Germania


Mototuristi

Gli iscritti

I viaggi

- Italia
- Europa
- Mondo

Consigliati

I siti

Le iniziative

Il regolamento

Iscriversi

Un'Aquila vola sul Nordschleife

di Carlo Cattaneo (messaggio del 18/06/01)

Beh, oddio, vola....diciamo zampetta.
Tutto inizia lunedì scorso quando durante uno spostamento di lavoro, sono in
zona Lecco e mi fermo dal noto concessionario di Mandello Duilio Agostini
dove sono andato per prendere un paio di magliette e vedere se c'è il
portapacchi da montare sul mio V11RM. Un simpatico e preparato commesso,
oltre a farmi vedere cose di grande libidine quali gli scarichi aperti ovali
e cilindrici ed il sostituto del compensatore di serie, mi dice che oltre al
portapacchi di cui sopra hanno anche le borse laterali da agganciare agli
appositi supporti da montare. Il risultato estetico e pratico risulterebbe
assai migliore. Tanto la V11 non è certo una moto da turismo.... Detto,
fatto, le compro. Martedì giornata di fuoco nel lavoro: una trattativa che
si protrae sino al tardo pomeriggio facendomi uscire veramente dai gangheri
per l'esito. Salto un'aperitivo con degli amici, anche perchè ero vicino
casa ed andare a Milano dopo una giornata del genere con l'umore che mi
ritrovavo non era proprio cosa. Metto la macchina in box e vedo la RM che mi
guarda. Vedo le borse in un angolo e, senza nemmeno cambiarmi, mi rimbocco
le maniche, tiro fuori gli attrezzi e monto i supporti. Vado a casa, accendo
il pc e vedo che l'agenda dei quattro giorni successivi è vuota. Ci ho messo
un'attimo per realizzare la cosa, poi ho preso quattro cose, le ho messe
nelle borse nuove e sono partito. Dove vado? Direzione Nord, cartina della
Germania, poi vedo. Serata meravigliosa: alle 20.00 c'è ancora il cielo di
un blu intenso bellissimo. Prendo la strada litoranea del lago di Lecco ed
in neppure un'ora sono sul Passo del Maloja. Ci sono passato un sacco di
volte, ma i colori, i profumi, ed i paesaggi mi regalano sempre nuove
emozioni. Dopo Saint Moritz svolto a sinistra per il Fluelapass ancora
innevato, con il sole radente, al tramonto, che scava solchi di luce con
riflessi unici. Il freddo si fa pungente e la vista della scritta "Wilkommen
Motorrad" all'esterno di un albergo a Davos è molto confortante. Prendo una
camera in questo bellissimo albergo (Victoria Hotel) attrezzato per i
motociclisti con stanze dove fare asciugare eventuali indumenti bagnati,
ricovero per la moto chiuso e custodito. Fortunatamente, malgrado siano già
le 22 passate, la cucina mi prepara ancora qualcosa. Mangio seduto ad un
tavolo sulla veranda del ristorante con vista sui pendii del passo in
compagnia di un buon libro e dei miei pensieri. Pensate che si vede ancora
il blu del cielo. Dopo cena, faccio due passi digestivi verso il centro
della nota località che, malgrado non ci sia in giro nessuno, dimostra di
essere molto attrezzata per il turismo di massa soprattutto invernale. Il
mattino seguente un bellissimo sole fa capolino dietro le serrande.
Un'abbondante colazione ed alle 9 sono in movimento. Dirigo verso Landquart
facendo una strada curvosa bellissima che inviterebbe ad aprire il gas, ma
memore della multa da 1 ml. pagata l'anno scorso al governo elvetico, mi
metto a velocità codice e mi godo i mille laghetti, le mille cascate formate
dalla neve che si scioglie, le mucche al pascolo. Il paesaggio è da favola:
non si può restare insensibili di fronte a tanta bellezza. Con tutta calma
arrivo a Bad Ragaz e poi prendo verso Wattwil, Wil, Schaffausen. Attraverso
la frontiera tedesca e prendo verso la Foresta Nera. Alle 15 mi fermo sul
Titisee, bellissimo lago in direzione Friburg, forse troppo turisticizzato,
