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’The Nazi
phenomenon and the Holocaust will be investigated and its causes
debated
for
generations to come.’
Harold Bloom.*
*American
Imago, vol 52,3,281-289
Il
mio articolo tratta della terapia di Lisa, una donna tedesca quarantenne,
che vive in Olanda. I suoi genitori sono, da entrambi i versanti
familiari, pesantemente coinvolti nel nazismo, ma si sono sempre
rifiutati di discutere il passato. Al contrario, essi raccontano
falsità e miti sul ruolo dei nonni e la paziente sceglie sempre di
credere loro. Solo una parte della verità affiora dopo tre anni di
analisi. Questa 'cospirazione del silenzio' caratterizza il passato di
Lisa. Le relazioni coi suoi genitori sono distorte da lealtà scisse
nei loro confronti al contrario di ciò che accade nel mondo esterno.
Lisa è preoccupata da un bisogno di nascondere e distorcere la verità.
Il suo masochismo deriva dalla relazione con sua madre. In secondo
luogo, la sua vergogna, il suo senso di colpa e la sua bassa
auto-stima sono correlati alla colpa riguardante il passato della
Germania.
I figli e i nipoti dei perpetratori
affrontano problemi insormontabili. Provano una grande ambivalenza nel
riportare alla luce la verità sul passato nazista. In questo articolo
tratterò delle dannose conseguenze psicologiche della colpa non
riconosciuta ed ereditata dai genitori o dai nonni. Finora c'è stata
molta attenzione nei confronti della trasmissione del trauma tra le
vittime del genocidio. Ciò che i perpetratori potrebbero aver
trasmesso alle future generazioni ha ricevuto molto meno attenzione.
Foto: Valie Export, "Koerpenkonfigurationen" (1978-1982)
I problemi di Lisa |
Lisa lotta
per vincere la sua tendenza a mentire, a nascondere ed a
raccontare dei miti riguardo al passato. Ella abitualmente
distorce la realtà, come hanno sempre fatto i suoi genitori e
continuano a fare fino ad oggi. Inoltre, è legata alla madre in un
legame ambivalente, sadomasochistico e simbiotico. Il modo
abituale in cui Lisa soffre e si aggrappa all'altro viene
trasferito alle sue amiche.
Nella sua
prima ora di terapia Lisa, che è musicista in un'orchestra, mi
dice che Wagner la rende triste e che ella detesta i direttori
tedeschi. Da una parte afferma che la Seconda Guerra Mondiale la
ha sempre preoccupata. Dall'altra, si vergogna di confessare che
non ha mai veramente pensato a ciò. L'avere queste due idee
contraddittorie, il sapere e il non sapere della Seconda Guerra
Mondiale fanno adombrare una scissione mentale che caratterizza il
suo intero pensiero come risulterà chiaro nel seguito.
Lisa divenne
anoressica all'età di 14 anni, alternando fasi in cui era troppo
sovrappeso a fasi in cui era troppo magra. Ciò continuò a durare
dopo il suo matrimonio, ma da allora si attenuò.
Foto: Valie
Export, "Koerpenkonfigurationen" (1978-1982)
Già da
bambina Lisa manteneva molti segreti, creando un proprio mondo
privato. Nascondeva i suoi giochi osceni e basati su fantasie
caotiche. Quando la madre scoprì tutto ciò, Lisa fu aspramente
rimproverata ed a ciò seguì una gran lite.
Un altro
segreto: prima del suo primo figlio, Lisa ebbe un aborto senza
neppure dire a suo marito di essere incinta. Alla sua terza
gravidanza non voluta lo avvisò solo sei settimane prima del
parto.
Lisa paragona
il suo legame simbiotico non risolto con la madre al personaggi
del libro "La pianista" di Elfride Jelinek.
In questo
articolo mi concentrerò soprattutto sui problemi riguardanti
l'eredità del passato nazista. Questo è rimasto un tema centrale
nei primi tre anni dell'analisi di Lisa.
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L'inizio del trattamento |
Lisa mi
consultò a causa dei suoi forti sentimenti di colpa. Esprimeva
molta rabbia nei confronti della madre intrusiva ed una
preoccupazione ossessiva per suo figlio in età pre-puberale. Mi
sembrava intelligente, non antipatica, ben educata ed allo stesso
tempo profondamente disturbata, così le proposi un'analisi che
prontamente ella accettò.
Lisa si sentiva profondamente
non amata, addirittura rifiutata in quanto tedesca, tranne che da
suo marito. Sin da quando era in Olanda aveva sempre detto a
tutti, come lo dicevano d'altronde i suoi genitori, che i nonni
erano stati anti-nazisti e che erano stati coraggiosi durante la
guerra. Dopo un periodo iniziale in cui continuava a nascondere la
verità, Lisa cominciò a svelare un quadro differente. Cominciò a
raccontarmi più cose ed in particolare fatti più inquietanti
relativi alla sua storia familiare. Saltò fuori che suo nonno
paterno venne imprigionato dopo la guerra, perse le sue proprietà
ed ebbe un "Berufsverbot", che cioè non gli fu permesso di
lavorare.
