"CON IL FRONTE DELLE SINISTRE CI FU UNO SCONTRO DURISSIMO"
IL CARDINALE ANGELINI RIEVOCA L'ADUNATA DEI 250 MILA IN SAN PIETRO
 
articolo di Salvatore Mazza

da "Avvenire" del 28 settembre 2000

 
 

Roma. Preghiera e azione. È' in queste due coordinate che il cardinale Fiorenzo Angelini, che come assistente generale dell'Azione cattolica per lunghi anni gli fu a fianco, ricorda oggi il professor Gedda.

Che cosa ha rappresentato per l'Italia la sua figura?
"Per darne un giudizio esatto bisogna rifarsi al tempo in cui lui era presidente generale dell'Azione cattolica, dopo essere stato qualche anno prima presidente nazionale degli uomini cattolici, fino ad arrivare a quando organizzò il Comitato civico nazionale che ebbe il suo exploit nel '48, con la campagna elettorale del 18 aprile. Questo ,organismo ricevette il consenso unanime di tutte le forze cattoliche, e si pose in maniera massiccia e capillare di fronte al Fronte popolare. Era la prima contrapposizione esterna, ufficiale, tra i cristiani Impegnati e le forze del comunismo. Lo scontro fu durissimo, il risultato eccellente. Un risultato che si deve a lui, alla sua genialità e al suo impegno".

E che gli procurò attacchi di ogni sorta...
"È'evidente. Sul professor Gedda ne sono state dette tante perché si parla male di chi vale, di chi conta. Ma molto spesso si parla fuori tempo e fuori luogo. I1 professor Gedda va considerato, per così dire, come un grande atleta, che non può essere giudicato fuori campo. Va giudicato nel momento in cui ha vissuto; senza dimenticare che nasceva come uomo di scienza a Torino, chiamato a Roma da Pio XI a dirigere la gioventù di Azione cattolica. Fu l'uomo, e non parlo perché aveva come assistente generale il sottoscritto, di quella che L 'Osservatore Romano in prima pagina titolò "La più grande adunata dei secoli".

Prima dei baschi verdi e dei baschi ruggine.
"Esattamente. Prima ci fummo noi, che marciammo da piazza dell'Esedra a piazza San Pietro in maniera mai vista fino ad allora, oltre 250 mila persone, e non avevamo certo un'organizzazione come quella che c'è oggi. Non bastarono, a contenerci tutti, né piazza San Pietro né via della Conciliazione. Fu in quella manifestazione che Saragat in Parlamento disse:"Mescolato tra gli uomini di Azione cattolica io mi sono accorto che la Chiesa ha autentici lavoratori".

Come scienziato, Gedda ha compiuto studi di genetica ancora oggi fondamentali. Come laico impegnato ha lasciato una traccia forse ancora più profonda nella Chiesa. Lei che gli fu vicino per tanti anni, come ricorda l'uomo?
"Come una persona di grande genialità, capace c concretizzare la sua fervida immaginazione. E insieme un uomo di grande preghiera, di grande spiritualità che poi esplodeva appunto nella sua vulcanicità. E va detto che, per questo suo impegno nell'apostolato laicale, Gedda limitò la sua attività scientifica: egli infatti non fu solo l'uomo del Comitato civico ma bisogna ricordare che ha fondato anche la Società operaia, il Centro sportivo italiano... In tutta questa sua attività ha sempre sentito il bisogno di avere una collaborazione, e di collaboratori ne ha avuti tanti, da Turi Vasile a Diego Fabbri, a Marcello Vazio, al sottoscritto".

Si dice che non avesse un carattere facile.
"Come tutti i grandi geni aveva certo anche delle spigolosità. Sulle cose discuteva, ragionava, ma al momento della decisione era sempre pronto a prendersi le sue responsabilità. Ma, se c'erano contrasti, davvero erano sempre contrasti fraterni".