Mark Kermode:
Giusto per cominciare a far scivolare il discorso, e anche se
questo non è specificatamente legato ad "Inland Empire" che abbiamo da
poco visto, la meditazione trascendentale è davvero una gran cosa
nella sua vita. L'ultima volta che abbiamo parlato, abbiamo per tutto
il tempo discusso su come la M.T. abbia cambiato ed influenzato la sua
vita. Per quanto sia possibile spiegare questo complesso argomento in
un tempo pietosamente breve, la prego di illustrarci cosa la
M.T. abbia fatto per la sua consapevolezza e cosa lei pensi essa sia
capace di fare per il bene dei più.
David Lynch: Quante persone hanno
sentito parlare della M.T.? Davvero poche. Bene. La M.T. è una tecnica
mentale. E' un'antica forma di meditazione che permette ad ogni essere
umano di immergersi, di trascendere e di sperimentare lo sconfinato,
infinito oceano di pura coscienza. Pura vibrante coscienza, gioia,
intelligenza, creatività, amore, potere, energia - tutto là dentro.
Alla base della mente, alla base della materia, c'è questo campo. Ed è
là. La scienza moderna ha scoperto il campo unificato andando sempre
più in profondità nella materia. Ed ecco cosa c'era: un campo di
unicità, di unità. Non vi si può andare con strumenti e con qualunque
cosa, ma ogni essere umano vi si può immergere attraversando i sottili
livelli della mente e dell'intelletto, può trascendere e sperimentare
questo campo. Quando sperimenti questo campo molto in profondità, è
una bella esperienza, e sperimentarla la rafforza e tu incrementi la
tua coscienza.
Incrementi la tua creatività ed
intelligenza. E l'effetto collaterale è che la negatività comincia a
recedere. Cose come l'odio, la rabbia e la depressione, il dispiacere,
le ansietà iniziano a retrocedere e tu vivi la vita con maggiore
libertà, un maggior flusso di idee, una maggiore capacità di
apprezzare e di comprendere ogni cosa.
E' così bello per lavorare sui tuoi
progetti. E' un campo di conoscenza - tu lo rafforzi e (vedi che)
questo genere di cose intuitive tu le fai andare. E' così bello
per l'arte, per ogni percorso di vita. Nella scienza Vedica, questo
campo si chiama Atma, il sé, e c'è una frase che dice "Conosci te
stesso". Nella Bibbia sta scritto "Prima cerca il regno dei cieli che
sta dentro di te e tutto il resto ti verrà dato". Tu ti immergi
in esso, lo sperimenti, lo disveli e tu sei la totalità che si disvela.
L'essere umano ha questa potenzialità ed ha dei nomi per essa:
illuminazione, liberazione, salvezza, pienezza - immensa potenzialità
per l'essere umano. E non è necessario soffrire. Tu rafforzi ciò e ti
rendi conto che la gioia è la nostra natura. Siamo come degli allegri
campeggiatori, che fanno fluire le proprie idee. Siamo come dei
cuccioli di cane che scodinzolano. Non è una balla, è una cosa
veramente bella, davvero, davvero grande.
MK: Ho ragione a pensare che la
sua relazione con tutto ciò si sia rispecchiato nella sua carriera di
regista - lei ha cominciato la M.T. contemporaneamente alla
realizzazione di "Eraserhead", giusto?
DL: Giusto.
MK: Ed è qualcosa che lei ha
fatto lungo tutta la sua carriera?
DL: Sì.
MK: Allora la domanda che si fa
sempre è questa: se la MT crea positività e tutto ciò di cui lei
ha parlato - ed io posso vedere quanto sia autentico tutto ciò -
qualcuno potrebbe chiedere come mai ci sia tutta quella oscurità nei
suoi films?
DL: Esatto. Siamo del tutto
differenti nella superficie ed in profondità, nell'unità centrale.
