Christoph Martin Wieland

Poeta tedesco, Oberholzheim, 1733 - Weimar, 1813, figlio di un pastore protestante, educato nello spirito del più rigoroso pietismo, si innamorò della cugina Sophie Gutermann, cui rimase legato da amicizia per tutta la vita. Ospite a Zurigo, nel 1752, di J.J. Bodmer, che gli ispirò il gusto dei poemi biblici, dal 1760 al 1769 fu segretario di cancelleria a Biberach. Il distacco dalla religione e la conversione alla concezione illuministica maturarono in lui in seguito all'amicizia con il conte F. Stadion e alla frequentazione del suo salotto letterario, particolarmente aperto alla cultura francese. Dopo aver insegnato filosofia ad Erfurt, nel 1772 Wieland fu chiamato alla corte di Weimar, come precettore dei giovani principi, ma nel 1775 dovette cedere l'incarico a J.W. Goethe, con il quale tuttavia mantenne fino alla morte cordiali rapporti di amicizia.Dal 1773 al 1779 Wieland diresse una delle più importanti riviste dell'epoca, "Der Teutsche Merkur". Dopo i primi tentativi letterari, Wieland si affermò con un poema biblico, Der geprüfter Abraham, 1753 - Il sacrificio di Abramo, pregevole per la straordinaria fluidità del verso; nello stesso clima di religiosità serafica, dovuto all'influsso di Bodmer, si collocano gli ampollosi Briefe von Verstobenen an hinterlassene Freunde, 1753 - Lettere di defunti ad amici superstiti e le Empfindungen eines Christen, 1757 - Sentimenti di un cristiano. Nel 1758, fu rappresentata con successo la sua prima tragedia, Lady Johanna Gray, replica, secondo un'ottica protestante, alle numerose tragedie cattoliche su Maria Stuarda. Ma l'originalità di Wieland si rivelò solo con il romanzo Die Abenteuer des Don Sylvio von Rosalva, 1764 - Le avventure di Don Silvio da Rosalva, modellato sul Don Chisciotte di M. de Cervantes, finissima satira delle fantasticherie religiose e serafiche, e con le quattro Komisce Erzählungen, 1765 - Racconti comici che, ispirate ai dialoghi di Luciano, diedero inizio al genere della parodia mitologica: si consumava così, con grande scandalo del pio Bodmer, la rottura con la precedente ispirazione religiosa del nuovo Wieland libertino, deciso a celebrare, com'egli stesso scrisse, la vittoria della natura sul fanatismo. L'opera più impegnativa del decennio di Biberach è il romanzo Agathon, 1794 - Agatone, considerato il primo romanzo psicologico della letteratura tedesca: vi si rispecchiano gli ideali di edonismo e di saggezza dell'autore, in uno stile squisito ed elegante. Completano il periodo di Biberach, oltre a una magistrale traduzione in prosa di 22 drammi shakespeariani, 1762-66, il racconto in versi Musarion, 1768, dove il rapporto amoroso è concepito come armonico equilibrio fra l'anima e i sensi, e il poema cavalleresco Idris, 1768, di imitazione ariostesca, l'opera più schiettamente romantica di Wieland per la sua ricchezza di motivi fantastici. Uno scadimento sul piano del farsesco è segnato da un secondo poema cavalleresco, Der neue Amadis, 1771 - Il nuovo Amadigi; ma le nuove responsabilità assunte da Wieland a Weimar lo indussero ad abbandonare la sua musa eroicomica per dedicarsi, anche come scrittore, al ben più serio compito dell'educazione dei regnanti: frutto di tale impegno politico è il romanzo di ambiente orientale Der goldene Spiegel, 1772 - Lo specchio d'oro, che segna l'adesione di Wieland alla dottrina del dispotismo illuminato. L'amarezza di Wieland per il suo esonero dalla carica di precettore traspare in un'appendice dello Specchio d'oro, Geschichte des weisen Danischmend, 1775 - Storia del saggio Danischmend, dove l'autore esprime la sua gioia di poter vivere nella pace dei campi, lontano dalla corte. Un brillante romanzo satirico è Die Abderiten, 1774 - Gli Abderitani, l'opera più schiettamente voltairiana di Wieland, che vi sfoga liberamente i suoi umori contro la grettezza, la pedanteria e il fanatismo religioso dei suoi connazionali. Ma il capolavoro di Wieland è Oberon, 1780, un poema cavalleresco dove motivi medievali si fondono armonicamente con spunti shakespeariani: pur convinto dell'inconsistenza delle fantasie a lui care, il poeta le contempla con un bonario e indulgente sorriso e con una ilare commozione che costituisce il fascino segreto dell'opera. Dopo l'Oberon, Wieland si limitò a traduzioni da autori a lui congeniali, Senofonte, Luciano, Cicerone, e scrisse anche un'autobiografia filosofica, Agathodãmon, 1799 - Agatodemone, dedicata idealmente al pitagorico Apollonio di Tiana. Scrittore eclettico e piuttosto superficiale, ma dotato di una vivissima fantasia e di una irresistibile vena narrativa, Wieland si colloca storicamente fra il rococò e il classicismo, tra il gusto arcadico e le inquietudini ideologiche dell'ultimo Settecento.