All'inizio aveva detto che egli
era stato un "Gauleiter", un ufficiale di alto rango durante il
periodo nazista, il quale non fece nulla di sbagliato. Poi mi
disse che questo era un mito che sua madre le aveva raccontato.
Lisa non aveva alcuna idea di quale fosse stato il ruolo reale di
questo nonno e del perché egli venne così severamente punito dopo
la guerra. Il padre di Lisa non parla del ruolo che il
proprio padre ebbe durante la guerra. Egli definisce la sua
partecipazione alla Gioventù Hitleriana come il periodo più
glorioso della vita di suo padre. Ma afferma anche che fu
scioccato quando bruciavano le sinagoghe. Gli piace ancora cantare
le canzoni naziste ed usa espressioni fasciste come: <<was Weh tut,
tut auch gut>> (ciò che ferisce fa bene).
Il nonno materno di Lisa andò al
fronte orientale ed anche il suo ruolo resta misterioso. Egli
scomparve alla fine della guerra in un misterioso incidente di
caccia. La nonna materna era restata sempre un'entusiasta
simpatizzante di Hitler e del suo Terzo Reich.
Sembra ovvio che i genitori di
Lisa siano stati completamente incapaci di digerire il loro
passato. Sembrano avere una scissione nella loro coscienza, simile
a quella di Lisa, e sono in pieno diniego. Raccontano storie
contraddittorie, bugie, miti, e mantengono i loro segreti sul
passato nazista profondamente nascosti (Bajohr & Pohl, 2007). La
madre di Lisa afferma di non sapere perché suo suocero abbia
distrutto i propri documenti, sia fuggito e si sia nascosto dopo
la guerra. Gli ideali dei genitori vennero fatti a pezzi quando la
guerra fu persa. Essi si considerano vittime, ingiustamente
accusati e puniti dagli Alleati. D'altra parte sembrano abbastanza
vergognati per sentirsi costretti a denegare ed a nascondere la
verità. Sebbene la madre di Lisa abbia letto l'opera dei
Mitscherlich "L'incapacità di elaborare il lutto" (1967), ciò non
ha avuto alcun considerevole impatto sul suo modo di pensare.
Per quanto io possa giudicare,
entrambi i genitori sembrano soffrire di problemi di identità e di
bassa auto-stima in correlazione con il massiccio malessere e la
vergogna sociale riguardanti il passato. Essi sono preoccupati per
il loro status sociale e sono desiderosi di socializzare con gente
'superiore' socialmente e di successo. Essi irritano Lisa a causa
dei loro continui racconti sui loro stimati e ben noti amici.
Il padre di Lisa sembra un uomo
piuttosto strano ed un completo mistero per lei. Lisa non sa
spiegare il comportamento aberrante di suo padre per tutti gli
anni della sua gioventù. Ma ella mostra di preferire lui alla
madre la quale confessa di odiare. Il padre non era quasi mai a casa e
non prestava alcuna attenzione a lei ed alla famiglia. Egli
evitava i contatti e spesso spariva per giorni interi come se si
stesse nascondendo. Fino ad oggi Lisa non ha la più pallida idea
di dove egli stesse. Sospetta che se ne andasse a ubriacarsi,
andasse per bordelli e forse soddisfacesse desideri sessuali sadomasochistici fuori dalla famiglia. Quando stava a casa nel
fine settimana, era di solito ammalato, soffrendo di molti
disturbi psicosomatici. La madre di Lisa non diede mai alcuna
spiegazione per questo strano comportamento e nemmeno per le sue
assenze. Egli si trascurava, non ha mai visto un medico né un
dentista e ha strane abitudini alimentari masochistiche. Egli ha
dovuto essere duro con se stesso senza poter mostrare alcuna
debolezza: un ideale fascista. A tutt'oggi egli evita qualsiasi
domanda, e tanto più quelle dolorose. Nella sua evasività nasconde
i suoi monologhi irritanti, senza senso, ininterrotti e continui.
Per Lisa egli resta un "padre di paglia", una vuota figura senza
vita (Eickhoff, 1986).
Il matrimonio dei suoi genitori
è stato infelice per quanto riguarda la madre. Costei ha sempre
cercato una collusione con la figlia contro il marito. Era solita
lamentarsi del marito e fece in modo che Lisa lo guardasse
con disprezzo. Secondo Lisa i suoi genitori, che dormivano in
camere separate, non avevano più avuto rapporti sessuali da quando
lei era bambina.
