GLI ITINERARI
DEL LITORALE ADRIATICO
GLI ITINERARI
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GLI ITINERARI
DELL'ENTROTERRA

Lasciate le coste, sia pure la parte più spettacolare del nostro viaggio alla ricerca degli itinerari escursionistici della penisola salentina, facciamo una puntata nell'interno alla scoperta si siti affascinantiti anche e soprattuttto perchè ci trasportano indietro nel tempo.

VERNOLE
 
GIURDIGNANO
 
SERRA DI POGGIARDO




VERNOLE

  • Pisignano ( 38 m )
  • Acaya ( 30 m )
  • Vernole ( 38 m )
Comune: Vernole
Difficoltà: T ( Turistica )
Dislivello: Irrilevante
Tempo di percorrenza: 6 ore
Cartografia: Tavolette I.G.M. scala 1: 25000
F° 214 I NO Vernole
Come arrivare:

Da Lecce si prende la s.p. per Vernole-Melendugno e dopo 23 km si giunge a Vernole.




Numerosi sono i siti interessanti toccati lungo il percorso; alcuni di essi meritano una citazione particolare, come ad esempio la città fortificata di Acaya.
Acaya, paese racchiuso da mura, bastioni e fossati, PAGLIARA fu costruita dal barone Alfonso Acaya e fortificata dal figlio Giangiacomo, architetto militare di Carlo V, cui si deve anche la costruzione del castello di Lecce e di numerose altre fortificazioni.
Nel 1535 il borgo mutò così il primitivo nome di Segine in quello di Acaya,in omaggio alla famiglia, originaria della Grecia e con ascendenze spagnole, che ne aveva voluto la realizzazione a sue spese.
Rimasto sostanzialmente immutato da allora, il borgo di Acaya è oggi sottoposto a un lavoro di recupero che dovrebbe restituirlo all'originario aspetto. Un altro sito ancora oggi notevole per l'imponenza della masseria che ne ha preso il nome, è quello di Visciglito: ad esso è legata la presenza di Ottaviano Augusto.
Lo storico romano Pausania racconta infatti che il nipote di Cesare, raggiunto dalla notizia della sua morte mentre era intento agli studi ad Apollonia, in Albania, decise di tornare in patria per raccoglierne l'eredità e l'impero.
Tralasciò però i porti di Brindisi e di Otranto, che temeva presidiati dai sicari di Marco Antonio, suo avversario nella lotta al potere, e decise di approdare in un punto della costa lontano dai pericoli: presso l'odierno porticciolo di Roca vecchia. Di qui prese la strada per Lecce e a Visciglito, dove era una grande radura e forse una fattoria tenuta da amici fidati, si accampò.
Nel frattempo suoi emissari raggiunsero Lecce, l'antica Lupiae, e saggiarono gli umori della popolazione. Rassicurato circa il favore della città nei suoi confronti, si rimise in viaggio, seguendo la via Minucia prima e l'Appia poi, verso Roma e verso l'impero.


Descrizione: il nostro itinerario prevede un percorso semi chiuso.
Partenza da Pisignano e arrivo a Vernole, dove occorrerà lasciare un'auto per ritornare al punto di partenza.
Dalla chiesa Mater Domini di Pisignano si prende la strada che esce dal paese in direzione ovest; alla periferia dell'abitato cinque grandi pini marittimi segnano il punto in cui si abbandona la strada e si inizia a costeggiare un campo, per poi prendere un sentiero che conduce in un bosco.
Tenendosi sulla destra si costeggia un muretto, fino a intravedere un gigantesco leccio con le fronde che scendono fino a terra: è la Lizza dei briganti, un leccio plurisecolare che faceva parte dell'originaria selva che circondava la città di Lecce e che rappresentava per i briganti, dispensa, rifugio e ritrovo.
Dall'albero si piega a 90° rispetto alla direzione sin qui seguita; sul tronco dell'albero ci sono tre pallini rossi e la `N di `Ndroníco ( ve scheda sul Gruppo Speleologico Leccese `Ndronico) che indicano la direzione da seguire e che caratterizzai il percorso.
Traversato un giovane uliveto si giunge a un muretto a secco che si costeggia, piegando a 90° verso sinistra, fino a immettersi in un tratturo che si segue verso destra in direzione di una strada provinciale, la Lecce-Melendugno.
Oltrepassatala si prosegue nella stessa direzione su una strada che in breve si trasforma in una pista che costeggia l'abitato di Strudà.
All'estremità nord del paese, dove c'è una colonna sormontata da una croce, si prende a sinistra sino a giungere a un incrocio a T.
Siamo di fronte a masseria Visciglito: un grande complesso costituito da corpi di epoche diverse; dalla originaria cappella del 1500, all'impianto principale del secolo successivo, alla trasformazione da convento in masseria del 1800. Vi è anche un frantoio sotterraneo dove si molivano le olive provenienti dagli uliveti della zona: uno di essi, con alberi addirittura bimilillenari, gli ulivi più vecchi d'Europa, si può ammirare proseguendo, di fronte al cancello della masseria verso sinistra, per poche centinaia di metri. Tornati a masseria Visciglito si procede verso destra su strade secondarie e attraversamenti nei campi, facendo sempre attenzione alla segnaletica, verso la città fortificata di Acaya.
Dopo Acaya si esce in direzione di Varlze e dopo 500 metri si prende a destra per masseria Marquella.
Alle spalle della masseria si inizia a costeggiare una serie di muretti a secco, sempre in direzione sud, intravedendo già i fari dello stadio di Vernole.
Sempre seguendo la segnaletica si giunge alle interessanti cave di tufo in contrada Piscopiane, ora coltivate con viti e ulivi, e quindi, dopo aver attraversato due strade perpendicolari al percorso, si imbocca una stradina a sinistra che porta sulla Acquarica-Vernole, a poca distanza dal cimitero di Vernole.

