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Oskar
Panizza nacque il 12 novembre 1853, poco dopo che i suoi
genitori si erano trasferiti da Wurzburg a Bad Kissingen. Sua madre,
Mathilde, era una prolifica scrittrice, discendente di una famiglia
di aristocratici ugonotti che si stabilì a Wurzburg nel XVII
secolo. Il padre di Oskar, Karl, proveniva da una famiglia di
pescatori di Bellagio, sul Lago di Como. Oskar descrisse il padre
come una persona "passionale, eccentrica, irascibile, ed un
bravo uomo di mondo; un povero amministratore delle faccende
familiari".
Oskar ebbe una sorella maggiore, Maria, e, dopo di lei i fratelli
più grandi furono, in ordine di genitura, Felix e Karl,
mentre dopo Oskar nacque Ida, due anni più piccola di Oskar,
che divenne cieca a 20 anni. Come Oskar, anche Ida ebbe una vita
difficile e morì nel 1922, un anno dopo Oskar.
Un elemento molto importante della storia familiare di Oskar
furono i conflitti religiosi, tra una componente familiare cattolica
ed un'altra protestante. Tali conflitti investirono a vari livelli
le varie generazioni. La madre Mathilde fu battezzata come cattolica
grazie ad un sotterfugio di suo padre, che venne meno ad un
contratto stipulato con sua moglie. Ma dopo la morte del padre,
Mathilde ritornò alla religione materna, la confessione
protestante. Anche le nozze di Mathilde con Karl costituirono una
riedizione di conflitti religiosi. Ed, infine, la morte di Karl, il
padre di Oskar, nel 1855 fu un altro momento di solenni promesse
che Mathilde fece al marito in punto di morte affinché i
figli restassero nella fede cattolica; salvo poi, a costo di finire
in prigione, lottare strenuamente per ottenere dal re di Baviera il
permesso di allevare i figli nella fede protestante.Tutto questo
sembra importante per comprendere come Oskar Panizza, lungo tutta la
sua vita, fu costantemente al centro di aspre battaglie con le
autorità religiose, in particolare con quelle cattoliche. Secondo
Peter Brown, la sua attività letteraria sarebbe stata un tentativo
di vendicare le sofferenze e le umiliazioni patite dall'amata madre.
In tema di familiarità psichiatrica, lo stesso Oskar, in un suo
scritto autobiografico del 1904, ammetteva l'importanza per lo
sviluppo della propria personalità, di una serie di casi
psichiatrici provenienti dal lato materno della sua famiglia.
Egli scrisse :<<Oskar Panizza ... proviene da una famiglia con
tare genetiche>>. Uno dei fratelli della madre aveva sofferto
di "follia religiosa", un altro zio si suicidò da
giovane, una zia fu descritta come ' mentalmente strana ed alquanto
ritardata'.
L'infanzia di Oskar fu caratterizzata da una relazione molto
stretta con la madre e dalla perdita del padre quando aveva solo due
anni. La nascita di Oskar tra l'altro coincise con una malattia
potenzialmente fatale della madre. Oskar cresceva un pò di ritardo,
imparò a leggere con difficoltà (tanto che i fratelli lo
apostrofavano 'sciocco') ed era
un bambino introverso, un sognatore dall'immaginazione
vivace. All'età di dodici anni, in coincidenza col morbillo, ebbe
un episodio di sonnambulismo. Egli, più tardi, attribuì un
significato profetico a tale esperienza, come affermò nel suo
scritto autobiografico del 1904 (quando aveva 50 anni).
All'età di 17 anni si trasferì a Monaco di Baviera per
iscriversi al Ginnasio. Fu però bocciato al primo anno, ed allora
egli disse alla madre che avrebbe voluto lasciare la scuola perchè
non avrebbe mai realizzato il desiderio materno di diventare un uomo
di chiesa, ma che avrebbe voluto fare il cantante o almeno
l'uomo d'affari. Ma la madre insistette perchè terminasse gli studi
mentre studiava musica. Ma Oskar, pur cedendo inizialmente
all'autorità materna, dedicava in realtà il suo tempo alle
attrattive ed ai divertimenti che la metropoli bavarese offriva,
continuando a coltivare solo i suoi interessi musicali. Quando Oskar
aveva già 20 anni, la madre andò a trovarlo a Monaco, ed oramai
insofferente di tutto il denaro che il figlio dissipava in
quell'ambiente, risolutamente lo portò via con sé a Kissingen.
