|
Loira
& Bretagna 2003
di
Mirko "Legolas"
viaggio dell'agosto 2003
L’INIZIO:
"Le vacanze estive ci (io e mia moglie/zavorra) piacerebbe
farle in Francia, più precisamente la
zona della Loira con i suoi castelli.
Cerco anche compagni di viaggio, anche perchè è
la prima vacanza in moto e sarebbe bello farla
in compagnia.
Chi è già stato in zona, mi può dire com'è
di solito il tempo?
So che la domanda è difficile perchè negli ultimi
tempi non è che si possono fare previsioni
metereologiche molto attendibili.
Il sogno sarebbe Scozia o Irlanda, ma in 15 giorni non sono
troppo lontane?
_________________
Mirko TDM900 Giallo
One Ring to rule them all, One Ring to find them
One Ring to bring them all and in darkness bind them
RECORDMAN N°160
INTRODUZIONE
Le nostre vacanze sono “cominciate” un po’
prima, più o meno a Marzo del 2003,quando ancora
l’estate era lontana e le giornate molto corte.
Tutto ha inizio con due messaggi, postati su due siti del “settore”
: TDM Italia.net e Mototuristi.org.
Nel primo Legolas & Lamù da Tavarnuzze (FI) (al secolo
Mirko con la “K” e Cinzia) postavano un
messaggio (vedi sopra) nel quale cercavano compagni di viaggio
per una possibile vacanza in
Francia nel mese di Agosto…
Nel secondo Merlino & Magò da Roma (al secolo Guido
“Mastrotitta” & Valentina) facevano la
stessa cosa e nel frattempo cominciavano una fitta corrispondenza
con Legolas sul forum di TDM
Italia.
Al messaggio di Merlino rispondevano anche altre coppie tra
cui : Francesco e compagna, Danilo e
compagna, ma soprattutto Titty e Haran Benjo (al secolo Laura
& Mirco con la “C”-), questi ultimi
da Castellina in Chianti.
Per adesso il gruppo di vacanzieri che si stava formando era
composto da :
Merlino,Magò,Legolas,Lamù,Titty e Haran Benjo.
Che ci fosse “qualcosa” di speciale (almeno secondo
Merlino) che andava oltre la casualità, si era
capito subito, infatti c’erano già molte affinità….
Tre coppie coetanee (e nelle inserzioni non c’erano vincoli
d’età); due di queste addirittura
conterranee, separate solo da quattro colli e pochi Km; tutte
e tre alla prima esperienza mototuristica
seria, ma soprattutto…tutte e tre con moto TDM.
Il primo incontro è avvenuto a Roma, a giugno, ed è
servito per rompere il ghiaccio, per prendere
confidenza gli uni con gli altri e per sancire ufficialmente
la nascita del M.I.C.
(Motociclisti Incontrati per Caso).
Di questo incontro ricorderemo soprattutto Mirco che “inseguiva”
le Frecce Tricolori con la sua
macchina fotografica, e il simpatico “…ragazzi ‘annate”
del proprietario di una pizzeria del centro
di Roma che molto gentilmente ci faceva sloggiare ancora con
il boccone in bocca.
Il secondo incontro è avvenuto a Castellina a fine giugno
ed è servito per consolidare ulteriormente
le prime impressioni positive, ma specialmente per organizzare
nel dettaglio il Viaggio. Di questo
incontro ricorderemo il comodo “lettone” di Legolas
e compagna che l’hanno ceduto a Merlino e
Magò per una notte e una “mitica” parmigiana
alle melanzane fatta da Titty.
La domenica sera dopo aver steso le cartine (stradali eh!!)
sui tavoli, il M.I.C. prepara il piano di
battaglia. Tre ore dopo tutto era pronto e definito nei particolari
: avremmo scavalcato il Moncenisio
e poi…6000 km davanti a noi !!!
01/08/03
CASTELLINA
Partenza rimandata per un disGUIDO tecnico: Guido per l’appunto
arrivato in quel di Castellina
l’1/08/03, ha perso il portafoglio al cui interno c’erano
patente, soldi, carte di credito, praticamente
tutto.
Il borsello era stato perso in una pizzeria nella quale Merlino,Magò,Titty
e Haran Benjo avevano
comprato la cena. Quindi non restava altro che tornare a vedere
se l’avevano trovato e il gioco era
fatto. Appurato che il portafoglio era stato effettivamente
trovato e portato in pizzeria, che non
avrebbe riaperto sino alle 16.30 del giorno dopo, c’era
la prospettiva di perdere subito un giorno di
ferie. La sfortuna oltretutto continuava a darci dentro, infatti
il locale aveva anche cambiato
gestione e i nuovi proprietari non erano conosciuti da nessuno.
In una maniera che definire
rocambolesca è riduttivo, viene trovata l’unica
persona ,ancora in giro a mezzanotte per Castellina
in Chianti, che conosceva i nuovi gestori.Dopo averli svegliati
all’una, Merlino usa tutto il suo
repertorio di scuse per convincerli a partire nel cuore della
notte da Siena, aprire la pizzeria e
rendergli il prezioso oggetto.
Riusciranno i nostri eroi ad iniziare la fantastica avventura?????
La vicenda è complessa e ha dell’incredibile (qualcuno
protegge il nostro Merlino e questa mano
invisibile come vedremo poi, lo accompagnerà per tutto
il viaggio) ma sono le due di notte ed il
portafoglio è ritornato in mano al proprietario quindi……..SI
PARTE!!!!!!!
02/8/03
CASTELLINA, TAVARNUZZE, LIONE
Per Merlino,Magò,Titty e Haran Benjo la giornata inizia
nel migliore dei modi, infatti la sveglia li
trova praticamente già “operativi”. L’eccitazione
per la partenza è tale che non hanno chiuso
occhio!!!
Anche Legolas e Lamù hanno passato una notte un po’
agitata, vista la telefonata delle una di notte
di Mirco, che spiegava l’intoppo e diceva che forse avremmo
passato il primo giorno di ferie a
Firenze.
Fatta una buona colazione, e indossate le tenute da viaggio,
non resta altro che mettere in moto le
“bambine” che non si fanno trovare impreparate all’appuntamento
con l’avventura.
Ore 7,30; con un ora di ritardo sulla tabella di marcia, (causa
smarrimento portafogli vedi 1/08/03)
inizia il viaggio.
L’aria “frizzantina” sulla pelle è
molto piacevole, il panorama intorno a Castellina è meraviglioso,
e
per i “lupi ” di città come Merlino, poter
iniziare a lasciar andare i cavalli su questi sali scendi è
magnifico…
Ore 8,00 il gruppo è al completo, finalmente a Tavarnuzze
all’imbocco dell’autostrada il M.I.C. si
completa con Legolas e Cinzia.
Anche loro sono lì da un po’ e per non perdere
altro tempo vengono rimandati i saluti al primo
autogrill, dopo qualche km…
Le moto e il loro equipaggio “galoppano” sulla Firenze
Mare in direzione di Genova, il traffico è
assente, e (cosa ancor più importante) anche il caldo
non è asfissiante.
Nei pressi di Genova una volante della Polizia stradale si insinua
tra di noi e lampeggia al primo
della fila, cioè Legolas.
Ci fa capire di fermarsi alla prima area di sosta e qui scopriamo
il motivo di questa improvvisa
visita di “AMICI”.
Secondo disGUIDO: Guido per l’appunto, orgogliosissimo
della sua targa sporca ed illeggibile , è
stato beccato e sotto lo sguardo divertito di Legolas,Lamù,Titty,Haran
Benjo (ed il poliziotto), si
arma di spugna, detersivo e olio di gomito e lava ben bene la
targa della sua moto.
La tappa di oggi è “solo” di trasferimento,
la meta è Lione, circa 600 km dalla partenza, dove
abbiamo prenotato un Ibis per la notte. La scelta è di
non fare il traforo del Frejus per motivi
economico-salutisti, bensì di cavalcare il valico del
Moncenisio… così tanto per non perdere
l’abitudine e per arrotondare le gomme,spiattellate da
400 km di autostrada.
Sicuramente abbiamo “allungato” un pochino, ma già
dopo il primo tornante ci siamo resi conto che
quella era stata la cosa migliore e dopo poche curve...finalmente
in Francia. A questo punto la
vacanza è veramente iniziata; d’ora in poi ogni
metro percorso è “pura e semplice” vacanza
per
tutti….
Dopo la sosta per le foto di rito sul valico ed il lauto pasto
(un panino e una coca), decidiamo di non
percorrere l’autostrada francese: abbiamo visto,infatti,
che dal Frejus parte una strada statale che
costeggia l’autostrada fino a Lione.
Questa scelta si rivelerà poco azzeccata perché,
anche se i paesaggi che ci circondano erano
splendidi, non avevamo tenuto conto della stanchezza, del caldo
e della voglia di andare in doccia.
Particolare non trascurabile: l’aria frizzantina della
mattina, ci aveva abbandonato dopo un paio
d’ore, lasciando posto ad un caldo torrido ed insopportabile
(probabilmente la nota stonata della
vacanza).
Dopo aver attraversato Chambery, decidiamo di rinunciare all’idea
di raggiungere Lione via statale,
e imbocchiamo nuovamente l’autostrada per recuperare tempo
e per arrivare alla meta finale quanto
prima. Se le strade francesi sono magnifiche, le autostrade
non sono certo da meno…
Dopo aver superato un paio di postazioni mobili di autovelox
(in Francia dovete stare attenti sotto ai
ponti e alle macchine “civetta” camuffate da automobilisti
in “panne” parcheggiate lungo la corsia
d’emergenza), raggiungiamo Lione verso sera.
Grazie a Valentina, che alla fine della vacanza riceverà
il premio “motoguida” dell’anno,
rintracciamo il famoso Ibis che avevamo prenotato dall’Italia
tramite internet.
Fra tutti gli Ibis il nostro non è il massimo, ma se
si esclude il fatto che si trovava nell’estrema
periferia di Lione (frequentata da facce poco raccomandabili),
ha tutto quello che serve per un
motociclista: un letto comodo, una doccia, l’aria condizionata
e il parcheggio custodito per le
moto…davanti alle nostre finestre.
