XILOGRAFI E XILOGRAFIE NEI LIBRI PIEMONTESI DEL
SETTECENTO
Alessandro Bima
Nel 1925 Marius Audin dava alle stampe il suo Essai
sur les graveurs de bois en France au dix-huitième siècle dicendo
dei molti incisori in legno francesi repertoriati: « Ils ont
veçu et sont morts inconnus ».1 Per quanto riguarda gli
xilografi piemontesi dello stesso secolo si può dire altrettanto, anzi,
molto meno, mancando a tutt’oggi qualsiasi opera sull’argomento ed
essendo quasi del tutto sconosciute anche le loro opere.
La mancata attenzione degli studiosi del libro per
questi nostri petits maîtres è scusabile in quanto il Settecento
apprezzò soprattutto l’incisione su rame e relegò l’incisione in
legno ad una funzione utilitaria e subalterna nell’illustrazione del
libro; questo fatto fece sì che i migliori artisti dell’epoca non
alimentassero più con i loro disegni il lavoro degli xilografi, come
avevano fatto grandi artisti nei primi secoli della stampa, né
chiedessero agli xilografi di divulgare le loro creazioni originali,
sempre più tradotte per la stampa dall’incisione in rame.
Analogamente a quanto avvenne nel resto d’Europa,
nella produzione editoriale settecentesca del Piemonte, la preferenza per
l’incisione in rame fece sì che i nostri più eleganti e raffinati
prodotti librari fossero illustrati con rami, solo la dispendiosità di
questa tecnica costrinse sovente autori ed editori ad accontentarsi dell’incisione
in legno.
La necessità di avere una più matura e complessiva
considerazione di tutte le componenti che hanno contribuito a
caratterizzare l’editoria di questo secolo, ci ha spinti a interessarci
di questo aspetto del libro piemontese del Settecento, stimolati dagli
studi di Walter Canavesio2 e dalle ricerche in atto sulla
xilografia dei secoli d’oro della stampa condotte da Francesco Malaguzzi.
Sull’ornamentazione xilografica del libro
settecentesco in Piemonte non esiste bibliografia e sui suoi artefici si
possono solo trovare succinte notizie su Angelo Costantino e un cenno ad
Ignazio Lucchesini nel Dizionario3 del Vernazza.
Le Schede Vesme citano pure i Grem, nominati da Pietro
Zani nella sua Enciclopedia metodica, ma concludono dicendo :
«Credo vi sia un errore di nome od altro grosso equivoco. Il Vernazza nel
Dizionario dei tipografi tace di questi Grem».4
L’esame diretto di parte della produzione libraria
del Settecento in Piemonte mi ha permesso di individuare un certo numero
di xilografi, alcuni affatto ignoti, e di stilare un primo elenco di loro
xilografie. Sottolineo che per l’area piemontese la xilografia firmata
è un’eccezione, poiché la maggior parte delle incisioni in legno sono
anonime.
Nell’elenco di queste rare xilografie firmate si è
attribuito loro l’anno del volume in cui sono state impiegate, si tenga
però presente che alcune ebbero vita e reimpiego per decenni. Si è data
anche una succinta descrizione delle vignette, non parendomi sufficiente
dire: testata, finalino, come fa Marius Audin nel saggio citato sugli
intagliatori in legno francesi.
L’ordine in cui sono presentati gli xilografi è
approssimativamente cronologico ed è desunto dal materiale esaminato.
AUDA (Auda sculp.) (FIG. 1)
Non è citato né dal Vernazza, né dal Vesme quale
xilografo; sono però citati dal Vesme Francesco e Giovan Battista Auda,
pittori, il primo operante a Nizza, il secondo morto a Torino nel 1695.
Francesco Auda era ancora vivente nel 1724 ed è ricordato quale pittore
di armi; le xilografie reperite con le armi sabaude e firmate Auda
potrebbero essere sue o di un componente la sua famiglia; risultano
impiegate per lo più quali testate per editti e manifesti, a volte sono
di dimensioni notevoli e di buona fattura.
-1714 Grande arma sabauda coronata con leoni (Auda
sculp.) su: Editto di Vittorio Amedeo II Re di Sicilia dell’8
giugno 1714, Torino, G. B. Valetta; e su: Editto del Magistrato…dell’Università
di Torino del 9 novembre 1720, Torino, G. B. Valetta.
-1728 Grande arma sabauda coronata con leoni come
la precedente ma con stemma di Vittorio Amedeo II Re di Sardegna (Auda
scul.) su: Manifesto della Regia Camera de’ Conti del 16
gennaio 1728, Torino, G. B. Chais.
-1729 Arma sabauda (Auda scul.) in : Leggi
e Costituzioni di S. M., Torino, Chais, 1729; e in : Teocrito
volgarizzato da Domenico Regolotti, Torino, Nell’Accademia Reale
Appreso Giambattista Chais, 1729.
-1731 Arma sabauda in : Manifesto senatorio
in data de’ 19 maggio 1731, Torino, G. B. Chais.
-1733 Grande arma sabauda (Auda sculp) in: Editto
di S. M. per il Regolamento del valore delle Monete d’oro & d’argento
In data delli 25 giugno 1733, Torino, G. B. Valetta.
G. P. F. (G. P. F.)
-1722 / 1754 Antiporta con toro, due putti, Bacco e
stelle nei Palmaverde per gli anni 1722-54, Torino, Fontana.
GREM (Grem – Grem f. – Grem sc. - G.F.)
