Alcune
delle difficoltà nel generare una più specifica definizione dei
sogni deriva dal trattare dei sogni come se fossero fenomeni che
potessero essere isolati per lo studio come campioni da staccare.
Proprio come noi non definiremmo il cuore umano isolandolo dal
corpo e dall'individuo, così non possiamo definire - o comprendere
- i sogni isolandoli dalla mente e dagli individui che li sognano.
E' allora vitale forgiare una
definizione dei sogni che alluda sia al sognatore sia al suo
ambiente, un termine che uso per includere sia le entità fisiche e
viventi sia gli eventi (si veda l'Introduzione, e anche Langs,
1996). I sognatori sono sensibili sia alle stabilità che ai
cambiamenti nei loro ambienti, comprendenti gli specifici eventi o
fattori scatenanti, che evocano compiti adattativi e che sono
carichi emozionalmente, e con i quali si confrontano
ripetutamente. Certamente, un sognatore ed il suo ambiente
circostante sono un'unità che noi artificialmente separiamo per lo
studio clinico, solo per riunificarli quando abbiamo finito.
Quindi, avremo bisogno di definire i sogni in termini delle loro
essenziali funzioni adattative, sebbene con il pieno
riconoscimento delle loro qualità contemporanee e rivolte al
futuro.
C'è comunque
ancora dell'altro. Dovremmo anche collocare i sogni nei loro contesti
storici, sia dal punto di vista collettivo che individuale. Per
fare ciò, dobbiamo prendere in considerazione la storia a lungo
termine, evolutiva del sognare e dei sogni in modo tale da
spiegare perché gli esseri umani sognano e per identificare i loro
attributi adattativi universali. Ed avremo bisogno di tener conto
degli effetti della storia personale di un dato sognatore, incluso
i ruoli dei fattori di sviluppo e delle esperienze di vita
precoci, e della cronaca delle relazioni e delle interazioni con
le persone che interessa un sogno - sia nella sua superficie sia
nelle sue profondità dissimulate.
Possiamo concludere, allora, che
i sogni sono dei fenomeni altamente complessi e perciò la loro
definizione avrà bisogno di essere multidimensionale ed olistica,
e dovrebbe abbracciare tanto i suoi caratteri universali che
quelli personali.
Le radici biologiche della
psicoterapia e dei sogni |
Considerando
questi requisiti, ci sono poche, se non nessuna, definizioni
comprensive dei sogni. Sebbene quelle che sono state formulate in
termini di funzioni cognitive, psicodinamiche o di dinamiche
interpersonali hanno una qualche validità, esse falliscono nel
catturare la natura essenziale dei sogni. Ciò che sembra mancare è
un senso della natura fondamentale dei sogni per come possano
essere compresi nel contesto delle loro funzioni e della loro
eredità biologica e psicologica, specialmente il loro ruolo
nell'adattamento e nella sopravvivenza degli esseri umani. Perciò,
come modalità per muovermi verso una più completa definizione dei
sogni, farò una breve ma necessaria deviazione al fine di chiarire
il ruolo della biologia nella nostra comprensione della mente
come capace di elaborazione delle emozioni e dei sogni.
In questo contesto, mi chiedo:
Riconoscendo che la
psicoterapia è, nel suo nucleo, una scienza biologica, qual è il
più fondamentale sottosistema scientifico della biologia?
La risposta può venire come una
sorpresa per molti psicoterapeuti dato che non siamo abituati ad
adottare un punto di vista fondamentalmente biologico per il
nostro campo (Slavin & Kriegman, 1992; Langs, 1996). Esso è, per
consenso unanime, la teoria dell'evoluzione, per la prima volta
formulata da Darwin e Wallace (Dawkins, 1976; Mayr, 1983; Plotkin,
1994, 1997; Dennett, 1995; Rose, 1998). La teoria di Darwin è
stata in seguito rivista e modificata nella teoria neodarwiniana (Mayr,
1983; Dawkins, 1976; Slavin & Kriegman, 1992) che, in svariate
forme, è allo stato attuale la sottoteoria fondamentale della
biologia (Plotkin, 1994, 1997; Rose, 1998).
