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 L’avvocato LUIGI COLLA  (1766-1848)

Dal politico giacobino allo studioso del “più ridente dei  regni della natura”

di Alessandro Bima

Salvato dall’oblio dalla meritoria pubblicazione di Walter Canavesio, illustrante i fondi e le raccolte della Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte, il Fondo Colla, uno dei meno noti e più smilzi (cinque faldoni in tutto) tra i molti più pubblicizzati e importanti, rivela tuttavia un copioso materiale atto a meglio delineare la figura di questo personaggio, citato a volte per i suoi trascorsi giacobini, a volte per i suoi meriti botanici. Ancora una volta poi si può apprezzare l’attivo interessamento del prof. Luigi Firpo per la cultura del Piemonte: infatti il fondo venne acquistato per 150.000 lire dalla Bottega d’Erasmo nel 1961, su sua segnalazione[1].

Luigi Colla, un uomo del suo tempo.

Luigi Colla nacque a Torino il 22 aprile 1766 da Antonio Maria, avvocato collegiato e da Felicita Capello in una famiglia che da generazioni era dedita allo studio e alla pratica delle leggi; infatti il nonno, Pietro Paolo Colla, era  notaio a Roccaverano, figlio a sua volta dell’avv. Francesco, deceduto nel 1724. La tradizione famigliare lo destinava perciò agli studi giuridici. A diciotto anni si laureò presso l’Università di Torino e nel 1786 fu aggregato al Collegio di leggi della stessa Università «brillando principalmente –dice il Parlatore- nel  sostenere la tesi di diritto pubblico, di cui allora la recente opera del Beccaria gli aveva dato argomento». Questo cenno all’interesse del giovane Colla per l’autore de Dei delitti e delle pene è indizio della sua vivacità intellettuale che fin da allora non si restringeva alla giurisprudenza ma, secondo I. Sermonti Spada, si estendeva «alle belle lettere, alle matematiche, alla geografia e alla chimica che prediligeva»[2]. Egli stesso nella “Cagione dell’opera”, premessa all’Antolegista botanico, afferma: «Fino dalla prima mia adolescenza io era perciò tratto, direi così, dalla natura ad indagarne i secreti; ma gettato nello studio delle Leggi per amore di famiglia, dovetti abbandonare i miei impulsi, ed a quello quasi esclusivamente applicare….le cure del Foro non bastarono tuttavia ad alimentare la mia passione per lo studio: la mia immaginazione si rivolgeva sempre alle cose naturali: l’immenso regno de’ vegetabili la colpiva più d’ogni altro».

Nel 1795 morì suo padre, l’avv. Antonio Maria, che aveva sposato in seconde nozze  Rosalia Caccia. La contrastata divisione ereditaria, che presentava uno scompenso tra crediti e debiti di circa 20.000 lire, originò una causa Colla-Caccia che si protrasse nel tempo e che portò ad un minuzioso inventario dei beni paterni: anche la biblioteca fu oggetto di inventario e la stima fu fatta  dal cav. Jean, libraio della Stamperia Reale di Torino. I circa 1500 titoli, che furono stimati 5.171 lire,7 soldi e 6 denari, ci danno un ottimo quadro dell’ambiente culturale familiare in cui si formò il Colla.

Come molti giovani del suo ceto aderì alle nuove idee che provenivano dalla Francia rivoluzionaria e quando il generale Joubert, occupata Torino, formò un governo provvisorio, venne chiamato a farne parte. Fu nominato commissario e gli fu affidato il compito di raccogliere voti per l’annessione alla Francia. Il generale Grouchy lo inviò successivamente nella provincia d’Acqui per sedare i moti che erano sorti in quella provincia per protestare contro l’annessione del Piemonte alla Francia. Alcuni manifesti allora pubblicati sono da lui sottoscritti, e meraviglia un po’ credere che siano uscite dalla penna di un futuro cav. dell’Ordine Mauriziano frasi come questa: «Dopochè l’invitta, e generosa Nazione francese convinta della perfidia dei nostri tiranni….stese una mano benefica al Popolo Piemontese  per secondare li suoi slanci verso la Libertà, e sottrarlo dal giogo del più inumano  dispotismo…- e più oltre-…Grouchy comparve; tremarono alla di lui vista i seduttori satelliti dell’espulso tiranno…»[3].

Quando le truppe Austro-russe occuparono Torino il Colla con altri esponenti dell’ex governo provvisorio repubblicano venne carcerato. La vittoria di Napoleone a Marengo gli rese la libertà, non fece più parte del nuovo governo  ma il generale Berthier lo nominò rappresentante piemontese a Milano presso la Repubblica cisalpina.  Tornato a Torino, dopo che le province oltre Sesia erano state riunite alla Cisalpina, prese posto nella Consulta legislativa che però di li a poco si trasformò in Commissione esecutiva di cui non fece più parte e, dicono i suoi biografi, si ritirò a vita privata. Tuttavia su un suo passaporto, rilasciato a Torino il 22 febbraio 1808, è detto: Membro del Consiglio Generale del Dipartimento; infatti vi si legge: «Louis Colla avocat collegié membre du Conseil Géneral du Département allans à Milan avec Madame son épouse et un enfant». Sul retro riporta un visto per il ritorno a Torino, datato Milano 6 marzo 1808. Madame era Fortunata Zapelloni, di Vercelli, sposata dal Colla nel 1801 e l’enfant probabilmente la figlia Tecofila di circa cinque anni. Purtroppo il Fondo Colla della Biblioteca della Provincia non ha documenti che si riferiscano all’attività politica del periodo prenapoleonico e napoleonico, ad eccezione di un importante documento: un diploma di affiliazione del Colla alla massoneria, datato Torino 28 agosto 1802. Colla diventa apprentif Franc-Macon presso la loggia “La Réunion”. Questa loggia era stata fondata poco prima col proposito di favorire l’unione del Piemonte alla Francia e ad essa aderirono il  prefetto Ferdinando de la Ville, tre generali francesi tra i quali il Fresia, «quattro membri del Consiglio  Generale, il commissario di polizia di Torino, francese d’origine…oltre a un gran numero di funzionari, ufficiali e membri dei consigli elettivi»[4]. Ciò nonostante vari rapporti inviati a Parigi dipingevano la loggia come pericolosa per il Governo e dopo una seduta speciale per esaminare le inquietanti informazioni provenienti dal Piemonte, convocata per ordine di Napoleone il 25 settembre 1802, sempre su suo ordine, dato con lettera al generale Jourdan, le logge massoniche venivano messe al bando in tutta la 27° divisione da un decreto del generale Menou. Ci furono petizioni, proteste, ricerca dei calunniatori, ma il divieto non venne revocato per ben due anni.

