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Scienze della Mente, Filosofia, Psicoterapia e Creatività
Mind Sciences, Philosophy, Psychotherapy and Creativeness 

  N. 3, anno 2, gennaio 2005 

Breve presentazione di Oskar Panizza.

di Giuseppe Leo

 

 

 

  Oskar Panizza  nacque il 12 novembre 1853, poco dopo che i suoi genitori si erano trasferiti da Wurzburg a Bad Kissingen. Sua madre, Mathilde, era una prolifica scrittrice, discendente di una famiglia di aristocratici ugonotti che si stabilì a Wurzburg nel XVII secolo. Il padre di Oskar, Karl, proveniva da una famiglia di pescatori di Bellagio, sul Lago di Como. Oskar descrisse il padre come una persona "passionale, eccentrica, irascibile, ed un bravo uomo di mondo; un povero amministratore delle faccende familiari".

Oskar ebbe una sorella maggiore, Maria, e, dopo di lei i fratelli più grandi furono, in ordine di genitura, Felix e Karl, mentre  dopo Oskar nacque Ida, due anni più piccola di Oskar, che divenne cieca a 20 anni. Come Oskar, anche Ida ebbe una vita difficile e morì nel 1922, un anno dopo Oskar.

Un elemento molto importante della storia familiare di Oskar furono i conflitti religiosi, tra una componente familiare cattolica ed un'altra protestante. Tali conflitti investirono a vari livelli le varie generazioni. La madre Mathilde fu battezzata come cattolica grazie ad un sotterfugio di suo padre, che venne meno ad un contratto stipulato con sua moglie. Ma dopo la morte del padre, Mathilde ritornò alla religione materna, la confessione protestante. Anche le nozze di Mathilde con Karl costituirono una riedizione di conflitti religiosi. Ed, infine, la morte di Karl, il padre di Oskar, nel 1855 fu un altro momento di solenni promesse che  Mathilde fece al marito in punto di morte affinché i figli restassero nella fede cattolica; salvo poi, a costo di finire in prigione, lottare strenuamente per ottenere dal re di Baviera il permesso di allevare i figli nella fede protestante.Tutto questo sembra importante per comprendere come Oskar Panizza, lungo tutta la sua vita, fu costantemente al centro di aspre battaglie con le autorità religiose, in particolare con quelle cattoliche. Secondo Peter Brown, la sua attività letteraria sarebbe stata un tentativo di vendicare le sofferenze e le umiliazioni patite dall'amata madre. In tema di familiarità psichiatrica, lo stesso Oskar, in un suo scritto autobiografico del 1904, ammetteva l'importanza per lo sviluppo della propria personalità, di una serie di casi psichiatrici provenienti  dal lato materno della sua famiglia. Egli scrisse :<<Oskar Panizza ... proviene da una famiglia con tare genetiche>>. Uno dei fratelli della madre aveva sofferto di "follia religiosa", un altro zio si suicidò da giovane, una zia fu descritta come ' mentalmente strana ed alquanto ritardata'. 

L'infanzia di Oskar fu caratterizzata da una relazione molto stretta con la madre e dalla perdita del padre quando aveva solo due anni. La nascita di Oskar tra l'altro coincise con una malattia potenzialmente fatale della madre. Oskar cresceva un pò di ritardo, imparò a leggere con difficoltà (tanto che i fratelli lo apostrofavano 'sciocco') ed era un bambino introverso,  un sognatore dall'immaginazione vivace. All'età di dodici anni, in coincidenza col morbillo, ebbe un episodio di sonnambulismo. Egli, più tardi, attribuì un significato profetico a tale esperienza, come affermò nel suo scritto autobiografico del 1904 (quando aveva 50 anni).

