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        " COLLEGARE LA BIOLOGIA, LA FARMACOLOGIA E LA FENOMENOLOGIA NELLA PSICOSI"

Segnalazione di una "Neuro-Psychoanalysis Lecture" di Shitij Kapur

 

 

  

 

Shitij Kapur è  "Chief of Research" presso il " Centre for Addiction and Mental Health (CAMH)", e  Professore di Psichiatria presso la
University of Toronto
Shitij Kapur presenterà sabato 5 novembre 2005 a New York, nell'ambito delle "Neuro-Psychoanalysis Lecture Series" , presso l'"Arnold Pfeffer Center for Neuro-Psychoanalysis" al "New York Psychoanalytic Institute", il suo articolo dal titolo

Linking biology, pharmacology and phenomenology in psychosis:

A feasible project or just a delusion

, di cui sotto riassumiamo il contenuto. Ringraziamo Esme Taylor, della "Neuro-Psychoanalysis Association" (N-Psa  http://www.neuro-psa.org.uk/ ), per averci segnalato l'evento.

Traduzione dall'inglese di Lucia Giannone.

                      

 

In che modo si collegano le teorie eminentemente biologiche della psicosi (...) alle manifestazioni cliniche (che sono un'esperienza ampiamente soggettiva)? Questo colloquio passerà rassegna la ben documentata evidenza che esiste una disregolazione del sistema dopaminergico nei pazienti con psicosi, e che la 'occupancy' dei recettori D2 è predittiva della risposta antipsicotica, così come anche degli effetti collaterali, per quanto riguarda gli antipsicotici tipici - e molte di queste correlazioni continuano ad essere rilevanti persino per gli atipici. Sulla base di questa ed altre evidenze, verrà proposto che uno stato dopaminergico disregolato (qualunque sia la sua origine) porta ad un processo di estrema originalità ed aberrante attribuzione di importanza agli stimoli ambientali ed alle rappresentazioni interne.

Da questa prospettiva, che collega direttamente cambiamenti neurochimici con l'esperienza soggettiva, i deliri costituiscono uno sforzo cognitivo da parte del paziente per dare senso a queste esperienze emergenti in modo aberrante, e le allucinazioni riflettono un'esperienza diretta delle rappresentazioni interne emergenti in modo aberrante. Gli antipsicotici, bloccando la trasmissione attraverso il sistema D2, "smorzano" l'emergenza motivazionale delle esperienze abnormi e delle associazioni per i pazienti - e quindi portano ad una risoluzione dei sintomi.

Una tale cornice permette diverse previsioni: che le risposte agli antipsicotici dovrebbero essere contemporanee al blocco dopaminergico - non 'ritardate', e che i pazienti riferirebbero una diminuita importanza dei sintomi piuttosto che una loro completa remissione. Nuovi dati saranno presentati sul punto della velocità di risposta agli antipsicotici ed anche dati sull'esperienza dei pazienti che consentono di confutare le passate nozioni di un 'inizio ritardato'. Invece, verrà suggerito che ci sarà un precoce inizio di "distacco" dai sintomi psicotici. Infine, verranno discussi i limiti di una tale cornice di riferimento.                      

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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