Il ritorno alla sua professione di avvocato, dopo la parentesi politica o almeno con l’abbandono di cariche importanti, non presentava difficoltà visto che già prima di questa parentesi godeva di ottima reputazione e «frequentava la migliore società della capitale, ove la bellezza della sua persona, i gentili suoi modi, il suo sapere ed una rara musicale perizia gli facevan trovare presso tutti festevole accoglienza»[5]. L’attività forense ora si coniugò con l’antica passione per la natura  che ebbe modo di soddisfare dopo l’acquisto in Rivoli di una villa con ampio podere che si estendeva su un rilievo vicino alla strada che portava a Villarbasse. A poco a poco trasformò questa sua proprietà in un ampio orto botanico. Il Balbis, prefetto dell’Orto botanico torinese  dal 1801 e dal 1806 professore di botanica all’Università di Torino, e il Bellardi, insigni botanici, gli diedero il loro incoraggiamento: quanto G. B. Delponte racconta dell’incredulità del Balbis circa il proposito del Colla di darsi allo studio della botanica, dell’acquisto fatto da quest’ultimo della Philosophia botanica del Linneo per documentarsi e della sorpresa del  prof. G. B. Balbis, quando, invitato a Rivoli nella primavera, vide il giardino del Colla con le piante  disposte secondo  le classi e gli ordini del sistema sessuale, sa molto dell’aneddoto[6]; è certo però che gli amichevoli rapporti tra i due furono strettissimi come testimoniano le numerosissime lettere del Balbis conservate nel Fondo Colla e l’Elogio storico del Balbis, scritto dal Colla con particolare affetto, ricordando la «particolare amicizia onde dalla mia età giovanile sino alla morte di lui strettamente fui vincolato»[7].

 

Le prime opere botaniche

 

Frutto della sua passione per la coltivazione dei “vegetabili” a Rivoli e dell’impegno posto nello studio della botanica, che tale operare comportava, è la sua prima poderosa opera, l’Antolegista botanico, in sei volumi con 17 tavole incise ( stranamente I. Sermonti Spada ne cita solo sei), pubblicato a Torino presso lo stampatore Domenico Pane, Stampatore della Prefettura.

L’opera è dedicata “All’egregia Donna Fortunata Colla nata Zapelloni Consorte carissima” e nella prefazione, spiegando le “Cagioni dell’opera”, nota che la maggior parte delle opere botaniche sono scritte in latino o altre lingue moderne, poche in italiano, non adatte per i «Dilettanti della Botanica e i Fioristi» per i quali la sua opera è composta.

Il contenuto può essere sintetizzato con quanto scrive I. Sermonti Spada: «..è distinto in varie sezioni: nomenclatura teorica, anatomia vegetale, morfologia degli organismi, sistemografia, tassonomia (con distinzione di classi, ordini, specie, varietà, e una rassegna dei sistemi di Teofrasto e Linneo), antologia e descrizione delle piante coltivate. Il testo si conclude con un’appendice  che unisce la teoria alla pratica, insegnando a creare orti e giardini »[8].

Dal fondo Colla è emerso un interessante Libro Conti per quest’opera, dal quale risultano la tiratura di 500 copie e le consegne a più riprese delle copie al Colla da parte del legatore Signor Ceresola con l’elenco delle copie distribuite in omaggio o date ai librai: all’Orgeas 10 + 6 + 44 copie; al Sig. Pane per spedire a Firenze: 6 copie. A fine luglio del 1815 solo un centinaio di copie era stato regalato o venduto; quando, nel 1970 circa, la Bottega d’Erasmo, che acquistò molti libri e documenti del Colla dagli ultimi eredi, chiuse i battenti, un certo numero di copie intonse venne ancora rilevato da un altro libraio di Torino! Se la vendita non fu entusiasmante diede modo al Colla di farsi conoscere tra gli studiosi della materia e di iniziare la consuetudine, che si protrasse per tutte le opere successive, di inviare i suoi parti, oltre che agli amici e conoscenti, ad istituzioni nazionali ed estere e tessere una fittissima rete di contatti con studiosi di botanica e con direttori di orti botanici.

 La pubblicazione di monografie specifiche, quali la Memoria sul genere Musa e monografia del medesimo pubblicata nel 1822 nelle Memorie dell’Accademia delle Scienze, che permettevano di contribuire all’avanzamento degli studi in campi definiti e soprattutto il libro che lo faceva annoverare tra i più colti proprietari di giardini botanici del tempo, l’Hortus ripulensis, pubblicato nel 1824, con quattro successive appendici, gettarono le basi della sua fama e gli fruttarono i riconoscimenti di accademie e di sodalizi botanici di tutto il mondo.

 Il fondo Colla della Biblioteca della Provincia di Torino conserva un grandissimo numero di lettere di ringraziamento per gli invii di queste opere fatti dal Colla; da Milano, Enrico Acerbi il 22 luglio 1824, addetto all’Orto di Brera, con i ringraziamenti e i complimenti per l’opera ricevuta in dono, gli confida che «proponendomi io pure di dare un Catalogo, (che non so’ perché non siasi mai fatto finora da’ miei predecessori), delle piante che crescono nel d.to orto, mi servirà appunto di modello il suo di Rivoli, che è a quel punto di perfezione che si può desiderare – e continuava con questo bell’elogio dell’arte litografica torinese – al pari del catalogo mi riescono graditissime le annesse tavole litografiche eseguite con molta verità e nitidezza, peccato che in Milano questa elegante ed economica maniera d’incidere non progredisca come fa in Torino per opera del Denina e del Righino»; da Pisa, Gaetano Savi il 2 settembre 1824 gli comunica che recensirà l’Hortus ripulensis nel «nostro Giornale, nell’ottobre. Gradirei intanto di sapere- prosegue il dotto botanico non troppo ferrato in geografia – come chiamasi in italiano questo giardino. Ripulensis vuol dire Ripoli, o Ripaglia? Avrei bisogno di questa notizia entro il corrente mese». Il Savi concludeva la sua lettera con una Nota di piante desiderate per il Giardino di Pisa.

 Questa non è l’unica testimonianza della pratica di scambio di semi di piante, ad esempio da Padova ricevette una lista di Semina rariora in Horto Patavino collecta quae commutanda exhibitur : con la lista a stampa, in una nota manoscritta, Giuseppe Antonio Bonato, prefetto dell’Orto botanico di Padova dal 1794 al 1835, in data 15 febbraio 1825, così si rivolgeva al Colla:  «Accolga benignamente la viva brama che nutro di poterla obbedire: sarebbe per me un vero conforto se in questa nota si trovassero oggetti degni di penetrare l’Orto superbo dal di lei genio coltivato e sì ricco di vegetabili rarissimi...» Ci furono certamente degli scambi di semi poichè sempre il Bonato il 23 marzo 1825 gli scriveva : «Mi corre il dovere di ringraziarla pel ricevuto pacco di semi».

