20 febbraio 1919
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J. M. J. F.

Barra do Corda, 20 febbraio 1919

Carissimo fratello Giuseppe e sorella Adele,

che la vita dell’uomo non sia altro che una continuazione di dolori e consolazioni, consolazioni e dolori, la povera umanità lo esperimenta tutti i giorni; ed in modo speciale, purtroppo, lo esperimentiamo noi in questi ultimi mesi. Ben conoscendo io quanto amava il vostro nobile cuore quella cara persona che piangiamo, non mi torna difficile il pensare quanto avrete sofferto e io pensando piango e mi è un sollievo con voi piangere. Ma mentre diamo sfogo alla povera nostra natura, alziamo gli occhi del nostro spirito; penetriamo i Cieli e contempliamo la tua cara moglie e nostra ottima e buona cognata, che mentre sta godendo la beatitudine di Dio, ci guarda, ci consola, ci sorride.

Sì, miei cari, questa è la vita del giusto, passare dai fiori alle spine, dalle consolazioni al dolore su questa terra, per poi entrare nella beatitudine eterna, dove non ha gemito, dolori, lacrime, ma continua felicità e consolazioni divine; ma prima di raggiungere questo refrigerio dobbiamo patire per il fuoco della tribolazione. Grande è il mio rammarico, pensando ai miei cari nipotini per aver perduto una madre tanto buona e cristiana, ma il dolore viene subito allenito al pensare che anche la buona sorella Adele saprà veramente fargli da madre e così allevarli ancora da buoni cristiani.

E adesso ascoltiamo la voce della nostra santa religione. Questa ci insegna che colla morte cessa la fede e la speranza, però la carità aumenta e si perfeziona. Sì, carissimo Giuseppino, la tua moglie ti amava tanto in terra e niente risparmiava pel bene tuo e dei tuoi figlioletti; orbene questo amare aumenta e si perfeziona. Deus charitas est. Iddio è la medesima carità, e ella investita e immersa in questo infinito oceano di carità, non può far a meno che di continuare ad amarvi ed aiutarvi. E noi, miei cari, non lasciamo di domandare a Dio continuamente per la sua bell’anima l’eterno riposo. Da parte mia, subito che ho ricevuto la triste notizia, ho celebrata per essa una Santa Messa e ne celebrerò ancora delle altre. La sua memoria sia sempre impressa nella nostra mente per pregare per essa e imitare le sue virtù. è certo che il buon Dio dispone tutto pel nostro maggior bene; adoriamo adunque i suoi divini decreti e da buoni cristiani rassegniamoci e, ricuperata la nuova allegria dei veri figli di Dio, viviamo in buona armonia e pace con tutti, facciamo del bene più che possiamo ed un giorno avremo la bella sorte di raggiungere i nostri Cari là nel Paradiso.

L’anno scorso nel mese di Marzo ho inviato al fratello Luigi una lunga lettera, per tutta la nostra amata famiglia, nella quale stava inclusa una diretta in particolare alla sorella Adele. Ma finora non ho ancora ricevuta risposta alcuna. Si vede proprio che, in occasione della guerra, le mie carte furono al fondo del mare. Che volete, pazienza.

Pochi giorni fa ho ricevuto una bella letterina dalla nostra Nipote Erminia nella quale mi diceva che anch’essa si è consacrata tutta a Gesù, facendosi Monaca delle Ancelle della Carità. Molto bene, siano date infinite grazie all’Altissimo Iddio per aver favorito un’altra nostra nipote di una grazia tanto singolare. La sorella Carolina deve proprio consolarsi di una così grande fortuna. Figurasi, due figlie monache!.. Se la sorella Adele educherà i tuoi figli nel santo timor d’Iddio, come lo spero certamente, più tardi avremo altro Frate ed altre Monache nella famiglia. Oh te felice, se il Signore ti facesse tal grazia! Allora potresti esclamare: il mio figlio, le mie figlie stanno al sicuro, già si trovano in un Paradiso terrestre. Preghiamo adunque per questo fine, e speriamo nella Divina Provvidenza.

Io sto sano e robusto, così lo spero di voi e di tutta la famiglia nostra. Lavoro molto nella vigna del Signore e sempre tiro frutti che mi consolano assai.

Vorrei dirvi molte cose sopra la guerra attuale, ma, siccome esiste ancora la censura, giudico bene il tralasciarle. Le notizie particolari a mio riguardo le riceverete dal fratello Luigi.

Io voglio sperare che sempre vi manterrete buoni e ferventi cristiani quali vi ho lasciati. Con questa dolce speranza, invoco su di voi e specialmente sopra i miei buoni Nipotini le più elette benedizioni dal cielo.

Addio, carissimi, ricordatemi sempre nelle vostre orazioni come io tutti i giorni vi ricordo nelle mie. Scrivetemi ancora quanto prima, perché le vostre nuove mi riescono sempre gratissime e di grande consolazione al mio cuore.

Benedicendovi di vero cuore, mando mille baci ai miei buoni e bravi nipotini e mi dico nei cuori di Gesù e di Maria, vostro aff.mo fratello

frate Natale Maria - Cappuccino Missionario

Ho scritto con tutta fretta per mancanza di tempo. Credo che capirete ugualmente. Ciao, il Signore sia con voi.

 

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