Il
castello Pirro del Balzo
Del XV secolo è l'imponete castello aragonese che per la
sua struttura ricorda il Maschio Angioino di Napoli.
Nell' 1470 il duca Pirro del Balzo di Venosa vedendo che la sua
città era esposta ai pericoli di guerra decise che era necessaria
la costruzione di un castello per la difesa dei cittadini.
Il primo signore di Venosa fu Venceslao Sanseverino, ma alterne
vicende la portarono, sotto Federico II, a divenire una città
demaniale; ciò permise, ovviamente, una certa stabilità
dell'insediamento.
Furono innalzate quattro solidissime torri cilindriche con basamento
a scarpa.
Separato dal centro abitato da un grande e profondo fossato, nell'interno
vi è uno spazioso cortile che oggi ospita manifestazioni
culturali, mentre gli appartamenti baronali sono occupati dalla
biblioteca dagli uffici periferici della Soprintendenza Archeologica
della Basilicata.
Il castello di Venosa era famoso per le sue prigioni: le mura interne
portano ancora le tracce della tirannide baronale; molte iscrizioni,
incise nella dura pietra richiamano le pene, gli affanni, le torture
dei prigionieri.
Si racconta che anche questo castello fu sede di vari incontri galanti
fra il signore del castello e le cortigiane: si narra che durante
la rappresentazione della commedia "Paolino e Polla",
scritta dal giudice Riccardo intorno al 1230 (che raccontava le
vicende del periodo federiciano) cadde il palcoscenico e tutti videro
il castellano con una cortigiana in abiti poco decenti.
|
La
cattedrale di Sant' Andrea
Eretta nel 1470 grazie a Pirro del Balzo degli Orsini che si era
impegnato con il Vescovo Porfido a costruirla nel sito attuale dopo
la demolizione dell'antica cattedrale di San Felice,
che venne distrutta per far fronte alle esigenze difensive che prevedevano
la costruzione del castello.
Venne consacrata nel 1531, mentre la costruzione del campanile iniziò
nel 1589 e terminò solo nel 1714. Ai lavori di restauro del
1965 appartiene invece la cuspide.
Si ricorda inoltre che nella cripta della cattedrale è stato
allestito il museo Diocesano.
|