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La Valle dell'Alcantara

E' opinione corrente che il territorio della bassa Valle dell'Alcantara abbia avuto origine proprio da Mojo. Circa mille anni prima della nascita di Cristo, infatti, la colata lavica eruttata dal cratere del Monte Mojo avrebbe seguito il percorso del fiume fino a tuffarsi nel Mar jonio formando la penisola di Capo Schisò, oggi culla di Giardini-Naxos. Proprio per questo motivo i Comuni compresi nel territorio tra Mojo Alcantara e Giardini Naxos poggiano su di un solidissimo substrato lavico.
Il fiume Alcantara e la sua valle vantano una lunga storia. Il primo a parlarne, nel V secolo a.C., è lo storico greco Tucidide, che in una sua opera accenna al fatto che la cittadina di Naxos si trovava alla foce del fiume Achesines o Assinos, il cui significato è "fiume salutare". Sotto la dominazione araba, il nome "Achesines" venne cambiato in "Al Qantarah", ossia "Il Ponte", con riferimento a quello in pietra lavica costruito dai romani nell'età imperiale e di cui oggi non rimane più traccia; non a caso, anche in Portogallo vi è una località denominata Alcantara che ospita anch'essa un ponte a sei arcate fatto costruire dall'imperatore romano Traiano. Prima che Achesines o Assinos, comunque, il fiume Alcantara si chiamava "Onòbala", ossia "fiume dovizioso", con riferimento alla vasta gamma di specie ittiche che lo popolavano.
Il fiume Alcantara costeggia le pendici settentrionali dell'Etna e nasce sopra Randazzo, da una sorgente denominata "Saliciazzo" sita a 1250 metri di altezza, per poi sfociare, dopo 48 chilometri, nel mare jonio a sud di Giardini Naxos. Sulla sua navigabilità, i pareri di storici e studiosi sono alquanto discordanti.
Fino all'VIII secolo a.C., allorchè i navigatori greci occuparono il territorio dell'odierna Giardini Naxos, la Valle del fiume Alcantara, ed in particolare la zona della foce, era abitata dai Sìculi. Resti di necropoli e di capanne del Neolitico nonchè cocci dell'Età del Bronzo testimoniano, comunque, che la zona fu abitata anche in età preistorica.
Tra le vicende storiche più rilevanti che hanno avuto come teatro la Valle dell'Alcantara ricordiamo, in particolare, la battaglia contro i messinesi che, attratti dalla ricchezza ed ubertosità della zona, avrebbero voluto conquistarla, ma in realtà andarono incontro ad una cocente sconfitta inflitta loro dai Siculi, i quali seppero sfruttare strategicamente le trappole naturali offerte dalla particolare conformazione delle colline delle zone interne; il passaggio nel 36 a.C. dell'esercito di Ottaviano che, sconfitto in una battaglia navale dalle truppe di Sesto Pompeo, raggiunse a piedi la roccaforte di Tindari attraverso le montane di contrada Mandrazzi; ed, infine, la più importante e cruenta battaglia mai combattuta in Sicilia, ossia quella svoltasi a Francavilla in contrada Cappuccini nel pomeriggio del 20 giugno 1719, quando si scontrarono le truppe spagnole, alleate della popolazione locale, e quelle austriache, alleate dei Savoia.

MOJO

Le prime notizie storiche su Mojo risalgono al 1400, quando il piccolo centro dell'Alcantara era feudo del medico Tommaso Tortorici (o Tortoreto); a costui lo concedette la regina Eleonora, moglie di Ferdinando Il d'Aragona.

Successivamente passò alla signoria dei Lanza (originariamente "Lancia") per via del matrimonio tra Rosa (o Rosana), figlia del Tortorici, e Manfredi Lanza.

La Torre e l'entrata del Palazzo Signorile in una foto del 1905

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Capostipite dei Lanza fu il Duca Ernesto di Baviera il quale nel 970, in omaggio alle sue doti di valoroso condottiero, venne soprannominato "Capitano della Grande Lancia"; da qui la denominazione dell'illustre casato i cui numerosi esponenti acquistarono nei secoli feudi e signorie in tutta la penisola italiana nonché in Sicilia.

La nascita ufficiale del borgo di Mojo si ebbe nel 1602, sotto la reggenza di Palmerio (o Palmerino) Lanza; in quell'anno, infatti, l'autorità règia gli concedette la cosiddetta "licentia populandi". Dove oggi sorge l'attuale Municipio i Lanza provvidero a far edificare anche il loro palazzo baronale. I segni della presenza a Mojo della signoria dei Lanza si avvertono a tutt'oggi attraverso le proprietà immobiliari detenute dai loro discendenti e ricadenti nel territorio moiese.

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La festa dell'albero nel 1932


Casa Guzzardi

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Foto gentilmente concesse da:crisafulli.jpg (8718 byte) Francavilla di Sicilia (ME)

Il 27 luglio del 1928, il regime fascista accorpò Mojo alla vicina Malvagna, riunendo i due centri sotto la denominazione unitaria di "Lanza".

Il 21 gennaio del 1947, con l'avvento del regime repubblicano, un decreto del Capo provvisorio dello Stato ha scisso Lanza negli attuali due Comuni autonomi di Mojo e Malvagna.

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Un'immagine di Mojo scattata nel settembre 1953

 

 

La leggenda

Mojo oggi

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