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INTRODUZIONE Ogni scienza è ‘riduzione’ su un piano inferiore di realtà più alte in quanto ‘discende’da principi e questi dal principio , e nello stesso tempo è espansione su un piano inferiore

Cosi noi operando intorno a simboli di realtà più alte ne traiamo principi per la scienza dell’architettura

ARCHITETTURA DELL’ ESAMERONE

1 In principio Dio creò il cielo e la terra.

IN PRINCIPIO

«in principio » (ebr. bereshit) è un avverbio temporale: « quando non esisteva ancora nulla, all'infuori della divinità... ».

In principio: secondo alcuni SS. Padri equivale a « nel Verbo », poiche secondo la dotrrina del N.T. (S. Giovanni, S. Paolo) tutto è stato creato «nel Verbo », idea sostanziale del Padre.

Infatti al primo versetto fa riscontro il primo versetto del Vangelo di Giovanni: «In principio era il Verbo ».

DIO Elohim: e uno dei nomi di Dio piu comunemente usato nel V.T. La sua etimologia è incerta. Forse proviene da UI, essere forte. La forma grammaticale e plurale (« gli dei »), però è costruita sempre col predicato al singolare, a eccezione di pochi casi che vedremo in seguito in questo libro, e non include nessun accenno al politeismo. È considerato un «plurale di totalità » per indicare il complesso delle perfezioni divine.

Proverbi 8, 22-31

22 Jahve mi possedette dall’eternità come principio delle sue vie,

preambolo alle sue opere fin da allora;

23 dall'eterno fui costituita,

dai primordi, dalle origini della terra:.......

....quando stabiliva le fondamenta della terra:

30 ero presso di lui, quale architetto,

ed ero sua delizia giorno per giorno,

ricreandomi alla sua presenza in ogni tempo;.......

Proverbi In questo capitolo (fino a 9, 1- 6) la Sapienza rivela la sua presenza in Dio prima ancora della creazione, dall'eternità Sebbene tale descrizione non ci autorizzi a parlare di rivelazione di pluralità di persone in Dio nel V.T., tuttavia ci sembra che essa abbia contribuito non poco alla formazione della terminologia descrittiva della rivelazione del mistero del Verbo incarnato, sotto la cui luce questo capitolo (fino a 9, 1- 6) ci appare in tutta la sua portata e il suo valore profetico, per cui la Sapienza eterna e creatrice assume le sembianze precise e il colorito del Figlio di Dio, da S. Paolo definito « potenza di Dio e sapienza di Dio » (I Cor 1, 24.30) « in cui tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti »(Col 2, 3), Verbo eterno distinto dal Padre, e creatore di tutte le cose (Gio1, 1-18). In questi versetti la Sapienza ci viene descritta quale assistente di Dio, insieme al quale presiede alla creazione ed all’ordinamento del mondo.

Nel V.T. si parla della Sapienza come ipostasi provenient da Dio (Prov 8-9; Sap 7, 22SS; Ecclo Ig).

Giovanni ha preso i concetti da queste fonti veterotestamentarie, m li ha arricchiti con i dati della rivelazione del NT-

In Principio: (in gr. ~v BpX11) l’espressione richiama Gen 1, 1; significa I'inizio in senso assoluto ed equivale all'affermazione che il Verbo già esisteva prima della creazione del mondo (Col I, Ibs). - presso Dio: il Verbo è presentato come persona distinta da Dio, cioe dal Padre (vv. rq.18). -

il Verbo era Dio: esplicita affermazione della divinità del Verbo, nel senso della consostanzialità al Padre ('7~ 2T nota).

per mezzo di lui: il Verbo è concreatore universale

La creazione, attribuita nel V.T. a Jahve, è presentata qui come realizzata mediante il Verbo.

- niente fu fatto lett. «neanche uno fu fatto».

- ciò che esiste: un'altra corrente esegetica unisce queste parole con ciò che segue. Abbiamo seguito I'interpunzione piu comune.

I In principio era il Verbo

e il Verbo era presso Dio,

e il Verbo era Dio.

2 Egli era in principio presso Dio.

3 Tutte le cose furono fatte

per mezzo di lui

e senza di lui niente fu fatto

di ciò che esiste.