Dopo un periodo di convivenza difficile con la madre, Oskar accettò
di andare a lavorare a Norimberga col fratello Karl. Un altro
fallimento costrinse la madre ad accettare l'idea che Oskar potesse
tornare a Monaco a dedicarsi agli studi musicali. Dopo il servizio
militare, apparentemente più responsabile nei confronti della sua
vita futura, accettò di riprendere gli studi ginnasiali fino al
diploma, conseguito all'età di 24 anni. Oramai aveva abbandonato
gli studi musicali, e decise di iscriversi alla facoltà di medicina
di Monaco. Pur essendo il suo tempo oramai completamente assorbito
dagli studi medici (il Professor Von Ziemssen lo volle come suo
assistente), tuttavia fu da studente universitario che contrasse la
sifilide, verosimilmente da una prostituta.
Più tardi questa malattia si manifesterà sotto forma di 'gomma'
alla tibia destra, che non guarirà mai. La sifilide aleggerà nelle
sue opere letterarie come il dono diabolico di un Dio impotente.
Nel 1880, Oskar si laurea in Medicina discutendo la tesi: "Uber
Myelin, Pigment, Epithelien und Micrococcen im Sputum". L'anno
successivo parte per Parigi per un aggiornamento delle sue
conoscenze mediche. Ma in Francia, più che dedicarsi alla visita di
ospedali, si mise a studiare la letteratura francese, soprattutto il
teatro drammatico, un genere a cui si dedicherà egli stesso
raggiungendo una notevole fama.
Foto: una rappresentazione de "Il Concilio d'Amore" di O.
Panizza
Nel 1882, Oskar torna a Monaco per essere assunto in qualità di IV.
Assistenzarzt nel manicomio di Monaco (Oberbayerische
Kreis-Irrenanstalt). Tuttavia tale impiego non durò molto in
quanto una serie di fattori (la sua salute cagionevole, i rapporti
tesi col suo superiore, il dott. Gudden, nonché il desiderio di
dedicarsi alla letteratura) lo portarono a licenziarsi dopo solo due
anni. Secondo Brown, il contatto protratto con i pazienti
psicotici manicomiali, ma anche una certa confusione e le
frustrazioni della propria vita privata, avrebbero giocato un ruolo
rilevante nel determinare uno stato depressivo che durò almeno un
anno. Fu tale profonda depressione a portarlo, da una parte, ad
abbandonare quasi completamente la pratica medica, e dall'altra a
trovare nella scrittura e nella creazione letteraria quella risorsa
interiore fondamentale, che Panizza avrebbe scoperto proprio
in quel periodo come mezzo per riacquistare e mantenere la propria
salute mentale. La prima opera letteraria, una raccolta di versi
intitolata Dustre Lieder, fu inviata all'editore nel 1885:
precedentemente a questa vera opera prima (cui attese per circa un
anno) aveva scritto dei componimenti, ma senza la consapevolezza
della sua missione letteraria. Significativamente, il primo
componimento che in assoluto Panizza scrisse, fu una poesia dedicata
alla madre, nel 1871 in occasione del suo 50° compleanno: Oskar
dipenderà da lei economicamente durante tutta la sua carriera
letteraria.
Nel 1885 partì per Londra dove stette un anno a studiare la
letteratura inglese. Al ritorno a casa, nel 1886, pubblicò i Londoner
Lieder che al pari dell'opera prima non riscossero alcun
successo nè di critica né di lettori. Una terza opera poetica, Legendaeres
und Fabelhaftes (1889), concluse la prima fase 'poetica' della
sua carriera, che si sarebbe in seguito dedicata alla prosa. La
prima opera narrativa fu Dummrungsstuche (1890),
caratterizzata da storie ambientate in una zona di confine tra giorno e
notte, tra realtà e fantasia, tra normalità e follia. Non a caso
l'opera era dedicata ad E.A. Poe, ma anche E.T.A. Hoffmann può
avegli ispirato un certo gusto del grottesco, come quando egli
descrive la produzione di massa di esseri umani perfetti in una
fabbrica di Meissen oppure una visita sulla Luna dove gli abitanti
delle classi meno agiate abitano in una capanna decrepita e
sopravvivono grazie a provviste di formaggio olandese, o anche
quando rappresenta una passione di Cristo recitata da bambole di
cera ad una fiera. Fu questa la prima opera letteraria ad avere una
qualche eco: fu dopo la sua pubblicazione che Oskar conobbe Michael
Georg Conrad che era il direttore editoriale dell'influente rivista Die
Gesellschaft in cui Panizza avrebbe pubblicato numerosi articoli
negli anni seguenti. Fu proprio in una delle conferenze organizzate
dalla rivista di Conrad che il 20 marzo 1891 Oskar tenne una lettura
di un suo scritto destinato a divenire celebre: Genie und
Wahnsinn.
