GLI ITINERARI
DEL LITORALE ADRIATICO
GLI ITINERARI
DELLA COSTA JONICA
GLI ITINERARI
DELL'ENTROTERRA

I percorsi della costa jonica selezionati, risalendo dal capo di Santa Maria di Leuca, sono quelli dei bacini di Ugento, di San Mauro, a nord di Gallipoli e di Porto Selvaggio, presso Nardò.

BACINI DI UGGENTO
 
PORTO SELVAGGIO
 
SAN MAURO




BACINI DI UGENTO

  • Torre Mozza ( 0 m )
  • Canale di Pera ( 70 m )
  • Torre Mozza ( 0 m )
Comune: Ugento
Difficoltà: T ( Turistica )
Dislivello: ▲ 70 m; ▼ 70 m
Tempo di percorrenza: 4 ore
Cartografia: Tavolette I.G.M. scala 1: 25000
F° 223 IV SE Gemini
Come arrivare:

Da Lecce si prende la s.s. 101 per Gallipoli; quindi si prosegue sulla s.s. 274 in direzione di Santa Maria di Leuca fino all'uscita per la s.p. 324. Di qui si procede fino a Torre Mozza.




Ancorato sull'ampia spiaggia para il mare Adriatico dai laghi Alimini , il relitto di una nave corrosa dalla ruggine e dal mare, continua a far sognare grandi e piccoli. Si tratta del cargo greco Dimitros, naufragato nel Dicembre del 1978 su questa spiaggia, di cui è divenuto ormai parte integrante del paesaggio. Lasciata la spiaggia e il fantastico relitto che non prenderà più il largo, si può puntare nell'interno e percorrere il periplo dei laghi Alimini, partendo dal canale che sbocca al mare. Situati a pochi chilometri da Otranto e non lontani dal tracciato dell'antica via Salentina, prosecuzione della via Traiana, i laghi Alimini sono orientati parallelamente alla costa e congiunti da un collettore; mentre il lago Alimini Grande possiede acqua salata e subisce le oscillazioni della marea, il lago Alimini Piccolo è costituito da acqua dolce, per la presenza di numerose polle sorgive. Punti di riferimento dell'avifauna migratoria, i laghi conservano zone residue dell'originale macchia mediterranea, mista a impianti di recente posa di pini d'Aleppo. Tra le specie arboree degne di nota vi sono la quercia spinosa (quercus coccifera ), da un cui parassita gli antichi estraevano una tintura rossa molto apprezzata , e una liana arborea ( periploca greca) , unica in Italia, presente anche nel bosco di Rauccio in prossimità di Lecce.


Descrizione: subito dopo il ponte situato sulla foce degli Alimini, procedendo in direzione di Otranto, si imbocca una stradina che conduce agli stabilimenti ittici. Prima di raggiungerli si prende un sentiero a sinistra che inizia a costeggiare la riva di Alimini Grande. Giunti al termine del ramo meridionale, lì dove il collettore unisce i due laghi, si oltrepassa un ponte continuando a scendere verso sud. Raggiunto un bivio si piega a sinistra, superando un secondo ponticello e attraversando un uliveto e una chiusa prima di raggiungere un edificio idrovoro, costeggiando il quale si giunge all'innesto con una strada parallela alla statale, tornando verso nord. A1 bivio si piega a sinistra e si riattraversa il primo ponte superato all'andata. Effettuata così questa variante nella zona di collegamento tra i due laghi, si torna a percorrere íl periplo di Alimini Grande tenendo sempre la destra e procedendo prevalentemente nel bosco. Intercettata la strada per Martano si svolta a destra e ritornando sulla statale si prosegue fino a riportarsi al punto di partenza. Una possibile variante può essere quella di attraversare la statale e tornare al parcheggio procedendo sulla spiaggia.

