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Su Giornali Gen. Capello

 

I giornali di Trincea

I giornali di trincea furono una tecnica militare attuata nelle trincee dei fronti italiani per inculcare ai giovani militi il senso e l’importanza della prima guerra mondiale. Il soldato doveva essere fiero di condurre la propria Patria verso la vittoria, anche al costo di sacrificare la propria vita: “Se l’uomo, individuo, può tal volta, con un altissimo spirito di abnegazione, vincere e superare l’istinto della propria conservazione, le nazioni non lo possono e non lo debbono; una inesorabile legge di natura vuole che l’individuo si sacrifichi per la conservazione della specie…”[1]

Tra i giornali di trincea ricordiamo: Signorsì, l’Astico, La Ghirba, La Tradotta.

I giornali di trincea tentavano di accomodare l’animo del soldato e, oltre che portarlo alla logica militare, si cercava di rasserenarlo, conducendo al fronte la donna.

 

                      "O bestioline immonde e sciagurate

che al fronte i nostri eroi tanto annoiate,

...sarete sterminati con vigore

perché noi volgeremo armi e proiettili,

pur contro di voi, immondi animaletti...

tempo non han pei piccoli nemici

e domandando a noi soccorsi e auspici...

...per aiutarli contro voi, da poco

si è formato di dame un comitato

col motto: "IL PARASSITA DEBELLATO"

(Fabrizia Ruffo, ai pidocchi in "Per voi soldatini”, 1917)

 

 

La figura femminile diventa per i soldati al fronte una presenza assidua, di tutela. Una donna che richiama più alla madre, alla moglie, alla sorella che al sesso. E’ una donna che fa pensare al focolare domestico, in cui non è essenziale il sesso bensì diventa essenziale difenderla dalle violenze e dagli stupri del nemico austriaco, che vengono descritti dai giornali come "violenze bestiali".

Nasce nei soldati "un odio di maschi e di possessori espropriati" al quale si aggiunge un inutile dolore di bambini e donne massacrate.

La figura femminile diventa anche il personaggio popolaresco che conosce i dialetti che si trovano nelle rubriche dei giornali: "L' epistolario di Rosina", nella Giberna, le lettere del soldato Baldoria Teresina, ecc...

Rosina Daedofero, uno tra i personaggi fra i tanti, dice che ha avuto un moroso solo perché soldato e che se fosse stata un uomo "sarei volata in aeroplano per venire a darti un bacio e magari anche a tutti i tuoi commilitoni...".

Questo è il suo modo d’essere patriottica e di incentivare i soldati all’interventismo.

Il padrone di Rosina fu, infatti, l’unico a non riuscire ad approfittarsi di lei, perché era contro la guerra.

Va ricordata anche l’emancipazione femminile, come ricorda Palazzeschi,
accelerata dal fatto che esse sole dovevano bastare alla famiglia, mentre l’uomo era al fronte.

“l’Austrello alzò la voce,

raffinò la sua lingua da ostrogoto…

l’aborigeno premevo d’ansia…

Abbatterla volea su la soglia

Santa a suoi morti che stanno a guardia”

(La vergine veneta, San Marco, 1918)

 

A questo punto si capisce che il filone propagandistico ha disegnato il nemico con un concentrato di vizi e di lussuria, e predispone il lettore a un aggressione fisica e brutale
la donna quindi è desessualizzata e diventa la donna italiana che urge emotivamente alle spalle dell’uomo come madre o come sposa.

Il giornale L’Astico adotta un'altra linea propagandistica: "Il soldato é ormai persuaso che al fronte si mangia meglio che in Paese". Dietro  questo giornale vi è Jahier, uno scrittore capace di ideare in una formula organica di giornalismo: educazione, intrattenimento, politica, folklore, tattica, il socialismo nazionale ecc...

"L’Astico”, prende il nome dal fiume dell’Albo Vicentino che ne costituisce l’aria di diffusione. Né é artefice l’autore di "Con me e con gli alpini" di Piero Jahier.

Il popolo: destinatario o personaggio?

Lungo il corso dell’anno 1917 ci fu una messa a freno delle ribellioni grazie sia ai giornali di trincea, ma anche ad un apparato militare più moderno e più umano rispetto al regime Cadorna.

Viceversa ci furono l’insubordinazione di massa, il movimento dal basso, l’autonomia proletaria motori della riforma. Tuttavia l’ideologia di guerra di cui i giornali sono la cassa di risonanza costituisce un non irrilevante capitolo nella storia della coscienza collettiva. Il progetto di Lombardo sarà poi quello di un' educazione nazionale che, invece di adeguarsi al riformista Bernini, trova riparo nel ministro dell’istruzione del governo Mussolini, Giovanni Gentile, e della sua riforma "fascistissima".

[1] L’orribile necessità, servizio speciale della gazzetta del popolo