Siamo una sola famiglia su scala mondiale. In superficie, però
differenti - a me piace questo, a te non piace. Ed afferriamo delle
idee. Talvolta, afferriamo un'idea di cui ci innamoriamo. E se è
un'idea cinematografica, vediamo quello che il cinema potrebbe fare
per questa idea e giriamo. Le storie contengono dei conflitti e dei
contrasti, alti e bassi, la vita e la morte, e gli sforzi umani
ed ogni genere di cose. Ma l'artista non deve soffrire per mostrare la
sofferenza. Devi capirla. Non devi morire per realizzare una scena di
morte. Devi solo capire tutto ciò a modo tuo, ma la comprensione è la
cosa che conta, capire questa sofferenza, questa rabbia, questo
personaggio. E tu vai in questo modo.
Ho pensato, quando iniziai la
meditazione, che stavo diventando calmo e pieno di pace e che tutto
stesse per finire. Non è così, è così energetico. E' qui che si trova
tutta l'energia e la creatività. Tutto ciò che è una cosa è emerso da
questo campo. E' una creatività talmente tremenda! E tu non perdi la
tua incisività, ne guadagni sempre di più, un sentire più forte che
può ampliarsi. E tu non ti senti stanco in questa sorta di calma
piatta. E' una pace dinamica. E' molto potente, è il luogo in cui si
trova tutta la potenza. Il punto è che puoi fare tutto questo ma sei
separato da ciò. E questa è la chiave di tutto.
MK: Vorrei mostrare un breve clip
tratto da "Eraserhead", ma prima vorrei porre una domanda specifica.
Una delle immagini ricorrenti nei suoi films è quella della scossa
elettrica, della lampadina elettrica che scoppia, due punti e qualcosa
che li collega come un arco voltaico. E mi sembra che questo in
qualche modo si riferisca a ciò che lei pensa sugli archi sinaptici
nel nostro cervello, sul creare delle connessioni. Conosco quanto lei
detesti parlare del significato di ciò che accade nei suoi films, ma
ho ragione a pensare che in questo caso almeno sono nella giusta
direzione?
DL: [pausa] No. Mark, lei è un bel
tipo. E' come lei dice, ma non ho pensato in questo modo. Amo proprio
l'elettricità. Mi piace il fumo, il fuoco e l'elettricità, queste cose
sono magnetizzanti. Si potrebbe guardare per ore qualcosa che
scintilla e che scarica elettricità, e queste cose producono un suono
talmente bello. Ed è anche un qualcosa di disturbante. C'è qualcosa
nell'elettricità che fa qualcosa del genere a cui lei fa
riferimento, ma non è necessariamente il motivo per cui le cose
stanno così.
MK: Ecco il videoclip di "Eraserhead".
Di solito in queste circostanze puntualizzo in termini narrativi ciò
che è accaduto fino a questo punto, ma in questo caso non c'è alcun
punto da spiegare. Così ecco un estratto del film che a me piace.
[parte il videoclip]
MK: Un motivo per cui ho voluto
mostrare questa sequenza è il fatto che si tratta di una sequenza
musicale. Tanta parte di ciò che lei fa si correla alla musica o
all'armonia, ad accordi sospesi ed al modo in cui la narrazione si
sviluppa. L'altro motivo è che nel caso di "Inland Empire" si
tratta della prima volta da "Eraserhead" in cui lei ha fatto qualcosa
senza alcuna interferenza esterna. Ci son voluti anni per metterlo a
punto, il film si è sviluppato ed è sembrato prender forma in
modo organico, e la conclusione del film è completamente stata girata
secondo il suo progetto. Ed è stato simile a ciò che è accaduto per "Eraserhead".
Lei ha detto che non deve soffrire quando sta facendo dell'arte,
ma la gente ha sempre parlato di "Eraserhead" come di un progetto
estremamente personale, al pari di "Inland Empire". Lei vede connesse
queste due cose? La prego, non dica di nuovo 'no'.
