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  "LEALTA' SCISSE NEI FIGLI DELLA TERZA GENERAZIONE DEI NAZISTI. Il caso di Lisa"

 

 

 

 di Hendrika C. Halberstadt-Freud

Foto: Flatz, "Zwei oesterreicher oder Geschichte bedingt  Interpretation" (1976-1980)

  Questo articolo è una rielaborazione di un intervento dell'autrice ad un "panel" nel corso del 45° Congresso dell'I.P.A. (Berlino, 2007). La traduzione in italiano è di Giuseppe Leo.

L'autrice è psicoanalista dell'I.P.A. e vive ad Amsterdam. Si ringrazia sentitamente l'autrice per aver accordato il permesso alla pubblicazione su Frenis Zero della versione italiana del suo articolo.

Nota iconografica: le immagini che illustrano questo articolo sono tratte dalla mostra "Opera Austria", tenutasi nel 2006 al Centro per l'Arte Contemporanea "Luigi Pecci" di Prato.

 


 

’The Nazi phenomenon and the Holocaust will be investigated and its causes debated

for generations to come.’

Harold Bloom.*

 

 

*American Imago, vol 52,3,281-289

                

Introduzione

 

                    Il mio articolo tratta della terapia di Lisa, una donna tedesca quarantenne, che vive in Olanda. I suoi genitori sono, da entrambi i versanti familiari, pesantemente coinvolti nel nazismo, ma si sono sempre rifiutati di discutere il passato. Al contrario, essi raccontano falsità e miti sul ruolo dei nonni e la paziente sceglie sempre di credere loro. Solo una parte della verità affiora dopo tre anni di analisi. Questa 'cospirazione del silenzio' caratterizza il passato di Lisa. Le relazioni coi suoi genitori sono distorte da lealtà scisse nei loro confronti al contrario di ciò che accade nel mondo esterno. Lisa è preoccupata da un bisogno di nascondere e distorcere la verità. Il suo masochismo deriva dalla relazione con sua madre. In secondo luogo, la sua vergogna, il suo senso di colpa e la sua bassa auto-stima sono correlati alla colpa riguardante il passato della Germania.

I figli e i nipoti dei perpetratori affrontano problemi insormontabili. Provano una grande ambivalenza nel riportare alla luce la verità sul passato nazista. In questo articolo tratterò delle dannose conseguenze psicologiche della colpa non riconosciuta ed ereditata dai genitori o dai nonni. Finora c'è stata molta attenzione nei confronti della trasmissione del trauma tra le vittime del genocidio. Ciò che i perpetratori potrebbero aver trasmesso alle future generazioni ha ricevuto molto meno attenzione.

 

   Foto: Valie Export, "Koerpenkonfigurationen" (1978-1982)

I problemi di Lisa

 

Lisa lotta per vincere la sua tendenza a mentire, a nascondere ed a raccontare dei miti riguardo al passato. Ella abitualmente distorce la realtà, come hanno sempre fatto i suoi genitori e continuano a fare fino ad oggi. Inoltre, è legata alla madre in un legame ambivalente, sadomasochistico e simbiotico. Il modo abituale in cui Lisa soffre e si aggrappa all'altro viene trasferito alle sue amiche.

Nella sua prima ora di terapia Lisa, che è musicista in un'orchestra, mi dice che Wagner la rende triste e che ella detesta i direttori tedeschi. Da una parte afferma che la Seconda Guerra Mondiale la ha sempre preoccupata. Dall'altra, si vergogna di confessare che non ha mai veramente pensato a ciò. L'avere queste due idee contraddittorie, il sapere e il non sapere della Seconda Guerra Mondiale fanno adombrare una scissione mentale che caratterizza il suo intero pensiero come risulterà chiaro nel seguito.

Lisa divenne anoressica all'età di 14 anni, alternando fasi in cui era troppo sovrappeso a fasi in cui era troppo magra. Ciò continuò a durare dopo il suo matrimonio, ma da allora si attenuò.

Foto: Valie Export, "Koerpenkonfigurationen" (1978-1982)

Già da bambina Lisa manteneva molti segreti, creando un proprio mondo privato. Nascondeva i suoi giochi osceni e basati su fantasie caotiche. Quando la madre scoprì tutto ciò, Lisa fu aspramente rimproverata ed a ciò seguì una gran lite.

Un altro segreto: prima del suo primo figlio, Lisa ebbe un aborto senza neppure dire a suo marito di essere incinta. Alla sua terza gravidanza non voluta lo avvisò solo sei settimane prima del parto.

Lisa paragona il suo legame simbiotico non risolto con la madre al personaggi del libro "La pianista" di Elfride Jelinek.

In questo articolo mi concentrerò soprattutto sui problemi riguardanti l'eredità del passato nazista. Questo è rimasto un tema centrale nei primi tre anni dell'analisi di Lisa.