Una lettera del dott. Francesco Tassi, bibliotecario del Granduca di Toscana, in data Firenze 23 novembre 1824, ci palesa il proposito del Colla di astenersi dal commercio delle sue opere, visto forse lo scarso successo delle vendite dell’Antolegista botanico; scrive il Tassi: «(Al)L’annuncio della pubblicazione della sua Opera, che illustra l’Orto di Rivoli, mi affrettai a commetterne l’acquisto al Libraio mio corrispondente di Milano – ma da questi venne informato che - non potevasi acquistare in compra, poiché dal suo Autore destinatasi in dono alle Biblioteche più rispettabili, ed agli amatori della Storia Naturale, ho quindi risoluto di indirizzarmi a S. V. Ill.ma e Ch.ma pregandola di voler onorare questa I. Biblioteca di un Esemplare di esso..».

Sempre il Tassi in un’altra lettera del 23 dicembre dello stesso anno ringrazia ed esprime il gradimento del Granduca di Toscana per le opere ricevute.

Gli invii di opere, gli scambi di semi con altri orti botanici e i contatti epistolari e personali procurano al Colla una serie innumerevole di riconoscimenti delle più prestigiose Accademie europee: molte lettere del fondo Colla della Provincia di Torino recano testimonianza di queste nomine a membro corrispondente o  a socio delle stesse.

Tramite lettera del 17/1/1823, del segretario dell’Accademia delle Scienze di Torino Antonmaria Vassalli-Eandi, riceve la Patente di socio dell’Accademy of natural Sciences di Filadelfia.

L’Académie Royale des Sciences, Belles Lettres et Arts di Lione il 24 novembre 1824 gli annuncia:

« Monsieur, L’Académie de Lyon a reçu avec reconnaissance l’hommage que vous avez bien voulu lui faire de votre Hortus Ripulensis, elle s’honore de votre demande d’association et s’est empressée de nommer, pour lui faire un rapport à ce sujet, trois commissaires au nombre des quels se trouve M. Balbis ».

Nel 1827 diventa socio corrispondente dell’Imperiale e Reale Accademia Economico-Agraria dei Georgofili di Firenze; il 7 aprile 1827 gli si comunica che nella seduta del « 4 aprile  1827 si fece un pregio di eleggerla nel numero dei suoi Accademici Corrispondenti…»

L’anno successivo è la Societé Medico-Botanique di Londra che il 24 marzo gli scrive: «..en vous annonçant la decision qui vous agrège à la Société..». Il 7 settembre 1830 da Napoli la Società Reale Borbonica – Reale Accademia delle Scienze gli comunica: «Ho l’onore di inviarle il Diploma di Socio Corrispondente Estero…». Con gli anni si infittirà ancora il numero di accademie e sodalizi che lo ascriveranno tra i propri membri; un compiuto elenco delle Accademie di cui fu socio il Colla lo si trova nell’Elogio storico di Luigi Colla  di G. B. Delponte.

 

Un’operosa maturità

 

La produzione scientifica del Colla si intensificherà ancora negli anni ’30 con la pubblicazione di varie memorie e studi tra i quali merita citare le Plantae rariores in regionibus chilensis a carissimo M. D. Bertero nuper detectae et ab A. Colla in lucem editae, frutto della raccolta di piante e semi che l’amico Bertero, durante i suoi viaggi avventurosi gli inviava, e il Colla ordinava e pubblicava in sette fascicoli nelle Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino dal 1834 al 1836; nel 1839, sempre nelle Memorie dell’Acc. delle Scienze di Torino,  ricorderà l’amico scomparso con l’Elogio storico dell’Accademico Carlo Bertero ma già il 27 maggio del 1833 il Viviani gli scriveva: «Il giorno stesso della mia partenza per Firenze mi fu trasmesso per mezzo del Signor Periani(?) il vostro bel lavoro sulle piante scoperte dal nostro Bertero. Lavoro per ogni verso preziosissimo con cui aggiungete nuovi allori a un tanto nome, e consegnate alla scienza il prezzo di tante fatiche; quel che dite sulla sorte di questo Botanico viaggiatore è scritto con tenerezza che fa onore al vostro cuore, e che ha penetrato il mio di rammarico. Graditene le mie più schiette congratulazioni».

Tra il 1833 e il 1837 darà pure alle stampe una poderosa opera, l’ Herbarium Pedemontanum, in otto volumi, corredato da 97 tavole litografiche disegnate per la maggior parte della figlia Tecofila.

Il 1840 vide l’intera sezione di botanica del 2° Congresso degli Scienziati italiani, che si teneva a Torino, ospite del Colla a Rivoli per la visita al suo orto botanico. Sempre largo di ospitalità e amicizia verso i dotti di ogni paese coltivava anche la musa poetica e tra le carte del fondo Colla ci sono vari sonetti da lui composti per le più varie occasioni. Il Casalis ricorda poi che poco lontano dalla villa rivolese del Colla «a levante, e sul rialto che appellasi il Trucco, da cui godonsi estese, e deliziose vedute, l’egregio cavaliere Luigi Colla fece innalzare nel mezzo di un alteno un grazioso tempietto al dio Bacco»[9].

 Parallelamente ai suoi studi botanici il Colla svolgeva la sua attività forense di cui sono testimonianza molte memorie a stampa che lo vedono in qualità di avvocato collegiato patrocinare importanti cause per privati o per enti pubblici come la città di Torino[10], spesso in associazione con altri causidici quali l’avv. coll.to L. Demargherita. Lo si vede inoltre partecipe di varie forme associazionistiche quali la Società d’assicurazione generale mutua contro gli incendi[11] e già nel 1817 è socio dell’Accademia filarmonica.

Da ricordare infine anche la pubblicazione nel 1843, presso l’editore Giuseppe Pomba, di una importante monografia sulla camelia: Camelliografia, ossia tentativo di una nuova disposizione delle varietà della camelia del Giappone, e loro descrizione[12].

 

Gli ultimi anni

 

Dopo i molti riconoscimenti della comunità scientifica nazionale e internazionale arrivò pure con Carlo Alberto la sua definitiva riabilitazione politica, fu infatti creato cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro con R. Viglietto del 23 dicembre 1844; una lettera privata della Regia Segreteria del Gran  Magistero dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dell’11 ottobre 1844 lo informava dell’avvenuta nomina: «La Maestà del Re nostro Signore Proteggitor  illuminato di ogni ottimo studio, tenendo in conto particolare chiunque si distingua in qualche ramo dell’umano sapere si è degnata di fregiare della Croce di Cavaliere dell’Ordine de’ Santi Maurizio e Lazzaro V.S. Ill.ma a nobilissima testimonianza del pregio in cui Essa M. S. tiene i distinti di Lei talenti e quel valore nella Botanica che le ha meritato ben chiara fama, e seggio onorevole nella Accademia Reale delle Scienze di Torino».

