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Manchego - Andaluso
di Mirco Sassi (messaggio
del 25/8/00)
Ciao a tutti. Sono tornato
dal mio giro in Andalusia e vi mando subito il report che, per quanto
abbia sintetizzato, resta purtroppo lungo. Se a qualcuno interessassero
informazioni su posti per dormire, mangiare, prezzi o altro, io sono disponibile.
Siamo partiti il 4 da Reggio Emilia diretti a Cordoba. Eravamo in 4: il
"Nonno" (su Africa Twin), Braglia (YZF600), Amanda (la mia morosa) ed
io (Tenere 660).
Primo giorno di trasferimento puro e arriviamo a La Jonquera, il primo
paese spagnolo, strapazzati dal vento che ci ha accompagnati da metà Francia
in poi.
Secondo giorno di traffico infernale per l'esodo da Barcellona e arriviamo
solo a Valencia, che vediamo appena per una sera ma ci siamo resi conto
che avrebbe meritato sicuramente di più.
Il
terzo giorno comincia il bello: da Valencia ci avviamo verso la Mancha
dove ci aspettano distese infinite di grano, senza vedere una sola casa
per km, con strade ben asfaltate (almeno fino ad Alcazar de San Juan)
e rettilinei che non finiscono mai, su e giù per colline morbidissime.
Dopo una divagazione in uno sterrato che portava verso un piccolo castello
(anche Braglia con la sua YZF, con gomma anteriore race, ci ha stoicamente
seguito nella polvere) arriviamo a Mota del Cuervo dove avvistiamo i primi
mulini a vento, quelli della storia di Don Quijote, e ci fermiamo per
visitarli da vicino, così come abbiamo fatto poi a Campo de Criptana.
L'insieme del paesaggio e di questi mulini, coi turbini di vento che sollevano
all'orizzonte degli alti coni di polvere ha un fascino particolare che
a me è rimasto dentro.
Ripartiamo e, oltrepassata la Sierra Morena dove l'autostrada (in realtà
una statale gratuita) fa alcuni tornanti da paura e addirittura ha delle
piazzole per ammirare il panorama cui si accede dalla corsia di sorpasso
(!) e per di più poste tra delle curve, arriviamo a Cordoba.
Visti la mezquita (la moschea in parte trasformata in cattedrale cristiana,
autentico mix di culture tra cui anche quella antico-romana), il quartiere
ebraico, l'alcazar, il ponte sul Guadalquivir (da cui, secondo le guide,
si possono vedere mandrie attraversare il fiume in piena città) posso
dire che è proprio una bella città, visitabile tranquillamente a piedi
perché non è per niente grande.
Da Cordoba ci siamo poi spostati a Siviglia, di cui abbiamo visitato la
bella cattedrale (in cui sono custodite, ma ci sono dei dubbi, le spoglie
di Cristoforo Colombo), l'Alcazar grande e stupendo, la plaza de toros
che è la seconda più antica di Spagna e di cui si può visitare anche il
museo, la Giralda (torre a fianco della cattedrale), piazza di Spagna
e il quartiere antico.
Nell'insieme è molto bella, però ha proprio l'aria della grande città
e per questo, a
mio avviso, ha meno fascino di Cordoba
e Granada.
Da Siviglia ci siamo poi diretti a sud, prima verso Arcos de la Frontera
(paesino carino e tipico con le sue case bianche e le stradine strette),
poi verso Jerez (solo per entrare nel circuito, perché il paese non dice
molto, salvo per le fabbriche di alcoolici) e quindi verso Viejer de la
Frontera, altro paesino sullo stile di Arcos.
Vicino a Viejer c'è la spiaggia di Caños de Meca. Noi non ci siamo andati,
ma se a qualcuno interessa a quanto mi dicono li si vive nell'anarchia,
fuori dal mondo: ci sono "figli dei fiori" che vivono l'estate nelle grotte
sulla spiaggia fumando e vivendo senza rompiballe. Per chi volesse fuggire
per un po' dalla vita comune...
Ci siamo poi diretti verso Tarifa, dove però non c'è stato verso di fermarsi
perché era tutto esaurito anche nelle vicinanze: comunque il fascino di
vedere l'Africa a due passi era forte e la zona è bella.