Lisa, come i
suoi genitori, ha sempre sentito il bisogno di raccontare miti sul
passato che si sforzava di nascondere. Nella sua brama di piacere,
confessava di essere rabbiosamente anti-tedesca, ma ciononostante
si sentiva più perseguitata che accettata. Quando andava a
prendere i bambini da scuola, non poteva sopportare di incontrare
gli altri genitori. Durante l'analisi ella era solita denigrarsi
masochisticamente in quasi ogni giudizio che esprimeva. La sua
stima di sé è così bassa che non sa immaginare che io potrei
essere come lei. |
In analisi |
Dopo aver
prestato ascolto alle sue continue auto-accuse per un po' sentii
che esse non si spiegavano in modo soddisfacente solo con la sua
storia personale. Il suo atteggiamento autodenigratorio era
qualcosa di più ampio della sua vita.
Foto:
Erwin Wurm, "Freudsche Rektifizierung. Philosophy-Digestion"
Così suggerii
che i suoi sentimenti di colpa e di autosvalutazione potevano
essere connessi con sentimenti di colpa e di vergogna legati al
passato nazista: come se ella fosse gravata da una colpa non
risolta dei suoi nonni e genitori. A maggior ragione poiché
ella partecipava al loro diniego. Ella di tutto cuore fu d'accordo
in linea di principio, ma mantenne delle resistenze nell'esplorare
il tema. Era in pieno conflitto con la sua scissione mentale;
tenere nascosto il passato contro il bisogno di piacere a me. La
sua lealtà e la sua inconscia identificazione nei confronti dei
genitori le impedivano di trovare la verità. Sentiva che non
poteva indagare cosa c'era dietro il passato dei suoi genitori ed
essi ostinatamente si rifiutavano di rispondere alle sue domande.
Lisa era d'accordo sul piano intellettuale sul fatto che il non
voler conoscere la verità la rendesse inconsciamente
corresponsabile del male prima ancora che fosse nata. Con
riluttanza aveva contattato gli archivi tedeschi per trovare il
motivo per cui il suo nonno paterno fosse stato così gravemente
punito dopo la guerra. Dopo qualche tempo affermò che era
impossibile trovare i documenti attinenti e si arrese. Ella
sospetta che suo nonno paterno ebbe dei vantaggi da nazista,
divenne ricco durante la guerra e visse in una villa
precedentemente di proprietà di ebrei. Poteva essere un
sorvegliante di un campo di lavori forzati? Lisa ha i brividi al
solo pensiero. Ella si chiede: <<potevano forse entrambi i
miei nonni esser stati dei "Kapò" in campi di concentramento?>>.
La sorella del padre lavorava nel ghetto di Cracovia durante la
guerra, ma il suo ruolo rimane vago. Lisa non vuole farle domande,
e nemmeno ad altri parenti ancora viventi che potrebbero conoscere
altro, ma potrebbero offendersi se fossero chiamati a parlare.
Lisa teme di ferire i miei
sentimenti e suppongo che potrebbe temere che io la odierei se
sapessi l'intera verità. I suoi segreti colpevoli sono incatenati
alla paura di essere odiata dagli altri. Lisa ha detto a sua madre
che è in analisi e le ha fatto il mio nome. Sua madre le ha
risposto che in quanto ebrea io dovrei odiarla. Mi chiedo, Lisa ha
voluto inconsciamente provocare sua madre? Oppure ella dà
voce ai propri sospetti ed alla propria ambivalenza verso di me
per mezzo della madre?
Lisa mi ricorda tanti figli di
nazisti olandesi che ho trattato. Senza alcuna eccezione
essi negavano sempre qualsiasi conoscenza del passato e mostravano
resistenze nell'indagare su di esso. Essi in modo cosciente
rifiutavano l'ideologia nazista, mentre però nascondevano la loro
semi-inconscia lealtà ad essa. Le loro lealtà scisse tra i
genitori ed il mondo esterno erano ovvie. Essi mi avrebbero
attaccato nei loro sogni, mentre evitavano ogni manifesta
ostilità. Capovolgendo tutto in modo perverso, la madre di Lisa
compiange sua figlia che secondo lei deve essere malata o matta
per aver bisogno di un'analisi. Ogni collegamento alla sua
educazione di figlia della terza generazione del periodo nazista
viene accolto con una smentita ("Verleugnung", Freud, 1928). Lisa
è sempre tesa quando incontra i suoi genitori. Secondo lei essi
parlano solo di stupidaggini, non sono interessati ai suoi figli e
sono impenetrabili rispetto alla sua curiosità rivolta al passato.
Essi reagiscono solo potenziando il loro atteggiamento teso a
mentire e a negare.
Foto: Valie Export: "Koerpenkonfigurationen" (1978-1982)
Lisa ha un atteggiamento di
rimprovero nei loro confronti che è controproducente. Ella non
sembra pronta a chiedere loro le domande principali. La sua rabbia
nascosta li allontana, rendendoli ansiosi e ponendoli sulla
difensiva. Ma Lisa vuole veramente sapere?
Dopo un po' io le suggerii
che il chiedere ai genitori sul passato fosse inutile se lei non
avesse prima lavorato sul proprio diniego e se non fosse prima
diventata capace di comprendere la loro posizione.