Legate l’una all’altra le moto (oltre che a dei
robusti pali!!!), docciati e rinfrescati, siamo andati in
cerca di un ristorante per cenare…a piedi ovviamente,
sia perché il nostro fondoschiena aveva
ormai la forma della sella, sia perché per riaprire tutti
i lucchetti ci sarebbe voluto almeno un quarto
d’ora.
L’appalto lo vincerà una pizzeria “Pizza
Latina”una pizza divina,cotta a legna, migliore di molte
mangiate in tanti ristoranti italiani.
La serata si conclude così, dopo aver gustato un ottima
cena e dopo aver deciso l’orario di partenza
per il giorno dopo, con il M.I.C. letteralmente a pezzi.
3/8/03 LIONE –BOURGES
Anche se la giornata inizia presto, alle otto, c’è
stato comunque il tempo di recuperare le forze.
Facciamo un abbondante colazione all’Ibis, procurandoci
in tal modo anche il pranzo, infatti fra i
sorrisi ironici degli altri ospiti, tutti e sei abbiamo fatto
più volte la spola verso il bancone del pane e
degli affettati…ridete !, ridete !…intanto noi abbiamo
pensato anche al pranzo!!!
Sempre all’Ibis facciamo la conoscenza di un tale italiano,
che oltre a parlare, parlare, parlare…ci
dà qualche informazione utile: la benzina ai supermercati
costa meno…ma dobbiamo fare
attenzione a non rimanere senza, la sera, dopo le 19.00 e la
domenica perché i distributori
automatici francesi non accettano carte di credito italiane!!!!!!!(mah)
Salutati i tipi, iniziamo la nostra seconda parte della tappa
di trasferimento…direzione Bourges.
Il traffico per uscire da Lione è notevole, ma le macchine
si aprono davanti a noi al nostro
passaggio come il mar rosso si aprì a Mosè, tutto
il contrario di quello che succede da noi in Italia.
Usciti da Lione la situazione si capovolge, lungo la strada
le macchine si contano sulla punta delle
dita.
Lungo gli interminabili rettilinei che caratterizzano questa
zona della Francia, si susseguono
panorami mozzafiato, distese di campi di girasole, campi di
grano e mucche,mucche,mucche che
pascolano.
Questi rettilinei,appunto, ti spingono ad accelerare, ma a farti
rallentare e riflettere ci pensano delle
strane sagome nere lungo il ciglio della strada indicanti i
“caduti” per incidenti stradali.
Se sia un buon sistema per non far correre non lo sappiamo,
ma con noi ha funzionato…quasi
sempre.
Anche la strada del secondo giorno non sembra terminare mai,
e l’aver messo una tappa intermedia
fra noi e Blois è stata una buona scelta.
Il caldo è impressionante, non immaginavamo certo di
trovare un clima così, tipico forse del sud
della Spagna, ma non in piena Loira…
E’ domenica e proviamo subito sulla nostra pelle che le
carte di credito italiane non sono gradite ai
distributori automatici dei benzinai francesi.
Non accettando contanti siamo costretti ad aspettare che arrivi
qualcuno che ci faccia mettere
benzina con la sua carta e quindi rendergli i soldi.
Arriviamo a Bourges intorno alle 15.30, dopo aver fatto una
pausa per il pranzo in un area di
parcheggio lungo la statale nascosti alla preziosa ombra di
un albero.
Anche qui la scelta per dormire è caduta su un albergo
della catena Ibis e dopo aver scaricato i
bagagli decidiamo di andare a visitare il paese.
Guidare le moto senza il tris montato da la sensazione di essere
su una bicicletta. Ci dirigiamo verso
il centro della città che dista pochissimo, un paio di
km. In Francia tutte le città e persino i paesini
più piccoli e sperduti hanno il loro bel cartello “CENTRE
VILLE” che indirizza appunto al centro
della città.
La prima cosa che ci colpisce di Bourges è il silenzio
che regna sovrano e le poche persone in giro;
la seconda è la fantastica cattedrale gotica, imponente,
che sovrasta tutto il paese ed è visibile quasi
da ogni punto. E’ veramente maestosa, sembra quasi fuori
posto in mezzo a quei tetti moderni.
L’atmosfera all’interno è magica, la musica
in sottofondo, le luci, il silenzio ed il rispetto dei
visitatori ti riportano indietro nel tempo, ai secoli bui del
Medioevo.Vale sicuramente una visita.
Dopo aver ammirato la cattedrale, seguendo la nostra preparatissima
guida Legolas, responsabile
della zona LOIRA, ci dedichiamo alla visita della cittadina
scoprendone scorci bellissimi. Mentre
facciamo finta di ascoltare quanto racconta ?, la nostra guida
decide di integrare la storia e la
cultura con del sano esercizio fisico, così che con un
bellissimo volo d’angelo, quasi lascia una
decina di denti stampati su un bel gradino di granito…meno
male che la città e vuota e nessuno ha
visto…VERO???
Nel gironzolare scopriamo il perché di tanta desolazione
intorno a noi: nel bel mezzo del parco
pubblico una simpatica orchestrina tipo Casadei, intrattiene
moltissima gente che balla e si diverte.
Qui facciamo il primo incontro con altri due compagni di viaggio:
fiori dai colori stupendi e fontane
alle quali dissetarsi. Le seconde soprattutto saranno la nostra
manna dal cielo.
La stanchezza del viaggio è ancora “forte”
e non abbiamo del tutto smaltito gli oltre 1000 km di
trasferimento da Firenze, quindi dopo un pasto non tanto frugale
in un ristorantino del centro,
torniamo in albergo a riposar le membra stanche…
4/8/03
BOURGES-BLOIS
La partenza avviene con tutta calma. Ovviamente dopo esserci
rifocillati per bene e aver
“speso”tutti 12 euro a coppia per la colazione,
approfittiamo anche qui dell’abbondanza del menù
per ricavarne un decente pranzo al sacco.
La prima cosa che facciamo è quella di disdire gli altri
hotel della Ibis, che risultano essere troppo
“esosi” per le nostre finanze e iniziare a ricercare
i più abbordabili ETAP.
Concluse le operazioni “burocratiche”, caricate
le nostre moto e fatta fare colazione anche a loro,
nei soliti supermercati INTERMARCHE’, ci muoviamo verso
BLOIS.
Fedeli alle intenzioni iniziali, evitiamo accuratamente le autostrade,
utilizzando la rete statale.
Raggiungiamo l’Hotel (la cui qualità è ovviamente
proporzionata al prezzo per notte) abbastanza
presto, posiamo i bagagli e partiamo alla scoperta dei castelli,
altro punto forte della nostra guida
Legolas. La nostra meta è quello che tutte le guide consultate
garantivano essere tra i più belli dei
castelli della Loira, quello di Chambord.
Blois si trova in piena valle della Loira, ed occupa una posizione
strategica per muoversi e visitare
Chambord, Chenouncheaux, Amboise ed altre belle località
che si trovano in zona.
Anche qui il caldo è massacrante, veramente insopportabile,
un termometro di una farmacia di
Blois, segna 44°.
Arrivati nel parcheggio del Castlello di Chambord
cerchiamo un posto all’ombra per le moto, ma l’impresa
si rivela impossibile. Rassegnati, le
mettiamo la sole.
Riecco il nostro gradito compagno di viaggio: una fontana di
acqua potabile sotto la quale “ ci
tuffiamo con tutti i vestiti” e riempiamo le nostre scorte
da viaggio.
Per arrivare al castello c’è un breve tragitto
attraverso un boschetto…perché non approfittarne
per
mettere qualcosa sotto i denti ??? Un bel panino di pura gomma
è proprio quello che ci vuole…
La particolarità di questi castelli è, a nostro
avviso, quella di essere
bellissimi,fantastici,eccezionali… ma solo di fuori. L’interno
spesso non è all’altezza delle
attese…e del costo del biglietto.
Chambord, è molto grande, e la perla del castello è
la famosa doppia scala “elicoidale” sita nel
centro della sala principale.
Tolta questa scala, le camere sono molto spoglie, alle pareti
ci sono esclusivamente quadri (quando
ci sono!!) raffiguranti scene di caccia e simili.
Da ricordare lo spettacolo della “caccia alla volpe”
che viene ripetuto tutti i pomeriggi (a
pagamento) nel parco con figuranti e animali addestrati.
Altra cosa degna di nota è lo spettacolo notturno con
“le luci” che viene rappresentato all’interno
del castello.
Dopo aver visitato questo, la seconda meta è il Castello
di Amboise. Nel parcheggio ci facciamo
un’altra doccia completa ma il refrigerio dura poco, dopo
qualche km siamo asciutti come la sabbia
del deserto.
La strada per raggiungere Amboise, è fantastica, costeggia
la Loira e in alcuni tratti offre degli
scorci bellissimi.
Da ricordare le “Caves”, che sono dei grottini (molto
simili alle fraschette frascatane di Roma) siti
lungo la Loira dove si può degustare qualche leccornia
del posto, accompagnata dal vino locale.
Amboise è una bomboniera, un paesino molto carino, sovrastato
dall’omonimo castello presunta
dimora delle spoglie mortali di Leonardo da Vinci (fra l’altro
autore oltre che delle tecniche
difensive del castello, anche della bella scala a doppia elica
di cui prima..), ma anche sede di una
delle migliori cioccolaterie della zona dove Merlino non ha
potuto non assaggiare una tavoletta di
cioccolato al latte ….era il 4 agosto e c’erano
3000°!!!…un caldo incredibile…traete voi le
conclusioni.
Lasciato Amboise, la meta finale della giornata è il
castello di Chenouncheaux. Il trasferimento non
è lungo ma facciamo comunque una bella tirata lungo le
stradine interne di collegamento.
