Speciale "Le Due Torri"

Dal 16 Gennaio nei cinema

 

viene qui riportato l'articolo apparso su Ciak n.9 del settembre 2002

 

L'Anello colpisce ancora

In esclusiva dagli Antipodi le prime immagini di Le Due Torri, secondo attesissimo episodio della trilogia fantastica de Il Signore degli Anelli

 

Ombre nella Nebbia. Soldati di Rohan si muovono esitanti, cercando di riconoscere i vivi e i morti, sepolti sotto le carcasse dei cavalli. Sul fiume Kaitoke c'è appena stata l'apocalisse. E' una delle tante scene spettrali de Le Due Torri, secondo episodio de Il Signore degli Anelli. Un silenzio irreale, turbato solo dal rumore dell'acqua. E' fine giugno, cioè inverno in Nuova Zelanda, e infatti piove, a scrosci furenti. Ma non è la stessa pioggia che vedranno gli spettatori: al cinema, dove la finzione vince sempre sulla realtà, le gocce le sparpaglia un trabiccolo alto cinque metri, che spruzza i cadaveri dei cavalli e dei cavalieri in maniera regolare e uniforme.     Senza ombrello il regista Peter Jackson, dirige l'operazione col suo consueto stile: in pantaloni corti perché - sole, pioggia o neve - quella è la divisa che non abbandona mai: "Non di regista, ma di uomo", filosofeggia.

Che Giorno è?

Nessuno sa più che giorno di lavorazione sia. Li hanno contati fino al dicembre 2000 quando una festa solenne salutò la fine delle riprese di quella follia: tre film girati contemporaneamente per la prima volta nella storia. Erano 274 giorni. Poi l'anno scorso, Jackson aveva richiamato sul set tecnici e attori per otto settimane supplementari. Idem quest'anno. "E lo farò anche l'anno prossimo con Il RItorno del Re", dice. Per lui è una promessa, non una minaccia. "Sono aggiunte", spiega pulendosi con la maglietta gli occhiali bagnati, "non rifacimenti. Servono a sviluppare meglio il rapporto fra i personaggi". La perfezione non esiste: dipende dal tempo e dai soldi".     In tutto sta girando 30 minuti in più, distribuiti in cinquanta, diverse scene. A volte è solo un'espressione del volto, o una frase.     Detto così sembra facile, ma non lo è. Qualunque aggiunta deve tenere conto di quello che è già stato montato. Un sofisticatissimo computer aiuta a ricreare, 18 mesi dopo, l'esatto movimento della macchina sa presa. E' come un puzzle, ma tutta la trilogia lo è.

Storie della Terra di Mezzo

"Welcome to Middle Earth", dice la scritta all'aeroporto di Wellington. E il chiosco del turismo regala la mappa delle location della Nuova Zelanda di hobbit ed elfi. La Terra di Mezzo è "qua e ora": a quattordicimila miglia dall'Inghilterra e settemila anni dopo. Il Paese, 4 milioni di abitanti, 10 volte più pecore che persone, appena 315 cinema, ha fatto de Il Signore degli Anelli la sua bandiera. Il libro è da due anni in classifica, il film è ancora in programmazione, e ha incassato 15 milioni di dollari, due più di Titanic. Il governo gli ha dedicato francobolli e ha eletto perfino un "ministro degli anelli". Si chiama Pete Hogson, e fa da mediatore fra il turismo, l'industria, lo sviluppo e lo spettacolo. DIce enfatico: "L'obiettivo è far conoscere al mondo la creatività, la disponibilità e l'abilità del nostro popolo, giovane, vibrante e innovativo". Il motto, vagamente tolkienano, potrebbe essere quello inciso sul macigno dell'ingresso del parco Te Marua, dove Jackson ha ricostruito Gran Burrone: "Grandi cose si realizzano quando gli uomini e le montagne si incontrano".

