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Wolfgang Becker ed il suo 'team' hanno prodotto un grande film sul più
importante evento della storia tedesca del dopoguerra, la sua
riunificazione nel 1990. Del suo 'team' voglio menzionare Bernd
Lichtenberg, che ha scritto la sceneggiatura, co-autore insieme a
Becker, Martin Kucula, da lunga data camera-man di Becker, e gli
attori Daniel Brühl e
Katrin Sass nel ruolo, rispettivamente, di Alex e della madre, la
signora Kerner.
La riunificazione tedesca fu compiuta dopo 25 anni,
ossia circa due generazioni, di sviluppi economici e socio-culturali
enormemente differenti, radicati in opposte ideologie, tra la Germania
dell'Est e quella dell'Ovest. Inoltre, la riunificazione non è stata
il risultato di un processo di elaborazione ("working-through") dopo
una profonda intuizione introspettiva ('insight'), ma accadde come un
terremoto, o un'eruzione vulcanica, nel giro di un minuto di storia.
Nell'estate del 1989, la Cortina di Ferro si aprì in Ungheria, con
decine di migliaia di persone che lasciarono la DDR per giungere nella
Repubblica Federale. Solo un mese dopo il 40° anniversario della DDR,
il 7 ottobre, il Muro cadde, precisamente il 9 novembre. Non passo
neanche un anno che ambo le parti della Germania furono riunificate,
il 3 ottobre del 1990.
Parlando da un punto di vista
psicoanalitico, è come se una scissione profondamente radicata venisse
sospesa tutta all'improvviso. Ci possiamo aspettare quanto meno una
gran confusione ed un gran subbuglio, se non una catastrofe, in una
tale situazione. Per dirla in modo differente, la rimozione della
scissione, che può essere parte di una cura, può anche
ritorcersi come un pericolo, e persino una minaccia mortale. Come
diceva Freud: l'<<Io tratta la cura come un nuovo pericolo>> (1937c,
p. 84).
La tesi principale del mio
articolo consiste nel fatto che in questo film Becker raffigura, ed
analizza vari aspetti della situazione tedesca di non-scissione tra il
1989 ed il 1990, ossia sul piano politico e collettivo come anche su
quello individuale. Riguardo al livello politico e collettivo, da un
lato, tutti gli eventi politici decisivi di questi due anni vengono
rappresentati su uno schermo, sia come estratti di telegiornali - ad
esempio, come treni pieni di gente che va via dalla DDR -, sia come
scene appartenenti alla stessa narrazione del film, ad es., come la
manifestazione di protesta in cui Alex viene imprigionato oppure il cambio della
moneta in marchi tedeschi.
Dall'altro lato, rispetto ai processi
collettivi, ci viene ricordato ciò che si può chiamare a tutti gli
effetti un tipo di colonizzazione dell'Est, che era straripata grazie
alla pubblicità ed ai beni di consumo dell'Ovest, dalla Coca Cola e
dai set televisivi ai mobili IKEA e così via. Inoltre, veniamo a
conoscenza di come la squadra di calcio tedesca avesse vinto la coppa
del mondo nel 1990. La maggior parte dei tedeschi allora
sperimentarono quel trionfo come "noi siamo i campioni". Così,
almeno temporaneamente, si formò un'identità collettiva al di là della
scissione nell'Est e nell'Ovest, con il corrispondente quasi maniacale
stato fusionale della mente.
Comunque, la straordinaria qualità
del film di Becker sta nell'intercalare la storia collettiva e
politica con quella individuale, mostrata negli sviluppi della storia
della famiglia Kerner. Penso che Becker riesca ad intercalare questi
due livelli in un modo convincente da un punto di vista
psicoanalitico, facendo luce su un principio psicoanalitico basilare,
ossia che il cambiamento psichico implica lo sperimentare la perdita,
e che se questa sembra essere intollerabile, esso dev'essere evitato a
tutti i costi oppure può portare non ad un cambiamento
catastrofico produttivo, nel senso di Bion, bensì ad una catastrofe
mortale.