Foto: Cesare Lombroso
Ispirandosi all'idea di Lombroso che il genio è frequentemente
solo, malato, povero, molto vicino alla follia, ma che grazie alle
sue facoltà creative può mantenere uno stato mentale sano. Ma
nonostante questi debiti al fondatore della Criminologia, Panizza
trattò con una certa originalità di pensiero temi quali le
allucinazioni, la psicosi, gli effetti dell'Haschisch, il fondamento
'allucinatorio' delle religioni.
Una seconda lettura che tenne sotto gli auspici della Gesellschaft
il 2 dicembre 1891 fu più tardi pubblicata col titolo Gegen
Pruderie and Luge. Panizza in essa contestò l'opinione che
nella letteratura tedesca contemporanea ci fosse una degenerazione
dei valori morali, e dimostrò questa sua tesi raccogliendo
testimonianze letterarie dal Medioevo in poi, citando gli scrittori
che avevano trattato della 'tempesta dell'amore fisico'. Con
uno stile retorico incisivo così argomentava la sua tesi:<<
Sì, Signore e Signori, tutta la letteratura tedesca, che abbiamo
passato in rassegna, è un'unica catena di sensualità>>. E
più oltre:<< Non possiamo comandare l'amore. E' l'amore che
ci comanda. E' la 'summa lex' e la 'suprema voluntas'!- L'amore
tedesco non può venir regolamentato per decreto a Potsdam!>>.
Il parlare francamente di sessualità da parte di Panizza fu
naturalmente occasione di numerose censure ufficiali: all'epoca
c'erano davvero pochi scrittori tedeschi a trattare di
masturbazione, omosessualità, ermafroditismo, ecc..
Ma fu soprattutto il suo scritto Das Verbrechen in
Tavistock-Square" ad attirarsi gli strali della
Legge.
Il suo realismo nel descrivere pratiche onanistiche gli costarono
il sequestro da parte della polizia, mentre l'autore fu citato in
giudizio.
Al 1892 risale un suo articolo sulla prostituzione apparso su Die
Gesellschaft. In esso egli passa in rassegna il fenomeno della
prostituzione nelle varie epoche storiche. Sebbene egli consideri la
Donna come seduttrice e tentatrice (le influenze luterane sono
evidenti), tuttavia egli considera la prostituzione <<naturale
e necessaria quanto il matrimonio, e certamente più antica>>.
In questo trattare rispettosamente le prostitute, verosimilmente si
cela una sua simpatia per coloro che sarebbero state le uniche sue
partners eterosessuali (Brown).
Un'opera successiva, Aus dem Tagebuch eines Hundes, apparve
nel 1893 nella raccolta Visionen. Il soggetto è quello di un
diario tenuto da un cane, in cui l'animale annota le assurde
complicazioni della vita cittadina. Nel 1893 scrisse un articolo
sull'eugenetica Prolegomena zum Preisausschreiben: Verbesserung
unserer Rasse. Un certo edonismo ateo informa di sè
quest'opera: l'eugenetica come mezzo per 'purificare' la razza
costituisce la sua tesi che fa propri tutti i pregiudizi contemporanei e più antichi (da Lutero a Wagner) sulla questione 'razziale'.
A proposito degli ebrei egli dichiara: <<Con la loro decisa
bruttezza e decrepitezza, sono indubbiamente inferiori ... alla
razza Teutonica. Ma la loro mente è tanto meglio sviluppata,
specialmente in una sola direzione, quella mercenaria>>.
Nel 1893, con la pubblicazione di Die unbefleckte Empfangnis
der Papste, Panizza inaugurò una dura polemica anti-cattolica
che doveva portarlo dopo due anni in carcere. Nel suo stile
paradossale egli sosteneva l'intenzione di <<estendere il
dogma dell'Immacolata Concezione della Vergine, proclamato da Pio IX
nel 1894, ai papi, con tutte le conseguenze embriologiche,
antropologiche, e teologiche...>>. Stando al frontespizio, che
portava lo stemma pontificio, l'imprimatur del Vaticano, nonché una
dedica a Leone XIII, il libro era attribuito ad un certo
frate spagnolo di nome Martin, mentre il nome di Oskar Panizza
compariva solo in qualità di traduttore nella lingua tedesca.