 

 

L'inizio del trattamento

 

Lisa mi consultò a causa dei suoi forti sentimenti di colpa. Esprimeva molta rabbia nei confronti della madre intrusiva ed una preoccupazione ossessiva per suo figlio in età pre-puberale. Mi sembrava intelligente, non antipatica, ben educata ed allo stesso tempo profondamente disturbata, così le proposi un'analisi che prontamente ella accettò.

Lisa si sentiva profondamente non amata, addirittura rifiutata in quanto tedesca, tranne che da suo marito. Sin da quando era in Olanda aveva sempre detto a tutti, come lo dicevano d'altronde i suoi genitori, che i nonni erano stati anti-nazisti e che erano stati coraggiosi durante la guerra. Dopo un periodo iniziale in cui continuava a nascondere la verità, Lisa cominciò a svelare un quadro differente. Cominciò a raccontarmi più cose ed in particolare fatti più inquietanti relativi alla sua storia familiare. Saltò fuori che suo nonno paterno venne imprigionato dopo la guerra, perse le sue proprietà ed ebbe un "Berufsverbot", che cioè non gli fu permesso di lavorare.

All'inizio aveva detto che egli era stato un "Gauleiter", un ufficiale di alto rango durante il periodo nazista, il quale non fece nulla di sbagliato. Poi mi disse che questo era un mito che sua madre le aveva raccontato. Lisa non aveva alcuna idea di quale fosse stato il ruolo reale di questo nonno e del perché egli venne così severamente punito dopo la guerra. Il padre di Lisa non parla del ruolo che il  proprio padre ebbe durante la guerra. Egli definisce la sua partecipazione alla Gioventù Hitleriana come il periodo più glorioso della vita di suo padre. Ma afferma anche che fu scioccato quando bruciavano le sinagoghe. Gli piace ancora cantare le canzoni naziste ed usa espressioni fasciste come: <<was Weh tut, tut auch gut>> (ciò che ferisce fa bene).

Il nonno materno di Lisa andò al fronte orientale ed anche il suo ruolo resta misterioso. Egli scomparve alla fine della guerra in un misterioso incidente di caccia. La nonna materna era restata sempre un'entusiasta simpatizzante di Hitler e del suo Terzo Reich.

Sembra ovvio che i genitori di Lisa siano stati completamente incapaci di digerire il loro passato. Sembrano avere una scissione nella loro coscienza, simile a quella di Lisa, e sono in pieno diniego. Raccontano storie contraddittorie, bugie, miti, e mantengono i loro segreti sul passato nazista profondamente nascosti (Bajohr & Pohl, 2007). La madre di Lisa afferma di non sapere perché suo suocero abbia distrutto i propri documenti, sia fuggito e si sia nascosto dopo la guerra. Gli ideali dei genitori vennero fatti a pezzi quando la guerra fu persa. Essi si considerano vittime, ingiustamente accusati e puniti dagli Alleati. D'altra parte sembrano abbastanza vergognati per sentirsi costretti a denegare ed a nascondere la verità. Sebbene la madre di Lisa abbia letto l'opera dei Mitscherlich "L'incapacità di elaborare il lutto" (1967), ciò non ha avuto alcun considerevole impatto sul suo modo di pensare.

Per quanto io possa giudicare, entrambi i genitori sembrano soffrire di problemi di identità e di bassa auto-stima in correlazione con il massiccio malessere e la vergogna sociale riguardanti il passato. Essi sono preoccupati per il loro status sociale e sono desiderosi di socializzare con gente 'superiore' socialmente e di successo. Essi irritano Lisa a causa dei loro continui racconti sui loro stimati e ben noti amici.

Il padre di Lisa sembra un uomo piuttosto strano ed un completo mistero per lei. Lisa non sa spiegare il comportamento aberrante di suo padre per tutti gli anni della sua gioventù. Ma ella mostra di preferire lui alla madre la quale confessa di odiare. Il padre non era quasi mai a casa e non prestava alcuna attenzione a lei ed alla famiglia. Egli evitava i contatti e spesso spariva per giorni interi come se si stesse nascondendo. Fino ad oggi Lisa non ha la più pallida idea di dove egli stesse. Sospetta che se ne andasse a ubriacarsi, andasse per bordelli e forse soddisfacesse desideri sessuali sadomasochistici fuori dalla famiglia. Quando stava a casa nel fine settimana, era di solito ammalato, soffrendo di molti disturbi psicosomatici. La madre di Lisa non diede mai alcuna spiegazione per questo strano comportamento e nemmeno per le sue assenze. Egli si trascurava, non ha mai visto un medico né un dentista e ha strane abitudini alimentari masochistiche. Egli ha dovuto essere duro con se stesso senza poter mostrare alcuna debolezza: un ideale fascista. A tutt'oggi egli evita qualsiasi domanda, e tanto più quelle dolorose. Nella sua evasività nasconde  i suoi monologhi irritanti, senza senso, ininterrotti e continui. Per Lisa egli resta un "padre di paglia", una vuota figura senza vita (Eickhoff, 1986).

