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193. Annotazioni sulle scelte espressive

Come accennato nell'introduzione dell'opera, quando si scrivono documenti a carattere tecnico in lingua italiana, è difficile essere comprensibili, coerenti e anche corretti secondo le regole della lingua. Inoltre non si può nemmeno contare sulla presenza di una qualche autorità in grado di dare risposte a dei quesiti sul modo giusto di definire o di esprimere qualcosa.

Nel capitolo 100 sono raccolti dei punti di riferimento, tuttavia resta aperto il problema della terminologia da adoperare. Attualmente, esiste la lista it@li.org che si occupa di discutere i problemi legati alle traduzioni di documenti come HOWTO, pagine di manuale e messaggi dei programmi GNU. La traduzione è una cosa differente dallo scrivere qualcosa di nuovo in italiano, e comunque, la sensibilità e le scelte di ognuno possono essere diverse.

In questa appendice si raccolgono solo alcune annotazioni sulle forme espressive usate o che potrebbero essere usate in futuro in questa opera (nel tempo sono cambiate molte cose in questo documento, e dovrebbero cambiarne ancora molte altre). Tra le annotazioni ci sono dei commenti che a volte riassumono discussioni apparse nella lista già menzionata.

Di solito queste cose non si scrivono nei libri normali, forse perché non si vuole mostrare apertamente la propria incertezza. Sono sempre graditi i commenti riferiti al contenuto di questa appendice e a tutto il resto dell'opera. :-)

193.1 Sigle

Nelle annotazioni delle sezioni seguenti, appaiono alcune sigle che hanno un significato molto semplice:

m. -- maschile;

f. -- femminile;

s. -- singolare;

inv. -- invariato al plurale;

agg. -- aggettivo.

193.2 Unità di misura e moltiplicatori

In informatica si utilizzano delle unità di misura e dei moltiplicatori ben conosciuti, ma senza uno standard simbolico ben definito. Nel testo di questo documento si usano le convenzioni seguenti.

byte, Kbyte, Mbyte, Gbyte

l'unità byte viene indicata al minuscolo, di seguito al suo moltiplicatore eventuale. In particolare: «K» sta per 2^10 = 1024; «M» sta per 2^20 = 1048576; «G» sta per 2^30 = 1073741824. L'unità di misura, con il suo moltiplicatore, viene indicata dopo e staccata dalla quantità a cui si riferisce.

bps, Kbps, Mbps

l'unità bps (Bit Per Second) viene indicata al minuscolo, di seguito al suo moltiplicatore eventuale. Come nel caso dei byte, le lettere «K» e «M» stanno rispettivamente per 2^10 e 2^20.

Hz, kHz, MHz, GHz

l'unità Hz (Hertz) viene indicata nel modo che si vede, di seguito al suo moltiplicatore eventuale. In questo caso si utilizzano i moltiplicatori di fisica: «k» sta per 10^3 = 1000; «M» sta per 10^6 = 1000000; «G» sta per 10^9 = 1000000000. È importante ricordare che la lettera «k» deve essere minuscola.

Em

L'unità Em rappresenta la larghezza di una lettera «m» nell'ambito del sistema di composizione tipografica utilizzato. Viene indicata nel testo in questo modo, con l'iniziale maiuscola, per evitare confusione.

193.3 Termini tecnici particolari

Sono considerati acquisiti in italiano i termini tecnici elencati nella tabella 193.1. In quanto tali, sono indicati nel testo dell'opera, e nel sorgente stesso, senza enfatizzazioni tipografiche.

bit s. m. inv.
byte s. m. inv.
computer s. m. inv. -- meglio «elaboratore»
console s. f. inv.
directory s. f. inv.
  sottodirectory s. f. inv.
file s. m. inv.
hardware s. m. inv.
input s. m. inv.
mixer s. m. inv.
modem s. m. inv.
monitor s. m. inv.
mouse s. m. inv.
output s. m. inv.
routine s. f. inv.
  subroutine s. f. inv.
software s. m. inv.
timer s. m. inv.
zoom s. m. inv.

Tabella 193.1: Elenco dei termini tecnici considerati acquisiti nel linguaggio.

Inoltre, i termini che ormai sembrano far parte del linguaggio tecnico italiano in modo irrimediabile, sono annotati nella tabella 193.2. Anche questi appaiono nel testo dell'opera senza enfatizzazioni tipografiche, ma nel sorgente sono delimitati in modo da poter essere riconoscibili.