Nonostante l'evidente carattere burlesco di tutto ciò, ci fu chi lo
attribuì ad un gesuita.
Il 1894 rappresenta l'esordio di Oskar Panizza nella scrittura
drammaturgica. La sua prima opera teatrale fu Der heilige
Staatsanwalt, un'opera in cui si fondevano i suoi due maggiori
interessi, la sessualità e la religione. Si tratta di un processo
ad una prostituta, Lust, accusata da quattro testimoni, 'Bontà
Eterna', 'Verità', 'Bellezza' e 'Moralità'. ma in suo soccorso
arriva un testimone straordinario, Martin Lutero. Egli pronuncia un
sermone in difesa della prostituta, quindi lascia l'aula di
tribunale in mezzo agli applausi del pubblico.
Ma l'opera che senza dubbio diede la massima notorietà a Panizza,
Das Liebeskonzil (Il Concilio d'Amore), fu pubblicata
in quello stesso anno a Zurigo. L'autore usò lo stesso pseudonimo
del Die unbefleckte Empfangnis der Papste, ed il sottotitolo
così recitava: "Una celestiale tragedia in cinque atti".
L'opera teatrale, la seconda in ordine cronologico di Oskar Panizza,
tratta dell'origine della sifilide come vendetta di Dio sulle sue
creature iperattive sessualmente, ed in particolar modo contro
quelle presenti alla corte del papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia).
Una rappresentazione del Liebeskonzil di Oskar Panizza.
L'opera rappresenta molto realisticamente i dissoluti
intrattenimenti che si svolgevano a corte, mentre ancora più
provocatorio per l'epoca è il modo con cui sono ritratti Dio,
Cristo e la Madonna. Dio era un vecchio decrepito dalle 'affettuosità'
morbose per un cherubino, Gesù era uno scemotto, eternamente
sofferente, con problemi di 'fissazione edipica', Maria una
donna affamata di sesso. Tra le scene più 'choquants' dell'intera
opera, Panizza aveva previsto che il primo atto finisse con
una fumata di cannabis da parte di tutti e tre i personaggi 'sacri'.
E' inutile passare qui in rassegna le contrastanti critiche che il
variegato mondo letterario indirizzò all'opus magnum di
Oskar Panizza. Già all'inizio del 1895, comunque, l'opera fu
sequestrata, e Panizza fu denunciato per violazione del par. 166 del
Reichsstrafgesetzbuch (oltraggio alla religione). Dal testo
di una cartolina inviata a Max Halbe il 15 febbraio 1895, appare
chiaro che Oskar fosse consapevole delle scarse possibilità che
aveva di evitare la prigione. Ma, nonostante ciò, egli comunque
decise di sottoporsi all'intero procedimento penale a suo carico,
non accontentando i suoi amici che lo invitavano a fuggire
all'estero. Il processo si concluse con la condanna ad un anno di
prigione e con la distruzione delle copie del Das Liebeskonzil.
Dapprima Oskar fu rinchiuso nel carcere di Norimberga, poi fu
trasferito in quello di Amberg per motivi di salute (peggioramento
delle lesioni luetiche alla gamba destra). I suoi familiari
promossero delle istanze di scarcerazione sulla base dei disturbi
psichiatrici di Oskar. Nelle sue note autobiografiche del 1904,
Panizza ricorda il colloquio a cui fu sottoposto per stabilire la
sua 'sanità mentale': alla domanda 'siete voi malato di mente?',
l'interessato rispose 'no', e l'istanza dei parenti fu quindi
respinta. Ci fu anche una contrapposizione sulla questione della
'sanità mentale' tra i periti ed il medico del carcere, il quale si
espresse per l'assenza di malattia mentale nel condannato.
Durante l'anno di prigionia, Panizza riuscì a continuare a
scrivere: il Dialoge im Geiste Huttens, ed il diario dal
titolo Ein Jahr Gefaengnis vennero scritti in carcere.
Comunque, dalle testimonianze di Lippert, un religioso che
svolgeva il suo servizio nel carcere di Amberg, nonchè da alcuni
brani del suo diario, emerge che l'ambiente penitenziario minò
sensibilmente le condizioni psichiche di Oskar anche se non ci sono
prove che in carcere avesse sviluppato deliri sistematizzati di tipo
persecutorio.
