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XILOGRAFI E XILOGRAFIE NEI LIBRI PIEMONTESI DEL SETTECENTO

Alessandro Bima

Nel 1925 Marius Audin dava alle stampe il suo Essai sur les graveurs de bois en France au dix-huitième siècle dicendo dei molti incisori in legno francesi repertoriati: « Ils ont veçu et sont morts inconnus ».1 Per quanto riguarda gli xilografi piemontesi dello stesso secolo si può dire altrettanto, anzi, molto meno, mancando a tutt’oggi qualsiasi opera sull’argomento ed essendo quasi del tutto sconosciute anche le loro opere.

La mancata attenzione degli studiosi del libro per questi nostri petits maîtres è scusabile in quanto il Settecento apprezzò soprattutto l’incisione su rame e relegò l’incisione in legno ad una funzione utilitaria e subalterna nell’illustrazione del libro; questo fatto fece sì che i migliori artisti dell’epoca non alimentassero più con i loro disegni il lavoro degli xilografi, come avevano fatto grandi artisti nei primi secoli della stampa, né chiedessero agli xilografi di divulgare le loro creazioni originali, sempre più tradotte per la stampa dall’incisione in rame.

Analogamente a quanto avvenne nel resto d’Europa, nella produzione editoriale settecentesca del Piemonte, la preferenza per l’incisione in rame fece sì che i nostri più eleganti e raffinati prodotti librari fossero illustrati con rami, solo la dispendiosità di questa tecnica costrinse sovente autori ed editori ad accontentarsi dell’incisione in legno.

La necessità di avere una più matura e complessiva considerazione di tutte le componenti che hanno contribuito a caratterizzare l’editoria di questo secolo, ci ha spinti a interessarci di questo aspetto del libro piemontese del Settecento, stimolati dagli studi di Walter Canavesio2 e dalle ricerche in atto sulla xilografia dei secoli d’oro della stampa condotte da Francesco Malaguzzi.

 

Sull’ornamentazione xilografica del libro settecentesco in Piemonte non esiste bibliografia e sui suoi artefici si possono solo trovare succinte notizie su Angelo Costantino e un cenno ad Ignazio Lucchesini nel Dizionario3 del Vernazza.

Le Schede Vesme citano pure i Grem, nominati da Pietro Zani nella sua Enciclopedia metodica, ma concludono dicendo : «Credo vi sia un errore di nome od altro grosso equivoco. Il Vernazza nel Dizionario dei tipografi tace di questi Grem».4

L’esame diretto di parte della produzione libraria del Settecento in Piemonte mi ha permesso di individuare un certo numero di xilografi, alcuni affatto ignoti, e di stilare un primo elenco di loro xilografie. Sottolineo che per l’area piemontese la xilografia firmata è un’eccezione, poiché la maggior parte delle incisioni in legno sono anonime.

Nell’elenco di queste rare xilografie firmate si è attribuito loro l’anno del volume in cui sono state impiegate, si tenga però presente che alcune ebbero vita e reimpiego per decenni. Si è data anche una succinta descrizione delle vignette, non parendomi sufficiente dire: testata, finalino, come fa Marius Audin nel saggio citato sugli intagliatori in legno francesi.

L’ordine in cui sono presentati gli xilografi è approssimativamente cronologico ed è desunto dal materiale esaminato.

 

 

AUDA (Auda sculp.) (FIG. 1)

Non è citato né dal Vernazza, né dal Vesme quale xilografo; sono però citati dal Vesme Francesco e Giovan Battista Auda, pittori, il primo operante a Nizza, il secondo morto a Torino nel 1695. Francesco Auda era ancora vivente nel 1724 ed è ricordato quale pittore di armi; le xilografie reperite con le armi sabaude e firmate Auda potrebbero essere sue o di un componente la sua famiglia; risultano impiegate per lo più quali testate per editti e manifesti, a volte sono di dimensioni notevoli e di buona fattura.

-1714 Grande arma sabauda coronata con leoni (Auda sculp.) su: Editto di Vittorio Amedeo II Re di Sicilia dell’8 giugno 1714, Torino, G. B. Valetta; e su: Editto del Magistrato…dell’Università di Torino del 9 novembre 1720, Torino, G. B. Valetta.

-1728 Grande arma sabauda coronata con leoni come la precedente ma con stemma di Vittorio Amedeo II Re di Sardegna (Auda scul.) su: Manifesto della Regia Camera de’ Conti del 16 gennaio 1728, Torino, G. B. Chais.

-1729 Arma sabauda (Auda scul.) in : Leggi e Costituzioni di S. M., Torino, Chais, 1729; e in : Teocrito volgarizzato da Domenico Regolotti, Torino, Nell’Accademia Reale Appreso Giambattista Chais, 1729.

-1731 Arma sabauda in : Manifesto senatorio in data de’ 19 maggio 1731, Torino, G. B. Chais.

-1733 Grande arma sabauda (Auda sculp) in: Editto di S. M. per il Regolamento del valore delle Monete d’oro & d’argento In data delli 25 giugno 1733, Torino, G. B. Valetta.

G. P. F. (G. P. F.)

-1722 / 1754 Antiporta con toro, due putti, Bacco e stelle nei Palmaverde per gli anni 1722-54, Torino, Fontana.

