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Penisola
Iberica
di
Nelik (viaggio dell'agosto 1998)
Ulteriori
dettagli e indicazioni sul sito www.nelik.it
L’esperienza mi ha ormai insegnato che la teoria è molto diversa dalla
pratica, e che quello che mi diverto a pianificare durante l’inverno,
alla fine viene sconvolto dalla realtà dei fatti e dalle situazioni
impreviste.
Tanto per iniziare non abbiamo fatto una tirata
unica fino in Spagna, bensì ci siamo fermati in Francia, in quanto siamo
partiti da Torino molto tardi. Ci siamo fermati vicino Capo d’Agde, a
sud di Montpellier: un posto pieno di campeggi e di zanzare gigantesche.
Purtroppo non ho ritrovato la fattura, quindi non so dire nè il nome nè
le tariffe, però, visto che è la seconda volta che cadiamo nel tranello
della Francia del sud, esaminate prima i bagni, perchè anche quest’anno
li abbiamo trovati in condizioni degne della stazione Termini! Nella notte
ha iniziato a piovere, e la pioggia ci ha accompagnato per diversi giorni,
provvedendo a mantenere bagnata la tenda e altre cose.
Il giorno dopo, in mezzo a un traffico molto
intenso (era il 2 agosto), sotto un diluvio notevole e con un freddo
autunnale, siamo partiti alla volta della Costa Brava. Siamo arrivati a
pomeriggio inoltrato a Tossa de Mar e, dopo aver girato per tutti i
campeggi della zona, siamo andati al “Can Martì”, un campeggio molto
carino che si raggiunge dal centro di Tossa (tenda 775 ptas, persona 750
ptas, moto 375 ptas, con piscina, bagni discreti).
La prima parte della Costa Brava è bellissima,
fino a Tossa de Mar. Per chi ha avuto l’occasione di vederla, assomiglia
molto alla Costiera Amalfitana: costa scoscesa, strada stretta e
pienissima di curve (ottimo asfalto, aderente e senza buche), panorami e
profumi fantastici. Purtroppo, a causa della pioggia incessante abbiamo
ritenuto inutile rimanere in un posto prettamente marittimo, e siamo
partiti alla volta di Valencia, fermandoci a Tarragona: è una cittadina
graziosa, ma personalmente penso che sia una gita carina da fare da
Barcellona, ma forse non vale la pena interrompere un lungo traferimento
autostradale. Se non altro, dopo una valanga d’acqua caduta nei pressi
di Barcellona, a Tarragona ha smesso di piovere! Ci siamo fermati al
“Camping Devesa Gardens” (tenda 460 ptas, persona 460 ptas, moto 405
ptas, con piscina a pagamento, market, bagni sufficienti) a una trentina
di chilometri a sud di Valencia, nei pressi di El Perellò. Il posto è
carino, in mezzo a una zona protetta, e senza zanzare; purtroppo abbiamo
avuto la notte funestata dagli incessanti boati provenienti da un paese in
festa (è abitudine degli spagnoli proseguire i festeggiamenti per tutta
la notte!).
Siamo ripartiti alla volta di Granada, stavolta
sulle fantastiche “autopistas”, analoghe alle nostre autostrade, però
gratuite. Da questo punto in poi inizia un caldo soffocante. Poco prima di
arrivare siamo passati accanto al curioso paesino di Guadix, con molte
case scavate nella pietra. A Granada abbiamo pernottato al “Camping
Granada”, nei pressi di Peligros,
e a 5 km. dalla città. La posizione è magnifica, dato che si trova su
una collina che domina Granada, e la notte il panorama è fantastico, i
bagni sono molto belli, e c’è la piscina a pagamento (credo 100 ptas),
però è abbastanza vicino alla superstrada, ogni tanto arrivano dei
cattivi odori dalla vicina zona industriale, e, soprattutto, l’ombra è
scarsissima, aspetto questo da non trascurare in una zona dove piove raramente
e si superano i 35 gradi all’ombra!