(FIG. 2 e 3)
Citato nelle Schede Vesme: «GREM - Lo Zani (Enc. Met.
X, 179) nomina un Grem, incisore in legno, piemontese, il quale operava
nel 1739, ed altri Grem, pure piemontesi ed incisori in legno. Credo vi
sia un errore di nome od altro grosso equivoco. Il Vernazza nel suo Dizionario
dei tipografi tace di questi Grem».5
L’abate Pietro Zani, citando i Grem nella sua Enciclopedia
metodica (T. X, Parma, 1822), non errava, infatti ho individuato molte
xilografie firmate, alcune di eccellente qualità, per un lungo arco di
tempo. E’ perciò più che plausibile siano dovute ad un nucleo
familiare in quanto alcune sono impiegate già nelle prima metà del
Settecento ed alcune risalgono sicuramente a molti decenni dopo, come
quelle con le armi del cardinale Francesco Lucerna-Rorengo di Rorà. Dall’elenco
che segue si evidenzia altresì la varietà dei tipografi torinesi che
usarono vignette firmate dai Grem.
Gli esempi di xilografie firmate Grem della figura 3,
la prima con S. Eligio e altri santi protettori dell’Università degli
orefici di Torino, e la seconda, una deliziosa testatina con putti
musicanti e dediti alle varie arti denota un buon artista, meritevole di
essere riscoperto e apprezzato.
Xilografie firmate:
-1735 Grande arma sabauda coronata con leoni e
cannoni (Grem sc) in: Editto di Carlo Emanuele III del 28
gennaio 1735, Torino, G. B. Chais.
-1745 Antiporta con allegoria del tempo (G. F.)
in: SINISCALCHI, Liborio – Il giorno santificato, ovvero pratiche
spirituali per santificare le Azioni del Giorno, 4° Ed., Torino,
F.A. Campana, 1745.
-1757 Vignetta architettonica con al centro
strumenti musicali e spartiti (Grem) in: Poesie del Signor
Abate Metastasio, Torino, Stamperia Reale, 1757
-1764 Testatina con amorini tra i quali uno suona
il violoncello (Grem)su: Considerazioni che si fanno da un
architetto d’acque sovra li Taglj, e Rettifili de’ Fiumi, e
Torrenti, per le nuove Inalveazioni, Torino, Stamperia Mairesse,
1764.
-1764 Due testate in cornice rocaille (Grem),
con il Papa che condanna gli eretici, e la Chiesa di Roma trionfante
in: COLLET Pietro, Institutiones theologicae, Torino, Giacomo
Giuseppe Avondo, 1764.
-1767 Grande testata con S. Eligio e gli altri
Santi protettori dell’Università degli orefici su foglio volante (Grem
f.) in: Indulgenza plenaria concessa da Clemente XIII a tutti
coloro che visiteranno la Chiesa del Corpus Domini nel primo giorno di
Dicembre, in cui si celebra dall’Università degli Orefici la festa
di S. Eligio, Torino, Giacomo Giuseppe Avondo Stampatore
Capitolare, e dell’Illust. Città, 1767.
-1768-69-70 Arma dei Lucerna-Rorengo di Rorà con
cappello e fiocchi cardinalizi, Croce mauriziana e leoni (Grem)
in: Lettere pastorali di Mons. Francesco Lucerna-Rorengo di
Rorà del 29 ottobre 1768, 1 aprile 1769, 6 aprile 1769, 15 febbraio
1770, Torino, Giacomo Giuseppe Avondo, Impressore Arcivescovile.
-1774-75 Stessa arma dei Lucerna-Rorengo di Rorà
in: Lettere pastorali del 22 agosto 1774, 8 settembre 1775,
Torino, Presso gli Eredi Avondo.
s. d. – Sedici incisioni a piena pagina di cui
solo la prima firmata (Grem f.) che illustrano i temi degli
esercizi spirituali proposti dai Gesuiti, primeggiano i diavoli e le
pene infernali per i peccatori, in: ROSIGNOLI Carlo Gregorio, Verità
eterne esposte in lezioni ordinate principalmente per li giorni degli
Esercizi spirituali, Torino, Dalla Stamperia Avondo, s. d. (con
reimprimatur)
IGNAZIO LUCCHESINI (Igna. Lucchesini scul.)
(FIG. 4)
Sue notizie sono reperibili nel Dizionario dei
tipografi del Vernazza alla voce: Stamperia Reale. A pag. 350 si dice:
"Si accettò poscia a servizio della società, e in qualità di
intagliatore in pero e busso il Sig.r Ignazio Luchesini di Bologna.";
a p. 355 è detto a proposito dell’opera Marmora taurinensia,
1743-47: "con incisioni in rame ed in legno del Luchesini".
Sicuramente il Lucchesini non è l’autore di quelle
in rame perché sono firmate da altri.
Probabilmente si devono a lui le moltissime xilografie
anonime, le belle lettere iniziali ornate e figurate che si trovano nelle
edizioni dei primi decenni di attività della Stamperia Reale.( FIG. 5 e 6
)
Nel raro volume in cui ho individuato una sua
xilografia a piena pagina firmata vi sono altre vignette xilografiche
anonime che per affinità stilistica potrebbero essergli assegnate.
-1743 Crocefissione a piena pagina (Igna.
Lucchesini scul.) in : Missae in agenda defunctorum,
Torino, Stamperia Reale, 1743.