GREM (Grem – Grem f. – Grem sc. - G.F.) (FIG. 2 e 3)

Citato nelle Schede Vesme: «GREM - Lo Zani (Enc. Met. X, 179) nomina un Grem, incisore in legno, piemontese, il quale operava nel 1739, ed altri Grem, pure piemontesi ed incisori in legno. Credo vi sia un errore di nome od altro grosso equivoco. Il Vernazza nel suo Dizionario dei tipografi tace di questi Grem».5

L’abate Pietro Zani, citando i Grem nella sua Enciclopedia metodica (T. X, Parma, 1822), non errava, infatti ho individuato molte xilografie firmate, alcune di eccellente qualità, per un lungo arco di tempo. E’ perciò più che plausibile siano dovute ad un nucleo familiare in quanto alcune sono impiegate già nelle prima metà del Settecento ed alcune risalgono sicuramente a molti decenni dopo, come quelle con le armi del cardinale Francesco Lucerna-Rorengo di Rorà. Dall’elenco che segue si evidenzia altresì la varietà dei tipografi torinesi che usarono vignette firmate dai Grem.

Gli esempi di xilografie firmate Grem della figura 3, la prima con S. Eligio e altri santi protettori dell’Università degli orefici di Torino, e la seconda, una deliziosa testatina con putti musicanti e dediti alle varie arti denota un buon artista, meritevole di essere riscoperto e apprezzato.

Xilografie firmate:

-1735 Grande arma sabauda coronata con leoni e cannoni (Grem sc) in: Editto di Carlo Emanuele III del 28 gennaio 1735, Torino, G. B. Chais.

-1745 Antiporta con allegoria del tempo (G. F.) in: SINISCALCHI, Liborio – Il giorno santificato, ovvero pratiche spirituali per santificare le Azioni del Giorno, 4° Ed., Torino, F.A. Campana, 1745.

-1757 Vignetta architettonica con al centro strumenti musicali e spartiti (Grem) in: Poesie del Signor Abate Metastasio, Torino, Stamperia Reale, 1757

-1764 Testatina con amorini tra i quali uno suona il violoncello (Grem)su: Considerazioni che si fanno da un architetto d’acque sovra li Taglj, e Rettifili de’ Fiumi, e Torrenti, per le nuove Inalveazioni, Torino, Stamperia Mairesse, 1764.

-1764 Due testate in cornice rocaille (Grem), con il Papa che condanna gli eretici, e la Chiesa di Roma trionfante in: COLLET Pietro, Institutiones theologicae, Torino, Giacomo Giuseppe Avondo, 1764.

-1767 Grande testata con S. Eligio e gli altri Santi protettori dell’Università degli orefici su foglio volante (Grem f.) in: Indulgenza plenaria concessa da Clemente XIII a tutti coloro che visiteranno la Chiesa del Corpus Domini nel primo giorno di Dicembre, in cui si celebra dall’Università degli Orefici la festa di S. Eligio, Torino, Giacomo Giuseppe Avondo Stampatore Capitolare, e dell’Illust. Città, 1767.

-1768-69-70 Arma dei Lucerna-Rorengo di Rorà con cappello e fiocchi cardinalizi, Croce mauriziana e leoni (Grem) in: Lettere pastorali di Mons. Francesco Lucerna-Rorengo di Rorà del 29 ottobre 1768, 1 aprile 1769, 6 aprile 1769, 15 febbraio 1770, Torino, Giacomo Giuseppe Avondo, Impressore Arcivescovile.

-1774-75 Stessa arma dei Lucerna-Rorengo di Rorà in: Lettere pastorali del 22 agosto 1774, 8 settembre 1775, Torino, Presso gli Eredi Avondo.

s. d. – Sedici incisioni a piena pagina di cui solo la prima firmata (Grem f.) che illustrano i temi degli esercizi spirituali proposti dai Gesuiti, primeggiano i diavoli e le pene infernali per i peccatori, in: ROSIGNOLI Carlo Gregorio, Verità eterne esposte in lezioni ordinate principalmente per li giorni degli Esercizi spirituali, Torino, Dalla Stamperia Avondo, s. d. (con reimprimatur)

IGNAZIO LUCCHESINI (Igna. Lucchesini scul.) (FIG. 4)

Sue notizie sono reperibili nel Dizionario dei tipografi del Vernazza alla voce: Stamperia Reale. A pag. 350 si dice: "Si accettò poscia a servizio della società, e in qualità di intagliatore in pero e busso il Sig.r Ignazio Luchesini di Bologna."; a p. 355 è detto a proposito dell’opera Marmora taurinensia, 1743-47: "con incisioni in rame ed in legno del Luchesini".

Sicuramente il Lucchesini non è l’autore di quelle in rame perché sono firmate da altri.

Probabilmente si devono a lui le moltissime xilografie anonime, le belle lettere iniziali ornate e figurate che si trovano nelle edizioni dei primi decenni di attività della Stamperia Reale.( FIG. 5 e 6 )

Nel raro volume in cui ho individuato una sua xilografia a piena pagina firmata vi sono altre vignette xilografiche anonime che per affinità stilistica potrebbero essergli assegnate.

 

-1743 Crocefissione a piena pagina (Igna. Lucchesini scul.) in : Missae in agenda defunctorum, Torino, Stamperia Reale, 1743.