E ancora in Sapienza 9,9

\\9 Ora la Sapienza sta con te,

e conosce tutte le tue opere;

ella era presente, quando creavi il mondo,

e conosce ciò che è amabile agli occhi tuoi

e ciò che è conforme ai tuoi comandi.\\

CREO’

IL CIELO E LA TERRA

Cielo: in ebraico Shamaim, al plurale, i cieli, secondo il concetto della pluralità dei cieli (cielo aereo, sidereo, empireo )

I singoli atti creativi corrispondono agli elementi di cui si compone il cosmo, secondo i concetti del tempo delI'autore, cioè cielo, terra, acqua con tutto ciò che in essi risiede e che considera come loro eserciti: gli astri, le piante, gli animali, I'uomo, i pesci e i rettili.

Va dagli elementi primordiali a quelli più perfetti.

Concezione del mondo presso gli antichi

I Sheol (Gen 37, 35; Nm 16, 33)

2 Terra (I Sa 2, 8; Sal 136, 6)

3 Acque inferiori salate (Es 20, 4;

Sal 136, 6) o grànde oceano o abisso

(Gen 7, 11)

4 Isole delle nazioni (Gen 10, 5; Sof 2, 11)

5 Monti eterni (Dt 33,15; Ab 3, 6) o

colonne dei cieli (Giob 26, 11)

6 Firmamento (Gen I, 6-8; Es 24, 10)

7 Sole e sua dimora (Sal I9, 5-7; Ab 3, 11)

8 Luna e sua dimora (Ab 3, 11)

9Serbatoi delle nuvole (Giob c. 38)

10Serbatoi dei fulmini e della grandine

(Giob c. 38)

11 Acque superiori dolci (Gen I, 7;

Sal 148, 4)

12 Dimora di Dio (Sal 33,14; 104. 3;

Am 9, 6)

13Cielo dei cieli (Dt 10,14)

I4 Colonne della terra (I Sa 2, 8;

Sal 75,4)

15 Cateratte del cielo (Gen 7, 11; 8, 2)

 

 

La Terra, piatta, è una grande isola situata nel mezzo dell’Oceano terrestre sta in mezzo alla distesa delle acque inferiori salate, sostenuta da colonne\fondamenta\Sotto le fondamenta\la Terra\sono gli Inferi\ è lo Sheol, dimora \soggiorno\dei morti; Ai lati dell’ Oceano, le cosidette Montagne eterne sostengono il Firmamento, grande calotta sferica cui sono fissate le sfelle; in esse hanno la loro sede il Sole e la Luna \ sopra è il firmamento, appoggiato sui monti o colli eterni, concepito come una grande lastra trasparente nella quale sono incastonate le stelle \ su cui poggiano le acque superiori dolci (mare celeste); perciò il firmamento è azzurro. Sopra il mare celeste\ I'Oceano celeste,\con in mezzo il Monte di Dio, o la dimora di Dio, sulla quale si eleva\ i Cieli dei cieli \la cupola del cielo dei cieli.

 

Quanto a questo libro, esso Il Genesi offre una schematizzazione della creazione fatta in modo teologico

Essa e una presentazione popolare figurata (antropomortismo) che rende vivamente, l'azione creatrice di Dio, Presenta Dio come un architetto che si accinge a costruire I'immensa fabbrica del cosmo con i suoi abitanti. Ogni operaio deve lavorare sei giorni e il settimo deve riposarsi.

Dio deve dare I'esempio del lavoro e del riposo festivo.

Perciò I'impresa della creazione, vista da una visuale terrestre, è inquadrata nello spazio di sei giorni.

Poi viene la luce perchè al buio non si può operare.

La parola giorno (ebr. iom) è adoperata anche pei i primi tre giorni della creazione, prima del sole, della luna e delle stelle, creati al quarto giorno.

Perciò ha un significato convenzionale, sebbene si componga di vespro e di mattina.

Anche la luce è creata prima degli astri.

La schematizzazione in sei giorni può avere lo scopo d'inculcare nell'uomo l'obbligo del lavoro per sei giorni nella settimana e del riposo festivo, sull'esempio di Dio; ma ciò non toglie che possa indicare che la creazione fu compiuta in diverse riprese, in seguito a diversi interventi di Dio.

Inoltre la successione degli interventi di Dio fa risaltare che scopo finale della creazione è l'uomo.

 

 

IL PRIMO VERSETTO

Nel v. I si stabilisce il punto dottrinale fondamentale: Dio ha creato tutto.

Questo versetto dà il tema e la sintesi dell'argomento di questo capitolo.