Nella sua forma più semplice, i
meccanismi sottostanti l'evoluzione delle specie sono generalmente
postulati in modo da coinvolgere la discendenza più avvantaggiata
attraverso la selezione naturale di quei geni all'interno di un 'pool'
genetico della specie che produce organi e funzioni corporee
(fenotipi) i quali sono i più vantaggiosi per la sopravvivenza e
per il successo riproduttivo in un particolare ambiente. Per gli
esseri umani, il cambiamento evolutivo è anche influenzato da
fattori come le mutazioni, i "cross-over" cromosomici, ed altri
fattori correlati coi geni, ma anche da condizioni di sviluppo,
eventi accidentali, intelligenza e cultura (intelligenza
condivisa), e modificazioni da parte degli esseri umani dei loro
ambienti di vita. L'evoluzione e le risorse adattative che essa
"forgia" sono dei processi multideterminati (Plotkin, 1994, 1997;
Rose, 1998).
Ne consegue che la nostra
comprensione della struttura e delle funzioni dei sogni deve
essere sorretta da una piena valutazione della storia evolutiva
della comunicazione onirica e dal ruolo che in genere i sogni
hanno nell'adattamento emozionale. Questo duplice livello di
comprensione riflette l'esistenza di due componenti basilari della
teoria dell'evoluzione. La prima riguarda le forze ed i fattori -
pressioni selettive e risorse adattative - che hanno modellato il
dispiegarsi storico delle specie nel corso di bilioni di anni
durante i quali gli organismi viventi hanno popolato la terra.
Questi sforzi sono presentati come i cosiddetti programmi
adattivisti (Gould & Lewontin, 1979; Mayr, 1983; Tooby & Cosmides,
1990) che tracciano la storia di dati caratteri - unità di
selezione (Lewontin, 1979) - di organismi viventi lungo periodi
straordinariamente lunghi. Questo lavoro ed i suoi postulati,
comunque carichi di difficoltà (Gould & Lewontin, 1979; Mayr,
1983), costituisce la teoria basilare dell'evoluzione, o
l'evoluzione propriamente detta.
La seconda componente della
teoria evoluzionista è focalizzata sugli adattamenti
immediati di un organismo in risposta alle specifiche condizioni
del suo ambiente e delle sue vicissitudini. Questo lavoro include
lo sviluppo di teorie basate sull'osservazione e su dati
riguardanti la natura, i meccanismi e le funzioni degli
adattamenti degli organismi nel modo in cui essi servono o non
riescono a servire sia al successo riproduttivo ed alla
sopravvivenza delle specie sia degli organismi individuali
all'interno di una data specie (Slavin & Kriegman, 1992; Langs,
1995, 1996). Nel campo emotivo, queste considerazioni devono
centrarsi sullo studio delle risposte adattative a specifici
insulti ambientali, carichi emotivamente, incluso gli effetti sui
pazienti degli interventi da parte dei loro psicoterapeuti.
Riassumendo, i punti di vista
evoluzionistico e adattativo sono fondamentali per la biologia. Ne
consegue come principio che, dato che i sogni sono espressioni
biologiche, essi devono anche essere compresi in questi termini se
vogliamo pienamente afferrare il loro significato e la loro
significatività. Un approccio di questo genere è sicuro
nell'illuminare non solo la teoria e le applicazioni cliniche che
riguardano le comunicazioni oniriche, ma anche la natura dei
disadattamenti emozionali e del processo psicoterapeutico.
Punti di vista deboli
e forti sull'adattamento |
La posizione
debole sull'adattamento.
Nel complesso le teorie della
psicoterapia, compresi la psicoanalisi e gli altri approcci
dinamici alla vita emozionale, hanno tentato di adottare punti di
vista deboli piuttosto che forti alle questioni dell'adattamento.