BODONI (Bod. Sc. 1757) FIG. 7
I biografi di G. B. Bodoni (1740-1813) non mancano di
ricordare la precoce attività di intagliatore del giovanissimo
Giambattista. Piero Barbera dice che "fin dal suo quindicesimo anno s’esercitò
nella incisione in legno, producendo lettere e fregi". Piero
Trevisani racconta che durante il viaggio per Roma dovette vendere quasi
tutti i suoi piccoli lavori d’intaglio a causa degli scarsi mezzi di cui
disponeva. La xilografia dello stemma della Città di Saluzzo che ho
reperita, firmata Bod. Sc. con la data 1757, deve essere assegnata
a un Bodoni, non è da escludere si possa trattare del grande saluzzese.
Infatti nel 1757 si trovava ancora a Saluzzo presso la tipografia paterna
e solo il 15 febbraio 1758 il diciottenne Bodoni partì per Roma. È cosa
insolita trovare la data su una xilografia.
-1757 Stemma coronato della Città di Saluzzo tra
due fronde (Bod. Sc. 1757) su documenti della Città di Saluzzo,
usati per decenni, tra cui: Tassa formata dall’Illustrissima
Città di Saluzzo Contessa di S. Croce, unitamente agl’Illustrissimi
Signori Provveditori della medesima, da osservarsi nell’istessa
Città dalli Panattieri, e Fidelaj, quali dovranno tenerla affissa
alla Porta delle loro rispettive Botteghe a vista del Pubblico,
Saluzzo, s. i. t., s.d.
VERANUS M. (M. Veranus) (FIG. 8)
Questo incisore in legno non è citato in alcun
repertorio. La vignetta reperita potrebbe risalire a parecchi anni prima
del 1761, essendo questo tipo di xilografia usato per periodi lunghissimi.
-1761 Grossa testata rettangolare con due angeli
che reggono il SS. Sacramento e la scritta: Sia lodato il Santiss.
Sacramento (M. Veranus) in: Foglio volante, Indulgenza
plenaria concessa da Clemente XIII a coloro che visiteranno la Chiesa
del Corpus Domini di Torino, Torino, Presso Giacomo Giuseppe
Avondo, 21 Marzo 1761.
COSTANTINO (Constantinus inv. scul. / fec. -
Costantinus fec. / inv. / scul.) (FIG. 9, 10 e 11 )
Angelo Costantino è il più conosciuto degli xilografi
piemontesi , avendolo citato il Vernazza nel suo Dizionario. Anche
le Schede Vesme lo citano, attribuendogli però il nome di Giovanni
Battista: «Scultore in legno, era socio della Compagnia di San Luca in
Torino. Morì il 17 giugno 1778. V’ha un ritratto di Vittorio Amedeo III
inciso da Costantino. Esiste pure una xilografia firmata "Constantinus
Invenit et Sculp." la quale rappresenta la "Immagine del
glorioso Martire San Valentino, il di cui corpo si venera nella chiesa
parrocchiale de SS.mi Vito, Modesto, e Crescenzio, sita sui monti e fini
della R.le Città di Torino….". E’ probabile ch’essa sia
fattura del nostro artista».6
Ho rintracciato l’incisione col ritratto di Vittorio
Amedeo III e non mi sembra una xilografia ma un rame a bulino ed
acquaforte ( FIG. 10 ) e potrebbe, ma lo ritengo improbabile, essere
attribuita al Costantino, scultore in legno, morto nel 1778. Il Costantino
che però firma un numero considerevole di xilografie rintracciabili nel
libri piemontesi settecenteschi è Angelo Costantino e firma col solo
cognome: Constantinus o Costantinus. Tuttavia un Giovanni
Battista Costantino xilografo è esistito, io stesso ho visto alcune
xilografie su fogli volanti dei primi decenni dell’Ottocento stampati ad
Asti e firmate I. B. Costantinus.
Su Angelo Costantino non esistono dubbi, Giuseppe
VERNAZZA nel Dizionario dei tipografi e dei principali correttori ed
intagliatori che operarono negli Stati di Terraferma e più specialmente
in Piemonte sino all’anno 1821, alla voce: COSTANTINO Angelo,
afferma: «COSTANTINO Angelo, di Borgosesia. Intagliatore in legno. Suoi
lavori nel 1778 adornarono il mio libro sopra il sigillo di Iacopo ed
Arrigo della Rocchetta de’ marchesi d’Incisa, viventi nel 1257».
Anche Casimiro Debiaggi, rifacendosi al Vernazza,
correttamente scrive Angelo Costantino.7
Maggiori notizie ho reperirito in una lettera di
Giuseppe Vernazza, datata Alba 14 di ottobre 1783, al Conte Gaschi : «…con
la debita fiducia trasmetto a VS una di esse pergamene, da cui pende il
sigillo di Alerino Rembaudo vescovo di Alba. Se qui avessimo sufficienti
disegnatori, ne avrei fatto esprimere in carta la immagine.
Ma il difetto degli artisti mi fa ricorrere a SV.
Accicchè si contenti di mandar a chiamare il Signor Costantino, e gli
ordini d’intagliare più presto che potrà il disegno d’esso sigillo,
raccomandandogli e una fedelissima custodia, ed una somma diligenza. In
quanto al prezzo del lavoro, ne lascio a VS l’arbitrio, essendo io
certissimo che VS lo concorderà con discreta moderazione. Io l’ho
pagato altre volte con diversi prezzi, ma non ho mai oltrepassato le sei
lire…
Lo studio del Signor Costantino è nella casa Solaro
alla barra di ferro entrandosi per la porta medesima d’essa barra, e
salendo al non plus ultra. VS vedrà nella inferior piegatura
….».8
Come si nota è qui indicata chiaramente l’ubicazione
della casa-laboratorio di Angelo Costantino.
