20 gennaio 1925
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Grajahú, 20 gennaio 1925

Carissimi fratello, sorella e nipoti,

ho ricevuto le vostre lettere del 16 di novembre dell’anno p.p. e non incontro parole sufficienti per manifestarvi la grande contentezza che sperimentò il mio cuore al sapere dell’ottima salute vostra, e specialmente delle preghiere ferventi che voi tutti sempre innalzate a Dio per me e per la conversione di questi popoli infelici affidatemi dalla Divina Provvidenza. Grazie, grazie mille della buona memoria che sempre conservate del vostro fratello e zio e, statene certi, anch’io, benché lontano di voi col corpo, sempre però sto vicino a voi collo spirito, ricordandovi in modo speciale tutte le volte che salisco il Sacro Altare per offrire a Dio il grande Sacrificio della S. Messa.

A pochi giorni ebbi buone notizie di Besana Brianza, e non ho potuto fare se non le mille meraviglie, perché né il Luigino, né le vostre fecero menzione dei miei ritratti spediti sul principio di febbraio dell’anno p.p. Sicuro! L’anno scorso mandai un letterone a voi rispondendo alla gentilissima lettera dell’Anita colla data 15-11-23, al fratello Luigi e un altro alle nostre nipote Suore, inchiudendo in ciascuno i miei ritratti, e finora non ebbi di nessuno uno scritto di ricevuta. Si vede che il tutto fu al fondo del mare. Ebbene, se ciò accadde, come io penso, sappiate almeno attribuirlo non già alla mia negligenza o dimenticanza, ma solo al caso.

Certo che adesso prima di ricevere mie fotografie, ha da passare del tempo, perché l’ottimo fotografo, mio collega, che stava lavorando con me nell’Apostolato, venne destinato per il Cearà, luogo il più lontano della nostra Prelazia.

Perdonatemi se non ho soddisfatto ancora ai vostri ed ai miei desideri. Il mio ritorno in Italia al presente, stando così le cose, è difficile. Come già saprete, la nostra Missione del Brasile, colla creazione della nuova Prelazia, fu ampliata aprendo molte case nuove ed in ciascuna di esse vi è soltanto il numero necessario del Missionari che debbono provvedere ai bisogni spirituali di questi popoli infelici. L’abbandono del Pastore, benché per poco tempo, recherebbe ad essi certamente un grandissimo danno. Ed ecco spiegato l’impossibilità del mio ritorno adesso in Italia. Gli operai evangelici in questo vastissimo campo sono limitatissimi, e fino a tanto che altri Leviti non vengono a sostituirci, sarà difficile il mio ritorno tra voi. Pregate, pregate adunque il buon Dio affinché mandi molti Missionari in questa sua vigna, ed allora sarà facile per me il ritorno tra voi.

Il desiderio di rivederci presto, dopo 12 anni e più del nostro allontanamento, è più che naturale ed è buono e santo, ma tocca al Signore il realizzarlo. E se Egli non vorrà, pazienza; certo che il Buon Dio saprà ricompensare il nostro sacrificio.

Ancora una volta, ve lo ripeto, ex corde: qui in Brasile io sto soddisfattissimo, e sempre allegro ed in ottima salute. Ringraziamone adunque sempre il Signore della grazia specialissima che m’ha fatto chiamandomi all’Apostolato, benché indegnissimo.

Seppi che è capitato tra le vostre mani un mio articoletto che inviai agli Annali Francescani, chiedendo soccorso per i miei poveri indigeni. Sì, questi poveretti, vivono proprio nella massima indigenza; sappiate però che i primi a fare la carità, sono i ricchi, e voi non dovete per questo privarvi del necessario per soddisfare ai miei buoni desideri. Vedo poi come voi tutti, e specialmente la sorella Adele, avete preso a cuore il mio appello, perciò vi mando a tutti un grazie vivissimo anticipato.

Ed ora, due righe per mostrarvi il bene immenso che ho potuto fare in Domino, solo dal mese di Giugno fino alla fine del mese di Dicembre dell’anno p.p.:

Battesimi   N. 835
Sposalizi  N. 98
Matrimoni legittimati N. 63
Confessioni e Comunioni N. 3075, delle quali più di due terzi prime Confessioni e Comunioni di persone di tutte le età
Estreme Unzioni   N. 18.

Non sono ancora tre anni che cominciai ad evangelizzare l’interiore della Parrocchia di Grajahú e le cifre dei Sacramenti ivi amministrati non sono sconfortanti, grazie a Dio.

Continuate sempre a scrivermi, poi le vostre nuove sempre mi riescono graditissime. In questi giorni scriverò anche al fratello Luigi. Non potendo scrivere adesso al fratello Pietro, alla sorella Carolina, né alle nipoti Suore, incarico perciò la buona Anita per dar loro mie nuove e, nello stesso tempo, facendo loro consapevoli delle mie lettere e fotografie spedite ad esse sul principio dell’anno p.p.

Addio, carissimi, facciamo del bene a tutti e facciamoci santi. Colla speranza di rivedervi ed abbracciarvi presto, mi dico nei cuori purissimi di Gesù e Maria, vostro fratello e zio

Frate Natale Maria - Missionario Cappuccino

Il mio indirizzo è:

Frei Natal M. Capuchinho

(Maranhão) Grajahú

Brasil

 

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