gli insediamenti rupestri medioevali

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LA CRIPTA DI S. ANGELO

COME SI ARRIVA?

La grotta è situata tra Mottola e Palagianello, all’estremità sud del territorio dell’insediamento rupestre di Casalrotto ai piedi della collina su cui sorge la cittadina di Mottola a cui si arriva seguendo la SS 106 (Taranto – Reggio Calabria), la strada statale 100 (Taranto – Bari) o l’Autostrada A14 (Bari - Taranto)

DESCRIZIONE

All’interno del villaggio rupestre di Casalrotto è strettamente legata alla sua storia, è ubicata la chiesa di S. Angelo che è esemplare unico dell’Italia Meridionale per la struttura su due diversi piani ipogei. Sicuramente la cripta inferiore era destinata a sepoltura, quella superiore, invece, si presenta con impianto basilicale. Alla sommità della cripta si presenta un foro di presa d’aria attualmente chiusa da una roccia.

L’ingresso è suddiviso in due aperture: una per l’ingresso e l’altra per l’uscita (secondo i riti orientali) e si apre su un cortiletto alla cui sinistra si trova una specie di cella, forse la “casa del custode”, vicina alla “Fovea” o cisterna per la raccolta delle acque.

Casa del custode

Entrando nella cripta superiore, si è colpiti dalla architettura, che richiama le odierne chiese, a tre navate, con tre absidi; due navate hanno caratteri simili, quella a sinistra si presenta diversa, forse fu aggiunta in un secondo momento, con sei nicchie, separate da colonnine lisce che poggiano su un "plinto". L'epoca in cui fu scavata si può fissare intorno al XIII sec. e dello stesso periodo è la scala che porta alla cripta inferiore, scavata ad uso funerario. La pianta originaria, a croce greca, è stata certo falsata dagli scavi successivi: la parte Sud si presenta con tre grandi nicchie: quella centrale ha il fondo piatto a cui si appoggia, secondo il rito latino, un altare; le altre due hanno il fondo concavo e resti di altari staccati dalla parete, secondo il rito greco.

Interno a due piani

Le tre absidi sono separate da tre pilastri e risultano orientate, seguono la direzione in cui nasce il sole, secondo la consuetudine bizantina; in quella centrale si trova una triplice ghiera. Il soffitto è diverso nelle tre navate: quella di destra reca tracce di influenza romanica e, forse, è stata scavata successivamente rispetto alla cripta stessa. Sul pavimento si notano ancora tracce della originaria "iconostasi"(una specie di muretto), abbattuto in epoca benedettina. A sinistra, accanto alla scala che porta alla crip­ta inferiore, è visibile una specie di piccola nicchia, circondata da tante più piccole, (simili ad un nostro armadio), dove forse si conservavano gli utensili.

Sul pavimento ci sono tracce di due "buche", forse per la raccolta delle offerte.

Gli affreschi

Molto interessanti ed indicative, per le influenze bizantine che rivelano, sono le decorazioni delle pareti delle due cripte, sebbene resti poco dell'antica bellezza e preziosità di questi documenti di questi documenti di arte popolare sì, ma di un certo livello. Una parte del deterioramento è dovuto alle infiltrazioni di acqua causate dal dissodamento del terreno in epoche successive e, in parte, all'incuria e vandalismo moderno. Questi affreschi si possono datare intorno ai secc. XIII/XIV e, sicuramente, ricoprono altri strati palinsesti di intonaco.

Entrando e proseguendo verso destra, colpisce la figura di un vescovo con il "pallio" decorato con le caratteristiche croci, proprie della carica ecclesiastica, rafforzata dalla presenza del libro, attributo dei dottori della chiesa.

Nella navata Sud, nell'Archivolto (arcata della volta), troviamo tracce di un affresco raffigurante una Madonna col Bambino e di un Santo di cui non si conosce il nome.

Nella parte inferiore, ci sono tracce di un affresco palinsesto raffigurante una Madonna seduta in trono che regge un Bambino sul braccio sinistro; nello strato sovrapposto restano tracce di un volto di Santo. Nella parte esterna di questo archivolto sono visibili le figure di due Angeli con il vestito rosso.

Continuando la visita, si scopre un altro palinsesto, inserito in una specie di cornice di foglie di "acanto" nello stile corinzio, che raffigura il papa Silvestro: sono due figure; la più grande lo raffigura con la "mitra" in testa e il bastone pastorale nella sinistra (ornamenti usati dal clero nelle cerimonie), sormontato da una iscrizione esegetica.

