Salvato
dall’oblio dalla meritoria pubblicazione di Walter Canavesio,
illustrante i fondi e le raccolte della Biblioteca di Storia e Cultura del
Piemonte, il Fondo Colla, uno dei meno noti e più smilzi (cinque faldoni
in tutto) tra i molti più pubblicizzati e importanti, rivela tuttavia un
copioso materiale atto a meglio delineare la figura di questo personaggio,
citato a volte per i suoi trascorsi giacobini, a volte per i suoi meriti
botanici. Ancora una volta poi si può apprezzare l’attivo
interessamento del prof. Luigi Firpo per la cultura del Piemonte: infatti
il fondo venne acquistato per 150.000 lire dalla Bottega d’Erasmo nel
1961, su sua segnalazione.
Luigi
Colla, un uomo del suo tempo.
Luigi
Colla nacque a Torino il 22 aprile 1766 da Antonio Maria, avvocato
collegiato e da Felicita Capello in una famiglia che da generazioni era
dedita allo studio e alla pratica delle leggi; infatti il nonno, Pietro
Paolo Colla, era notaio a
Roccaverano, figlio a sua volta dell’avv. Francesco, deceduto nel 1724.
La tradizione famigliare lo destinava perciò agli studi giuridici. A
diciotto anni si laureò presso l’Università di Torino e nel 1786 fu
aggregato al Collegio di leggi della stessa Università «brillando
principalmente –dice il Parlatore- nel sostenere la tesi di diritto pubblico, di cui allora la
recente opera del Beccaria gli aveva dato argomento». Questo cenno
all’interesse del giovane Colla per l’autore de Dei delitti e delle
pene è indizio della sua vivacità intellettuale che fin da allora
non si restringeva alla giurisprudenza ma, secondo I. Sermonti Spada, si
estendeva «alle belle lettere, alle matematiche, alla geografia e alla
chimica che prediligeva».
Egli stesso nella “Cagione dell’opera”, premessa all’Antolegista
botanico, afferma: «Fino dalla prima mia adolescenza io era perciò
tratto, direi così, dalla natura ad indagarne i secreti; ma gettato nello
studio delle Leggi per amore di famiglia, dovetti abbandonare i miei
impulsi, ed a quello quasi esclusivamente applicare….le cure del Foro
non bastarono tuttavia ad alimentare la mia passione per lo studio: la mia
immaginazione si rivolgeva sempre alle cose naturali: l’immenso regno
de’ vegetabili la colpiva più d’ogni altro».
Nel
1795 morì suo padre, l’avv. Antonio Maria, che aveva sposato in seconde
nozze Rosalia Caccia. La
contrastata divisione ereditaria, che presentava uno scompenso tra crediti
e debiti di circa 20.000 lire, originò una causa Colla-Caccia che si
protrasse nel tempo e che portò ad un minuzioso inventario dei beni
paterni: anche la biblioteca fu oggetto di inventario e la stima fu fatta
dal cav. Jean, libraio della Stamperia Reale di Torino. I circa
1500 titoli, che furono stimati 5.171 lire,7 soldi e 6 denari, ci danno un
ottimo quadro dell’ambiente culturale familiare in cui si formò il
Colla.
Come
molti giovani del suo ceto aderì alle nuove idee che provenivano dalla
Francia rivoluzionaria e quando il generale Joubert, occupata Torino, formò
un governo provvisorio, venne chiamato a farne parte. Fu nominato
commissario e gli fu affidato il compito di raccogliere voti per
l’annessione alla Francia. Il generale Grouchy lo inviò successivamente
nella provincia d’Acqui per sedare i moti che erano sorti in quella
provincia per protestare contro l’annessione del Piemonte alla Francia.
Alcuni manifesti allora pubblicati sono da lui sottoscritti, e meraviglia
un po’ credere che siano uscite dalla penna di un futuro cav.
dell’Ordine Mauriziano frasi come questa: «Dopochè l’invitta, e
generosa Nazione francese convinta della perfidia dei nostri
tiranni….stese una mano benefica al Popolo Piemontese
per secondare li suoi slanci verso la Libertà, e sottrarlo dal
giogo del più inumano dispotismo…-
e più oltre-…Grouchy comparve; tremarono alla di lui vista i seduttori
satelliti dell’espulso tiranno…».
Quando le
truppe Austro-russe occuparono Torino il Colla con altri esponenti
dell’ex governo provvisorio repubblicano venne carcerato. La vittoria di
Napoleone a Marengo gli rese la libertà, non fece più parte del nuovo
governo ma il generale
Berthier lo nominò rappresentante piemontese a Milano presso la
Repubblica cisalpina. Tornato
a Torino, dopo che le province oltre Sesia erano state riunite alla
Cisalpina, prese posto nella Consulta legislativa che però di li a poco
si trasformò in Commissione esecutiva di cui non fece più parte e,
dicono i suoi biografi, si ritirò a vita privata. Tuttavia su un suo
passaporto, rilasciato a Torino il 22 febbraio 1808, è detto: Membro del
Consiglio Generale del Dipartimento; infatti vi si legge: «Louis Colla
avocat collegié membre du Conseil Géneral du Département allans à
Milan avec Madame son épouse et un enfant». Sul retro riporta un visto
per il ritorno a Torino, datato Milano 6 marzo 1808. Madame era
Fortunata Zapelloni, di Vercelli, sposata dal Colla nel 1801 e l’enfant
probabilmente la figlia Tecofila di circa cinque anni. Purtroppo il Fondo
Colla della Biblioteca della Provincia non ha documenti che si riferiscano
all’attività politica del periodo prenapoleonico e napoleonico, ad
eccezione di un importante documento: un diploma di affiliazione del Colla
alla massoneria, datato Torino 28 agosto 1802. Colla diventa apprentif
Franc-Macon presso la loggia “La Réunion”. Questa loggia era
stata fondata poco prima col proposito di favorire l’unione del Piemonte
alla Francia e ad essa aderirono il prefetto
Ferdinando de la Ville, tre generali francesi tra i quali il Fresia, «quattro
membri del Consiglio Generale,
il commissario di polizia di Torino, francese d’origine…oltre a un
gran numero di funzionari, ufficiali e membri dei consigli elettivi».