Perciò, sebbene ogni teoria orientata in senso dinamico ammetta
che i pazienti tentino di far fronte emotivamente alle loro
difficoltà, tali teorie tendono ad adottare un approccio molto
generico al problema. Esse sono, nel loro complesso, alquanto
vaghe riguardo a ciò che i pazienti stanno cercando di
fronteggiare; inoltre, l'adattamento non è l'aspetto centrale
della teoria. Questo modo di porsi nei confronti del problema
dell'adattamento è chiamato la posizione debole
sull'adattamento (Langs, 1996, 1998), ed il trascurare
relativamente il tema dell'adattamento è favorito dalla tendenza
riduzionistica di quelle teorie per cui il fine è la riduzione dei
sintomi ed i loro significati vengono tenuti in conto poco di più
rispetto agli eventi intrapsichici e a quelli genetici personali.
Questa strategia cominciò con
Freud (1895, 1915/1985; Langs, 1996), il quale riconobbe che i
fattori evolutivi a lungo termine fossero rilevanti per le sue
teorie, ma il cui lavoro in quest'area è stato minimo e largamente
non corretto (Langs, 1996). Freud raramente ha prestato attenzione
da vicino agli aspetti specificamente adattativi che riguardano un
sognatore, e neppure cercò i loro riflessi nei sogni dei suoi
pazienti. Certamente, il suo concetto clinico più fondamentale,
quello del transfert, ampiamente esclude qualsiasi considerazione
adattativa poiché il paziente è visto come colui che proietta
fantasie e ricordi sull'analista, piuttosto che adattarsi,
consciamente o inconsciamente, agli interventi immediati
dell'analista.
Nell'esplorare la natura dei
sogni, Freud (1900), comunque, introduce il concetto di un
residuo diurno - l'idea che i sogni facciano uso di aspetti
emozionali - e talora completano il lavoro del sognatore - che
sono stati attivati nel giorno del sogno. Questa proposizione
parla in favore di un orientamento adattativo, ma Freud non lo
seguì tenacemente. Invece, egli principalmente vide nei residui
diurni dei veicoli che prestavano forma alle immagini oniriche e
degli eventi che scatenavano la riattivazione di desideri,
fantasie e ricordi infantili (inconsci). Sono state queste
costellazioni inconsce ridestate ad essere considerate come i
contenuti centrali inconsci dei sogni, comprese come se fossero le
fonti primarie inconsce delle nevrosi dei pazienti. Questa linea
di pensiero ha sottovalutato qualsiasi considerazione per gli
aspetti adattativi immediati.
Questo è solo
uno degli esempi innumerevoli di come la teoria clinica influenzi
fortemente il pensiero di un terapeuta circa i sogni e la loro
definizione, ed il significato che egli tragga ed interpreti dai
loro contenuti.
La posizione forte riguardante
l'adattamento.
Al contrario, una posizione
forte situa l'adattamento al centro della nostra comprensione dei
sogni e del loro ruolo nella vita emozionale e nella psicoterapia
(Langs, 1996). I sogni vengono visti come parte degli sforzi del
sognatore di adattarsi sia consciamente sia inconsciamente agli
stimoli immediati, del tutto specifici, carichi di emotività - i
cosiddetti eventi scatenanti - che avvengono durante il giorno che
precede il sogno, o in alcuni casi uno o più giorni prima (Langs,
1988, 1994). Questo approccio ai sogni trovano una considerevole
conferma nelle osservazioni cliniche sviluppate dalla prospettiva
dell'approccio adattativo-interattivo o basato sulla comunicazione
alla psicoterapia dinamica su cui molto di questo libro si basa
(Smith, 1991, 1998; Langs, 1992). Esso trova anche sostegno dal
punto di vista teorico nel riconoscimento che l'adattamento agli
eventi ambientali è il compito e la funzione fondamentale di tutti
gli organismi, compresi gli esseri umani.
