sto cenando (sì, alle 9 e mezza…) e rivedendo (per l’ennesima volta) la finestra di fronte.
Ferzan mi è sempre piaciuto abbastanza, anche se ogni tanto, nelle trame e nel creare le situazioni, si è perso in certi clichè, però ha uno stile di regia sempre molto garbato e un paio di attori (che "ripropone") che mi piacciono molto, per mimica e "faccia" (senza tenere conto che l tipo che fa il marito della mezzogiorn in qs film pur non essendo proprio un figone, non so perchè ma mi ha sempre attizzato hehehe)
Ad ogni modo, c’è una scena che mi piace sempre un sacco (a parte quella scontata delle torte, lo so lo so).
Massimo girotti, alias "Simone", viene portato a casa dei due protagonisti: ha perso la memoria e si è perso in centro a Roma. Giovanna è un po’ in crisi ma lo accoglie a cena. Il desco prevede minestrina in brodo per la sera.
Dio, la bellezza di questa scena… tutti fermi a scrutare il misterioso ospite. Poi improvvisamente, senza apparentemente un perchè, simone prende il cucchiaio, lo intinge nel piatto e iniza a sorbire la minestrina.
I bimbi si sentono incoraggiati e seguono l’esempio. Inizia dunque un valzer, un continuo rimbalzo di inquadrature e controcampi. Il bambino, la bambina, lui, lei. Slurp, zup, slup. Ogni stacco una cucchiaiata. Il vecchio, la bambina, Giovanna, io. Slurp.
Il vecchio, slurp.
Io, zup.
Giovanna, sssssuppp.
…è stato divertente, mi sono reso conto che anche io mangiavo la minestra, come loro. In silenzio. come loro. Un cucchiaio alla volta. con lo stesso ritmo. E’ stato un po’ come cenare in compagnia…