Ciò nonostante vari rapporti inviati a Parigi dipingevano la loggia come
pericolosa per il Governo e dopo una seduta speciale per esaminare le
inquietanti informazioni provenienti dal Piemonte, convocata per ordine di
Napoleone il 25 settembre 1802, sempre su suo ordine, dato con lettera al
generale Jourdan, le logge massoniche venivano messe al bando in tutta la
27° divisione da un decreto del generale Menou. Ci furono petizioni,
proteste, ricerca dei calunniatori, ma il divieto non venne revocato per
ben due anni.
Il
ritorno alla sua professione di avvocato, dopo la parentesi politica o
almeno con l’abbandono di cariche importanti, non presentava difficoltà
visto che già prima di questa parentesi godeva di ottima reputazione e «frequentava
la migliore società della capitale, ove la bellezza della sua persona, i
gentili suoi modi, il suo sapere ed una rara musicale perizia gli facevan
trovare presso tutti festevole accoglienza».
L’attività forense ora si coniugò con l’antica passione per la
natura che ebbe modo di
soddisfare dopo l’acquisto in Rivoli di una villa con ampio podere che
si estendeva su un rilievo vicino alla strada che portava a Villarbasse. A
poco a poco trasformò questa sua proprietà in un ampio orto botanico. Il
Balbis, prefetto dell’Orto botanico torinese
dal 1801 e dal 1806 professore di botanica all’Università di
Torino, e il Bellardi, insigni botanici, gli diedero il loro
incoraggiamento: quanto G. B. Delponte racconta dell’incredulità del
Balbis circa il proposito del Colla di darsi allo studio della botanica,
dell’acquisto fatto da quest’ultimo della Philosophia botanica
del Linneo per documentarsi e della sorpresa del prof. G. B. Balbis, quando, invitato a Rivoli nella
primavera, vide il giardino del Colla con le piante
disposte secondo le
classi e gli ordini del sistema sessuale, sa molto dell’aneddoto;
è certo però che gli amichevoli rapporti tra i due furono strettissimi
come testimoniano le numerosissime lettere del Balbis conservate nel Fondo
Colla e l’Elogio storico del Balbis, scritto dal Colla con
particolare affetto, ricordando la «particolare amicizia onde dalla mia
età giovanile sino alla morte di lui strettamente fui vincolato».
Le prime opere botaniche
Frutto
della sua passione per la coltivazione dei “vegetabili” a Rivoli e
dell’impegno posto nello studio della botanica, che tale operare
comportava, è la sua prima poderosa opera, l’Antolegista botanico,
in sei volumi con 17 tavole incise ( stranamente I. Sermonti Spada ne cita
solo sei), pubblicato a Torino presso lo stampatore Domenico Pane,
Stampatore della Prefettura.
L’opera è
dedicata “All’egregia Donna Fortunata Colla nata Zapelloni Consorte
carissima” e nella prefazione, spiegando le “Cagioni dell’opera”,
nota che la maggior parte delle opere botaniche sono scritte in latino o
altre lingue moderne, poche in italiano, non adatte per i «Dilettanti
della Botanica e i Fioristi» per i quali la sua opera è composta.
Il
contenuto può essere sintetizzato con quanto scrive I. Sermonti Spada: «..è
distinto in varie sezioni: nomenclatura teorica, anatomia vegetale,
morfologia degli organismi, sistemografia, tassonomia (con distinzione di
classi, ordini, specie, varietà, e una rassegna dei sistemi di Teofrasto
e Linneo), antologia e descrizione delle piante coltivate. Il testo si
conclude con un’appendice che
unisce la teoria alla pratica, insegnando a creare orti e giardini ».
Dal
fondo Colla è emerso un interessante Libro Conti per
quest’opera, dal quale risultano la tiratura di 500 copie e le consegne
a più riprese delle copie al Colla da parte del legatore Signor Ceresola
con l’elenco delle copie distribuite in omaggio o date ai librai: all’Orgeas
10 + 6 + 44 copie; al Sig. Pane per spedire a Firenze: 6 copie. A fine
luglio del 1815 solo un centinaio di copie era stato regalato o venduto;
quando, nel 1970 circa, la Bottega d’Erasmo, che acquistò molti libri e
documenti del Colla dagli ultimi eredi, chiuse i battenti, un certo numero
di copie intonse venne ancora rilevato da un altro libraio di Torino! Se
la vendita non fu entusiasmante diede modo al Colla di farsi conoscere tra
gli studiosi della materia e di iniziare la consuetudine, che si protrasse
per tutte le opere successive, di inviare i suoi parti, oltre che agli
amici e conoscenti, ad istituzioni nazionali ed estere e tessere una
fittissima rete di contatti con studiosi di botanica e con direttori di
orti botanici.
La
pubblicazione di monografie specifiche, quali la Memoria sul genere
Musa e monografia del medesimo pubblicata nel 1822 nelle Memorie
dell’Accademia delle Scienze, che permettevano di contribuire
all’avanzamento degli studi in campi definiti e soprattutto il libro che
lo faceva annoverare tra i più colti proprietari di giardini botanici del
tempo, l’Hortus ripulensis, pubblicato nel 1824, con quattro
successive appendici, gettarono le basi della sua fama e gli fruttarono i
riconoscimenti di accademie e di sodalizi botanici di tutto il mondo.
Il
fondo Colla della Biblioteca della Provincia di Torino conserva un
grandissimo numero di lettere di ringraziamento per gli invii di queste
opere fatti dal Colla; da Milano, Enrico Acerbi il 22 luglio 1824, addetto
all’Orto di Brera, con i ringraziamenti e i complimenti per l’opera
ricevuta in dono, gli confida che «proponendomi io pure di dare un
Catalogo, (che non so’ perché non siasi mai fatto finora da’ miei
predecessori), delle piante che crescono nel d.to orto, mi servirà
appunto di modello il suo di Rivoli, che è a quel punto di perfezione che
si può desiderare – e continuava con questo bell’elogio dell’arte
litografica torinese – al pari del catalogo mi riescono graditissime le
annesse tavole litografiche eseguite con molta verità e nitidezza,
peccato che in Milano questa elegante ed economica maniera d’incidere
non progredisca come fa in Torino per opera del Denina e del Righino»; da
Pisa, Gaetano Savi il 2 settembre 1824 gli comunica che recensirà l’Hortus
ripulensis nel «nostro Giornale, nell’ottobre. Gradirei intanto di
sapere- prosegue il dotto botanico non troppo ferrato in geografia –
come chiamasi in italiano questo giardino. Ripulensis vuol dire Ripoli, o
Ripaglia? Avrei bisogno di questa notizia entro il corrente mese».
