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I quadri del maestro Soff
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    Il libro
    Le riproduzioni sono a piena pagina,senza bordature,
    60 X 40 cm.
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    CORPO E ANIMA



    "Il rapporto sessuale - afferma un antico proverbio cinese - e' la controparte umana del processo cosmico". Nella storia dell'umanità, dalle tribù d'aborigeni alle civiltà più raffinate, la problematica sessuale si presenta come una costante, differenziata e risolta (si fa per dire) in infiniti modi. La procreazione connessavi ed il principio del piacere (anche quando lo si consideri negativamente), hanno fatto del sesso in un mysterium tremendum, dal quale si stenda ad uscire anche nella nostra cosiddetta società permissiva. Se l'instinto del piacere è fisiologico (infatti, non è una prerogativa dell'uomo, ma è esteso agli animali) l'Eros è già una trasfigurazione "umana" in senso mitologico. L'Eros e' il risultato di una "disaggregazione" del concetto generico di amore, frutto di forme di civilizzazione relativamente complesse."Ci sono quattro tipi di amore nella tradizione occidentale - scrive Rollo May -: il sesso (chiamato in questo senso anche libido) L'Eros, cioè l'amore diretto a creare ed a procreare... L'amicizia o amore fraterno,... L'agape o caritas, come la chiamavano i latini, ovvero l'amore dedicato al prossimo". L'Eros, si osservi la tradizione greca, ha la funzione di provocare e permettere modi di essere e relazione umana ad un livello più elevato. Prima ancora di passare all'approccio alla pornografia, credo sia il caso di ricordare come - grosso modo - il pensiero orientale, attraverso una continua sublimazione dell'amore (anche) erotico, sia riuscito a ridimensionare l'intero problema più di quanto non sia avvenuto in occidente. Evidentemente, il discorso andrebbe approfondito e differenziato, magari introducendo l'importante eccezione dell'Islam. Comunque, in estrema sintassi, notiamo come l'occidente abbia sempre fatto fatica a comprendere, in un concetto unico, i significati diversi dell'amore fra i due sessi. Non stupisce quindi che, da una parte, la nostra tradizione decanti l'amore asessuato, spiritualizzato cioè fino a dimenticare che, fra un uomo ed una donna, c'e' un'interazione che, saltuariamente, si colloca tra "il desiderio e lo spasimo", come ha scritto Eliot. Dall'altra, e in conseguenza di quanto sopra, si è preparato inevitabilmente il terreno alla trivializzazione del sesso, dove la pornografia non è che corollario finale. A questo punto, malgrado gli accenni fatti fino a questo momento siano per forza di cose alquanto sommari e striminziti, credo sia possibile affermare che nel nostro caos ideologico e d'atteggiamenti contrastanti a riguardo dell'Eros, una distinzione rigorosa tra erotismo e pornografia è impossibile. In questo senso, partendo dal presupposto che la pornografia e' una socio-culturale, e' chiaro che, necessariamente, essa perde di un universalità. Ovvero, la pornografia non esiste ovunque, anche se, per esempio, in un tempio indiano vi sono rappresentazioni che molti occidentali definirebbero "pornografiche". In altri termini, non mi pare sia possibile definire un atto oggettivamente pornografica. Diciamo che il secondo e' la trivializzazione del primo o anche che il secondo e' privo - rispetto al primo - di un contenuto sublimante e di una volontà di conoscenza più elevata. L'aver interpretato - da parte di SOFF - questo pi elevata in senso materialmente erotico (cine senza cadere nelle tanto consuete rappresentazioni asettiche), lo pone in una posizione sia di ricupero di quell'Eros che, forse i greci più di tutti, intesero in maniera non volgare e trasfigurata, sia nel difficile ruolo di "dissacratore" della pornografia attraverso l'erotismo. Per questo, poiché ai termini occorre dare un senso per quanto approssimativo esso possa essere, direi che - prima ancora che in pittura - l'uomo SOFF ha evitato l'alienazione dal proprio corpo... d'altro canto, nelle sue televedo di più l'invito a servirsi eroticamente del corpo in senso quasi "ontologico", che non la rappresentazione dell'uso del corpo come una macchina. Quest'ultimo uso, probabilmente, e' un connotato sicuro della pornografia: la concezione puramente meccanistica del sesso. Come glia si e' visto per un altro artista, il "vivi e gioisci con il tuo corpo" (New Babylon: il mondo dell'homo ludens - Pianeta N° 50), e' un tentativo di separazione tra l'erotismo vitale e la pornografia stucchevole. Fra l'altro, più o meno simpateticamente con altre categorie di individui, alcuni artisti