All'età di 17 anni si trasferì a Monaco di Baviera per iscriversi al Ginnasio. Fu però bocciato al primo anno, ed allora egli disse alla madre che avrebbe voluto lasciare la scuola perchè non avrebbe mai realizzato il desiderio materno di diventare un uomo di chiesa, ma che avrebbe voluto fare il cantante o almeno  l'uomo d'affari. Ma la madre insistette perchè terminasse gli studi mentre studiava musica. Ma Oskar, pur cedendo inizialmente all'autorità materna, dedicava in realtà il suo tempo alle attrattive ed ai divertimenti che la metropoli bavarese offriva, continuando a coltivare solo i suoi interessi musicali. Quando Oskar aveva già 20 anni, la madre andò a trovarlo a Monaco, ed oramai insofferente di tutto il denaro che il figlio dissipava in quell'ambiente, risolutamente lo portò via con sé a Kissingen. Dopo un periodo di convivenza difficile con la madre, Oskar accettò di andare a lavorare a Norimberga col fratello Karl. Un altro fallimento costrinse la madre ad accettare l'idea che Oskar potesse tornare a Monaco a dedicarsi agli studi musicali. Dopo il servizio militare, apparentemente più responsabile nei confronti della sua vita futura, accettò di riprendere gli studi ginnasiali fino al diploma, conseguito all'età di 24 anni. Oramai aveva abbandonato gli studi musicali, e decise di iscriversi alla facoltà di medicina di Monaco. Pur essendo il suo tempo oramai completamente assorbito dagli studi medici (il Professor Von Ziemssen lo volle come suo assistente), tuttavia fu da studente universitario che contrasse la sifilide, verosimilmente da una prostituta. 

Più tardi questa malattia si manifesterà sotto forma di 'gomma' alla tibia destra, che non guarirà mai. La sifilide aleggerà nelle sue opere letterarie come il dono diabolico di un Dio impotente.

Nel 1880, Oskar si laurea in Medicina discutendo la tesi: "Uber Myelin, Pigment, Epithelien und Micrococcen im Sputum". L'anno successivo parte per Parigi per un aggiornamento delle sue conoscenze mediche. Ma in Francia, più che dedicarsi alla visita di ospedali, si mise a studiare la letteratura francese, soprattutto il teatro drammatico, un genere a cui si dedicherà egli stesso raggiungendo una notevole fama.

Foto: una rappresentazione de "Il Concilio d'Amore" di O. Panizza

 

Nel 1882, Oskar torna a Monaco per essere assunto in qualità di IV. Assistenzarzt nel manicomio di Monaco (Oberbayerische Kreis-Irrenanstalt). Tuttavia tale impiego non durò molto in quanto una serie di fattori (la sua salute cagionevole, i rapporti tesi col suo superiore, il dott. Gudden, nonché il desiderio di dedicarsi alla letteratura) lo portarono a licenziarsi dopo solo due anni. Secondo Brown, il contatto protratto con i pazienti psicotici manicomiali, ma anche una certa confusione e le frustrazioni della propria vita privata, avrebbero giocato un ruolo rilevante nel determinare uno stato depressivo che durò almeno un anno. Fu tale profonda depressione a portarlo, da una parte, ad abbandonare quasi completamente la pratica medica, e dall'altra a trovare nella scrittura e nella creazione letteraria quella risorsa interiore fondamentale, che  Panizza avrebbe scoperto proprio in quel periodo come mezzo per riacquistare e mantenere la propria salute mentale. La prima opera letteraria, una raccolta di versi intitolata Dustre Lieder, fu inviata all'editore nel 1885: precedentemente a questa vera opera prima (cui attese per circa un anno) aveva scritto dei componimenti, ma senza la consapevolezza della sua missione letteraria. Significativamente, il primo componimento che in assoluto Panizza scrisse, fu una poesia dedicata alla madre, nel 1871 in occasione del suo 50° compleanno: Oskar dipenderà da lei economicamente durante tutta la sua carriera letteraria. 

Nel 1885 partì per Londra dove stette un anno a studiare la letteratura inglese. Al ritorno a casa, nel 1886, pubblicò i Londoner Lieder che al pari dell'opera prima non riscossero alcun successo nè di critica né di lettori. Una terza opera poetica, Legendaeres und Fabelhaftes (1889), concluse la prima fase 'poetica' della sua carriera, che si sarebbe in seguito dedicata alla prosa. La prima opera narrativa fu Dummrungsstuche (1890), caratterizzata da storie ambientate in una zona di confine tra giorno e notte, tra realtà e fantasia, tra normalità e follia. Non a caso l'opera era dedicata ad E.A. Poe, ma anche E.T.A. Hoffmann può avegli ispirato un certo gusto del grottesco, come quando egli descrive la produzione di massa di esseri umani perfetti in una fabbrica di Meissen oppure una visita sulla Luna dove gli abitanti delle classi meno agiate abitano in una capanna decrepita e sopravvivono grazie a provviste di formaggio olandese, o anche quando rappresenta una passione di Cristo recitata da bambole di cera ad una fiera. Fu questa la prima opera letteraria ad avere una qualche eco: fu dopo la sua pubblicazione che Oskar conobbe Michael Georg Conrad che era il direttore editoriale dell'influente rivista Die Gesellschaft in cui Panizza avrebbe pubblicato numerosi articoli negli anni seguenti. Fu proprio in una delle conferenze organizzate dalla rivista di Conrad che il 20 marzo 1891 Oskar tenne una lettura di un suo scritto destinato a divenire celebre: Genie und Wahnsinn.