Il matrimonio dei suoi genitori è stato infelice per quanto riguarda la madre. Costei ha sempre cercato una collusione con la figlia contro il marito. Era solita lamentarsi del marito e fece in modo che Lisa  lo guardasse con disprezzo. Secondo Lisa i suoi genitori, che dormivano in camere separate, non avevano più avuto rapporti sessuali da quando lei era bambina.

Lisa, come i suoi genitori, ha sempre sentito il bisogno di raccontare miti sul passato che si sforzava di nascondere. Nella sua brama di piacere, confessava di essere rabbiosamente anti-tedesca, ma ciononostante si sentiva più perseguitata che accettata. Quando andava a prendere i bambini da scuola, non poteva sopportare di incontrare gli altri genitori. Durante l'analisi ella era solita denigrarsi masochisticamente in quasi ogni giudizio che esprimeva. La sua stima di sé è così bassa che non sa immaginare che io potrei essere come lei.

 

In analisi

 

Dopo aver prestato ascolto alle sue continue auto-accuse per un po' sentii che esse non si spiegavano in modo soddisfacente solo con la sua storia personale. Il suo atteggiamento autodenigratorio era qualcosa di più ampio della sua vita.

Foto: Erwin Wurm, "Freudsche Rektifizierung. Philosophy-Digestion"

Così suggerii che i suoi sentimenti di colpa e di autosvalutazione potevano essere connessi con sentimenti di colpa e di vergogna legati al passato nazista: come se ella fosse gravata da una colpa non risolta dei suoi nonni e genitori.  A maggior ragione poiché ella partecipava al loro diniego. Ella di tutto cuore fu d'accordo in linea di principio, ma mantenne delle resistenze nell'esplorare il tema. Era in pieno conflitto con la sua scissione mentale; tenere nascosto il passato contro il bisogno di piacere a me. La sua lealtà e la sua inconscia identificazione nei confronti dei genitori le impedivano di trovare la verità. Sentiva che non poteva indagare cosa c'era dietro il passato dei suoi genitori ed essi ostinatamente si rifiutavano di rispondere alle sue domande. Lisa era d'accordo sul piano intellettuale sul fatto che il non voler conoscere la verità la rendesse inconsciamente corresponsabile del male prima ancora che fosse nata. Con riluttanza aveva contattato gli archivi tedeschi per trovare il motivo per cui il suo nonno paterno fosse stato così gravemente punito dopo la guerra. Dopo qualche tempo affermò che era impossibile trovare i documenti attinenti e si arrese. Ella sospetta che suo nonno paterno ebbe dei vantaggi da nazista, divenne ricco durante la guerra e visse in una villa precedentemente di proprietà di ebrei. Poteva essere un sorvegliante di un campo di lavori forzati? Lisa ha i brividi al solo pensiero. Ella  si chiede: <<potevano forse entrambi i miei nonni esser stati dei "Kapò" in campi di concentramento?>>. La sorella del padre lavorava nel ghetto di Cracovia durante la guerra, ma il suo ruolo rimane vago. Lisa non vuole farle domande, e nemmeno ad altri parenti ancora viventi che potrebbero conoscere altro, ma potrebbero offendersi se fossero chiamati a parlare.

Lisa teme di ferire i miei sentimenti e suppongo che potrebbe temere che io la odierei se sapessi l'intera verità. I suoi segreti colpevoli sono incatenati alla paura di essere odiata dagli altri. Lisa ha detto a sua madre che è in analisi e le ha fatto il mio nome. Sua madre le ha risposto che in quanto ebrea io dovrei odiarla. Mi chiedo, Lisa ha voluto inconsciamente provocare sua madre?  Oppure ella dà voce ai propri sospetti ed alla propria ambivalenza verso di me per mezzo della madre?

Lisa mi ricorda tanti figli di nazisti olandesi che ho trattato.  Senza alcuna eccezione essi negavano sempre qualsiasi conoscenza del passato e mostravano resistenze nell'indagare su di esso. Essi in modo cosciente rifiutavano l'ideologia nazista, mentre però nascondevano la loro semi-inconscia lealtà ad essa. Le loro lealtà scisse tra i genitori ed il mondo esterno erano ovvie.  Essi mi avrebbero attaccato nei loro sogni, mentre evitavano ogni manifesta ostilità. Capovolgendo tutto in modo perverso, la madre di Lisa compiange sua figlia che secondo lei deve essere malata o matta per aver bisogno di un'analisi. Ogni collegamento alla sua educazione di figlia della terza generazione del periodo nazista viene accolto con una smentita ("Verleugnung", Freud, 1928). Lisa è sempre tesa quando incontra i suoi genitori. Secondo lei essi parlano solo di stupidaggini, non sono interessati ai suoi figli e sono impenetrabili rispetto alla sua curiosità rivolta al passato. Essi reagiscono solo potenziando il loro atteggiamento teso a mentire e a negare.