BODONI (Bod. Sc. 1757) FIG. 7

I biografi di G. B. Bodoni (1740-1813) non mancano di ricordare la precoce attività di intagliatore del giovanissimo Giambattista. Piero Barbera dice che "fin dal suo quindicesimo anno s’esercitò nella incisione in legno, producendo lettere e fregi". Piero Trevisani racconta che durante il viaggio per Roma dovette vendere quasi tutti i suoi piccoli lavori d’intaglio a causa degli scarsi mezzi di cui disponeva. La xilografia dello stemma della Città di Saluzzo che ho reperita, firmata Bod. Sc. con la data 1757, deve essere assegnata a un Bodoni, non è da escludere si possa trattare del grande saluzzese. Infatti nel 1757 si trovava ancora a Saluzzo presso la tipografia paterna e solo il 15 febbraio 1758 il diciottenne Bodoni partì per Roma. È cosa insolita trovare la data su una xilografia.

 

-1757 Stemma coronato della Città di Saluzzo tra due fronde (Bod. Sc. 1757) su documenti della Città di Saluzzo, usati per decenni, tra cui: Tassa formata dall’Illustrissima Città di Saluzzo Contessa di S. Croce, unitamente agl’Illustrissimi Signori Provveditori della medesima, da osservarsi nell’istessa Città dalli Panattieri, e Fidelaj, quali dovranno tenerla affissa alla Porta delle loro rispettive Botteghe a vista del Pubblico, Saluzzo, s. i. t., s.d.

VERANUS M. (M. Veranus) (FIG. 8)

 

Questo incisore in legno non è citato in alcun repertorio. La vignetta reperita potrebbe risalire a parecchi anni prima del 1761, essendo questo tipo di xilografia usato per periodi lunghissimi.

 

-1761 Grossa testata rettangolare con due angeli che reggono il SS. Sacramento e la scritta: Sia lodato il Santiss. Sacramento (M. Veranus) in: Foglio volante, Indulgenza plenaria concessa da Clemente XIII a coloro che visiteranno la Chiesa del Corpus Domini di Torino, Torino, Presso Giacomo Giuseppe Avondo, 21 Marzo 1761.

COSTANTINO (Constantinus inv. scul. / fec. - Costantinus fec. / inv. / scul.) (FIG. 9, 10 e 11 )

Angelo Costantino è il più conosciuto degli xilografi piemontesi , avendolo citato il Vernazza nel suo Dizionario. Anche le Schede Vesme lo citano, attribuendogli però il nome di Giovanni Battista: «Scultore in legno, era socio della Compagnia di San Luca in Torino. Morì il 17 giugno 1778. V’ha un ritratto di Vittorio Amedeo III inciso da Costantino. Esiste pure una xilografia firmata "Constantinus Invenit et Sculp." la quale rappresenta la "Immagine del glorioso Martire San Valentino, il di cui corpo si venera nella chiesa parrocchiale de SS.mi Vito, Modesto, e Crescenzio, sita sui monti e fini della R.le Città di Torino….". E’ probabile ch’essa sia fattura del nostro artista».6

Ho rintracciato l’incisione col ritratto di Vittorio Amedeo III e non mi sembra una xilografia ma un rame a bulino ed acquaforte ( FIG. 10 ) e potrebbe, ma lo ritengo improbabile, essere attribuita al Costantino, scultore in legno, morto nel 1778. Il Costantino che però firma un numero considerevole di xilografie rintracciabili nel libri piemontesi settecenteschi è Angelo Costantino e firma col solo cognome: Constantinus o Costantinus. Tuttavia un Giovanni Battista Costantino xilografo è esistito, io stesso ho visto alcune xilografie su fogli volanti dei primi decenni dell’Ottocento stampati ad Asti e firmate I. B. Costantinus.

Su Angelo Costantino non esistono dubbi, Giuseppe VERNAZZA nel Dizionario dei tipografi e dei principali correttori ed intagliatori che operarono negli Stati di Terraferma e più specialmente in Piemonte sino all’anno 1821, alla voce: COSTANTINO Angelo, afferma: «COSTANTINO Angelo, di Borgosesia. Intagliatore in legno. Suoi lavori nel 1778 adornarono il mio libro sopra il sigillo di Iacopo ed Arrigo della Rocchetta de’ marchesi d’Incisa, viventi nel 1257».

Anche Casimiro Debiaggi, rifacendosi al Vernazza, correttamente scrive Angelo Costantino.7

Maggiori notizie ho reperirito in una lettera di Giuseppe Vernazza, datata Alba 14 di ottobre 1783, al Conte Gaschi : «…con la debita fiducia trasmetto a VS una di esse pergamene, da cui pende il sigillo di Alerino Rembaudo vescovo di Alba. Se qui avessimo sufficienti disegnatori, ne avrei fatto esprimere in carta la immagine.

Ma il difetto degli artisti mi fa ricorrere a SV. Accicchè si contenti di mandar a chiamare il Signor Costantino, e gli ordini d’intagliare più presto che potrà il disegno d’esso sigillo, raccomandandogli e una fedelissima custodia, ed una somma diligenza. In quanto al prezzo del lavoro, ne lascio a VS l’arbitrio, essendo io certissimo che VS lo concorderà con discreta moderazione. Io l’ho pagato altre volte con diversi prezzi, ma non ho mai oltrepassato le sei lire…

Lo studio del Signor Costantino è nella casa Solaro alla barra di ferro entrandosi per la porta medesima d’essa barra, e salendo al non plus ultra. VS vedrà nella inferior piegatura ….».8

Come si nota è qui indicata chiaramente l’ubicazione della casa-laboratorio di Angelo Costantino.