Nel 1845 gli morì la  cara compagna che aveva incoraggiato i suoi studi, allevato i suoi figli e per la quale nel cimitero di Rivoli è conservata una lapide con questa epigrafe:

 9 APRILE 1845 / A FORTUNATA COLLA NATA ZAPELLONI / DONNA DI SENNO VIRILE / E DAL CUORE AFFETTUOSISSIMO / ALLA COMPAGNA ED ALLA MADRE AMOROSA / L’ANTICO CONSORTE E I FIGLI / DOLENTI DI SOPRAVVIVERLE / ERGEANO QUESTO SASSO / ONDE RIMANESSE IN ETERNO / MEMORIA DI TANTA VIRTU’.

Qualche mese dopo questo grave lutto, il Colla era colto da apoplessia, si riprendeva e alcuni mesi prima di morire, il 3 aprile 1848, ricordano i suoi biografi e la lapide nel cimitero di Rivoli, fu nominato senatore. La malattia lo colpiva ancora e il 23 dicembre 1848 moriva «tra le braccia dei suoi cari», dice il Delponte. Sempre il Delponte, che ben lo conosceva, ne tratteggia l’aspetto fisico: «fu di alta, robusta e ben proporzionata corporatura, gaio d’aspetto e di modi franchi»» e noi non possiamo che assentire guardando il bel busto in marmo, opera dello scultore L. Cauda , che si trova presso l’Orto botanico di Torino, omaggio che i suoi eredi, imparentati con gli Avogadro, riservarono a lui e al grande Amedeo che ebbe un analogo busto marmoreo posto nell’Accademia delle Scienze nel 1857.

Rivoli conserva nel cimitero una semplice e in qualche punto appena leggibile  lapide, affiancata a quella della consorte, con questa commovente epigrafe: AL GENEROSO CITTADINO / CHE PUGNO’ E SOFFRI’ PER LA LIBERTA’ DELLA PATRIA / AL SOMMO GIURECONSULTO / GLORIA DEL FORO PIEMONTESE / ALL’ESIMIO SCIENZIATO / CHE ILLUSTRO’ COLLE SUE OPERE / IL PIU’ RIDENTE DEI REGNI DELLA NATURA / AL PADRE DOLCISSIMO / CHE FELICITO’ DEL SUO TENERO AMORE / I FIGLI FINCHE’ VISSE E MORENDO / LI LASCIO’ SCONSOLATI PER SEMPRE / AL CAV. AVV. COLLEGIATO / SENATORE DEL REGNO / LUIGI COLLA / NATO IL 22 APRILE 1766 / MORTO IL 23 DICEMBRE 1848.

 

I meriti scientifici di Luigi Colla

Luigi Colla è considerato dagli studiosi l’estremo rappresentante della scuola dell’Allioni (1728-1804) in quanto, con due altri botanici, il Balbis e il Bertero, progettò il rifacimento e aggiornamento della Flora Pedemontana. Rimasto solo per la prematura dipartita degli amici pubblicò il frutto delle sue ricerche nel già citato Herbarium pedemontanum. E’ stato affermato: «Col Colla, che fu ancora un indefesso cercatore per le contrade e soprattutto per le montagne del Piemonte, si può considerare chiusa la grande era della scoperta della flora piemontese…»[13].

Ma il Colla diede anche un contributo notevole alla descrizione di nuove specie esotiche, grazie agli invii di piante e semi che Carlo Giuseppe Bertero (1789-1831) gli mandava durante i suoi avventurosi viaggi,  e che il Colla coltivava nel suo orto di Rivoli.

In appendice all’Elogio Storico di Luigi Colla del prof. G. B. Delponte ben 22 pagine sono riservate ai Generi e specie nuove del Colla disposte secondo gli ordini del metodo naturale. Un insigne botanico, il De-Candolle, gli dedicò un genere di Leguminose: Collea.

Il suo erbario, donato all’Accademia delle Scienze dal figlio, avv. Arnoldo, passò poi all’Orto botanico di Torino con molte piante del giardino di Rivoli donate allo stesso Orto botanico.

 

Tecofila  Colla, “delitia tua”,  ovvero dell’amor figliale

 

Eccettuata la sua prima opera, Luigi Colla  si avvalse della costante e intelligente collaborazione della figlia Tecofila per illustrare i suoi scritti botanici. Nata probabilmente nel 1803 dimostrò spiccate doti di precisione e sensibilità nel disegno dei vegetali e tecnica raffinata nella acquerellatura degli stessi. Già nella Memoria sul genere Musa, le tre tavole litografiche recano l’indicazione Tecofila Colla dipinse dal vero  e anche nel testo è detto: «Tutte queste circostanze mi determinarono a far pingere al vivo dalla mia figlia Teofila la pianta della quale discorro in tutti i suoi periodi della fruttificazione…»[14]. Nell’Hortus Ripulensis, su quaranta tavole, ben 29 sono state disegnate da Tecofila (delle restanti, sette sono di Angela Rossi-Bottione, due di Maurizio Pagella e una del Denina a cui si deve anche la trasposizione litografica di quasi tutte le tavole ad eccezione di cinque, opera del Righini)  e col passare degli anni la collaborazione col padre si intensificò ulteriormente. I disegni di Tecofila venivano pure inviati ad autorevoli corrispondenti del padre: in una lettera da Vienna del  5 agosto 1833 il Dietrichstein, su carta intestata della Biblioteca Aug. Palatina di Vienna, ringrazia il Colla per i doni ricevuti tramite il libraio Pic: «L’I. R. Biblioteca è gloriosa di possedere così dotte aggiunte alle sue collezioni storico-naturali, ed i gentili dissegni  di Tecofila , delitiae tuae».

 Nella Memoria circa una nuova specie di Calonyction, che il Colla fece stampare per farne omaggio ai botanici che partecipavano nel 1840 a Torino al 2° Congresso degli Scienziati italiani, si può apprezzare quanto fosse preziosa la collaborazione di Tecofila: «…il 2 ottobre (1839) verso le 10 della sera sviluppassi il primo fiore di una grandezza straordinaria spandente un soave odore…Fui sollecito di far levare di buon mattino il disegno; ma alle ore undici il fiore si schiuse in pochi minuti; la figura che ho l’onore di presentarvi fu dalla mia figlia Tecofila portata a compimento sul vivo a misura dello schiudersi dei successivi fiori»[15].

