'uso contemporaneo
di tutti i comandi dell'aeroplano: pedaliera, motore e cloche.
E' il momento dell'Apertura a bomba con incrocio del solista, i nove velivoli
aprono il loro volo in picchiata come un fiore che schiude i petali all'improwiso
e il solista diventa dawero una "freccia" conficcata nel cuore delle sensazioni
più intense, ora colorate dalla più lunga bandiera italiana mai vista
al mondo: quella disegnata dai fumi tricolori di dieci uomini che, ancora
una volta, hanno vinto la loro sfida con il cielo".
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