Una seconda lettera del Vernazza indirizzata al Conte Gaschi ci fornisce un interessante e gustoso quadretto delle contrattazioni dell’epoca, dove spicca la competenza del Vernazza sulle tecniche di incisione e, cosa ancor più sorprendente, il fatto che l’incisore in legno Costantino valuta al meglio il suo lavoro e non si accontenta di una remunerazione qualsiasi.

Tutto questo sfata un po’ l’idea che ci si potrebbe fare degli incisori in legno, poveri tapini a confronto degli incisori in rame dell’epoca. Ecco il passo saliente della lettera del 24 di ottobre 1783: «….In quanto al sigillo io non ho voglia di spendere una portughesa per farlo intagliare. E’ vero che una volta consentii a tale spesa, ma si trattava di un sigillo che aveva quattordici arme, tutte difficili, tredici piccole in cerchio ed una alquanto grandetta nel mezzo. Concedo che il sigillo del vescovo Rembaldo non è senza difficoltà. Ma io sapendo che l’intaglio d’incavo è assai più facile che di rilievo, non parmi dovere per questo lavoro ecceder di molto i prezzi già pagati altre volte. Quindi mi estenderò fino a nove lire. Ma la distanza della mia offerta dalla proposizione del Signor Costantino è tale che penso che non occorrerà più parlare né del sigillo del Rembaldo, né di un altro da me trovato del vescovo Novelli».9

Dopo queste testimonianze coeve penso non possano più sorgere equivoci, come è capitato nel volume Dal trono all’albero della libertà, Roma, 1991, in cui Lucetta Levi Momigliano attribuisce correttamente ad Angelo Costantino i sigilli xilografici presenti nelle Osservazioni di Giuseppe Vernazza sopra un sigillo de’ bassi tempi da lui posseduto, Torino, Stamperia Reale, 1778 : «Le raffinate incisioni su legno di Angelo Costantino illustravano, oltre a quello della famiglia Incisa, altri sigilli dal Vernazza rinvenuti e studiati presso collezionisti privati (i Conti di Piossasco) o nel Museo di Antichità di Torino (sigillo di Guglielmo del Pozzo)…»10 mentre Anna Saju Deidda, nello stesso volume, tenendo presente le sole Schede Vesme, scrive «..un altro fregio allegorico si trova nel frontespizio del volume stampato nel 1775 e destinato all’Indice delle materie trattate nei due precedenti. Raffigura un’aquila posata su un grande trofeo di armi, bandiere, simboli di forza, accostati alla bilancia, simbolo della giustizia. Il fregio è firmato Costantinus inv. scu. Firma che conosciamo anche per un fregio rocaille in cui si includeva la scritta in lettere capitali che indicavano il genere di composizione, specialmente nei fogli volanti utilizzato molto spesso lungo l’arco della produzione della Reale Stamperia. E’ probabilmente quella che individua l’artista riportato dal Vesme come Giovanni Battista Costantino, scultore in legno di cui si conosce una incisione, e che lo spoglio degli Editti e Pregoni, di cui si è trattato sopra, mostra attivo anche per la Stamperia Reale di Torino..».11 Le due autrici, in effetti, parlano della stessa persona ma gli attribuiscono nomi diversi basandosi su fonti discordanti.

Le xilografie di Angelo Costantino ebbero una buona diffusione anche al di fuori del Piemonte, ne sono una prova quelle che si possono trovare su pubblicazioni sarde e quelle che ho inoltre rintracciate usate in Savoia da M. F. Gorrin , Imprimeur du Roi, a Chambery.

Vignette firmate:

-1765 Testatina con trofei di armi, bandiere, tamburi, cannoni, corazza romana (Costantinus fe.) in: SEITA G. A., Ad honestam Juris utriusque missionem in Regia Scientiarum Academia, Torino, F. A. Mairesse,1765.

-1771 / 1792 Antiporta con toro e due putti, Bacco, stelle (Constantinus Fec.) ristampata per 22 anni consecutivi nel Palmaverde, Torino, Stamperia Fontana.

-1773 Vignetta con ripiano sul quale si vedono le tavole del Decalogo, libri, rotoli, croce e bastone vescovile, alloro e palme (Costanti) ; in: BONAGLIA G. B., Vita del B. Paolo Buriali d’Arezzo, Torino, Stamperia Reale, 1773, et s. d. – SIMON Domenico, Trattenimento sulla storia sacra dalla creazione del Mondo alla nascita di Gesù Cristo, Nella Reale Stamperia di Cagliari.