Panizza venne liberato lo 8 agosto 1896 e si recò a Monaco.
Dalla testimonianza di un amico, Weinhoppel, risulta un uomo
trasformato:<< Era diventato alquanto pallido e magro,
eppure sembrava gioviale e di buon umore. Ma parlando con lui da
solo, subito notai il drastico cambiamento che avevano prodotto le
ore grigie passate in prigione. Invece di un pensatore era diventato
uno che rimugina, al posto di uno che ha conoscenze era diventato
uno che ha dubbi, anzichè uno che ride si era trasformato in uno
che sogghigna. La sua voce sommessa ed i suoi occhi facili al pianto
stavano in stridente contrasto con l'atmosfera inebriante e con la
chiassosa allegria delle ore passate al Ratskeller di Monaco>>.
Il 15 ottobre 1896 Panizza lasciò Monaco di Baviera, deciso a
emigrare in Svizzera ed a diventare cittadino elvetico. Si
stabilisce a Zurigo. Oramai Monaco gli era divenuta invisa a causa
dell'influenza delle autorità cattoliche nella capitale
bavarese.
Intanto a Zurigo l'editore Schabelitz, dopo aver pubblicato la
seconda edizione del Das Liebeskonzil , si rifiutò invece di
pubblicare i diari di Amberg. Così Panizza decise di diventare
l'editore di se stesso e fondò le "Verlag Zuercher
Diskussionen", ma anche un giornale, Zuercher Diskussionen:
Flueblaetter aus dem Gesamtgebiet des modernen Lebens. Naturalmente,
facendo l'editore di se stesso, molti articoli da lui redatti
venivano pubblicati con degli pseudonimi: in particolare, tra i
titoli più bizzarri sono da segnalare "Una discussione
psicopatologica su Cristo", "Il maiale nei suoi aspetti
poetici, mitologici e cultural-storici".
Ma, come sottolinea anche Peter Brown, <<quello che emerge
in questi scritti del suo periodo svizzero, è la graduale
disintegrazione mentale del loro autore, come risulta dalle sue
preoccupazioni di essere divenuto folle>>. La paura di
impazzire è evidente in un'opera del 1898, Psychopathia
Criminalis, il cui sottotitolo così recita: "Istruzioni
per delucidare psichiatricamente e determinare scientificamente le
malattie mentali riconosciute necessarie dalla Corte. Per medici,
profani, giuristi, custodi, ufficiali amministrativi, ministri,
ecc.". Grazie alla propria erudizione psichiatrica, Panizza
intendeva dimostrare che la libertà di pensiero non era altro che
una forma di psicosi criminale che doveva essere assolutamente
perseguita a tutti i livelli. Il libello così finiva: <<Il
pericolo è qui. E' imminente. E con la tendenza costantemente in
evoluzione di disturbi mentali politici nel Mondo Occidentale
diverrà ben presto chiaro che siamo messi di fronte ad una delle
epidemie più pericolose e diffuse nelle masse, e che è arrivato il
tempo di gridare ai monarchi "Principi d'Europa, vigilate sui
vostri possedimenti più sacri!">>. Si può pensare che
l'espressione da lui usata di 'tendenza progressivamente in
evoluzione' a proposito delle malattie mentali, non avesse un senso
riferito esclusivamente all'uso di satira politica, a cui il
pamphlet manifestamente era destinato.
In Nero, una tragedia in cinque atti, tratteggia la figura
di Nerone come quella di uno psicopatico.
Ma già nel 1898 Panizza viene espulso dalla Svizzera a seguito
della denuncia di una prostituta di 15 anni, Olga, che era stata da
lui adoperata come modella per delle fotografie di nudo. All'atto
dell'espulsione, Oskar paranoicamente sfidò il Kaiser Wilhelm II
, "la grande persona ignota che in realtà causò la mia
espulsione da Zurigo" e lo invitò a denunciarsi.
Da Zurigo partì per la Francia. A Parigi trascorse sei anni, ma
oramai la sua produttività letteraria si era grandemente scemata.
