« « ritorna alla presentazione/indice

"Una casa e quattro donne valsesiane"

documento n. 6 - La "mimoria" di Maria Domenica De Marchi

 

Rispettando l'originalità del manoscritto e per non alterare la carica umana nonché l'acquarello di costume che traspaiono dalle dichiarazioni rese da Maria Domenica, il documento è stato qui riportato il più fedelmente possibile, mantenendo la stessa ortografia e con le sole aggiunte, fra parentesi, dei richiami alle note. Si tratta di una delle testimonianze più significative ritrovate nel fascio di carte della casa di Camproso e merita, quindi, un'attenta lettura.

 

1803 li 8 Aprile La mente del pietro Giuseppe Demarchi di Molia ora Abitante e locale in Camporoso dalli Quari di Campertognio(1).

Io Maria Domenicha Molie(2) del detto Demarchi Chiamata nel suo testamento(3) tutrice erogatrice proprio nel suo piede ora si trova(4) ed asistente al Sig.r Don Pietro Belli di Mollia ora Capellano della Capelania dalli Quari di Campertognio(5).

Come avendo chiamato di quel tanto che voleva per il suo incomodo ed il medemo Don Belli Mi rispose che non voleva niente(6).

Ed io ho fatto la mimoria. di quel tanto che li ho dato per donativo per sodisfare la mia obligazione come dice che non vole niente(7).

Prima. Circa la mità di maggio sono andata A Biella caricare rubbi(8) 3 sale con qualche bagatele di merce è tutto per il porto(9).

Piu il mese di setembre siamo andati tra due(10) sul alpe del campo(11) a prendere un vitello è condurlo sino alli Quari.

Piu partita da Casa sino alla comune del borgo Sessia è la comunene di cellio e la comune di agniona(12) per cercarli delle bovine per caricare lalpe(13) del campo avendo butato tre giorni.

Piu sono andata aprendere le detto bovine al tempo per caricare lalpe.

Piu Partita da casa sino vocha di varallo a caricare una staja(14) di vino biancho in Casa del Sig.r Giuseppe Giacobini notajo.

Piu Altra volta siamo andati tra due caricati di mascarpa e buttiro(15) dalli Quari sino a varallo e nel ritorno abiamo caricato mezo sacho di meliga rossa per lanimale(16).

Piu Altra volta venuta da varallo carica di castagne bianche portate alla molia.

Piu Altra volta venuta da varallo caricha di pasta e carne frescha portate alla molia.

Piu li ho dato una motta di buttiro frescho.

Piu altra volta altra motta di buttiro frescho.

Piu altra dato due formagij di capra grossi vechij Circa di peso libre tre onze piu o meno(17).

Piu in due volte dui persutti di animale.

Piu Quando abiamo ricevuto listrumento del Sig.r Giuseppe Duberti Ciurusicho(18) li ho pagato pranso in casa del Sig.r Batista erba in campertognio(19).

Piu Altra volta quando è venuto in compagnia di me per fare linventaro della mia robba di casa pagato pranso in casa della domenica matteja dalli quari(20).

Piu per dato numero quaranta quatro Ceste di letame.

Piu per averli afittato un giardino con averli dato anche il lettame per ingrassarlo.

Piu Averli numero trenta due fassetti di legne osia fassine nel boscho delle mie Cugniate al molino di molia(21).

Piu Volte dato della fruta alla molia.

Piu Altra volta dato una sterna alla molia.

Piu Volte dato dei ucelli alla molia.

Piu Dato il mio Genere giovanni una pipa per fumare di qualche valore.

Piu dato per mano di mio genare una marmota grassa di ottuno(22) alla molia.

Piu dato due bottelie di vino imboteliato della valle di osta(23).

Piu li ho dato per quattro anni numero dodeci formagini di Capra grassi che formano numero quaranta otto nel corso di questi quatro anni.

Piu per averli fatto una giornata a sapare(24) alli Quari.

Piu Molte volte portato Cariche di fieno dalli quari alla molia.

Più per averli dato numero dodeci Capretti grassi uno per anno.

Piu per aver partita da casa per andare a borbaniere(25) a comperarli lanimale e condurlo a casa.

Piu volte dato diverse quere(26) di rane.

Piu volte dato dalle castagne per cosare nella cassa osia per brusatarle(27).

Piu volte anche dato delle trifole(28) del paese.

Piu per averli dato il ferro che fanno le ostie io mi costa libre 18 milano(29).

Piu dato in tre volte carne di vacha.

E Questo è quel tanto che li ho dato per la Mia obligazione come diceva che non voleva Niente della sua pena è incomodo.

Io Domenicha Vedova Demarchi Per non sapere scrivere ho fatto scrivare di un mio Amicho è mi ha fatto il piacere(30).