anycast agg.
applet s. m. inv.
array s. m. inv.
bridge s. m. inv.
  gateway s. m. inv.
  router s. m. inv.
broadcast agg.
bus s. m. inv.
cast s. m. inv.
client/server s. m. inv.
crontab s. m. inv. -- file di Cron
dot-clock s. m. inv.
driver s. m. inv.
escape s. m. inv. / agg.
feed s. m. inv. -- Usenet
filesystem s. m. inv.
firewall s. m. inv.
fuzzy agg. -- logica
hash s. m. inv. -- array associativi di Perl
inode s. m. inv.
join s. m. inv. -- basi di dati
kernel s. m. inv.
link s. m. inv. -- compilazione
  linker s. m. inv. -- compilazione
link-local agg.
login s. m. inv. -- solo quando non è possibile parafrasare
logout s. m. inv. -- solo quando non è possibile parafrasare
magic number s. m. inv.
memoria cache s. f. inv.
multicast agg.
node-local agg.
news s. f. inv.
organization-local agg.
password s. f. inv.
pipe s. f. inv.
  pipeline s. f. inv.
pixel s. m. inv.
proxy s. m. inv.
record s. m. inv.
script s. m. inv.
shell s. f. inv.
  subshell s. f. inv.
site-local agg.
socket s. m. inv.
standard input s. m. inv.
standard output s. m. inv.
standard error s. m. inv.
task s. m. inv. -- se possibile, meglio parafrasare
unicast agg.
utility s. f. inv. -- meglio «programma di utilità», o «utilità»

Tabella 193.2: Elenco dei termini tecnici apparentemente consolidati in italiano, o comunque intraducibili per qualche motivo.

Le regole per la definizione del genere maschile o femminile per un termine tecnico proveniente dalla lingua inglese, che viene usato così com'è in italiano, sono molto vaghe. Inoltre, i termini inglesi che vengono incorporati nell'italiano vanno usati generalmente al singolare, anche quando esprimono quantità multiple.

193.3.1 Annotazioni sui termini tecnici ritenuti «intraducibili»

array

Il termine array rappresenta una struttura di dati particolare, mentre i termini «vettore» e «matrice» sono specifici della matematica.

bridge; router; gateway

Queste parole servono a definire in modo preciso e standard il ruolo di uno di quei nodi di rete che permettono un attraversamento tra una sottorete e un'altra.

directory

Il termine directory è stato tradotto in passato in vari modi poco soddisfacenti. Il concetto più elegante che si possa abbinare alla directory è quello di «cartella», che però è conveniente solo in presenza di un sistema operativo prevalentemente grafico. Nel caso di GNU/Linux, al momento, ciò è inopportuno.

feed (Usenet)

È difficile trovare una traduzione accettabile per esprimere il feed degli articoli di Usenet. Eventualmente si potrebbe parlare di «propagazione» degli articoli, quando il contesto lo consente, dal momento che non è proprio la stessa cosa.

inode

Si tratta di un termine costruito appositamente, e questo vale anche per la lingua inglese da cui ha origine. In particolare è difficile stabilire con certezza il significato della lettera «i» iniziale, probabilmente sta per index, e comunque la diffusione del termine inode è tale per cui non avrebbe senso scomporlo e trasformarlo altrimenti. Per questo non è utile tentare di tradurlo, tanto più che si tratta di un nome costruito ad arte per rappresentare la caratteristica fondamentale dei filesystem Unix.

magic number

Il magic number, come descritto da magic(4), è una realtà presente da molto tempo. Il concetto si avvicina a quello dell'impronta virale utilizzata dai programmi anti-virus, e in altri termini potrebbe essere descritto come una stringa di riconoscimento. Tuttavia, qualunque traduzione ne cancellerebbe la storia.

memoria cache

Memoria cache si usa generalmente così in italiano, e non si può tradurre come «memoria tampone» che invece si riferisce al concetto di buffer. È da notare che cache viene dal francese. La traduzione «memoria di transito» può servire eventualmente come spiegazione, dal momento che rende abbastanza il concetto.

news (Usenet)

Questo termine è intraducibile e si riferisce al servizio offerto dalla rete Usenet: quello di distribuire le news. In questo senso, piuttosto che parlare di «servizio Usenet», è meglio riferirsi a un «servizio di gestione delle news».

pipe, pipeline

Di per sé si tratta di «condotti» e «condutture»... tuttavia, forse è meglio non tradurli.

proxy

Il proxy sarebbe il «procuratore» o il «procacciatore» di qualcosa. In italiano è improponibile l'uso di questo genere di traduzioni per indicare il concetto riferito ai servizi di un demone in un sistema operativo.

record

Questo termine viene usato spesso nel documento per indicare delle «righe» di file strutturate in campi, che contengono un'informazione completa su qualcosa.

script

Lo script, inteso come un programma scritto in un file di testo che viene eseguito per opera di un interprete, è un termine che non ha un equivalente in italiano nell'uso corrente. Inoltre, c'è da considerare che non ci sono difficoltà particolari nell'inserimento in una frase in italiano; anche la pronuncia non è difficile.

standard input, standard output, standard error

Si tratta di termini praticamente già tradotti, dove eventualmente si dovrebbero solo invertire le parole (input standard, output standard, ecc.). Il problema sta nella traduzione di standard error, che in questo modo diventerebbe «errore standard». Una forma del genere potrebbe far pensare all'«errore che fanno tutti», perché è «standard». Forse si potrebbe risolvere aggiungendo un trattino, ma poi occorrerebbe farlo anche per gli altri. Per il momento, questi termini sono lasciati così come sono in questo documento, senza tentare alcuna traduzione.

task

Probabilmente, l'uso del termine task è inevitabile, a meno di grosse arbitrarietà linguistiche. Tra le altre cose, task ha il vantaggio di essere breve e facile da pronunciare all'interno di un testo italiano.