Una seconda lettera del Vernazza indirizzata al Conte
Gaschi ci fornisce un interessante e gustoso quadretto delle
contrattazioni dell’epoca, dove spicca la competenza del Vernazza sulle
tecniche di incisione e, cosa ancor più sorprendente, il fatto che l’incisore
in legno Costantino valuta al meglio il suo lavoro e non si accontenta di
una remunerazione qualsiasi.
Tutto questo sfata un po’ l’idea che ci si potrebbe
fare degli incisori in legno, poveri tapini a confronto degli incisori in
rame dell’epoca. Ecco il passo saliente della lettera del 24 di ottobre
1783: «….In quanto al sigillo io non ho voglia di spendere una
portughesa per farlo intagliare. E’ vero che una volta consentii a tale
spesa, ma si trattava di un sigillo che aveva quattordici arme, tutte
difficili, tredici piccole in cerchio ed una alquanto grandetta nel mezzo.
Concedo che il sigillo del vescovo Rembaldo non è senza difficoltà. Ma
io sapendo che l’intaglio d’incavo è assai più facile che di
rilievo, non parmi dovere per questo lavoro ecceder di molto i prezzi già
pagati altre volte. Quindi mi estenderò fino a nove lire. Ma la distanza
della mia offerta dalla proposizione del Signor Costantino è tale che
penso che non occorrerà più parlare né del sigillo del Rembaldo, né di
un altro da me trovato del vescovo Novelli».9
Dopo queste testimonianze coeve penso non possano più
sorgere equivoci, come è capitato nel volume Dal trono all’albero
della libertà, Roma, 1991, in cui Lucetta Levi Momigliano attribuisce
correttamente ad Angelo Costantino i sigilli xilografici presenti nelle Osservazioni
di Giuseppe Vernazza sopra un sigillo de’ bassi tempi da lui posseduto,
Torino, Stamperia Reale, 1778 : «Le raffinate incisioni su legno di
Angelo Costantino illustravano, oltre a quello della famiglia Incisa,
altri sigilli dal Vernazza rinvenuti e studiati presso collezionisti
privati (i Conti di Piossasco) o nel Museo di Antichità di Torino
(sigillo di Guglielmo del Pozzo)…»10 mentre Anna Saju Deidda,
nello stesso volume, tenendo presente le sole Schede Vesme, scrive «..un
altro fregio allegorico si trova nel frontespizio del volume stampato nel
1775 e destinato all’Indice delle materie trattate nei due precedenti.
Raffigura un’aquila posata su un grande trofeo di armi, bandiere,
simboli di forza, accostati alla bilancia, simbolo della giustizia. Il
fregio è firmato Costantinus inv. scu. Firma che conosciamo anche
per un fregio rocaille in cui si includeva la scritta in lettere
capitali che indicavano il genere di composizione, specialmente nei fogli
volanti utilizzato molto spesso lungo l’arco della produzione della
Reale Stamperia. E’ probabilmente quella che individua l’artista
riportato dal Vesme come Giovanni Battista Costantino, scultore in legno
di cui si conosce una incisione, e che lo spoglio degli Editti e Pregoni,
di cui si è trattato sopra, mostra attivo anche per la Stamperia Reale di
Torino..».11 Le due autrici, in effetti, parlano della stessa
persona ma gli attribuiscono nomi diversi basandosi su fonti discordanti.
Le xilografie di Angelo Costantino ebbero una buona
diffusione anche al di fuori del Piemonte, ne sono una prova quelle che si
possono trovare su pubblicazioni sarde e quelle che ho inoltre
rintracciate usate in Savoia da M. F. Gorrin , Imprimeur du Roi, a
Chambery.
Vignette firmate:
-1765 Testatina con trofei di armi, bandiere,
tamburi, cannoni, corazza romana (Costantinus fe.) in: SEITA G.
A., Ad honestam Juris utriusque missionem in Regia Scientiarum
Academia, Torino, F. A. Mairesse,1765.
-1771 / 1792 Antiporta con toro e due putti, Bacco,
stelle (Constantinus Fec.) ristampata per 22 anni consecutivi
nel Palmaverde, Torino, Stamperia Fontana.
-1773 Vignetta con ripiano sul quale si vedono le
tavole del Decalogo, libri, rotoli, croce e bastone vescovile, alloro
e palme (Costanti) ; in: BONAGLIA G. B., Vita del B. Paolo
Buriali d’Arezzo, Torino, Stamperia Reale, 1773, et s. d. –
SIMON Domenico, Trattenimento sulla storia sacra dalla creazione
del Mondo alla nascita di Gesù Cristo, Nella Reale Stamperia di
Cagliari.