stigmatizzano il "carnevale pornografico" che ci circonda, non tanto per uno pseudomoralismo formale, ma pesche avvertono il meccanicismo, il funzionalismo sociale, la carica di repressione e d'assopimento che si annidano nella pornografia. In una società che, che nonostante tutto, non ha mai radicalmente affrontato l'Eros e le problematiche relative, l'immagine falsamente erotica (priva di passione, ad esempio) non e' che una reductio ad absurdum, un accantonamento, una forma residua di paura... De-erotizzazione e socializzazione Com'e' noto, la connessione fra questi due processi e' stata sfiorata da Freud, per poi trovare una collocazione analitica in Marcuse. In parole povere, il paradosso e' questo: da una parte la pornografia, dall'altra il processo di de-erotizzazione. SOFF, mi pare, avverte il pericolo a livello istintivo. Per questo, il suo discorso erotico e' pieno di vita e, rispetto al processo di de-erotizzazione, si pone in posizione critica. SOFF, ha cime rifiutato i tre presupposti che Rollo May ha indicato come esenziali al "Nuovo Puritanesimo": L'alienazione dal corpo, la separazione della ragione dall'emotività', l'uso meccanistico di se stessi. Scrive May: " Gli uomini dell'era vittoriana, dovevano innamorarsi senza cadere nel sesso, i contemporanei devono essere sessuali senza cadere innamorati". Prosegue lo stesso autore: " I vecchi puritani reprimevano il sesso ed erano appassionati, i nuovi puritani reprimono le passioni e sono sessuali". Ovviamente, specie per quanto ci concerne, le parole di Rollo May c'interessano per la loro volontà di denuncia del contenuto negativo della pornografia, nel senso di mancata comunicazione fra i partners. Se Marcuse ha messo in luce il contenuto repressivo di un certo uso di quanto ha chiamato libido, Rollo May ha raccolto e coordinato i vari messaggi di incomunicabilità caratterizzanti parte dell'odierna concezione del sesso. SOFF esalta per esempio, la concezione erotica attiva e positiva. In questo senso, si muove nella stessa direzione di un Jonesco (The bald soprano) che, ponendosi in posizione negativa, stigmatizza ferocemente l'opposto di quanto SOFF propugna. Due personaggi di Jonesco, un uomo e una donna, iniziano casualmente a conversare fra di loro. A poco a poco, raccontandosi le loro vicende, scoprono di prendere ogni mattina lo stesso metrò, di abitare - guarda che combinazione - nello stesso caseggiato, di avere entrambi una figlia e, infine di essere marito e moglie. Nel mondo ideale del pittore francese, situazioni come questa sono inconcepibili: non possono verificarsi mai. Jonesco illustra (come del resto molti altri artisti) gli attuali aspetti schizoidi del nostro mondo e della nostra società. SOFF li supera e sogna attivamente. Si e' scritto, d'altra parte, che gli artisti sono le "...antenne della razza (umana) " (Ezra Pound) e anche "...l'arte e la nevrosi hanno entrambe una funzione di previsione". Con questo, lungi da me l'idea di identificare gli artisti con i nevrotici! E' forse meglio dire, con Otto Rank, che il nevrotico e' - a modo suo - un artista mancato. A questo punto, citiamo quanto asserisce Rollo May: "Artisti e nevrotici vivono nel più profondo inconscio della specie: essi possono prevedere e rivelarci quanto, nella società, emergerà in tempo successivo". Nei soggetti di SOFF, la bellezza e' attiva in quanto l'erotismo la rende tale. E' una bellezza che rifiuta la "mobilitazione e la strumentalizzazione della libido", ovvero che mette in guardia contro l'integrazione del sesso nel lavoro e nelle pubbliche relazioni (Marcuse). In questo senso (non certo per una vaga denuncia "morale"!) il discorso artistico di SOFF e' al passo con quelle filosofie politiche e quelle scuole sociologiche che, negli ultimi anni, hanno messo in evidenza l'uso repressivo della "pornografia": lasciare un certo sfogo istintuale, in un modo "... che genera la sottomissione ed indebolisce la razionalità della protesta". SOFF, nelle sue figure, tende a raggiungere una forma sublimata. Egli si pone in posizione critica rispetto alla morale corrente, perché la mancanza di inibizione ed il suo anticonformismo rifiutano - e combattono - la sessualità che si tramuta, per dirla con Marcuse, "... in un veicolo usato dai best sellers dell'oppressione". Per questo, egli non e' caduto in quella descrittivita' esclusivamente estetizzante (ed a volte, peggio ancora, in un generico moralismo romantico) che sovente permeano l'arte che si accosta a questi problemi, che sono ad un passo dalla reazione velleitaria e dalla caccia alle streghe. In altri termini, non e' che in SOFF s'intuisca un suggerimento all'istituzione di più severe censure: censure e pornografia derivano da una stessa matrice liberticida: semplicemente, il pittore transalpino svuota di contenuto l'uso patologico dell'istinto erotico e le sue goffe rappresentazioni meccanistiche. In più ricuperando la bellezza e la potenza creativa dell'Eros, si pone "oltre il buono ed il cattivo, oltre la morale sociale..." Così nella società ottocentesca, L'Eros sublimato ebbe un profondo significato innovatore in Baudelaire (Les Fleurs du Mal) o in Tolstoi (Anna Karenina), mentre Lolita, gli ubriaconi di O'Neil ed i violenti di Faulkner, hanno caratterizzato più tardi la sensualità di reazione ad una società disumananelle sue manifestazioni e nelle sue forme di convivenza. Oggi, con l'istituzionalizzazione (magari occulta) della pornografia, si fa del sesso una funzione, spesso esaurita a livello visivo, favorendo consciamente o inconsciamente il processo di de-erotizzazione ed il correlato processo di assopimento (che dovrebbe favorire la cosiddetta "socializzazione"). Invece del salto all'indietro verso una qualsiasi controriforma, SOFF ha preferito agire contro-corrente (e contro la morale corrente), dipingendo in senso contrario al processo di de-erotizzazione, esaltando la funzione attiva e la "bellezza" dell'Eros vissuto. Sarebbe affascinante poter affermare rigorosamente che l'erotismo e' normale, mentre la pornografia e' patologica. Ma in queste asserzioni dove, del resto sociale ed individuale si mischiano fra di loro, sorge quasi irrisolvibile il problema delle definizioni. Se il Buono ed il cattivo non esistono per la scienza", vediamo che, tale principio, sarà valido per le scienze esatte, ma non lo e' ne' per le scienze sociali, ne' lo può essere per l'arte,cioè per tutte le rappresentazioni e per le imitazioni della realtà (in cui si comprendono gli individui). Emotivamente, il discorso di SOFF può portare indirettamente a concludere che la pornografia e' una malattia (magari frutto di una crescita in condizioni socialmente squilibrate), mentre l'erotismo e' un istinto "normale". Per dirla con un altro francese, il Durkheim, visto che sovente la natura dei fenomeni normali e patologici e' identica, può la sociologia distinguerli rigorosamente? L'artista "captato" il problema, e' pienamente legittimato a rappresentarlo in modo trasfigurato. Simpateticamente e a livello di sensibilità, si può essere d'accordo con lui. Tuttavia da un punto di vista sociologico, non ci si può accontentare dei "si dice" o dell'identità' di opinioni. Come primo, brevissimo approccio, un tema del genere richiede all'osservatore una serie di sforzi e di considerazioni. Ad esempio, tener presente che "..un fenomeno può essere definito patologico solo in relazione a determinate specie (di essere viventi) ". Inoltre, che e' necessaria la "costruzione" di un tipo medio e di un ambiente sociale scelto come campione, al quale riferire i comportamenti devianti per vedere dove finisce la "normalità" ed inizia il patologico. Lo spirito e la mentalità dell'osservatore, non sono neutrali rispetto al fenomeno osservato: lo stesso atto, compiuto nelle medesime condizioni ambientali, non e' forse giudicato positivamente erotico o negativamente pornografico dai diversi spettatori? Tutto questo, serve a rendere un'idea - per quanto sommaria - delle difficoltà che SOFF incontra quotidianamente nella tematica che ha voluto affrontare. Scartata la banalizzazione del sesso, il grande pericolo che egli ha corso (rimanendovi però immune), e' stato quello di separare il sesso dall'Eros o, peggio, di metterli in conflitto rischiando di fare dell'Eros un principio astratto e di chiamare pornografia tutto il resto. Ovvero, SOFF non ha trasformato o rappresentato l'Eros come un demone (lo hanno fatto altri, impastoiati in retaggi più vischiosi e meno sensibili ai richiami istintuali e culturali della specie). Egli si avvicina di più all'Eros di Sant'Agostino, cioè il potere che dirige a Dio, all'esperienza "oceanica", freudiana, all'Eros panteistico, "Dio" insieme agli altri dei originari: Caos, Gea, ecc. Ne'mancano, al pittore SOFF, voci che lo affiancano, come quella di Mashall Mcluhan. Quest'ultimo, libero da preoccupazioni marcusiane sulla de-erotizzazione crescente, chiama senza sesso la nostra era, dicendo subito dopo che Eros non e' ancora definitivamente perduto. Ci sarà cioè una rielaborazione attiva del principio: vive la difference. "...Eros creò la Terra. Prima tutto era immobile, silenzioso oscuro...- dice un antichissimo mito greco - ... poi tutto incomincio a vivere, a gioire, a muoversi..."


    Franco Toriani

     
    Quadri del maestro Soff © Copyright Soff's Derosas Sergio; Fabio Petta