Questo castello, stando alla guida, è eccezionale esternamente,
quindi ci proponiamo di vederlo da
fuori fare un po’ di foto e via verso Blois. Nonostante
la corsa, non c’è la facciamo ad arrivare
prima delle 19,00. Per L’esattezza arriviamo alle 18,55
ma non ci fanno entrare perché il parco nel
quale si trova il castello avrebbe chiuso 5 minuti dopo e la
biglietteria lo era già da almeno 15
minuti. Chiediamo uno strappo alla regola, così tanto
per vederlo e basta, oppure che facciano
entrare solo uno di noi giusto per fare un paio di foto. Purtroppo
nulla da fare, i custodi, inflessibili,
ci chiudono le porte del parco in faccia lasciandoci così
a bocca asciutta.
Da ricordare l’inca@@@ra di Legolas che avrebbe volentieri
affrontato una chiacchierata con i
custodi…
Presa la buca, rientriamo gustandoci però delle stradine
e dei rettilinei fantastici, che attraversano
paesi che sembra siano fuori da ogni contesto turistico e che
ci riportano verso la Loira.
Il sole che si sta abbassando fa il resto e sbucare sul fiume
e trovarsi
Blois al tramonto, con tutte le sue casette dai tetti d’ardesia
è una meraviglia.
Per la cena abbiamo optato per un ristorante della catena BUFFALO
GRILL, dove cucinano della
carne niente male.
Per il dopo cena invece ci dirigiamo verso i vicoletti di Blois
che sono molto caratteristici e
“intimi”.
Anche qui troviamo “l’intera” popolazione
di Blois raccolta in una piazza nella quale si affacciano
due o tre locali, intenta a bere e divertirsi per riprendersi
dalla calura diurna.
5/8/03
BLOIS-ANGER
L’Etap non offre una colazione da invidiare, nel senso
che non ci consente di farci i soliti panini per
il pranzo, così decidiamo di procurarci il cibo nella
maniera tradizionale….andando nei
supermarket.
La giornata inizia relativamente presto, l’incredibile
caldo sofferto il giorno prima ci ha convinto a
partire con il fresco della mattina, così fino alle 11,00
abbiamo avuto un po’ di “tregua”.
Le mete della giornata sono gli splendidi giardini del castello
di Villandry, semplicemente
fantastici. Disegni tematici si alternano a labirinti di siepi
e a coltivazioni di verdure e alberi da
frutto. Anche qui non mancano fontane con giochi d’acqua
assolutamente originali. L’ormai
classico rito della doccia alle fontane di acqua potabile si
ripete anche a Villandry. Lasciato questo
castello ci dirigiamo verso quello di Azay le Ridau, anch’esso
molto suggestivo con le sue torri e le
sue guglie. Intorno al castello si snoda il classico fossato
creato da un fiume che attraversa il
bellissimo parco. Di questo castello, visto solo da fuori, ricorderemo
comunque l’incontro di Magò
con una sua collega di Roma, il coltellino svizzero di Merlino
finito per errore nella busta dei rifiuti,
e la corsa al bagno di Haran Benjo dopo giorni di “astinenza”…
Prima di salire sulle moto, “doccia” e “abbeverata”
di rito e via verso lo Chateau d’USSE visto da
lontano perché l’ingresso di 9,80 euro a testa
ci sembrava eccessivo. Dicono che questo castello, tra
l’altro molto bello nell’architettura, abbia ispirato
Perrault per la fiaba della Bella addormentata nel
bosco.
Sconsigliamo vivamente di prendere qualcosa al barettino che
si trova di fronte all’ingresso del
castello perché pratica prezzi diciamo non proprio economici.
Dopo una mezz’oretta di riposo il M.I.C. si dirige verso
Chinon, dove per 4,00 euro a testa ci siamo
fatti dei bellissimi gavettoni alla solita e immancabile fontanina,
includendo anche qualche
malcapitato….
La giornata è comunque una tappa intermedia di trasferimento
lungo la quale per motivi di tempo
abbiamo infilato i castelli che sulla carta ci sembrava valesse
la pena di visitare.
Dopo un’estenuante giornata in giro per la valle della
Loira, ci aspetta la nostra meta : Anger.
Gli ultimi 30 km, che ci separano dalla nota località
dove viene prodotto il Cointreau, decidiamo di
percorrerli in autostrada. Qui il caldo è allucinante
e veramente insopportabile nonostante siano
ormai le 18,00; le gomme hanno dovuto sopportare una prova durissima
ma alla fine il M.I.C.
raggiunge l’Hotel ETAP.
Qui ci attende una bella sorpresa: dopo una giornata a 43°C,
le stanze o loculi erano roventi e l’aria
al loro interno irrespirabile. La stessa signora della reception
ci conferma che non aveva mai visto
una giornata così calda da quelle parti.
Per la cena abbiamo ricercato più che un locale caratteristico,
un locale climatizzato dove poter
sorseggiare una birra o una coca (nel caso di Merlino) senza
grondare di sudore…
Comunque anche la giornata più dura volge al termine
e d’ora in poi ogni km percorso ci porterà
verso il fresco della Bretagna, e questo è l’importante!!!.
6/8/03
ANGER-MONT ST. MICHELL
La giornata inizia presto, alle 7,30 siamo tutti in piedi, (a
parte i soliti Mircki che avevano già
caricato le moto) colazionati e pronti per partire in direzione
Mont st Michell.
Il M.I.C. decide per un cambio di strategia, da oggi non prenoteremo
più in anticipo in quanto la
catena Accor non ha molti alberghi abbordabili in Bretagna,
ma non dovrebbero esserci problemi
per la notte…
Sulla nostra strada si trova Fourgeres, che è la prima
meta della giornata. La strada è più lunga del
previsto, ma piacevolissima da percorrere soprattutto se accompagnati
da una temperatura
finalmente umana, che ci consente di chiudere la lampo dei giubbotti
molto volentieri. Infatti
Merlino e Magò faranno anche una sosta intermedia per
metter su una felpa…impensabile un paio
di giorni prima.
Raggiungiamo il paesino a metà mattina, non prima però
di aver acquistato da mangiare e fatto
rifornimento nel solito INTERMARCHE’ di turno.
Fourgeres è fantastica, l’appellativo di Carcassonne
dell’ovest non è sbagliato. Il castello troneggia
con le sue imponenti torri, fossato, e cinta muraria da una
collina e domina tutta la città.
L’interno è come tutti i castelli medievali che
hanno avuto un passato burrascoso, fatto di assedi e
riconquiste, desolato e vuoto, ma è proprio il fascino
nell’apparente desolazione, che ti fa pensare a
come si viveva nei secoli bui del medioevo. L’intero complesso
è ben tenuto e vale sicuramente il
prezzo del biglietto di ingresso. Se il tempo non incombe merita
una visita anche la chiesa in stile
gotico, costruita in granito, che si trova appena fuori le mura
del castello.
Il pranzo lo facciamo in un parco pubblico dove, nella fontana
di turno, 3 “simpatiche canaglie” si
facevano il bagno.
Da questo giardino,posto su di un colle, la vista del castello
è semplicemente fantastica, infatti si
trova di fronte a noi leggermente più in basso.
Il viaggio riprende ora senza sosta fino alla meta finale della
giornata : Il monte di San Michele.
Arrivati nelle vicinanze cominciamo la ricerca di una sistemazione
per notte. Tutte le Chambre
d’Hotes presso le quali ci fermiamo sono prenotate.
Un simpatico ometto dopo averci detto che non ha posto per la
notte ci permette di fare una
telefonata dal suo telefono, all’ufficio del turismo di
Pontorson, dopodiché ci chiede 1 euro per “il
disturbo”…
Le Chambre d’Hotes presso le quali abbiamo, invano, cercato
di fermarci per dormire erano
semplicemente deliziose: case di campagna immerse nel verde,
molto rustiche e accoglienti.
Decidiamo quindi di recarci all’ufficio turistico di persona
per chiedere di trovarci un tetto per la
notte.
Questo sistema è quello che risulterà il più
comodo e veloce per trovare da dormire in
Bretagna.Quasi sempre gratuitamente, altre volte ad un prezzo
simbolico, gli operatori si fanno in 4
per trovarti da dormire secondo le tue preferenze ed esigenze
economiche. Tra l’altro sono gli unici
posti in Francia dove i francesi si abbassano a parlare un’altra
lingua che non sia la loro.
Nella fattispecie noi siamo stati abbastanza fortunati. Infatti
l’operatore ci ha trovato tre camere
presso l’HOTEL DE LA POSTE a pochi passi dall’ufficio.
L’hotel è pulito (non la camera di Titty e Haran
Banjo, che risulta essere un miscuglio di muffa e
naftalina) e relativamente economico, oltre che a pochi Km.
dal mitico Mont St. Michel.
Posati i bagagli in fretta, decidiamo di andare a vedere la
meta del giorno al tramonto, sperando
anche di trovare l’alta marea che renderebbe la penisola
un isola molto più affascinante.
La sfortuna vuole però che capitiamo nel periodo della
bassa marea, e l’alta marea non si farà
vedere se non 4 giorni dopo, che sfiga!!! La vista dell’abbazia
che si staglia all’orizzonte è
comunque imperdibile.
Decidiamo prima di tutto di fare la foto di rito mettendo in
posa le moto con sullo sfondo il monte,
con i due Mircki intenti a bloccare temporaneamente il deflusso
e l’afflusso di macchine lungo la
stretta (e unica) strada di collegamento (probabilmente queste
saranno le ultime foto fra qualche
anno la strada sarà abbattuta e tutti i mezzi dovranno
essere lasciati molto prima), prendendosi
anche vari accidenti in diverse lingue del mondo. Rimontati
in sella abbiamo percorso poche
centinaia di metri e ci siamo concessi una breve visita del
paesino arroccato sul monte che ricorda
molto S.Marino.
La visita al monastero viene rimandata per motivi di tempo,
al giorno dopo.
La cena avviene alla “COTE BLEUE” di Pontorson in
una creperie che fa delle vere e proprie opere
d’arte culinarie. Magò e Legolas decidono di accompagnare
il pasto con il famoso sidro di mele. La
scelta è particolare ma azzeccata, il sidro leggermente
gassato e non troppo dolce si accompagna
bene con queste galettes. La povera Titty è visibilmente
stanca ed infreddolita, ma anche il resto del
M.I.C. non sta molto meglio e si decide di andare a nanna!!