Per la terza generazione porre
domande sul passato è ancora oggi un tabù pesantissimo. Lisa ha
cercato di trovare qualcosa di più sul nonno materno,
apparentemente meno criminale e più idealizzato. Dopo molto
resistenza da parte della madre, Lisa riuscì a ottenere le lettere
che egli aveva mandato dal fronte orientale. Sua madre e le sue
sorelle non le avevano mai lette e Lisa non voleva fare come loro.
Queste lettere la sconvolsero a causa della loro lampante
ipocrisia e bigotteria, del loro linguaggio ovattato e della loro
enfasi religiosa. Per lui il nazismo era una lotta tra il bene ed
il male, "Dio è con noi in questa missione (assassina)". "Ebrei e
Russi non sono esseri umani". Il suo slogan era: "attraverso il
Caucaso verso Gerusalemme e Armageddo". Lisa passò molti mesi a
preoccuparsi per queste lettere. Io ero solo a grandi linee
informata del loro contenuto ed ella riferiva che in esse non si
parlava di crimini commessi dal nonno.
Nel frattempo divenne
interessata alla lettura di libri riguardanti la guerra. Iniziò a
guardare films che aveva sempre evitato, non possedendo neppure un
televisore. Nella casa dei genitori i films sulla guerra e
sull'Olocausto erano stati tabù. La TV veniva semplicemente spenta
quando i programmi trattavano del ruolo della Germania nella
Seconda Guerra Mondiale. Lisa aveva sempre immaginato che ciò
avvenisse poiché i genitori avevano trovato l'Olocausto orribile a
vedersi. Solo ora Lisa comincia a rendersi conto che la verità
doveva restare nascosta.
Foto: Flatz, "Superstar" (2001)
L'origine delle auto-accuse e
del masochismo di Lisa: il legame simbiotico non risolto e l'odio
verso la madre dominante ed intrusiva. Lisa era solita colludere
con il continuo atteggiamento lamentoso della madre nei confronti
del marito. Lisa non osava mai criticare la madre dato che poi
avrebbe dovuto pagare per questo facendole scuse e promettendole
di non farlo più. Solo una volta, quando aveva 15 anni, rimproverò
la madre gridando: <<tutto è colpa tua>>. Sin dalla tarda
adolescenza smise di protestare e divenne piuttosto docile. Il suo
legame simbiotico illusorio con la madre era un falso idillio di
mutuo accordo pacifico. L'aggressività, troppo capace di rievocare
il tabù che circondava l'assassinio, non poteva essere liberamente
espressa. La bolla simbiotica scoppiò quando Lisa si innamorò e si
sposò. Il commento geloso della madre fu: <<Ancora credi
nell'amore?>>, facendo molto arrabbiare Lisa. Lisa si rende conto
solo ora che, sebbene apparentemente vicina alla madre, non c'era
stato mai alcun contatto reale tra loro due. La madre non ascolta
ciò che Lisa ha da dire e parla di cose futili sul proprio conto.
Da quando Lisa si è trasferita in Olanda, prova avversione nei
confronti dei genitori e teme le telefonate della madre. Nel
frattempo il suo legame simbiotico con la madre ha prodotto
relazioni simili con le altre donne. Le sue cosiddette amiche non
ascoltano, non attirano la sua attenzione, non fanno domande e
persino la molestano. Ella si irrita, persino le odia e cerca di
evitare i contatti per quanto le è possibile. Ma ammette di
aver fatto lo stesso in passato: era solita molestare le ragazze e
poi improvvisamente la smetteva quando ne aveva abbastanza.
Foto: un autoritratto di Valie Export.
Lisa sembra trasmettere la
relazione che ha con la madre al figlio Danny. Questi ha raggiunto
la pubertà e si irrita delle intrusioni della madre nelle sue cose
personali. Lisa abitualmente irrompe nella sua stanza per scoprire
cosa sta facendo e confessa di avere un atteggiamento inquisitorio
ed incapace di lasciarlo da solo. Come sua madre fa ancora con
lei, Lisa gli fa domande, con fare nervoso, sulla sua vita
sociale. Lisa va nel panico più totale quando Danny litiga con gli
amici o non è invitato abbastanza spesso. Ella teme che egli possa
non piacere, o addirittura essere vittima di ostracismo, a causa
delle sue origini tedesche, spostando così il problema alla quarta
generazione. Come sua madre Danny sa arrabbiarsi molto con se
stesso pronunciando frasi denigranti come: <<Sono inutile, non
valgo nulla, sono un buono a nulla>>.
Problemi del transfert-
controtransfert |
Il mio controtransfert ha
certamente giocato un ruolo in questa analisi. Mi fa essere
internamente arrabbiata il fatto che un paziente non abbia la
volontà o la capacità di confrontarsi con il passato criminale
dei suoi antenati. Non ho mai riconosciuto ciò in modo
così evidente come nel caso di Lisa, per paura di accusarla
ingiustamente, ma il mio disagio potrebbe essere stato
notevole lo stesso. Le mie esperienze personali durante la
guerra erano state coinvolte in questa mia avversione. Il
confronto tra me ed una figlia di un nazista è ben lontano
dall'essere ideale. Come analista avrei evitato di avere come
pazienti figli di perpetratori se solo avessi potuto. Ma
questi pazienti preferiscono non parlarti del loro legame con
l'Olocausto prima di avvertire nella pratica dell'analista un
supporto stabile.