-1775 Ritratto di Vittorio Amedeo III (Constantinus
Del. et Scul.) in: Genealogia e gesta de’ Reali Sovrani di
Savoja, In Torino, A spese di G. Rameletti (Stamp. Mairesse),
1775. (a mio avviso si tratta di incisione in rame e non di xilografia
come sembrerebbe suggerire il Vesme)
-1775 Aquila su trofeo di bandiere e armi (Costantinus
inv. scu.) in: Indice delle materie…, Nella Reale
Stamperia di Cagliari, 1775.(ripr. Fig. 24 in: SAJU DEIDDA, 1991)
-1776 1) Vignetta con tre putti con libri e corona
di alloro (Constantinus F) 2) Testatina con Mercurio, Minerva e
civetta, Cupido di spalle (Constantinus Fec.) 3) Testatina con
Apollo, lira, cigno, testuggine e cervo in un paesaggio (Constantinus)
4) Grande cornice roccocò, occhio, panoplia, mappamondo e due figure
femm. (Constantinus Sc) in : BIANCO G. B., Tesi di
aggregazione al Collegio dei Giureconsulti di Torino, Torino, I.
Soffietti, 1776.
-1776 Emblema inquartato con insegna dei cappuccini
e simboli della passione, il tutto sovrastato da corona di spine (Constantin
Fec.) e vignetta come indicata in BONAGLIA 1773, in: PELLOLIO
Pierpaolo, Prediche, panegirici e altri sermoni sacri, Torino,
Stamperia Reale, 1776.
-1777 1)Vignetta con Spirito Santo su mensola con
libri, tavole della legge (Constantinus fecit); 2) Vignetta con
due angeli, uno scrive in un libro (Constantinus fec); 3)
Vignetta indicata al 1773, BONAGLIA, in: MARCHINI Giovanni Francesco, Tractatus
De Divinitate, et Canonicitate Sacrorum Bibliorum, Torino,
Stamperia Reale, 1777; la vignetta con due angeli, uno dei quali
scrive in un libro anche in: DELLA CHIESA Ludovico, Dell’istoria
di Piemonte, Torino, Per Onorato Derossi.
-1777 Arma sabauda coronata, bandiere, cannoni,
leoni, ai lati in basso stemmi con toro, il tutto occupante mezza
pagina ( Costantinus scu: ) Manifesto in data 13 marzo 1777 di
D. Adalberto Pallavicini, Vicario di Torino, sulla Tassa dei pesi e
misure, Torino, Eredi Avondo,1777.
-1778 A piena pagina, genitori con quattro figli (Constantinus
fe.); in: Doveri annessi allo stato coniugale, Torino, C.M.
Toscanelli (Vercelli, Panialis), 1778.
-1781 Piccola arma sabauda (Costantinus fec.)
in: Lettres patentes du Roi du 3 avril 1781, Chambery, Chez M.
F. Gorrin.
-1782 Arma sabauda su mensola con cannoni e due
leoni (Costantinus in.) in: Lettres patentes du Roi du
16 Juillet 1782, Chambery, Chez M. F. Gorrin, Imprimeur du Roi.
-1782 Finalino con due amorini, uno con freccia e l’altro
con arco (Constantinus fe.) nel vol. 1° e altro finalino con
allegoria e scritta Cedant Arma Togae (Costantinus fe.)
nel vol. 2° in: Corpus Juris Civilis quo Jus universum
Justinianeum comprehenditur, Torino, Stamperia Reale, 1782
-1782 Grosso fregio con ai lati putti con trombe,
corona centrale, spazio per inserire lettere alfabetiche su : Foglio
volante con Sonetto per la laurea di Don Giuseppe Angelo Viale,
Cagliari, Stamperia Reale, 1782 (Ripr. Fig. 25, in : SAJU DEIDDA,
1991)
-1784 1) Finalino con paesaggio idilliaco, alberi,
due piccoli individui, casa a destra ecc, (Costantinus fe ) 2)
Finalino con paesaggio idilliaco, alberi, torre (Costantinus fec.)
3) Finalino con cornice rettangolare, rotolo, due persone sedute,
cane, al centro A. K. A. (Costantinus fe ), in: Panegirici
e discorsi sacri, Vercelli, Stamperia Patria, 1784.
-1785 Vignetta con due figure ed emblema dell’Accademia
delle Scienze REG. TAUR. SCIE. AC (Costantinus) in PORRO
Ignazio, Prediche quaresimali, Torino, Giammichele Briolo,
1785.
-1787 Vignetta fede, speranza, carità (Costantino)
in: RULFO, Paolo, Dissertatio, Torino, J. M. Briolo, 1787
-1789/97 Arma sabauda su cannoni e due leoni (Costantinus
fec.) in moltissimi editti stampati dalla Stamperia Reale di
Torino.
-1792/1799 Antiporta con toro, due putti, cielo con
sole, luna e costellazione del Toro (Costantinus fec) nel Palmaverde
degli anni 1792-99, Torino, Fontana.
-1800 Antiporta con toro coronato, due putti, in
alto tra le nuvole due angeli, uno con trombe, l’altro con vaso
versante (Costantinus fec.) su Palmaverde, Torino, Fontana,
1800.
-senza data: Vignetta con santi e angeli in cornice
Luigi XVI sulla copertina del "Registro dei capi-d’opera"
A. S. T. Archivio dei minusieri (riprod. in: Antica Università dei
minusieri di Torino, Torino, Archivio di Stato di Torino, 1986 ).
Vignette in nero (intaglio d’incavo), attribuibili ad
Angelo Costantino
-1778 Sigillo Del Pozzo, sigillo Incisa, sigillo
Piossasco, sigillo Priore in: VERNAZZA Giuseppe, Osservazioni di
Giuseppe Vernazza sopra un sigillo de’ bassi tempi da lui posseduto,
Torino, Stamperia Reale, 1778.
