FUTUROSCUOLA

COORDINAMENTO SPONTANEO GENITORI E INSEGNANTI DI COLLEGNO


ANALISI E RIFLESSIONI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RIFORMA DELLA SCUOLA DEL MINISTRO LETIZIA MORATTI e sulle proposte di costituzione degli organici del personale docente prevista dal MIUR per il Piemonte per l'anno scolastico 2002/2003 (taglio di 560 posti):



La legge 10 febbraio 2000, n° 30, legge di riforma della scuola approvata nella precedente legislatura, alla quale peraltro non era stata data ancora attuazione, è stata abrogata.
Nella seduta del 14/03/2002 il Consiglio dei Ministri approva il ddl della Moratti: Delega al governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale.

COSA CAMBIERÀ?

A) Scuola dell'infanzia
- Anticipo dell'ingresso nella scuola dell'infanzia: 2 anni e 5 mesi !!!
- Numero complessivo di alunni maggiore di 20 in tutti gli ordini di scuola e si alza il tetto massimo di alunni

Riflessioni e perplessità:

- Quali motivazioni pedagogiche e istituzionali richiedevano queste modifiche all'attuale impianto della Scuola dell'Infanzia? Una scuola giudicata da tutti gli osservatori internazionali come tra le migliori del mondo!!! Ci sono motivazioni educative sostenibili, psicologiche e pedagogiche, circa questo anticipo? Non si rischia di sollecitare forzature sui tempi e sugli apprendimenti formali a scapito di una più ampia attenzione ai processi di crescita educativa e formativa delle bambine e dei bambini?
- Tali cambiamenti inducono forzatamente la nascita di nuove figure professionali, l'esigenza di ristrutturazione di spazi, di rinnovamento e arricchimento di sussidi e materiali, la richiesta di nuove competenze per gli attuali operatori. Quando tutto ciò arriverà? Chi se ne farà carico? Quale finanziaria ha previsto la disposizione di fondi straordinari in questo senso?
- Sarà scuola dell'infanzia o nursery, vecchio asilo dei piccoli, con compiti ridotti all'assistenza, a discapito dell'identità pedagogica e della valenza formativa che la Scuola dell'Infanzia si è faticosamente conquistata? Sarà ancora possibile attuare le disposizioni, i suggerimenti, le attività e gli obiettivi indicati dai validissimi e ancora attuali Orientamenti del 1990?
- Occorre che i genitori non scambino questa accelerazione per una promozione e un riconoscimento delle capacità intellettuali dei propri figli. E in ogni caso occorre ricordare che i bambini a 2 anni e 6 mesi al nido avrebbero avuto un rapporto educatore-bambini di 1 a 6/8 e non certo di 1 a 28!!!

PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE: aggregazione della scuola elementare e media in un primo ciclo.

B) Scuola primaria
- Ingresso nella scuola elementare: 5 anni e 5 mesi ( è previsto che alla scuola primaria si iscrivano le bambine e i bambini che compiono 6 anni di età entro il 31 agosto; possono iscriversi anche le bambine e i bambini che li compiono entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento)
- Scompare l'esame di quinta
- Il quinquennio viene scomposto in 1+2+2
- Cancellato completamente l'insegnamento della seconda lingua nei primi tre anni
- Si generalizzerebbe il modello organizzativo di 4 insegnanti su 3 classi
- Previste classi con più di un alunno in situazione di handicap (e certo solo un insegnante di sostegno!)
- Numero complessivo di alunni maggiore di 20 in tutti gli ordini di scuola e si alza il tetto massimo di alunni

Riflessioni e perplessità:

- Con la possibilità di accedere alla scuola elementare per bambini dai 5 ai 7 anni di età si rischia di creare una forte disomogeneità nella classe e una maggiore difficoltà nel rispettare i tempi evolutivi di ciascuno; non solo ma l'anticipo rischia di mettere in difficoltà l'ambiente educativo della scuola elementare, impreparato ad accogliere bambini di 5 anni e mezzo e con minore disponibilità di spazi di flessibilità didattica (rispetto alla scuola dell'infanzia).
- Il primo anno viene indicato come indirizzato al raggiungimento della strumentalità di base. Ma il concetto di alfabetizzazione strumentale non era stato superato già da tempo con quello di alfabetizzazione culturale (che pone il possesso degli strumenti linguistici e matematici al servizio dello sviluppo del pensiero, dell'alimentazione dei processi cognitivi) ?
- Circa i due bienni, oscuro appare l'assetto curricolare: esistono ancora gli ambiti disciplinari? Ci sembra che l'intero repertorio disciplinare sia rimandato al triennio successivo (ex scuola media).
Comunque il ddl non specifica i contenuti dei due bienni; elemento che si ritiene invece fondamentale venga chiarito da subito, per dimostrare il senso di questo mutamento.
- Il testo del ddl prevede che una quota tempo-scuola, ancora da precisare (la Commissione tecnica Bertagna aveva proposto la soglia di 25 ore settimanali, lasciando la quota rimanente di 10 ore per attività laboratoriali con una aperta negoziazione con gli utenti della scuola ed il territorio e libertà degli utenti di avvalersene!!), venga riservata alla potestà della Regione, per introdurre approfondimenti culturali legati ai diversi contesti regionali. Abbiamo forti perplessità circa questa interpretazione localistica e generica. Quale percentuale o quota sarà riservata agli Enti locali? Quali saranno le modalità di organizzazione e di realizzazione? Con quali fondi gli Enti locali affronteranno questi maggiori oneri verso la scuola del proprio territorio? Che fine ha fatto l'autonomia scolastica?
Proprio dialettica tra quota nazionale del curricolo (i Piani di studio redatti dal Ministro) e quota regionale (i saperi aggiuntivi e/o integrativi proposti dagli Enti locali) sembra seppellire la scuola dell'autonomia, che stava finalmente trovando, in questi ultimi anni, una propria caratterizzazione e un proprio equilibrio, tra esigenze nazionali e richieste locali.
Non è forse più corretto consegnare nelle mani della scuola la libera costruzione del proprio curricolo formativo? Nel ddl non si accenna mai al fatto che una quota dei percorsi curricolari spetti alle singole scuole.
- Si parla di prevedere come situazione normale la presenza di due portatori di handicap nella stessa classe: è perché ciò avrebbe una maggiore valenza formativa, o perché si vuole risparmiare il costo di un insegnante di sostegno, demandando in questo modo ai singoli Comuni (che se lo potranno permettere!?!) di intervenire con personale specializzato aggiuntivo.
- Questa riforma, oltre alla dimensione cognitiva, tiene in conto la dimensione formativa relativa ai processi relazionali? Quella cioè in cui si realizza l'interazione socio-affettiva, della comunicazione interpersonale e dei vissuti valoriali.

C) Scuola secondaria di primo grado
- Costituita da un biennio e un terzo anno che completa il percorso disciplinare e che assicura l'orientamento (!!!) e il raccordo con il secondo ciclo
- Questo ciclo si conclude con un esame di Stato
- Riduzione del tempo-scuola con necessaria ricaduta sulle discipline nuovamente retrocesse, le cosiddette Educazioni: educazione tecnica, educazione artistica, educazione musicale, educazione motoria.

Riflessioni e perplessità:

- L'impianto della ex scuola media, appena tratteggiato dal ddl, ci sembra molto generico e davvero poco chiaro. Rivolgiamo in ogni caso le nostre maggiori perplessità sul tema dell'orientamento. Un orientamento confinato al terzo anno che diventa di fatto fondamentale poiché l'alunno sarà tenuto a scegliere tra il sistema degli studi liceali e quello dell'istruzione e della formazione professionale. Si vara di fatto un sistema duale. E quale peso avrà il giudizio di orientamento finale ai fini della scelta dell'alunno e della sua famiglia?
- Può il terzo anno (gli alunni hanno circa 12-13 anni) davvero fungere da palcoscenico di orientamento pedagogico?
- Questo sistema duale rappresenta una canalizzazione tanto precoce quanto definitiva, esplicita rinuncia al ruolo dell'istruzione nella mobilità sociale: si favorisce la netta divisione tra studenti-studenti e studenti a perdere. Ciò impoverisce lo stesso positivo diritto all'istruzione e alla formazione fino al diciottesimo anno di età affermato nel disegno di legge. Una scolarizzazione unitaria fino a 16 anni forse meglio riuscirebbe a costruire uno zoccolo di formazione intellettuale e di maturazione personale che meglio garantirebbe le scelte future, non trasformando in discriminazione sociale e culturale le questioni della selezione e del merito.

Altri temi rilevanti circa il primo ciclo di istruzione.