DL: Non dirò sì. C'è stato solo
"Dune" in cui io non ho avuto la rifinitura finale dell'opera. Lei sa che
io sono arrivato a far film per il tramite della pittura. Nessuno si
mette a giocherellare con un pittore. Dovrebbe essere lo stesso in un
film, e dovremmo avere il controllo totale dell'opera. In un modo in
cui si abbia la possibilità di tenere la cosa insieme come un tutto.
Perciò tutti i miei films sono stati così. Sebbene io comprenda quello
di cui lei sta parlando. "Eraserhead" ha avuto bisogno di sei anni per
essere finito - ho continuato a perdere danaro, era questo il
motivo per cui c'è voluto tanto tempo. "Inland Empire" è partito scena
dopo scena, e non ci sono stati tempi lunghi prima che si arrivasse
alla scena successiva. Infine esso ha iniziato a svilupparsi
rapidamente. Perciò, quando le cose vanno così, è molto frustrante, ma
almeno hai la possibilità di andare lentamente e di calarsi in un
mondo e di vivere in quel mondo. Il mondo di "Eraserhead", io ci ho
vissuto dentro per anni, ed è stata una bella esperienza.
MK: Nel caso di "Inland Empire",
proprio ad un livello di follia estrema, ho letto di varie versioni da
cui è venuta fuori la storia. Una di esse è quella per cui Laura Dern
le ha parlato di un vicino di casa che sarebbe andato a trovarla e che
sarebbe stata lei (Laura Dern) a suggerire il titolo. Un'altra
versione sarebbe quella per cui la storia sarebbe venuta fuori dal
lavoro che lei stava facendo per il suo sito web [davidlynch.com ] .
Per quanto lei possa dire al riguardo, da dov'è partita l'origine
della storia?
DL: E' vero che Laura Dern venne da
me e tutto partì da lì. Stava scendendo dal marciapiede posto di
fronte a casa mia, sorridente mentre si avvicinava a me. Non la vedevo
da tanto tempo. Arrivò e mi annunciò di essere la mia nuova vicina di
casa. E questo ci rese entrambi molto felici. Ed allora disse "David,
dobbiamo fare ancora qualcosa insieme". E mi colpì, ed io le dissi
"Sì, forse scriverò qualcosa". E quell'incontro suscitò un qualcosa,
un desiderio di scrivere qualcosa. Ed il desiderio è come un'esca, può
far abboccare. Ed ecco! iniziò a far abboccare qualcosa.
Da dove viene il titolo è un'altra
storia. Più tardi, nel bel mezzo della lavorazione, a circa un terzo
dell'opera, Laura Dern mi disse che suo marito proveniva dall'"Inland
Empire", che è un'area ad est di Los Angeles che comprende molte
città. Continuò a parlarmi, ma la mia mente si bloccò su quelle
parole. Le avevo udite già prima, ma in quel momento esse avevano un
nuovo significato, allora la fermai e le dissi:"E' questo il titolo
del film". Allora, quasi contemporaneamente, mio fratello, che
era in Montana a pulire il basamento della casupola fatta di tronchi
dei miei genitori, scoprì questo vecchio album di fotografie che era
caduto dietro una cassapanca. Tolse la polvere e trovò che era il mio
album di foto risalente a quando vivevo a Spokane, vicino Washington,
quando avevo 5 anni. Me lo mandò. Quando lo ebbi, lo aprii e la prima
foto che vidi era quella di una panoramica dall'alto di Spokane che in
basso aveva scritto "Inland Empire". Così avevo avuto la più bella
sensazione di un titolo giusto.
MK: Ed è vero che ci sono certi
elementi, come ad esempio la scena dei conigli, che hanno la loro
origine nel suo sito web?