193.4 Definizioni verificate

UT, universal time <---> tempo universale

193.5 Glossario personale

Nelle sezioni seguenti sono annotati alcuni termini tecnici in lingua inglese e le loro traduzioni o traslazioni possibili in italiano, assieme a qualche commento. Le sezioni servono a distinguere i contesti.

L'asterisco che appare a fianco di alcune definizioni, serve a indicare quelle più deboli, o che comunque sono evidenziate nel sorgente (e non nella composizione finale).

193.5.1 Processi elaborativi

pipe, pipeline

Vedere 193.3.1.

foreground (process) ---> (processo) in primo piano *

Dal momento che l'uso in questa forma non è molto diffusa, anche se è abbastanza intuitiva, è opportuno indicare tra parentesi il termine originale in inglese almeno la prima volta.

background (process) ---> (processo) sullo sfondo *

Purtroppo, questa forma non è comprensibile immediatamente, per cui si rende necessario riproporre tra parentesi il termine originale in inglese almeno la prima volta, e quando il contesto lo richiede per chiarezza.

task

Vedere 193.3.1.

multitasking ---> multiprogrammazione ---> in multiprogrammazione *

Si tratta di un termine italiano di tipo accademico; probabilmente potrebbero andare bene forme del tipo «sistema che opera in multiprogrammazione» o semplicemente «sistema in multiprogrammazione», per tradurre il concetto di «sistema multitasking».

runlevel ---> livello di esecuzione *

exit status ---> valore di uscita *

Init ---> procedura di inizializzazione del sistema *

La definizione riguarda il sistema che controlla sia l'avvio che l'arresto del sistema.

procedura di avvio del sistema *

Questa forma viene usata per distinguere all'interno della procedura di inizializzazione del sistema la sequenza delle operazioni nel momento dell'avvio del sistema operativo.

procedura di arresto del sistema *

Questa forma viene usata per distinguere all'interno della procedura di inizializzazione del sistema la sequenza delle operazioni nel momento dell'arresto del sistema operativo.

shutdown ---> arresto del sistema

spool ---> coda

La traduzione non è perfetta, ma rappresenta il concetto.

print job ---> processo di stampa *

log ---> registro ---> registrazione degli eventi *

to log ---> registrare

system log ---> registro del sistema

log file ---> file delle registrazioni, file di registrazioni, file per le registrazioni *

log archive ---> archivio delle registrazioni *

193.5.2 Memoria centrale e virtuale

memoria cache

Vedere 193.3.1.

buffer ---> memoria tampone *

La traduzione di buffer con «tampone» è interdisciplinare. Il termine buffer, tradotto con «tampone», si usa persino in chimica e biologia, e il concetto sottostante è simile. Tuttavia, è meglio se quando si scrive si pensa che chi legge non sia necessariamente al corrente di questa ambivalenza, per cui conviene ricordare tra parentesi il termine inglese.

swap ---> scambio *

Il contesto deve servire a comprendere il significato della parola «scambio». Per esempio: scambio della memoria, area di scambio (della memoria), partizione di scambio (della memoria) file di scambio (della memoria),...

nvram ---> memoria non volatile

193.5.3 Hardware

slot ---> alloggiamento

Il termine slot può avere diverse traduzioni a seconda del contesto, pur restando nell'ambito dell'hardware. Per esempio, potrebbe essere espresso come «connettore» e anche «zoccolo», se si intende fare riferimento proprio al sistema di contatti e non anche allo spazio e alle guide delle schede che vi vengono inserite.

controller ---> unità di controllo, scheda di controllo *

La distinzione tra «scheda» e «unità», viene fatta per poter esprimere sia il caso in cui si tratti proprio di una scheda distinta che quello in cui il circuito relativo è inserito nella stessa scheda madre.

terminale a caratteri, terminali a caratteri

adapter, driver (inteso come unità hardware) ---> adattatore

Questo è il caso di un'interfaccia hardware di qualche tipo, specialmente quando si tratta di una scheda. Si potrebbe parlare di «adattatore SCSI», «adattatore grafico»,...

193.5.4 Codifica

tab ---> carattere di tabulazione

newline ---> codice di interruzione di riga *

Questa forma così prolissa serve a indicare il codice necessario a terminare una riga di un file di testo normale, in base alle esigenze del sistema operativo o comunque secondo il contesto. Ciò senza usare il termine newline, che a volte alcuni autori di lingua inglese utilizzano per identificare precisamente il codice <LF>, indipendentemente da qualunque circostanza.

codice di escape

Quando si tratta di una sequenza di escape che rappresenta qualcosa che esprime un codice speciale, come quello che non ha una corrispondenza simbolica (non è stampabile).

sequenza di escape

Rappresenta qualcosa che si esprime con un carattere di «escape» iniziale, seguito da qualcosa d'altro. In generale, viene usata questa espressione in tutti i casi esclusi quelli in cui la sequenza di escape serve a rappresentare un codice particolare.

