Tavola rotonda
<-- Re
Artù
Gruppo di racconti detti anche "ciclo bretone" o "ciclo
arturiano", risalenti all'alto Medioevo, aventi per protagonisti
Artù, semileggendario re di Britannia, e i suoi cavalieri.
La leggenda è un complesso intreccio fra antica mitologia
celtica e tradizioni successive, sviluppate da una base storica
e diiffuse in Europa probabilmente dai celti stanziati in Bretagna
nel V e VI secolo.
I primi riferimenti al personaggio di Artù si ritrovano in
testi di origine gallese: il poema Gododdin (600 ca.), alcune storie
scritte in latino nel IX e X secolo e i racconti dell'antologia Mabinogion
(1100 ca.), in cui compaiono anche la moglie di Artù, Ginevra,
e i cavalieri Kay, Bedivere e Gawain. La prima raccolta di narrativa
arturiana è la Historia regum Britanniae (1135 ca.) dell'inglese
Goffredo di Monmouth. Nell'opera compare anche Merlino, consigliere
di Artù, il quale è figlio del re inglese Uther Pendragon;
si cita inoltre l'isola di Avalon, dove Artù si reca per guarire
dalle ferite riportate nell'ultima battaglia, e si narra dell'infedele
Ginevra e della ribellione istigata dal nipote di Artù,
Mordred.
In uno dei primi racconti inglesi del ciclo, il Roman de Brut (1205)
del poeta Layamon, si racconta per la prima volta della spada Excalibur,
che il solo Artù riuscì a estrarre dalla roccia in
cui stava conficcata.
Nel 1100 i romanzi arturiani erano già diffusi anche in Italia:
ispirati alla cavalleria e all'amor cortese, davano alle gesta dei
cavalieri di Artù spazio maggiore che al re stesso.
La più antica delle versioni francesi del ciclo è costituita
dalle opere di Chrétien de Troyes (XII secolo). Una di queste è dedicata
alla figura di Lancillotto, primo cavaliere di Artù e suo
rivale in amore; un'altra narra di Perceval (Parsifal) alla ricerca
del Santo Graal, incorporandone il tema nella leggenda. L'opera di
Chrétien influenzò notevolmente i romanzi arturiani
successivi, soprattutto le prime versioni tedesche quali Erec e Iwein,
del poeta Hartmann von Aue (XII secolo), e l'epopea Parzival (1210
ca.) di Wolfram von Eschenbach. All'inizio del XIII secolo, anche
la storia di Tristano e Isotta entrò a far parte della leggenda
di Re Artù.
I successivi romanzi inglesi sono incentrati sulle figure dei singoli
cavalieri: Parsifal e Galahad, i cavalieri del Santo Graal, e soprattutto
Gawain.
Molti scrittori, musicisti e registi hanno adattato le vicende
di Artù e dei cavalieri della Tavola rotonda, da Mark Twain con
Un americano alla corte di Re Artù (1880), al Parsifal di
Richard Wagner (1882), alla narrativa e cinematografia fantasy
dei giorni nostri. |