La notte l'abbiamo passata ad Algeciras, porto per il Marocco: un vero
postaccio da evitare.
Il giorno dopo siamo andati a Gibilterra. La cosa curiosa è che, per via
dei contrasti tra Spagna e Inghilterra su questo pezzo di terra, Gibilterra
è come se non esistesse: non c'è nessun cartello stradale che la ricordi
fino a che praticamente non ci si arriva. Per arrivarci bisogna seguire
le indicazioni per La linea de la Concepcion. Oltretutto gli spagnoli,
non so se per fare un dispetto agli inglesi ma non me ne stupirei, hanno
piazzato all'inizio dell'istmo di Gibilterra delle belle fabbriche con
tanto di ciminiere pestilenziali. Veramente simpatici.
Comunque, benché le guide dicano
che non vale la pena andarci, a noi Gibilterra è piaciuta. E poi come
si fa ad arrivare là e non fare una foto sotto le epiche colonne d'Ercole?
In più, se anche la città non è granché, la riserva naturale merita una
visita: ci sono grotte, reperti bellici e scimmie libere che si lasciano
avvicinare tranquille. Dato che a me le scimmie piacciono tantissimo,
mi sono divertito come un bambino. Attenzione: entrare a Gibilterra in
auto può essere una tortura, per via delle colonne alla frontiera dove
la UE non sanno cosa sia e per via del traffico all'interno. In moto però
le cose si semplificano molto perché i poliziotti (i classici Bobbies
inglesi) ci hanno fatto saltare tutta la fila.
Dopo questa tappa ci siamo diretti verso Ronda, una delle città più antiche
della Spagna, costruita su un profondissimo crepaccio, e con la più antica
plaza de toros spagnola. Sarà perché siamo arrivati sfiniti dalle curve,
ma a me non ha fatto una grandissima impressione.
Dimenticavo:
diretti a Ronda, ci siamo fermati a Castellar de la Frontera (non il nuovo
paese, ma quello che si raggiunge seguendo le indicazioni per il castello):
il paesino, fortificato, è piccolissimo ma anche molto bello e ben
tenuto (lo stanno recuperando in questi anni). Passando di li merita una
visita.
Dopo Ronda, finalmente, siamo arrivati a Granada: stupenda! La più bella
delle città che abbiamo visto in Andalucia.
Perdersi per le viuzze dell'Albaicin (il quartiere antico della città)
è un'esperienza che merita una giornata, e l'Alhambra altrettanto.
L'Alhambra è la residenza dei sovrani arabi del passato, poi di Carlo
V, dove si rifugiarono gli arabi ormai cacciati dalle altre città andaluse
e dalla stessa Granada. E' veramente bellissima, con la sua architettura
araba. Altrettanto dicasi per l'annesso Generalife (la residenza estiva)
e i suoi giardini. Altra cosa da vedere è la Cattedrale.
Attenzione: all'Alhambra ammettono turisti in numero limitato. Il rischio
è di fare ore di coda (2 ore di attesa già domenica 13, ed in città era
bassa stagione), per poi sentirsi dire all'ultimo momento che hanno bloccato
gli accessi. Ed andare a Granada senza vedere l'Alhambra è come andare
a Roma e non vedere il Colosseo. Per
ovviare a questo, noi abbiamo acquistato in hotel un tour guidato che,
pur costando molto più del solo biglietto d'ingresso (4000 pts contro
1200, se ben ricordo), ci ha risparmiato perdite di tempo e in più ci
ha offerto una guida brava e preparata che all'Alhambra non guasta proprio.
Lasciata Granada abbiamo "attaccato" quella che è descritta come la strada
più alta d'Europa, portando ai 3398m del Pico Veleta, nella Sierra Nevada:
gran chiavata! La strada è chiusa da due anni a 2550m, quindi nessun record.
Comunque la salita fino a lì è velocissima (30 min o poco più da Granada),
grazie ad una strada che sembra una superstrada più che una strada di
montagna. I paesaggi sono ben diversi da quelli alpini, con montagne alte
ma molto aride e forme meno ardite di quelle dolomitiche.