Nel secondo (archivolto) soffitto a botte, è raffigurato il "martirio" di S. Stefano, molto rovinato nella parte sinistra e, a stento, si legge la scritta CARNIFICES.

Del sec. XIII, e sempre appena visibile, verso sinistra, il Battesimo di Gesù con una iscrizione illeggibile e forse, nella par­te inferiore dell'arco, una rappresentazione di S. Martino.

Osservando quello che resta di alcuni dipinti di Santi, forse S. Vito e S. Paolo e S. Basilio nella cripta inferiore, possiamo affermare che, anche dopo la caduta di Bisanzio, i monaci bizantini continuarono vivacemente la loro opera in queste grotte/santuario e che riuscirono ad integrare le usanze e la cultura locale con quelle orientali.

Nel terzo soffitto è raffigurato S. Agostino, con i tipici indumenti dei vescovi, nell'atto di benedire e con il bastone "pastorale" nel­la sinistra.

La conferma dell’influenza bizantina ci è rafforzata da due "Deesis"(una composizione con Cristo Pantocratore al centro e la Madonna e S. Giovanni Battista ai lati) tipiche per le cripte funerarie. Infatti il Cristo “Pantocratore” che significa “Cristo onnipotente”, era un’immagine molto usata dai Bizantini nel X sec. e il cui significato religioso si può intendere come "Colui che verrà a giudicare i vivi e i morti", affiancato dalla Madonna che prega per noi (a destra) e S. Giovanni Battista, l'ultimo profeta (a sinistra), rivolti nella direzione del defunto: è quindi logico pensare all'uso funerario della cripta inferiore. Poiché in queste Deesis si notano molti elementi di stile latino, probabilmente la loro esecuzione risale al XIV sec.

Nella prima Deesis, accanto al Cristo, al posto di S. Giovanni Bat­tista, si trova S. Giacomo e, forse, la cripta fu dedicata a questo Santo, verso il quale, in questi luoghi si aveva una particolare devozione, come sembrerebbe dal fatto di aver ritrovato, in una tomba del villaggio ipogeo, una “valva votiva in pectore jacobeus”. Il Cristo Pantocratore è stato raffigurato con la tunica talare rossa (simboleggia la divinità) e il manto blu (simboleggia la umanità). La Deesis dell'abside centrale risulta più scura nei colori e il Cristo ha in mano il libro con la scritta "Ego sum lux mundi" e l’aureola è a forma di croce.

Nella terza abside, a sinistra, si nota, solo il volto dell'Arcangelo Gabriele, la più bella delle pitture rupestri della Puglia.

La parete sinistra, presenta lievi tracce di affreschi raffiguranti S. Margherita (per l'Occidente) o S. Marina (per l'Oriente), S. Giovanni Evangelista e un Angelo. Al centro, sul soffitto, è dipinta un'aquila nera, con un libro fra le zampe, simbolo di S. Giovanni.

Vicino al secondo ingresso, verso sinistra, si intravede un'immagine di S. Vito.

Sulla colonna di fronte all'ingresso, a sinistra è possibile trovare tracce di un affresco del XIII sec. raffigurante S. Giorgio a cavallo.

Di questo Santo si deve dire che era molto frequente trovarlo effigiato nelle chiese, anche perché fu venerato sia dai Longobardi che dai Normanni, era di origine orientale e fu martire nel 300.

Secondo la leggenda S. Giorgio combatté contro il drago per salvare una principessa e proprio la sua figura di guerriero fu cara ai popoli guerrieri nordici.
Un altro Santo di origine orientale, S. Simeone, lo Stilita, è raffigurato sull'altro pilastro.

Si tratta di S. Simeone il giovane, il quale ricercò la solitudine sull'alto di una colonna per meditare e convertire, con il suo esempio, i pagani, al Cattolicesimo; in contrapposizione, ma con uguale intensità i monaci bizantini ricercarono la solitudine scavando nel sottosuolo: Dio è in Cielo, ma anche in Terra.

Completano gli affreschi di questa Cripta particolare, deboli tracce di una Santa con il diadema a forma di torre, di S. Stefano e di una Madonna col Bambino.

Nella cripta inferiore, sul pavimento, sono visibili gli scavi delle “tombe” fra cui anche quella di un bimbo.

 

 

 

 

 

SCUOLA MEDIA STATALE "ALESSANDRO MANZONI"  di Mottola 

                                             e-mail: manzonimottola@tiscali.it 

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