Dio ha creato tutto ciò che esiste: cielo e terra.

Tommaso d’Aquino Summa Teo. I, q. 46, a. 3

L'espressione della Genesi, "In principio creò Dio il cielo e la terra" si può interpretare in tre modi diversi, così da escludere tre errori. Infatti, alcuni sostennero che il mondo sia sempre esistito, e che il tempo non abbia avuto principio. Per eliminare quest'errore ‘in principio’ va inteso nel senso di all'inizio del tempo. - Altri invece ritennero clle i principii della crcazione fossero due, uno per il bene I'altro per il male. E volendo ciò escludere ‘in principio’ va spiegato come dicesse ‘nel Figlio’. Infatti, come a motivo della sua potenza si attribuisce al Padre, per appropriazione, il principio [o causalità] efficiente, così si attribuisce per appropriazione al Figlio il principio [o causalità] esemplare, a motivo della sapienza; e in questa maniera quando si dice che Dio ha fatto tutto ‘in principio’ è come se si dicesse: ‘tutto hai fatto in sapienza’ cioè nel Figlio; conforme al detto dell'Apostolo: "In lui- cioè nel Figlio- furono create tutte le cose " - Altri finalmente dissero che le creature corporali furono create da Dio per mezzo di quelle spirituali. E per esclndere questo si ha I'altra interpretazione: ‘Dio creò il cielo e la terra in principio’ cioè prima di tutte le cose. Infatti si dànno come create simultaneamente quattro cose, e cioè: il cielo empireo, la materia corporea (espressa nel termine terra), il tempo e le nature angeliche.

1. Si dice che le cose furono create all' inizio del tempo, non perchè l' inizio del tempo sia misura delI'atto creativo medesimo: ma perchè il cielo e la terra sono stati creati insieme col tempo.

 

 

 

Si crea il tutto \anticipazione del finale\ e\ o\ l’abbozzo; è un abbozzo caotico, non il caos assoluto; nell’abbozzo oscuro sembrano esservi una terra ed un acqua , una superficie ricoperta di tenebra: un substrato comunque in un ‘dove’, ed in un altro ‘dove’ lo Spirito di Dio aleggiava. Tutto ciò non riceve nome, è materia che deve ricevere forma , non è ancora in senso pieno. Non ha proporzione ne decoro .

E’ un pre-esistente, un sub-strato, corrisponde al lavoro oscuro fra terra e acqua dello scavo delle fondamenta, del preparare le cose prima che vengano alla luce, una protocreazione che precede le operazioni dei sei giorni. E’ quasi il numero zero del cielo e della terra creati. E’ la sera \notte\del primo giorno; di ogni notte sarà figura

2 deserta: (ebr. tohu) era come una steppa, una landa deserta, priva di organizzazione vitale, senza quell'ordine che Dio le ha dato in seguito. I LXX hanno: boparo5, invisibile. Altri traducono: «sterminata».

Vuota: (ebr. bohu) era spoglia di tutti gli ornamenti, di tutti gli abitanti creati in seguito. È spazio senza vita. I LXX hanno: drxardoxEUaoroS, informe, in disordine. Alcuni vi vedono la materia primordiale, la nebulosa. - abisso: (ebr. tehom; assir. tiamtu, tiamat , personificazione del mare, mostro marino) cioè l'oceano primordiale che avvolgeva la terra dal disopra e dal disotto.

Secondo il concetto degli antichi, la terra non ha forma sferica, ma un'isola galleggiante sul mare, poggiante su colonne (« colonne della terra») e che sostiene il firmamento con altre colonne (« colonne del cielo »), cf Giob 38, 4-I2 nota).

Nel primo intervento creativo, pertanto, la terra è sommersa da acque tenebrose ed è inoltre in uno stato caotico e senza nulla di quanto viene creato in seguito.

Acqua e terra sono gli elementi primordiali del cosmo immersi nelle tenebre.

Non si parla dell'aria che viene inclusa nella creazione del cielo.

Gli antichi Giudei univano il v. r e questo versetto cosi: «In principio, quando Dio creava il cielo e la terra, la terra era... ».

lo spirito: lett. «un vento, un soffìo», che però attribuito a Dio in un modo speciale.

Tutto fu creato con «lo spirito della bocca di Dio» (cf Sal jj, 6; roq, 30; Gdt r6, Iq; Giob jj, 4; ~4. I4; Ecclo rg, 3) e dopo averlo creato lo feconda.