Tecofila Colla fu membro della società linneana di Parigi fin dal 1822: nel suo diploma di ammissione è detto: La Société Linnéenne de Paris dans sa séance du sept Mars 1822 a admis Madame Tecofilla (sic) Billotti née Colla au nombre de ses Associées-libres, chiaramente per la sua perizia nel disegno dei vegetali.

Per sottolineare ancora l’importanza dell’opera di Tecofila trascrivo un passo di un’interessante lettera al Colla del Gallesio (1772-1839) autore della Pomona italiana ossia Trattato degli alberi fruttiferi, datata Finale 12 Gennaio 1834 in cui, per inciso, si danno interessanti notizie enologiche:

«..Ora ritorno a questa, e comincio per voi, che amo e stimo sopra ogni altro, e a cui devo dei ringraziamenti distinti per la compiacenza che ha avuta vostra figlia di onorare del suo penello (sic) la mia Pomona. Io non avevo mai ardito richiederlo, ma non ho esitato a cogliere l’occasione quando il Proff.re Moris mi ha proposto di impegnarla a farmi la Fresia[16].

Quanto mi ha fatto piacere quando ho sentito dalla vostra lettera che il lavoro era cominciato! Certo essa vi avrà messa quella precisione botanica che si stenta ad ottenere dagli artisti, e che rende più pregievoli questi disegni. Io sono impaziente di ricevere questo dono prezioso dell’amicizia, e ne anticipo i miei ringraziamenti per mezzo vostro alla Pittrice.

Ecco che in questo modo la mia Pomona avanza e si fa più bella: Essa deve tanto agli amici. Mi è veramente dolce che sia debitrice a vostra Figlia del disegno di un’uva piemontese che non potevo escludere dalla collezione, e che ero imbarazzato a far dipingere. E’ questo il punto difficile della mia opera. Se tutti i frutti scelti che deve contenere si trovassero a Firenze, ove si trovano degli artisti di professione che fanno mestiere di questo, io l’avrei già finita; ma ben sovente e il più sovente, dove è l’artista non vi è il frutto, e dove è il frutto non vi è l’artista. Il Piemonte più manca in questo genere. Ne avevo trovato uno che mi ha fatto il disegno del Nebbiolo canavesano di tutta bellezza ed è morto poco dopo. Gli altri gli devo tutti ad amici come la Barbera, il Pero Brutt’e buono di Giavenno ed altri. Sono quindi ben fortunato di trovare in vostra figlia un nuovo artista amicale che supplisce alla penuria degli artisti di professione.

Nel pregarvi di presentare all’amabile pittrice i miei ringraziamenti, io accetto il resto del dono da voi, cioè la descrizione dell’uva, e tutte le notizie storiche statistiche e agricole che la riguardano. Io conosco questa varietà e l’ho veduta e mangiata, ma i ragguagli che mi sono stati dati sulla medesima sono così contradditori che sarei imbarazzato a rediggere l’articolo. Alcuni pretendono che il vino che produce sia mal sano , altri dicono che è un pregiudizio: Alcuni lo riguardano come un vino di poco preggio ed altri lo vantano come un vino eccellente, che non acquista la sua perfezione che dopo molti anni, ma che ha la proprietà di durar molto e di migliorare col tempo. Mi si dice ancora che ve ne sono di due razze una ad acini più piccoli ed una ad acini più grossi. Vogliate esaminare tutte queste cose e dirmene il vostro parere onde mettermi in capo di fare un articolo giusto e ragionato..»

Tecofila Colla sposò a soli 17 anni, nel 1820, l’avvocato Giuseppe Billotti che frequentava casa Colla, infatti sappiamo da una convenzione del 16 novembre 1816, stipulata dal Billotti con Luigi Colla per la spartizione degli utili, che venne associato allo studio legale del Colla.

 Giuseppe Billotti, oltre che avvocato ricoprì dal 1819 al 1840  la carica di Presidente dell’Accademia Filarmonica di Torino.

Tecofila, alla morte del Billotti, si risposò poi con Angelo Blachier, Consigliere di Corte d’Appello.

 

L’Accademia filarmonica, Giuseppe Billotti e la famiglia Colla

 

Se si apre la Cronistoria dell’Accademia Filarmonica di Torino, edita nel primo centenario della sua fondazione[17], alla pagina dell’Elenco cronologico dei soci ordinari dal 1814 al 1915 si troverà, tra i nove soci del 1814, al numero uno Billotti Giuseppe, e al sei il suo più giovane fratello. Nel 1815 poi, la stessa sede dell’Accademia si trovava presso i fratelli Billotti in via Doragrossa n. 53. Nel 1819 Giuseppe Billotti diventò Presidente dell’Accademia e l’anno successivo impalmò la giovane figlia del Colla, Tecofila. Per le loro nozze nel dicembre si tenne un concerto diviso in due parti  che presentò  pezzi di musica vocale e strumentale, gli autori furono Rossini, Paër, Mozart, Nicolini, inoltre Grosson. Ghebart e Anglois scrissero appositamente per gli sposi, dedicandogliele, delle sinfonie, e i cantanti furono: Boggiani, Dubois, Testori, Manfredi, Agodino, e la celebre Giuditta Pasta. Anche in casa Colla era praticata la musica, il padre Luigi era un provetto pianista e Tecofila cantava pure come contralto.

 Le molte iniziative dell’Accademia, sotto la presidenza di Giuseppe Billotti, sia di carattere musicale e didattico che mondano, determinarono una progressiva crescita dell’istituzione fino ad assicurarsi la protezione di Carlo Alberto e l’acquisto di una prestigiosa sede quale Palazzo Solaro del Borgo. La fiducia che i soci dell’Accademia filarmonica ebbero in Giuseppe Billotti si può giudicare dal fatto che nel 1839, 80 voti su 81 lo riconfermarono presidente, mentre occorsero ben quattro votazioni per la nomina del vice-presidente. Sono conservate nel Fondo Colla molte lettere indirizzate al Billotti da soci e da musicisti per le più svariate occasioni, spesso per ringraziamenti, come questa inviatagli da Giuseppe Ghebart in data Torino, 5 marzo 1828: «Sensibile ti sono per la sorpresa fattami d’avermi onorato del titolo d’Accademico onorario, assicurandoti che terrò etternamente  impresso nel mio cuore i sensi della più grata riconoscenza, non avendo in questo momento termini sufficienti per contraccambiare a sì bel azione, ti prego almeno di voler essere mio interprete presso l’Ill.mo Consiglio dell’Accademia tutta.