  Foto: Valie Export: "Koerpenkonfigurationen" (1978-1982)

Lisa ha un atteggiamento di rimprovero nei loro confronti che è controproducente. Ella non sembra pronta a chiedere loro le domande principali. La sua rabbia nascosta li allontana, rendendoli ansiosi e ponendoli sulla difensiva. Ma Lisa vuole veramente sapere?

Dopo un po'  io le suggerii che il chiedere ai genitori sul passato fosse inutile se lei non avesse prima lavorato sul proprio diniego e se non fosse prima diventata capace di comprendere la loro posizione.

Per la terza generazione porre domande sul passato è ancora oggi un tabù pesantissimo. Lisa ha cercato di trovare qualcosa di più sul nonno materno, apparentemente meno criminale e  più idealizzato. Dopo molto resistenza da parte della madre, Lisa riuscì a ottenere le lettere che egli aveva mandato dal fronte orientale. Sua madre e le sue sorelle non le avevano mai lette e Lisa non voleva fare come loro. Queste lettere la sconvolsero a causa della loro lampante ipocrisia e bigotteria, del loro linguaggio ovattato e della loro enfasi religiosa. Per lui il nazismo era una lotta tra il bene ed il male, "Dio è con noi in questa missione (assassina)". "Ebrei e Russi non sono esseri umani". Il suo slogan era: "attraverso il Caucaso verso Gerusalemme e Armageddo". Lisa passò molti mesi a preoccuparsi per queste lettere. Io ero solo a grandi linee informata del loro contenuto ed ella riferiva che in esse non si parlava di crimini commessi dal nonno.

Nel frattempo divenne interessata alla lettura di libri riguardanti la guerra. Iniziò a guardare films che aveva sempre evitato, non possedendo neppure un televisore. Nella casa dei genitori i films sulla guerra e sull'Olocausto erano stati tabù. La TV veniva semplicemente spenta quando i programmi trattavano del ruolo della Germania nella Seconda Guerra Mondiale. Lisa aveva sempre immaginato che ciò avvenisse poiché i genitori avevano trovato l'Olocausto orribile a vedersi. Solo ora Lisa comincia a rendersi conto che la verità doveva restare nascosta.

  Foto: Flatz, "Superstar" (2001)

 
Lisa e la madre

L'origine delle auto-accuse e del masochismo di Lisa: il legame simbiotico non risolto e l'odio verso la madre dominante ed intrusiva. Lisa era solita colludere con il continuo atteggiamento lamentoso della madre nei confronti del marito. Lisa non osava mai criticare la madre dato che poi avrebbe dovuto pagare per questo facendole scuse e promettendole di non farlo più. Solo una volta, quando aveva 15 anni, rimproverò la madre gridando: <<tutto è colpa tua>>. Sin dalla tarda adolescenza smise di protestare e divenne piuttosto docile. Il suo legame simbiotico illusorio con la madre era un falso idillio di mutuo accordo pacifico. L'aggressività, troppo capace di rievocare il tabù che circondava l'assassinio, non poteva essere liberamente espressa. La bolla simbiotica scoppiò quando Lisa si innamorò e si sposò. Il commento geloso della madre fu: <<Ancora credi nell'amore?>>, facendo molto arrabbiare Lisa. Lisa si rende conto solo ora che, sebbene apparentemente vicina alla madre, non c'era stato mai alcun contatto reale tra loro due. La madre non ascolta ciò che Lisa ha da dire e parla di cose futili sul proprio conto. Da quando Lisa si è trasferita in Olanda, prova avversione nei confronti dei genitori e teme le telefonate della madre. Nel frattempo il suo legame simbiotico con la madre ha prodotto relazioni simili con le altre donne. Le sue cosiddette amiche non ascoltano, non attirano la sua attenzione, non fanno domande e persino la molestano. Ella si irrita, persino le odia e cerca di evitare i contatti  per quanto le è possibile. Ma ammette di aver fatto lo stesso in passato: era solita molestare le ragazze e poi improvvisamente la smetteva quando ne aveva abbastanza.

  Foto: un autoritratto di Valie Export.

Lisa sembra trasmettere la relazione che ha con la madre al figlio Danny. Questi ha raggiunto la pubertà e si irrita delle intrusioni della madre nelle sue cose personali. Lisa abitualmente irrompe nella sua stanza per scoprire cosa sta facendo e confessa di avere un atteggiamento inquisitorio ed incapace di lasciarlo da solo. Come sua madre fa ancora con lei, Lisa gli fa domande, con fare nervoso, sulla sua vita sociale. Lisa va nel panico più totale quando Danny litiga con gli amici o non è invitato abbastanza spesso. Ella teme che egli possa non piacere, o addirittura essere vittima di ostracismo, a causa  delle sue origini tedesche, spostando così il problema alla quarta generazione. Come sua madre Danny sa arrabbiarsi molto con se stesso pronunciando frasi denigranti come: <<Sono inutile, non valgo nulla, sono un buono a nulla>>.