7/8/03
LE MONT ST. MICHELL-SAINT MALO’
Anche oggi ci siamo svegliati presto, la prima cosa che facciamo
è guardare fuori dalla finestra per
vedere “che tempo fa”, quella passata infatti è
stata la prima notte in cui abbiamo dormito sotto le
lenzuola e vedere la pioggia non ci avrebbe stupito.
Il tempo è il tipico di quelle parti: nuvoloso e con
una foschia (ma non nebbia) “invernale” che, in
altre circostanze, ti fa venire voglia di restartene sotto le
coperte.
L’appuntamento è alle 8,00, Legolas (il solito
mattiniero) ha nel frattempo provveduto a chiedere al
proprietario dell’albergo di farci lasciare i bagagli
in qualche stanza in modo da evitare di portarli
con noi, il secondo appuntamento è invece in una “patisserie”
della zona.
Finalmente abbiamo assaggiato i famosi dolci bretoni (questa
regione è infatti famosa per i dolci).
Quella di andare in pasticceria è stata una scelta “azzeccatissima”,
in quanto con una spesa più che
accettabile (circa 4-5 euro a coppia) abbiamo mangiato dolci
alla crema, al cioccolato e secchi di un
gusto e di una bontà raramente provata, anche in Italia.Chiaramente
il burro regna sovrano, quindi
se non vi piace…siete messi male.
Alle 9,00 siamo a Mont St. Michel, lasciamo le moto nel
parcheggio principale al costo di € 1,00 per l’intera
giornata. A quell’ora il flusso caotico (che
troveremo la sera all’uscita) di turisti è quasi
inesistente.
In pochi minuti facciamo i biglietti e, alle 9,30 siamo nel
piazzale dell’Abbazia con un altro gruppo
di italiani in attesa di iniziare il tour guidato in italiano
(incluso nel biglietto d’ingresso).
La chiesa risale all’anno mille ed sempre stata abitata
da monaci benedettini (attualmente c’è invece
una piccola comunità religiosa non benedettina), si sviluppa
su uno scoglio di pochi km quadrati, ed
è visitata ogni anno da circa 3 milioni di turisti.
La forma piramidale non è stata creata a caso, ma come
tutte le chiese dedicata a S.Michele
Arcangelo, deve essere proiettata verso il cielo e al vertice
viene posta la statua dell’Angelo.
L’Abbazia è infine “gemella” nello
stile e nella forma, pur non essendo “identica”
a quella dedicata
allo stesso Arcangelo sita in Italia sul Gargano.
Nel 1150 e nel 1400 ha subito dei crolli strutturali in alcune
ali della chiesa, ma in entrambi i casi la
fortuna, il destino o per i più credenti il Cielo, ha
fatto si che i locali fossero vuoti e non vi fossero
vittime. Tali crolli si verificarono in quanto la chiesa, che
poggia su un monte a forma piramidale,
con spazi ristretti e pareti molto scoscese, non consentiva
un appoggio sicuro e stabile alla struttura.
Lo stile interno della chiesa (rimaneggiata da diversi architetti
proprio a causa dei crolli) è sia gotico
che romanico, uno stile in un certo senso unico nel suo genere.
Tutto è molto spoglio, non ci sono
statue, non ci sono dipinti, la rivoluzione francese ha praticamente
denudato tutto l’interno,
cacciando via anche i monaci e ribattezzando il monte in “Monte
Libero”.
Successivamente alla rivoluzione, il complesso si trasformerà
in carcere per poi tornare ad essere un
monastero “abitato” solamente in questo secolo.
Grazie alla particolarità del luogo e alla marea, in
alcune ore della giornata, il monte è circondato completamente
dall’acqua, in altre la marea si ritira
velocemente per circa 15/20 km creando una spiaggia immensa
che trasforma l’isola in una
appendice della terra ferma.
Così come se ne va, l’acqua all’improvviso
ritorna all’incredibile velocità di 1m/s.
In passato questa caratteristica ha fatto strage di persone
che ingenuamente si avventuravano per km
sulla spiaggia. E’ sconcertante pensare che anche oggi,
nonostante tutta l’informazione che c’è,
qualcuno ci lascia la buccia.
E’ proprio vero Mont St. Michel ci è proprio piaciuta….non
si è letto?!
Superato il marasma di gente, torniamo a mezzogiorno in hotel
per prendere le borse e per dirigerci
verso la città dei corsari : St.MALO’.
Il viaggio breve ma bello, ci ha permesso di godere dell’architettura
delle abitazioni con i tetti
spioventi, il tipico giardinetto perfettamente coltivato e la
staccionata in granito (o qualcosa di
simile).
La prima tappa intermedia è CANCALE dove abbiamo visitato
una chiesa in stile gotico, pur
essendo risalente alla fine del 700 (che fra l’altro è
lo stile di quasi tutte le chiese) e dove all’interno
c’è un altare dedicato alle vittime del mare, a
tutti i marinai che da sempre si sono dispersi in mare.
Qui a CANCALE il gruppo va all’ufficio del turismo per
cercare un letto per la notte. Memori
dell’esperienza del giorno prima abbiamo deciso di mettere
la prenotazione delle stanze fra le prime
cose da fare all’inizio della giornata e non rimandarle
a ridosso della sera per ovvi motivi. Merlino
pensa bene di accontentare anche le sue papille gustative assaggiando
il dolce più tipico della
Bretagna, una torta alla crema alta 10 cm minimo, il FAHR.
Per dormire troviamo a € 29,50 + tassa d soggiorno di €
1 (ma senza ricevuta fiscale) tre camere in
una sorta di Chambre d’Hotes di Cancale.
Lasciati i bagagli alla signora Leloup, (la padrona di casa)
siamo andati verso St.MALO, prima però
abbiamo fatto una tappa intermedia alla riserva naturale di
POINT de GROUIN dove alle 15,30
abbiamo pranzato (ovviamente a base di panini). Qui a Grouin
il panorama è davvero bello, ci sono
scogliere a picco sul mare e colonie d’uccelli marini.
Un’associazione di volontari ha messo ha
disposizione binocoli e cannocchiali per l’osservazione
dei pennuti. Lamù, fa la sua buona azione e
acquista una bella cartolina con una pulcinella di mare da spedire
alla propria nipotina.
Infine eccoci giunti a St.Malò, la famosa città
dei corsari, da qui partivano le navi dei pirati per
andare ad abbordare i velieri nei secoli scorsi.
La cittadina è una bomboniera, anche qui la bassa marea
la fa da padrona tant’è vero che il mare si è
completamente ritirato lasciando scoperti centinaia di metri
di spiaggia.
La visita della cittadina avviene con molta calma, attrazioni
turistiche vere e proprie non ce ne sono,
o almeno noi non ne siamo a conoscenza, però il centro
storico con le sue vie piene di turisti e di
negozi (soprattutto ristoranti) è veramente caratteristico.
L’ora di cena si avvicina e nonostante avessimo pranzato
solo da poche ore, decidiamo di sederci e
di assaporare le specialità del luogo.
Dopo aver visionato i menù esposti di numerosi ristoranti,
la scelta cade su un localino caratteristico
del centro, i piatti tipici sono tra gli altri: una zuppa di
pesce (assaggiata solo da Merlino) che viene
presentata su un vassoio con della bruschetta e soprattutto
le “mulles e frittes”, che sono un po’ il
piatto “nazionale” bretone, meglio conosciute come
cozze (alla marinara o in altre preparazioni)
accompagnate da un ricco contorno di patate fritte.
Va infatti ricordato che una delle attività principali
della Bretagna è proprio la coltivazione dei
molluschi, nella fattispecie cozze.
Non è inconsueto infatti passare sulla costa e riconoscere
queste enormi vasche per la coltivazione
in serie di cozze,ostriche e altri prodotti marini.
La serata finisce in allegria. All’uscita del ristorante
conosciamo due coppie di italiani, il caso ha
voluto che anche loro stessero cenando nel ristorante di fronte
al nostro. Il casino che facevamo
dopo essere usciti sulla strada ha attirato l’attenzione
di questi signori livornesi, con i quali Legolas
si è intrattenuto a parlare. Che dire fra toscani si
capivano…
La cosa che ci è rimasta impressa di uno dei tre (senza
dubbio il più loquace e simpatico, senza
nulla togliere agli altri) è il fatto che nella Loira
(anche loro facevano il nostro stesso tour) avessero
incontrato temperature fino a “70 gradiiiii”…“boia
dè un caldo!!!” . Che tipi, motociclisti anche
loro e molto alla mano. All’arrivo delle cozze dei livornesi
ci siamo salutati e abbiamo proseguito
per la nostra strada convinti di non incontrarci mai più.
Ma siccome il mondo è veramente piccolo,
il caso ha voluto che 3 mesi dopo al Toscoradue organizzato
dai Motocinghiali anche il Signor “70
gradiiii” al secolo Fabio fosse presente. Come se non
bastasse abbiamo scoperto che non solo è
iscritto alla nostra solita mailing list, ma ha un TDM giallo
come quello di Legolas…mah!!!
Il rientro a casa dei Leloup è funestato da un incidente
a cui siamo fortunatamente dei semplici
spettatori, una sardomobilista inconsapevole che al mondo ci
sono anche altre persone e che
esistono gli stop, tagliava la strada ad un centauro, facendolo
cadere…fortunatamente senza gravi
conseguenze.
8/8/03
CANCALE-PLERIN
Ci svegliamo a casa dei Leloup di buon ora, ma non al solito
orario “mattiniero” degli ultimi giorni.
Qui abbiamo prenotato la colazione; questo tipo di abitazioni,
così come nei B&B inglesi, ti danno
la possibilità di fare colazione pagando un piccolo sovrapprezzo.
La scelta non è stata delle migliori, un consiglio che
ci sentiamo di dare è quello di risparmiare i
soldi e andare sempre in pasticceria per la colazione. I francesi
infatti non hanno l’abitudine inglese
di fare delle colazioni a base di uova, bakon o altre cose fuori
dall’ordinario.
Con 4 euri a testa (una enormità!!) ci hanno fatto mangiare
qualche baghette alla marmellata, del
latte o te (non aranciate o succhi di frutta) e un, dico uno,
semplice cornetto a testa.