Perciò questo spirito e quasi personificato.

aleggiava: in ebr. merahefet, che si pub tradurre anche «svolazzava». In Dt ji, 11 infatti rahaf, nella forma verbale picl, indica lo svolazzare degli uccelli sopra i piccoli per insegnare loro a volare, e da esso deriva il senso di «covare». In Ger zj, 9 rahaf significa «tremare».

I LXX traducono: ixErpbparo, «era portato» (Aquila, Simmaco);

Volg.: «ferebatur». Si sottolinea quindi un intervento speciale dello spirito di Dio nella creazione, poichè esso è distinto dalle acque e dal caos.

Il caos è creatura di Dio. Non è una divinità in antagonismo con gli altri dii, come insegnavano le cosmogonie babilonesi.

 

 

Sia la luce, primo atto pienamente manifesto, illumina il contesto o meglio crea il contesto, è unità e nel contempo esige separazione vuole la differenziazione, è l’essere pieno della Creatura che si oppone all’essere vuoto della creatura. la luce creata, l’alfa della creazione simboleggia in tutto il Verbo medesimo La sua sterminata estensione croce cosmica proporzionava il cosmo nel suo stesso porsi e ogni cosa creata riceverà da lei proporzione ; modella il tempo ed ogni altra luce da lei dipenderà è il progetto rispetto alle tenebre . il suo vibrare darà il vibrare di ogni creatura

in lei sempre la Parola divina che l’ha creata risuonerà. Sembra porsi sopra le tenebre le tenebre sono tali perchè non la ricevono sono molto più tenebre di prima le tenebre sono scure pesanti lontane simbolo metafisico dell’essere e non essere tutto ciò comunque è buono

il rapporto è fra l’uno e lo zero ogni giorno avrà nel primo giorno la figura

simboleggia in tutto il Verbo medesimo, Sapienza di Dio, e solo ad essa è inferiore29 Sì, ella è realmente

piu abbagliante del sole

e sorpassa tutte le costellazioni; e paragonata alla luce

è trovata superiore !

30 Sì, alla luce si avvicenda

la notte,

ma il buio del male

non può prevalere sulla Sapienza !

 

8 1Ella stende la sua potenza

da un'estremità all'altra del mondo

e regge I'universo in modo benefico.

 

La parola giorno (ebr. iom) è adoperata anche pei i primi tre giorni della creazione, prima del sole, della luna e delle stelle, creati al quarto giorno.

Perciò ha un significato convenzionale, sebbene si componga di vespro e di mattina.

Anche la luce è creata prima degli astri.

3 Ed Elohim disse: « Sia luce. » E fu luce.

4 Ed Elohim vide che la luce era buona, ed Elohim separò la luce dalle tenebre.

5 Ed Elohim chiamò la luce giorno, e chiamò le tenebre notte. E fu vespro e fu mattino: primo giorno.

-

3La prima ad essere creata fu la luce (ebr. or). \La sua precedenza nella creazione è richiesta dall'antropomorfismo, perciò essa è condizione indispensabile per poter operare. \ Da questo elemento «luce» attingeranno gli astri creati al quarto giorno. Qualche autore l'avvicina alla materia primordiale gassosa e luminosa in forza delle radiazioni nucleari, da cui poi avrebbe avuto origine tutto il cosmo.

Come per operare, così per conoscere Dio, è necessaria la luce. I1 Verbo era la luce vera che illumina ogni uomo (Gio r, 4·9)· Creata la luce Dio la separò dalle tenebre che erano sulla superficie dell'abisso, stabilendo il turno d'avvicendamento, da cui hanno origine il giorno e la notte.

Dio stesso diede nome al giorno e alla notte (nella cultura ebriaica dà il nome a una cosa chi è padrone di essa).

4Dio opera di giorno. Al giorno segue il vespro con la notte, poi segue il mattino. Quindi si hanno giorno completi. I1 vespro, la notte e il mattino senza sole sono una necessità dell'antropomorfismo. Però si parla già di un intervallo tra la luce e le tenebre.

Tutte le opere della creazione erano buone. I1 male entrerà nel mondo col peccato.

Nella presentazione letteraria ogni atto creativo è il risultato dell’ordine di Dio («Elohim disse»), della sua esecuzione («E fu »), dell'approvazione di Dio (« Ed Elohim vide che era buono...»), dell'imposizione del nome («Elohim chiamò... ») e del compimento del giorno (« fu vespro e fu mattino: primo giorno... secondo... »).