 
Problemi del transfert- controtransfert
 

Il mio controtransfert ha certamente giocato un ruolo in questa analisi. Mi fa essere internamente arrabbiata il fatto che un paziente non abbia la volontà o la capacità di confrontarsi con il passato criminale dei suoi antenati. Non ho mai  riconosciuto ciò in modo così evidente come nel caso di Lisa, per paura di accusarla ingiustamente, ma il mio disagio potrebbe essere stato notevole lo stesso. Le mie esperienze personali durante la guerra erano state coinvolte in questa mia avversione. Il confronto tra me ed una figlia di un nazista è ben lontano dall'essere ideale. Come analista avrei evitato di avere come pazienti figli di perpetratori se solo avessi potuto. Ma questi pazienti preferiscono non parlarti del loro legame con l'Olocausto prima di avvertire nella pratica dell'analista un supporto stabile.

A causa del mio nome mi è accaduto svariate volte che i figli della seconda o terza generazione dei perpetratori mi abbiano scelta come terapeuta, cercando una qualche sorta di redenzione. Questi pazienti erano per lo più discendenti di nazisti olandesi o di uomini che si erano arruolati volontariamente nell'esercito tedesco durante la Seconda Guerra ed erano andati al fronte orientale. Nella mia esperienza, i nipoti o i figli dei nazisti hanno una preferenza nell'essere trattati da un terapeuta ebreo: è questa la prova di sentimenti di colpa non riconosciuti trasmessi loro dal passato dei loro genitori. Dopo che era passato abbastanza tempo chiedo sempre loro se mi abbiano scelta per ottenere l'assoluzione da un ebreo per il loro carico di colpa. Senza alcuna eccezione  essi sono d'accordo con me che è stato così.

Il super-io di Lisa dice che ella deve conoscere la verità, mentre allo stesso tempo si risente per questo obbligo e mi accusa per ciò. Si sente la mia vittima, come se io fossi il nemico da cui esigere spiegazioni sulle mie responsabilità. Si sente coinvolta con me nel 'conflitto ebreo-tedesco'.

Questa situazione transferale si rispecchia nei miei sentimenti nei suoi confronti, non osando essere io aperta con lei circa i miei dubbi.

Ma dopo qualche tempo la situazione cambia. Sebbene all'inizio sentii intensamente la sua resistenza a confrontarsi con il passato, gradualmente mi affezionai a lei.  Alla fine considerai che Lisa fosse tanto coraggiosa quanto ci si potesse aspettare da una persona con una storia familiare così problematica. Deve essere un carico terribile far fronte a queste verità difficilissime da reggere. Ossia il confrontarsi con gli assassini ed i crimini contro l'umanità dei genitori e dei nonni.

Essendo io stessa una figlia della guerra ho lottato con questo dilemma: come essere empatica nel mio approccio a pazienti che hanno ereditato le loro lealtà scisse dai loro genitori e nonni.  Devo rammentarmi che i giudizi morali non sono utili e che la mia rabbia riguardo al periodo nazista deve essere tenuta fuori dal processo analitico. Devo aiutare Lisa nel capire i suoi genitori anziché sentirmi in un atteggiamento accusatorio nei loro confronti. Una trappola da evitare era quella di accusare implicitamente Lisa per la sua resistenza di fronte alla piena verità ed io dovevo anche superare la mia avversione nei confronti dei suoi genitori e nonni.  Come analista di bambini ho imparato che non è possibile aiutare il bambino accusando i suoi genitori. Al contrario, è indispensabile imparare ad empatizzare con la loro posizione, nonostante il danno che essi possano aver fatto. Dovevo rendermi conto che la paziente, nonostante proclamasse il contrario, una volta aveva amato questi genitori. La bambina che era in lei è ancora segretamente ed inconsciamente leale a loro. Ho imparato nel corso degli anni che la lealtà nei confronti di genitori o nonni criminali è difficile o persino impossibile da superare.

Dopo svariati anni ho sentito che potrebbe essere giunto il tempo di accettare che un'analisi non sia mai completa. Mi sono chiesta come mai ella avesse da confessare in modo così remissivo di voler conoscere i fatti nascosti del passato, mentre allo stesso tempo odiava questo obbligo che sentiva di avere nei miei confronti. Il suo conflitto con le lealtà divenne chiaro: si sentiva spinta da me a portare alla luce i segreti del passato, mentre sua madre le proibiva ciò. Questo dilemma era legato al transfert sadomasochistico e omoerotico che ella desiderava da me. Lisa aveva fantasie masturbatorie masochistiche  da quando aveva dodici anni. Ella desidera essere la vittima del sadismo materno. E provoca lo stupro da parte di figure materne falliche, come illustrato nei suoi sogni.

 

Alcuni sogni dopo due anni di analisi
 

3 febbraio 2005

In occasione delle commemorazioni dei 60 anni della fine di Auschwitz e dell'Olocausto.