A causa
del mio nome mi è accaduto svariate volte che i figli della
seconda o terza generazione dei perpetratori mi abbiano scelta
come terapeuta, cercando una qualche sorta di redenzione.
Questi pazienti erano per lo più discendenti di nazisti
olandesi o di uomini che si erano arruolati volontariamente
nell'esercito tedesco durante la Seconda Guerra ed erano
andati al fronte orientale. Nella mia esperienza, i nipoti o i
figli dei nazisti hanno una preferenza nell'essere trattati da
un terapeuta ebreo: è questa la prova di sentimenti di colpa
non riconosciuti trasmessi loro dal passato dei loro genitori.
Dopo che era passato abbastanza tempo chiedo sempre loro se mi
abbiano scelta per ottenere l'assoluzione da un ebreo per il
loro carico di colpa. Senza alcuna eccezione essi sono
d'accordo con me che è stato così.
Il
super-io di Lisa dice che ella deve conoscere la verità,
mentre allo stesso tempo si risente per questo obbligo e mi
accusa per ciò. Si sente la mia vittima, come se io fossi il
nemico da cui esigere spiegazioni sulle mie responsabilità. Si
sente coinvolta con me nel 'conflitto ebreo-tedesco'.
Questa
situazione transferale si rispecchia nei miei sentimenti nei
suoi confronti, non osando essere io aperta con lei circa i
miei dubbi.
Ma dopo
qualche tempo la situazione cambia. Sebbene all'inizio sentii
intensamente la sua resistenza a confrontarsi con il passato,
gradualmente mi affezionai a lei. Alla fine considerai
che Lisa fosse tanto coraggiosa quanto ci si potesse aspettare
da una persona con una storia familiare così problematica.
Deve essere un carico terribile far fronte a queste verità
difficilissime da reggere. Ossia il confrontarsi con gli
assassini ed i crimini contro l'umanità dei genitori e dei
nonni.
Essendo
io stessa una figlia della guerra ho lottato con questo
dilemma: come essere empatica nel mio approccio a pazienti che
hanno ereditato le loro lealtà scisse dai loro genitori e
nonni. Devo rammentarmi che i giudizi morali non sono
utili e che la mia rabbia riguardo al periodo nazista deve
essere tenuta fuori dal processo analitico. Devo aiutare Lisa
nel capire i suoi genitori anziché sentirmi in un
atteggiamento accusatorio nei loro confronti. Una trappola da
evitare era quella di accusare implicitamente Lisa per la sua
resistenza di fronte alla piena verità ed io dovevo anche
superare la mia avversione nei confronti dei suoi genitori e
nonni. Come analista di bambini ho imparato che non è
possibile aiutare il bambino accusando i suoi genitori. Al
contrario, è indispensabile imparare ad empatizzare con la
loro posizione, nonostante il danno che essi possano aver
fatto. Dovevo rendermi conto che la paziente, nonostante
proclamasse il contrario, una volta aveva amato questi
genitori. La bambina che era in lei è ancora segretamente ed
inconsciamente leale a loro. Ho imparato nel corso degli anni
che la lealtà nei confronti di genitori o nonni criminali è
difficile o persino impossibile da superare.
Dopo
svariati anni ho sentito che potrebbe essere giunto il tempo
di accettare che un'analisi non sia mai completa. Mi sono
chiesta come mai ella avesse da confessare in modo così
remissivo di voler conoscere i fatti nascosti del passato,
mentre allo stesso tempo odiava questo obbligo che sentiva di
avere nei miei confronti. Il suo conflitto con le lealtà
divenne chiaro: si sentiva spinta da me a portare alla luce i
segreti del passato, mentre sua madre le proibiva ciò. Questo
dilemma era legato al transfert sadomasochistico e omoerotico
che ella desiderava da me. Lisa aveva fantasie masturbatorie
masochistiche da quando aveva dodici anni. Ella desidera
essere la vittima del sadismo materno. E provoca lo stupro da
parte di figure materne falliche, come illustrato nei suoi
sogni.
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Alcuni sogni dopo due anni
di analisi |
3 febbraio 2005
In
occasione delle commemorazioni dei 60 anni della fine di
Auschwitz e dell'Olocausto.
L.: <<Non
oso ancora dire ai miei genitori del mio interesse nella
commemorazione di Auschwitz. Quando mi hanno chiamata non ho
osato dir loro che stavo guardando questo evento in TV. Al di
fuori di ogni solidarietà io lascio stare queste cose, come al
solito. Sembro farlo di nascosto, ma in realtà mi vergogno di
quanto poco significhi per me il passato della Germania>>.