Il Savi concludeva la sua lettera con una Nota di piante desiderate per
il Giardino di Pisa.
Questa
non è l’unica testimonianza della pratica di scambio di semi di piante,
ad esempio da Padova ricevette una lista di Semina rariora in Horto
Patavino collecta quae commutanda exhibitur : con la lista a
stampa, in una nota manoscritta, Giuseppe Antonio Bonato, prefetto
dell’Orto botanico di Padova dal 1794 al 1835, in data 15 febbraio 1825,
così si rivolgeva al Colla: «Accolga
benignamente la viva brama che nutro di poterla obbedire: sarebbe per me
un vero conforto se in questa nota si trovassero oggetti degni di
penetrare l’Orto superbo dal di lei genio coltivato e sì ricco
di vegetabili rarissimi...» Ci furono certamente degli scambi di semi
poichè sempre il Bonato il 23 marzo 1825 gli scriveva : «Mi corre il
dovere di ringraziarla pel ricevuto pacco di semi».
Una
lettera del dott. Francesco Tassi, bibliotecario del Granduca di Toscana,
in data Firenze 23 novembre 1824, ci palesa il proposito del Colla di
astenersi dal commercio delle sue opere, visto forse lo scarso successo
delle vendite dell’Antolegista botanico; scrive il Tassi: «(Al)L’annuncio
della pubblicazione della sua Opera, che illustra l’Orto di Rivoli, mi
affrettai a commetterne l’acquisto al Libraio mio corrispondente di
Milano – ma da questi venne informato che - non potevasi acquistare in
compra, poiché dal suo Autore destinatasi in dono alle Biblioteche più
rispettabili, ed agli amatori della Storia Naturale, ho quindi risoluto di
indirizzarmi a S. V. Ill.ma e Ch.ma pregandola di voler onorare questa I.
Biblioteca di un Esemplare di esso..».
Sempre
il Tassi in un’altra lettera del 23 dicembre dello stesso anno ringrazia
ed esprime il gradimento del Granduca di Toscana per le opere ricevute.
Gli
invii di opere, gli scambi di semi con altri orti botanici e i contatti
epistolari e personali procurano al Colla una serie innumerevole di
riconoscimenti delle più prestigiose Accademie europee: molte lettere del
fondo Colla della Provincia di Torino recano testimonianza di queste
nomine a membro corrispondente o a
socio delle stesse.
Tramite
lettera del 17/1/1823, del segretario dell’Accademia delle Scienze di
Torino Antonmaria Vassalli-Eandi, riceve la Patente di socio dell’Accademy
of natural Sciences di Filadelfia.
L’Académie
Royale des Sciences, Belles Lettres et Arts di Lione il 24 novembre
1824 gli annuncia:
« Monsieur,
L’Académie de Lyon a reçu avec reconnaissance l’hommage que vous
avez bien voulu lui faire de votre Hortus Ripulensis, elle s’honore de
votre demande d’association et s’est empressée de nommer, pour lui
faire un rapport à ce sujet, trois commissaires au nombre des quels se
trouve M. Balbis ».
Nel
1827 diventa socio corrispondente dell’Imperiale e Reale Accademia
Economico-Agraria dei Georgofili di Firenze; il 7 aprile 1827
gli si comunica che nella seduta del « 4 aprile
1827 si fece un pregio di eleggerla nel numero dei suoi Accademici
Corrispondenti…»
L’anno
successivo è la Societé Medico-Botanique di Londra che il 24
marzo gli scrive: «..en vous annonçant la decision qui vous agrège
à la Société..». Il 7 settembre 1830 da Napoli la Società Reale
Borbonica – Reale Accademia delle Scienze gli comunica: «Ho
l’onore di inviarle il Diploma di Socio Corrispondente Estero…». Con
gli anni si infittirà ancora il numero di accademie e sodalizi che lo
ascriveranno tra i propri membri; un compiuto elenco delle Accademie di
cui fu socio il Colla lo si trova nell’Elogio storico di Luigi Colla
di G. B. Delponte.
Un’operosa maturità
La
produzione scientifica del Colla si intensificherà ancora negli anni
’30 con la pubblicazione di varie memorie e studi tra i quali merita
citare le Plantae rariores in regionibus chilensis a carissimo M. D.
Bertero nuper detectae et ab A. Colla in lucem editae, frutto della
raccolta di piante e semi che l’amico Bertero, durante i suoi viaggi
avventurosi gli inviava, e il Colla ordinava e pubblicava in sette
fascicoli nelle Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino
dal 1834 al 1836; nel 1839, sempre nelle Memorie dell’Acc. delle
Scienze di Torino, ricorderà
l’amico scomparso con l’Elogio storico dell’Accademico Carlo
Bertero ma già il 27 maggio del 1833 il Viviani gli scriveva: «Il
giorno stesso della mia partenza per Firenze mi fu trasmesso per mezzo del
Signor Periani(?) il vostro bel lavoro sulle piante scoperte dal nostro
Bertero. Lavoro per ogni verso preziosissimo con cui aggiungete nuovi
allori a un tanto nome, e consegnate alla scienza il prezzo di tante
fatiche; quel che dite sulla sorte di questo Botanico viaggiatore è
scritto con tenerezza che fa onore al vostro cuore, e che ha penetrato il
mio di rammarico. Graditene le mie più schiette congratulazioni».
Tra
il 1833 e il 1837 darà pure alle stampe una poderosa opera, l’
Herbarium Pedemontanum, in otto volumi, corredato da 97 tavole
litografiche disegnate per la maggior parte della figlia Tecofila.
Il
1840 vide l’intera sezione di botanica del 2° Congresso degli
Scienziati italiani, che si teneva a Torino, ospite del Colla a Rivoli per
la visita al suo orto botanico. Sempre largo di ospitalità e amicizia
verso i dotti di ogni paese coltivava anche la musa poetica e tra le carte
del fondo Colla ci sono vari sonetti da lui composti per le più varie
occasioni. Il Casalis ricorda poi che poco lontano dalla villa rivolese
del Colla «a levante, e sul rialto che appellasi il Trucco, da cui
godonsi estese, e deliziose vedute, l’egregio cavaliere Luigi Colla fece
innalzare nel mezzo di un alteno un grazioso tempietto al dio Bacco».