Il principio qui sostenuto è che
i concetti correlati all'evoluzione ed all'adattamento siano la
base perché la sub-teoria fondamentale della biologia abbia più
ampie implicazioni per i nostri sforzi di comprendere le funzioni ed i
significati dei sogni. Ciò implica che la definizione e le idee
che sviluppiamo riguardo alla struttura ed alle funzioni dei sogni
non debbano contraddire i precetti della teoria evoluzionistica;
cioè, una teoria di più alto livello deve essere consonante, e non
può violare, con le sue proposizioni teorie più basilari.
Un esempio cogente delle
ramificazioni di questa proposta si vede nell'enfasi posta dalla
psicoanalisi sul potere eziologico delle fantasie e dei ricordi
inconsci come fattori patogenetici nelle nevrosi. Sia le versioni
intrapsichiche che quelle interpersonali di questa linea di
pensiero si basano su posizioni deboli rispetto all'adattamento.
L'insistere sulle dinamiche interne trascura o sottovaluta il
ruolo cruciale giocato dagli adattamenti del sognatore al proprio
ambiente esterno ed ai suoi più immediati cambiamenti o mutazioni
rapidissime. Questa modalità di pensiero preclude lo
sviluppo di una posizione forte rispetto all'adattamento che si
trova mantenendo i principi darwiniani (Langs, 1995, 1996). In
altre parole, il focus sulla fantasia inconscia, sebbene abbia un
qualche merito, serve difensivamente a by-passare il più
impellente ruolo della percezione inconscia nella vita emozionale
umana e nella produzione dei sogni (Langs, 1992).
La teoria orientata
sull'adattamento dell'evoluzione è ferma nella sua proposizione
per cui gli adattamenti agli eventi esterni o ambientali sono gli
aspetti primari per tutti gli organismi viventi. Questo principio
appare applicarsi agli esseri umani nonostante le loro ricche e
complesse vite mentali, che sono, in primo luogo, aspetti di
risposte adattative ad eventi esterni, e solo secondariamente
aspetti adattativi nel senso corretto del termine.
L'approccio adattativo alla
mente emotiva ed ai sogni è stato relativamente trascurato dalle
varie teorie della psicoterapia. In anni recenti, comunque, si è
sviluppato un campo della psicoanalisi evoluzionista, con lo
sforzo di modellare ampie prospettive evoluzioniste su temi quali
il legame tra gli uomini e il sentirsi in relazione in modo
emotivamente significativo (Slavin & Kriegman, 1992), il complesso
di Edipo (Badcock, 1990), il problema dell'altruismo (Badcock,
1986), le difese psicologiche ed il meccanismo della rimozione (Nesse,
1990; Lloyd, 1990; Nesse & Lloyd, 1992), l'esperienza delle
emozioni e degli affetti (Nesse, 1990) e la psicoanalisi in
generale (Badcock, 1994).
Questi ricercatori hanno
mostrato che i fenomeni psicologici ed i meccanismi mentali, come
quelli pertinenti ai sogni, funzionano adattivamente ed hanno
delle storie evolutive che sono comparabili con quelli dei
processi e degli organi corporei (Tooby & Cosmides, 1990). Il loro
lavoro fornisce una forte conferma alla posizione per cui i
fenomeni correlati alle emozioni ed i loro significati non sono
semplicemente materia di ermeneutica, ma sono parte della biologia
e della psicologia biologica degli esseri umani. Supportati da
recenti studi sull'adattamento e sull'evoluzione delle funzioni
adattative mentali portati avanti a partire dal punto di vista
vantaggioso dell'approccio comunicativo (Langs, 1996), queste
scoperte sono un preludio ad una definizione comprensiva ed
orientata sull'adattamento dei sogni.