Per questioni di spazio limiterò le
mie riflessioni alla madre, il cui figlio Alex funziona come un
adorabile angelo custode che cerca di tener lontano da lei il crollo
della DDR, oppure, insieme al suo amico Denis, di sostituirlo con il
suo opposto, mettendo in scena una qualche forma di crollo della
Repubblica Federale. Di conseguenza, il momento decisivo dello
sviluppo del personaggio della madre sarà il momento in cui il suo
angelo custode non funzionerà come tale per un po' di tempo,
analogamente al corso di un trattamento psicoanalitico. Quindi, penso
che la scena dell'elicottero di Lenin sia il punto di svolta del film.
Può darsi che il lettore ricordi che ciò accade quando la madre di
Alex lascia la casa senza esser vista da Alex che si era addormentato.
Ritornerò dopo su questa scena, ma, prima, dovrò ricapitolare il suo
sviluppo fino a questo punto.
La narrazione del film inizia nel
1978 quando la madre di Alex ha un crollo depressivo dopo che suo
marito non ha fatto ritorno da un congresso scientifico a Berlino
Ovest. Si riprese dalla perdita dell'oggetto amato mettendo il suo
paese al posto di suo marito, dato che Alex, che sta commentando la
storia con la sua voce fuori campo, dice: <<Non abbiamo più parlato di
mio padre. Da allora in poi mia madre è stata sposata con la nostra
patria socialista>>. Naturalmente, Lenin, la cui enorme statua vediamo
all'inizio del film, è parte ed è una rappresentazione di questo
oggetto d'amore idealizzato da cui non si sarebbe mai più separata.
Comunque, secondo ciò che udiremo da lei nella sua confessione nella
casa del week-end alcuni giorni dopo la scena dell'elicottero di
Lenin, ella non si oppose al desiderio del marito di restare a Berlino
Ovest, ma era d'accordo con lui nel seguirlo coi figli, facendo
domanda per un visto di uscita dalla DDR, qualcosa che però non osò
fare. Mise da parte tutte le lettere del marito, senza averle lette, e
mentì ai suoi figli dicendo che il padre l'aveva lasciata a causa di
un'altra donna, e che egli aveva troncato ogni contatto con la sua
famiglia. Inoltre, il partito di unità socialista della DDR era stato
il motivo principale della fuga del marito, così come ella dice: <<Gli
resero il lavoro difficile. Perché non era un membro del partito. Era
terribile. Lo sapevo e non potevo aiutarlo>>.
In secondo luogo, la madre di Alex
non cercò di seguire il marito, ma al contrario cercò di estinguere
ogni ricordo di lui, sposandosi con la DDR che in passato aveva reso
dura la sua vita, e quella del marito, e che lo aveva portato a non
tornare dall'Ovest. Non ci fu alcun processo di lutto nella signora
K., grazie al quale potesse rinunciare al suo oggetto d'amore. Invece
ella soffrì di un crollo melanconico. Possiamo sospettare che lo stato
psichico della signora K, e la sua struttura identitaria, sia
caratterizzato da un'idealizzazione dell'oggetto recuperato, ossia la
DDR, la Germania dell'Est, e dalla scissione dell'oggetto perduto, che
viene posto e rappresentato nell'Ovest. Al fine di preservare questa
struttura che è stata costruita contro la morte psichica sperimentata
nel crollo melanconico, non dovrebbe verificarsi nessuna delle due
minacce fondamentali. La prima di esse è la profonda de-idealizzazione
della DDR. La seconda minaccia è il processo di non-scissione, cioè
l'apertura delle barriere difensive nei confronti dell'Ovest. Il film
mostra che lo sviluppo storico mette a confronto la signora K. con
entrambe queste minacce, che sono tutt'e due connesse con la morte.
Penso che l'improvviso ritorno delle
parti morte e scisse della DDR, e il repentino crollo della sua
idealizzazione avvengano subito dopo il 40° anniversario nell'ottobre
1989, quando la signora K. viene messa a confronto con la
manifestazione dei giovani dimostranti che reclamavano maggiore
libertà. La polizia e la Stasi attaccano brutalmente i dimostranti,
buttandone giù a terra qualcuno. La signora K. resta scioccata da ciò
che sta vedendo. Allora si rende conto che suo figlio, Alex, è stato
arrestato e tradotto nel cellulare della polizia, ed ha un attacco di
cuore.