Per qualche altro anno continuò a pubblicare le Zuercher
Diskussionen, ma gli abbonamenti continuavano a ridursi, e nel
1902 le pubblicazioni cessarono per sempre. A Parigi, Oskar
Panizza diede alle stampe l'ultimo suo libro, Parisjana, una
raccolta di poesie che pubblicò a proprie spese, denotando questo
fatto l'isolamento sociale ed intellettuale in cui la sua vita si
caratterizzava nella capitale francese. Ancor più significativo di
tale penosa condizione esistenziale è il seguente episodio: il
libro venne pubblicato con una dedica a Conrad, salutato da Panizza
come il padre della letteratura tedesca moderna, ma il sodale di un
tempo respinse pubblicamente una tale dedica. La reazione di Conrad
si può comprendere se si esamina il contenuto dell'opera: un'aspra
polemica contro il Kaiser Guglielmo II, additato come il nemico
pubblico dell'umanità e della cultura.
Intanto, poiché a Parigi le condizioni economiche di Oskar non
gli permettevano alcuna forma di auto-sostentamento, nella primavera
del 1901 egli, pur consapevole di essere stato in Patria condannato
in contumacia, decide di tornare in Germania. Fu condannato a
quattro mesi di prigione, dopo i quali fu inviato in una clinica
psichiatrica dove passò sei settimane: ironia della sorte, si
trattava della stessa clinica in cui aveva lavorato come psichiatra
dal 1882 al 1884. Fu diagnosticata una forma di paranoia cronica.
Dopo la dimissione e lo sconto della pena, tornò a Parigi il 28
agosto dello stesso anno, dopo aver ottenuto nuove somme di danaro
dai familiari.
Nel rinnovato isolamento dell'esilio parigino Oskar Panizza
iniziò a sperimentare le allucinazioni uditive. Pensava inoltre che
il governo tedesco lo spiasse in continuazione e, grazie a dei
detectives francesi, gli rendesse la vita sempre più misera.
Inoltre, altra sua convinzione delirante era quella della
cospirazione incessante perchè egli fosse costretto a
sposarsi. L'intensificarsi dei fenomeni allucinatori lo condusse a
chiedere il ricovero al Kreisirrenanstalt di Monaco.
Tuttavia, apparentemente per mancanza di posti, fu indirizzato alla
clinica privata di Neu-Friedenheim dove però non accettò di
ricoverarsi in quanto non riconosceva la natura patologica dei
fenomeni da lui manifestati.
Gli ultimi 3 mesi di vita che gli restavano prima di essere
istituzionalizzato Panizza li trascorse in una modesta stanza
a Feilitzschastrasse 59. Evitava la vita della città ed i
vecchi amici, facendo solo lunghe passeggiate nel parco Englischer
Garten. Col passar del tempo, i 'fischi' allucinatori non solo non
sparirono, ma ad essi si aggiunsero dei 'suoni di flauto' dal timbro
metallico. Egli aveva pensato al suicidio a Parigi, a Losanna ed
alla clinica di Neu-Friedenheim, ma il 9 ottobre, dopo
non aver mangiato per un giorno intero, decise di farla finita.
Scrisse le sue volontà e decise di impiccarsi ad un albero
dell' Englischer Garten. Ma, una volta salito sull'albero, fu
sopraffatto dal terrore, e non portò a termine il progetto
suicidario.
Il 19 ottobre fu visto camminare nella Leopoldsrasse con la
sola camicia addosso, fu chiamata la polizia che lo condusse al
manicomio municipale.Un mese dopo, scrivendo le sue memorie
autobiografiche, così Panizza annotava a proposito di questo
episodio: "Il colpo ebbe successo".
Il Prof. Gudden, dopo aver esaminato Panizza, così scriveva:
"Il comportamento del dr. Panizza negli anni passati ha
provato a sufficienza che tutte le sue azioni ed attività sono
state guidate da deliri sistematizzati di persecuzione, che come
conseguenza di tali deliri egli ha ripetutamente cambiato residenza,
trasformato il suo stile di vita in quello di uno senza fissa
dimora, di un rifugiato braccato, che a fatica riesce a mangiare e
che vede ognuno come nemico, che percepisce e interpreta tutti i
fenomeni in una maniera patologica". Concluse il suo
giudizio, affermando che il paziente era incapace di costruire un
qualsiasi giudizio che fosse libero da deliri, per cui secondo il
diritto civile andava considerato come un alienato. Il suo collega,
dott. Ungemach, si dichiarò d'accordo col prof. Gudden, così come
il Dr. Wurzburger, nel cui manicomio, lo "Herzoghoehe"
Panizza fu ricoverato volontariamente il 5 febbraio 1905. In questo
manicomio Panizza morì il 28 settembre 1921 e fu sepolto nel
cimitero municipale di Bayreuth.
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