  Foto: Cesare Lombroso

 

Ispirandosi all'idea di Lombroso che il genio è frequentemente solo, malato, povero, molto vicino alla follia, ma che grazie alle sue facoltà creative può mantenere uno stato mentale sano. Ma nonostante questi debiti al fondatore della Criminologia, Panizza trattò con una certa originalità di pensiero temi quali le allucinazioni, la psicosi, gli effetti dell'Haschisch, il fondamento 'allucinatorio' delle religioni.

Una seconda lettura che tenne sotto gli auspici della Gesellschaft  il  2 dicembre 1891 fu più tardi pubblicata col titolo Gegen Pruderie and Luge. Panizza in essa contestò l'opinione che nella letteratura tedesca contemporanea ci fosse una degenerazione dei valori morali, e dimostrò questa sua tesi raccogliendo testimonianze letterarie dal Medioevo in poi, citando gli scrittori che avevano trattato della 'tempesta dell'amore fisico'.  Con uno stile retorico incisivo così argomentava la sua tesi:<< Sì, Signore e Signori, tutta la letteratura tedesca, che abbiamo passato in rassegna, è un'unica catena di sensualità>>. E più oltre:<< Non possiamo comandare l'amore. E' l'amore che ci comanda. E' la 'summa lex' e la 'suprema voluntas'!- L'amore tedesco non può venir regolamentato per decreto a Potsdam!>>. Il parlare francamente di sessualità da parte di Panizza fu naturalmente occasione di numerose censure ufficiali: all'epoca c'erano davvero pochi scrittori tedeschi a trattare di masturbazione, omosessualità, ermafroditismo, ecc.. 

Ma fu soprattutto il suo scritto Das Verbrechen in Tavistock-Square" ad attirarsi gli strali della Legge. 

Il suo realismo nel descrivere pratiche onanistiche gli costarono il sequestro da parte della polizia, mentre l'autore fu citato in giudizio. 

Al 1892 risale un suo articolo sulla prostituzione apparso su Die Gesellschaft. In esso egli passa in rassegna il fenomeno della prostituzione nelle varie epoche storiche. Sebbene egli consideri la Donna come seduttrice e tentatrice (le influenze luterane sono evidenti), tuttavia egli considera la prostituzione <<naturale e necessaria quanto il matrimonio, e certamente più antica>>. In questo trattare rispettosamente le prostitute, verosimilmente si cela una sua simpatia per coloro che sarebbero state le uniche sue partners eterosessuali (Brown). 

Un'opera successiva, Aus dem Tagebuch eines Hundes, apparve nel 1893 nella raccolta Visionen. Il soggetto è quello di un diario tenuto da un cane, in cui l'animale annota le assurde complicazioni della vita cittadina. Nel 1893 scrisse un articolo sull'eugenetica Prolegomena zum Preisausschreiben: Verbesserung unserer Rasse. Un certo edonismo ateo informa di sè quest'opera: l'eugenetica come mezzo per 'purificare' la razza costituisce la sua tesi che fa propri tutti i pregiudizi contemporanei e più antichi (da Lutero a Wagner) sulla questione 'razziale'. A proposito degli ebrei egli dichiara: <<Con la loro decisa bruttezza e decrepitezza, sono indubbiamente inferiori ... alla razza Teutonica. Ma la loro mente è tanto meglio sviluppata, specialmente in una sola direzione, quella mercenaria>>. 

Nel 1893, con la pubblicazione di Die unbefleckte Empfangnis der Papste, Panizza inaugurò una dura polemica anti-cattolica che doveva portarlo dopo due anni in carcere. Nel suo stile paradossale egli sosteneva l'intenzione di <<estendere il dogma dell'Immacolata Concezione della Vergine, proclamato da Pio IX nel 1894, ai papi, con tutte le conseguenze embriologiche, antropologiche, e teologiche...>>. Stando al frontespizio, che portava lo stemma pontificio, l'imprimatur del Vaticano, nonché una dedica a Leone XIII,  il libro era attribuito ad un certo frate  spagnolo di nome Martin, mentre il nome di Oskar Panizza compariva solo in qualità di traduttore nella lingua tedesca. Nonostante l'evidente carattere burlesco di tutto ciò, ci fu chi lo attribuì ad un gesuita. 