-1775 Ritratto di Vittorio Amedeo III (Constantinus Del. et Scul.) in: Genealogia e gesta de’ Reali Sovrani di Savoja, In Torino, A spese di G. Rameletti (Stamp. Mairesse), 1775. (a mio avviso si tratta di incisione in rame e non di xilografia come sembrerebbe suggerire il Vesme)

-1775 Aquila su trofeo di bandiere e armi (Costantinus inv. scu.) in: Indice delle materie…, Nella Reale Stamperia di Cagliari, 1775.(ripr. Fig. 24 in: SAJU DEIDDA, 1991)

-1776 1) Vignetta con tre putti con libri e corona di alloro (Constantinus F) 2) Testatina con Mercurio, Minerva e civetta, Cupido di spalle (Constantinus Fec.) 3) Testatina con Apollo, lira, cigno, testuggine e cervo in un paesaggio (Constantinus) 4) Grande cornice roccocò, occhio, panoplia, mappamondo e due figure femm. (Constantinus Sc) in : BIANCO G. B., Tesi di aggregazione al Collegio dei Giureconsulti di Torino, Torino, I. Soffietti, 1776.

-1776 Emblema inquartato con insegna dei cappuccini e simboli della passione, il tutto sovrastato da corona di spine (Constantin Fec.) e vignetta come indicata in BONAGLIA 1773, in: PELLOLIO Pierpaolo, Prediche, panegirici e altri sermoni sacri, Torino, Stamperia Reale, 1776.

-1777 1)Vignetta con Spirito Santo su mensola con libri, tavole della legge (Constantinus fecit); 2) Vignetta con due angeli, uno scrive in un libro (Constantinus fec); 3) Vignetta indicata al 1773, BONAGLIA, in: MARCHINI Giovanni Francesco, Tractatus De Divinitate, et Canonicitate Sacrorum Bibliorum, Torino, Stamperia Reale, 1777; la vignetta con due angeli, uno dei quali scrive in un libro anche in: DELLA CHIESA Ludovico, Dell’istoria di Piemonte, Torino, Per Onorato Derossi.

-1777 Arma sabauda coronata, bandiere, cannoni, leoni, ai lati in basso stemmi con toro, il tutto occupante mezza pagina ( Costantinus scu: ) Manifesto in data 13 marzo 1777 di D. Adalberto Pallavicini, Vicario di Torino, sulla Tassa dei pesi e misure, Torino, Eredi Avondo,1777.

-1778 A piena pagina, genitori con quattro figli (Constantinus fe.); in: Doveri annessi allo stato coniugale, Torino, C.M. Toscanelli (Vercelli, Panialis), 1778.

-1781 Piccola arma sabauda (Costantinus fec.) in: Lettres patentes du Roi du 3 avril 1781, Chambery, Chez M. F. Gorrin.

-1782 Arma sabauda su mensola con cannoni e due leoni (Costantinus in.) in: Lettres patentes du Roi du 16 Juillet 1782, Chambery, Chez M. F. Gorrin, Imprimeur du Roi.

-1782 Finalino con due amorini, uno con freccia e l’altro con arco (Constantinus fe.) nel vol. 1° e altro finalino con allegoria e scritta Cedant Arma Togae (Costantinus fe.) nel vol. 2° in: Corpus Juris Civilis quo Jus universum Justinianeum comprehenditur, Torino, Stamperia Reale, 1782

-1782 Grosso fregio con ai lati putti con trombe, corona centrale, spazio per inserire lettere alfabetiche su : Foglio volante con Sonetto per la laurea di Don Giuseppe Angelo Viale, Cagliari, Stamperia Reale, 1782 (Ripr. Fig. 25, in : SAJU DEIDDA, 1991)

-1784 1) Finalino con paesaggio idilliaco, alberi, due piccoli individui, casa a destra ecc, (Costantinus fe ) 2) Finalino con paesaggio idilliaco, alberi, torre (Costantinus fec.) 3) Finalino con cornice rettangolare, rotolo, due persone sedute, cane, al centro A. K. A. (Costantinus fe ), in: Panegirici e discorsi sacri, Vercelli, Stamperia Patria, 1784.

-1785 Vignetta con due figure ed emblema dell’Accademia delle Scienze REG. TAUR. SCIE. AC (Costantinus) in PORRO Ignazio, Prediche quaresimali, Torino, Giammichele Briolo, 1785.

-1787 Vignetta fede, speranza, carità (Costantino) in: RULFO, Paolo, Dissertatio, Torino, J. M. Briolo, 1787

-1789/97 Arma sabauda su cannoni e due leoni (Costantinus fec.) in moltissimi editti stampati dalla Stamperia Reale di Torino.

-1792/1799 Antiporta con toro, due putti, cielo con sole, luna e costellazione del Toro (Costantinus fec) nel Palmaverde degli anni 1792-99, Torino, Fontana.

-1800 Antiporta con toro coronato, due putti, in alto tra le nuvole due angeli, uno con trombe, l’altro con vaso versante (Costantinus fec.) su Palmaverde, Torino, Fontana, 1800.

-senza data: Vignetta con santi e angeli in cornice Luigi XVI sulla copertina del "Registro dei capi-d’opera" A. S. T. Archivio dei minusieri (riprod. in: Antica Università dei minusieri di Torino, Torino, Archivio di Stato di Torino, 1986 ).

Vignette in nero (intaglio d’incavo), attribuibili ad Angelo Costantino

-1778 Sigillo Del Pozzo, sigillo Incisa, sigillo Piossasco, sigillo Priore in: VERNAZZA Giuseppe, Osservazioni di Giuseppe Vernazza sopra un sigillo de’ bassi tempi da lui posseduto, Torino, Stamperia Reale, 1778.