BACINI DI UGGENTO
 
PORTO SELVAGGIO
 
SAN MAURO




PORTO SELVAGGIO

  • Santa Caterina ( 5 m )
  • Torre dell'Alto ( 55 m )
  • Masseria Brusca ( 46 m )
  • Torre di Uluzzu ( 32 m )
  • Santa Caterina ( 5 m )
La pitra forata, una curiosa forma di erosione eolica
Comune: Nardò
Difficoltà: T ( Turistica )
Dislivello: ▲ 50 m; ▼ 50 m
Tempo di percorrenza: 5 ore
Cartografia: Tavolette I.G.M. scala 1: 25000
F° 214 III NO Galatone
F° 214 IV SO Nardò
Come arrivare:

Da Lecce si imbocca la s.s. 101 per Gallipoli; svoltare allo svincolo per Nardò procedere per Santa Caterina; qui giunti si parcheggia l'auto in prossimità della rotonda sotto la torre di Santa Maria dell'Alto




Porto Selvaggio, interessante area naturalistica presso la località di Santa Caterina, si sviluppa lungo un litorale roccioso caratterizzato da varie insenature e lambito da una vasta pineta che va da torre Uluzzo a torre dell'Alto, nel cui sottobosco sono presenti specie della macchia mediterranea.
Nell'area si trova anche la grotta del Cavallo, nota a livello internazionale perché nel corso degli scavi, ancora in atto, sono venuti alla luce manufatti del periodo paleolitico medio, nonché resti di grandi mammiferi quali rinoceronti e cervi.
Tra i livelli dello scavo relativi al paleolitico superiore, intorno ai 32000 anni fa, un particolare interesse riveste il cosiddetto livello Uluzziano, dal nome della baia.
La baia di Torre dell'Alto fotografata lungo l'itinerario di Porto Selvaggio Poco distante dalla grotta si può ammirare un'altra interessante cavità, frutto di un fenomeno di erosione eolica, a forma di arco naturale scavato nella roccia.
Nel corso dell'escursione si raggiunge poi masseria Brusca, originariamente fortificata, come molte delle masserie del Salento che si trovano sulla costa.
Edificata nel corso del 1500, all'epoca del generale riarmo difensivo voluto da Carlo V e successivamente modificata come residenza estiva, la masseria, che prende il nome da un'erba che doveva crescere nei paraggi e che veniva impiegata per costruire le brusche con le quali si strigliavano i cavalli, possiede all'interno della sua cinta anche una torre colombaia quadrangolare dove un tempo erano alloggiati i Colombi viaggiatori che servivano ad assicurare le comunicazioni tra le varie masserie dell'entroterra.
Altra peculiarità della masseria, oltre agli ottimi formaggi prodotti in loco, è quella di ospitare alcuni esemplari di mucche della razza pugliese, derivata come la maremmana dalla grande razza grigia delle steppe (ceppo podolico), unico nucleo puro del Salento e uno dei pochi della regione. La mucca podolica,dal manto grigio e dalle lunghe corna ricurve, era particolarmente apprezzata, oltre che per la sua resistenza e l'ottima fertilità, per la sua triplice attitudine, come mucca da latte, da crine e da lavoro.



Descrizione: lasciata l'auto al parcheggio che si trova sotto torre dell'Alto, si torna per 100 metri indietro e si imbocca un sentiero che, contrassegnato da una N e da un pallino rosso, sale nella pineta verso la torre. Raggiuntala la si lascia a sinistra e si procede di qui, sempre lungo il tracciato segnato, tenendosi in alto e giungendo infine a costeggiare un muretto a secco a monte del bosco, che si segue fino a raggiungere la strada litoranea che collega Santa Caterina a Porto Cesareo.
Attraversatala, si costeggia quindi la pineta che è sull'altro lato della strada, tenendosi al suo bordo destro. Al di là della pineta si scorge masseria Brusca, alla quale si giunge lungo un sentiero nei campi.
Oltrepassata la masseria, uscendo dal lato posteriore, si percorre un tratturo che supera una strada asfaltata e che giunge a masseria Torre Nuova, recentemente restaurata e al centro di un'area attrezzata. Lasciata la masseria si attraversa nuovamente la pineta e si giunge sulla strada litoranea.
Procedendo a sinistra si raggiunge in breve torre Uluzzo, dove si scende al fondo dell'insenatura; costeggiando il litorale si incontra la grotta del Ca vallo e l'arco di roccia naturale, prima di tornare per un tratto nella par bassa della pineta.
Raggiunta la baia di torre dell'Alto si sale, sempre su sentiero, verso la torre, completando così il percorso ad anello.