 

Il 1894 rappresenta l'esordio di Oskar Panizza nella scrittura drammaturgica. La sua prima opera teatrale fu Der heilige Staatsanwalt, un'opera in cui si fondevano i suoi due maggiori interessi, la sessualità e la religione. Si tratta di un processo ad una prostituta, Lust, accusata da quattro testimoni, 'Bontà Eterna', 'Verità', 'Bellezza' e 'Moralità'. ma in suo soccorso arriva un testimone straordinario, Martin Lutero. Egli pronuncia un sermone in difesa della prostituta, quindi lascia l'aula di tribunale in mezzo agli applausi del pubblico. 

Ma l'opera che senza dubbio diede la massima notorietà a Panizza, Das Liebeskonzil  (Il Concilio d'Amore), fu pubblicata in quello stesso anno a Zurigo. L'autore usò lo stesso pseudonimo del Die unbefleckte Empfangnis der Papste, ed il sottotitolo così recitava: "Una celestiale tragedia in cinque atti". L'opera teatrale, la seconda in ordine cronologico di Oskar Panizza, tratta dell'origine della sifilide come vendetta di Dio sulle sue creature iperattive sessualmente, ed in particolar modo contro quelle presenti alla corte del papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia). 

 

 Una rappresentazione del Liebeskonzil di Oskar Panizza.

L'opera rappresenta molto realisticamente i dissoluti intrattenimenti che si svolgevano a corte, mentre ancora più provocatorio per l'epoca è il modo con cui sono ritratti Dio, Cristo e la Madonna. Dio era un vecchio decrepito  dalle 'affettuosità'  morbose per un cherubino, Gesù era uno scemotto, eternamente sofferente, con problemi di 'fissazione edipica', Maria  una donna affamata di sesso. Tra le scene più 'choquants' dell'intera opera,  Panizza aveva previsto che il primo atto finisse con una fumata di cannabis da parte di tutti e tre i personaggi 'sacri'. E' inutile passare qui in rassegna le contrastanti critiche che il variegato mondo letterario indirizzò all'opus magnum di Oskar Panizza. Già all'inizio del 1895, comunque, l'opera fu sequestrata, e Panizza fu denunciato per violazione del par. 166 del Reichsstrafgesetzbuch (oltraggio alla religione). Dal testo di una cartolina inviata a Max Halbe il 15 febbraio 1895, appare chiaro che Oskar fosse consapevole delle scarse possibilità che aveva di evitare la prigione. Ma, nonostante ciò, egli comunque decise di sottoporsi all'intero procedimento penale a suo carico, non accontentando i  suoi amici che lo invitavano a fuggire all'estero. Il processo si concluse con la condanna ad un anno di prigione e con la distruzione delle copie del Das Liebeskonzil. 

Dapprima Oskar fu rinchiuso nel carcere di Norimberga, poi fu trasferito in quello di Amberg per motivi di salute (peggioramento delle lesioni luetiche alla gamba destra). I suoi familiari promossero delle istanze di scarcerazione sulla base dei disturbi psichiatrici di Oskar. Nelle sue note autobiografiche del 1904, Panizza ricorda il colloquio a cui fu sottoposto per stabilire la sua 'sanità mentale': alla domanda 'siete voi malato di mente?', l'interessato rispose 'no', e l'istanza dei parenti fu quindi respinta. Ci fu anche una contrapposizione sulla questione della 'sanità mentale' tra i periti ed il medico del carcere, il quale si espresse per l'assenza di malattia mentale nel condannato. 

Durante l'anno di  prigionia, Panizza riuscì a continuare a scrivere: il Dialoge im Geiste Huttens, ed il diario dal titolo Ein Jahr Gefaengnis vennero scritti in carcere. Comunque, dalle testimonianze di Lippert, un religioso che svolgeva il suo servizio nel carcere di Amberg, nonchè da alcuni brani del suo diario, emerge che l'ambiente penitenziario minò sensibilmente le condizioni psichiche di Oskar anche se non ci sono prove che in carcere avesse sviluppato deliri sistematizzati di tipo persecutorio. 