L.: <<Non oso ancora dire ai miei genitori del mio interesse nella commemorazione di Auschwitz. Quando mi hanno chiamata non ho osato dir loro che stavo guardando questo evento in TV. Al di fuori di ogni solidarietà io lascio stare queste cose, come al solito. Sembro farlo di nascosto, ma in realtà mi vergogno di quanto poco significhi per me il passato della Germania>>.

Dopo aver parlato della sua lealtà e dell'impossibilità di carpire qualcosa dai genitori, ha il seguente sogno: L.: <<I miei pollici erano infiammati e ho visto una dottoressa, la moglie di un goffo macellaio con un cane che dormiva ai suoi piedi. Ella sollevava le mie unghie ed apparivano tanti piccoli animali disgustosi. Avevo vergogna, ma allora gli insetti saltavano sul suo (rivolta all'analista, N.d.T.) naso ed io ridevo>>. Fa associazioni sui pidocchi, sul pidocchio della testa, sulla vergogna di avere i pidocchi. <<Li presi una volta su un treno che veniva dall'Italia, fu vergognoso>>. Nel frattempo io associo i pidocchi ai campi di concentramento.

L.: <<Quando visito i miei genitori, parlano solo di sciocchezze, ma io sono tesa e ho paura di ciò che potrebbe venir fuori>>. A.:<<ci sono cose che lei preferisce tenere soppresse, sotto il suo pollice come era (nel sogno)>>. L.:<<Sì, è lei quella moglie di macellaio>>. A.:<<Lei si sente forzata da me a cercare fatti vergognosi che lei preferisce che rimangano nascosti. Nel suo sogno i pidocchi saltavano sul mio naso>>.  L.:<<Sì, era buffo>>.   A.:<<Dovrei vergognarmi io e non lei>>. (Dovrei vergognarmi del mio naso ebreo?).   L.:<<Sì, sarebbe simpatico se fosse lei ad essere sovraccaricata di tutte le cose che mi preoccupano>>.

Lisa teme di ferirmi nell'essere insensibile a dire le cose sbagliate. Come i suoi genitori, ella sceglie di non menzionare temi dolorosi. Parla dell'ipocrisia dei dignitari alla cerimonia di commemorazione anziché di se stessa. Poi ha un altro sogno rivelatore.   L.:<<Abbiamo due gatti, volevo lasciarli in casa, ma un pastore tedesco spaventosamente grosso entrò con loro. Mike (suo marito) gli ha dato dell'acqua e ha cercato di metterlo di nuovo fuori. Egli lo spingeva verso il pianterreno, ma il cane era più forte e lo mordeva. Mi svegliai in uno stato di panico>>. Lisa asscocia: <<Il cane pastore di una cameriera una volta morse il dito di un bambino. Ho molta paura dei grossi cani e dei grossi animali in generale>>. Ha paura dei cavalli e delle corse di cavalli, una volta una cavallo quasi la stava portando via. (La mia associazione: potrebbero la sua rabbia ed i suoi pensieri nascosti portarsela via?)  A.:<<Piccoli gatti possono entrare, non grossi cani. Essere accondiscendente con me è permesso, ma la rabbia e l'ostilità no?>>. Lisa spesso ha scoppi d'ira verso Mike, mai nei miei confronti, sebbene una volta inavvertitamente ruppe il mio portaombrelli! L.:<<Associo i cani pastore con l'aggressività>>.   A.:<<E non svegliare il can che dorme (la verità sul passato)>>

L.: <<No, provo terrore e grande resistenza nel far ciò>>.   A.:<<E lei sembra impaurita dall'esprimere qui le parole sbagliate. Cosa lei potrebbe dire che mi ferirebbe così terribilmente?>>   L.:<<Riguardo all'Olocausto, a nessun tedesco dovrebbe essere permesso di dire qualcosa su di esso. Essi non hanno alcun diritto di parlarne>>. E poi improvvisamente:<<Sono molto preoccupata per gli israeliani e per i palestinesi. Mi sembra una ripetizione di ciò che è accaduto prima (io non faccio cenno alla mia irritazione quando prova a minimizzare le colpe dei tedeschi confrontandole con quelle degli israeliani). A.:<<Lei lascia fuori un sacco di cose, solo per farmi piacere?>>   L.:<<Sembra ridicolo ma è così. Non voglio farla arrabbiare>>.   A.:<<Lei deve camminare sulle uova qui?>>   L.:<<Non proprio così male, io non ho pensieri che non menziono>>.  A.:<<Può darsi che lei non riesca neanche a pensare quei pensieri proibiti>>.  L.:<<Non mi è permesso di pensare o di dire proprio nulla su questo argomento>>.   A.:<<Un'analista ebrea le impedisce di parlarne, ma nondimeno lei mi ha cercata>>.  L.:<<Non è stata una scelta conscia>>.  A.:<<Ma neppure è una coincidenza>>. L.:<<Sì, è bizzarro che non ho mai pensato a ciò in modo conscio, non allora, e neppure ora. Penso: se potessi dire qualsiasi cosa qui, non vorrei più aver bisogno di lei. Ho questa inibizione più o meno con tutti >>.  Questa linea di pensiero sembra portare a dei frutti e la successiva settimana ha questi sogni:  L.:<<Stavamo seduti intorno al tavolo, ed io ero qui con lei e dicevo:"La trovo una donna terribilmente antipatica" Questo è tutto>>.     A.:<<Quando lei sarà capace di dire quelle cose più liberamente e frequentemente lei sarà pronta a lasciarmi>>.  In seguito spesso saremmo tornate a questo sogno rivelante. 