Un
poco delusi torniamo indietro e ci dirigiamo verso le Alpujarras, paesini
bianchi sperduti sul versante meridionale della Sierra Nevada, famosi
anche per il prosciutto (quello di Trevelez). Sono rimasti con l'aspetto
originale, non attaccati dalla modernità, ma non per questo insensibili
al turismo: a Capileira, dove ci siamo fermati, c'era anche la pizzeria,
alla faccia dell'isolamento secolare.
Meritano una visita, ma la strada è assolutamente massacrante: almeno
60 km di curve con lo strapiombo sempre, ma proprio sempre, a fianco.
Prima di raggiungere l'autostrada alla fine abbiamo percorso oltre 100
km di curve continue e senza sosta: un vero massacro, eravamo sfiniti.
Se andate, prendetevi una giornata solo per questa zona.
La sera abbiamo dormito ad Almeria: non si trovava nulla finché, per telefono,
abbiamo trovato 2 camere in zona campo de futbol. Leggi la guida e cosa
ti troviamo? "Evitate assolutamente la zona del campo de futbol: è veramente
pericolosa... adatta solo a chi non si lascia intimidire". Hurrà! Ma ormai
siamo sfiniti (e poi in fondo siamo dei duri :-) ) quindi decidiamo di
andare comunque, seppur con cautela, e troviamo l'hotel, tutto sommato
decente. Corriamo a prendere da mangiare in un bar, chiudiamo le moto
in un garage e alle 9 di sera siamo già asserragliati in camera.
Il giorno dopo ripartiamo di tutta fretta per lasciarci alle spalle le
facce poco simpatiche della zona, ma devo dire che l'unico "autoctono"
con cui ho parlato (quando cercavamo l'hotel) per quanto decisamente dall'aspetto
poco rassicurante (vi assicuro che non era suggestione, ma c'era solo
lui in zona) si è rivelato gentilissimo, persino appiccicoso. Comunque
abbiamo preferito non cercare di verificare oltre le parole della guida.
Da Almeria ci siamo inoltrati nel deserto che si incontra sulla statale
per Murcia. Il paesaggio è veramente arido, più delle altre zone che abbiamo
visto, perciò per noi inconsueto e a suo modo affascinante.
Il bello (per noi bambinoni) è venuto dopo: arrivati nella zona di Tabernas,
c'è Mini Hollywood (nel parcheggio ci abbiamo trovato due prototipi Mercedes
in prova). Evitatelo tranquillamente perché è un moderno parco giochi,
per di più costoso. Se però andate avanti 4 km arrivate a Texas Hollywood/Pueblo
Mexicano che è veramente bello. Ingresso 900 pts (meno di 11.000 lire)
e vi ritrovate in un vero paese del Far West o del Messico. Qui e nei
dintorni hanno girato diversi film western (uno per tutti "Per un pugno
di dollari") e di altro genere ("Lawrence d'Arabia") oltre al più recente
"Marrakesh Express". Anche se ormai siamo grandicelli ci siamo divertiti
un sacco, malgrado il caldo, a passeggiare tra il saloon, l'ufficio dello
sceriffo e la piazza con la forca. O forse ci siamo divertiti proprio
perché non siamo bambini, visto che da piccoli di western ne abbiamo visti
tanti mentre adesso il genere non va più molto. Comunque andateci perché
è bello.
Devo
però dire che è un po' trascurato, malgrado stessero girando un film proprio
quando siamo arrivati noi. Ma fa lo stesso, merita comunque.
E dopo il deserto fine, ci siamo fermati qualche giorno al mare a Torrevieja,
vicino ad Elche dove per ferragosto, in occasione di una festa religiosa,
si tengono 3 giorni di folli festeggiamenti. Prima sera guerra di petardi
(al Tg hanno parlato di 170 feriti, meglio dello scorso anno quando erano
stati 205! Ma nessuno fa storie, ed è uno spettacolo - che abbiamo prudentemente
seguito in TV-), secondo giorno baracca in tutte le vie con musica e bar
per strada, con folla oceanica, terzo giorno relax con festicciola più
paesana.
