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Da qualche anno Luigi Gedda viveva appartato
essendo stato costretto, dopo una resistenza eccezionale, ad ammainare
le vele sia nell Azione Cattolica sia ne! Campo scientifico,
da lui prediletto, della gemellologia, per il quale creò
il prestigiosoo Istituto Universitario.
Il momento nel quale raccolse maggiori risultati
fu certamente quello della campagna elettorale del 1948, quando
Pio XII emanò lordine di mobilitazione dei cattolici
a difesa dellattacco massiccio del comunismo sovietico. In
altre vicende analoghe poteva discutersi sulla opportunità
di impegnare i cattolici come tali: ma qui 1 avversario dei
democratici italiani era legato a filo doppio con un regime spietatamente
persecutorio, che aveva osato imprigionare vescovi, sacerdoti, suore
e laici, facendo dellateismo militante un dovere ineluttabile
dei cittadini.
Con una analogia, che spero non venga fraintesa,
dirò che come i coltivatori diretti, votando giusto, allontanavano
la confisca statale delle loro terre, così i curatori di
anime proteggevano i fedeli dallavvento di un regime più
che malefico. Se qualcuno non lo capì allora, ha avuto modo
di accertarsene quando, caduto il Muro di Berlino e dissoltosi lEst
comunista, la squallida realtà di quei regimi è emersa
a consuntivo in tutta la sua miseria. E sono malattie in non pochi
casi con incurabili strascichi. I Comitati Civici furono in questa
occasione lo strumento operativo per affiancare lopera della
Democrazia Cristiana e dei partiti democratici con noi collegati.
E altrettanto ingiusto sottovalutare sia il peso della mobilitazione
cattolica, sia attribuire ad essa un valore esclusivo, sminuendo
il peso politico e anche la ramificazione strutturale dei partiti.
Già da prima, ma in particolare in un recente libro di memorie,
Gedda ha eccessivamente personalizzato questo storico momento, dimenticando
non solo il ruolo dei politici ma anche figure di primo piano nella
guida dei Comitati: monsignor Angelini, Turi Vasile, Padre Lucio
Migliaccio (tanto per fare qualche nome).
Senza nulla togliere allapporto degli stessi
Comitati Civici (De Gasperi fece dono a Gedda e a mons. Angelini
di un significativo orologio) i politici rivendicarlono legittimamente
il loro ruolo non marginale. Di qui un raffreddamento crescente
di rapporti che produsse la brutta vicenda dellOperazione
Sturzo per le elezioni comunali di Roma nel 1952. Agitando oltre
misura il pericolo di un sindaco «rosso», fù
indotto proprio il fondatore del Partito Popolare a promuovere una
iniziativa apolitica per il Campidoglio, che, se non fosse stata
bloccata, avrebbe provocato la crisi di governo e le divaricazioni
tra i partiti. Troppe persone parlavano a nome del Papa. Quando,
saltando tutte le vie gerarchiche, potei far avere a Pio XII una
memorietta molto precisa, immediata fu la restituzione di fiducia
in De Gasperi e nelle competenze delle forze politiche.
A merito di Gedda vanno però ricordate
le grandiose concentrazioni in Roma di folle di iscritti allAzione
Cattolica, che si sono ripetute più volte fino al cambiamento
di metodi di evangelizzazione.
Non voglio certo sottoscrivere lespressione
di un giornalista inglese allindomani del risultato del referendum
sul divorzio: «La Chiesa, prima smobilita e poi attacca battaglie».
Mi piace più gioire del recente bellissimo incontro internazionale
della gioventù senza che vi si possa dare significativi extrareligiosi.
Non so se Gedda abbia potuto seguirlo alla televisione.
Se lo ha fatto, avrà sicuramente ripensato alle giornate
molto esaltanti dei baschi verdi, nelle quali si proponevano agli
italiani gli ideali della preghiera, dell azione e del sacrificio.
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