 

Un sogno di otto mesi più tardi  
 

L.:<<Ero in parco di divertimenti, i miei genitori erano lì e mia madre voleva baciarmi sulla bocca, un bacio profondo, io non lo volevo, ma lei andava avanti lo stesso e non la fermai>>.    A.:<<Forse questo parco di divertimenti sta per il suo opposto, la commemorazione dei bombardamenti di Dresda di ieri?>>    L.:<<Sì, essa mi ha preoccupata molto e ho visto la serie di documentari della BBC su Auschwitz.  Dopo Mike ha iniziato a far l'amore con me. Gli ho detto:"Non va insieme">>. Lisa associa:<<Non ho mai avuto il sentimento di avere un corpo piacevole ed il sesso è una violazione della mia 'privacy' fisica. Mi ha sempre seccato quando facciamo l'amore. Ma questo è migliorato molto, posso godere del sesso molto di più ora. Sebbene io ancora preferisca fare del sesso mentre dormo, senza alcuna responsabilità>>.   A.:<<Nel sogno lei sembra confondere la madre col marito>>. L.:<<Quanto è spiacevole!  Tutto ciò che è fisicamente connesso con mia madre mi dà il voltastomaco, persino il mio corpo. Non posso goderne, esplorarlo, o indicare ciò che mi piace. Fare l'amore quando stiamo coi miei genitori è impossibile. Con loro il tabù sulla sessualità è enorme, il tema con loro non è mai stato toccato>>.    A.:<<Il bacio francese sembra riferirsi  a figure materne intrusive>>. L.:<<Suscita avversione in me parlare di sesso, e quando Mike e mia madre vengono confusi, ciò mi rattrista>>.    A.:<<Lei si rammarica per il fatto che la ripetizione del legame emozionale con sua madre sia stata trasferita su Mike?>>

Due settimane dopo:

 

L.:<<Un sogno che trovo difficile da raccontarle: ero in un mercato orientale, cercavo un posto per dormire quando un uomo orientale viene a stendersi vicino a me e comincia ad accarezzarmi. Aveva un enorme membro virile, all'inizio mi piaceva, ma poi ero terrorizzata, saltavo e fuggivo via>>.

<<Il sesso è un tema difficile per me di cui parlarne>>.  A.:<<Aiuta sognare un potente uomo orientale per ricordarsi di meno di sua madre?>>   L.:<<Sì, potrebbe essere vero>>.   A.:<<Sono una persona abbastanza orientale da ricordarle di meno sua madre?>>.

 

Un anno dopo

Lisa comincia a lamentarsi ed a accusare se stessa:<<Se non trovo cose sul passato prima che io muoia, andrò all'inferno. Non posso essere soddisfatta delle cose che sto facendo. Per non dover pensare agli  obblighi spiacevoli, faccio liste di cose che non voglio fare. Come trovare cose dal passato, sono in lotta con la mia coscienza, devo essere obbediente>>. A questa osservazione io rispondo in un modo che ha iniziato una svolta nell'analisi.   A.:<<Perché lei non può prendere la decisione di fare cose che non vuole fare?>>  L.:<<E' ciò che sta accadendo, non lo sto facendo, ma lei vuole che lo faccia>>.   A.:<<E cosa accadrebbe se lei decidesse di non esser d'accordo con me?<<    L.:<<Non è così facile, devo essere buona per avere la sua stima. Sto sempre cercando cose che dovrei fare, provo soddisfazione per i miei sentimenti di colpa>>. <<Ma, molto è cambiato da quando vengo qui. So molto più di prima e non dico più bugie. Dal lato di mio padre tutto resta oscuro ed è ancora terrificante per me conoscere ciò che mio padre vuole nascondere>>.   A.:<<Sarebbe possibile perdonargli i suoi silenzi dato che i suoi genitori ovviamente non sono stati aiutati e sono incapaci di confrontarsi con la verità?>>.   L.:<<Provo un disgusto fisico nei confronti dell'intera famiglia di mio padre>>.  La lotta per raggiungere il fondo dei segreti sul passato ha raggiunto una pausa e le cose sono notevolmente cambiate. Lisa ha persino visitato Sachsenhausen con la sua famiglia.

Riferisce altri sogni su donne sessualmente intrusive e maschi con un grosso pene. Il suo direttore d'orchestra, sotto cui lavora, poggia la testa sul grembo di Lisa e ha un'erezione. Egli vuole andare a letto con lei. Egli è un ebreo dell'Europa dell'Est e parla tedesco, sembrando rappresentare l'analista.