-1783 Antico sigillo della Città di Alba e sigillo di Pietrin Belli, in: VERNAZZA Giuseppe, Vita di Pietrino Belli, Torino, Stamperia Reale, 1783.

GRITNER (Gritner – Gr. ) (FIG. 12)

Non citato dal Vernazza nè dal Vesme.

Sorprende trovare nei libri stampati in Piemonte molte xilografie di questo incisore in legno che Marius AUDIN definisce "Charmant graveur, que je crois Lyonnais." e di cui fa seguire l’elenco di una quarantina di vignette a lui attribuite reperite in opere stampate in Francia dal 1778 al 1802.

Alcune vignette riprodotte in quest’opera sono state da me trovate anche nelle edizioni piemontesi dell’epoca, impiegate da molti tipografi, di Torino e di Vercelli.

I ricami lignei di questo incisore non passarono inosservati alla Scuola Bandera Piemontese della contessa Sofia di Bricherasio (1867-1950) che scelse una sua simpatica testatina per decorare la carta intestata della scuola di ricamo la cui Direzione era sita in Palazzo Bricherasio a Torino.12

In edizioni piemontesi :

-1785 1) Testatina rettangolare con caduceo e carte (Gritner) ; 2) Testatina rettangolare con tempio sul fiume (Gritner) ; 3) Finalino con penitente inginocchiato davanti al Crocefisso obliquo (Gritner) riprodotta anche dall’Audin 4) Vignetta allegorica con la giustizia con spada e bilancia, palma sullo sfondo (Gr.) in: COPPA Pierjacopo – Discorsi per l’esercizio della buona morte, Vercelli, Giuseppe Panialis, 1785.

-1785 1) Testatina rettangolare con tempio sul fiume (Gritner); 2) Testatina rettangolare con paesaggio e una torre quadrata e una circolare (Gritner); Testatine con varie fronde incrociate (Gritner) in: DELFINI Eustachio, Ragguaglio della spedizione della flotta francese all’Indie Orientali seguita negli anni 1781, 1782, 1783, sotto la condotta del generale De-Suffren, Torino, Stamperia d’Ignazio Soffietti, 1785.

-1788 Testatina rettangolare con al centro tondo con ritratto muliebre in: Degli ordini regolari Dissertazione Accademica dell’ A. C. S. R., Torino, Giammichele Briolo, 1788.

-1789 1) Vignetta allegorica con la giustizia con spada e bilancia, palma sullo sfondo (Gr.)

2)Testatina con al centro amorino trionfante sugli emblemi delle scienze e delle arti, balaustra con ai lati vasi (Gritner)

3) Vignetta con fig. allegorica con cornucopia e scritta Scientiarum magistra su scudo (Gr.) in: BIANCHI, Ignazio, Dissertazione sopra la irreparabile eterna rovina de’ bambini che muoiono chiusi nell’utero senza battesimo, Vercelli, Nelle Stampe di Giuseppe Panialis, 1789.

-1789 Cinque testatine rettangolari (Gritner): Disegnatore e piramide; Il Tempo con putto che scrive in un libro; tondo con ritratto muliebre in rettangolo; serto di alloro, fronde di quercia e palme; caduceo, mappamondo, libri ecc.; in: Storia del Principe Eugenio di Savoja, Torino, presso la Società de’ Librai, (Stamperia Soffietti), 1789.

-1789 Testatina con alloro, fronde di quercia e palme in rettangolo (Gritner) in: Dottrina cristiana del Cardinale Bellarmino con una breve esposizione De’ Caratteri della vera religione del Cardinale Gerdil, Torino, Presso Ignazio Soffietti Stampatore Abbaziale, 1789 e in Storia del Principe Eugenio di Savoja, T. V, Torino, presso la Società de’ Librai, (Stamperia Soffietti), 1789.

-1791 Vignetta con tempio circolare tra nuvole (Gritner) in: Ristretto della vita di S. Giovanni Apostolo, ed evangelista, Torino, Presso Saverio Fontana; stessa vignetta in: LEONE Evasio, Elogio sacro di S. Vincenzo de’ Paoli, Torino, Dalla Stamperia Soffietti, 1795.

-1791 Testatina rettangolare con paesaggio e barca (Gritner) in: Saggio di alcuni esperimenti e di varie riflessioni che sopra i vantaggi che si possono trarre dai naturali ventilatori, Vercelli, G: Panialis, 1791.

-1792 Piccola testatina rettangolare con cerchio al centro (Gritner) in: GIULIO G. D., L’orazione domenicale, Torino, Saverio Fontana, 1792.

-1793 Testatina rettangolare con al centro tondo con piazza, festoni di rose (Gritner f.) in: FERRARIS di GENOLA, Omelie, Vercelli, Panialis, 1793.

-1797 Testatina rett. con ovale al centro con Apollo e templi (Gritner) in: MAROCHETTI Vincenzo, La pace tra amore ed imene Cantata, Vercelli, Giuseppe Panialis, 1797.

-1801 Vignetta con Apollo, figura stante con libro aperto, strumenti musicali, mura (Gritner f.) in: DELEVIS Eugenio, Antiqua Cisalpinae Reipublicae Historica monumenta, Torino, Ignazio Sioffietti, 1801.

