Sant'Antioco di Bisarcio
Monumento storico di grande interesse architettonico, la basilica di Sant'Antioco di Bisarcio rappresenta un raro esempio di architettura romanica tra i più importanti presenti nell'isola. Reperti litici ritrovati nella zona, testimoniano come il territorio fu abitato dai tempi preistorici, soprattutto per la bellezza del paesaggio circostante e per la vicinanza dell'acqua. Interamente costruita in conci di tufo trachitico e argilolite trachitica, la basilica è di chiara ispirazione pisana e francese. Costruita intorno al 1090, forse formata originariamente da tre navate, fu distrutta da un incendio che lasciò intatti solo degli scarsi avanzi in alcune parti inferiori delle fiancate. Ristrutturata nel 1150-1160 fu impreziosita da una poderosa torre campanaria che venne poi in parte abbattuta da un fulmine. La torre, nella sua struttura architettonica presenta l'influenza pisana - francese e gli elementi stilistici che lo caratterizzano appaiono in perfetta sintonia con le decorazioni esterne dell'abside. La struttura a "canna" è definita negli angoli da quattro paraste che s'innalzano da uno zoccolo a scarpa. Il terzo intervento apportato nella basilica avvenne intorno al 1170-1790, portò alla realizzazione di un avancorpo a due piani. E' questa senza dubbio la parte più interessante della basilica, l'avancorpo inferiore è costituito da un grande portico che conserva all'interno due pilastri che sorreggono una volta a crociera. Una scala che parte dal portico e si arrampica per lo spessore della muratura perimetrale, permette l'accesso al piano superiore costruito da tre vani coperti da volte a botte. Caratteristica del primo piano sono un caminetto mitrato e una finestrella aperta nel muro, che permette l'accesso al tetto e alla cella superiore del campanile. Nel portico, l'arcata centrale serve d'accesso all'edificio sacro, mentre le due laterali, suddivise in arcate minori presentano elementi decorativi di grande pregio quali il leone accovacciato alla base di una colonna e un piccolo rosone a forma di ruota con mozzo e razze che trova posto tra l'arcata superiore destra e le due inferiori. Un muro di restauro ha purtroppo chiuso l'accesso all'arcata di sinistra, proprio questo muro rende la facciata, rivolta ad ovest, asimmetrica a causa di un crollo, la ricostruzione avvenuta in epoca aragonese non ha però ripreso i motivi originali. La parte originale della facciata presenta quattro arcate pensili gotiche a cornice curva decorata. Il frontone è privo di decorazione mentre una grande monofora da luce al vano centrale della chiesa. L'interno suggestivo e caratteristico è diviso in tre navate da cinque colonne monolitiche di granito su cui poggiano sette arcate. Le navate laterali sono coperte da volte a crociera mentre quella centrale presenta delle capriate a vista di recente fattura. I capitelli formati da foglie d'acqua riverse evidenziano preziose rosette con petali e teste umane piriformi. Sei monofore per lato disposte secondo un ritmo alternato proiettano nella navata suggestivi fasci di luce. Inserita perfettamente in un territorio aspro e solitario, la basilica domina la piana di Chilivani, raccogliendo al suo interno frammenti di storie ed epoche passate.