|
Roma. Preghiera e azione. È' in queste due coordinate
che il cardinale Fiorenzo Angelini, che come assistente generale
dell'Azione cattolica per lunghi anni gli fu a fianco, ricorda oggi
il professor Gedda.
Che cosa ha rappresentato
per l'Italia la sua figura?
"Per darne un giudizio esatto bisogna rifarsi al tempo in cui lui
era presidente generale dell'Azione cattolica, dopo essere stato
qualche anno prima presidente nazionale degli uomini cattolici,
fino ad arrivare a quando organizzò il Comitato civico nazionale
che ebbe il suo exploit nel '48, con la campagna elettorale del
18 aprile. Questo ,organismo ricevette il consenso unanime di tutte
le forze cattoliche, e si pose in maniera massiccia e capillare
di fronte al Fronte popolare. Era la prima contrapposizione esterna,
ufficiale, tra i cristiani Impegnati e le forze del comunismo. Lo
scontro fu durissimo, il risultato eccellente. Un risultato che
si deve a lui, alla sua genialità e al suo impegno".
E che gli procurò attacchi
di ogni sorta...
"È'evidente. Sul professor Gedda ne sono state dette tante perché
si parla male di chi vale, di chi conta. Ma molto spesso si parla
fuori tempo e fuori luogo. I1 professor Gedda va considerato, per
così dire, come un grande atleta, che non può essere giudicato fuori
campo. Va giudicato nel momento in cui ha vissuto; senza dimenticare
che nasceva come uomo di scienza a Torino, chiamato a Roma da Pio
XI a dirigere la gioventù di Azione cattolica. Fu l'uomo, e non
parlo perché aveva come assistente generale il sottoscritto, di
quella che L 'Osservatore Romano in prima pagina titolò "La più
grande adunata dei secoli".
Prima dei baschi verdi
e dei baschi ruggine.
"Esattamente. Prima ci fummo noi, che marciammo da piazza dell'Esedra
a piazza San Pietro in maniera mai vista fino ad allora, oltre 250
mila persone, e non avevamo certo un'organizzazione come quella
che c'è oggi. Non bastarono, a contenerci tutti, né piazza San Pietro
né via della Conciliazione. Fu in quella manifestazione che Saragat
in Parlamento disse:"Mescolato tra gli uomini di Azione cattolica
io mi sono accorto che la Chiesa ha autentici lavoratori".
Come scienziato, Gedda
ha compiuto studi di genetica ancora oggi fondamentali. Come laico
impegnato ha lasciato una traccia forse ancora più profonda nella
Chiesa. Lei che gli fu vicino per tanti anni, come ricorda l'uomo?
"Come una persona di grande genialità, capace c concretizzare la
sua fervida immaginazione. E insieme un uomo di grande preghiera,
di grande spiritualità che poi esplodeva appunto nella sua vulcanicità.
E va detto che, per questo suo impegno nell'apostolato laicale,
Gedda limitò la sua attività scientifica: egli infatti non fu solo
l'uomo del Comitato civico ma bisogna ricordare che ha fondato anche
la Società operaia, il Centro sportivo italiano... In tutta questa
sua attività ha sempre sentito il bisogno di avere una collaborazione,
e di collaboratori ne ha avuti tanti, da Turi Vasile a Diego Fabbri,
a Marcello Vazio, al sottoscritto".
Si dice che non avesse
un carattere facile.
"Come tutti i grandi geni aveva certo anche delle spigolosità. Sulle
cose discuteva, ragionava, ma al momento della decisione era sempre
pronto a prendersi le sue responsabilità. Ma, se c'erano contrasti,
davvero erano sempre contrasti fraterni".
|
|