DL: Sì, c'era nel mio sito ed era
chiamato Rabbits. Talora iniziamo qualcosa e la pensiamo in un
certo modo. Poi, essa trova una nuova casa. E' stato come un andare
verso ciò che, più tardi, è cresciuto e si è sviluppato. Non lo sai
sempre in anticipo. E' importante che quando hai un'idea, la scrivi in
modo da non dimenticarla. Ed allora, quando stai lavorando,
tante cose possono fluire da quello che stai facendo.
MK: Il prossimo videoclip che
voglio mostrare proviene da "Blue Velvet". Lei ha parlato di Laura
Dern e questa è una scena chiave con lei. Si è spesso scritto su
questa scena in modo ironico, e ciò mi ha sempre molto irritato poiché
non mi è mai sembrato qualcosa di ironico. La scena è quella in cui
Laura Dern descrive il suo sogno d'amore. Ho sempre pensato che
la scena volesse essere del tutto sincera e per nulla ironica. Lei in
passato ha detto di non aver voluto essere ironico, così spero che sia
ancora questa la sua posizione. Ecco la scena da "Blue Velvet".
[parte il videoclip].
MK: Ciò che amo di questa
sequenza è, credo, quella in cui Laura Dern descrive il sogno, come
lei stava dicendo prima, non in modo sciocco bensì in un modo reale. E
lei vuol dire tutto ciò, vero?
DL: Sì. Il fenomeno di un'esperienza
condivisa in un teatro è molto diverso dal vedere un film per
proprio conto. Ed in teatro tutti noi proviamo questo laddove vogliamo
essere molto freddi e, quando tu vedi qualcosa di simile a questo,
qualcosa veramente di imbarazzante, la tendenza è quella di ridere
così da esternare in modo rumoroso che quella cosa è imbarazzante e
non indifferente (...) . Così vanno queste cose. Ma sappiamo anche che
quando siamo soli con questa persona di cui ci stiamo innamorando,
facciamo delle cose sciocche, ma non ce ne facciamo un problema, è
così bello. E l'altra persona è così noncurante di queste cose belle,
piene d'amore e sciocche. Quindi c'è molto di tutto ciò in questa
scena. Allo stesso tempo, c'è qualcosa di questa scena, una verità su
di essa, nel mio album.
MK: C'è anche, dietro a ciò,
Angelo Badalamenti, il maestro della corda sospesa, la persona il cui
genere di musica incarna ciò che lei realizza nei suoi films, due
mondi che vibrano l'uno contro l'altro. Ed è ciò che è posto tra
di essi quello che è importante. Egli è il grande scrittore del suono
sospeso della sua generazione.
DL: Sì. Egli sa far commuovere il
tuo cuore.
MK: L'ultima cosa che voglio
mostrare è una scena da "Fire Walk With Me". Il motivo è che, quando
uscì, ebbe davvero poche recensioni. E me lo ricordo, penso che sia
ancora il mio film preferito; l'ho davvero amato. Mi sembrò che quando
la stampa parlò di "Fire Walf With Me", non lo apprezzò, gli fu
attivamente ostile. Anni dopo, ne parlai con Angelo Badalamenti, ed
egli mi disse che esso doveva essere stato straziante quando apparve.
Ed aggiunse:" Per David, era come se qualcuno avesse portato via
suo figlio e lo stesse uccidendo". Quanto male si sentì lei quando "Fire
Walk With Me" venne accolto in tal modo? E ora lei si sente vendicato,
ora che la gente lo vede come un vero capolavoro?
DL: No, no la presi male.
MK: No? Lui ha mentito allora!