Intorno al Film

"Le Due Torri è il momento più delicato della trilogia, perché non è né l'inizio né la fine" dice Jackson. "Ma sarà anche il più sorprendente per i fan: ho sviluppato quello che Tolkien spesso lasciava come sottinteso, ho sottolineato, interpretato, spiegato". La durata finale dovrebbe essere di 3 ore e 14 minuti. La scena dell'epica dattaglia del Fosso di Helm da sola ne dura cinquanta (e il girato, in tre mesi, era di 20 ore).     Non ci saranno preamboli, né riassunti della "puntata precedente", minimi anche i flashback. "Per cui", Jackson avverte, "andatevi a rivedere il primo film". Invito superfluo, visto che in tutto il mondo video e dvd de La Compagnia dell'Anello sono in testa alle classifiche.     Un giorno spera di distribuire anche nelle sale un unico film lungo dieci ore, ma nel frattempo insiste che ogni film va preso a sé.

Gandalf è Vivo

Torna Gandalf che sembrava morto dopo lo scontro con Balrog. "E' letteralmente rinato. Ringiovanito, non più distratto, ma molto concentrato: è un comandante, un samurai. Sa che lo hanno rimandato indietro per finire la sua missione" spiega Ian McKellen tutto spettinato. Dice di essere appena sceso dal suo cavallo, l'indomabile Ombromanto, montato a pelo. Poi svela l'effetto poco speciale: "Ero su un barile ricoperto da una pelle di mucca...". Ma nemmeno lui, che si considera un chiacchierone e ha uno dei website più popolari tra i fan (due milioni di contatti giornalieri), è disposto a rivelare il finale del film: è certo soltanto che l'incontro di Sam e Frodo col gigantesco ragno Shelob, a differenza che nel romanzo, è rimandato al terzo episodio.

Ritorno sul set

Uomini, elfi, nani e orchi sono di nuovo sul set. Meno Orlando Bloom (Legolas) che è in Australia per girare Ned Kelly, ma ha dovuto aspettare il permesso di Jackson prima di farsi crescere la barba. Serviva solo per alcune scene di contorno e se l'è cavata la sua controfigura.     Ma gli altri ci sono tutti, come il contratto prevedeva, e a mensa quelli che sullo schermo sono feroci nemici, dividono serenamente pane, uova e bacon. Meno gli orchetti, che per via delle maschere non possono mangiare, ma solo bere con una cannuccia.

I nuovi Protagonisti

Si è aggiunto alla banda un altro sceneggiatore, Stephen Sinclair, vecchio amico di Jackson: aveva già firmato due dei suoi deliranti film giovanili, Meet the Feebles (1989) e Splatters, gli strizzacervelli (1992). Poi ci sono i nuovi personaggi del regno di Rohan: re Theoden (Bernard Hill) col conigliere Grima Vermilunguo (Brad Dourif); e i suoi nipoti Eowyn (Miranda Otto) ed Eomer (Karl Urban). E anche Faramir (David Wenham), fratello di Boromir.     Questo vuol dire che è arrivato a bordo de Il Signore degli Anelli il capitano del Titanic, Bernard Hill. Fa il fatalista: "Venticinque anni fa il regalo di compleanno fu la saga di Tolkien; si vede che era destino". Amici di Jackson assicurano che la sua assunzione è stata scaramantica, un legame col più grande successo di tutti i tempi. Sarà un caso ma attraverso gli attori Jackson si è collegato anche con gli altri due blockbuster: Star Wars (Christofer Lee) e Matrix (Hugo Weaving). Brad Dourif, candidato all'Oscar per il suo primo film (Qualcuno volò sul nido del cuculo) è un amante della prima ora di Tolkien, in quanto ex hippy di Woodstock. Ha anche lavorato con David Lynch in Dune, e distingue: "David è più surreale; Peter sa essere più tenero e ama capire e spiegare le cose".