Granada è una città bellissima, che vale la pena girare per bene. L’Alhambra
è fantastica, così come il quartiere Albaicin, da cui si gode una vista
mozzafiato sull’Alhambra. La stessa vista si gode dal
Sacro
Monte, una zona poco battuta dai turisti, in cui si può trovare un
pezzetto della Spagna che uno immagina; infatti, al bar “Flamenco”
abbiamo trovato un gruppo di persone in cui alcuni suonavano la chitarra,
altri cantavano e altri ballavano: uno spettacolo di flamenco gratuito!
Nelle gite che abbiamo fatto da Granada va segnalata quella fantastica
sulla Sierra Nevada , un massiccio sterminato che offre ampi e
indimenticabili paesaggi (e un asfalto degno di una pista!!). Purtroppo,
su nessuna guida era segnalato il fatto che la strada che arriva al Pico
Veleta è chiusa, e serve un permesso speciale per attraversare quel
tratto di strada: infatti, quella zona è protetta e quindi chiusa al
traffico. Invece, si può arrivare vicini al Pico Veleta salendo
direttamente da Granada, ma anche lì, a meno di 2800 metri, ci si deve
fermare.
Un’altra gita è stata a Cordoba,
una città molto bella, la cui Mezquita/Catedral va assolutamente
vista: è un monumento unico al mondo in cui una chiesa barocca è
racchiusa all’interno di una moschea enorme! Anche il quartiere ebreo è
molto bello.
Nell’ultima gita siamo andati a Jaen, Baeza e
Ubeda: la prima è una
cittadina
anonima, la seconda è molto bella, e l’ultima è carina. In tutte
queste gite il denominatore comune è stato il caldo insopportabile, che
mi costringeva a chiudere la giacca per non scottarmi il collo con
l’aria rovente!
Dopo 5 giorni siamo partiti alla volta di
Siviglia, facendo un lungo giro per vedere la Costa del Sol: se non vi
piacciono le discoteche e le cittadine stile Las Vegas, evitate
accuratamente questa strada: è trafficata in un modo incredibile e il
panorama è brutto, pieno di grattacieli fin sulla riva del mare! Salendo
verso Ronda la strada torna bella, e la cittadina in questione è un
piccolo gioiello!
A Siviglia abbiamo pernottato in un campeggio
vicino ad Alcalà de Guadaira, ma non ho più trovato la fattura. Posso
dire che è molto ombreggiato, silenzioso, però ha dei bagni bruttini
(anche se puliti), una piscina bella (a pagamento), e la curiosa
caratteristica di avere, tra un albero e l’altro, una piattaforma in
cemento sotto soli 10 centimetri di terra: è impossibile piantare i
picchetti e abbiamo dovuto fissare la tenda con dei
grossi sassi. La città è meravigliosa, e va girata a piedi
con
calma, visitando tutto (per gli studenti l’ingresso nell’Alcazar è
gratuito!).
Dopo 5 giorni siamo partiti verso Lisbona;
infatti, per motivi di tempo, abbiamo tagliato l’Algarve. Il passaggio
dalla Spagna al Portogallo è stato duro: da paesaggi infiniti, strade ben
tenute e guidatori corretti siamo passati ad una realtà completamente
opposta: paesaggi “ristretti”, strade pessime e guidatori
semplicemente matti, anche se quest’ultima “scoperta” l’abbiamo
fatta una volta arrivati a Lisbona. Lungo la strada ci siamo fermati a
Evora: la città mi ha lasciato piuttosto indifferente.