Parallelamente
ai suoi studi botanici il Colla svolgeva la sua attività forense di cui
sono testimonianza molte memorie a stampa che lo vedono in qualità di
avvocato collegiato patrocinare importanti cause per privati o per enti
pubblici come la città di Torino,
spesso in associazione con altri causidici quali l’avv. coll.to L.
Demargherita. Lo si vede inoltre partecipe di varie forme
associazionistiche quali la Società d’assicurazione generale mutua
contro gli incendi
e già nel 1817 è socio dell’Accademia filarmonica.
Da
ricordare infine anche la pubblicazione nel 1843, presso l’editore
Giuseppe Pomba, di una importante monografia sulla camelia: Camelliografia,
ossia tentativo di una nuova disposizione delle varietà della camelia del
Giappone, e loro descrizione.
Gli ultimi anni
Dopo
i molti riconoscimenti della comunità scientifica nazionale e
internazionale arrivò pure con Carlo Alberto la sua definitiva
riabilitazione politica, fu infatti creato cavaliere dei SS. Maurizio e
Lazzaro con R. Viglietto del 23 dicembre 1844; una lettera privata della
Regia Segreteria del Gran Magistero
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dell’11 ottobre 1844 lo
informava dell’avvenuta nomina: «La Maestà del Re nostro Signore
Proteggitor illuminato di
ogni ottimo studio, tenendo in conto particolare chiunque si distingua in
qualche ramo dell’umano sapere si è degnata di fregiare della Croce di
Cavaliere dell’Ordine de’ Santi Maurizio e Lazzaro V.S. Ill.ma a
nobilissima testimonianza del pregio in cui Essa M. S. tiene i distinti di
Lei talenti e quel valore nella Botanica che le ha meritato ben chiara
fama, e seggio onorevole nella Accademia Reale delle Scienze di Torino».
Nel 1845 gli
morì la cara compagna che
aveva incoraggiato i suoi studi, allevato i suoi figli e per la quale nel
cimitero di Rivoli è conservata una lapide con questa epigrafe:
9
APRILE 1845 / A FORTUNATA COLLA NATA ZAPELLONI / DONNA DI SENNO VIRILE / E
DAL CUORE AFFETTUOSISSIMO / ALLA COMPAGNA ED ALLA MADRE AMOROSA /
L’ANTICO CONSORTE E I FIGLI / DOLENTI DI SOPRAVVIVERLE / ERGEANO QUESTO
SASSO / ONDE RIMANESSE IN ETERNO / MEMORIA DI TANTA VIRTU’.
Qualche mese
dopo questo grave lutto, il Colla era colto da apoplessia, si riprendeva e
alcuni mesi prima di morire, il 3 aprile 1848, ricordano i suoi biografi e
la lapide nel cimitero di Rivoli, fu nominato senatore. La malattia lo
colpiva ancora e il 23 dicembre 1848 moriva «tra le braccia dei suoi cari»,
dice il Delponte. Sempre il Delponte, che ben lo conosceva, ne tratteggia
l’aspetto fisico: «fu di alta, robusta e ben proporzionata corporatura,
gaio d’aspetto e di modi franchi»» e noi non possiamo che assentire
guardando il bel busto in marmo, opera dello scultore L. Cauda , che si
trova presso l’Orto botanico di Torino, omaggio che i suoi eredi,
imparentati con gli Avogadro, riservarono a lui e al grande Amedeo che
ebbe un analogo busto marmoreo posto nell’Accademia delle Scienze nel
1857.
Rivoli
conserva nel cimitero una semplice e in qualche punto appena leggibile
lapide, affiancata a quella della consorte, con questa commovente
epigrafe: AL GENEROSO CITTADINO / CHE
PUGNO’ E SOFFRI’ PER LA LIBERTA’ DELLA PATRIA / AL SOMMO
GIURECONSULTO / GLORIA DEL FORO PIEMONTESE / ALL’ESIMIO SCIENZIATO / CHE
ILLUSTRO’ COLLE SUE OPERE / IL PIU’ RIDENTE DEI REGNI DELLA NATURA /
AL PADRE DOLCISSIMO / CHE FELICITO’ DEL SUO TENERO AMORE / I FIGLI
FINCHE’ VISSE E MORENDO / LI LASCIO’ SCONSOLATI PER SEMPRE / AL CAV.
AVV. COLLEGIATO / SENATORE DEL REGNO / LUIGI COLLA / NATO IL 22 APRILE
1766 / MORTO IL 23 DICEMBRE 1848.
I
meriti scientifici di Luigi Colla
Luigi
Colla è considerato dagli studiosi l’estremo rappresentante della
scuola dell’Allioni (1728-1804) in quanto, con due altri botanici, il
Balbis e il Bertero, progettò il rifacimento e aggiornamento della Flora
Pedemontana. Rimasto solo per la prematura dipartita degli amici
pubblicò il frutto delle sue ricerche nel già citato Herbarium
pedemontanum. E’ stato affermato: «Col Colla, che fu ancora un
indefesso cercatore per le contrade e soprattutto per le montagne del
Piemonte, si può considerare chiusa la grande era della scoperta della
flora piemontese…».
Ma il Colla
diede anche un contributo notevole alla descrizione di nuove specie
esotiche, grazie agli invii di piante e semi che Carlo Giuseppe Bertero
(1789-1831) gli mandava durante i suoi avventurosi viaggi,
e che il Colla coltivava nel suo orto di Rivoli.
In
appendice all’Elogio Storico di Luigi Colla del prof. G. B.
Delponte ben 22 pagine sono riservate ai Generi e specie nuove del
Colla disposte secondo gli ordini del metodo naturale. Un insigne
botanico, il De-Candolle, gli dedicò un genere di Leguminose: Collea.
Il suo
erbario, donato all’Accademia delle Scienze dal figlio, avv. Arnoldo,
passò poi all’Orto botanico di Torino con molte piante del giardino di
Rivoli donate allo stesso Orto botanico.
Tecofila Colla, “delitia tua”,
ovvero dell’amor figliale
Eccettuata
la sua prima opera, Luigi Colla si
avvalse della costante e intelligente collaborazione della figlia Tecofila
per illustrare i suoi scritti botanici. Nata probabilmente nel 1803
dimostrò spiccate doti di precisione e sensibilità nel disegno dei
vegetali e tecnica raffinata nella acquerellatura degli stessi. Già nella
Memoria sul genere Musa, le tre tavole litografiche recano
l’indicazione Tecofila Colla dipinse dal vero
e anche nel testo è detto: «Tutte queste circostanze mi
determinarono a far pingere al vivo dalla mia figlia Teofila la pianta
della quale discorro in tutti i suoi periodi della fruttificazione…».