193.5.5 Tastiera

La tabella 193.3 raccoglie i nomi che sembrano più appropriati per i tasti delle tastiere comuni.

Originale inglese Definizioni possibili in italiano
Esc, Escape Esc
Return Invio
Ctrl, Control Ctrl, Controllo
Meta Meta
Alt Alt
Alt Gr AltGr, Alt Gr
Shift Maiuscole
Shift-lock Fissa-maiuscole
Compose Comp, Composizione
PgUp Pagina su
PgDn Pagina giù
Home Inizio
End Fine
Ins, Insert Ins, Inserimento
Del, Delete Canc, Cancellazione
Num Lock BlocNum
Scroll Lock BlocScorr
Print Screen Stampa
F1, F2,... F1, F2,... tasti funzione, tasti funzionali
Tab Tabulazione -- per la dattilografia è «tabulatore»
Space Barra spaziatrice, barra spazio, spazio

Tabella 193.3: Elenco dei nomi di alcuni tasti.

193.5.6 File di testo

patch (file) ---> file di differenze *

Trattando di patch si può parlare anche di «modifiche», «variazioni», «aggiornamenti» e simili, in base al contesto. Tuttavia, viene usata prevalentemente la definizione «file di differenze» come sostituto di «file di patch».

Quando si «applicano», si fa riferimento prevalentemente a «modifiche», senza richiamare nuovamente il termine «differenze».

regular expression ---> espressione regolare *

193.5.7 Dati

magic number

Vedere 193.3.1.

record

Vedere 193.3.1.

standard input, standard output, standard error

Vedere 193.3.1.

database ---> base di dati, basi di dati

In italiano si utilizza solo quando si tratta veramente di database, ovvero di relazioni.

database ---> elenco, registro

Quando il termine database viene usato in modo improprio, potrebbe essere corretto l'uso di altri termini in funzione del contesto.

data type ---> tipo di dati, tipi di dati

checksum - -> codice di controllo *

Il checksum indica letteralmente una «somma di controllo», solo che nel tempo si è esteso il suo significato includendo anche altre forme di controllo basate su operazioni di tipo diverso. A seconda delle circostanze si possono distinguere traduzioni differenti, che servono a precisare il tipo di controllo che viene attuato attraverso il checksum.

codice di controllo *

Queste è probabilmente la traduzione migliore che potrebbe adattarsi alla maggior parte delle circostanze, dal momento che non viene specificato il modo in cui si ottiene il valore di controllo, non si stabilisce nemmeno la sua forma (numerica, alfabetica, ecc.), e inoltre non si stabilisce la sua dimensione.

carattere di controllo, cifra di controllo *

In tal caso il valore utilizzato per il controllo è rappresentato da un solo carattere, oppure precisamente da una cifra numerica.

somma di controllo *

Questa è la traduzione letterale del significato di checksum, però il suo uso dovrebbe essere riservato al caso in cui la funzione che genera il codice di controllo è basato su un procedimento di somme.

campo di controllo *

Quando l'informazione che funge da controllo è contenuta in un «campo».

controllo

Quando il contesto si riferisce all'azione di verificare qualcosa in base a un codice di controllo, ci si può limitare a usare il termine «controllo».

MD5 digest, MD5 message digest - -> firma MD5

In un certo senso, un MD5 digest è un riassunto matematico di un messaggio, e questo fatto dovrebbe giustificare il motivo dell'utilizzo del termine digest. Oltre a questo, la stessa sigla «MD» sta per Message Digest.

upload/download ---> carico/scarico

I termini inglesi upload e download dovrebbero derivare dalle operazioni di carico e scarico delle merci dai mezzi di trasporto.

193.5.8 Linguaggi di programmazione e compilatori

I nomi attribuiti ai tipi di dati di ogni specifico linguaggio di programmazione, non possono essere tradotti, perché si tratta di parole chiave. Tuttavia, in un ambito discorsivo, ha senso utilizzare delle definizioni comprensibili. La tabella 193.4 mostra un elenco di quelle più comuni.

char carattere
int intero
float a virgola mobile (singola precisione)
double a virgola mobile e doppia precisione

Tabella 193.4: Elenco delle definizioni possibili riferite ai tipi di dati più comuni.