Trovare da dormire a Lisbona è stata
un’avventura: prima abbiamo provato nella zona a sud della città, sulla
Costa de Caparica: i campeggi erano brutti e, soprattutto, stracolmi per
colpa dell’Expo. A Lisbona siamo andati nel “Parque Municipal de
Campismo de Monsanto” (il telefono giusto è 7605169): le indicazioni
sono ridotte al minimo, però basta seguire per Monsanto. Il campeggio è
bello, anche se sovraffollato: per fare il check-in abbiamo impiegato più
di un’ora, così come per il check-out. Le tariffe dettagliate non le
ho, so che abbiamo pagato 3528 scudi per notte. Il campeggio offre una
piscina bellissima gratuita, supermarket, tavolini coperti per mangiare, e
zone apposite per lavare e stendere la biancheria.
Inizialmente Lisbona mi ha
lasciato indifferente, e solo dopo aver guardato le foto a Roma mi
è sembrata carina: forse l’errore è stato visitare prima la Spagna e
poi il Portogallo (la mia ragazza, giustamente, mi aveva proposto il
contrario, ma io per motivi misteriosi non ho accettato!).
Nei dintorni, invece, abbiamo fatto delle belle
gite:è indispensabile andare a Sintra passando da Cabo da Roca , che è
il punto più occidentale del continente europeo; purtroppo, come si vede
dalle foto, abbiamo trovato un tempo e una temperatura autunnali. Infine,
anche se noi non abbiamo fatto in tempo a vederla, a Queluz c’è una
residenza molto bella.
Più a nord abbiamo visto il castello di Almourol,
molto carino, anche se totalmente non segnalato (per arrivarci bisogna
fare circa 500 metri di strada sterrata: ormai Nelik si è rassegnata a
fungere anche da enduro!!), mentre sono notevoli il Convento di Cristo a
Tomar, Batalha, Obidos è un gioiellino (tanto da chiedersi come abbiano
fatto i portoghesi a mantenerlo così!), mentre Cabo Carvoeiro offre una
splendida vista sull’oceano. Fatima è costituita solo dal moderno
santuario, e non è nulla di eccezionale.
Andando verso Porto è indispensabile passare da
Coimbra, una città universitaria molto bella. Andando verso nord il
paesaggio cambia, e diventa di nuovo bello: molto verde con dolci colline
che si inseguono.
Porto , a mio avviso, è la
più bella città del Portogallo, sia architettonicamente, che per
l’atmosfera
che vi si respira. Se andate in campeggio rinunciate immediatamente a
cercare quello di Gondomar: è INTROVABILE (anzi, se lo trovate ditemi
come avete fatto!).
Anche il campeggio di Porto, il “Parque de
Campismo da Prelada”, è mal segnalato, però è bello, immerso in un
bosco e con piazzole delimitate da siepi molto alte; purtroppo è vicino
all’autostrada, quindi è rumoroso, e i bagni sono sufficienti; le
tariffe sono: tenda 550 scudi, persona 580 scudi, moto 380 scudi, il
market ha prezzi alti.
A Porto sono da visitare le cantine di Vila Nova
de Gaia, che offrono una degustazione gratuita del famoso vino Porto. Le
gite che abbiamo fatto hanno toccato Viana do Castelo, Barcelos, Braga (in
particolare il santuario Bom Jesus do Monte) e Guimarães: sono tutti
paesini belli, che vale la pena visitare.
Siamo ripartiti per la Spagna, e ho avuto la
pessima idea di fare la strada che passa per Bragança: il paesaggio era
bello, però ho fatto la strada peggiore che abbia mai percorso!! Erano 90
km. in rifacimento, e per i portoghesi (così come per gli spagnoli),
rifare una strada significa riportare a nudo la terra lasciando una
striscia di sassi per decine di km. (gli spagnoli sono più discreti,
rifanno un pezzetto alla volta!). Per tutto il tempo son dovuto stare
attentissimo a non finire per terra, lungo un “strada”
che era sicuramente più adatta a una
Africa Twin, che non a una CBR! Alla fine abbiamo accolto la Spagna come
una liberazione, con le sue strade magnifiche, larghe e sempre ben
asfaltate, tanto da sconsigliare l’utilizzo dell’autostrada. A
Valladolid siamo stati nel campeggio “El Plantio”, in località
Simancas: il posto più pieno di zanzare che io abbia mai visto, molto
peggio della Camargue o della zona degli stagni in Boemia (vicino Trebon),
però, incredibile ma vero, non pungevano! Per una notte abbiamo pagato
1775 ptas, e ha bagni brutti, un market minuscolo e una piscina a
pagamento. Valladolid è anonima.