Nell’Hortus Ripulensis, su quaranta tavole, ben 29 sono state
disegnate da Tecofila (delle restanti, sette sono di Angela Rossi-Bottione,
due di Maurizio Pagella e una del Denina a cui si deve anche la
trasposizione litografica di quasi tutte le tavole ad eccezione di cinque,
opera del Righini) e col
passare degli anni la collaborazione col padre si intensificò
ulteriormente. I disegni di Tecofila venivano pure inviati ad autorevoli
corrispondenti del padre: in una lettera da Vienna del
5 agosto 1833 il Dietrichstein, su carta intestata della Biblioteca
Aug. Palatina di Vienna, ringrazia il Colla per i doni ricevuti tramite il
libraio Pic: «L’I. R. Biblioteca è gloriosa di possedere così dotte
aggiunte alle sue collezioni storico-naturali, ed i gentili dissegni
di Tecofila , delitiae tuae».
Nella
Memoria circa una nuova specie di Calonyction, che il Colla fece
stampare per farne omaggio ai botanici che partecipavano nel 1840 a Torino
al 2° Congresso degli Scienziati italiani, si può apprezzare quanto
fosse preziosa la collaborazione di Tecofila: «…il 2 ottobre (1839)
verso le 10 della sera sviluppassi il primo fiore di una grandezza
straordinaria spandente un soave odore…Fui sollecito di far levare di
buon mattino il disegno; ma alle ore undici il fiore si schiuse in pochi
minuti; la figura che ho l’onore di presentarvi fu dalla mia figlia
Tecofila portata a compimento sul vivo a misura dello schiudersi dei
successivi fiori».
Tecofila
Colla fu membro della società linneana di Parigi fin dal 1822: nel suo
diploma di ammissione è detto: La Société Linnéenne de Paris dans sa séance
du sept Mars 1822 a admis Madame Tecofilla (sic) Billotti née Colla au
nombre de ses Associées-libres, chiaramente per la sua perizia nel
disegno dei vegetali.
Per
sottolineare ancora l’importanza dell’opera di Tecofila trascrivo un
passo di un’interessante lettera al Colla del Gallesio (1772-1839)
autore della Pomona italiana ossia Trattato degli alberi fruttiferi,
datata Finale 12 Gennaio 1834 in cui, per inciso, si danno interessanti
notizie enologiche:
«..Ora
ritorno a questa, e comincio per voi, che amo e stimo sopra ogni altro, e
a cui devo dei ringraziamenti distinti per la compiacenza che ha avuta
vostra figlia di onorare del suo penello (sic) la mia Pomona. Io
non avevo mai ardito richiederlo, ma non ho esitato a cogliere
l’occasione quando il Proff.re Moris mi ha proposto di impegnarla a
farmi la Fresia.
Quanto mi ha
fatto piacere quando ho sentito dalla vostra lettera che il lavoro era
cominciato! Certo essa vi avrà messa quella precisione botanica che si
stenta ad ottenere dagli artisti, e che rende più pregievoli questi
disegni. Io sono impaziente di ricevere questo dono prezioso
dell’amicizia, e ne anticipo i miei ringraziamenti per mezzo vostro alla
Pittrice.
Ecco
che in questo modo la mia Pomona avanza e si fa più bella: Essa
deve tanto agli amici. Mi è veramente dolce che sia debitrice a vostra
Figlia del disegno di un’uva piemontese che non potevo escludere dalla
collezione, e che ero imbarazzato a far dipingere. E’ questo il punto
difficile della mia opera. Se tutti i frutti scelti che deve contenere si
trovassero a Firenze, ove si trovano degli artisti di professione che
fanno mestiere di questo, io l’avrei già finita; ma ben sovente e il più
sovente, dove è l’artista non vi è il frutto, e dove è il frutto non
vi è l’artista. Il Piemonte più manca in questo genere. Ne avevo
trovato uno che mi ha fatto il disegno del Nebbiolo canavesano di
tutta bellezza ed è morto poco dopo. Gli altri gli devo tutti ad amici
come la Barbera, il Pero Brutt’e buono di Giavenno ed altri. Sono
quindi ben fortunato di trovare in vostra figlia un nuovo artista amicale
che supplisce alla penuria degli artisti di professione.
Nel
pregarvi di presentare all’amabile pittrice i miei ringraziamenti, io
accetto il resto del dono da voi, cioè la descrizione dell’uva, e tutte
le notizie storiche statistiche e agricole che la riguardano. Io conosco
questa varietà e l’ho veduta e mangiata, ma i ragguagli che mi sono
stati dati sulla medesima sono così contradditori che sarei imbarazzato a
rediggere l’articolo. Alcuni pretendono che il vino che produce sia mal
sano , altri dicono che è un pregiudizio: Alcuni lo riguardano come un
vino di poco preggio ed altri lo vantano come un vino eccellente, che non
acquista la sua perfezione che dopo molti anni, ma che ha la proprietà di
durar molto e di migliorare col tempo. Mi si dice ancora che ve ne sono di
due razze una ad acini più piccoli ed una ad acini più grossi. Vogliate
esaminare tutte queste cose e dirmene il vostro parere onde mettermi in
capo di fare un articolo giusto e ragionato..»
Tecofila
Colla sposò a soli 17 anni, nel 1820, l’avvocato Giuseppe Billotti che
frequentava casa Colla, infatti sappiamo da una convenzione del 16
novembre 1816, stipulata dal Billotti con Luigi Colla per la spartizione
degli utili, che venne associato allo studio legale del Colla.
Giuseppe
Billotti, oltre che avvocato ricoprì dal 1819 al 1840
la carica di Presidente dell’Accademia Filarmonica di Torino.
Tecofila,
alla morte del Billotti, si risposò poi con Angelo Blachier, Consigliere
di Corte d’Appello.