I nomi delle strutture di controllo del flusso e delle altre istruzioni che condizionano il flusso delle istruzioni, può essere tradotto in alcuni casi, riferendosi al comportamento delle istruzioni a cui si fa riferimento. La tabella 193.5 riassume queste possibilità.

go to salto incondizionato
if condizione, struttura condizionale
switch, case selezione
while iterazione, ciclo iterativo
until iterazione, ciclo iterativo
for iterazione enumerativa, ciclo enumerativo
break salto, interruzione

Tabella 193.5: Elenco delle definizioni e dei nomi riferiti alle strutture di controllo del flusso delle istruzioni.

array

Vedere 193.3.1.

script

Vedere 193.3.1.

stream ---> flusso *

In questo caso, si fa riferimento allo stream che rappresenta un file aperto in C. Si distingue tra file aperto e file vero e proprio per il fatto che uno stesso file può essere stato aperto più volte all'interno di un programma.

filehandle ---> flusso di file - -> flusso *

In questo caso, si fa riferimento a ciò che rappresenta un file aperto in Perl. Valgono le stesse considerazioni fatte per il caso dello stream, in C.

makefile ---> file-make *

Questa definizione ha il vantaggio di essere comprensibile anche per chi utilizza abitualmente la definizione originale: makefile.

193.5.9 Memoria di massa

directory

Vedere 193.3.1.

inode

Vedere 193.3.1.

link ---> collegamento *

symbolic link ---> collegamento simbolico *

hard link ---> collegamento fisico *

mount ---> montaggio - -> innesto - -> collegamento *

unmount ---> smontaggio - -> distacco *

mount point ---> punto di innesto *

directory di innesto *

to mount ---> montare

to unmount ---> smontare

home directory ---> directory personale *

Questa traduzione può andare bene solo quando si tratta di una directory riferita a un utente umano, e non a un utente fittizio di sistema (bin, daemon, adm, ecc.).

root directory ---> directory radice *

root filesystem ---> filesystem principale

root partition ---> partizione principale *

path, pathname ---> percorso

I termini path e pathname, quando riguardano il percorso di un file o di una directory, hanno una sottile differenza che non sempre viene tenuta in considerazione nel modo corretto: il pathname dovrebbe essere un percorso che contiene l'informazione dell'oggetto finale (il file o la directory finale che si vuole indicare); il path dovrebbe essere il percorso della directory che contiene un oggetto a cui si fa riferimento.

A seconda dell'opportunità o meno, si può usare anche la forma «nome di percorso».

ramdisk, RAM disk ---> disco RAM *

backup ---> ?

La parola backup è il classico esempio di termine conciso e ambiguo della lingua inglese. Per tradurlo occorre utilizzare definizioni differenti a seconda del contesto. Segue un elenco di definizioni che potrebbero essere utilizzate a seconda del contesto particolare, e a seconda del gusto del momento.

copia di sicurezza, salvataggio

In questo caso si intende il backup come la copia che si fa per premunirsi contro le perdite di dati accidentali.

copia di sicurezza di versioni precedenti

Alcuni programmi che copiano o spostano dei file, se incontrano altri file con lo stesso nome nella destinazione, cambiano il nome di questi ultimi, aggiungendo un'estensione simbolica (di solito una tilde, o il simbolo #). Queste sono delle copie di backup, nel senso che sono le copie di sicurezza delle versioni precedenti di quei file.

copia di riserva

La copia di riserva è una copia che si affianca all'«oggetto» che si utilizza (il file, il dischetto, ecc.), nel caso questo risulti danneggiato.

Linux native (partition) ---> (partizione) Linux-nativa *

193.5.10 Utenza

user ---> utente, utilizzatore

Vale la pena di distinguere tra l'utente inteso come entità che accede al sistema, rispetto all'utilizzatore (umano) di qualcosa.

utente comune

L'utente comune dovrebbe essere inteso come l'utente di un sistema Unix che non ha privilegi particolari, ovvero un utente che non è l'amministratore (né root, né un altro amministratore di qualche parte particolare del sistema).

utilizzatore normale

L'utilizzatore normale dovrebbe essere quella persona che utilizza un accesso o un servizio senza grandi pretese e senza competenze speciali.

utente normale

In alcuni casi, la definizione «utente comune» non va bene, per esempio quando si parla degli utenti normali del servizio WU-FTP.

user name ---> nominativo-utente

Si tratta del nome che un utente utilizza per identificarsi e accedere al sistema. Al nominativo-utente si abbina una password.

account ---> ?

Il termine account non è traducibile in un modo solo per tutti i contesti in cui si può usare in inglese. Segue un elenco di definizioni che potrebbero essere utilizzate a seconda del contesto particolare, e a seconda del gusto del momento.

utente -- quando si fa riferimento a un «utente logico» del sistema;

utente registrato (nel sistema);

utenza -- quando si vede l'aspetto contabile della faccenda, ovvero quando l'account è più vicino all'idea di un contratto per ottenere l'accesso;

accesso;

recapito -- nella posta elettronica;

profilo (personale) -- quando si fa riferimento a un file di configurazione collocato nella directory personale;

privilegi (di un certo utente) -- quando l'utente serve a fare o a evitare che sia fatto qualcosa di particolare;

identità (di un utente).