Dopo un bel viaggio, in
cui abbiamo attraversato paesaggi splendidi, siamo arrivati a
Saragozza
, una città davvero carina! Abbiamo dormito nel “Camping Casablanca”
(tenda 600 ptas, persona 1250 ptas, moto 555 ptas), che ha dei bagni
discreti, piscina gratuita e un market.
Come ultima tappa siamo andati a Cadaques, nel
cuore della Costa Brava subito sotto la Francia. Lungo la strada siamo
passati sul Montserrat, per andare a vedere
l’omonimo
monastero.
La strada è bellissima, e la montagna offre dei paesaggi incredibili, con
una vista mozzafiato verso Barcellona. A Cadaques ci siamo fermati al
“Camping Cadaques” (tenda 675 ptas, persona 535 ptas, moto 430 ptas),
che è affollato, privo di piazzole delimitate, ha bagni brutti, però ha
un market fornito.
La tappa del ritorno è stata molto lunga e
faticosa: abbiamo deciso di non fare le Alpi, ma di passare dalla Costa
Azzurra e di risalire a Torino tramite la Torino-Savona: sull’autostrada
francese, nel tratto vicino al confine italiano, è pieno di caselli, in
cui ti chiedono pochi franchi, e il tratto iniziale della Torino-Savona è
un incubo, soprattutto se fatto nel cuore della notte con quasi 800 km.
sulle spalle!
Per concludere, anche
quest’anno la Spagna si è rivelata un paese magnifico, con una varietà
di paesaggi che ha dell’incredibile, andando dal deserto nella zona
centrale, fino all’alta montagna nei Pirenei; dal paesaggio irlandese
della Galizia, allo splendido mare della Costa Brava e con delle città
magnifiche, ricche di monumenti e generalmente ben tenute; ha ottime
strade larghe e ben asfaltate (spesso l’autostrada, che è cara come in
Italia, è inutile), non ho mai avuto problemi per il rifornimento e al
volante sono corretti (per i miei standard romani). Il Portogallo, nella
zona centrale, mi ha sinceramente un po’ deluso; fare rifornimento può
non essere facile (sulla statale che ho fatto per entrare in Portogallo
non ho incontrato un solo distributore per almeno 100 km, a meno di andare
a cercare in qualche paesino!), i portoghesi prima di investirti
tagliandoti la strada hanno sempre l’accortezza di mettere la freccia, e
i motociclisti locali hanno la curiosa abitudine di non scendere mai sotto
ai 12000 giri/min, o sotto ai 130 km/h! Forse è a causa di questo loro
comportamento “sbarazzino” che un giorno si sono rifiutati di farmi
fare il pieno (hanno il self-service, come in tutta Europa) bloccandomi la
pompa perchè ero da solo (quando ero con la mia ragazza non mi hanno mai
fatto problemi!), e volevano prima il contante, e poi se ne poteva parlare
(!!); quando gli ho fatto notare a gesti che non avevo la palla di
cristallo e non avevo idea della quantità di benzina che sarebbe entrata,
mi hanno concesso in via straordinaria di fare il pieno! Andando verso
nord la situazione migliora, si trovano panorami e città più belle, ma
le strade rimangono per lo più bruttine, male asfaltate e strette. I
portoghesi difficilmente parlano inglese, mentre il francese è molto
parlato; inoltre abbiamo trovato perfettamente inutile chiedere
indicazioni: sono prolissi all’eccesso, imprecisi e fanno di tutto per
confonderti le idee, anche se sono molto gentili e disponibili.
NB: I prezzi si riferiscono
al 1998
Lunghezza del viaggio: Km 9530
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