***

1 - "La mente del pietro Giuseppe Demarchi" significa che Maria Domenica voleva ricordare in questa circostanza alcuni particolari riguardanti vicende successive alla morte del marito. Il tutto si ricollega all'annotazione posta di pugno da Don Belli a margine del testamento del De Marchi (ved. doc.N.5) e, forse, alla vicenda dei denari di Maria Domenica, dei quali lo stesso Don Belli si sarebbe indebi tamente appropriato. (ritorna al testo)

2 - "Molie" sta,ovviamente, per moglie. Maria Domenica non si qualifica in questo documento come "vedova". (ritorna al testo)

3 - Il testamento di Pietro Giuseppe De Marchi porta la data notarile certa del 12 marzo 1804, per cui quella apposta sul presente documento (8 aprile 1803) è certamente errata. Probabilmente questa nota è stata dettata solo alcuni anni più tardi, forse nel 1818, dopo la scoperta del "misfatto" di Don Belli. (ritorna al testo)

4 - "proprio nel suo piede ora si trova" sta a significare che al momento della dettatura di questa nota Maria Domenica si trovava nella sua casa di Camproso. (ritorna al testo)

5 - "Quari di Campertognio": la frazione Quare di Campertogno. (ritorna al testo)

6 - Leggasi: ".. avendogli chiesto quanto volesse per il suo disturbo, Don Belli mi rispose che non voleva nulla". (ritorna al testo)

7 - Leggasi: "..e qui ricordo ed elenco tutto ciò che gli ho dato per sdebitarmi, considerato che lui, espressamente, non mi aveva chiesto nulla". (ritorna al testo)

8 - Si tratta di una unità di peso in uso a quel tempo, equivalente a poco più di 9 chilogrammi. La donna, quindi, aveva trasportato, con le strade e i mezzi di allora, oltre 27 chilogrammi di sale, più altre merci non meglio precisate. (ritorna al testo)

9 - "tutto per il porto", significa che Maria Domenica ha consegnato il tutto a casa di Don Belli. (ritorna al testo)

10 - "andati tra due", significa che erano andati in due persone. Non è dato di sapere chi fosse l'altra persona. (ritorna al testo)

11 - "sul alpe del campo": si tratta di un alpeggio sui monti sovrastanti Mollia, in Valle Artogna, a 1889 m, e raggiungibile da Otra di Campertogno in circa 2h30. (ritorna al testo)

12 - Borgosesia, Cellio ed Agnona (nella denominazione attuale) sono tre centri abitati della bassa valle del fiume Sesia. Il percorso da Mollia a tali centri e il relativo ritorno, lungo le attuali strade, è di circa 90 km. Maria Domenica afferma di averli percorsi, con i mezzi di allora, con il carico e con le necessarie soste, in tre giorni. (ritorna al testo)

13 - "caricare l'alpe" è una locuzione oggi ancora presente nel linguaggio contadino della zona per significare il trasferimento estivo delle mandrie sugli alpeggi di alta montagna. (ritorna al testo)

14 - Si tratta certamente di un'altra unità di misura in uso a quel tempo. (ritorna al testo)

15 - "mascarpa e buttiro": ricotta e burro. (ritorna al testo)

16 - "lanimale": si tratta, con ogni probabilità, del maiale. (ritorna al testo)

17 - La colorita espressione usata da Maria Domenica richiama un'altra unità di misura usata a quel tempo, con l'aggiunta di un "più o meno", ad .... arrotondamento del peso. (ritorna al testo)

18 - "Ciurusicho": cerusico, chirurgo. (ritorna al testo)

19 - Battista Erba era un personaggio già comparso come teste in altri documenti rinvenuti nella casa di Camproso. (ritorna al testo)

20 - "quari": trattasi ancora della frazione di Quare. (ritorna al testo)

21 - "molino di molia"; Molino è una frazione del Comune di Mollia. (ritorna al testo)

22 - "marmota di ottuno": le marmotte sono particolarmente pingui in autunno, perché durante l'estate hanno accumulato il grasso necessario a far loro superare i lunghi e freddi mesi invernali. La marmotta in questione, catturata, non si sa se legalmente o se "di frodo", dal genero di Maria Domenica (quello stesso fumatore di pipa, che si può identificare con Giovanni Mattasoglio) rappresentava un animale dalla carne prelibata o, forse, ricercato per l'uso del suo grasso a fini terapeutici. (ritorna al testo)

23 - Aosta. (ritorna al testo)

24 - Sta per "zappare". (ritorna al testo)

25 - "borbaniere": Borgomanero. (ritorna al testo)

26 - "quere": un recipiente non meglio identificato e di cui si è perso il significato anche nelle forme dialettali attuali. (ritorna al testo)

27 - Si tratta di caldarroste. (ritorna al testo)

28 - "trifole": patate. (ritorna al testo)

29 - Il termine "libre" vuole significare "lire". In quegli anni erano infatti in uso nell'alta Valsesia (seppure quali semplici monete di conto) sia la "lira di Milano", emessa dalla Repubblica Cisalpina, che la "lira del Piemonte" (nel 1808, a seguito dell'avvento del primo Regno d'Italia, detta anche "lira d'Italia". Nel 1808 il rapporto di cambio fra le due diverse monete era pari a circa 1,30 lire d'Italia per 1 lira di Milano). (ritorna al testo)

30 - Il frasario di Maria Domenica, che solo in chiusura della nota ha dichiarato di essere analfabeta, espresso graficamente da un suo "amicho" che, beato lui, sapeva scrivere, presenta un colorito acquarello di usi, costumi e modi di dire, appartenenti ad un'epoca certamente non facile. (ritorna al testo)

« « torna indietro al secondo Capitolo