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GLI ITALIANI SONO TUTTI SAN FRANCESCO?

Uno studio della LAV rivela il rapporto

di convivenza e conflitto fra gli italiani e gli animali

di Gianluca Di CapuaAdriano Gissi, Andrea Ladisa, Simone Ferrara

Gli Italiani sono tutti San Francesco? Con questo quesito la LAV (Lega Anti-Vivisezione) ha presentato il 2° studio (dopo quello del ’95) "GLI ITALIANI E GLI ANIMALI", un vero e proprio "termometro" per misurare il rapporto fra gli italiani e gli animali.

Sono di più le persone che denunciano maltrattamenti di animali o quelle che li compiono? Quanti sono usati ogni anno per vivisezione e pellicce? Aumentano o calano gli animali domestici abbandonati? E quelli esotici comprati? Quali feste tradizionali con uso di animali sono state vietate e quanti e quali Comuni hanno attivato ordinanze a loro difesa? Le leggi per proteggere gli animali negli allevamenti e nei trasporti sono applicate? Davvero diminuiscono i cacciatori?

I risultati:

1) Nel 1996 in Italia o per il mercato italiano sono stati uccisi 710 milioni di animali “di terra” ( pellicce, vivisezione, caccia, macellazione), 150 milioni di animali "d'aria" (caccia, vivisezione), oltre dieci miliardi di animali “d‘acqua” (pesca, vivisezione).

Poi ci sono 280 milioni di animali detenuti per zoo, circhi, allevamenti. I settori di violenza e morte per gli animali sono in calo: pellicce 30%, macellazione -4% (dati ufficiali): gli italiani hanno usano meno pellicce e mangiano meno carne.

Per il "maltrattamento quotidiano" (il cane alla catena corta o l'avvelenamento dei gatti in un quartiere) aumenta il numero di casi conosciuti, perché aumentano le persone che hanno il coraggio di fare denunce.

2) Nascono o crescono, invece, nuovi settori di sfruttamento e violenza sugli animali. Per esempio quelli legati alla criminalità organizzata, alle scommesse clandestine, come combattimenti fra cani, corse di cavalli in strade chiuse appositamente.

Si sta sviluppando in silenzio, senza regolamentazione, l'industria degli animali modificati dall'ingegneria genetica per super produzioni alimentari o sperimentazioni mediche.

Finalmente i fantasiosi hanno smesso di allevare cincillà e rane-toro, però stanno ora invadendo le nostre campagne gli allevamenti di struzzi, caimani, lumache.

Arrivano i rodei americani, ed aumentano le mostre-mercato itineranti di animali vari (cuccioli di cani e gatti, ragni).

In TV aumentano le trasmissioni sugli animali in natura ma si è registrato un incremento dei circhi sia nelle reti pubbliche che in quelle private; in compenso, c’è un calo della partecipazione agli spettacoli "dal vivo".

3) Aumentano lentamente ma costantemente, nel calderone dei consumi "naturali", le scelte orientate verso prodotti "cruelty free" ovvero liberi da crudeltà: cosmetici non sperimentati su animali, pellicce non di animale, scarpe ed accessori non in pelle, alimenti e ristoranti vegetariani.

4) Aumentano attenzione, provvedimenti, leggi di Amministrazioni locali, Consigli Regionali, Parlamento, Europarlamento, Commissione dell'Unione Europea. Però anche dove esistono leggi parzialmente positive non c’è ancora piena applicazione.

5) In città, dove sempre più uccelli ed altri animali selvatici trovano rifugio, aumentano gli italiani che decidono di tenere con sé un animale domestico. Il sentimento non sempre è indirizzato a tutela di un cane abbandonato o un gatto ferito, privilegiando ancora - invece - l'acquisto in un negozio, a vantaggio dell'industria dei "pets" favorendo così anche l'approccio "da soprammobile" con l'animale. Per non contare gli italiani che indirizzano la loro scelta verso animali particolari, come quelli esotici.

7) Le associazioni protezioniste e antivivisezioniste hanno colto l’occasione per portare in Parlamento la prima proposta di riconoscimento dei diritti degli animali da inserire nella Costituzione e per chiedere che venga istituito un "Dipartimento Animali" presso un Ministero o la Presidenza del Consiglio.

Intanto, esse hanno già ottenuto l’istituzione di "Uffici Diritti Animali" presso un crescente numero di Comuni italiani (compresi Milano, Roma, Venezia e forse presto anche la nostra Cologno).

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