-1783 Antico sigillo della Città di Alba e sigillo
di Pietrin Belli, in: VERNAZZA Giuseppe, Vita di Pietrino Belli,
Torino, Stamperia Reale, 1783.
GRITNER (Gritner – Gr. ) (FIG. 12)
Non citato dal Vernazza nè dal Vesme.
Sorprende trovare nei libri stampati in Piemonte molte
xilografie di questo incisore in legno che Marius AUDIN definisce "Charmant
graveur, que je crois Lyonnais." e di cui fa seguire l’elenco di
una quarantina di vignette a lui attribuite reperite in opere stampate in
Francia dal 1778 al 1802.
Alcune vignette riprodotte in quest’opera sono state
da me trovate anche nelle edizioni piemontesi dell’epoca, impiegate da
molti tipografi, di Torino e di Vercelli.
I ricami lignei di questo incisore non passarono
inosservati alla Scuola Bandera Piemontese della contessa Sofia di
Bricherasio (1867-1950) che scelse una sua simpatica testatina per
decorare la carta intestata della scuola di ricamo la cui Direzione era
sita in Palazzo Bricherasio a Torino.12
In edizioni piemontesi :
-1785 1) Testatina rettangolare con caduceo e carte
(Gritner) ; 2) Testatina rettangolare con tempio sul fiume (Gritner)
; 3) Finalino con penitente inginocchiato davanti al Crocefisso
obliquo (Gritner) riprodotta anche dall’Audin 4) Vignetta
allegorica con la giustizia con spada e bilancia, palma sullo sfondo (Gr.)
in: COPPA Pierjacopo – Discorsi per l’esercizio della buona
morte, Vercelli, Giuseppe Panialis, 1785.
-1785 1) Testatina rettangolare con tempio sul
fiume (Gritner); 2) Testatina rettangolare con paesaggio e una
torre quadrata e una circolare (Gritner); Testatine con varie
fronde incrociate (Gritner) in: DELFINI Eustachio, Ragguaglio
della spedizione della flotta francese all’Indie Orientali seguita
negli anni 1781, 1782, 1783, sotto la condotta del generale De-Suffren,
Torino, Stamperia d’Ignazio Soffietti, 1785.
-1788 Testatina rettangolare con al centro tondo
con ritratto muliebre in: Degli ordini regolari Dissertazione
Accademica dell’ A. C. S. R., Torino, Giammichele Briolo, 1788.
-1789 1) Vignetta allegorica con la giustizia con
spada e bilancia, palma sullo sfondo (Gr.)
2)Testatina con al centro amorino trionfante sugli
emblemi delle scienze e delle arti, balaustra con ai lati vasi (Gritner)
3) Vignetta con fig. allegorica con cornucopia e
scritta Scientiarum magistra su scudo (Gr.) in: BIANCHI,
Ignazio, Dissertazione sopra la irreparabile eterna rovina de’
bambini che muoiono chiusi nell’utero senza battesimo, Vercelli,
Nelle Stampe di Giuseppe Panialis, 1789.
-1789 Cinque testatine rettangolari (Gritner):
Disegnatore e piramide; Il Tempo con putto che scrive in un libro;
tondo con ritratto muliebre in rettangolo; serto di alloro, fronde di
quercia e palme; caduceo, mappamondo, libri ecc.; in: Storia del
Principe Eugenio di Savoja, Torino, presso la Società de’
Librai, (Stamperia Soffietti), 1789.
-1789 Testatina con alloro, fronde di quercia e
palme in rettangolo (Gritner) in: Dottrina cristiana del
Cardinale Bellarmino con una breve esposizione De’ Caratteri della
vera religione del Cardinale Gerdil, Torino, Presso Ignazio
Soffietti Stampatore Abbaziale, 1789 e in Storia del Principe
Eugenio di Savoja, T. V, Torino, presso la Società de’ Librai,
(Stamperia Soffietti), 1789.
-1791 Vignetta con tempio circolare tra nuvole (Gritner)
in: Ristretto della vita di S. Giovanni Apostolo, ed evangelista,
Torino, Presso Saverio Fontana; stessa vignetta in: LEONE Evasio, Elogio
sacro di S. Vincenzo de’ Paoli, Torino, Dalla Stamperia
Soffietti, 1795.
-1791 Testatina rettangolare con paesaggio e barca
(Gritner) in: Saggio di alcuni esperimenti e di varie
riflessioni che sopra i vantaggi che si possono trarre dai naturali
ventilatori, Vercelli, G: Panialis, 1791.
-1792 Piccola testatina rettangolare con cerchio al
centro (Gritner) in: GIULIO G. D., L’orazione domenicale,
Torino, Saverio Fontana, 1792.
-1793 Testatina rettangolare con al centro tondo
con piazza, festoni di rose (Gritner f.) in: FERRARIS di GENOLA,
Omelie, Vercelli, Panialis, 1793.
-1797 Testatina rett. con ovale al centro con
Apollo e templi (Gritner) in: MAROCHETTI Vincenzo, La pace
tra amore ed imene Cantata, Vercelli, Giuseppe Panialis, 1797.
-1801 Vignetta con Apollo, figura stante con libro
aperto, strumenti musicali, mura (Gritner f.) in: DELEVIS
Eugenio, Antiqua Cisalpinae Reipublicae Historica monumenta,
Torino, Ignazio Sioffietti, 1801.
-senza data: Testatina con penitente inginocchiato
ai piedi dell’altare in interno di chiesa (Gritner) in: Compendio
della vita del B. Pacifico da Sanseverino, Torino, Dalla Stamperia
d’Ignazio Soffietti.