193.5.11 Documentazione

man page ---> pagina di manuale *

Lo Unix AT&T aveva un manuale cartaceo, diviso in sezioni, e ciascun comando costituiva una sottosezione. La composizione del manuale avveniva attraverso Troff, ed era disponibile in linea tramite il comando man, abbreviazione di manual.

Tuttavia, nonostante la giustificazione storica mostrata, si tenga presente che questa definizione non ha il consenso generale degli utenti dei sistemi che in qualche modo derivano da Unix (incluso GNU/Linux), restando così una scelta discutibile.

on-line help ---> guida interna

help ---> guida, guida interna

193.5.12 Interfaccia grafica

desktop ---> superficie grafica *

Quando il contesto è questo.

desktop (Gnome, KDE,...) ---> sistema grafico integrato *

root window ---> finestra principale *

Utilizzando questa traduzione, occorre fare attenzione a non usare la stessa definizione per fare riferimento alla finestra più importante di un programma che può presentare diversi componenti su più finestre.

screen saver ---> salva-schermo

window manager ---> gestore di finestre *

stazione grafica *

X utilizza una definizione un po' contradditoria dei componenti di ciò che qui viene chiamato stazione grafica. Con questa definizione si fa riferimento al servizio offerto da un server X, e in tal modo se ci sono più server X in funzione, ci sono altrettante stazioni grafiche virtuali, esattamente come accade per le console virtuali. In generale, X fa riferimento al display per indicare la stazione grafica, solo che poi, quando si tratta di indicare anche lo schermo, si utilizza l'opzione o la variabile di ambiente omonima, mentre in questo caso sarebbe opportuno parlare di «schermo» in modo preciso.

193.5.13 Rete e comunicazioni

bridge

Vedere 193.3.1.

router

Vedere 193.3.1.

gateway

Vedere 193.3.1.

proxy

Vedere 193.3.1.

route ---> instradamento

to route ---> instradare

regola di instradamento *

Una voce nella tabella degli instradamenti.

UNIX domain socket ---> socket di dominio UNIX - -> socket di tipo UNIX *

Meglio la prima delle due possibilità

to forward ---> inoltrare

In generale è questa la traduzione corretta, a parte una situazione particolare: nella posta tradizionale, quando una corrispondenza deve essere inviata a un indirizzo diverso da quello stabilito originariamente, questa «viene proseguita». Infatti, il problema si pone nel momento della consegna della corrispondenza: il postino viene a sapere che il destinatario ha cambiato indirizzo, oppure la stessa persona che l'ha ricevuta la reimbuca dopo aver modificato l'indirizzo di destinazione. Di conseguenza, sarebbe giusto dire che «si prosegue» un messaggio di posta elettronica quando questo, una volta giunto alla sua destinazione prevista, viene rinviato a un'altra destinazione.

link (HTML) ---> riferimento (ipertestuale)

link (IPv6) ---> collegamento di rete *

computer host ---> elaboratore host, host - -> nodo di rete, nodo - -> stazione

In questo caso si tratta di un elaboratore connesso in rete che in qualche modo ospita qualche servizio. Dal momento che a volte è difficile essere precisi, si potrebbe estendere l'uso del termine host anche a un client. La possibilità di definire la cosa come «nodo di rete» o solo nodo potrebbe rendere l'idea in modo tanto vaga quanto il significato che si dà normalmente al termine host. *1* *2*

In italiano si utilizza anche il termine «stazione», seguito da un aggettivo che ne specifica il comportamento. Per esempio, nel capitolo dedicato alla realizzazione di host diskless si parla di stazioni diskless.

nodo di rete, nodo *

Quando si fa riferimento a un indirizzo nella rete, senza specificare il ruolo che ha ciò che vi corrisponde.

netmask ---> maschera di rete (IPv4) *

Non vengono segnalate le abbreviazioni contenenti solo la parola «maschera».

name server - -> servizio di risoluzione dei nomi *

La traduzione fatta in questo modo cambia un po' il contesto: name server è un nodo che offre un servizio e non il servizio in sé. Quando si vuole fare riferimento proprio al nodo, si può parlare di server DNS.

root domain ---> dominio principale *

Il dominio di «primo livello» è quello che segue immediatamente quello principale: com, edu,...

packet driver ---> driver di pacchetto

Si tratta del programma Dos utilizzato per comandare l'interfaccia di rete in modo da offrire ad altri programmi l'accesso alla stessa, attraverso un IRQ software.

format prefix (IPv6) ---> prefisso di formato *

Rappresenta l'idea di maschera di rete del sistema IPv6.

interface identifier (IPv6) ---> identificatore di interfaccia

group identifier (IPv6) ---> identificatore di gruppo

mirror ---> sito speculare, riproduzione speculare *

193.5.14 Tipografia

specie (alfabetica)

Si tratta di una classificazione dei caratteri in base al tipo di linguaggio per cui sono fatti: latino, cirillico, greco,...

