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On
the road...
di Davide Canepa
Lunedì
È una gelida radiosa giornata qua a Torino.
Molto radiosa.
E molto gelida!!! ===:O
Anche
ieri era una radiosa e gelida giornata, a Basaluzzo e dintorni.
E quando c'è una radiosa ancorchè gelida giornata,
io e il Bestia cominiciamo ad avere strane
voglie...
Ci si in contra nel box, la mattina, con aria indifferente...
Uno che mette sotto carica la batteria, l'altro che vorrebbe farlo
ma dovrebbe smontare mezza
moto...
E allora io metto l'Indiana sotto carica (vedi mai che stando ferma
è scesa un po'...) dopodichè
si spinge il VMax... Minchia se pesa... Una volta... Niete... Due
volte.. Niente... Tre volte...
Bra..pa..pptt. bof... Quattro volte, le gambe si piegano... Braaaa...
braaaaa......
broaaaaaaaaaaarrrrrrr... I Supertrapp emettono il loro tuono, assieme
ad una nuvoletta bianca di
condensa... Sguardo... Okkei, oggi girello.
Dopopranzo si parte.
Attila parte con mezzo colpo di motorino d'avviamento, tossisce
un po', sembra stiracchiarsi, poi
si spegne mentre mi infilo i guanti, brummmm... Riavvio... ài
primi due minuti gira svogliato, non
tiene il minimo, poi si scalda e va. Bene. Intanto fuori dal box
il Bestia si barda come un
astronauta, mentre il VMax sul cavalletto fa tremare l'intero condominio...
Ci siamo, prima e via.
Stop. Immissione sulla provinciale. Libero, mollo la frizione e
guardo avanti a me, il Bestia è
già partito, ed è già di traverso, la gomma
fredda sull'asfalto gelato non riesce a tenere a bada
ai 140CV di quella bestia di motore io sono più tranquillo,
i miei sono cinquanta CV, sfioro la
frizione per superare una leggera mancanza del motore freddo...
braaaammmm... di traversooooo.....
====:O
Passato
l'attimo di terrore, puntiamo Novi, Gavi, Bocchetta. La strada,
che d'estate è
fantasticamente fresca adesso è gelata, anche se perfettamente
asciutta visto che l'umidità è ai
minimi e che non piove da mesi. Però il pericolo di una fontanella
che abbia lasciato una colata
di ghiaccio c'è, meglio evitare di fare troppo i furbi...
Il fiumiciattolo che scende dalla
montagna è parzialmente gelato, cascatelle e anse sono tutte
occasioni per la natura di costruire
splendidi cristalli che scintillano al sole, il cielo azzurrissimo
e terso sembra ancor più freddo
di quanto non sia, ma i nostri cuori son caldi, i muscoli tutti
pronti e attenti a captare i
piccolissimi segnali che arrivano dalla moto, dalle manopole e dalle
pedane, una perdita
d'aderenza può essere un attimo, le pieghe sono ridicoe,
di staccate meglio non parlarne proprio,
un po' di accelerazioni in leggera derapata sono l'unica forma di
sfogo alla libido sportiva.
Ma il
gusto è un altro, il gusto è esserci, e viaggiare
nel vento, calpestare ancora quel nastro
d'asfalto, sentire i profumi che anche in questo gelo la natura
ci sa regalare, guardare nello
specchietto e vedere un amico, indovinare il suo sguardo dietro
la visiera scura, immaginare la
sua espressione quando Attila gli scoda davanti, immaginare il suo
impegno a domare l'enormità di
coppia che i suoi quattro pistonacci scaricano a terra ogni volta
che il suo polso destro accenna
ad una rotazione.
In cima
al passo, puntuale, ci accoglie il vento, grande amico e nemico
dei liguri, presenza
immancabile in questa terra ricca di contrasti. Il mare in lontanaza
sfuma nell'azzurro del cielo,
visione estiveggiane mentre attorno a noi la natura,a rida e brulla,
sembra ancor più morta,
imbalsamata com'è dalle sferzate della tramontana. Attimi
che trascorrono veloci, come la
decisione di non fermarsi qua, di scendere a Genova a prendere un
qualcosa di corroborante e poi
tornare per altra via.
E man
mano che la strada scende, la temperatura un poco risale, l'asfalto
si fa più asciutto e la
confidenza con i pneumatici aumenta, in fondo si accenna anche a
qualche timidissima piega, le
gopmme sembrano farcela, arriviamo alla città e la sosta
ad un bar è di rigore. Dieci minuti ed un
grappino, poi di nuovo su, in sella, per arrivare a casa prima che
faccia buio del tutto, prima
che la temperatura riprecipiti a livelli totalmente siberiani.
Giovi.
Non la conosco benissimo, l'avrò fatta sì e no una
decina di volte, questa statale che
anche se in mezzo alle case sembra una pista. Piano piano proviamo
ad aumentare un po' il ritmo,
ma dopo una decina di curve, ad una piega un po' più "estiva"
la moto mi parte su entrambe le
ruote, una frazione di seconde, colpo di reni e la tengo, okkei,
l'estate è lontana, ho capito.
Riprendo il ritmo, si danza comunque fino in cima, dietro di me
il Bestia continua a litigare con
gli eccessi di coppia e guida il VMax come fosse una Supermotard,
uscendo dalle curve sempre di
traverso. Busalla, Ronco, Isola del Cantone. Quando arriviamo ad
Arquata il sole ci abbanndona e
tempo di arrivare a Serravalle la temperatura è già
precipitata. Manca una decina di kilometri a
casa, oramai tutti dritti, non si fa neppure un po' di ginnastica
per tenere la moto come nelle
curve ed i muscoli si raffreddano rapidamente, le dita delle mani
mandano segnali inquivocabili. I
semafori di Novi sono una buona occasione per sgranchirsi un po',
poi casetta.
Stanchi.
Infreddoliti. Anzi, ghiacciati. Ma felici come bimbi.
Metto Attila nel box, stacco il negativo dalla batteria, chissà
quando riusciremo a giocare ancora
un po' assieme, di questi tempi. Salgo in casa, il termometro segna
-2°, riempo la vasca d'acqua
calda, bollente.
Grazie
Attila, grazie VMax, splendidi giocattoli per adulti-bambini, che
avete fatto assaporare
ancora una volta il gusto pieno della Vita!!
=====
Davide+Indiana, Barbara+Indiana, entrambi+Scrambler
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