|
ROMA. (D.Pao.) Ricordi commossi e attestati di
gratitudine per quanto Gedda seppe fare per l'Italia. Ma anche qualche
polemica tra partiti. Così la politica italiana del 2000 ha accolto
la scomparsa di chi fu protagonista oltre mezzo secolo fa. Altri
tempi e altri partiti, rispetto a quelli dl oggi. Furono quelli
"momenti decisivi per la storia del nostro Paese, all'indomani del
secondo conflitto mondiale", ha scritto il presidente del Senato
Nicola Mancino nel telegramma di cordoglio inviato alla famiglia
del defunto, ricordando l'impegno di Gedda alla guida dell'Azione
Cattolica e nell'attività di apostolato laico. E un appartenente
storico all'Azione Cattolica come Oscar Luigi Scalfaro ha definito
il professore scomparso un "limpido testimone dei valori cristiani,
studioso fedele ai grandi principi sulla cattedra universitaria,
grande animatore nel risvegliare diritti e doveri civili in momenti
determinanti per la nostra democrazia".
Anche l'Osservatore Romano dedica ampio spazio
alla morte di Gedda, con l'intera terza pagina e un richiamo in
prima, corredato da una foto dello scienziato con Papa Giovanni
Paolo II "Grande figura del laicato cattolico", si legge sul quotidiano
vaticano, "nel corso della sua vita, fortemente alimentata da una
fine spiritualità e scandita da una costante tensione all'apostolato,
Luigi Gedda è stato esempio di fedeltà alla Chiesa e al successore
di Pietro. La sua ecclesialità ha segnato intere generazioni di
laici cristiani".
Sul fronte dei partiti, invece, il leader di
Forza Italia e del Polo Silvio Berlusconi ha espresso l'intenzione
di "raccogliere il testimone di Gedda per continuare la battaglia
in difesa della libertà e dei valori della nostra tradizione cristiana".
Un ingiusto tentativo dl appropriarsi di una figura storica, ha
obiettato Raffaele Cananzi, deputato del Ppi e presidente dell'Azione
Cattolica tra l'86 e il '92. "Gedda fu cattolico per la libertà
- ha aggiunto l'esponente popolare - ma anche per una giustizia
sociale che coinvolgesse deboli e poveri, in una visione della solidarietà
che non è certamente quella di Forza Italia".
In ogni caso, secondo il segretario del Ccd Pierferdinando
Casini, ora la sinistra "dopo averlo dipinto come il più bieco sanfedista,
dovrebbe riconoscere a Gedda il grande merito di aver contribuito
in maniera determinante, insieme a De Gasperi, alla vittoria del
1948 che ha garantito al Paese mezzo secolo di libertà". Con il
suo impegno "salvò l'Italia dal comunismo", ha riconosciuto il "laico"
e radicale Marco Taradash. Nei suoi confronti - ha sottolineato
Gustavo Selva, capogruppo di An alla Camera - "tutti i democratici
hanno un debito di riconoscenza". Con Gedda - ha affermato infine
Irene Pivetti, presidente dell'Udeur - "se ne va un pezzo della
storia del cattolicesimo italiano, al quale va l'onore di aver fondato
i Comitati civici".
|
|