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Panico, ansia da separazione ed oppioidi endogeni.

 

Fonte: N-PSA Newsletter gennaio 2006   Abstract della "Neuro-Psychoanalysis Lecture" che Donald F. Klein e Maurice Preter daranno il 4 febbraio 2006 a New York presso l'"Arnold Pfeffer Center for Neuro-Psychoanalysis"(Auditorium, New York Psychoanalytic Institute, 247 East 82nd Street, New York).

 

Nota editoriale: col nuovo anno riprendiamo le nostre segnalazioni delle iniziative promosse dalla Neuro-Psychoanalysis Association. In occasione del 150° anniversario della nascita di Sigmund Freud, la N-PSA ha organizzato una serie di iniziative che sono  visionabili nel sito www.neuro-psa.org . Segnaliamo inoltre il congresso ‘Love and Lust in Attachment: Neuro-Psychoanalytic Perspectives on Object Relations’ che si terrà dal 21 al 23 luglio 2006   a os Angeles ed in cui interverranno      Jorge Canestri, Helen Fisher, Regina Pally, Jaak Panksepp, Allan Schore, Mark Smaller, Mark Solms, e Stephen Suomi Diamo   di seguito l'abstract, nella traduzione dall'inglese di Lucia Giannone, della prossima "Neuro-Psychoanalysis Lecture" da parte di Donald F. Klein e di Maurice Preter.


                             

 Gli attacchi di panico costituiscono un 'puzzle' clinico enormemente intrigante che ha delle estese ramificazioni in medicina ed in neurologia. Ad esempio, quasi la metà dei pazienti con attacchi di panico sono visitati all'inizio in pronto soccorso, con lamentele di dolore toracico e di difficoltà respiratorie che assomigliano ad un attacco cardiaco acuto. Un altro diffuso disturbo somatico, l'emicrania, è spesso in comorbidità con l'attacco di panico. Inoltre, l'asma, l'enfisema ed il fumo predispongono al disturbo d'attacchi da panico.

Per dar conto di tali osservazioni, compresa la fame d'aria che non è una caratteristica comune della paura scatenata da un pericolo, siamo arrivati ad ipotizzare che una disfunzione nell'attività degli oppioidi endogeni - che modula un sistema filogeneticamente arcaico il quale regola il respiro e la percezione del dolore, come anche il comportamento di appartenenza sociale e l'ansia di separazione - potrebbe spiegare questi stati clinici  che altrimenti sarebbero difficilmente correlabili.

La teoria originaria del soffocamento come falso allarme nell'attacco di panico ipotizza una disfunzione in un meccanismo di emergenza specificamente adattativo che si è sviluppato per individuare e gestire un imminente soffocamento (Klein, 1993). L'attacco di panico spontaneo è considerato come un falso allarme proveniente da un sensore episodicamente ipersensibile, il quale reagisce esageratamente alla fluttuazioni fisiologiche (ad es., ad un aumento della CO2) o a percezioni (ad es., stare fermo sospeso in aria in completo isolamento). La teoria estesa del soffocamento come falso allarme è un tentativo di includere i suoi diversi aspetti - la fenomenologia dell'attacco di panico clinico, i suoi interessanti antecedenti in episodi di perdita traumatica e di ansia da separazione, e la disregolazione respiratoria - sotto un'unica disfunzione, e cioé i sistemi di regolazione degli oppioidi.

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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