8 febbraio 1918
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Barra do Corda, 8 febbraio 1918

Carissima sorella Adele,

finalmente!... Esclamerai di certo: ed hai in parte ragione, perché doveva proprio scriverti più presto, ma il da fare e... la pigrizia nello scrivere lettere... Non dubiti però ch’io t’abbia dimenticato, come forse ti sarà sembrato; tutt’altro, ti ricordo sempre e con piacere. Causa questo ritardo a scriverti perché, vivendo tu in mezzo alla famiglia, pensava che una lettera comune bastasse per tutti. Adesso però che tu ti trovi lontano dalla famiglia eccomi pronto. Non t’iscrivo ancora direttamente perché non so bene ancora il tuo indirizzo, ma spero che questo me lo manderai presto, dicendomi anche se stai soddisfatta del nuovo servizio che testé hai intrapreso.

Cara sorella, benché lontana dalla famiglia, tuttavia non ti salteranno le croci e forse pesantissime. Però mi rallegro al pensare che tu non sei di quelle cristiane capaci di servire il Signore quando tutto è favorevole e che alla più piccola sventura da Lui si allontanano; io so che tu non fai consistere l’amare il Signore in sole preghiere, bensì nel portare qualsiasi croce, nel patire per amor suo. Io so che tu credi fermamente che niente succede a caso, ma che tutto è disposto dalla mano di Dio a maggior bene nostro e a maggior sua gloria, e che quindi sei disposta a ricevere tutto con eroica rassegnazione.

Lo so che tu, diffidando di te stessa, ti abbandonerai interamente nelle mani di Dio. Io so che come l’oro si purifica col fuoco, così tu in mezzo a tanti travagli ti purgherai, ti perfezionerai nelle virtù cristiane, nell’amor di Dio. O cara sorella, come è bello amare il Signore nei momenti di tribolazione, come è dolce il pensiero; Iddio ha patito tanto per me, ed io non farò niente per Lui?... Come si sente il bisogno di prostrarsi davanti al Crocefisso, correre ai piedi di Gesù nel SS. Sacramento e là palesare i nostri bisogni, sfogare il nostro amareggiato cuore.

La Religione, sorella carissima, è l’unica fedele amica, e sono persuaso che tu ascolterai la sua consolante voce che continuamente ti dice all’orecchio: “Porta la croce per amor del tuo Dio, soffri per Lui, sali il Calvario con Lui”.

Io sono sicuro che tu sai che Iddio non prova le sue anime elette colla dolcezza, colle ricchezze e con la sanità, bensì coi travagli.

Questo mio linguaggio non tutti lo intendono, e con te io parlo così perché io ti conosco, e mi tengo sicuro che tu mi intenderai. Né dico questo perché tu abbia a vantarti, ma perché tu prenda coraggio a perseverare nel servizio di Dio e fedelmente servirlo in qualsiasi tempo di tribolazione. La via della croce, sorella carissima nel Signore, è quella più sicura del Paradiso; è la via dove si accumulano copiosi tesori per la vita eterna; questa è la via che ci ha insegnato con l’esempio lo stesso Gesù: perseveriamo dunque in questa vita e andremo a godere Dio per tutta l’eternità.

Se io stavo in Italia, certo che io era in guerra presentemente insieme ai nostri buoni fratelli e nipoti. Ma il buon Dio mi ha scelto per un’altra guerra, voglio dire una guerra contro satana e in tutte e due precisiamo dell’aiuto di Dio per riuscire vittoriosi. Ebbene preghiamo, preghiamo.

La mia salute è così prospera che lascia veramente nulla da desiderare, così spero di te. Scrivimi presto, e quando non ricevi mie nuove, sta allegra, ché questo è il segno più certo ch’io sto bene.

Siamo lontani, ma solamente materialmente; vi è un altro mondo, un mondo spirituale. Oh! Sì, per mezzo della preghiera noi ci sentiamo tanto vicini da formare un cuor solo unito a quello di Gesù fonte perenne d’ogni bene. Entra spesso in quello e mi troverai all’ultimo posto.

Addio, sono tutto tuo e col più tenero affetto nell’amore dei cuori di Gesù e Maria ti saluto e ti benedico.

Aff.mo fratello Fra Natale Cappuccino - Missionario

Ho ricevuto lettere dalla famiglia. Tutti bene. Già gli ho risposto un letterone. Soltanto il fratello Giuseppe che non mi ha ancora scritto... Ma grazie a Dio, la buona cognata Marietta fece la sua parte. Già mi ha scritto due volte. Ciao.

 

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