L’Accademia filarmonica,
Giuseppe Billotti e la famiglia Colla
Se
si apre la Cronistoria dell’Accademia Filarmonica di Torino,
edita nel primo centenario della sua fondazione,
alla pagina dell’Elenco cronologico dei soci ordinari dal 1814 al
1915 si troverà, tra i nove soci del 1814, al numero uno Billotti
Giuseppe, e al sei il suo più giovane fratello. Nel 1815 poi, la stessa
sede dell’Accademia si trovava presso i fratelli Billotti in via
Doragrossa n. 53. Nel 1819 Giuseppe Billotti diventò Presidente
dell’Accademia e l’anno successivo impalmò la giovane figlia del
Colla, Tecofila. Per le loro nozze nel dicembre si tenne un concerto
diviso in due parti che
presentò pezzi di musica
vocale e strumentale, gli autori furono Rossini, Paër, Mozart, Nicolini,
inoltre Grosson. Ghebart e Anglois scrissero appositamente per gli sposi,
dedicandogliele, delle sinfonie, e i cantanti furono: Boggiani, Dubois,
Testori, Manfredi, Agodino, e la celebre Giuditta Pasta. Anche in casa
Colla era praticata la musica, il padre Luigi era un provetto pianista e
Tecofila cantava pure come contralto.
Le
molte iniziative dell’Accademia, sotto la presidenza di Giuseppe
Billotti, sia di carattere musicale e didattico che mondano, determinarono
una progressiva crescita dell’istituzione fino ad assicurarsi la
protezione di Carlo Alberto e l’acquisto di una prestigiosa sede quale
Palazzo Solaro del Borgo. La fiducia che i soci dell’Accademia
filarmonica ebbero in Giuseppe Billotti si può giudicare dal fatto che
nel 1839, 80 voti su 81 lo riconfermarono presidente, mentre occorsero ben
quattro votazioni per la nomina del vice-presidente. Sono conservate nel
Fondo Colla molte lettere indirizzate al Billotti da soci e da musicisti
per le più svariate occasioni, spesso per ringraziamenti, come questa
inviatagli da Giuseppe Ghebart in data Torino, 5 marzo 1828: «Sensibile
ti sono per la sorpresa fattami d’avermi onorato del titolo
d’Accademico onorario, assicurandoti che terrò etternamente
impresso nel mio cuore i sensi della più grata riconoscenza, non
avendo in questo momento termini sufficienti per contraccambiare a sì bel
azione, ti prego almeno di voler essere mio interprete presso l’Ill.mo
Consiglio dell’Accademia tutta.
Colgo
questa fortunata occasione per presentarti i miei complimenti estendibili
a tutta la rispettabilissima tua famiglia e con verace affetto mi dichiaro
Tuo aff.mo Amico e Collega Giuseppe Ghebart». A volte si tratta di
copia di lettere inviate dal Billotti, tra queste, una indirizzata a
Giovani Battista Polledro ci svela come nacque l’edizione a stampa della
Sinfonia a grand’orchestra dello stesso, edita da Tagliabò e
Magrini: «I vivi applausi coi quali fu meritatamente accolta dal pubblico
la Sinfonia che ella si compiacque dedicare all’accademia Filarmonica
destarono negli Accademici desiderio di renderla di pubblica ragione col
mezzo della stampa, onde gli amatori e le persone intelligenti di ogni
paese possano anch’essi gustarne la bellezza. Essendosi perciò
terminato il lavoro per opera del Magrini, e sotto la Direzione del
valente nostro Ghebart, mi faccio una gradita premura di farle omaggio, a
nome dell’accademia delle prime quattro copie, pregandola di gradirle
come un sicuro attestato di riconoscenza dell’accademia, e del pregio in
che questa tiene le dotte musicali composizioni della S. V. Ch.ma. Torino
22 aprile 1827».
Il Fondo Colla, un labirinto di
carte e gli eredi di Luigi
Colla
Come
il Fondo Colla sia pervenuto alla Biblioteca Storica della Provincia di
Torino è stato già detto, è importante però fare alcune osservazioni
sulla composizione di questa raccolta, eterogenea al sommo grado. Infatti
molti materiali, che non hanno alcuna attinenza con le vicende fin qui
narrate, sono confusamente mescolate con le carte del Colla. Il venditore,
la Bottega d’Erasmo, non si è minimamente preoccupato di ordinare in
qualche modo un ammasso di documenti che gli ultimi eredi Colla, dovendo
sgomberare la Villa di Rivoli a causa della sua vendita all’Istituto
Filadelfia, credettero bene
alienare con la biblioteca. Per di più sicuramente le carte del Colla
subirono già una qualche divisione tra gli eredi in tempi molto remoti,
ne sono testimonianza alcuni numeri d’inventario posti su vari documenti
e le ampie lacune relative ad interi periodi fondamentali della vita del
nostro. Solo pochi libri della biblioteca vennero venduti alla Provincia,
i più furono venduti a privati e dispersi, alcuni recavano l’ex libris
con la scritta Libreria della Villa Colla – Rivoli entro una
corona di foglie di quercia; questo ex libris reputo sia stato stampato
successivamente alla morte del Colla, né è dato sapere quanti fossero
ancora i libri del Colla, sicuramente un buon numero erano dei figli e dei
nipoti. L’elenco-inventario
stilato dalla Bottega d’Erasmo è stringatissimo, assegna un numero
scritto a matita alla maggior parte dei documenti, a volte a piccoli
frammenti di lettera, o addirittura assegna una serie di numeri a
brandelli di documenti: per i
numeri 1001-1067, che non descrive per nulla, dice: Documenti vari: atti
notarili, strumenti, ecc., a volte mutili; dal 1067 al 1108 è detto:
Permesso di carico su navi, di varie epoche. Molte carte sono successive
alla morte di Luigi Colla e riguardano più i suoi parenti acquisiti, che
i figli diretti, dei quali ci sono solo alcune isolate carte. Resta
comunque importante un nucleo consistente di corrispondenza, alcune
centinaia di lettere ricevute dal Colla specialmente negli anni ’20 e
’30 da insigni botanici, tra i quali primeggiano gli amici Balbis e
Bertero.
Assai
copiose risultano anche le lettere ricevute da Giuseppe Billotti, marito
di Tecofila Colla, in qualità di Presidente dell’Accademia filarmonica
di Torino.
Un
buon numero di documenti molto eterogenei è appartenuto alle famiglie
Petrino, Rubeo e Della Chiesa di Cervignasco e Trivero, imparentate ed
eredi dei Colla: infatti Felicita Adele Colla,
figlia di Arnoldo Colla e di Carolina Avogadro di Quaregna e
Ceretto , a sua volta figlia del conte Amedeo (1776-1856), e nipote di
Luigi Colla, sposò prima l’ ing. Luigi Petrino
e successivamente Teofilo Rubeo. Dal primo matrimonio nacque nel
1875 Anna Petrino, che sposò il tenente di Cavalleria Paolo della Chiesa
di Cervignasco e Trivero i cui eredi infine si
disfecero della proprietà della villa rivolese e di quanto in essa si
conservava.
