Si parla in questa sede non della modernissima parrocchiale, bensi' della chiesetta rurale che sorgeva nell'omonimo quartiere fino all'ultimo decennio del secolo scorso e dedicata al protomartire.
Si trattava di un edificio piuttosto povero, senza porta e addirittura privo di campana, e dipendeva totalmente dai modesti fondi ad essa dedicati dalla Parrocchia di Sant'Elena e dalle donazioni testamentali dei fedeli.
Le condizioni della chiesetta arrivarono ad una precarieta' tale che nel 1761 l'allora Vescovo di Cagliari Monsignor Natta decreto' che la chiesa venisse interdetta finche' non fosse stato realizzato un soppalco in legno a protezione dell'altare: il tetto era infatti costituito esclusivamente da canne.
Nel 1795 il suo piazzale fu ipotecato ed era possibile accedervi solo nei giorni in cui si celebrava la festivita' annuale.
Attualmente il quartiere puo' contare su una modernissima parrocchiale interamente in cemento armato.
Nonostante cio' il secentesco ed umile simulacro del Santo e' attualemnte conservato nella chiesa di S. Maria di Cepola.
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