VERNOLE
 
GIURDIGNANO
 
SERRA DI POGGIARDO




GIURDIGNANO

  • Giurdignano ( 75 m )
  • Masseria Quattro Macine ( 105 m )
  • Giurdignano ( 75 m )
Comune: Giurdignano
Difficoltà: T ( Turistica )
Dislivello: ▲ 30 m; ▼ 30 m
Tempo di percorrenza: 4 ore
Cartografia: Tavolette I.G.M. scala 1: 25000
F° 214 II NE Muro Leccese
Come arrivare:

Da Lecce si prende la S.S. 16 per Maglie fino allo svincolo per Giurdignano dove si esce; quindi si prosegue sino al paese




terra e assenti in Italia tranne che in Puglia, i monumenti megalitici sono più numerosi nella provincia di Lecce, e all'interno di questa il maggior numero si trova all'interno del territorio di Giurdignano: ben 7 dolmen e 14 menhir che fanno di questo paese di neanche duemila abitanti la capitale italiana del fenomeno megalitico. Nel corso dell'escursione si incontra un buon numero di megaliti (per approfondire questo fenomeno unico in Italia conviene prendere contatto con l'associazione culturale S. Arcangelo De Casulis, in piazza Municipio a Giurdignano), si tocca anche masseria Quattro Macine che, sorta su un antico casale distrutto durante il medioevo, fu ampliata in varie epoche, per essere poi, ai nostri giorni nuovamente abbandonata. A nord del paese, in località Centoporte vi sono poi i resti di un'abbazia paleocristiana, mentre in prossimità del paese si trova la cripta del Salvatore.



Descrizione: si parte da piazza Municipio a Giurdignano e si imbocca la strada con l'indicazione Uggiano la Chiesa-Minervino, sulla quale si può ammirare il primo menhir: quello di San Vincenzo, poco prima del quale si trova via Piave che si imbocca, uscendo dal paese. Presa la seconda traversa a destra si incontra poco dopo il menhir San Paolo, su una nicchia scavata nella roccia e nella quale è ricavata un'edicola votiva dedicata all'apostolo. Seguendo le indicazioni turistiche per il dolmen Stabile, si incontrano lungo la strada i menhir Vicinanze I e II. Raggiunto il dolmen Stabile si prosegue in direzione sud sino a raggiungere i resti della masseria Quattro Macine. Superatala si prende il primo tratturo a sinistra e al bivio successivo a destra. Proseguendo si incontra un muretto a secco, si svolta a sinistra e subito dopo a destra; poco distante si trovano un ulivo secolare e una pagliara.
Procedendo diritti, dopo circa 1 km si prende a sinistra e si giunge sulla vecchia strada per Minervino, dove si svolta a sinistra e si torna verso Giurdignano per oltre 1 km, fino a trovare un palo della luce e un ulivo contorto, al bordo sinistro della strada. Preso il sentiero a sinistra, si raggiunge in breve una costruzione con una copertura in tegole. Lungo il muretto alla destra del terreno e a circa 200 metri dalla stradina , si trova il dolmen Grassi. Tornati sulla vecchia strada per Minervino e procedendo sempre in direzione di Giurdignano, si incontrano poco dopo, nell'uliveto a destra della strada, i resti del dolmen Chiancuse; più oltre, prendendo a sinistra al primo bivio e poi a destra, si scorge la cripta Vicinanze.
Tornati indietro al primo bivio si prende a destra e si prosegue sino a uscire sulla nuova strada Giurdignano-Minervino. Oltrepassata la strada ci si dirige in direzione di una villa con un muro di cinta bianco; lì vicino, nei pressi di una casa diroccata, si trova il dolmen Orfine. Di qui si procede a vista verso il paese.