BACINI DI UGGENTO
 
PORTO SELVAGGIO
 
SAN MAURO




SAN MAURO

  • Quattro Colonne ( 5 m )
  • Torre dell'Alto Lido ( 80 m )
  • Chiesa di San Mauro ( 55 m )
  • Quattro Colonne ( 5 m )
Torre del Fiume, o Quattro Colonne
Comune: Nardò
Difficoltà: T ( Turistica )
Dislivello: ▲ 75 m; ▼ 75 m
Tempo di percorrenza: 5 ore
Cartografia: Tavolette I.G.M. scala 1: 25000
F° 214 III NO Galatone
F° 214 III SO Gallipoli
Come arrivare:

Da Lecce si prende la s.s. 101 per Gallipoli; si esce allo svincolo per Galatone-Santa Maria al Bagno e si prosegue fino a quest'ultima località. Di qui si raggiungono le Quattro Colonne, sulla litoranea per Gallipoli




La serra dell'Alto Lido, corrispondente al toponimo Ortholithos, luogo elevato, costituisce uno sperone roccioso che sovrasta le località Montagna Spaccata e Lido Conchiglie. Su quest'altura sorgono appunto la torre dell'Alto Lido e la chiesetta di San Mauro e di qui transitava la via Salentina, o via Augusta Salentina.
La chiesetta di San Mauro Il territorio circostante fu bonificato in tempi remoti da monaci e contadini, che bruciarono l'originaria boscaglia per guadagnare terreni da coltivare e aumentare così la fertilità della zona; il risultato di questa operazione, oggi inconcepibile, fu un proliferare, in un'area di nuova produttività, di comunità religiose e di masserie, di cui rimangono ancora oggi i ruderi: uno di essi è rappresentato dalla chiesa di San Mauro.
Di essa si hanno le prime notizie da un documento del 1149 che indica le donazioni fatte a una comunità religiosa che lì aveva eretto la propria sede, in splendida posizione sulle alture dell'Alto Lido e di fronte all'ampia insenatura che va da Gallipoli a Santa Caterina. Della costruzione, che già sul finire del XV secolo era abbandonata e in degrado, rimane comunque in piedi la struttura, costituita da tre navate divise da pilastri e con le volte a botte.
Al lato destro della chiesa vi è una grotticella alla quale è legato al ricordo di San Mauro. Secondo la tradizione popolare si tramanda che nel 284 d.C. San Mauro fu portato dalla Libia a Roma per essere processato in quanto cristiano e che nella capitale dell'impero subì il martirio.
Trafugate le sue spoglie per riportarle in patria, l 'suoi compagni di fede avevano già preso al mare, ma, inseguiti da una nave romana, sbarcarono sulle rive di Gallipoli e si nascosero nella grotta sulle alture dell'Alto Lido.
Rintracciati dagli inseguitori, i cristiani furono uccisi sul luogo, ma il corpo del santo, benché fosse stato dato alle fiamme non si consunse.
Ripartiti per mare i carnefici fecero naufragio al largo di Gallipoli e perirono. Fu così, in ricordo dell'avvenimento, che gli abitanti di Gallipoli edificarono la chiesa in onore del martire.



Descrizione: l'escursione parte dalla località Quattro Colonne, l'originaria torre del Fiume, oggi denominata Quattro Colonne perché dell' originaria costruzione rimangono in piedi solo i quattro spigoli.
Di qui si prende in direzione Gallipoli e subito si imbocca la strada per Galatone. Dopo qualche centinaio di metri ci si immette in una strada sterrata, denominata B 16, che sale verso il ripiano roccioso. Proseguendo lungo di essa si giunge a torre l'Alto Lido, deformazione del toponimo Ortholithos, ovvero luogo elevato, e quindi, seguendo la serra in direzione sud, si giunge alla chiesetta di San Mauro. Di qui si prosegue fino a incrociare la strada asfaltata che si percorre sino alla masseria Il Doganiere; da questa si raggiunge masseria San Salvatore e si torna indietro riprendendo la strada Lecce-Gallipoli.
Oltrepassatala su un cavalcavia in località Santo Cotrubbo, si procede in direzione di San Mauro percorrendo i sentieri bassi dell'altura.
Seguendo la strada, in basso a destra, si incontra un sentiero che sale lungo la cresta della serra.
Raggiunta la cima si percorre la serra sino a tornare a torre dell'Alto Lido e, lungo la stessa strada dell'andata, fino al punto di partenza.

BACINI DI UGGENTO
 
PORTO SELVAGGIO
 
SAN MAURO

nfo Informazioni tratte da: "LA RIVISTA DEL TRAKKING
- Spieciale Salento : LA TERRA TRA DUE MARI
"; Piero Amighetti Editore.