Colgo questa fortunata occasione per presentarti i miei complimenti estendibili a tutta la rispettabilissima tua famiglia e con verace affetto mi dichiaro Tuo aff.mo Amico e Collega Giuseppe Ghebart». A volte si tratta di copia di lettere inviate dal Billotti, tra queste, una indirizzata a Giovani Battista Polledro ci svela come nacque l’edizione a stampa della Sinfonia a grand’orchestra dello stesso, edita da Tagliabò e Magrini: «I vivi applausi coi quali fu meritatamente accolta dal pubblico la Sinfonia che ella si compiacque dedicare all’accademia Filarmonica destarono negli Accademici desiderio di renderla di pubblica ragione col mezzo della stampa, onde gli amatori e le persone intelligenti di ogni paese possano anch’essi gustarne la bellezza. Essendosi perciò terminato il lavoro per opera del Magrini, e sotto la Direzione del valente nostro Ghebart, mi faccio una gradita premura di farle omaggio, a nome dell’accademia delle prime quattro copie, pregandola di gradirle come un sicuro attestato di riconoscenza dell’accademia, e del pregio in che questa tiene le dotte musicali composizioni della S. V. Ch.ma. Torino 22 aprile 1827».

 

Il Fondo Colla, un labirinto di carte e  gli eredi di Luigi Colla

 

Come il Fondo Colla sia pervenuto alla Biblioteca Storica della Provincia di Torino è stato già detto, è importante però fare alcune osservazioni sulla composizione di questa raccolta, eterogenea al sommo grado. Infatti molti materiali, che non hanno alcuna attinenza con le vicende fin qui narrate, sono confusamente mescolate con le carte del Colla. Il venditore, la Bottega d’Erasmo, non si è minimamente preoccupato di ordinare in qualche modo un ammasso di documenti che gli ultimi eredi Colla, dovendo sgomberare la Villa di Rivoli a causa della sua vendita all’Istituto Filadelfia,  credettero bene alienare con la biblioteca. Per di più sicuramente le carte del Colla subirono già una qualche divisione tra gli eredi in tempi molto remoti, ne sono testimonianza alcuni numeri d’inventario posti su vari documenti e le ampie lacune relative ad interi periodi fondamentali della vita del nostro. Solo pochi libri della biblioteca vennero venduti alla Provincia, i più furono venduti a privati e dispersi, alcuni recavano l’ex libris con la scritta Libreria della Villa Colla – Rivoli entro una corona di foglie di quercia; questo ex libris reputo sia stato stampato successivamente alla morte del Colla, né è dato sapere quanti fossero ancora i libri del Colla, sicuramente un buon numero erano dei figli e dei nipoti[18]. L’elenco-inventario stilato dalla Bottega d’Erasmo è stringatissimo, assegna un numero scritto a matita alla maggior parte dei documenti, a volte a piccoli frammenti di lettera, o addirittura assegna una serie di numeri a brandelli di documenti:  per i numeri 1001-1067, che non descrive per nulla, dice: Documenti vari: atti notarili, strumenti, ecc., a volte mutili; dal 1067 al 1108 è detto: Permesso di carico su navi, di varie epoche. Molte carte sono successive alla morte di Luigi Colla e riguardano più i suoi parenti acquisiti, che i figli diretti, dei quali ci sono solo alcune isolate carte. Resta comunque importante un nucleo consistente di corrispondenza, alcune centinaia di lettere ricevute dal Colla specialmente negli anni ’20 e ’30 da insigni botanici, tra i quali primeggiano gli amici Balbis e Bertero.

 Assai copiose risultano anche le lettere ricevute da Giuseppe Billotti, marito di Tecofila Colla, in qualità di Presidente dell’Accademia filarmonica di Torino.

Un buon numero di documenti molto eterogenei è appartenuto alle famiglie Petrino, Rubeo e Della Chiesa di Cervignasco e Trivero, imparentate ed eredi dei Colla: infatti Felicita Adele Colla,  figlia di Arnoldo Colla e di Carolina Avogadro di Quaregna e Ceretto , a sua volta figlia del conte Amedeo (1776-1856), e nipote di Luigi Colla, sposò prima l’ ing. Luigi Petrino  e successivamente Teofilo Rubeo. Dal primo matrimonio nacque nel 1875 Anna Petrino, che sposò il tenente di Cavalleria Paolo della Chiesa di Cervignasco e Trivero i cui eredi infine si disfecero della proprietà della villa rivolese e di quanto in essa si conservava.

Tra le varie carte che non è possibile sapere a chi siano appartenute si segnalano per la loro singolarità alcune pagine con i colophon di incunaboli, una lettera di Cristina di Francia, duchessa di Savoia, del 1661, una cartella contenente vari documenti relativi ad una controversia della ditta Pomba con un libraio di Ferrara, ed alcuni biglietti e documenti attinenti il tenore Francesco Tamagno (1850-1905).

 

 

BIBLIOGRAFIA DELLE OPERE BOTANICHE DI LUIGI COLLA

 

Gli Elogi storici del Colla  del prof. Parlatore e di G.B. Delponte, pubblicati nel 1850 e nel 1851, riportano già gran parte delle sue opere, sebbene a volte in modo sommario e senza indicazione delle tavole illustrative. Nel 1989 pubblicai un elenco più completo che ora arricchisco con qualche indicazione supplementare.

 

L’antolegista botanico Opera di Luigi Colla, Torino, coi tipi di Domenico Pane, Stampatore della Prefettura, 1813-14;  Vol. 1°: XXXII-368+( 2nn.)+Tavv. 8; Vol. 2°: VII-411+(3)+Tavv. 5; Vol. 3°: IV-392+(2); Vol. 4°: (2) da 393 a791+(3); Vol. 5°: (2) da 793 a 1269 (1); Vol. 6°: (2)-V-423+Tavv. 4. (Tavv.  VII e VIII: Chianale sc.; Tav: XVI: G. Saverio Chianale Incise)

 

2° Lettera di Luigi Colla, datata Torino, li 18 gennaio 1820, pubblicata sul n. 9 del 20 gennaio 1820, pag. 40 della Gazzetta piemontese sotto il titolo Botanica. (Nella lettera rende noto quanto poi illustrerà più diffusamente nella Memoria sul genere Musa)

 

Memoria sul genere Musa e monografia del medesimo dell’avvocato collegiato Luigi Colla ( Letta nell’Adunanza del 10 dicembre 1820) pubblicata nel Vol. XXV delle Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, Torino, Stamperia Reale, 1822, p. 333/402 con 3 tavole ( Tecofila Colla dipinse dal vero) e in estratto con num. autonoma, p. 74.

Presso la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte della Provincia di Torino è conservata un’edizione in folio di questa Memoria di p. 74 (1)+1b.con le tre tavole acquerellate presumibilmente da Tecofila Colla. La legatura moderna conserva però sul verso della prima pagina bianca il marchio del legatore Felice Albinolo, legatore da Libri di S. A. S. il Sig. Principe di Carignano.