Tra le varie
carte che non è possibile sapere a chi siano appartenute si segnalano per
la loro singolarità alcune pagine con i colophon di incunaboli, una
lettera di Cristina di Francia, duchessa di Savoia, del 1661, una cartella
contenente vari documenti relativi ad una controversia della ditta Pomba
con un libraio di Ferrara, ed alcuni biglietti e documenti attinenti il
tenore Francesco Tamagno (1850-1905).
BIBLIOGRAFIA
DELLE OPERE BOTANICHE DI LUIGI COLLA
Gli
Elogi storici del Colla del
prof. Parlatore e di G.B. Delponte, pubblicati nel 1850 e nel 1851,
riportano già gran parte delle sue opere, sebbene a volte in modo
sommario e senza indicazione delle tavole illustrative. Nel 1989 pubblicai
un elenco più completo che ora arricchisco con qualche indicazione
supplementare.
1°
L’antolegista botanico Opera di Luigi Colla, Torino, coi tipi di
Domenico Pane, Stampatore della Prefettura, 1813-14;
Vol. 1°: XXXII-368+( 2nn.)+Tavv. 8; Vol. 2°: VII-411+(3)+Tavv. 5;
Vol. 3°: IV-392+(2); Vol. 4°: (2) da 393 a791+(3); Vol. 5°: (2) da 793
a 1269 (1); Vol. 6°: (2)-V-423+Tavv. 4. (Tavv.
VII e VIII: Chianale sc.; Tav: XVI: G. Saverio Chianale Incise)
2°
Lettera di Luigi Colla, datata Torino, li 18 gennaio 1820, pubblicata sul
n. 9 del 20 gennaio 1820, pag. 40 della Gazzetta piemontese sotto
il titolo Botanica. (Nella lettera rende noto quanto poi illustrerà
più diffusamente nella Memoria sul genere Musa)
3°
Memoria sul genere Musa e monografia del medesimo dell’avvocato
collegiato Luigi Colla ( Letta nell’Adunanza del 10 dicembre 1820)
pubblicata nel Vol. XXV delle Memorie della R. Accademia delle
Scienze di Torino, Torino, Stamperia Reale, 1822, p. 333/402 con 3 tavole
( Tecofila Colla dipinse dal vero) e in estratto con num. autonoma, p. 74.
Presso
la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte della Provincia di Torino
è conservata un’edizione in folio di questa Memoria di p. 74
(1)+1b.con le tre tavole acquerellate presumibilmente da Tecofila Colla.
La legatura moderna conserva però sul verso della prima pagina bianca il
marchio del legatore Felice Albinolo, legatore da Libri di S. A. S. il
Sig. Principe di Carignano.
4°
Ad Verbascum cisalpinum a cl. Medico Joanne Biroli novariensi descriptum
Aloysii Colla observationes lectae die 6 januarii 1822. In: Memorie
della R. Accademia delle Scienze di Torino, Vol. XXVI, Torino, Stamperia
Reale, 1822, p 507/518, e in estratto.
5°Illustratio
generis Dysodii addita icone nondum cognita speciei, quam Divaricati
nomine designarunt botanici. In: Memorie della R. Accademia
delle Scienze di Torino, Vol. XXVII, Torino, Stamperia Reale, 1823, p.
323/332+ Tav. 1, e in estratto.
6°
Hortus Ripulensis seu enumeratio plantarum quae Ripulis coluntur ad
Aloysio Colla: Additis stirpium rariorum vel nondum satis cognitarum, aut
forte novarum notuis, descriptionibus, et iconibus. Augustae
Taurinorum, Ex Regio Typographaeo, 1824, p.p. XII, 163 (1)+ Tavv. 40.
A
quest’opera fecero seguito quattro appendici, pubblicate nelle Memorie
della R. Accademia delle Scienze di Torino, illustranti le specie fiorite
negli anni 1824, 1825, 1826 e
1827-28.
Appendix
I: Aloysii Colla illustrationes et icones rariorum stirpium quae in
eius horto Ripulis florebant, anno 1824, addita ad Hortum Ripulensem.
In: Memorie della R. Accademia delle Scienze, Vol. XXXI, Torino,
Stamperia Reale, 1827, p. III/138 con 7 tavole litografiche in folio.
Appendix II: idem (…quae florebant anno 1825…) In :
ibidem, p. 319/358 con 9 tavole litografiche in 4°.
Appendix III: idem (…quae florebant anno 1826…)
In: Memorie
della R. Accademia delle Scienze, vol. XXXIII, Torino, Stamperia Reale,
1829, p.113/166 con 12 tavole litografiche in 4° (Tecophila Billotti pinx)
Appendix IV: idem (…que florebant annis
1827-28…) In :
Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXIV,
Torino, Stamperia Reale 1831, p. 147/204 con 12 tavole litografiche in 4°.
7° Observations sur le Limodorum purpureum de
M. De Lamarck et création d’un nouveau genre dans la famille des orchidées
Par M. l’Avocat L. Colla, Paris, de l’imprimérie de Lebel, 1824,
p. 14 con 1 Tav.( Thiebautia
nervosa:
Tecofila Billotti del.-L. Colla dedicavit) ; in
estratto e in : Annales
de la Societé Linnéenne
de Paris.
8° Mémoire sur le Melanopsidium nigrum des
jardiniers et formation d’un genre nouveau dans la famille des Rubiacées
Par M. l’Avocat L. Colla, Paris, de l’imprimérie de Lebel, 1825,
p. 16 con una tavola (Viviania Psychotrioides : T. Billotti pinx.-Tourcaty,
sculp.) ; in estratto e in : Memoires de la Societé
Linnéenne de Paris.
9°Freiliniae
genus cum icone, Torino, 1830, p. 8 con una tavola.
10°
Novi Scitaminearum generis (Cassumunar) de styrpe jam cognita:
Commentatio, Torino, Stamperia Reale, 1830, p. 12 con una tavola
litografica in folio (Tecophila Billotti pinx).
11°
Elogio storico dell’Accademico professore Giovanni Battista Balbis
scritto dall’Accademico avvocato collegiato Luigi Colla .In: Memorie
della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXVI, Torino,
Stamperia Reale, 1833, p.XXVII/LIV e in estratto.
