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Siria
e Giordania
di
Elio Mangraviti (viaggio di aprile-maggio 2000)
Ulteriori dettagli e indicazioni al sito Elio
Mangraviti Home Page
SIRIA
Senza
dubbio č la Siria il paese che mi ha maggiormente colpito. L'ospitalitā
e l'umiltā della gente non hanno pari tra i paesi visitati in questo viaggio.
L'entrata in Siria dal confine Turco di Kilis ci da' subito l'idea di
quello che troveremo piu' avanti. Arrivando infatti all'ora di "pranzo"
non ci sara' nessuno ad "accoglierci", poi dopo la loro pausa, eccoli
pronti a sfoderare i loro amati timbri e a "godere" nello sporcare ogni
foglio che si trovano davanti: passaporti, carnet ed assicurazioni locali.
Riusciamo dunque ad oltrepassare il confine assieme con alcuni taxi di
colre giallo che sembrano essere usciti da un vecchio film americano anni
50. Macchine cosi' se ne vedono ancora solo a Cuba. Ognuna di esse avra'
almeno mezzo milione di chilometri, stante almeno la loro apparenza. L'arrivo
ad Aleppo č accompaganto da una "nebbia" incredibile, in realta' si tratta
di un fenomeno atmosferico che dura circa 50 giorni all'anno, e altro
non č che sabbia in sospensione. Alcuni giorni di sosta ad Aleppo ci permetteranno
di visitare la cittadella, il Souq molto caratteristico , la moschea e
l'hammam, uno dei
piu' belli ed importanti di tutta la Siria. L'aver conosciuto sulla nave
che da Venezia ci ha portato ad Izmir in Turchia, Mario un italiano che
lavora ad Aleppo da alcuni anni ci ha permesso di entrare in contatto
con altre persone locali, ed in particolare ricordo Aram e altri suoi
amici della comunita' Armena. Con loro mangeremo in un ottimo ristorante
nel quartiere armeno ed assisteremo anche ad una rappresentazione musicale
molto bella. Le strade siriane sono abbastanza ben tenute, puo' capitare
di imbattersi in qualche buca o di trovare qualche asino in mezzo alla
strada, o qualche camion che
non passa da sotto un ponte, non e' consigliabile viaggiare col buio.
Nel nostro girovagare siamo incappati spesso in simpatiche, rumorose e
calorose scolaresche, ricordo quando a Qal'at Jabar la nostra amica Anna
e' stata letteralmente "assalita" da delle ragazze che le facevano mille
domande, chissā se un domani anche loro potranno salire su una motocicletta
!
Passata la diga costruita sul fiume Eufrate proseguiamo costeggiando il
fiume passando da Dayr az Zawr e raggiungendo il confine iracheno. Li
visiteremo i siti archeologici di Dura Europos e di Mari. Proprio a Mari
troveremo delle simpatiche bimbe che si sono divertite con i nostri "cavalli
di ferro". La gente di
questa parte della Siria e' molto calda, ogni entrata nei paesi era un
continuo salutare, e spesso se capitava di fermarsi per chiedere un'informazione,
c'erano delle serie diffiicolta' a ripartire, da tanta che era la "calca"
che provocavamo. La risalita verso Deyr az Zawr ed il pernottamento in
quella bella localita' ci permetteranno di conoscerla meglio e di scoprire
che il suk qui e' ancora piu' bello di quello di Aleppo. Palmyra, sarebbe
molto bella da visitare, se non fosse che la sabbia in sospensione non
ci permette una adeguata visita. Riprendiamo verso Homs, attraversando
quasi 200 Km di paesaggio desertico, deviando poi per effettuare una visita
al Crack dei
Cavalieri, purtroppo quel giorno non stetti bene e non mi venne la voglia
di fare neppure una foto! Ripartiamo verso sud alla volta di Damasco,
il pernottamento lo faremo in un albergo centrale, apparentemente di lusso
ove per 1500 lire siriane a testa ci offrono una tripla modificata in
quadrupla; non sapevamo neppure dove mettere gli stivali ! (fuori dalla
porta naturalmente....:-) ). Al mattino dopo aver effettuato la colazione
piu' squallida del viaggio (pseudo occidentale), ci recheremo in visita
della grande moschea, il souk ed un museo della storia siriana. Nel primo
pomeriggio risaliamo sulle nostre motociclette e ci dirigiamo verso un
piccolo paese quasi al confine con la Giordania. Bosra ! A Bosra,
in un teatro romano fortificato,
con accluso un ostello abbiamo la possibilita' di dormire, farci da mangiare
e visitare il sito per sole 8.000 lire. Il giorno dopo visitiamo tutto
il sito archeologico, parzialmente rovinato dal fatto che per anni la
gente locale ci ha vissuto dentro. Eccoci al confine con la Giordania,
a Dera. Qualche piccola incomprensione alla frontiera e qualche "tassa"
inattesa ci faranno perdere un po' di tempo, e nel tardo pomeriggio raggiungiamo
Jerash.
GIORDANIA
A
Jerash ci si presenta in tutta la sua magnificenza il sito archeologico
romano, sicuramente la visita al tramonto risulta essere maggiormente
suggestiva. Molti paragoni sono stati fatti tra Gerasa (antico nome romano)
e la stessa Roma o Pompei. La notte la passeremo ad Aljun, visitando l'indomani
il castello di "Qala at ar Rabad", dal quale si gode una notevole vista.
Da notare che non ci sono solo deserti da queste parti..... Passiamo da
Amman, nella speranza di ottenere l'autorizzazione alla visita del sito
archeologico di Petra con qualche agevolazione, ma la notizia che ci era
stata data, era parzialmente corretta, solo che le riduzioni valevano
fino all'anno precedente. Fuggiamo da Amman, troppo simile alle nostre
citta' e ci rechiamo verso Azraq Dazis visitando diversi castelli, ed
attraversando anche dei
piccoli tratti desertici nella zona dei castelli che troveremo molto interessante,
ben 4 castelli visitati, in poche ore.Per la cena ci
ritroveremo a mangiare in un "locale", definibile meglio come una sorta
di garage, appositamente approntato per noi, ove di nascosto potremo anche
bere delle birre, e gustare un ottimo agnello fatto alla brace. Scambieremo
un po' di opinioni sulla guerra del golfo con dei rifugiati iraqeni sfuggiti
dal loro dittatore per aver disertato dopo aver dovuto invadere il Kuwait,
loro sperano di poter rientrare nel loro paese quanto prima (Saddam a
parte...). Torniamo indietro verso Amman percorrendo un'altra strada e
visitando altri due castelli, attraversiamo Amman, e scendiamo fino a
Madaba, da li prenderemo una strada impervia nel tentativo
di raggiungere il Monte Nebo, ma l'eccessiva pendenza e l'eccessivo carico
della moto mi fanno letteralmente incastrare la
moto in un solco nel terreno scavato dalle piogge. Riusciro' con l'aiuto
di 4 persone a sollevare la moto e farla risalire quel tanto da poter
ritornare sulla strada precedente. Riprendo fiato ed energie, e riunitomi
con i compagni d'avventura, percorriamo la Desert Highway fino a Al Karak.
e giu' nella depressione piu' bassa della terra, il Mar Morto.
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