 

4° Ad Verbascum cisalpinum a cl. Medico Joanne Biroli novariensi descriptum Aloysii Colla observationes lectae die 6 januarii 1822. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, Vol. XXVI, Torino, Stamperia Reale, 1822, p 507/518, e in estratto.

 

Illustratio generis Dysodii addita icone nondum cognita speciei, quam Divaricati nomine designarunt botanici. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, Vol. XXVII, Torino, Stamperia Reale, 1823, p. 323/332+ Tav. 1, e in estratto.

 

Hortus Ripulensis seu enumeratio plantarum quae Ripulis coluntur ad Aloysio Colla: Additis stirpium rariorum vel nondum satis cognitarum, aut forte novarum notuis, descriptionibus, et iconibus. Augustae Taurinorum, Ex Regio Typographaeo, 1824, p.p. XII, 163 (1)+ Tavv. 40.

 

A quest’opera fecero seguito quattro appendici, pubblicate nelle Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, illustranti le specie fiorite negli anni  1824, 1825, 1826 e 1827-28.

 

Appendix I: Aloysii Colla illustrationes et icones rariorum stirpium quae in eius horto Ripulis florebant, anno 1824, addita ad Hortum Ripulensem. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze, Vol. XXXI, Torino, Stamperia Reale, 1827, p. III/138 con 7 tavole litografiche in folio.

 

Appendix II: idem (…quae florebant anno 1825…) In : ibidem, p. 319/358 con 9 tavole litografiche in 4°.

 

Appendix III: idem (…quae florebant anno 1826…) In: Memorie della R. Accademia delle Scienze, vol. XXXIII, Torino, Stamperia Reale, 1829, p.113/166 con 12 tavole litografiche in 4° (Tecophila Billotti pinx)

 

Appendix IV: idem (…que florebant annis 1827-28…) In : Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXIV, Torino, Stamperia Reale 1831, p. 147/204 con 12 tavole litografiche in 4°.

 

Observations sur le Limodorum purpureum de M. De Lamarck et création d’un nouveau genre dans la famille des orchidées Par M. l’Avocat L. Colla, Paris, de l’imprimérie de Lebel, 1824, p. 14 con 1 Tav.( Thiebautia nervosa: Tecofila Billotti del.-L. Colla dedicavit) ; in estratto e in :  Annales de la Societé  Linnéenne de Paris.

 

Mémoire sur le Melanopsidium nigrum des jardiniers et formation d’un genre nouveau dans la famille des Rubiacées Par M. l’Avocat L. Colla, Paris, de l’imprimérie de Lebel, 1825, p. 16 con una tavola (Viviania Psychotrioides : T. Billotti pinx.-Tourcaty, sculp.) ; in estratto e in : Memoires de la Societé  Linnéenne de Paris.

 

Freiliniae genus cum icone, Torino, 1830, p. 8 con una tavola.

 

10° Novi Scitaminearum generis (Cassumunar) de styrpe jam cognita: Commentatio, Torino, Stamperia Reale, 1830, p. 12 con una tavola litografica in folio (Tecophila Billotti pinx).

 

11° Elogio storico dell’Accademico professore Giovanni Battista Balbis scritto dall’Accademico avvocato collegiato Luigi Colla .In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXVI, Torino, Stamperia Reale, 1833, p.XXVII/LIV e in estratto.

 

12° Herbarium pedemontanum  juxta ordinem naturalem dispositum additis nonnullis styrpibus exoticis ad universos eiusdem metodi ordines exhibendos curante Aloysio Colla, Torino, Stamperia Reale, 1833/37.

I primi sette volumi di complessive 4000 pagine circa per il testo , l’ottavo volume con l’Index nominum vernaculorum di p.102 + 97 tavole litografiche.

 

13° Plantae reriores in regionibus Chilensibus a clarissimo M. d . Bertero nuper detectae et ab A. Colla in lucem editae.

Fasciculus I – Fasciculus II – Fasciculus III, in: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXVII, Torino, Stamperia Reale, 1834, p. 41/85 con 20 Tavv. litografiche.

Fasciculus IV – Fasciculus V, in: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXVIII, Torino, Stamperia Reale, 1835, p. 1/42 con 15 Tavv. litografiche.

Fasciculus VI, in: ibidem, p. 117/141 con 12 tavole litografiche.

Fasciculus VII, in: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXIX, Torino, Stamperia Reale, 1836, p. 1/55 con 24 Tavv. litografiche.

 

14° Storia e descrizione del Cactus senilis. In: Repertorio di scienze fisico-matematiche del Piemonte, n. 223, fasc. 15, agosto 1838, Torino, Tip. Favale, 1838,  e in estratto.

 

15°Elogio storico dell’Accademico Carlo Bertero. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. I (2° serie), Torino, Stamperia Reale, 1839, p. 123/141 con un fac simile di lettera del Bertero, e in estratto.

 

16° Storia e descrizione del Cactus (Mammillaria) spiraeformis, Torino, Tip: Speirani e comp., 1840.

 

17° Memoria circa una nuova specie di Calonyction ed osservazioni sul genere. Letta nell’adunanza dei(sic) Scienziati Italiani sessione di botanica, il 17 Settembre 1840 dall’Avvocato Colla, Torino, Tip. Speirani e comp., s.d., p. 16 con una tavola litografica in folio (Torino, 1841 Lit. Doyen e C.a – Tecofila Colla dis. e lit.)

 

18° Osservazioni circa l’Elephantusia macrocarpa del Wild. In: Giornale delle scienze mediche, fascicolo Ottobre, Torino, 1842.

 

19° Camelliografia, ossia tentativo di una nuova disposizione naturale delle varietà della camelia del Giappone, e loro descrizione di Luigi Colla, Torino, Presso Giuseppe Pomba & C., 1843, p. X-150 (2) con 2 tavole a quattro colori.

 

20° Discorso inaugurale per la sesta riunione della Società Biellese per l’avanzamento delle Arti.., Biella, Dai tipi Amosso, 1843.

 

21° Notizia sulla prolusione del Professore Filippo Parlatore in occasione dell’apertura della cattedra di botanica nel Museo di Fisica di Firenze il 1° Dicembre 1843. In: “Messaggere Torinese” n. 5 del 4/2/1843.

 

22° Illustrazione della Portulaca Gilliensii corredata dall’analisi chimica comparativa colla Portulaca Oleracea. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. V (2° serie), Torino, Stamperia Reale, 1843, p. 367/386 con una tavola.

 

23° Observations sur la famille des Rutacées, sur le genre Correa et formation du nouveau genre Antonmarchia. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. V (2° serie), Torino, Stamperia Reale, 1843, p. 473/503 con 2 tavole, e in estratto.