Con la stessa cifra in pasticceria si mangiava il doppio e in
due!!!
Chiusa la parentesi polemica contro la signora Leloup, l’itinerario
previsto ci vedrà spostarci
nell’interno della Bretagna costeggiando sempre la costa
per arrivare fino a DINAN.
Questo paesino è semplicemente meraviglioso, il centro
storico è caratterizzato da abitazioni in
legno che il tempo e forse un terreno non proprio “edificabile”
hanno inclinato sui fianchi, e da una
torre “pendente” che fa concorrenza, ma senza batterla,
alla nostra torre di Pisa.
In una chiesa viene conservata una reliquia molto suggestiva
e particolare : il cuore di un cavaliere
nato a Dinan che la leggenda vuole molto coraggioso e gran combattente.
Lasciato Dinan, la tappa successiva è Dinard, nome simile
ma completamente diversa la situazione.
E’ una località turistica che può tranquillamente
essere tralasciata, non c’è nulla da vedere se
non
una piscina d’acqua salata…e abbiamo detto tutto!!
La meta del giorno sono le scogliere di “CAP FREHEL”
e il loro faro
(che il caso ha voluto essere chiuso proprio in quel dì)
alto più di 50 metri la cui luce è visibile fin
oltre cento km. Qui il parcheggio per le moto è gratuito
e si possono mettere proprio fin sotto il
faro. Le macchine devono pagare o metterla molto lontano…in
questo i nostri cugini d’oltralpe ci
battono alla grande.
Dimenticavamo di dire che il caldo è tornato a farsi
sentire e la frescura di due giorni fa è ormai un
lontano ricordo.
Anche qui battezziamo la scogliera con un pranzo al sacco che
Titty definisce “da farsi del male”.
Legolas e Merlino non sono proprio d’accordo con questa
definizione, infatti anche i pranzi “da
farsi del male” sono un lontano ricordo. Dopo un po’
di foto sulle scogliere a picco si riparte,
secondo noi una visita in questo posto è una tappa obbligata.
Il tour prosegue “on the road”, infatti non abbiamo
una meta prestabilita per oggi. Cerchiamo
solamente di fare più km, e di annotare nelle nostre
menti il susseguirsi di panorami atipici
caratterizzati sempre dalla bassa marea, che in questa zona
turistica piena di porticcioli, lascia in
secca sulla sabbia centinaia di barche a vela, adagiate su un
fianco oppure in equilibrio precario.
La tappa finale è presso l’ufficio del turismo
di S.Brieuc.
Ci trovano alloggio a Plerin, presso l’Hotel “BONSAI”.
Per la cena decidiamo di lasciare andare le moto fino a quando
non avremo incrociato qualcosa che
ci piace, e il caso ha voluto che Binic fosse sulla nostra strada.
Questo paesino di mare, si sviluppa tutto su un porticciolo,
di medie dimensioni, con numerosi
ristoranti e con un festival del BLUES davvero originale.
Numerosi artisti della scena BLUES internazionale (sul giornale
locale un articolo di questo festival
evidenziava il fatto che numerosi artisti americani vi si esibivano)
suonano alternandosi nei vari
locali della zona e allietando turisti e non.
Binic è un posto incantevole, per cena ci siamo rifugiati
in un localino, il “AN ARVOR Quay de
Courcy, piccolo ma molto carino stracolmo di gente, dalla cucina
impeccabile, dove abbiamo
mangiato (noi maschietti) un piatto a base di patate al forno
e maiale accompagnato da salsine varie
davvero niente male, e delle gallettes altrettanto invitanti.
Alla fine della cena le crepes dolci (al miele, al cioccolato,
alla vaniglia e chi più ne ha più ne
metta) sono state la ciliegina sulla torta per concludere la
serata in…”dolcezza”.
Il rientro in hotel avviene sul tardi, dire addio a questo paesino
(che non avevamo considerato di
visitare all’inizio del viaggio) appena “scoperto”
è stato davvero difficile.
9/8/03
PLERIN-LANDERNAU
Siamo giunti al giro di boa, questa di oggi sarà una
giornata molto intensa, i km da fare sono molti
rispetto agli altri giorni e le cose da visitare anche.
Il programma prevede di andare verso la costa di granito rosa
e poi continuare a dirigersi verso il
nord ovest della Bretagna (per intenderci verso il dito in alto
a sinistra). Lasciamo l’Hotel “Bonsai”
verso le 8.30. Fatto rifornimento, decidiamo di fare colazione
nella prima pasticceria che
incontreremo lungo la strada.
Come al solito ci “abbuffiamo” di dolciumi vari
mentre Valentina e Mirko (Legolas) coadiuvati
dalla super visone di Mirco (Haran Benjo) decidono che strada
fare.
Merlino, che non ha mai amato troppo le piantine stradali, lascia
fare e pensa ai dolci.
Terzo disGUIDO: Guido per l’appunto, sfiora la moto per
aprire il bauletto laterale e questa,
appoggiata in un equilibrio precario, decide di accasciarsi
al suolo fortunatamente senza nessun
danno, eccetto il bauletto leggermente graffiato.
Lungo la strada incontriamo dei cartelli che indicano l’abbazia
di BEAUMONT e Magò ci dice che
una visitina potrebbe essere interessante.
Non visitiamo l’abbazia all’interno in quanto attuiamo
uno “sciopero bianco” dopo aver scoperto
che proprio dal 9 agosto fino al 30 dello stesso mese, è
richiesto un biglietto d’ingresso di 5 euro
quando di solito l’ingresso è gratuito.
Il motivo ovviamente non è solo questo, ma anche e soprattutto
perché dall’esterno vediamo che in
fin dei conti non dovrebbe esserci gran ché da vedere
dentro.
Assomiglia molto alle abbazie Irlandesi, sapete quei ruderi
senza il tetto ma ricche di fascino?
Avete mai visto l’abbazia di San Galgano in Toscana ?
Più o meno una cosa del genere.
Fatte le foto di rito con l’abbazia sullo sfondo, alle
12 ripartiamo verso la costa. Ehm…se vi state
chiedendo che fine ha fatto il caldo, state tranquilli ricomincia
a farsi sentire.
Arriviamo a destinazione intorno alle 13,30. Finalmente la costa
di granito rosa, tanto agognata
dalle donne della spedizione è davanti a noi. Perché
si chiamerà costa di granito rosa??? Boh vai a
capirli i francesi. Non sarà mica per quelle stupende
rocce color rosa???
La zona è visitata da diversi turisti e ci sono vari
sentieri che ci consentono di girovagare a piedi.
Visto che il caldo modello Loira si fa sentire , decidiamo di
andare ad “assaggiare” l’acqua.
Il mare fra l’altro è calmissimo e di un azzurro-verde
molto intenso.
Merlino non resiste e in un batter d’occhio si leva giubbotto,
pantaloni,maglietta e mutande…ehm
quelle no, spicca un tuffo da uno scoglio e “splasch!!!!”
eccolo immerso nelle fredde acque
atlantiche.
L’acqua a dispetto di quello che si poteva immaginare
è un cubetto di ghiaccio sciolto, ma un tocca
sana contro il caldo.
Anche Legolas non resiste e dopo qualche secondo si tuffa anche
lui per una breve nuotata e la foto
di rito.
Freschi (nel vero senso della parola) e tonificati, i due temerari
si rivestono (ma non vedrete mai la
foto a chiappe di fuori di Merlino e Legolas scattate da Magò
di nascosto) e finalmente tutti insieme
ci accorgiamo della forza della marea.
Nel giro di 10 minuti lo sperone di roccia da cui ci siamo tuffati
e dove ci eravamo tutti distesi per
prendere un po’ di sole, viene sommerso di almeno un metro
e mezzo.
Per fortuna che avevamo tolto tutti i vestiti!!!
Lasciata la costa, raggiungiamo un Mc Donalds per la merenda,infatti
vista l’ora, le 16.30, non
possiamo parlare di pranzo.
La tappa seguente è verso un menhir “cristianizzato”.
Cristianizzato perché, in epoca di
evangelizzazione, vi era stata scolpita sulla sommità
una croce. Alto circa 10 metri, di certo non
sarà spettacolare come quello che dovremo andare a vedere
fra qualche giorno, che le guide dicono
essere il menhir più alto del mondo….. oltre 20
mt!!
Il bagno fuori programma, e forse anche un eccessiva supervalutazione
del tempo e della strada da
percorre, ci fanno tardare nella prenotazione dell’Hotel.
Quando giungiamo all’ufficio del turismo
di Morlaix , questo è in chiusura (li chiudono verso
le 18,00). L’operatrice non ci considera troppo
retta e ci liquida dicendoci che tutta la zona è invasa
da turisti e quindi non ci sono posti disponibili.
Inizia così una vero tour de force per cercare un alloggio
per la notte. Decidiamo, dopo il quarto
hotel esaurito, di tagliare verso il centro della Bretagna (il
che comporta l’abbandono dell’itinerario
originale) dove speriamo di trovare meno turisti.Dopo molti
km e molte soste presso altrettanti
alberghi, la fortuna vuole che alla reception dell’ennesimo
Hotel cui chiediamo ricovero, una
simpatica signora..(sono ormai le 19,30) mossa a “compassione”,
ci aiuta e ci dirotta verso l’Hotel
di SHINING, uno sperduto GOLF HOTEL.
Perché Hotel di Shining? Forse perché si trovava
in un posto sperduto in mezzo alla campagna, che
per arrivarci abbiamo dovuto prendere delle strade sconosciute
anche al GPS.
O forse per via di quei corridoi lunghi e desolati e dell’albergo
semivuoto, in una zona dove trovare
posto per dormire era come cercare un ago in un pagliaio…
Nonostante tutto, la prima impressione è stata sbagliata,
l’hotel per noi va benissimo, stanze pulite e
confortevoli….e questo ci basta.
La serata passa in una creperie di una vicina cittadina, dove
“diabolicamente” Merlino fa scattare
una disquisizione fra Legolas, Magò e tutti gli altri
sul “millesimo dell’età” e sull’effettivo
inizio
del terzo millennio : il 1° gennaio del 2000 oppure il primo
gennaio del 2001??? Ai lettori l’ardua
risposta!!!