VERNOLE
 
GIURDIGNANO
 
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SERRA DI POGGIARDO

  • Vaste ( 100 m )
  • Cave di bauxite ( 125 m )
  • Cripta Santi Stefani ( 120 m )
  • Vaste ( 100 m )
La cava di bauxsite
Comune: Giuggianello - Poggiardo
Difficoltà: T ( Turistica )
Dislivello: ▲ 25 m; ▼ 25 m
Tempo di percorrenza: 6 ore
Cartografia: Tavolette I.G.M. scala 1: 25000
F° 214 II SE Poggiando
F° 214 II NE Muro Leccese
Come arrivare:

Da Lecce si prende la S.S. 16 per Maglie; superato lo svincolo per Maglie e quello per Maglie-Otranto, si esce al successivo per Castro-Santa Cesarea. Superata la circonvallazione per Poggiando, all'incrocio semaforico si svolta a sinistra entrando a Vaste




Poco distante da Poggzardo è la frazione di vaste, oggi un piccolo centro, che sorge sul luogo dell'antica Bastae, una delle più importanti città della Japigia, citata sia da Plinio che da Tolomeo.Il bosco dei L'area della città era delimitata dalle mura megalitiche che avevano uno sviluppo di oltre 3 km e di cui ancora oggi si vedono i resti, mentre una gran parte dei blocchi della cinta muraria fu impiegata dai contadini per costruire muri di confine e casolari, qui detti chirupi. In prossimità della necropoli della città, dalla quale provengono numerosi reperti ora presso il museo provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, si trova la cripta dei Santi Stefani. La cripta, scavata nel sabbione tufaceo sovrastante il calcare detto pietra leccese, e recentemente restaurata, è a tre navate divise da tre pilastri per ogni lato. Utilizzata nel secolo scorso come ricovero per gli attrezzi agricoli e per es siccarvi le foglie di tabacco, la cripta, interamente affrescata, mostra immagini di santi, arcangeli, della Madonna di Costantinopoli e del Cristo. Agli originari affreschi risalenti all'anno 1000, si sono poi sovrapposti tardivi rifacimenti del XIV e XV secolo. La denominazione di Santi Stefani deriverebbe dalla doppia raffigurazione di Santo Stefano sia sul secondo pilastro destro che sinistro. Se il territorio di Poggiardo è notevole per l'aspetto storico, non di meno lo è per quello ambientale. In prossimità della Serra di Poggiardo, dalla quale si gode. di un panorama a 180° sui paesi limitrofi, si trovano le cave di bauxite. Queste cave, utilizzate sino a una ventina di anni addietro per ricavare l'alluminio, costituiscono uno dei tanti affioramenti di terra rossa che ricoprono buona parte del territorio salentino e che arrivano a uno spessore massimo di IS metri; all'interno di questi giacimenti si trovano i noduli di bauxite, che presentano un diametro variabile da qualche millimetro a pochi centimetri. Sempre in prossimità della serra si trova l'interessante bosco i Reali, mentre lungo la scarpata della serra, verso ovest, si stende la grande pineta di Marirossi.



Descrizione: da Vaste si prende la via Santi Stefani e si raggiunge la zona archeologica nei cui pressi è la cripta Santi Stefani. Superata l'area archeologica in .prossimità della necropoli, si prosegue sulla stessa strada vicinale fino a trovare l'ingresso, caratterizzato da colonne e pini marittimi, dell'azienda faunistica la Falca. Di fronte al cancello si costeggia un muretto a secco che delimita un uliveto e si giunge su una strada asfaltata, dove si prende a sinistra e successivamente a destra, fino a uscire sulla strada Poggiardo-Specchia Gallone, dove si piega,a destra. Si percorre la strada per 200 metri e si imbocca quindi la pista a sinistra che, tra gli uliveti, conduce alle cave di bauxite, poco oltre il bosco detto i Reali. Si attraversano le cave tenendosi a destra del primo terrapieno e puntando su un secondo terrapieno, che si segue a destra fino a un muretto a secco. Qui si volta a sinistra costeggiando un muretto fiancheggiato da una siepe sino a incontrare un sentiero chela attraversa. Si giunge così ad un bivio, dove si piega a sinistra, per poi procedere sino all'incrocio con una carrareccia. Preso a sinistra si costeggia un muretto che si attraversa appena possibile, per poi proseguire fino ad una strada asfaltata. La si segue, primo incrocio a sinistra e al successivo a destra, tenendosi al limite tra la zona coltivata e la fascia collinare e incontrando un viot tolo tra due muretti a secco. Percorrendolo, tenendosi a destra, si giunge all'incrocio con una strada asfaltata che si segue, avendo da un lato il cosiddetto canale messapico e dall'altro le cave di tufo, fino all'incrocio con tre stradine. Qui si prende a sinistra dirigendosi, lungo una carrareccia, verso la pineta Marirossi. Si segue il limite della pineta attraversando la strada provinciale Poggiardo-Minervino e quindi una stradina perpendicolare al percorso, per giungere su di un secondo tratturo, che si risale a sinistra fino a trovare un sentiero sulla destra tra una fila di guerce e ulivi. Raggiunta un'altra stradina si intravede già il promontorio sul quale è situata la cripta dei Santi Stefani, in prossimità del punto di partenza.

VERNOLE
 
GIURDIGNANO
 
SERRA DI POGGIARDO

nfo Informazioni tratte da: "LA RIVISTA DEL TRAKKING
- Spieciale Salento : LA TERRA TRA DUE MARI
"; Piero Amighetti Editore.