RIDUZIONE DEL TEMPO SCUOLA E ABOLIZIONE DEL TEMPO PIENO. Il tempo pieno (elementari) e il tempo prolungato (medie) non possono essere cancellati con un colpo di spugna, come se niente fosse, come se rappresentassero una esperienza fallimentare. L'innovazione ha un senso quando affonda le sue radici in tutto ciò che di buono il passato ci offre!
Come riusciremo a fornire una più qualificata formazione culturale con meno tempo a disposizione per l'insegnamento-apprendimento e probabilmente con più allievi per classe? Dov'è l'innovazione e qual è il significato pedagogico nella separazione tra i saperi obbligatori (lingua, matematica, scienze, storia) e quelli facoltativi (informatica, attività espressive, musica). Ci sembra che il percorso delineato dalla Moratti non possa che prefigurare una scuola di tipo tradizionale, in cui la trasmissione del sapere avviene in maniera verticale, da insegnante ad allievo, senza tenere conto dunque delle riflessioni, delle teorizzazione psicologiche e pedagogiche, delle pratiche didattico-metodologiche degli ultimi anni.
Inoltre, rispetto al tempo di permanenza a scuola, possiamo davvero unificare in maniera così radicale le richieste e i bisogni delle famiglie italiane. Siamo certi che tutti potranno fruire di risorse formative oltre la scuola? E chi gestirà, e chi e come controllerà questi spazi di formazione che vengono tolti alla scuola?
Un'ultima osservazione: fermarsi e pranzare a scuola con i propri compagni, e avere uno spazio e un tempo di libera comunicazione, di confronto e di gioco, è per i nostri bambini, nell'attuale società, una esperienza-risorsa formativa di poco peso?
ORGANI COLLEGIALI (come da Decreti Delegati del 1974). Elaborati per la partecipazione attiva e democratica di insegnanti e genitori alla gestione e alla politica della scuola… sono già stati aboliti!!! Perché? Chi ne ha sancito il fallimento e/o l'inutilità?

SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE

D) Scuola secondaria
- Articolazione del ciclo secondario in 3 distinte filiere: i licei, l'istruzione professionale, la formazione professionale
- Il terzo canale formativo (accanto a licei e istituti) prevede che l'azienda si strutturi come ambito formativo
- Negate le autorizzazioni al funzionamento di corsi differenti nelle scuole superiori nel caso in cui il numero degli studenti consenta l'istituzione di solo due classi prime
- Verrebbero lasciati consistenti spezzoni orari senza abbinamenti ben sapendo che essi non possono più essere riunificati per costituire cattedre prima del conferimento delle supplenze annuali
Riflessioni e perplessità:

Una recente indagine di Confindustria ha rilevato l'insoddisfazione delle imprese per la sempre più scarsa competenza professionale posseduta dai giovani che escono dagli istituti tecnici. La riforma Moratti soddisfa Confindustria poiché è volta a potenziare i collegamenti con le imprese. Ciò attraverso un consistente snellimento del numero di discipline e dell'orario di insegnamento che in molti casi ha raggiunto le 40 ore settimanali. Nell'articolo 2 della legge delega Moratti si fa espresso riferimento a "esercitazioni pratiche, stage realizzati in Italia e all'estero, anche con periodi di inserimento nelle realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi". Questa novità comporta due distinti problemi:
- la formazione degli insegnanti
- la necessità che un gran numero di imprese sia disponibile (e incentivato) a collegarsi stabilmente con le scuole, realizzando contratti formativi concordati tra tutor aziendale e tutor scolastico
Certo lo stage, che realizza l'alternanza scuola-lavoro, sembrerebbe una grande occasione per avvicinare i giovani alla cultura d'impresa e le imprese ai giovani. 
Ci pare si debba però riflettere approfonditamente 
a) sul modello organizzativo (convenzione scuola-associazione industriali, consorzio scuola-centro di formazione-impresa ecc.); ciò perché tale percorso si configuri sotto la piena responsabilità della scuola e non certo dell'impresa (come rapporto di lavoro!); 
b) sulle modalità di finanziamento; deve essere chiaro (e non lo è) che il periodo che lo studente passa in azienda costituisce per l'azienda stessa un onere e che l'assistenza tutoriale (seria e organizzata) va imputata tra i costi dell'alternanza.
Ciò è realizzabile? Si sono fatte delle serie previsioni di spesa? Delle consultazioni con la scuola e il mondo dell'impresa? E soprattutto, la costituzione di questo precoce inserimento del ragazzo nell'impresa risponde davvero ai bisogni del ragazzo e della famiglia? 

Analisi degli atti e della documentazione normativa e commento a cura dell'Esecutivo del Coordinamento Spontaneo Genitori e Insegnanti di Collegno (Insegnanti: Carmen Indelicato, Laura Gorrino, Franca Marletti,, Carla Fantozzi, Ugo Bertoldo, Eliana Bormida, Paolo Macagno. Genitori: Filippo Ripa, Emma Bonatto, Silvana Bergandi, Daniela Carnino, Claudio Pozzobon, Fabrizio Zuccaroli).


La presidenza del Coordinamento

Paolo Macagno (insegnante)
Fabrizio Zuccaroli (genitore)