Panizza venne liberato lo 8 agosto 1896 e si recò a Monaco. Dalla testimonianza di un amico, Weinhoppel, risulta un uomo trasformato:<< Era diventato alquanto pallido e magro, eppure sembrava gioviale e di buon umore. Ma parlando con lui da solo, subito notai il drastico cambiamento che avevano prodotto le ore grigie passate in prigione. Invece di un pensatore era diventato uno che rimugina, al posto di uno che ha conoscenze era diventato uno che ha dubbi, anzichè uno che ride si era trasformato in uno che sogghigna. La sua voce sommessa ed i suoi occhi facili al pianto stavano in stridente contrasto con l'atmosfera inebriante e con la chiassosa allegria delle ore passate al Ratskeller di Monaco>>. 

Il 15 ottobre 1896 Panizza lasciò Monaco di Baviera, deciso a emigrare in Svizzera ed a diventare cittadino elvetico. Si stabilisce a Zurigo. Oramai Monaco gli era divenuta invisa a causa dell'influenza delle autorità cattoliche nella capitale bavarese. 

Intanto a Zurigo l'editore Schabelitz, dopo aver pubblicato la seconda edizione del Das Liebeskonzil , si rifiutò invece di pubblicare i diari di Amberg. Così Panizza decise di diventare l'editore di se stesso e fondò le "Verlag Zuercher Diskussionen", ma anche un giornale, Zuercher Diskussionen: Flueblaetter aus dem Gesamtgebiet des modernen Lebens. Naturalmente, facendo l'editore di se stesso, molti articoli da lui redatti venivano pubblicati con degli pseudonimi: in particolare, tra i titoli più bizzarri sono da segnalare "Una discussione psicopatologica su Cristo", "Il maiale nei suoi aspetti poetici, mitologici e cultural-storici".  

Ma, come sottolinea anche Peter Brown, <<quello che emerge in questi scritti del suo periodo svizzero, è la graduale disintegrazione mentale del loro autore, come risulta dalle sue preoccupazioni di essere divenuto folle>>. La paura di impazzire è evidente in un'opera del 1898, Psychopathia Criminalis, il cui sottotitolo così recita: "Istruzioni per delucidare psichiatricamente e determinare scientificamente le malattie mentali riconosciute necessarie dalla Corte. Per medici, profani, giuristi, custodi, ufficiali amministrativi, ministri, ecc.". Grazie alla propria erudizione psichiatrica, Panizza intendeva dimostrare che la libertà di pensiero non era altro che una forma di psicosi criminale che doveva essere assolutamente perseguita a tutti i livelli. Il libello così finiva: <<Il pericolo è qui. E' imminente. E con la tendenza costantemente in evoluzione di disturbi mentali politici nel Mondo Occidentale diverrà ben presto chiaro che siamo messi di fronte ad una delle epidemie più pericolose e diffuse nelle masse, e che è arrivato il tempo di gridare ai monarchi "Principi d'Europa, vigilate sui vostri possedimenti più sacri!">>. Si può pensare che l'espressione da lui usata di 'tendenza progressivamente in evoluzione' a proposito delle malattie mentali, non avesse un senso riferito esclusivamente all'uso di satira politica, a cui  il pamphlet manifestamente era destinato. 

In Nero, una tragedia in cinque atti, tratteggia la figura di Nerone come quella di uno psicopatico. 

Ma già nel 1898 Panizza viene espulso dalla Svizzera a seguito della denuncia di una prostituta di 15 anni, Olga, che era stata da lui adoperata come modella per delle fotografie di nudo. All'atto dell'espulsione, Oskar paranoicamente sfidò il Kaiser Wilhelm II ,  "la grande persona ignota che in realtà causò la mia espulsione da Zurigo" e lo invitò a denunciarsi. 

Da Zurigo partì per la Francia. A Parigi trascorse sei anni, ma oramai la sua produttività letteraria si era grandemente scemata. Per qualche altro anno continuò a pubblicare le Zuercher Diskussionen, ma gli abbonamenti continuavano a ridursi, e nel 1902 le pubblicazioni cessarono per sempre. A Parigi, Oskar Panizza diede alle stampe l'ultimo suo libro, Parisjana, una raccolta di poesie che pubblicò a proprie spese, denotando questo fatto l'isolamento sociale ed intellettuale in cui la sua vita si caratterizzava nella capitale francese. Ancor più significativo di tale penosa condizione esistenziale è il seguente episodio: il libro venne pubblicato con una dedica a Conrad, salutato da Panizza come il padre della letteratura tedesca moderna, ma il sodale di un tempo respinse pubblicamente una tale dedica. La reazione di Conrad si può comprendere se si esamina il contenuto dell'opera: un'aspra polemica contro il Kaiser Guglielmo II, additato come il nemico pubblico dell'umanità e della cultura. 