DL: Angelo ha mentito. Quando fai
qualcosa e dai la rifinitura finale, il tocco finale all'opera, quando
tu hai il controllo di tutto, e hai dato il meglio che potessi e non
ti sei mosso finché tutti gli elementi ti sono sembrati corretti e tu
lo hai sentito, allora puoi sopportare questa pesante reazione
negativa. E' successo con "Dune" in cui sapevo che mi stavo vendendo,
ed allora, quando hai una cattiva recensione, ti sembra di morire due
volte. E così, sono morto solo un po' con "Fire Walk With Me". Ma è
vero, e la reazione era comprensibile a quel tempo. Non era qualcosa
nello stesso spirito di una serie, ciò che sconvolge la gente. E la
serie stava comunque morendo. E c'era una nuvola scura sopra di me in
quel periodo. Era destino che così fosse. Ma col tempo, da allora,
l'apprezzamento del film è andato crescendo.
MK: Il concetto chiave è "Viviamo
all'interno di un sogno". E' vero?
DL: Sì, molto vero.
MK: Ora stiamo per vedere questo
videoclip. Lei riconoscerà il set ed i personaggi. Penso che questo
sia un grande momento di rivalutazione, ma allora forse si trattò,
come lei ha detto di un momento triste.
DL: Ne riparleremo.
[parte il videoclip]
[....]
MK: Quando lei stava girando "Fire
Walk With Me", lei disse che uno dei motivi per cui voleva realizzarlo
consisteva nel voler tornare a "Twin Peaks". Lei si era innamorato del
posto, ed io penso che c'è un'intera generazione di persone che si
sono innamorate dei luoghi di "Twin Peaks", dell'atmosfera di quella
serie. So che queste cose, come lei dice, si spengono a poco a poco,
ma c'è stato un momento in cui era come se ci fosse il luogo dove
tutti noi avremmo voluto esserci.
DL: E' strano. "Twin Peaks" esiste
in una regione del nord-ovest, una regione immaginaria, ma è lì. E'
una piccola città, eppure la storia si svolge attorno al mondo. Si
figuri, si trattò di qualcosa che aveva catturato culture e luoghi del
tutto differenti. Fu una strana, bella sorpresa.
MK: E fu come conseguenza di
"Twin Peaks" che lei ha un'azienda di caffé, non è vero?
DL: Sì, ma non per "Twin Peaks".
MK: So che a lei piace il caffé.
DL: Amo il caffè, ma molti amano il
caffé. E penso che questa firma "David Lynch" sulla tazzina di caffé
farà piacere a quelli che amano il caffé.
MK:Per quelli che non lo amano,
questo è la più fantastica pubblicità che si tratta di un'immagine di
lei e che dice "è tutto energia ed io sono pieno di energia".
DL: Sì [ride]
MK: E' contento di avere delle
domande dal pubblico? Okay, partiamo.
I° intervistatore: Sono crsciuto
guardando i suoi films e penso che non ci siano molti registi che
rappresentino la condizione umana, e le afflizioni umane, come fa lei.
Qual è la sua posizione al riguardo e come essa si collega alla sua
meditazione trasendentale?
DL: L'afflizione di cui lei parlava
è il soffrire, e c'è una cosa quando i nostri desideri sono bloccati,
c'è questa cupa frustrazione, e questa frustrazione può diventare
rabbia, e può ancora trasformarsi in ciò che si chiama pensieri ed
azioni improduttive. Così il personaggio di Frank Booth [...] Frank
Booth venne fuori letteralmente muovendosi lungo un'idea, ma allo
stesso tempo si può vedere che c'è anche qualcosa di tenero che
appartiene a Frank, ma c'è tanto tormento e tensione e sofferenza in
questo individuo che egli è proprio bloccato da tutto ciò. Bill
Pullman in "The Lost Highway" è la stessa cosa. E' un continuo
crescendo. Ora, se la stessa persona potesse trascendere e
sperimentare questo livello più profondo, il coperchio verrebbe
buttato via dalla pressione - bello, bello! E' come al buio, la luce
arriverebbe e il buio comincerebbe appena ad essere percepito. Ed
allora Frank esisterebbe, forse non così interessante come nel film,
ma esisterebbe come un cowboy molto più felice.