Buona notte!!
10/8/03
LANDERNAU-CHATEAULIN
Viste le difficoltà avute la sera precedente, decidiamo
di dirigerci subito verso la destinazione finale
della giornata e cercare subito un albergo , in modo da poter
girare scarichi e soprattutto non avere
il pensiero dell’alloggio.
…Dobbiamo solo decidere qual è la destinazione…
Il dubbio è fra Brest e la costa, oppure la foresta di
Huelgoat.
All’unanimità decidiamo per la foresta di Huelgoat
o degli “stagni improvvisi”. Il nome è stato
dato da Legolas mesi prima dopo aver letto su una guida che
in questa foresta si possono appunto
trovare degli stagni che ti si aprono “davanti”
all’improvviso.
Giungiamo così a Chateauline, dove troviamo un alberghetto
davvero niente male, l’HOTEL de la
FRANCE.
Un alberghetto pulitissimo e praticamente nuovo, gestito da
una signora un po’ fuori di testa
(eccentrica) capace di girare dalla mattina alla sera, per fare
le pulizie o per servire ai tavoli, con i
tacchi a spillo.
Lasciamo i bagagli in Hotel e percorrendo delle strade interne
attraversiamo campagne e foreste per
raggiungere la meta di oggi: il piccolo abitato di Huelgoat.
Questo si trova sulle sponde di un lago che alimenta un fiumiciattolo
che a sua volta attraversa la
foresta.
Parcheggiate le moto, al sole, ci avviamo verso uno degli “ingressi”
al bosco.
Una volta entrati, e superate le prime rocce, ci accorgiamo
che si sviluppa una foresta immensa, tale
da non riuscire a visitarla del tutto.
Il fiume che ci accompagna per tutto il nostro cammino è
quello che crea gli stagni e le cascatelle
che “improvvisamente” troviamo al nostro passaggio.
Purtroppo però il caldo e la siccità hanno colpito
anche qui, e il fiumiciattolo è poco più che un
torrente in secca.
Onestamente se ci fossero stati i giochi d’acqua e gli
stagni, sarebbe stata una cosa fantastica, ma
senza l’acqua il posto perde molto di quello che ha di
magico o incantato.
Ad ogni modo il bosco, con i suoi enormi speroni di granito
e gli alberi altissimi, conserva
comunque un suo fascino, che nonostante tutto, non è
sufficiente a farci rimpiangere la scelta che
abbiamo fatto di lasciare la costa per l’interno.
Il pranzo lo facciamo al sacco lungo le rive del torrente e
l’ombra degli alberi secolari allevia un po’
la calura pomeridiana.
Il rientro avviene facendo un bel percorso panoramico all’interno
del parco dei MONTS d’AREE.
Anche qui il traffico è quasi inesistente e quasi tutti
i paesini che attraversiamo sembrano deserti,
anzi lo sono…
Evidentemente il caldo costringe la gente in casa e sono pochi
i temerari che vanno in giro con il
giubbotto in gore-tex e un casco in testa…
Dopo una visitina alla cappella di S. Michel con il suo splendido
panorama a 360°, arriviamo fino a
Pleyben, dove ci fermiamo ad ammirare il suo famoso complesso
parrocchiale con il Calvario e per
la serie uniamo l’utile al dilettevole, visitiamo anche
una piccolissima fabbrica di cioccolato, dove
“scrocchiamo” qualche assaggio gratuito. Come in
altri posti dai quali siamo passati, le nostre moto
attirano l’attenzione delle poche persone che sono in
giro e nel parcheggio davanti alla chiesa un
signore anziano ci guarda e ci chiede da dove veniamo. Gli diciamo
che siamo italiani e lui appare
stupito e la sua espressione sembra dire : “ Complimenti,
che bel viaggio che avete fatto”. Quando
ce ne andiamo ci saluta e rimane a guardare le nostre moto che
si allontanano. Rientriamo in
albergo verso le 18,00 e la giornata si conclude al ristorante
del nostro albergo davanti ad un mitico
piatto di Cozze al Curry…semplicemente divine.
Ovviamente c’erano anche le immancabili patatine fritte
di contorno!!.
Prima di andare a nanna, incrociamo due famigliole toscane di
Firenze, in vacanza con il loro
monovolume alla ricerca di una albergo per la notte. Ci dicono
di averne già girati più di 40 ma tutti
li hanno respinti per mancanza di posto.
Mi sa che dormiranno in auto, sono già le 23,00 e in
questa parte del mondo gli hotel non hanno un
servizio notturno!!
11/8/03
CHATEAULIN- CROZON-CAMARET SUR MER-POINTE DE PEN-HIR-CHATEAU
DE
DINAN-DOURNANEZ-POINTE DU RAZ-LOCRONAN-CHATEAULIN
Vista l’ottima posizione del nostro albergo, il prezzo
niente male e le stanze particolari e molto
carine, decidiamo di rimanere qui un’altra notte (per
la gioia della proprietaria che “aveva chiuso”
le prenotazioni ancora prima di aprirle!!).
La prima meta del giorno è la penisola di CROZON e successivamente
POINT DU RAZ.
Lo spettacolo della natura è entusiasmante, ma ciò
nonostante non siamo soddisfatti completamente.
Finora non abbiamo ancora visto quei bei fari bianchi tanto
famosi, riprodotti a migliaia nelle
cartoline e nei poster. Probabilmente si troveranno nella zona
che abbiamo dovuto eliminare dal
tour.
Ad ogni modo la vacanza ci ha presi in modo totale e un posto
visitato due giorni fa, sembra lontano
anni luce.
Abbiamo visto tanti luoghi, abbiamo vissuto tante situazioni
insieme che le immagini si confondono
e il tempo ha perso significato.
La vacanza ci sembra appena iniziata, ma allo stesso tempo ci
sembra di conoscerci da una vita.
Dopo questa divagazione filosofica torniamo a parlare della
nostra tappa odierna.
Parlando dei luoghi visitati, riguardo alla penisola del Crozon,
vanno ricordati i siti megalitici dove
sono presenti MENHIR preistorici, il museo della BATTAGLIA ATLANTICA
avvenuta durante la
seconda guerra mondiale e le postazioni dei tedeschi disposte
sulla costa complete di fortini, case
matte ecc…che però nonostante la presenza del museo,
versano in uno stato di completo
abbandono.
Anche da qui si può godere di un panorama mozzafiato.
Riguardo a POINT DU RAZ che dire, il punto più a ovest
della Francia e uno dei più turistici della
costa Bretone.
Pagato il carissimo biglietto d’ingresso al parcheggio
di circa 3 euro per le moto, accediamo all’area
destinata ai turisti: una miriade di negozietti che vendono
le stesse cose come magliette ricordo del
luogo, fari in miniatura (che si trovano un po’ ovunque
in Bretagna), gadget, adesivi riportanti il
nome della regione (Merlino ne ha fatto incetta e li ha applicati
sul bauletto) e altre cosette inutili
che piacciono tanto quando sei in vacanza ma che vengono accantonati
al ritorno a casa.
Da qui Point du Raz dista circa un paio di Km, che possono essere
percorsi a piedi, in autobus
(trasporto gratuito) o in una specie di carrozza o per meglio
dire una sorta di vagoncino trainato da
un cavallo.
Il punto di osservazione è mozzafiato, all’orizzonte
si stagliano due fari che indicano alle navi che
transitano in zona i punti da evitare a causa degli immensi
scogli sommersi, ma soprattutto è
strepitoso notare le due correnti, una proveniente da nord e
una proveniente da sud che si incrociano
e si scontrano creando onde e pericolosi mulinelli. Contemporaneamente
a causa di questo incontro
di correnti, si forma una zona in cui il mare è stranamente
“calmo” proprio perché le onde creano
una sorta di piscina naturale, insomma….. una roba che
se non la vedi è un po’ difficile da spiegare.
Il giudizio finale è positivo anche se l’attrazione
è troppo sfruttata dal punto di vista
turistico/commerciale.
Lasciato Point Du Raz la meta finale della giornata è
LOCRONAN, ma prima dobbiamo fare
benzina!!!
Proprio in questo frangente avviene la prima e unica “incomprensione”
che ha creato un po’ di
tensione all’interno del MIC. Incomprensione che è
stata recuperata nel giro di qualche km, e
ovviamente a tavola con una crepes e una birra!!
Se capitate da queste parti, Locronan deve essere assolutamente
inserita nel giro, è un paesino
medievale semplicemente delizioso.
Non è molto grande e lasciate le moto in un parcheggio
adiacente, a piedi raggiungiamo l’ingresso
del paese.
Notiamo subito l’ispirazione turistica del luogo, quasi
tutti i locali su strada sono dei ristoranti, delle
creperie o delle pizzerie, e nelle palazzine ci sono diversi
alberghi.
Purtroppo abbiamo potuto visitare ben poco del paese, in quanto
siamo giunti sul luogo ad un orario
impossibile. Ad ogni modo il solo camminare per le strade di
questo villaggio è magnifico: le case
sono tutte in pietra e perfettamente tenute, la loro architettura
è splendida e ci sono fiori ovunque. Si
nota subito la completa assenza di cavi elettrici, dei pali
della luce, delle parabole o antenne dei
telefonini. Questa assenza non è causale, il governo
francese ha applicato una politica di
“interramento” di tutti questi cavi per tutelare
il paese da inquinamenti estetici, elettromagnetici
ecc…
La cena è ormai la “classica” cena a base
di crepe e bistecche alla brace in uno dei tanti localini che
si affacciano sulla strada principale.
12/8/03
CHATEAULIN-QUIMPERLE’
Nuovo giorno nuovo albergo!!!
Ormai la strada ci sta portando verso sud-est…purtroppo
il rientro è iniziato.
Alloggiamo a QUIMPERLE’, da qui lasciati i bauletti, ci
muoviamo verso PLOUMANACH dove
c’è il faro più alto di Francia.
La cittadina non ha nulla di particolare se non questo faro,
quindi se non li amate potete anche
evitare di andarci!!