-senza data: Testatina con penitente inginocchiato ai piedi dell’altare in interno di chiesa (Gritner) in: Compendio della vita del B. Pacifico da Sanseverino, Torino, Dalla Stamperia d’Ignazio Soffietti.

-senza data: Testatina rettangolare con paesaggio e barca (Gritner) in: PERENOTTI, Pierantonio – Storia generale, e ragionata dell’origine, dell’essenza o specifica qualità dell’infezzione venerea, Torino, Nella Stamperia Reale.

Cenni sulle xilografie anonime (FIG. 13, 14 e 15)

Ogni tipografia nel Settecento disponeva di un buon numero di lettere iniziali, testatine e finalini che impiegava non solo nel libro propriamente detto ma per editti, manifesti e soprattutto per fogli volanti legati alle numerose ricorrenze religiose. Una visita al museo Rondani della Tipografia Scolastica di Carmagnola può confermare questa affermazione. Essendo numerose le occasioni per la stampa di fogli volanti a volte si ricorreva a xilografie nelle quali si potevano inserire caratteri alfabetici per comporre parole, ad esempio Sonetto; a volte la Confraternita, l’Università, l’associazione, la comunità o il Prelato possedeva la matrice in legno o in rame e la dava al tipografo per la stampa. Queste xilografie sono tra le più belle, spesso erano di notevoli dimensioni e a volte sono ancora conservate presso la confraternita o l’ Università che le aveva in uso.

Gli stampatori avevano anch’essi una o più marche editoriali xilografiche e la Stamperia Reale in particolare faceva grande uso di armi sabaude xilografiche, quasi sempre anonime, per i suoi Editti e Manifesti, come prima della sua fondazione facevano gli stampatori autorizzati dal Governo, lo Chais e il Valetta.(FIG. 1)

L’uso delle armi per nobili, ecclesiastici e città alimentava una ricca produzione xilografica che ornava bandi campestri, omelie, lettere pastorali, anch’essa quasi sempre anonima.(FIG. 15) L’importanza, anche economica, per l’intagliatore di queste armi è sottolineata da J. B. Papillon, celebre xilografo francese, autore del Traité de la gravure sur bois, che gli riserva un apposito capitolo nel suo fondamentale trattato.

Tornando ad esaminare le xilografie anonime dei libri del Settecento si può notare, a partire dalla fondazione della Stamperia Reale (1740), un miglioramento qualitativo generalizzato; diventa sempre più raro trovare tipografi che impiegano materiale eterogeneo per stile ed epoca come invece accadeva in edizioni, anche di editori non spregevoli, dei primi decenni del secolo. E’ doveroso però ricordare che almeno una serie di lettere iniziali ornate, particolarmente belle, risalenti al secolo precedente continua ad essere usata dalla stessa Stamperia Reale.

Nella seconda metà del secolo si possono trovare xilografie (FIG. 13) in grado di rivaleggiare con le coeve francesi che restano spesso dei modelli per i nostri intagliatori.

Molto interessanti per la loro originalità sono anche alcune xilografie di gusto naïf come quelle che ornano l’opera Doveri annessi allo stato coniugale, stampata a Vercelli dal Panialis nel 1778, forse attribuibili a Costantino che firma l’antiporta della stessa opera. Incantevole nella sua essenziale semplicità il frontespizio per un libro di lettura giovanile Meraviglie della natura, edito dal Ricca (1770 circa) (FIG. 13).

Imponente per il numero, diverse centinaia, e eccellenti per la qualità, sono inoltre le xilografie di monete, sigilli e armi gentilizie che vennero reincise per la nuova edizione della Histoire généalogique de la Royale Maison de Savoie di Samuel Guichenon e per alcune opere di Monsignor Della Chiesa, ristampate da Giammichele Briolo.

A fine secolo, con i repentini cambiamenti istituzionali, si assiste ad un radicale rinnovamento degli apparati xilografici per editti, manifesti ed opere legate all’attualità, cambia anche lo stile delle vignette che sono per lo più anonime e a volte risentono della fretta con cui sono state intagliate.

La scelta di xilografie senza nome di intagliatore che si presenta (FIG. 13, 14 e 15) serve solamente a dare un’idea di ciò che, sfogliando un qualsiasi volume di prediche, poesiole o trattato del settecento, si può piacevolmente incontrare. Più approfonditi studi condotti per aree ristrette o per stampatore13 potranno ancor meglio documentare questo aspetto non trascurabile della storia del libro.

NOTE

1 M. AUDIN, Essai sur les graveurs de bois en France au dix-huitième siècle, Paris, Les Editions G. Crès et Cie, 1925, p. 3 n.n.

2 W. CANAVESIO, Appunti sulle iniziali xilografiche dei Bevilacqua, in «Bibliofilia subalpina», Quaderno 1998.

3 G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi e dei principali correttori ed intagliatori che operarono negli Stati di Terraferma e più specialmente in Piemonte sino all’anno 1821, Torino, Stamperia Reale 1859 (Rist. anastatica: Torino, Bottega d’Erasmo, 1964.)

4 A. BAUDI DI VESME, Schede Vesme, L’arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, t. 2, p. 547

5 Ibidem, t. 2, p. 547.

6 Ibidem, t. 1, p. 371.

7 C. DEBIAGGI, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Varallo, Soc. conserv.opere arte monumenti Valsesia, Varallo, 1968, p. 37.