Per circa sette mesi, dall'ottobre
1989 alla metà di maggio del 1990, la signora K. resta in coma. Si
sveglia quando si verificherebbe un'altra perdita oggettuale, quando
cioè Alex bacia Lara. Tornata alla vita, resterà in un fragile
stato di salute. Alex, che emotivamente è molto vicino a lei, inizia
la sua carriera di angelo custode della madre. Egli ripristina, costi
quel che costi, il suo oggetto d'amore sostitutivo, la DDR,
che nella realtà è crollata e sta svanendo, cosa che può riflettere un
suo processo interno di de-idealizzazione. Le manovre difensive non
solo includono la restituzione del passato. Esse comprendono anche la
ridefinizione della realtà esterna distorcendo il significato di ciò
che sta succedendo intorno. In breve, Alex con l'aiuto di Denis sta
inscenando una rappresentazione per cui non è la DDR a crollare, bensì
la Repubblica Federale che sta soffrendo di una profonda crisi. Le
manovre di disconoscimento messe in scena grazie alla manipolazione
delle immagini televisive diventano necessarie ogni qual volta i
frammenti della mutevole realtà esterna attraversano il sistema
di protezione ripristinato e penetrano nell'appartamento della signora
K.. In termini psicoanalitici, a motivo del processo di
de-idealizzazione accaduto nella signora K., la DDR in quanto oggetto
interno comincia a sgretolarsi. Frammenti di questo processo
travalicano la difesa ripristinata, e devono allora essere evitati
grazie a qualche difesa che consente un disconoscimento, un diniego
nel senso di una ri-definizione delirante della realtà.
Come da me già affermato, il sistema
difensivo della signora K. è chiamato in questione dalla scena
dell'elicottero di Lenin. Perciò, la scena è il punto di svolta nel
suo sviluppo psicologico, e possiamo considerarla come la fantasia
visiva centrale del film. Questo corrisponde all'importante potere
visionario della scena che trascende la modalità realistica di
presentare i personaggi e la storia del film, e che è anche la base
per il titolo "Good bye, Lenin".
Mi si lasci ricordare la scena ed il
suo contesto. La signora K, mentre mangia dei cetriolini Spreewald,
guarda la sua nipotina Paula, che sta facendo i suoi primi passi.
Subito dopo, essa stessa fa i primi passi scendendo dal letto per la
prima volta. Ci sono parecchi cenni al fatto che la signora K.,
alzandosi dal letto e lasciando il suo appartamento simile ad
una tomba, si confronti inconsciamente con qualche cambiamento
terrificante che ha avuto luogo. Mentre Alex, il guardiano delle sue
illusioni, sta dormendo come un morto, un dirigibile con un'immagine
pubblicitaria delle sigarette West si può vedere attraverso la
finestra proprio un momento prima in cui ella guarda fuori. Quando
prende il suo cappotto dal guardaroba, vediamo che esso è appeso
proprio sopra le divise di Burger King di Ariane e Rainer, ed i nuovi
vestiti della figlia provenienti dall'Ovest. Scendendo con
l'ascensore, gurda i graffiti osceni e persino una svastica sulle
pareti dell'ascensore. Fuori, un giovane della Germania dell'Ovest
trasporta dei mobili Ikea nello stesso condominio in cui lei vive. Sui
cartelloni pubblicitari ci sono enormi posters pubblicitari che
reclamizzano prodotti provenienti dall'Ovest.
Mentre la signora K. a fatica cerca
di riconoscere il viale Karl-Marx, peraltro a lei ben noto per tutta
la vita precedente, Alex si sveglia e disperatamente la cerca, come
vediamo in un montaggio parallelo. Ma Alex arriverà troppo tardi per
poter evitare alla madre la vista dello smantellamento della statua
divina di Lenin, che era oltre a Karl Marx ed a Friedrich Engels uno
dei padri fondatori mitici ed idealizzati della DDR. Da Est, alla fine
dell'alba, dell'apogeo di Karl Marx (cui è dedicato il viale) un
elicottero a volo radente si avvicina, trasportando la statua
smantellata di Lenin sopra la città. Vediamo Lenin che passa sopra la
signora K a breve distanza, guardando verso di lei, e come se
allungasse la mano destra quasi porgendola a lei. Forse vorrebbe darle
un ultimo saluto oppure è lei che vorrebbe salutarlo su questa via
dell'Ovest in cui il sole sta calando, significando il dissolvimento
di 40 anni di comunismo della DDR.