family - -> famiglia di caratteri - -> stile

Lo stile è una forma di classificazione estetica di un carattere, ed è contrassegnato da un nome, come per esempio il Times. Il termine stile va bene fino a quando si resta all'interno di una stessa specie. Alle volte ci sono delle font family che si riferiscono a specie differenti, come il tipo Symbol, o Dingbats. La definizione «famiglia di caratteri» potrebbe andare bene nel caso si voglia mantenere la stessa ambiguità. Questa definizione, famiglia di caratteri, viene anche usata effettivamente, però bisogna ricordare che nel linguaggio tipografico tradizionale italiano, la «famiglia» si riferisce precisamente a un gruppo stilistico con piccole varianti rispetto allo stile a cui appartiene. Bisogna fare attenzione.

serie, variante seriale

La serie è la diversificazione formale di uno stesso stile alfabetico. All'interno di uno stile, una serie può essere una variante di forma: il tondo, il corsivo, il neretto,...

forma

La forma del carattere: il tondo contrapposto al corsivo, il chiaro contrapposto al neretto, e altre varianti (inclinato, chiarissimo, nero, nerissimo, ecc.).

pendenza

Un aspetto della forma del carattere: tondo contrapposto a inclinato.

tono

Un aspetto della forma del carattere: dal chiarissimo al nerissimo.

width ---> larghezza

Un aspetto della forma del carattere: dallo strettissimo al larghissimo.

body size ---> corpo

L'altezza del carattere.

interlinea

Tecnicamente è la distanza tra le righe che si aggiunge alla distanza minima in funzione del corpo del carattere utilizzato. Tuttavia, con questo termine si fa spesso riferimento alla distanza tra le basi di una riga e della successiva (dattilografia).

foudry ---> fonderia

serif ---> grazie, terminali

In italiano, il termine si usa generalmente al plurale.

sans serif ---> lineare

Si tratta di uno stile senza grazie.

collezione alfabetica

La distinzione tra maiuscole e minuscole.

font ---> tipo di carattere ---> fonte tipografica, fonte di caratteri ---> fonte ---> tipoplesso

Il termine font non corrisponde esattamente a qualcosa di ben definito nella tradizione della terminologia tipografica italiana, di conseguenza, la traduzione con il termine «fonte» e i suoi vari abbinamenti è solo una forma di derivazione dall'inglese, altrettanto ambigua. Il termine tipoplesso, sembrerebbe essere il più appropriato dato il suo significato effettivo (plesso tipografico), solo che si tratta di qualcosa che risulterebbe incomprensibile ai più.

La scelta di usare la definizione «tipo di carattere» può essere motivata da un contesto non molto impegnato dal punto di vista dei problemi che riguardano la composizione tipografica. In generale, la sua semplicità rende più comprensibile il testo al lettore che non abbia già delle nozioni di tipografia.

polizza

L'assortimento completo di caratteri di un corpo determinato. Le polizze compongono il tipoplesso.

scala di corpi

L'insieme dei corpi in cui può essere reso un certo tipo di carattere.

traslitterazione

Traduzione da un alfabeto a un'altro, lettera per lettera. Nella traslazione di un testo composto in cirillico traslitterato in carattere latino, l'alfabeto latino è il traslitterante e l'alfabeto cirillico è il traslitterato.

character set ---> insieme di caratteri *

Da una discussione era emerso che dovendo scegliere tra «gruppo di caratteri» e «insieme di caratteri» è meglio la seconda forma per vari motivi fondati sulla teoria degli insiemi.

Vedere anche: Scienza, tecnologia e arte della stampa e della comunicazione, http://ape.apenet.it/Grafica/; in particolare http://ape.apenet.it/Grafica/Grafica01/1123.html, http://ape.apenet.it/Grafica/Grafica01/1403.html.

193.5.15 Usenet

feed

Vedere 193.3.1.

news

Vedere 193.3.1.

newsgroup ---> gruppo di discussione (di Usenet) - -> gruppo

La definizione «gruppo di discussione» è quella più diffusa, anche se per alcuni potrebbe risultare imprecisa: non sempre si tratta di aree di discussione, potrebbero essere semplicemente dei gruppi per la diffusione di notizie di qualche tipo, senza che si formi una discussione vera e propria.

news server, discussion host ---> server di news

Si tratta di un nodo di rete che offre l'accesso ad alcuni gruppi per mezzo del protocollo NNTP.

to post ---> spedire (un articolo).

sito Usenet

Si tratta di un sito che offre un servizio di accesso alla rete Usenet.

articolo

L'articolo è ciò che viene diffuso attraverso Usenet, nei gruppi di discussione verso cui è stato spedito. Non si deve confondere con news, che invece rappresenta il servizio in generale.