-senza data: Testatina rettangolare con paesaggio e
barca (Gritner) in: PERENOTTI, Pierantonio – Storia
generale, e ragionata dell’origine, dell’essenza o specifica
qualità dell’infezzione venerea, Torino, Nella Stamperia Reale.
Cenni sulle xilografie anonime (FIG. 13, 14 e 15)
Ogni tipografia nel Settecento disponeva di un buon
numero di lettere iniziali, testatine e finalini che impiegava non solo
nel libro propriamente detto ma per editti, manifesti e soprattutto per
fogli volanti legati alle numerose ricorrenze religiose. Una visita al
museo Rondani della Tipografia Scolastica di Carmagnola può confermare
questa affermazione. Essendo numerose le occasioni per la stampa di fogli
volanti a volte si ricorreva a xilografie nelle quali si potevano inserire
caratteri alfabetici per comporre parole, ad esempio Sonetto; a
volte la Confraternita, l’Università, l’associazione, la comunità o
il Prelato possedeva la matrice in legno o in rame e la dava al tipografo
per la stampa. Queste xilografie sono tra le più belle, spesso erano di
notevoli dimensioni e a volte sono ancora conservate presso la
confraternita o l’ Università che le aveva in uso.
Gli stampatori avevano anch’essi una o più marche
editoriali xilografiche e la Stamperia Reale in particolare faceva grande
uso di armi sabaude xilografiche, quasi sempre anonime, per i suoi Editti
e Manifesti, come prima della sua fondazione facevano gli stampatori
autorizzati dal Governo, lo Chais e il Valetta.(FIG. 1)
L’uso delle armi per nobili, ecclesiastici e città
alimentava una ricca produzione xilografica che ornava bandi campestri,
omelie, lettere pastorali, anch’essa quasi sempre anonima.(FIG. 15) L’importanza,
anche economica, per l’intagliatore di queste armi è sottolineata da J.
B. Papillon, celebre xilografo francese, autore del Traité de la
gravure sur bois, che gli riserva un apposito capitolo nel suo
fondamentale trattato.
Tornando ad esaminare le xilografie anonime dei libri
del Settecento si può notare, a partire dalla fondazione della Stamperia
Reale (1740), un miglioramento qualitativo generalizzato; diventa sempre
più raro trovare tipografi che impiegano materiale eterogeneo per stile
ed epoca come invece accadeva in edizioni, anche di editori non
spregevoli, dei primi decenni del secolo. E’ doveroso però ricordare
che almeno una serie di lettere iniziali ornate, particolarmente belle,
risalenti al secolo precedente continua ad essere usata dalla stessa
Stamperia Reale.
Nella seconda metà del secolo si possono trovare
xilografie (FIG. 13) in grado di rivaleggiare con le coeve francesi che
restano spesso dei modelli per i nostri intagliatori.
Molto interessanti per la loro originalità sono anche
alcune xilografie di gusto naïf come quelle che ornano l’opera Doveri
annessi allo stato coniugale, stampata a Vercelli dal Panialis nel
1778, forse attribuibili a Costantino che firma l’antiporta della stessa
opera. Incantevole nella sua essenziale semplicità il frontespizio per un
libro di lettura giovanile Meraviglie della natura, edito dal Ricca
(1770 circa) (FIG. 13).
Imponente per il numero, diverse centinaia, e
eccellenti per la qualità, sono inoltre le xilografie di monete, sigilli
e armi gentilizie che vennero reincise per la nuova edizione della Histoire
généalogique de la Royale Maison de Savoie di Samuel Guichenon e per
alcune opere di Monsignor Della Chiesa, ristampate da Giammichele Briolo.
A fine secolo, con i repentini cambiamenti
istituzionali, si assiste ad un radicale rinnovamento degli apparati
xilografici per editti, manifesti ed opere legate all’attualità, cambia
anche lo stile delle vignette che sono per lo più anonime e a volte
risentono della fretta con cui sono state intagliate.
La scelta di xilografie senza nome di intagliatore che
si presenta (FIG. 13, 14 e 15) serve solamente a dare un’idea di ciò
che, sfogliando un qualsiasi volume di prediche, poesiole o trattato del
settecento, si può piacevolmente incontrare. Più approfonditi studi
condotti per aree ristrette o per stampatore13 potranno ancor
meglio documentare questo aspetto non trascurabile della storia del libro.
NOTE
1 M. AUDIN, Essai sur
les graveurs de bois en France au dix-huitième siècle, Paris, Les
Editions G. Crès et Cie, 1925, p. 3 n.n.
2 W. CANAVESIO, Appunti sulle iniziali
xilografiche dei Bevilacqua, in «Bibliofilia subalpina»,
Quaderno 1998.
3 G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi e dei
principali correttori ed intagliatori che operarono negli Stati di
Terraferma e più specialmente in Piemonte sino all’anno 1821,
Torino, Stamperia Reale 1859 (Rist. anastatica: Torino, Bottega d’Erasmo,
1964.)
4 A. BAUDI DI VESME, Schede Vesme, L’arte in
Piemonte dal XVI al XVIII secolo, t. 2, p. 547
5 Ibidem, t. 2, p. 547.
6 Ibidem, t. 1, p. 371.
7 C. DEBIAGGI, Dizionario degli artisti
valsesiani dal secolo XIV al XX, Varallo, Soc. conserv.opere arte
monumenti Valsesia, Varallo, 1968, p. 37.