Dopo aver
parlato della sua lealtà e dell'impossibilità di carpire
qualcosa dai genitori, ha il seguente sogno: L.: <<I miei
pollici erano infiammati e ho visto una dottoressa, la moglie
di un goffo macellaio con un cane che dormiva ai suoi piedi.
Ella sollevava le mie unghie ed apparivano tanti piccoli
animali disgustosi. Avevo vergogna, ma allora gli insetti
saltavano sul suo (rivolta all'analista, N.d.T.) naso
ed io ridevo>>. Fa associazioni sui pidocchi, sul pidocchio
della testa, sulla vergogna di avere i pidocchi. <<Li presi
una volta su un treno che veniva dall'Italia, fu vergognoso>>.
Nel frattempo io associo i pidocchi ai campi di
concentramento.
L.:
<<Quando visito i miei genitori, parlano solo di sciocchezze,
ma io sono tesa e ho paura di ciò che potrebbe venir fuori>>.
A.:<<ci sono cose che lei preferisce tenere soppresse, sotto
il suo pollice come era (nel sogno)>>. L.:<<Sì, è lei quella
moglie di macellaio>>. A.:<<Lei si sente forzata da me a
cercare fatti vergognosi che lei preferisce che rimangano
nascosti. Nel suo sogno i pidocchi saltavano sul mio naso>>.
L.:<<Sì, era buffo>>. A.:<<Dovrei vergognarmi io e
non lei>>. (Dovrei vergognarmi del mio naso ebreo?).
L.:<<Sì, sarebbe simpatico se fosse lei ad essere
sovraccaricata di tutte le cose che mi preoccupano>>.
Lisa teme
di ferirmi nell'essere insensibile a dire le cose sbagliate.
Come i suoi genitori, ella sceglie di non menzionare temi
dolorosi. Parla dell'ipocrisia dei dignitari alla cerimonia di
commemorazione anziché di se stessa. Poi ha un altro sogno
rivelatore. L.:<<Abbiamo due gatti, volevo
lasciarli in casa, ma un pastore tedesco spaventosamente
grosso entrò con loro. Mike (suo marito) gli ha dato
dell'acqua e ha cercato di metterlo di nuovo fuori. Egli lo
spingeva verso il pianterreno, ma il cane era più forte e lo
mordeva. Mi svegliai in uno stato di panico>>. Lisa asscocia:
<<Il cane pastore di una cameriera una volta morse il dito di
un bambino. Ho molta paura dei grossi cani e dei grossi
animali in generale>>. Ha paura dei cavalli e delle corse di
cavalli, una volta una cavallo quasi la stava portando via.
(La mia associazione: potrebbero la sua rabbia ed i suoi
pensieri nascosti portarsela via?) A.:<<Piccoli gatti
possono entrare, non grossi cani. Essere accondiscendente con
me è permesso, ma la rabbia e l'ostilità no?>>. Lisa spesso ha
scoppi d'ira verso Mike, mai nei miei confronti, sebbene una
volta inavvertitamente ruppe il mio portaombrelli! L.:<<Associo
i cani pastore con l'aggressività>>. A.:<<E non
svegliare il can che dorme (la verità sul passato)>>
L.: <<No, provo terrore e
grande resistenza nel far ciò>>. A.:<<E lei sembra
impaurita dall'esprimere qui le parole sbagliate. Cosa lei
potrebbe dire che mi ferirebbe così terribilmente?>>
L.:<<Riguardo all'Olocausto, a nessun tedesco dovrebbe essere
permesso di dire qualcosa su di esso. Essi non hanno alcun
diritto di parlarne>>. E poi improvvisamente:<<Sono molto
preoccupata per gli israeliani e per i palestinesi. Mi sembra
una ripetizione di ciò che è accaduto prima (io non faccio
cenno alla mia irritazione quando prova a minimizzare le colpe
dei tedeschi confrontandole con quelle degli israeliani).
A.:<<Lei lascia fuori un sacco di cose, solo per farmi
piacere?>> L.:<<Sembra ridicolo ma è così. Non
voglio farla arrabbiare>>. A.:<<Lei deve camminare
sulle uova qui?>> L.:<<Non proprio così male, io
non ho pensieri che non menziono>>. A.:<<Può darsi che
lei non riesca neanche a pensare quei pensieri proibiti>>.
L.:<<Non mi è permesso di pensare o di dire proprio nulla su
questo argomento>>. A.:<<Un'analista ebrea le
impedisce di parlarne, ma nondimeno lei mi ha cercata>>.
L.:<<Non è stata una scelta conscia>>. A.:<<Ma neppure è
una coincidenza>>. L.:<<Sì, è bizzarro che non ho mai pensato
a ciò in modo conscio, non allora, e neppure ora. Penso: se
potessi dire qualsiasi cosa qui, non vorrei più aver bisogno
di lei. Ho questa inibizione più o meno con tutti >>.