Le relazioni persecutorie ed intrusive di Lisa con le donne sono questioni di vita e di morte per lei. Nella sua fantasia uno dei due morirà. Kramer Richards (2003) descrive lo stalking aggressivo nelle donne come una forma di perversione femminile. L'ambivalente amore simbiotico di Lisa per l'analista si alterna con paure di essere abbandonata e respinta. Infine, l'illusione simbiotica prende forma nel transfert. L'analista è un vampiro che come il mostro vuole succhiarle il sangue vitale. In una tale relazione parassitaria verrà sfruttato o l'uno o l'altro. I sentimenti per cui prova vergogna le hanno evitato  a lungo i suoi intensi desideri nei confronti dell'analista. Era molto ossessivamente preoccupata per suo figlio. Quando questi è a casa, lei deve intrudere e non riesce a fare o a pensare a qualcosa d'altro.  Quando suo figlio non è a casa, lei ha fantasie per cui egli potrebbe morire.

Il lavorare sul desiderio di essere simbiotica ed intrusiva con l'analista l'ha portata a elaborare il lutto per il paradiso perduto, la sua più cara fantasia di intimità.

 

Conclusione
 

Mi sia concesso di iniziare affermando, secondo la mia esperienza, che per lo più non è possibile fare una chiara distinzione tra preesistenti modalità familiari di funzionamento psichico di tipo nevrotico e conseguenze del periodo nazista. Ciò è valido tanto per i figli delle vittime quanto per quelli dei perpetratori. E questo è valido certamente per Lisa. Esistono dei parallelismi tra figli di vittime e discendenti dei perpetratori. Entrambi i gruppi soffrono di una trasmissione transgenerazionale dei traumi.  La principale differenza è tra due tipi di silenzio: la riluttanza a parlare del passato ed il distorcere o nascondere la verità. Thomas Mann scrive nel "Dr. Faustus" nel 1948 <<...ein Volk, das sich nicht sehen lassen kann>>, un popolo che ha paura di mostrare se stesso,  60 anni prima che Günther Grass rivelasse il suo segreto.

La letteratura sul tema del superamento del passato unanimemente afferma che i sentimenti inconsci di colpa possono solo essere risolti riconoscendo la verità e risolvendo la 'cospirazione del silenzio'. I crimini commessi dai genitori e dai nonni restano di solito profondamente nascosti. In nessuno di questi casi che io ho trattato ho mai avuto successo nel risolvere questa resistenza. Il motivare questi figli della seconda e della terza generazione di perpetratori a portare alla luce ed a confrontarsi con la piena verità non ha avuto mai successo. La lealtà inconscia nei confronti dei genitori è restata al suo posto, nonostante il rifiuto verbale degli ideali nazisti.  Un riconoscimento superficiale dell'importanza di sapere si è sempre accoppiato alla mancanza di volontà di confrontarsi con il passato. Questo ci ricorda la scissione che Freud per primo menzionò nel suo articolo sul feticismo (1928).

Il mio desiderio di rendere questi pazienti consapevoli del passato si è connesso coi problemi del mio controtransfert riguardanti il diniego dell'Olocausto. Mi chiedo: in quale misura il transfert su un analista ebreo potrebbe aver intralciato la risoluzione del conflitto tra lealtà verso gli antenati e il salvare se stessi da un carico transgenerazionale?

Dopo aver consultato la letteratura sui figli dei perpetratori mi sono resa conto che l'atteggiamento di diniego, di mentire e di mitologizzare il passato di cui si è sovraccarichi sono tipici. Sono convinta, insieme a Blum (1995), che <<l'analisi richieda una determinazione a confrontarsi in modo onesto con le motivazioni della segretezza come anche coi contenuti del segreto>> (pag. 258). Questa segretezza sul passato nazista non è solo tipica di questa famiglia. Non è improbabile riscontrarla nell'atteggiamento degli storici tedeschi del dopoguerra (Michman, 2002), di psicoanalisti e di altri professionisti. La terza generazione deve ancora venire a far i conti con la tendenza alla conciliazione. Negli ultimi venti anni, nella generazione di Lisa il desiderio di sollevare il velo delle favole e dei miti è cresciuto.

Il masochismo morale di Lisa, dovuto ad una relazione perversa madre-figlia, si intrecciò con i ricordi di guerra 'ereditati'. Il suo desiderio di soffrire e di intrudere si trasferì sulle sue amiche, su suo figlio ed infine sulla sua analista. La relazione perversa madre-figlia ha dovuto essere elaborata prima che l'analisi abbia potuto terminare.

Dopo quattro anni e mezzo il transfert è stato risolto, i segreti si sono in parte chiariti e la rabbia nei confronti della madre si è ridotta. Lisa è stata felice del risultato del trattamento quando lo ha lasciato.

 

 
 

 

 

 

 

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