MA LA VITTORIA CONTRO LA MINACCIA SOVIETICA NON FU SOLTANTO SUA
 
articolo di Giulio Andreotti

da "Il Giorno" del 28 settembre 2000

 
 

Da qualche anno Luigi Gedda viveva appartato essendo stato costretto, dopo una resistenza eccezionale, ad ammainare le vele sia nell ‘Azione Cattolica sia ne! Campo scientifico, da lui prediletto, della gemellologia, per il quale creò il prestigiosoo Istituto Universitario.

Il momento nel quale raccolse maggiori risultati fu certamente quello della campagna elettorale del 1948, quando Pio XII emanò l’ordine di mobilitazione dei cattolici a difesa dell’attacco massiccio del comunismo sovietico. In altre vicende analoghe poteva discutersi sulla opportunità di impegnare i cattolici come tali: ma qui 1 ‘avversario dei democratici italiani era legato a filo doppio con un regime spietatamente persecutorio, che aveva osato imprigionare vescovi, sacerdoti, suore e laici, facendo dell’ateismo militante un dovere ineluttabile dei cittadini.

Con una analogia, che spero non venga fraintesa, dirò che come i coltivatori diretti, votando giusto, allontanavano la confisca statale delle loro terre, così i curatori di anime proteggevano i fedeli dall’avvento di un regime più che malefico. Se qualcuno non lo capì allora, ha avuto modo di accertarsene quando, caduto il Muro di Berlino e dissoltosi l’Est comunista, la squallida realtà di quei regimi è emersa a consuntivo in tutta la sua miseria. E sono malattie in non pochi casi con incurabili strascichi. I Comitati Civici furono in questa occasione lo strumento operativo per affiancare l’opera della Democrazia Cristiana e dei partiti democratici con noi collegati. E’ altrettanto ingiusto sottovalutare sia il peso della mobilitazione cattolica, sia attribuire ad essa un valore esclusivo, sminuendo il peso politico e anche la ramificazione strutturale dei partiti. Già da prima, ma in particolare in un recente libro di memorie, Gedda ha eccessivamente personalizzato questo storico momento, dimenticando non solo il ruolo dei politici ma anche figure di primo piano nella guida dei Comitati: monsignor Angelini, Turi Vasile, Padre Lucio Migliaccio (tanto per fare qualche nome).

Senza nulla togliere all’apporto degli stessi Comitati Civici (De Gasperi fece dono a Gedda e a mons. Angelini di un significativo orologio) i politici rivendicarlono legittimamente il loro ruolo non marginale. Di qui un raffreddamento crescente di rapporti che produsse la brutta vicenda dell’Operazione Sturzo per le elezioni comunali di Roma nel 1952. Agitando oltre misura il pericolo di un sindaco «rosso», fù indotto proprio il fondatore del Partito Popolare a promuovere una iniziativa apolitica per il Campidoglio, che, se non fosse stata bloccata, avrebbe provocato la crisi di governo e le divaricazioni tra i partiti. Troppe persone parlavano a nome del Papa. Quando, saltando tutte le vie gerarchiche, potei far avere a Pio XII una memorietta molto precisa, immediata fu la restituzione di fiducia in De Gasperi e nelle competenze delle forze politiche.

A merito di Gedda vanno però ricordate le grandiose concentrazioni in Roma di folle di iscritti all’Azione Cattolica, che si sono ripetute più volte fino al cambiamento di metodi di evangelizzazione.

Non voglio certo sottoscrivere l’espressione di un giornalista inglese all’indomani del risultato del referendum sul divorzio: «La Chiesa, prima smobilita e poi attacca battaglie». Mi piace più gioire del recente bellissimo incontro internazionale della gioventù senza che vi si possa dare significativi extrareligiosi.

Non so se Gedda abbia potuto seguirlo alla televisione. Se lo ha fatto, avrà sicuramente ripensato alle giornate molto esaltanti dei baschi verdi, nelle quali si proponevano agli italiani gli ideali della preghiera, dell ‘azione e del sacrificio.