Baci e Spade

La Nuova Zelanda è il primo Paese al mondo ad avere concesso il voto alle donne (nel 1893) e oggi sia il governatore che il primo ministro sono donne. Ma ne Il Signore degli Anelli rimangono un contorno. A dare una mano alla romantica Liv Tyler è arrivata l'australiana Miranda Otto (Le verità nascoste) molto contenta di non fare solo la bella statuina, ma di poter combattere: sfida addirittura Aragorn. Insieme al neozelandese Karl Urban a all'australiano David Wenham (Moulin Rouge) è andata a scuola di duello dal coreografo Bob Anderson, mentre le spade le hanno costruite su misura il designer John Howe e il maestro d'armi Peter Lyon. 500 in tutto, in tre versioni: di gomma per le comparse lontane, di alluminio per quelle vicine e d'acciaio per i protagonisti.

Non Umani

Due dei personaggi più importanti sono solo parzialmente umani. A Barbalbero, creatura dei boschi alta quattro metri, dà la sua voce impostata di attore teatrale John Rhys-Davies, cioè il nano Gimli. E' in animatronic, e con altri centinaia di Ent marcerà in battaglia. Gollum, l'ex hobbit che si chiamava Smeagol, visto brevemente nel primo episodio, è digitale, ma ricostruito sui movimenti del corpo e del volto di Andy Serkis. Ci sono voluti tre anni e una schiera di 70 tecnici. "E' il primo 'vero' personaggio digitale" dice Jackson che ha aggiunto varie scene di Gollum alla sceneggiatura originale e le ha affidate alla moglie Fran Walsh, al primo incarico di regista aggiunta.

Patto di Sangue

Cuba Street è la via più alternativa di Wellington, con negozi dell'usato, dischi e pornoshop. E ci sono ben tre tatuatori. Uno di loro sta cercando di negare di aver avuto a che fare con gli attori. Peccato che, sopra la cassa, ci sia una foto di gruppo con dedica autografa. Solo dopo la promesso che lo chiameremo Jim, Jim racconta la storia. Pioveva. Nella bottega è entrato per primo Viggo Mortensen. Poi tutti gli altri. Pazientemente in fila, l'intera Compagnia si è fatta. Un segno identico, Jim da duro lo chiama "graffio", un 9 in caratteri elfici. Elijah Wood ce l'ha sullo stomaco, Astin e Boyd sulla caviglia, Bloom sull'avambraccio. Uno solo non se l'è sentita, Rhys-Davies. Ma per non tradire il patto di sangue, ha spedito la sua controfigura, Breatt Beattie. McKellen non ha nessun problema a mostrare il suo tatuaggio, sulla spalla: "Me lo sono fatto fare al contrario, così lo posso leggere. Solo che ora sembra il marchio di Gucci".     Una sera sono arrivati Peter Jackson e i suoi produttori Barrie Ousborne e Mark Odersky: loro hanno voluto il numero dieci.

Peter Jackson for President

Ci sono tre novità sulla vita di Peter Jackson: ha ricevuto la laurea ad honorem dall'università di Wellington. Poi ha avuto la sua prima onorificenza: "Compagno distinto dell'ordine del merito della Nuova Zelanda". E infine è entrato nella classifica dei più ricchi del paese: 40 milioni di dollari, più dell'attrice Lucy Lawless, cioè Xena (15).

Hellzapoppin

Negli studi di Wellington, dove Jackson gira tutti gli interni, la topografia cambia improvvisamente: stanotte è cresciuta una foresta (Fangorn) per un paio di sequenze supplementari. La replica del Fosso di Helm è dietro l'angolo, mentre la città d'oro di Edoras è subito dopo le toilette. Suppellettili e modellini arrivano come nel film Hellzapoppin, portati a spalla dal magazzino della Terra di Mezzo, catalogati uno per uno 48mila fra attrezzi e costumi del set. Dovrebbero diventare una mostra e finire in un museo.

La Famiglia

"Un enorme home video". Ecco la più paradossale delle definizioni della trilogia di Peter Jackson. Lavorando per tanti anni con le stesse persone, come in una famiglia ci sono state nascite, morti, divorzi e matrimoni.     L'americana Claire Raskin, ufficio pubblicità, ha appena sposato il neozelandese Matt Cooper, ufficio legale. Vogliono un figlio, ma anziché i canonici nove mesi, ne devono aspettare sedici: la realizzazione del terzo film, Il Ritorno del Re.

 

 

 

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