193.5.16 Varie

implementation ---> realizzazione, attuazione, adattamento

to implement ---> realizzare, attuare, adattare

keyword ---> parola chiave, parole chiave

retry ---> tentativi ripetuti

disclaimer ---> liberatoria

computer ---> elaboratore, sistema di elaborazione - -> sistema

prompt - -> invito *

Il termine prompt è probabilmente qualcosa che è bene non tradurre. In passato è stata usata la definizione «segnale di pronto», e anche «invito»; quest'ultima ha il pregio di essere una buona traduzione del significato che ha prompt, ma ha il difetto di non essere utilizzata in generale.

utility ---> programma di utilità, programmi di utilità ---> utilità

boot ---> avvio, caricamento (del sistema operativo)

octet ---> ottetto

front-end - -> programma frontale *

La traduzione fatta in questo modo non è perfetta, perché manca la possibilità di tradurre in modo simile anche back-end. In certe situazioni, front-end viene usato in modo improprio anche in inglese; in quei casi, non ha senso la traduzione proposta qui.

flag ---> opzione (booleana), modalità (booleana), attributo (booleano), variabile (booleana), indicatore

Purtroppo si possono tradurre in questo modo solo alcune situazioni.

umask ---> maschera dei permessi *

La documentazione della shell Bash fa riferimento al comando umask come a quello che imposta la «maschera di creazione dei file» per i processi elaborativi. Tuttavia, utilizzando questa definizione si perde di vista il compito preciso di questa maschera: quello di eliminare alcuni permessi in modo predefinito.

sticky (bit) ---> (bit) Sticky

In pratica, viene usato sempre con l'iniziale maiuscola in modo da abbinarlo facilmente agli altri «s-bit»: SUID, SGID e Sticky.

Quando sticky viene usato in altri contesti, si potrebbe tradurre come «adesivo».

mouse pointer, mouse cursor ---> puntatore del mouse

Questo sembra essere un modo elegante per specificare che non si tratta del cursore all'interno del testo.

offset ---> scostamento, scarto

L'idea viene dal lavoro di ATO (Amiga Translators' Organization).

193.6 Forme espressive particolari

Ridirezione

È una questione di gusto personale, dal momento che molti preferiscono «re-direzione». *3*

Emettere attraverso lo standard output, emettere attraverso lo standard error

Questa forma è quella usata nel documento. I motivi per cui è stata scelta sono tanti, ma non derivano da un'esperienza Unix. In generale, viene contestato che standard output e standard error sono file come gli altri, secondo la filosofia Unix, per cui su questi ci si «scrive».

193.7 Annotazioni per un uso futuro

Quelle che seguono sono annotazioni per un possibile uso futuro. Sono qui per non essere dimenticate.

password ---> parola di accesso.

passphrase ---> frase di accesso.

shadow password ---> ?

file manager ---> gestore di file.

login ---> accesso.

logout ---> conclusione dell'accesso.

maintainer ---> coordinatore, responsabile (dipende dal contesto).

193.8 Nomi dei caratteri speciali

La tabella 193.6 elenca alcuni caratteri e simboli speciali, assieme alla denominazione usata in questo documento.

Simbolo Denominazione
 | barra verticale
 / barra obliqua (normale)
 \ barra obliqua (inversa)
 ' apice singolo
 ` apice inverso
 " doppio apice, virgolette, virgolette alte
 «, » virgolette basse, virgolette uncinate
 & e-commerciale
 ~ tilde
 @ at, chiocciolina, chioccioletta -- meglio non usarlo
 # cancelletto -- meglio non usarlo
 : due punti (verticali)
 .. due punti (orizzontali)

Tabella 193.6: Elenco dei nomi di alcuni caratteri e altri simboli.

In particolare, i simboli elencati di seguito meritano maggiore attenzione.

@

In origine questo simbolo è nato proprio per abbreviare la parola «at» (inglese), nello stesso modo in cui & sta per «et» (latino). Sembra ricorrente il nome «chiocciolina» in italiano, ma in generale non è il caso di nominarla in un testo scritto.

#

È difficile dare un nome in italiano (così come in inglese) a questo simbolo; probabilmente la denominazione più diffusa tra gli informatici è «cancelletto».

193.9 Riferimenti

Dictionnaire panlatin de l'informatique

http://www.tele3.net/dicoinfo/_bdt.htm

NetGlos - The Multilingual Glossary of Internet Terminology

http://wwli.com/translation/netglos/netglos.html

Amiga Translators' Organization

http://bilbo.di.unipi.it/~ato-it/

Dizionario di Informatica

http://www.zdnet.it/Dizionario/

Silvano Gai, IPv6, McGraw-Hill, 1997

1.) Attualmente, si usa prevalentemente il termine nodo al posto di host nel testo normale, mentre nell'indicazione degli schemi sintattici, si lascia host.

2.) Il termine host, viene usato in particolare nella documentazione RFC riferita a IPv6 per indicare un nodo che non sia un router. Inoltre, sempre la terminologia riferita a IPv6 indica il nodo come qualunque dispositivo che utilizzi in pratica questo protocollo.

3.) Il termine «ridirezione» viene usato anche in IPv6 di Silvano Gai, McGraw Hill, 1997, alla sezione 6.4.3, anche se in questo caso si tratta di ridirezione dei pacchetti IPv6.

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