ma comunque piuttosto carino. Mangio due panini, mi rilasso un'attimo e dopo
un'oretta riparto. La meta non è molto ben delineata: sto andando veramente
a caso. Andando verso Friburg si incontra la B500 che è la strada che
attraversa tutta la Foresta Nera. Un vero spettacolo. Se non si va non ci si
può rendere conto dell'immensità e del fascino di queste zone. Si passa da
Triberg, la città degli orologi a cucù, ed il secondo pezzo da Freudenstadt
a Baden Baden è un vero paradiso sia come strada, tutta curve veloci con
ottimo grip, sia per il contorno di questa foresta a perdita d'occhio.
Arrivato nella città termale, decido per qualche km. di autostrada fino a
Landau dove esco e mi dirigo verso Kaiserslautern: quì inizia una strada, la
numero 48, che è una specie di pista a cielo aperto anche per i severi
motociclisti tedeschi. Infatti all'inizio della strada un cartello con la
figura di una moto in piega cita "La morte corre con la velocità?". Ma
tant'è, mi faccio un poco prendere la mano ed assumo un'andatura allegra,
non folle, divertendomi a raccordare le belle curve disegnate in mezzo ai
boschi e cercando di capire un po' meglio come si comporta la V11. Tanto per
rendere l'idea del posto, c'è uno spiazzo in prossimità di un'albergo
all'incirca a metà della strada dove potete vedere i cinque cerchi olimpici
fatti con i burn out dei motard tedeschi! Parcheggiata c'è anche una V-Max
con bomboletta di protossido d'azoto (di proprietà dell'albergatore).
Bell'ambientino di esauriti! Arrivo a Kaiserlslautern all'incirca alle 20.00
così faccio ancora un pezzetto di autostrada fino a Trier. Solitamente
questo tipo di strade le odio, ma credetemi, vale la pena farsi questo
tratto per il panorama : si vede dall'alto la Mosella in mezzo alle colline
piene di vigneti. Trovo un bell'albergo nel centro della cittadina
universitaria ed essendo piuttosto stanco decido di fare quattro passi per
vedere la romana Porta Nigra (Trier è stata la prima città fatta dai romani
in Europa) ed il bellissimo Dom e poi andare a dormire saltando la cena. La
mattina successiva il tempo sembra bruttino. Dopo un'abbondante colazione,
mi metto in movimento. In questa regione della Germania oggi è festa e
quindi in città non si vede in giro nessuno, mentre appena inizia la strada
che costeggia il fiume, si vedono ridde di turisti e famigliole con le loro
biciclette (c'è una pista ciclabile che costeggia tutto il fiume su entrambi
i lati!). Il tempo fortunatamente migliora. Prendetevi qualche giorno e
fatevi questa strada: per me è una delle più belle d'Europa. Da Trier a
Koblenz si è sempre di fianco alla Mosella attraversando km. e km. di vigne
e prati intervallati da paesi veramente belli (indimenticabile Burg Elz).
Arrivato in prossimità di Koblenz svolto a sinistra seguendo uno strano
cartello: Nurburgring. Dopo una ventina di km. si arriva al mitico circuito.
Come saprete, in realtà i circuiti sono due: il nuovo, dove corrono
tutt'oggi sia auto che moto nei vari campionati, ed il vecchio, il
Nordschleife. Quest'ultimo, ex strada aperta al traffico normale, e
successivamente chiuso e non più utilizzato per le gare perchè troppo
pericoloso, è lungo 20 km. ed è la meta, o il mito, per molti motociclisti.
L'ingresso al circuito pullula di qualunque tipo di mezzo su ruote. L'orario
di apertura è previsto per le 17.45. Sono le 13. Vado a cercare un posto
dove mangiare un boccone che trovo all'ingresso del nuovo circuito: una
specie di luna park con negozi di souvenir, alberghi e ristorantini. Dopo
mangiato faccio quattro passi a curiosare nei negozietti e poi torno
all'ingresso del Vecchio. Mancano circa tre ore che passo osservando gli
altri mezzi presenti in attesa di entrare. Moto preparate, moto sportive di