 

 

 

 

6 Ed Elohim disse: « Sia un firmamento nel mezzo delle acque e separi le acque dalle acque. »

7 Ed Elohim fece il firmamento e separò le acque che sono al disotto del firmamento e le acque che sono al disopra del firmamento. E così fu.

8Ed Elohim chiamò il firmamento cielo. E fu vespro e fu mattino: secondo giorno.

 

 

6firmamento: ebi. ragija, lett. «cupola» o «volt solida» come di metallo battuto, oppure «distesa» « gittata ». Nei LXX: arepkwira, « firmamento », cib che fermo, stabile. I1 firmamento e considerato come un

volta gettata nel mezzo delle acque, e quindi le divide in due. La parte disopra al firmamento è come un serbatoio delle acque piovane, della rugiada, della grandine; I'altra, disotto al firmamento, contiene le acque che scorrono sulla terra, mari, laghi, fiumi (v. 7).

8 Elohim chiamò...: cioe si dichiarò padrone del cielo. Tutto viene ordinato dalla parola di Dio. La sua volontà è creatrice.

 

\Separazione delle acque al secondo giorno Dal suo cielo la grande croce cosmica della luce si inabissa nelle acque ponendosi con le braccia aperte sotto la superficie delle acque e sopra la terra sommersa; rialzandosi verso l’alto in forma quasi di scodelle rovesciata purifica innalzandole le acque superiori; le acque inferiori che copron la terra; una regione intermedia vuota , un firmamento,altre acque al di sopra , altro cielo al di sopra.\ La divisione totale verticale e differenziazione conseguente qualitativa alto e basso Grande edificio cosmico con la Creazione del Cielo il Cielo del Firmamento è come intermedio tra il cielo aereo ed il cielo dei cieli

9 Ed Elohim disse: « Si radunino le acque che sono al disotto del cielo in un sol luogo; ed apparisca I'asciutto. » E così fu.

10Ed Elohim chiamò I'asciutto terra e chiamò mari gli ammassamento delle acque. Ed Elohim vide che ciò era buono.

11Ed Elohim disse: «La terra produca germogli, erba verde, che faccia seme, albero da frutto che faccia frutto secondo la propria specie, che abbia in sè il seme, sulla terra. » E così fu.

I2 E la terra produsse germogli, erba verde che fa seme secondo la propria specie e I'albero che fa frutto, nel quale è il seme, secondo la propria specie. Ed Elohim vide che ciò era buono.

13 E fu vespro e fu mattino: terzo giorno.

 

La terra e ancora sommersa dalle acque. Queste vengono ammassate in un luogo solo, così la parte da esse abbandonata rimane asciutta e nascono i mari e la terraferma. Questa, su ordine di Elohim, produce subito verdi germogli di erbe e alberi fruttiferi, contenenti il seme per riprodursi nelle loro varie specie. Dalla terra quindi per primo nasce il regno vegetale. Ancora non è creato il sole.

5, apparisca: cioe emerga.

 

 

Terzo giorno la divisione orizzontale ed il completamento Creazione della terra e dei mari

Si completa la grande costruzione ed inizia il decoro

14 Ed Elohim disse: « Siano dei luminari nel firmamento dei cieli per separare il giorno e la notte e servano da segni e per indicare i tempi, i giorni e gli anni,

15e funzionino da luminari nel firmamento del cielo per far luce sulla terra. E così fu.

I6Ed Elohim fece due luminari grandi: il luminare maggiore per presiedere al giorno, e il luminare minore per presiedere alla notte, e le stelle.

17 Ed Elohim li pose nel firmamento del cielo per far luce sulla terra,

18 e per presiedere al giorno e alla notte e per separare la luce e le tenebre. Ed Elohim vide che ciò era buono. 19E fu vespro e fu mattino: giorno quarto.

 

 

Gli astri vengono creati nel quarto giorno, forse per declassarli nei confronti degli idolatri che li adoravano come divinità . Devono servire come da grandi lucerne o lampioni per illuminare la terra e per poter distinguere il giorno dalla notte, per servire da segni (per es. per la direzione del cammino), per regolare I'avvicendamento delle stagioni, dei giorni e degli anni. I1 sole è il grande, la luna il piccolo luminare, perchè realmente ai nostri occhi così appariscono. L’uno illumina il giorno, I'altra la notte e così servono all'avvicendamento della luce e delle tenebre.