 

24° Gesneriae Zebrinae illustratio. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. VIII (2° serie), Torino, Stamperia Reale, 1846, p. 259/264 con una tavola, e in estratto.

 

25° Achimeneae. Gesneriacearum tribus novae additio earumdem novo genere (Salutiaea). In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. X (2° serie), Torino, Stamperia Reale, 1849, p. 203/216 con una tavola, e in estratto.

 

26° Ad Gesneriacea additiones cum novi generis Lobopterae descriptione et icone. In: Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. X (2° serie), Torino, Stamperia Reale, 1849, p. 217/223 con una tavola, e in estratto.

 

 

Bibliografia

 

Casalis 1847 : Goffredo Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, vol. XVI,  Torino, Maspero e Marzorati.

Colla 1822 : Luigi Colla, Memoria sul genere Musa e monografia del medesimo, Torino, Stamperia Reale.

Colla 1839 : Luigi Colla, Elogio storico dell’accademico prof. Giovanni Battista Balbis, Torino, Stamperia Reale.

Colla 1840 : Luigi Colla, Memoria circa una nuova specie di Calonyction ed osservazioni sul genere. Letta nell’adunanza dei Scienziati italiani sessione di Botanica il 17 settembre 1840, Torino, Tip. Speirani e comp.

1915 : Cronistoria dell’Accademia Filarmonica di Torino nel primo centenario della sua fondazione, Torino, Vincenzo Bona.

Delponte 1851 : Giovanni Battista Delponte, Elogio storico di Luigi Colla, Torino, Stamperia Reale (estratto). Pubblicato anche nelle Memorie della R. Acc. delle Scienze  di Torino, Serie II, Tom. XII.

1986 : Erbari e iconografia botanica, a cura di Franco Montacchini, Torino, U. Allemandi.

1990 : La liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria, a cura di Aldo A. Mola, Foggia, Bastoni.

Parlatore 1850 : Filippo Parlatore, Elogio storico di Luigi Colla, Firenze, Tip. M. Cecchi.

Sermonti Spada 1982 : Dizionario biografico degli Italiani, voce: Luigi Colla, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana.

 



[1] Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte della Provincia di Torino. Il fondo Colla fu acquistato su consiglio del prof. Firpo con fattura preventiva del 10/7/1961 per 150.000 lire unitamente ad un incunabolo di Ubertinus de Casalis per 130.000 lire.  Il fondo Colla consiste in 1116 numeri descritti sommariamente in un elenco allegato alla fattura.

[2] Sermonti Spada 1982, p. 768.

 

[3] Rapporto del cittadino Colla, Membro del Governo Provvisorio, e Commissario del medesimo relativamente all’insurrezione scoppiata in alcune Comuni della Provincia d’Acqui, Torino li 17 nevoso anno 7. Repubblicano, Dalla Stamperia Nazionale.

[4] La liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria, 1990, p.15

[5] Parlatore 1850,  p. 6

[6] Delponte  1851, p. 4

[7] Colla 1839

[8] Sermonti Spada 1982, p. 768

[9] Casalis 1847, p. 354-55

[10] Si veda ad esempio: Dell’occupazione dei siti ad uso pubblico destinati e delle opere d’abbellimento degli edifizii urbani Ragionamento per l’Ill.ma Città di Torino nella causa contro parecchi proprietari di case con portici sovra la Piazza del Castello, Torino, Eredi Botta, s.d.; presso il Centro Studi per la Storia del Libro da me diretto sono consultabili altre cause a stampa patrocinate dal Colla presso il Reale Senato di Piemonte: Ragionamento a favore di G.B. e Pietro G. Casella contro Marianna Cellanova,Torino, G.Favale, 1823; Osservazioni pei signori conti Caccia e Leopardi intorno al Ragionamento per la contessa Vittoria Gibellini Tornelli Boniperti, Torino, Tip. Domenico Pane, 1829; Ragionamento per i Signori Marchese G. Gras e conte  S.t Albin e bar.sa G. Marescot contro il conte Cesare Ponte di Lombriasco, Torino, Tip. Canfari, 1836.

[11] Conto reso dal Consiglio provvisorio d’amministrazione della R. Società di assicurazione generale mutua contro gl’incendi intorno alle sue operazioni al Consiglio generale della medesima letto dall’avv. collegiato Luigi Colla presidente del consiglio provvisorio d’amministrazione, Torino, Chirio e Mina, 1830.

[12] Se da noi l’interesse per il Colla fu quasi nullo per decenni, mi fece molto piacere ricevere da Milano una lettera, datata 26 settembre 1989, dell’ing. Antonio Sevesi, presidente e fondatore della “Società Italiana della Camelia”, che, venuto a conoscenza del mio opuscolo sul Colla: Legni pregiati e colorati per ebanisti e…poeti. Notizie biografiche e bibliografiche su Luigi Colla, Alpignano, Tip. Fantuzzo, 1989, mi scriveva per avere alcune precisazioni sul Colla e mi pregava di trovargli una qualche immagine del botanico, volendo pubblicare da molti anni sull’ American Camellia Yearbook  una biografia dello stesso, come aveva già fatto per altri cameliofili. Gli inviai la foto del busto del Cauda.  Da Padova  successivamente intrecciai una corrispondenza con il dott. Federico Maniero, anch’esso interessato al Colla,  e autore  di una recentissima e importante Fitocronologia d’Italia, Firenze, Olschki, 2000, che mi segnalò l’esistenza presso l’Orto Botanico di Padova di  una fotografia dello studio G. B. Berra di Torino riproducente un acquarello che raffigura il Colla con questa scritta: Riprod. donata dal prof. Belli da un acquarello posseduto dal nipote avv. Luigi Colla (omonimo del nonno) 1899.

[13] Erbari e iconografia botanica, 1986, p. 52

[14] Colla 1822, p.

[15] Colla 1840, p. 4

[16] I corsivi sono sottolineati nel testo

[17] Cronistoria dell’Accademia Filarmonica di Torino nel primo centenario della sua fondazione 1915, p. 129

[18] E’ probabile che parte dell’archivio e della biblioteca sia ancora posseduto da qualche ramo collaterale della famiglia; nel fondo presso la Biblioteca della Provincia non esistono documenti o altre carte appartenute al nipote Luigi Colla (omonimo del nonno), Sindaco di Rivoli, figlio di Arnoldo Colla, e anche di altri nipoti mancano totalmente documenti. Alcune cose sono state messe in vendita recentemente; a Rivoli presso un commerciante ho potuto acquistare alcune tavole botaniche acquerellate di Tecofila Colla e un volume con l’ex libris: Biblioteca della Villa Colla- Rivoli.