Convegno
mercoledì
17
maggio
ore
18
Circolo
della
Stampa
di
Milano
Giorgio
Rumi,
Docente
di
Storia
contemporanea,
Università
Statale
di
Milano Roberto
Chiarini,
Docente
di
Storia
dei
partiti
politici,
Università
Statale
di
Milano
Don
Luigi
Negri,
Docente
di
Introduzione
alla
Teologia
e
Storia
della
filosofia
moderna,
Università
Cattolica
di
Milano Luciano
Moia,
giornalista
del
l'Avvenire
Moderatore:
Achille
Lega,
giornalista
e
saggista
CATTOLICI
E
FEDERALISMO,
UNA
COLLABORAZIONE
NECESSARIA
I
cattolici
e
lo
stato
unitario
italiano,
i
cattolici
e
il
federalismo
sono
i
temi
che
sono
stati
affrontati
in
un
convegno
proposto
dall'Associazione
Culturale
Identità
Europea
e
la
rivista
"Forum
Autonomista"
dal
titolo:
"
I
cattolici
lombardi
del
'900
dall'opposizione
all'integrazione
nello
stato
centralista"
che
si
è
tenuto
Mercoledì
17
maggio
2000
presso
il
Circolo
della
Stampa
di
Milano.
L'incontro
si
è
incentrato
sul
ruolo
della
presenza
dei
cattolici
lombardi
nella
società
e
nella
politica
nel
'900,
con
l'evoluzione
progressiva
dall'intransigenza
con
cui
si
apre
il
secolo,
con
Don
Davide
Albertario
e
il
suo
"Osservatore
cattolico",
fino
alla
svolta
"patriottica"
della
Prima
Guerra
Mondiale,
alla
partecipazione
al
governo
dell'Onorevole
Meda,
alla
nascita
dell'Università
cattolica,
all'eclisse
durante
il
fascismo
e
alla
rinascita
della
presenza
dei
cattolici
con
la
lunga
stagione
democristiana.
Il
'900
si
chiude
peraltro
con
l'emergere
di
nuovi
soggetti
politici
come
la
Lega
Lombarda-Lega
Nord
che
costringono
i
cattolici
lombardi
a
confrontarsi
non
solo
con
una
questione
istituzionale
(stato
centralista
o
federalista)
ma
anche
con
un
problema
di
identità
culturale.
In
anni
recenti
l'episcopato
italiano
aveva
assunto
una
posizione
estremamente
rigida
ed
apparentemente
compatta
di
fronte
alle
"minacce
all'unitarietà
dello
Stato
italiano".
La
Cei,
attraverso
i
suoi
portavoce,
era
giunta
a
bacchettare
i
politici
che,
a
suo
dire,
non
avrebbero
difeso
con
sufficiente
determinazione
lo
Stato
unitario.
Questa
difesa
dello
Stato
uscito
dal
cosiddetto
Risorgimento,
ovvero
dalla
Rivoluzione
italiana
che
sovvertì
le
antiche
istituzioni
politiche
della
Penisola
e
che
si
accanì
violentemente
contro
i
cattolici
e
la
Chiesa
dichiarando,
al
grido
di
"Roma
o
morte",
una
guerra
senza
quartiere
al
Santo
Padre
e
alla
libertà
della
Chiesa,
considerato
un
"valore"
assoluto,
presuppone
da
parte
cattolica
una
amnesia
storica
incredibile
e
giustificabile
solo
con
fortissimi
interessi
politici.
Per
decenni,
dalla
nascita
dello
Stato
unitario
fino
al
fascismo,
i
cattolici
sono
stati
oggetto
di
una
vera
e
propria
persecuzione.
Il
grande
pensatore
Augusto
Del
Noce
anni
fa
fece
sentire
la
sua
voce
di
studioso
autorevole
quanto
purtroppo
isolato
denunciando
il
processo
risorgimentale
come
fase
della
politica
estera
imperialista
britannica.
Le
modalità
con
cui
l'Italia
come
entità
statale
si
è
formata
pesano
dunque
come
macigni,
ed
è
merito
del
vescovo
di
Como,
S.E.
Monsignor
Maggiolini,
avere
ricordato
pochi
anni
orsono
che
tale
unitarietà
politica
non
è
dogma
di
fede
per
un
cristiano.
Per
la
prima
volta
questi
temi
sono
stati
affrontati
in
un
dibattito
da
interventi
autorevolissimi:
il
Professor
Giorgio
Rumi,
Docente
di
Storia
contemporanea,
Università
Statale
di
Milano;
uno
dei
maggiori
studiosi
della
storia
della
presenza
cristiana
nel
nostro
paese
negli
ultimi
due
secoli;
il
Professor
Roberto
Chiarini,
Docente
di
Storia
dei
partiti
politici
presso
l'Università
Statale
di
Milano;
il
Professor
Don
Luigi
Negri,
Docente
di
Introduzione
alla
Teologia
e
di
Storia
della
Filosofia
presso
l'Università
Cattolica
di
Milano,
nonché
autore
di
alcuni
volumi
come
"False
accuse
alla
Chiesa"
e
il
recente
"Controstoria";
Luciano
Moia,
giornalista
del
quotidiano
Avvenire
e
autore
del
volume
"Federalisti
di
Dio",
studio
sui
rapporti
tra
cattolicesimo
e
federalismo,
con
particolare
attenzione
al
fenomeno
Lega
Nord.
Moderatore
della
Tavola
rotonda
è
stato
Achille
Lega,
giornalista
e
saggista,
anima
storica
del
federalismo
lombardo.
Si
è
trattato
di
un'occasione
storica
per
riflettere
e
utilizzare
proficuamente
la
lezione
del
passato.