Il faro è visitabile al costo di un offerta da lasciare
al…. “guardiano del faro”
Raggiungere la meta è abbastanza dura, sia perché
per arrivare in cima devi fare un bel po’ di
gradini, ma soprattutto perché sulla stessa rampa di
scale (larga circa 50 cm) si incrociano le
persone che salgono e quelle che scendono, rendendo complicato
il “sorpasso” dei più lenti.
La completa assenza di un ricircolo d’aria, rende la stessa
irrespirabile e stantia!!
Lasciato il faro ci dirigiamo qualche Km più su e giungiamo
alla cittadina di mare
CONCARNEAU, paese dei pescatori per eccellenza dove al porto,
a
mezzanotte circa avviene l’asta del pesce; le barche che
rientrano dalla battuta di pesca, con a bordo
il pescato, lo vendono sulle banchine mettendolo all’asta;
questa informazione però è tratta dalle
guide turistiche, noi non abbiamo avuto il tempo di assistervi.
Per accedere al centro storico di Concarneau, si deve oltrepassare
un piccolo ponte. Il cuore della
città vecchia si chiama Ville Close ed è praticamente
un isola tutta fortificata. Nel paese è presente
il museo dei pescatori, e l’architettura del posto ricorda
un po’ St. Malò, le sue stradine strette ma
molto romantiche (pur essendo stracolme di turisti) e i suoi
ristoranti tipici dove si possono
mangiare crostacei, pesce a volontà e soprattutto il
piatto tipico bretone…cozze e patate fritte.
Rientrati a Quimperlè, verso le 9,00, Mirko, Cinzia,Guido
e Valentina decidono di andare a
mangiare qualcosa mentre Mirco e Laura optano per il letto…per
dormire ovviamente.
Premesso che alloggiamo in un albergo stile “Motel AGIP”
quindi in una zona non proprio centrale,
raggiungiamo il centro verso le 21,30. Parcheggiamo le moto
e cerchiamo una pizzeria.
Ne visitiamo diverse ma tutte ci mandano via perché piene
e quasi in chiusura, quindi non
accolgono altri clienti. Alcune hanno addirittura dei tavoli
vuoti ma non ci fanno sedere perché le
cucine erano già in chiusura…alle 21,30 ???? Ci
accontenteremmo di una pizzetta veloce,veloce,
ma niente da fare non sono attratti dall’idea di mettere
a tavola 4 clienti…mah!!!
In Italia pur di farti mangiare ci avrebbero trovato il posto
anche in cucina.
La serata si conclude quindi al Mc Donalds adiacente all’albergo…che
tristezza!!!
13/8/03
QUIMPERLÈ’-NANTES
La giornata inizia con la sorpresa a CINZIA che proprio oggi
compie 30 anni!!
Con Mirco e Laura abbiamo precedentemente comprato una catenina
con il TRISKELL (simbolo
bretone eletto a simbolo della vacanza; l’adesivo campeggia
ora su tutte e tre le nostre moto, ma
questa è un'altra storia). La torta è rappresentata
dal tipico FAHR bretone e alle 8,30 precise
invadiamo la stanza di Cinzia e Mirko per festeggiare tutti
insieme e spengere le candeline.
Grande commozione generale e tanti auguri LAMU’.
Il programma del giorno prevede la visita di BELLE ILLE (chiodo
fisso del buon Merlino) e
CARNAC con i suoi menhir.
Belle Ille, (l’isola bella), Merlino ha in ufficio un
poster in cui si vede una piccola chiesa a picco sul
mare in tempesta, e ce l’aveva presentata come un luogo
incontaminato, in cui (stando alle guide) il
tempo si era fermato, dove il turismo “non è di
casa”…
Raggiungiamo quindi la penisola del Quiberon che ci porterà
all’imbarco per Belle Ille, la strada
che congiunge la terra ferma al Quiberon, è larga circa
80 metri scarsi, fa effetto vedere come nello
stesso posto in alcune giornate ci siano due climi opposti,
da un lato il mare è calmo, ci sono turisti
e ombrelloni, dall’altro lato invece alberi letteralmente
piegati sotto la forza del vento e nessun
turista.
La strada che ci porta all’imbarco è invece invasa
da camper e sardomobili…per passare siamo
costretti a fare lo slalom come sul raccordo anulare di Roma.
Per adesso siamo abbastanza delusi, ci
aspettavamo una situazione completamente opposta.
L’altra batosta ci arriva al porto da dove partono i traghetti
per l’isola. L’unica nave che va su e giù
costa, a persona, 45 euro e le moto 90 cadauna. Il costo eccessivo,
l’impossibilità di girare l’isola a
piedi (che se pur piccola ha sempre 15-20 km di diametro) e
la presenza massiccia di turisti anche
sull’isola, (sembrava Rimini), ci danno la seconda delusione
della giornata e rinunciamo alla visita.
Prima di tornare andiamo in un parcheggio per lasciare le moto
e andare a comprare dei panini (era
impossibile girare per il paese in moto e tanto meno era impossibile
parcheggiarle lungo la strada).
Occupiamo un posto macchina con tre moto (dopo aver aspettato
il nostro turno da bravi ragazzi) e
chi è che prova a rubarci il posto con la auto cercando
di “infilarsi” prima che noi potessimo
muoverci? Tenendo presente che i Francesi alla guida sono delle
persone squisite…Tenendo
presente che c’erano una migliaio di turisti in 100 metri
quadrati…beh…chi se non un’italiana, che
tra l’altro, credendoci stranieri, ci ha anche apostrofato
in un modo poco educato?
Lasciato questo inferno di traffico e turisti, ci dirigiamo
verso CARNAC, che è famosa in tutto il
mondo per i suoi siti megalitici e per il fatto che in uno di
questi è presente il menhir più alto del
mondo!!
Effettivamente di menhir di varie grandezze ce ne sono tanti,
allineati per chilometri e chilometri, ci
sono musei dove ti spiegano un po’ la storia di questi
monumenti e la storia della zona…ma in
realtà se non sei un appassionato (e noi abbiamo scoperto
di non esserlo) “visto uno visti tutti”…
Anche il menhir più alto del mondo è stata una
delusione…nessuna guida aveva ricordato di
scrivere che questa enorme pietra di granito è disteso
in terra e si è spezzato in tre parti!!!
La penisola del Quiberon ci ha deluso molto e non consigliamo
di andare a visitarla.
Si sta facendo tardi ma la giornata peggiore della vacanza non
è ancora finita, dobbiamo
raggiungere la grande città di Nantes.
Arriviamo in albergo (catena ibis) in serata. Anche qui la cortesia
e la complicità dei francesi verso i
motociclisti torna protagonista. Un signore in moto vedendoci
persi,stanchi e affamati, ci chiede se
abbiamo bisogno di aiuto e ci scorta fin sotto all’Hotel.
Lasciamo le moto in un parcheggio coperto (ormai siamo tornati
in città ed è meglio non fidarsi
troppo a lasciare le moto in strada per la notte). Il prezzo
è sconvolgente: dalle 19,00 alle 09,00 del
mattino 2 euro e basta (a Roma ci fai due ore!!).
Dopo una doccia ristoratrice, andiamo a piedi in cerca di una
pizza (magari ne troviamo una come
quella di Lione) ma anche qui non siamo fortunati…la pizza
che mangiamo è pessima, la peggiore
mai mangiata. In questa via di Nantes ci sono decine di locali
e ristoranti, forse abbiamo beccato il
peggiore…
Finalmente si conclude questa giornata che nel complesso non
ci ha soddisfatti affatto!!
14/8/03
NANTES –VICHY
Purtroppo come tutte le cose (belle o brutte che siano) il viaggio
è arrivato alla fine, questo è il
nostro ultimo giorno insieme, la meta è VICHY dove abbiamo
individuato l’ennesimo ETAP
HOTEL.
Usciti da NANTES, dopo aver fatto colazione come al solito in
una patisserie, imbocchiamo la
statale per Vichy, la strada non è breve, il viaggio
risulterà essere lungo e stancante, alla fine sarà
una tappa di 700 km!!
L’adrenalina e l’eccitazione dell’andata sono
scemate e ora non resta altro che “tornare a casa”.
Nonostante questo non poteva mancare l’ultimo colpo di
scena!!
Quarto disGUIDO: ci fermiamo come al solito all’INTERMARCHE’
per fare rifornimento e per
acquistare il pranzo. Merlino ha appena terminato il rifornimento
quando mettendo il cavalletto,
decide di sporgersi dalla moto per prendere il casco appoggiato
sulla pompa di benzina…
Il caso, la fretta, la distrazione, la sfiga ha voluto che il
cavalletto rientrasse…e Merlino si fa un
voletto in terra sotto la moto!!!
Botto incredibile sull’asfalto, davanti ad una fila di
automobilisti che ridevano (figura di
m…incredibile). Subito vengo soccorso dai miei prodi cavalieri
Mirco e Mirko, e subito ci
accorgiamo che questa volta non è che mi sia andata proprio
bene…
Il manubrio per l’urto si è piegato ma la moto
è guidabile (a Roma Merlino sarà costretto a farlo
cambiare). Il mezzo oltre a questo non ha avuto altri danni,
il bauletto che ha protetto la caduta, è
integro se escludiamo un leggero graffio, il porta pacchi (wing
rack 2 della Givi), invece si è
spezzato di netto!!
Ora come portiamo il bauletto???
Certo abbiamo il fil di ferro e delle corde ma non sono sufficienti
a reggere il peso del bagaglio.
Ma Merlino aveva l’ultimo jolly, e se lo è sono
giocato tutto!!!
Intermarchè non è solo: supermercato, brico, garden,
e chi più ne ha più ne metta, è anche officina
meccanica!!!
Ci dirigiamo in officina a chiedere aiuto, e dei ragazzi, probabilmente
motociclisti, nel giro di due
ore mi riparano il porta pacchi.
Ci mettono due ore perchè nel frattempo dovevano fare
anche degli interventi sulle sardomobili di
altri clienti. Nei ritagli di tempo mi hanno fatto un supporto
metallico, hanno trapanato il porta
pacchi e l’hanno bloccato con dei rivetti. In sostanza
alla cifra di 7 euro (cui ho aggiunto una
mancia di 10) mi hanno rimesso in piedi il porta pacchi consentendomi
di arrivare fino a casa.