Lo smantellamento e la sparizione di
Lenin contiene le due minacce per la signora K., di cui ho già
parlato. Da una parte, ella è messa di fronte alla perdita
dell'oggetto sostitutivo idealizzato della DDR. su cui fino ad allora
ha fatto la guardia suo figlio. Il confrontarsi con questa perdita
continua ciò che era iniziato con la de-idealizzazione della DDR.
Dall'altro lato, attraverso la perdita dell'oggetto sostitutivo, ella
non può più scindere ed espellere la perdita del suo oggetto primario
d'amore, rappresentando dal marito Robert, e la sua partecipazione a
questo processo scissionale. Questo è l'aspetto non-scissionale del
confrontarsi con la sparizione di Lenin.
Becker raffigura lo stato interno
della signora K. come sul bordo di un crollo del suo sistema difensivo
in una modalità dinamica. Vediamo la signora K. che sta in piedi con
espressione di impotenza accanto al Viale Karl Marx come se non avesse
veramente capito cosa sta succedendo intorno a lei. In quel momento
Alex ed Ariane la vedono e la portano nel suo appartamento, senza
rispondere alla sua domanda carica di perplessità:<<Cosa sta accadendo
qui?>>.
In ciò che segue, il film continua a
mostrare i cambiamenti interni della signora K. che sono analoghi allo
sviluppo della realtà esterna. Per essere più precisi, dopo la
confessione della signora K. nella casa del week-end, il suo stato
interno si può descrivere nel senso della nozione freudiana di
scissione dell'io. Da una parte, può conoscere cosa sta accadendo,
dall'altra, può denegare ciò e mantenere il suo oggetto d'amore
delirante, la DDR. Questo stato corrisponde allo stato interno del suo
guardiano Alex, che sente con urgenza di dirle la verità, ma che torna
sui suoi passi al suo atteggiamento difensivo dopo il secondo attacco
di cuore subito dalla madre.
Tre giorni dopo la fine della DDR,
la signora K. muore. La voce fuori campo di Alex commenta la morte
della madre dalla prospettiva del figlio devoto: <<Penso che sia stato
giusto che non abbia mai saputo la verità. E' morta felice>>. Come
spettatori, non siamo convinti che lei proprio non sapesse, ma
perlomeno lei sapeva nella modalità della scissione dell'io. Ad
esempio, sia Lara che il suo primo marito Robert le hanno parlato per
diverso tempo senza il controllo di Alex, e Lara è stata l'unica
persona ad aver pensato che fosse necessario che la signora K.
conoscesse la verità. Inoltre, c'è la nota seguente nella
sceneggiatura del film, che si riferisce alla scena in cui Sigmund Jähn
dichiara che la DDR avrebbe aperto il Muro: <<La madre guarda il
notiziario televisivo in un modo commosso. Può credere a fatica che
suo figlio si sia dato tanta pena per lei>>
(“welche Mühe sich ihr Sohn für sie
gemacht hat”). Possiamo aggiungere, per creare un'illusione
così perfetta per lei.
Mi si lasci ipotizzare che l'aver
sperimentato l'amore di suo figlio appartiene ad un processo di
sviluppo della signora K., e che non dobbiamo pensare che la sua morte
sia stata unicamente contraddistinta da una solitudine interiore e da
una disperazione come sembrava essere la conseguenza della logica
interna che ho cercato di spiegare. Inoltre, con Alex e Lara, il film
raffigura una giovane coppia di cui ci possiamo fidare nella
costruzione di un futuro produttivo per se stessi. Penso che lo stesso
sia vero per la riunificazione dell'Ovest e dell'est, dell'Est e
dell'Ovest. Ho diretto la mia attenzione nei confronti dell'aspetto
tragico di "Good bye Lenin", ma, ovviamente, il film è allo stesso
tempo pieno di umorismo e di calore umano. "Good bye Lenin", in quanto
opera d'arte, ci fa sentire la vita individuale, come anche la vita
sul piano politico e collettivo, come qualcosa che significa morire e
nascere, con le parole di Goethe "Stirb und werde".
Freud, S. (1937c): Die
endliche und die unendliche Analyse [Analysis Terminable and
Unterminable] C.W. XVI.
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