Questa linea di pensiero sembra portare a dei frutti e la
successiva settimana ha questi sogni: L.:<<Stavamo
seduti intorno al tavolo, ed io ero qui con lei e dicevo:"La
trovo una donna terribilmente antipatica" Questo è tutto>>.
A.:<<Quando lei sarà capace di dire quelle cose più
liberamente e frequentemente lei sarà pronta a lasciarmi>>.
In seguito spesso saremmo tornate a questo sogno rivelante.
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Un sogno di otto mesi più
tardi
L.:<<Ero in parco di
divertimenti, i miei genitori erano lì e mia madre voleva
baciarmi sulla bocca, un bacio profondo, io non lo volevo,
ma lei andava avanti lo stesso e non la fermai>>.
A.:<<Forse questo parco di divertimenti sta per il suo
opposto, la commemorazione dei bombardamenti di Dresda di
ieri?>> L.:<<Sì, essa mi ha preoccupata
molto e ho visto la serie di documentari della BBC su
Auschwitz. Dopo Mike ha iniziato a far l'amore con
me. Gli ho detto:"Non va insieme">>. Lisa associa:<<Non ho
mai avuto il sentimento di avere un corpo piacevole ed il
sesso è una violazione della mia 'privacy' fisica. Mi ha
sempre seccato quando facciamo l'amore. Ma questo è
migliorato molto, posso godere del sesso molto di più ora.
Sebbene io ancora preferisca fare del sesso mentre dormo,
senza alcuna responsabilità>>. A.:<<Nel sogno
lei sembra confondere la madre col marito>>. L.:<<Quanto è
spiacevole! Tutto ciò che è fisicamente connesso con
mia madre mi dà il voltastomaco, persino il mio corpo. Non
posso goderne, esplorarlo, o indicare ciò che mi piace.
Fare l'amore quando stiamo coi miei genitori è
impossibile. Con loro il tabù sulla sessualità è enorme,
il tema con loro non è mai stato toccato>>.
A.:<<Il bacio francese sembra riferirsi a figure
materne intrusive>>. L.:<<Suscita avversione in me parlare
di sesso, e quando Mike e mia madre vengono confusi, ciò
mi rattrista>>. A.:<<Lei si rammarica
per il fatto che la ripetizione del legame emozionale con
sua madre sia stata trasferita su Mike?>>
Due settimane dopo:
L.:<<Un sogno che trovo
difficile da raccontarle: ero in un mercato orientale,
cercavo un posto per dormire quando un uomo orientale
viene a stendersi vicino a me e comincia ad accarezzarmi.
Aveva un enorme membro virile, all'inizio mi piaceva, ma
poi ero terrorizzata, saltavo e fuggivo via>>.
<<Il sesso è un tema
difficile per me di cui parlarne>>. A.:<<Aiuta
sognare un potente uomo orientale per ricordarsi di meno
di sua madre?>> L.:<<Sì, potrebbe essere
vero>>. A.:<<Sono una persona abbastanza
orientale da ricordarle di meno sua madre?>>.
Un anno dopo
Lisa comincia a
lamentarsi ed a accusare se stessa:<<Se non trovo cose sul
passato prima che io muoia, andrò all'inferno. Non posso
essere soddisfatta delle cose che sto facendo. Per non
dover pensare agli obblighi spiacevoli, faccio liste
di cose che non voglio fare. Come trovare cose dal
passato, sono in lotta con la mia coscienza, devo essere
obbediente>>. A questa osservazione io rispondo in un modo
che ha iniziato una svolta nell'analisi.
A.:<<Perché lei non può prendere la decisione di fare cose
che non vuole fare?>> L.:<<E' ciò che sta accadendo,
non lo sto facendo, ma lei vuole che lo faccia>>.
A.:<<E cosa accadrebbe se lei decidesse di non esser
d'accordo con me?<< L.:<<Non è così
facile, devo essere buona per avere la sua stima. Sto
sempre cercando cose che dovrei fare, provo soddisfazione
per i miei sentimenti di colpa>>. <<Ma, molto è cambiato
da quando vengo qui. So molto più di prima e non dico più
bugie. Dal lato di mio padre tutto resta oscuro ed è
ancora terrificante per me conoscere ciò che mio padre
vuole nascondere>>. A.:<<Sarebbe
possibile perdonargli i suoi silenzi dato che i suoi
genitori ovviamente non sono stati aiutati e sono incapaci
di confrontarsi con la verità?>>. L.:<<Provo
un disgusto fisico nei confronti dell'intera famiglia di
mio padre>>. La lotta per raggiungere il fondo dei
segreti sul passato ha raggiunto una pausa e le cose sono
notevolmente cambiate. Lisa ha persino visitato
Sachsenhausen con la sua famiglia.
Riferisce altri sogni su
donne sessualmente intrusive e maschi con un grosso pene.
Il suo direttore d'orchestra, sotto cui lavora, poggia la
testa sul grembo di Lisa e ha un'erezione. Egli vuole
andare a letto con lei. Egli è un ebreo dell'Europa
dell'Est e parla tedesco, sembrando rappresentare
l'analista.