8 L. MACCARIO, Giuseppe Vernazza Lettere al Conte Gaschi, Alba, Famija Albeisa, 1984, p.70-71.

9 Ibibem, p.72.

10 L. LEVI MOMIGLIANO, Per una biografia intellettuale di Giuseppe Vernazza di Freney: dalla cultura arcadica alle ricerche sulle memorie patrie p. 720, in Dal trono all’albero della libertà, t. 2, Roma, 1991.

11 A. SAJU DEIDDA, Aspetti figurativi e decorativi nella produzione della Reale Stamperia di Cagliari ( 1770-1799 ) p. 680, in Dal trono all’albero della libertà, t. 2, Roma, 1991.

12 DAL BIANCO-CAMPANINO-CINQUETTI-RONCHETTA, Palazzo Bricherasio, Milano, Edizioni Lybra Immagine, 1995, p. 53.

13 Per l’area vercellese si vedano le illustrazioni del volume di Rosaldo ORDANO: Le tipografie di Vercelli, Vercelli, Pierluigi Chiais, 1983; sulle xilografie usate degli stampatori pinerolesi del Settecento una scelta è riprodotta in: A. BIMA, Libri e tipografi a Pinerolo nel Settecento, in: Atti del Convegno Arte e archeologia nel Pinerolese e nelle Valli Valdesi, 15-16 ottobre 1999, in corso di stampa presso la SPABA di Torino.

DIDASCALIE DELLE ILLUSTRAZIONI

FIG. 1. Armi sabaude firmate Auda sculp. (1714, 1729, 1731 e 1733).

FIG. 2. Xilografie di epoca (1735, 1764) e stile diversi firmate Grem.

FIG. 3. Due belle xilografie (1767, 1764) opera di (o dei) Grem.

FIG. 4. Crocefissione a piena pagina ( 26 X 18 cm ) di Ignazio Lucchesini

FIG. 5. Testatine, lettere e finalini impiegati dalla Stamperia Reale

FIG. 6. Xilografie in uso nella Stamperia Reale nei primi decenni di attività.

FIG. 7. Stemma di Saluzzo firmato Bod. Sc. 1757 e xilografie anonime in uso nella Tip. Bodoni di Saluzzo

FIG. 8. Vignetta sindonica anonima (Tip. Fontana, 1711) e xilografia firmata: M. Veranus (Tip. Avondo, 1761)

FIG. 9. Vignetta a piena pagina e sigilli in nero di Angelo Costantino.

FIG. 10. Ritratto in rame e vignette xilografiche di Angelo Costantino.

FIG. 11. Vignette di vario stile di Angelo Costantino.

FIG. 12. Testatine e vignette di Gritner.

FIG. 13. Frontespizio e vignette anonime di gusto naturalistico.

FIG. 14. Vignette anonime di soggetto vario.

FIG. 15. Marche tipografiche, armi gentilizie ed emblemi di accademie

XILOGRAFI DEL ‘700, intagli trovati dopo la pubblicazione articolo su BIBLIOFILIA SUB. 2001

BODONI

In Conoscere Bodoni a cura di Maletto: Xil di Bodoni in Rituale copto-arabo, Roma, Propaganda Fide, 1763, riprodotto a pag. 12

COSTANTINO

Sant’Anna e sacra famiglia (Costantinus sc) Testata di Tavola degli ufficiali della Compagnia di Sant’Anna, Torino, Stamperia di Giuseppe Ghiringhello 1801: conservato nell’ASCT, Editti e manifesti E 2 369

GREM

-Xilografia riproducente una stamperia firmata Grem, riproduzione su retro copertina catalogo della ditta Bona per l’ Esposizione internazionale del Libro e d’Arte Grafica di Lipsia Maggio-Ottobre 1914: in Lo stabilimento grafico Ditta Eredi Botta di Torino nei suoi cento anni di vita MDCCCXIV-MCMXIV, Torino, 1914.

-Xilografia a piena pagina riproducente San Maurizio in ginocchio davanti alla Vergine tra angeli in cielo, in basso a destra anime purganti, firmata Grem, su foglio volante di epoca più tarda con scritta Venerenda Compagnia del Suffragio

-1745 Xilografia firmata Grem F. su Manifesto di Giuseppe Maria Garombi, vicario capitolare della sede abbaziale di Santa Maria di Pinerolo, raffigurante la madonna assunta, Torino, Pietro Giuseppe Zappata e Figlio, 1745. Riprodotta in : 1748 Tra storia, culto e bellezza Immagini & studi del Museo .Diocesi di Pinerolo, Pinerolo, Ti. Giuseppini, 1998.

AUDA

Arma sabauda di Vittorio Amedeo II come Duca di Savoia – Manifesto con supplica del Procuratore Fiscale patrimoniale Lavesino relativo ad una scomunica inflitta dal vescovo di Novara contro due canonici della Val Sesia, Torino, G.B. Valetta, 6 dicembre 1710

Xilografi non citati:

CHIARA (Chiara sculp.)

- Arma sabauda coronata e affiancata da due leoni, in: Capitoli della ferrazza o sieno Bandi campestri della Città d’Alessandria, e suoi Corpi Santi, Alesandria, Per Antonio Vimercati, 1740 (ripr. cat. G.Bosio, Gli antichi Stati; Ed. Montis Regalis, s.d.)