Infine, il 20, partenza per Reggio e arrivo il 21. 5100 km circa, nessun
problema a nessuna moto né persona(salvo un fusibile dell'Africa Twin
saltato dopo soli 70 km), tutto liscio come l'olio. Meglio di così...
Finito il lunghissimo racconto, allego alcune note pratiche:
- spese: accontentandoci di hostales economici ma puliti, mangiando sempre
in ristoranti (possibilmente economici ma con cibi locali) quasi sempre
anche a pranzo (salvo gli ultimi giorni perché avevamo un appartamento),
uscendo la sera senza strafare ma nemmeno guardando ossessivamente al
portafoglio, abbiamo contenuto le spese tra i 2.200.000 e i 2.500.000
tutto compreso. Fossimo stati a casa spendevamo meno, ma per una vacanza
del genere penso sia un prezzo abbastanza contenuto. Da tenere presente
che agosto, per le città dell'interno, è bassa stagione.
- cartografia: se decidete
di andare comprate assolutamente una cartina quanto più aggiornata possibile,
perché il boom economico spagnolo c'è e si vede: costruivano strade ovunque.
Purtroppo secondo me costruiscono senza criterio: se ci sono colline partono
coi caterpillar e spianano tutto. Un disastro! E così anche nei paesi
turistici e nelle città: abbattono il vecchio e ricostruiscono a tutto
spiano senza criterio, o costruiscono ex-novo. A Torrevieja era una distesa
di gru impressionante, non me lo aspettavo. Però sembra che abbiano troppa
fretta, perché poi costruiscono in modo molto approssimativo (nel nostro
appartamento, nuovissimo, i muri non erano esattamente drittissimi).
- sicurezza: mettete assolutamente
le moto in garage. A Siviglia, sul lungo fiume dove parcheggiano le auto,
è pieno di cristalli d'auto. Nelle città i tossici sono tanti: per fare
un esempio, sempre a Siviglia, nel tempo impiegato per mangiare in un
ristorante all'aperto, sono venuti in 7 a chiederci soldi. Parlo di Siviglia,
ma anche a Valencia abbiamo visto cose curiose e nelle altre città non
era meglio. Gli stessi albergatori non avevano dubbi nel consigliarci
il garage.
- prezzi: sono molto variabili
all'interno dello stesso hotel (o hostal o pensione): non escluderei che
incida l'umore del titolare, visto che alcuni ragazzi che sono arrivati
a chiedere la camera quando l'avevamo liberata noi si sono visti chiedere
9500 pts contro le nostre 6000! E il titolare era in un momento nero perché
di mattino presto (secondo lui, visto che erano già le 8,30), aveva dovuto
spostare 6 auto per tirar fuori le nostre moto dal garage).
- pulizia: lenzuola sempre
molto pulite anche nei posto più economici dove siamo stati (magari bucate,
ma non bisogna cercare il pelo nell'uovo), mentre è meglio non formalizzarsi
troppo su bicchieri e posate, perché tanto non li trovi lucidi da nessuna
parte (ma non abbiamo provato posti superlusso). Comunque nessuno ha preso
malattie (salvo incubazione in atto), quindi, in fondo, è solo questione
di estetica. Poca pulizia, purtroppo, in giro: discariche abusive nelle
Alpujarras e proprio all' ingresso di Texas Hollywood (senza contare le
lattine sparse ovunque al suo interno) sono solo due esempi eclatanti.
Per non parlare di Torrevieja, che faceva veramente schifo.
- caldo: in effetti c'era caldo ma, almeno
fino a che ci siamo fermati al mare, era secco e sopportabile. A Siviglia
alle 19 sembrava di avere un phon puntato contro, ma si resisteva bene.
Nel deserto, in alcuni tratti, si stava meglio con la giacca ben chiusa
perché tiravano folate d'aria bollente, cosa capitata anche nel viaggio
di ritorno nella zona di Valencia. Comunque il fastidio vero lo ha dato
solo l'afa di Torrevieja.
Basta, ho detto (in sintesi!!!) tutto. Scusate la lunghezza, ma il giro
è stato intenso.
Ciao,
Mirco
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