8 L. MACCARIO, Giuseppe Vernazza Lettere al
Conte Gaschi, Alba, Famija Albeisa, 1984, p.70-71.
9 Ibibem, p.72.
10 L. LEVI MOMIGLIANO, Per una biografia
intellettuale di Giuseppe Vernazza di Freney: dalla cultura arcadica alle
ricerche sulle memorie patrie p. 720, in Dal trono all’albero
della libertà, t. 2, Roma, 1991.
11 A. SAJU DEIDDA, Aspetti figurativi e
decorativi nella produzione della Reale Stamperia di Cagliari (
1770-1799 ) p. 680, in Dal trono all’albero della libertà, t. 2,
Roma, 1991.
12 DAL BIANCO-CAMPANINO-CINQUETTI-RONCHETTA, Palazzo
Bricherasio, Milano, Edizioni Lybra Immagine, 1995, p. 53.
13 Per l’area vercellese si vedano le
illustrazioni del volume di Rosaldo ORDANO: Le tipografie di Vercelli,
Vercelli, Pierluigi Chiais, 1983; sulle xilografie usate degli stampatori
pinerolesi del Settecento una scelta è riprodotta in: A. BIMA, Libri e
tipografi a Pinerolo nel Settecento, in: Atti del Convegno Arte e
archeologia nel Pinerolese e nelle Valli Valdesi, 15-16 ottobre 1999,
in corso di stampa presso la SPABA di Torino.
DIDASCALIE DELLE ILLUSTRAZIONI
FIG. 1. Armi sabaude firmate Auda sculp. (1714,
1729, 1731 e 1733).
FIG. 2. Xilografie di epoca (1735, 1764) e stile
diversi firmate Grem.
FIG. 3. Due belle xilografie (1767, 1764) opera di (o
dei) Grem.
FIG. 4. Crocefissione a piena pagina ( 26 X 18 cm ) di
Ignazio Lucchesini
FIG. 5. Testatine, lettere e finalini impiegati dalla
Stamperia Reale
FIG. 6. Xilografie in uso nella Stamperia Reale nei
primi decenni di attività.
FIG. 7. Stemma di Saluzzo firmato Bod. Sc. 1757
e xilografie anonime in uso nella Tip. Bodoni di Saluzzo
FIG. 8. Vignetta sindonica anonima (Tip. Fontana, 1711)
e xilografia firmata: M. Veranus (Tip. Avondo, 1761)
FIG. 9. Vignetta a piena pagina e sigilli in nero di
Angelo Costantino.
FIG. 10. Ritratto in rame e vignette xilografiche di
Angelo Costantino.
FIG. 11. Vignette di vario stile di Angelo Costantino.
FIG. 12. Testatine e vignette di Gritner.
FIG. 13. Frontespizio e vignette anonime di gusto
naturalistico.
FIG. 14. Vignette anonime di soggetto vario.
FIG. 15. Marche tipografiche, armi gentilizie ed
emblemi di accademie
XILOGRAFI DEL ‘700, intagli trovati dopo la
pubblicazione articolo su BIBLIOFILIA SUB. 2001
BODONI
In Conoscere Bodoni a cura di Maletto: Xil di
Bodoni in Rituale copto-arabo, Roma, Propaganda Fide, 1763, riprodotto a
pag. 12
COSTANTINO
Sant’Anna e sacra famiglia (Costantinus sc) Testata
di Tavola degli ufficiali della Compagnia di Sant’Anna, Torino,
Stamperia di Giuseppe Ghiringhello 1801: conservato nell’ASCT, Editti e
manifesti E 2 369
GREM
-Xilografia riproducente una stamperia firmata Grem,
riproduzione su retro copertina catalogo della ditta Bona per l’
Esposizione internazionale del Libro e d’Arte Grafica di Lipsia
Maggio-Ottobre 1914: in Lo stabilimento grafico Ditta Eredi Botta di
Torino nei suoi cento anni di vita MDCCCXIV-MCMXIV, Torino, 1914.
-Xilografia a piena pagina riproducente San Maurizio in
ginocchio davanti alla Vergine tra angeli in cielo, in basso a destra
anime purganti, firmata Grem, su foglio volante di epoca più tarda
con scritta Venerenda Compagnia del Suffragio
-1745 Xilografia firmata Grem F. su Manifesto di
Giuseppe Maria Garombi, vicario capitolare della sede abbaziale di Santa
Maria di Pinerolo, raffigurante la madonna assunta, Torino, Pietro
Giuseppe Zappata e Figlio, 1745. Riprodotta in : 1748 Tra storia, culto e
bellezza Immagini & studi del Museo .Diocesi di Pinerolo, Pinerolo,
Ti. Giuseppini, 1998.
AUDA
Arma sabauda di Vittorio Amedeo II come Duca di Savoia
– Manifesto con supplica del Procuratore Fiscale patrimoniale Lavesino
relativo ad una scomunica inflitta dal vescovo di Novara contro due
canonici della Val Sesia, Torino, G.B. Valetta, 6 dicembre 1710
Xilografi non citati:
CHIARA (Chiara sculp.)
- Arma sabauda coronata e affiancata da due leoni, in: Capitoli
della ferrazza o sieno Bandi campestri della Città d’Alessandria, e
suoi Corpi Santi, Alesandria, Per Antonio Vimercati, 1740 (ripr. cat.
G.Bosio, Gli antichi Stati; Ed. Montis Regalis, s.d.) |