Intanto, poiché a Parigi le condizioni economiche di Oskar non gli permettevano alcuna forma di auto-sostentamento, nella primavera del 1901 egli, pur consapevole di essere stato in Patria condannato in contumacia, decide di tornare in Germania. Fu condannato a quattro mesi di prigione, dopo i quali fu inviato in una clinica psichiatrica dove passò sei settimane:  ironia della sorte, si trattava della stessa clinica in cui aveva lavorato come psichiatra dal 1882 al 1884. Fu diagnosticata una forma di paranoia cronica. Dopo la dimissione e lo sconto della pena, tornò a Parigi il 28 agosto dello stesso anno, dopo aver ottenuto nuove somme di danaro dai familiari. 

Nel rinnovato isolamento dell'esilio parigino Oskar Panizza iniziò a sperimentare le allucinazioni uditive. Pensava inoltre che il governo tedesco lo spiasse in continuazione e, grazie a dei detectives francesi, gli rendesse la vita sempre più misera. Inoltre, altra sua convinzione delirante era quella della  cospirazione  incessante  perchè egli fosse costretto a sposarsi. L'intensificarsi dei fenomeni allucinatori lo condusse a chiedere il ricovero al Kreisirrenanstalt di Monaco. Tuttavia, apparentemente per mancanza di posti, fu indirizzato alla clinica privata di Neu-Friedenheim dove però non accettò di ricoverarsi in quanto non riconosceva la natura patologica dei fenomeni da lui manifestati.

Gli ultimi 3 mesi di vita che gli restavano prima di essere istituzionalizzato  Panizza li trascorse in una modesta stanza a Feilitzschastrasse 59. Evitava la vita della città ed i vecchi amici, facendo solo lunghe passeggiate nel parco Englischer Garten. Col passar del tempo, i 'fischi' allucinatori non solo non sparirono, ma ad essi si aggiunsero dei 'suoni di flauto' dal timbro metallico. Egli aveva pensato al suicidio a Parigi, a Losanna ed alla clinica di  Neu-Friedenheim, ma il 9 ottobre, dopo non aver mangiato per un giorno intero, decise di farla finita. Scrisse le sue volontà e decise di impiccarsi  ad un albero dell' Englischer Garten. Ma, una volta salito sull'albero, fu sopraffatto dal terrore, e non portò a termine il progetto suicidario.

Il 19 ottobre  fu visto camminare nella Leopoldsrasse con la sola camicia addosso, fu chiamata la polizia che lo condusse al manicomio municipale.Un mese dopo, scrivendo le sue memorie autobiografiche, così Panizza annotava a proposito di questo episodio: "Il colpo ebbe successo".

Il Prof. Gudden, dopo aver esaminato Panizza, così scriveva: "Il comportamento del dr. Panizza negli anni passati ha provato a sufficienza che tutte le sue azioni ed attività sono state guidate da deliri sistematizzati di persecuzione, che come conseguenza di tali deliri egli ha ripetutamente cambiato residenza, trasformato il suo stile di vita in quello di uno senza fissa dimora, di un rifugiato braccato, che a fatica riesce a mangiare e che vede ognuno come nemico, che percepisce e interpreta tutti i fenomeni in una maniera patologica". Concluse il suo giudizio, affermando che il paziente era incapace di costruire un qualsiasi giudizio che fosse libero da deliri, per cui secondo il diritto civile andava considerato come un alienato. Il suo collega, dott. Ungemach, si dichiarò d'accordo col prof. Gudden, così come il Dr. Wurzburger, nel cui manicomio, lo "Herzoghoehe" Panizza fu ricoverato volontariamente il 5 febbraio 1905. In questo manicomio Panizza morì il 28 settembre 1921 e fu sepolto nel cimitero municipale di Bayreuth.

 

 

 


Per una BIBLIOGRAFIA DI OSKAR PANIZZA (1853-1921) si consulti quella compilata da Peter Brown sul sito  http://www2.newpaltz.edu/~brownp/panizza/OP-lifeandworks.htm 

 

 

 

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