Le relazioni
persecutorie ed intrusive di Lisa con le donne sono
questioni di vita e di morte per lei. Nella sua fantasia
uno dei due morirà. Kramer Richards (2003) descrive lo
stalking aggressivo nelle donne come una forma di
perversione femminile. L'ambivalente amore simbiotico di
Lisa per l'analista si alterna con paure di essere
abbandonata e respinta. Infine, l'illusione simbiotica
prende forma nel transfert. L'analista è un vampiro che
come il mostro vuole succhiarle il sangue vitale. In una
tale relazione parassitaria verrà sfruttato o l'uno o
l'altro. I sentimenti per cui prova vergogna le hanno
evitato a lungo i suoi intensi desideri nei
confronti dell'analista. Era molto ossessivamente
preoccupata per suo figlio. Quando questi è a casa, lei
deve intrudere e non riesce a fare o a pensare a qualcosa
d'altro. Quando suo figlio non è a casa, lei ha
fantasie per cui egli potrebbe morire.
Il lavorare sul
desiderio di essere simbiotica ed intrusiva con l'analista
l'ha portata a elaborare il lutto per il paradiso perduto,
la sua più cara fantasia di intimità.
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Conclusione |
Mi sia concesso di
iniziare affermando, secondo la mia esperienza, che per lo
più non è possibile fare una chiara distinzione tra
preesistenti modalità familiari di funzionamento psichico
di tipo nevrotico e conseguenze del periodo nazista. Ciò è
valido tanto per i figli delle vittime quanto per quelli
dei perpetratori. E questo è valido certamente per Lisa.
Esistono dei parallelismi tra figli di vittime e
discendenti dei perpetratori. Entrambi i gruppi soffrono
di una trasmissione transgenerazionale dei traumi.
La principale differenza è tra due tipi di silenzio: la
riluttanza a parlare del passato ed il distorcere o
nascondere la verità. Thomas Mann scrive nel "Dr. Faustus"
nel 1948 <<...ein Volk, das sich nicht sehen lassen kann>>,
un popolo che ha paura di mostrare se stesso, 60
anni prima che
Günther
Grass rivelasse il suo segreto.
La
letteratura sul tema del superamento del passato
unanimemente afferma che i sentimenti inconsci di colpa
possono solo essere risolti riconoscendo la verità e
risolvendo la 'cospirazione del silenzio'. I crimini
commessi dai genitori e dai nonni restano di solito
profondamente nascosti. In nessuno di questi casi che io
ho trattato ho mai avuto successo nel risolvere questa
resistenza. Il motivare questi figli della seconda e della
terza generazione di perpetratori a portare alla luce ed a
confrontarsi con la piena verità non ha avuto mai
successo. La lealtà inconscia nei confronti dei genitori è
restata al suo posto, nonostante il rifiuto verbale degli
ideali nazisti. Un riconoscimento superficiale
dell'importanza di sapere si è sempre accoppiato alla
mancanza di volontà di confrontarsi con il passato. Questo
ci ricorda la scissione che Freud per primo menzionò nel
suo articolo sul feticismo (1928).
Il
mio desiderio di rendere questi pazienti consapevoli del
passato si è connesso coi problemi del mio controtransfert
riguardanti il diniego dell'Olocausto. Mi chiedo: in quale
misura il transfert su un analista ebreo potrebbe aver
intralciato la risoluzione del conflitto tra lealtà verso
gli antenati e il salvare se stessi da un carico
transgenerazionale?
Dopo
aver consultato la letteratura sui figli dei perpetratori
mi sono resa conto che l'atteggiamento di diniego, di
mentire e di mitologizzare il passato di cui si è
sovraccarichi sono tipici. Sono convinta, insieme a Blum
(1995), che <<l'analisi richieda una determinazione a
confrontarsi in modo onesto con le motivazioni della
segretezza come anche coi contenuti del segreto>> (pag.
258). Questa segretezza sul passato nazista non è solo
tipica di questa famiglia. Non è improbabile riscontrarla
nell'atteggiamento degli storici tedeschi del dopoguerra (Michman,
2002), di psicoanalisti e di altri professionisti. La
terza generazione deve ancora venire a far i conti con la
tendenza alla conciliazione. Negli ultimi venti anni,
nella generazione di Lisa il desiderio di sollevare il
velo delle favole e dei miti è cresciuto.
Il
masochismo morale di Lisa, dovuto ad una relazione
perversa madre-figlia, si intrecciò con i ricordi di
guerra 'ereditati'. Il suo desiderio di soffrire e di
intrudere si trasferì sulle sue amiche, su suo figlio ed
infine sulla sua analista. La relazione perversa
madre-figlia ha dovuto essere elaborata prima che
l'analisi abbia potuto terminare.
Dopo
quattro anni e mezzo il transfert è stato risolto, i
segreti si sono in parte chiariti e la rabbia nei
confronti della madre si è ridotta. Lisa è stata felice
del risultato del trattamento quando lo ha lasciato.
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