serie, turisti di passaggio che vogliono fare un giretto (proprio come me),
auto sportive e non, pullman in attesa. Eh già. Al "Ring" possono entrare
anche pullman, camper, roulotte. Ma indovinate un po' qual'è la moto che fa
formare i capannelli di curiosi più nutriti? Infatti ad un certo punto ero
convinto che fosse successo qualcosa ed invece erano una ventina di persone
attratte dalla Rosso Mandello che volevano sapere di tutto. Incredibile come
la lingua non sia un problema quando ci sono argomenti che interessano. Un
po' di inglese, un po' di tedesco, un po' di gesti, riusciamo a capirci ed è
veramente con orgoglio che tento di capire e rispondere a tutte le loro
domande. Il tempo scorre così abbastanza velocemente tra una chiacchiera e
l'altra e viene il momento di entrare in pista. Lascio le borse alla
reception, faccio i biglietti ed entro. Era più di un anno che non tornavo
in pista. Dopo il mio primo incidente, l'anno scorso. Non sono neppure
particolarmente emozionato. Un minimo il percorso lo conosco essendoci già
stato un paio d'anni fa. Passano dei razzi a velocità inusitate. Vedo i
famosi "postini del Ring" che conoscono la pista alla perfezione ed
aspettano le vittime dietro le curve per sverniciarli da tutte le parti.
Ovviamente, capiscono anche che le mie intenzioni non sono bellicose, vista
la mia andatura, e mi lasciano perdere. Mi diverto ad aprire il gas più di
quanto si possa fare in strada, cerco di capire dove posso arrivare io e
dove può arrivare la moto. Certo, il bicilindrico di Mandello non nasce per
questo scopo ed infatti escono tutti i suoi limiti: avantreno leggero in
velocità, la forcella affonda e fa fatica a ritornare nei velocissimi
saliscendi del circuito tedesco. Eppure nelle staccate più violente tiene
benissimo e la discesa in curva è rapidissima e sicura. Dopo un po' capisco
il "trucco" memore di quanto suggeritomi dal buon Cassani di Abbiategrasso.
Anticipo la staccata e poi sfruttando la poderosa coppia, apro il gas a metà
curva, molto prima che con le cattivissime plurifrazionate. Ed infatti il
risultato dal punto di vista della pulizia di guida e del più puro
divertimento è assicurato. La pista è molto lunga e quindi, malgrado
all'ingresso ci fosse tantissima gente, incontrare altri mezzi è raro. Mi
trovo solo un pullman all'uscita del Karrusell, che mi vede e si sposta
prontamente, e mi sorpassa un gruppo di missili terra aria che scompaiono
all'orizzonte. Mi sorpassano anche "Starky e Hutch" su due Porsche
velocissime a cui faccio largo. Pochi giri, ma molto divertimento, anche se
ho la conferma che la pista non fa per me. Ho troppa paura della velocità e
degli altri. All'uscita un simpaticissimo signore mi fa vedere che con la
sua digitale mi ha fotografato mentre passavo in curva con la RM. Ovviamente
gli ho chiesto di mandarmi la foto. Tranquillamente rimonto le borse e
prendo la via del ritorno. Sono le 18.30 e mi passa per la testa di arrivare
a casa in nottata ma il freddo e l'angoscia di un'autostrada (scelta
obbligata per il rientro) al buio e deserta mi fa cambiare idea. Mangio un
boccone in una stazione di servizio e riparto tentando di arrivare almeno ad
Ulm. Ormai però sono quasi le 23 e così scelgo di uscire ad Ellwangen e
cercarmi da dormire. La cittadina è deserta ma trovo una Gasthof molto
carina che mi dà ricovero. Venerdì mattina riparto col sole e passo
velocemente Ulm, Bregenz, San Bernardino ed alle 14 circa sono a casa.
Totale 2150 km. Nella mente paesaggi, profumi, emozioni, il piacere di
stare solo con me stesso ed il rombo fantastico della mia V11 Rosso
Mandello.
Blueyes

Torna su

Non hai trovato quel che cercavi? Prova qui!