Nonostante tutto la sicurezza non è mai troppa e con
il nostro fil di ferro, abbiamo provveduto a
bloccare ulteriormente il braccio, a questo punto non ci fermava
più nessuno!
Le due ore perse ci fanno saltare la visita di Vichy, arriviamo
in albergo in serata dopo una tirata in
autostrada niente male…(per fortuna non c’era polizia,
non credo che in questo caso ci avrebbero
salutati!!).
Questa volta l’albergo l’abbiamo trovato subito
al primo colpo, e di fronte allo stesso c’era un
BUFFALO GRILL.
Dopo aver cenato, torniamo in camera e Merlino e Valentina si
accorgono di aver dimenticato il
codice per aprire la porta in stanza. Gli Etap non hanno servizio
notturno di portineria e pagando
anticipatamente si ottiene, al posto della chiave, un codice
d’entrata. Ovviamente il fuori
programma finale doveva esserci!!
Fortunatamente tramite un apposito citofono riusciamo a contattare
qualcuno che ci manda il
portiere (che abbiamo scoperto dormire nel nostro stesso hotel)
il quale, abbastanza scocciato, ci dà
il codice.
La serata è finita.
15/8/03
A malincuore lasciamo Vichy perché la vacanza stavolta
è veramente finita.
La meta è Chambery dove dovremmo passare l’ultima
notte. Lungo il tragitto però Merlino e
Valentina decidono di arrivare fino a Torino perché poi
li aspetta una bella tirata fino a Roma.
Con la morte nel cuore il M.I.C. si divide, infatti i toscani
rimangono a dormire in Francia nei pressi
di Chambery.
Notte francese di Mirko,Mirco,Cinzia e Laura :
L’albergo che troviamo è carino, leggermente fuori
dal paese. Il gestore è un simpatico signore di
mezz’età che parla molto bene l’italiano
e ha un simpaticissimo cane lupo di nome Osso. La serata
la passiamo in una pizzeria ma siamo abbastanza tristi pensando
ai nostri amici soli soletti a Torino.
Pensate che per tutta la vacanza Merlino ha cercato di usare
la sua American Express che veniva
regolarmente rifiutata…nell’albergo di Chambery
l’accettavano!!!
Il giorno successivo il M.I.C. si divide ancora, infatti Mirco
e Laura deviavano per Brescia mentre
Mirko e Cinzia tornano a casa percorrendo la Firenze mare a
velocità warp per cercare un po’ di
refrigerio.
Notte italiana di Guido e Valentina:
Abbiamo alloggiato in un hotel di Rivoli, vicino Torino, il
prezzo iniziale ci sconvolge: 80 euro per
una doppia. Abituati alle tariffe d’oltre alpe ci sembrava
uno sproposito, ma comunque vista la
stanchezza avremmo pagato senza batter ciglio.
Poi però il portiere decide di voler “arrotondare”
lo straordinario ferrragostino, di conseguenza ci
domanda se avremmo pagato in contanti o con carta, noi diciamo
in contanti, e come per magia gli
80 euro diventano 65; poi ci chiede se eravamo intenzionati
a voler fare colazione in albergo oppure
no, al nostro rifiuto il “Mago Forrester” trasforma
i 65 euro in 55 (riportando il tutto in linea con le
tariffe francesi).
Come si dice una mano lava l’altra ………Eravamo
tornati in Italia!!!
CONCLUSIONI :
E’ stata un esperienza fantastica che speriamo non resti
anche l’unica, in questi 15 giorni abbiamo
avuto modo di conoscerci, confrontarci, apprezzarci per i pregi
e per i difetti di ognuno di noi…
Abbiamo visitato luoghi magnifici, e luoghi meno belli, ma pur
sempre con un fascino particolare, il
fascino di fare un viaggio in moto con persone che condividono
la tua stessa passione.
Il MIC a questo punto si divide, ma non si scioglie, l’appuntamento
è fissato per il prossimo anno
“Scozia 2004”.
NOTE DI VIAGGIO PER CHI VA IN MOTO:
La rete autostradale non è estesa come quella italiana,
è poco trafficata e c’è una sensibile presenza
di polizia. Le tariffe al casello per le moto sono spesso differenziate
rispetto alle automobili, a patto
che non si vada al pagamento automatico dove non è presente
un sistema di rilevamento che
differenzia il mezzo. Notate bene che l’autostrada è
indicata da cartelli blu e non verdi come da noi.
Mentre per le statali funziona esattamente al contrario: verdi
invece che blu.
Se non si ha fretta è consigliabile percorrere le statali,
che talvolta passano attraverso paesini
meravigliosi.
Le grandi catene di supermercati vendono anche benzina ad un
costo notevolmente inferiore (anche
0,89 euro/litro) rispetto ai distributori ufficiali. Sono aperti
tutti i giorni fino alle 19, domenica e
festivi fino alle 12,00. I sistemi di pagamento automatici (nel
caso non ci fosse l’operatore) non
accettano carte di credito o bancomat che non siano francesi,
di conseguenza se si rimane a secco
occorre aspettare qualche francese che vi fa benzina pagandolo
in contanti.
Grande rispetto per motociclisti e ciclisti, gli automobilisti
fanno sempre strada ed il parcheggio in
città (strisce blu) è gratuito a meno che non
sia espressamente indicato; tra moto ci si saluta
SEMPRE, anche in autostrada, e anche se si viaggia su corsie
opposte.
L’educazione stradale è elevata, non si lampeggia,
non si suona con il clacson (anche se il semaforo
diventa verde e chi è davanti a noi non parte!!!) e si
ha pazienza se chi ci precede è più lento o
indeciso su quale strada prendere. L’asfalto è
in ottime condizioni e le famose rotonde sono
ovunque, ma grandi e funzionali. Le persone si fermano per offrire
il loro aiuto se ci vedono in
difficoltà o in dubbio sulla strada da prendere.
Per chi non prenota dall’Italia, ci sono molte catene
alberghiere, per tutte le tasche.
La catena più grande è la ACCOR va da 1 stella
(i Formula1) alle 5 stelle. Noi abbiamo alloggiato
negli Etap Hotel, che sono come i Formula 1 ma con il wc in
camera e negli Ibis che sono
qualitativamente migliori dei precedenti a prezzi ancora ragionevoli.
Inoltre ci sono le Chambre d’Hotes (queste meglio prenotarle)
che sono un misto fra degli
agriturismo e dei B&B. Quelle bretoni sono bellissime e
veramente “rustiche”.
Per prenotare ci si può rivolgere agli uffici del turismo
(presenti in quasi tutti i paesini), penseranno
a tutto loro. Attenzione alcuni possono richiedere una piccola
commissione per il servizio.
Chiudono alle 18, nelle zone di maggior attrazione turistica
non vi attardate a prenotare o rischiate
di non trovare nulla.
La colazione non è consigliabile farla in Hotel, andate
nelle patisserie dove hanno più scelta e sono
più economiche.
Cosa mangiare: in Bretagna assaggiate l’ottimo pesce (zuppe,
ostriche ecc.) e non dimenticate di
assaggiare le cozze con contorno di patate fritte (il top per
chi ama i sapori “forti” sono quelle al
Curry!!), crepes, gallette e tutto quello che trovate!!!
Per i più “pigri” le ferrovie francesi danno
la possibilità di trasportare la moto in treno, facendoti
risparmiare tempo, km e benzina…ma ne vale la pena?!
Condizioni Climatiche:
Purtroppo, l’estate 2003, sarà ricordata in Francia
per un caldo infernale mai registrato e che ha
fatto molti danni. Noi non abbiamo visto nemmeno una goccia
d’acqua ma in ogni caso la Bretagna
normalmente è una zona piovosa quindi l’attrezzatura
antipioggia è necessaria!!
In qualche occasione, in Bretagna al mattino abbiamo incontrato
una fitta foschia e una forte
nuvolosità che però è scomparsa dopo le
11,00 circa. Nella Loira invece…caldo, caldo, caldo e
umido umido, umido!!!
Temperature massime : Loira : 37°-44°, Bretagna: 25°-30°
RIEPILOGO ITINERARIO:
1/8 Roma –Castellina in Chianti
2/8 Castellina-Firenze-Moncenisio-Lione
3/8 Lione Bourges
4/8 Bourges-Blois-Chambord-Amboise-Chenonceaux-Blois
5/8 Blois-Villandry-Azay Le rideau-Chateau D’usse’-Chinon-Angers
6/8 Angers-Fourgeres-Mont St Michel-Pontorson
7/8 Pontorson-Mont St.Michelle-Cancale-P.te du Grouin-St.Malo-Cancale
8/8 Cancale-Dinan-Dinard-cap frehel-Plerin-Binic-Plerin
9/8 Plerin-Paimpol-Ploumanach-Lannion-Menhir de St Uzec-Lannion-Morlaix-Landivisieau-
Landernau
10/8 Landernau-Chateaulin-Pleyben-Huelgoat-Chappell St.ichel-Pleyben-Chateaulin
11/8 Chateaulin- Crozon-Camaret sur Mer-Pointe de Pen-Hir-Chateau
de Dinan-Dournanez-Pointe
du Raz-Locronan-Chateaulin
12/8 Chateaulin-Pont Aven-Quimperlè-Pointe de pen Marc’h-Concarneau-Quimperlè
13/8 Quimperlè-Quiberon-Carnac-Locmariaquer-Nantes
14/8 Nantes –Vichy
15/8 Vichy – Torino (solo Guido e Valentina)
15/8 Vichy- Chambery (solo Mirko,Cinzia,e Mirco e Laura)
16/8 Torino –Roma (Guido e Valentina)
16/8 Chambery-Firenze (Mirko e Cinzia)
16/8 Chambery-Brescia (Mirco e Laura)
Totale Km. 5.507,00 (da Roma a Roma)
Speriamo che questi consigli vi servano per organizzare la vostra
vacanza in Francia!!
Merlino,Magò,Legolas,Lamù,Haran Benjo e Titty
Torna
su |
|