Una definizione comprensiva
dei sogni |
Mantenendo le due componenti
della teoria dell'evoluzione - la storica e la contemporanea. una
definizione dei sogni come fenomeni psicobiologici che sia
soddisfacente e comprensiva avrà anch'essa due costituenti (Langs,
1996). La prima componente è attinente all'evoluzione vera e
propria ed è storica per natura. Essa richiede una definizione dei
sogni in termini di fattori causali distali o ultimi che prendono
in considerazione il perché i sogni esistano negli esseri umani e
come essi servano ad incrementare il successo sia nella
sopravvivenza sia riproduttivo. La seconda componente richiede una
definizione prossimale, funzionale o meccanicistica, che spieghi
cosa fanno i sogni e come operano psicologicamente. In buona
sostanza, questa si tradurrebbe in una definizione dei sogni in
termini delle loro funzioni attive adattative. Entrambi gli
aspetti delle definizioni orientate sull'adattamento hanno la
potenzialità di offrire nuove prospettive ed intuizioni sulla
struttura, sulle funzioni e sui significati dei sogni.
Per una definizione
onni-comprensiva, che verrà usata come base per esplorare i modi
in cui i sogni contribuiscono ed illuminano gli adattanti
emozionali degli esseri umani e l'esperienza psicoterapeutica,
viene proposta la seguente.
La loro definizione
prossimale considera i sogni come fenomeni che accadono nello
stato di sonno nella forma di immagini sensoriali che servono come
parte degli sforzi umani per adattarsi a specifici e complessi
eventi scatenanti, generalmente attivi e dotati di una carica
emotiva. I sogni funzionano come veicoli comunicativi dotati di
numerosi livelli che incorporano sia significati diretti sia in
codice che sono riflessi delle esperienze consce ed inconsce e
degli sforzi di elaborazione adattativa della mente che elabora le
emozioni.
La loro definizione distale
considera i sogni come qualcosa che si è evoluto come parte degli
sforzi umani, prima immaginifici e poi basati sul linguaggio, per
far fronte al passato di mezzo milione di anni con la sempre
crescente intensificazione di eventi ambientali stressogeni,
traumatici e potenzialmente dirompenti sul piano emotivo. Questo
carico crescente di sfide emozionali cominciò a gravare sulle
capacità di "coping" della mente degli ominidi, così venendo a
mettere in pericolo la sopravvivenza della specie. Per mezzo della
selezione naturale, delle risorse mentali vantaggiose -
cambiamenti nella progettazione della mente che elabora le
emozioni - vennero favorevolmente riprodotte.
Come parte di questi sviluppi,
che si sono dispiegati nel relativamente breve intervallo degli
ultimi 150.000 anni circa, i sogni hanno giocato un ruolo nello
scambio tra rappresentazioni fedeli degli eventi di una realtà
dolorosa e falsificazione ingannevole dei significati di questi
eventi. Funzionando come messaggeri, ed incorporando esperienze ed
inclinazioni adattative consce e soprattutto inconsce, i sogni
sono serviti come formazioni di compromesso che esprimono, ma
anche falsificano l'espressione (camuffando o esprimendo in
codice), la vera natura delle realtà dotate di un carico emotivo.
A tal riguardo, i sogni
riflettono il progetto difensivo basilare, che è andato incontro
ad evoluzione, della mente elaboratrice di emozioni e della sua
naturale tendenza a registrare inconsciamente e poi a codificare i
significati ansiogeni di eventi traumatici. Questo uso basilare
dei meccanismi di diniego e della rimozione sembra essersi evoluto
per risparmiare gli inputs emotivi potenzialmente distruttivi nei
confronti della mente cognitiva cosicché gli esseri umani
potessero funzionare senza eccessiva distruttività (Langs,
1996, 1997). I sogni sono, allora, parti di una soluzione
evolutiva adattativa nei confronti dell'eccessivo carico
emozionale che ha richiesto un considerevole costo
attraverso una significativa perdita o riduzione nella nostra
conoscenza di molti dei più critici aspetti delle esperienze
cariche emotivamente.
Queste definizioni adattative
dei sogni ci portano al cuore della struttura, delle funzioni e
dei significati dei sogni. Esse indicano anche che in quanto
messaggi in codice i sogni hanno la potenzialità di contribuire ad
una profonda intuizione e cura emotiva, ma possono fare ciò solo
quando essi sono decodificati ed interpretati in modo appropriato. |