12°
Herbarium pedemontanum juxta
ordinem naturalem dispositum additis nonnullis styrpibus exoticis ad
universos eiusdem metodi ordines exhibendos curante Aloysio Colla,
Torino, Stamperia Reale, 1833/37.
I
primi sette volumi di complessive 4000 pagine circa per il testo ,
l’ottavo volume con l’Index nominum vernaculorum di p.102 + 97
tavole litografiche.
13°
Plantae reriores in regionibus Chilensibus a clarissimo M. d .
Bertero nuper detectae et ab A. Colla in lucem editae.
Fasciculus
I – Fasciculus II – Fasciculus III, in: Memorie della R.
Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXVII, Torino, Stamperia Reale,
1834, p. 41/85 con 20 Tavv. litografiche.
Fasciculus
IV – Fasciculus V, in: Memorie della R. Accademia delle Scienze
di Torino, vol. XXXVIII, Torino, Stamperia Reale, 1835, p. 1/42 con 15
Tavv. litografiche.
Fasciculus
VI, in: ibidem, p. 117/141 con 12 tavole litografiche.
Fasciculus
VII, in: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol.
XXXIX, Torino, Stamperia Reale, 1836, p. 1/55 con 24 Tavv. litografiche.
14°
Storia e descrizione del Cactus senilis. In: Repertorio di scienze
fisico-matematiche del Piemonte, n. 223, fasc. 15, agosto 1838, Torino,
Tip. Favale, 1838, e in
estratto.
15°Elogio
storico dell’Accademico Carlo Bertero. In: Memorie della R.
Accademia delle Scienze di Torino, vol. I (2° serie), Torino, Stamperia
Reale, 1839, p. 123/141 con un fac simile di lettera del Bertero, e in
estratto.
16°
Storia e descrizione del Cactus (Mammillaria) spiraeformis, Torino,
Tip: Speirani e comp., 1840.
17°
Memoria circa una nuova specie di Calonyction ed osservazioni sul
genere. Letta nell’adunanza dei(sic) Scienziati Italiani sessione di
botanica, il 17 Settembre 1840 dall’Avvocato Colla, Torino, Tip.
Speirani e comp., s.d., p. 16 con una tavola litografica in folio (Torino,
1841 Lit. Doyen e C.a – Tecofila Colla dis. e lit.)
18°
Osservazioni circa l’Elephantusia macrocarpa del Wild. In:
Giornale delle scienze mediche, fascicolo Ottobre, Torino, 1842.
19°
Camelliografia, ossia tentativo di una nuova disposizione naturale
delle varietà della camelia del Giappone, e loro descrizione di Luigi
Colla, Torino, Presso Giuseppe Pomba & C., 1843, p. X-150 (2) con
2 tavole a quattro colori.
20°
Discorso inaugurale per la sesta riunione della Società Biellese per
l’avanzamento delle Arti.., Biella, Dai tipi Amosso, 1843.
21°
Notizia sulla prolusione del Professore Filippo Parlatore in occasione
dell’apertura della cattedra di botanica nel Museo di Fisica di Firenze
il 1° Dicembre 1843. In: “Messaggere Torinese” n. 5 del 4/2/1843.
22°
Illustrazione della Portulaca Gilliensii corredata dall’analisi
chimica comparativa colla Portulaca Oleracea. In: Memorie della
R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. V (2° serie), Torino,
Stamperia Reale, 1843, p. 367/386 con una tavola.
23° Observations sur la famille des Rutacées,
sur le genre Correa et formation du nouveau genre Antonmarchia. In:
Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. V (2°
serie), Torino, Stamperia Reale, 1843, p. 473/503 con 2 tavole, e in
estratto.
24°
Gesneriae Zebrinae illustratio. In: Memorie della R.
Accademia delle Scienze di Torino, vol. VIII (2° serie), Torino,
Stamperia Reale, 1846, p. 259/264 con una tavola, e in estratto.
25°
Achimeneae. Gesneriacearum tribus novae additio earumdem novo genere (Salutiaea).
In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. X (2°
serie), Torino, Stamperia Reale, 1849, p. 203/216 con una tavola, e in
estratto.
26°
Ad Gesneriacea additiones cum novi generis Lobopterae descriptione et
icone. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino,
vol. X (2° serie), Torino, Stamperia Reale, 1849, p. 217/223 con una
tavola, e in estratto.
Bibliografia
Casalis
1847 : Goffredo Casalis, Dizionario geografico
storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna,
vol. XVI, Torino,
Maspero e Marzorati.
Colla
1822 : Luigi Colla, Memoria sul genere Musa e monografia del medesimo,
Torino, Stamperia Reale.
Colla
1839 : Luigi Colla, Elogio storico dell’accademico prof.
Giovanni Battista Balbis, Torino, Stamperia Reale.
Colla
1840 : Luigi Colla, Memoria circa una nuova specie di Calonyction ed
osservazioni sul genere. Letta nell’adunanza dei Scienziati italiani
sessione di Botanica il 17 settembre 1840, Torino, Tip. Speirani e comp.
1915
: Cronistoria dell’Accademia Filarmonica di Torino nel primo
centenario della sua fondazione, Torino, Vincenzo Bona.
Delponte
1851 : Giovanni Battista Delponte, Elogio storico di Luigi Colla,
Torino, Stamperia Reale (estratto). Pubblicato anche nelle Memorie
della R. Acc. delle Scienze di
Torino, Serie II, Tom. XII.
1986
: Erbari e iconografia botanica, a cura di Franco Montacchini,
Torino, U. Allemandi.
1990
: La liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria, a cura
di Aldo A. Mola, Foggia, Bastoni.
Parlatore
1850 : Filippo Parlatore, Elogio storico di Luigi Colla, Firenze,
Tip. M. Cecchi.
Sermonti
Spada 1982 : Dizionario
biografico degli Italiani, voce: Luigi Colla, Roma, Istituto della
Enciclopedia italiana.
Sermonti Spada 1982, p.
768.
La liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria, 1990, p.15
Conto reso dal Consiglio provvisorio d’amministrazione della R.
Società di assicurazione generale mutua contro gl’incendi intorno
alle sue operazioni al Consiglio generale della medesima letto
dall’avv. collegiato Luigi Colla presidente del consiglio
provvisorio d’amministrazione, Torino, Chirio e Mina, 1830.
|