'4 SiBno: nell'ebr. vi è il singolare: jehi, «sia».

 

 

 

 

20Ed Elohim disse: « Brulichino le acque di brulichio di esseri viventi e i volatili volino al disopra della terra, sulla super hcie del firmamento del cielo. » ir

Ed Elohim creò i grandi serpenti acquatici e ogni essere vivente che striscia, di cui le acque brulicarono, secondo la loro specie, e ogni volatile alato secondo la propria specle. Ed Elohim vide che ciò era buono.

zzEd Elohim li benedì dicendo: « Siate fecondi, moltiplicatevi e riemyite le acque, nei mari. E i volatili si moltiplichino sulla terra.»

23 E fu vespro e fu mattino: giorno quinto.

 

20-2I Nel quinto giorno Elohim immette la vita nelle acque e nell'atmosfera. Nelle acque si manifesta come un brulichio, prodotto dalla presenza di masse di pesci guizzanti ed increspanti la superficie delle acque. I1 verbo sharas indica il rumore confuso prodotto dallo strisciare o dal movimento di masse di animaletti silenziosi. Non sono le acque che producono i pesci, ma Elohim che li fa apparire in esse, apportatori di vita. Allo stesso modo il volatile, 1'« essere alato», apparisce come volante nell'atmosfera sotto il firmamento, che èil suo ambient al disopra della terra.

2I i grandi Jerpenti...: degli esseri acquatici si distinguono i grandi (balena, coccodrillo, ecc.: Is 27, I; Gio ~. rz; Ger Ir, 34; ecc.) e tutti gli altri usciti dalle acque e quindi pesci e anfibi ciascuno secondo la propria specie.

22 Le piante e le erbe furono dotate del seme per r prodursi (v. rl), i pesci e Sli ucceili furono creati a coppi: maschio e femmina. Elohim dà a questi il medesimo ordine che dà all'uomo: Siate fecondi (lett. «fate frutto»), molf, ~licateui e riempite le acgtre, ciot prolificate e popolate le acque. Quindi dà loro gli organi e I'istinto per riprodursi.

 

 

24Ed Elohim disse: «Faccia uscire la terra esseri viventi secondo la propria specie, animali domestici e yettili, e animali della

terra secondo la propria specie. » E così fu. zsEd Elohim fece gli animali della terra nella loro specie, e gli animali domestici secondo la loro specie ed ogni rettile secondo la sua specie. Ed Elohim vide che ciò era buono. 26 Ed Elohim disse: « Facciamo un uomo ad immagine nostra e a somiglianza nostra e dominino sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sugli animali domestici e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. » 27 Ed Elohim creò I'uo- I mo a sua immagine: ad immagine di Elohim lo creò: maschio e femmina li creò. 28 Ed ,

24-/I Nel sesto giorno furono creati gli animali tel restri e I'uomo. Mentre i pesci appariscono nell'acqua gli uccelli nell'atmosfera, gli animali escono dalla terr: non pero prodotti da essa. È Elohim che li crea. G: animali si distinguono in domestici, in rettili (quelli ch strisciano o che si muovono rasente al suolo emettend~ rumore impercettibile) ed in animali della terra (quelli il libertà, i selvatici). Nel v. 2~ si enumerano gli animai della terra, i domestici e i rettili

Per ultimo r creatc I>uomo, perchr tutto e creato per lui, per essergli soggett~

26 FacciBillo: per ]a creazione dcll'uomo Dio adoper il pluralc, che è stato interpretato in diverse maniere Non indica pluralità di dei, perch~ I'autore conosce ul solo Dio. I SS. Padri vi hanno visto un'espression~ della SS. Trinità; alcuni vi vedono un accenno alla cortl celeste; altri un plurale majestatis; altri un piurale d pienezza e di totalità delle forze o degli attributi di Dio Comunque si voglia intendere, indica come una parti colare deliberazione in Dio prima di creare I'uomo, cii che rende questa creazione del tutto singolare. - ui uomo (ebr. adam, senza articolo e al singolare, ma co veibo al plurale, dominino), è usato qui in senso collettivo Pero adam nei primi capitoli di questo libro indica sem pre la persona di Adamo e diventa perciò nome proprio Elohim lo crei> ad immagine sua, come sua somiglianaa L'immagine (ebr. demtit) è la figura di alcunchè ripro dotta con scultura o con fusionc; la somiglianza (ebr selem) e ciò per cui la figura t simile al soggetto ripro dotto o cio pei cui due cose sono simili. L'uomo ~ un'immagine di Dio che gli si iassomiglia. Al v. 27, ir /, I e p, 6 si adopera indifferentemente demtit (immagine: eJelem (somiglianza). Adamo generi> Set a sua immaginc e somiglianza (/, 3), come egli era stato creato a im magine e somiglianza di Dio. È pur vero che I'antropomorfismo predomina in questo capitolo però non si pui:

dire che I'uomo sia stato creato dio o che I'uomo sia simile a Dio per ragione del corpo e che quindi Dio abbia un corpo come I'uomo. Dio, secondo questo capitolo, e il creatore di tutto, al disopra di tutto, guindi non è circoscritto in un corpo come I'uomo. In tutto il V.T. si proibisce di lappresentare Dio sotto forme sensibili. In che cosa I'uomo e I'immagine di Dio si deduce dalla sua posizione nel cosmo. Dio ha consegnato questo nelle sue mani perche lo domini (v. 28). In Sal 8, ~-g è il commento autentico di questo testo: Dio ha fatto I'uomo di poco inferiore a un dio, lo ha coronato di gloria e di splendore, lo ha eletto sovrano sulle opere delle sue mani, tutto ha sottomesso ai suoi piedi. I1 dominio dell'universo t riservato a Dio, ma egli I'ha trasmesso all'uomo. Tale dominio implica intelligenza (cioè conoscenza profonda), volontà (cioè assoggettamento), equilibrio (cicè retto uso delle forze della natura). Siccome queste doti sono proprie di Dio e mancano in tutte le altre creature tranne che nelI'uomo, in virtu di esse I'uomo e I'immagine che assomiglia a Dio. Non è però un dio. Quindi la diviniz~tazione politeistica dell'uomo viene esclusa. Nello stato di innocenza I'uomo aveva intimità col suo creatore: segno della grada e dei doni soprannaturali che perderà col peccato, ma che riacquisterà per mezzo del secondo Adamo, Cristo. Tutti gli uomini che nasceranno da Adamo porteranno la sua immagine, di uomo terreno, ma iinati in Cristo porteranno I'immagine dell'uomo celeste (Rom /, r~-zI; r Cor rl, 4S-SO; Ebr 2, ~-g). L'immaSine e la somiglianza di Dio sono impresse nella natura umana, quindi Adamo le trasmette ai suoi posteri (/, j). Notare con quanta insistenza si ripete che I'uomo è «creato», «ad immagine e somiglianza di Dio» (in questo versetto, e, due volte, nel v. 27). L'uomo è stato creato per «dominare e soggiogare» (in questo versetto e nel v. 28) tutto cib che Dio ha creato per lui: gli abitanti del cielo, delle acque, della terra e la terra stessa. Non si tratta di solo dominio materiale: ma di dominio assoluto, che comprende la scienza e I'asservimento delle forze della natura ai bisogni dell>uomo.

27 Si sottolinea che I'uomo fu « creato » da « Dio », non da altri, «a sua immagine» e che inoltre fu creato nei «due sessi». L'autore dà qui un quadro sintetico di questa creazione. Non distingue i vari momenti di essa. Sottolinea la «creazione» da parte di Dio. Del modo trattere nel c. 2. I1 plurale /i c7eò si riferisce alla prima coppia. Da tutto il contesto seguente risulta che Dio ha creato solo Adamo ed Eva: un maschio e una femmina.

28 La benedizione è riferita t~er i Desci. Der rrli uccelli

Elohim li benedì. Ed Elohim disse loro: « Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e sottomettetela e soggiogate i pesci del mare e gli uccelli del cielo e ogni essere

,j che striscia sulla terra. » 29 Ed Elohim disse: « Ecco, io vi do ogni erba che ha seme, che è sulla faccia di tutta la terra, e ogni albero, nel quale c'è frutto di albero, che ha seme. Essi siano a voi di alimento. 30E a tuttj gli animali del campo e a tutti i volatili del cielo e a tutti gli striscianti sulla terra nej quali c'è anima vivente, do ogni erba verde lp, per alimento. » E così fu. 3I Ed Elohim vide ;~; tutto ciò che egli aveva fatto. Ed ecco che 37 era molto buono. E fu vespro e fu mattino sesto giorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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