II° intervistatore: Grazie per un
così sorprendente nuovo pezzo della sua opera. "Inland Empire" dura
tre ore, la gente ha difficoltà a capirlo. E' il bacio della morte;
per un distributore che guardi ciò, è orribile. Sul mio sito web
ho iniziato la distribuzione di "Eraserhead", di cortometraggi ed
altro, ed abbiamo creato contatti e nuove amicizie, e ci sono stati
sbocchi commerciali. Ed abbiamo pensato: "Aspetta un minuto, forse
possiamo fare la stessa cosa con "Inland Empire". Ciò accadeva prima
che ci ponessimo domande sui distributori e su cosa essi pensassero.
Allora, gli anticipi che hanno dato i distributori - proprio come nel
commercio della musica- gli anticipi erano soliti essere enormi. Ma
essi sono andati sempre più giù nei ricavi. Così alla gente si è
chiesto di fare un album musicale per nulla. E la stessa cosa è
accaduta nel mondo del cinema. Cos' almeno negli U.S.A. non ho mai
avuto un soldo, non importa quanto ha incassato un film, nulla di più
dell'acconto iniziale. Non un soldo. Tutte forme di contabilità
creativa.
Così abbiamo pensato: "Perché non
uscire da tutto ciò e mettersi a cercare" ed il cercare è così bello
poiché andiamo in diverse città ed incontriamo gente come stasera e
sentiamo delle emozioni per come stanno andando le cose. E quello che
sento provenire dagli U.S.A. è stato... Ho sempre pensato che i veri
amanti del cinema fossero in Europa. Ma c'è un enorme gruppo di
persone negli U.S.A. che desiderano un'alternativa a ciò che esce da
Hollywood, sempre di più. E' un sentimento così incoraggiante.
Incontrare i proprietari dei teatri ed avere relazioni con loro, cosa
che è l'ultima tappa per un film, in quel teatro, in quella stanza
buia con un grande film ed il giusto suono, è una buona cosa. Potrebbe
non essere il futuro per tutti i registi, ma è un futuro per più
persone.
MK: Qual è la verità di
questa storia che lei avrebbe continuato a fare una campagna
pubblicitaria per Laura Dern con una mucca che diceva "Se non fosse
per il formaggio, ci sarebbe un "Inland Empire"?
DL: E' vero. Non avevo molto denaro
per sostenere Laura nel modo tradizionale, che consiste nel comprare
un mare di questi spazi pubblicitari. In teoria, la gente agli Oscar
li legge e vede un film che costa tanti soldi, e cambia la propria
opinione su chi votare sulla base di questo film. E' assurdo. Tanti e
tanti soldi spesi, non penso porti alcun bene, ma essi li chiamano
film di lusso, e tanti attori amano vedere questo tipo di film e
sapere di essere sostenuti da case cinematografiche così. Questo ha un
senso, ma io non ho tutto questo danaro. Così ho avuto quest'idea di
uscire con una mucca ed un grande manifesto per Laura, e messo ad un
angolo di Hollywood [...], nel giro di un'ora, sono venuti i
giornalisti della tv insieme ad una folla di persone. Ed è accaduto,
penso, soprattutto per la mucca. Ma Laura ha apprezzato tanto, ed
anche la gente, ma lei non ha ancora avuto una 'nomination'.
III° intervistatore: In molti
suoi films lei è molto coinvolto con ciò che accade sulla scena, come
abbiamo visto nel videoclip di "Eraserhead". Ed in "Mulholland Drive"
ed in "Inland Empire" lei ha attrici che interpretano attrici che a
loro volta stanno interpretando un'altra parte ed ancora un'altra nel
film. Mi stavo chiedendo perché lei è così interessato su questa idea
dell'interpretazione nei suoi films?
DL: Non so. Dico sempre che si parte
con l'idea. Ma tu hai tante idee, eppure ti innamori solo di
certe idee.
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