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Ungheria
e Rep. Ceca, 1997
di
Nelik (viaggio dell'agosto 1997)
Ulteriori
dettagli e indicazioni sul sito www.nelik.it
Quest’anno siamo partiti a fine luglio da casa di una mia amica a
Bassano del Grappa, e siamo andati direttamente a Lubiana. Lungo la strada
ci siamo fermati nelle magnifiche Grotte di Postumia (prezzo per gli
studenti circa 10mila lire a persona) dentro le quali, a causa delle loro
notevoli dimensioni, si gira a bordo di un piccolo treno, tranne nella
parte finale che si gira a piedi. Molto vicino ad esse si trova il
Castello di Predjama, in sloveno Predjamski
Grad, incastonato in una grotta e molto suggestivo.
Purtroppo, com’era ovvio, non abbiamo fatto in
tempo a fermarci nè alle grotte di San Canziano (in sloveno Škocjanske
jame), protette dall’Unicef, nè nell’oasi di Rakek.
A Lubiana ci siamo fermati nell’“Autocamp
Jezica” (in tutto abbiamo pagato circa 21mila lire, e non ricordo
affatto com’era il campeggio!), uno dei due campeggi di Lubiana. La città
è molto carina, con un centro storico elegante e ben tenuto.
La Slovenia è un paese molto bello, le strade
sono in genere in buono stato, e il paesaggio è bellissimo: collinoso e
verdeggiante nella parte che abbiamo attraversato; in più è anche
economico, dato che all’epoca del viaggio la benzina costava circa 1000
lire al litro, e la vita non è affatto cara.
Il giorno dopo siamo partiti alla volta
dell’Ungheria, ed era previsto il passaggio in Croazia per dare una
rapida occhiata a Zagabria. Purtroppo, per i soliti motivi di tempo la
rapida occhiata si è trasformata in una breve sosta in un fast food nella
periferia della città, quindi anche qui dovremo tornarci! In compenso
abbiamo visto l’interno della Croazia, fatto di paesini poveri, ma
dignitosi, in cui si possono vedere le classiche case di campagna: basse,
col giardino delimitato da una piccola staccionata, e le galline e le oche
che girano liberamente in strada. Anche il paesaggio è molto bello, e ci
si ritrova a percorrere dei nastri di asfalto che si snodano in mezzo a
colline verdissime. L’autostrada che parte da Zagabria è a pagamento, e
la dogana che abbiamo passato, poichè è un accesso molto poco turistico,
non è per niente segnalata.
Siamo arrivati a Pécs in serata, dopo aver
penato un po’ per trovare il campeggio, di cui, peraltro, non trovo più
la ricevuta. Ricordo solo che si trova all’interno di un bosco
posizionato su una collina che domina la città, vicino all’antenna
della televisione, e che c’era un vento formidabile! Pécs è una città
molto bella, che offre diversi spunti interessanti, come la bellissima
cattedrale (l’ingresso è a pagamento, ma siamo riusciti a intrufolarci
insieme a un gruppo di turisti russi!), l’antica moschea (ingresso 500
lire), ormai cristianizzata, alcuni resti di un castello e le vie del
centro storico, eleganti e ben tenute.
La mattina dopo siamo partiti alla volta del lago
Balaton, detto “il mare d’Ungheria”
per
le sue notevoli dimensioni: è lungo più di 70 km.! Il lago è poco
profondo, l’acqua è calda e ha un colore piuttosto curioso, anche se
nella foto a fianco ho usato un filtro che ha accentuato il colore verde
dell’acqua.
Per i soliti motivi di tempo non abbiamo fatto in
tempo ad arrivare a Badacsonytomaj, sulla sponda nord del lago, ma ci
siamo fermati tra Boglarlelle e Fonyod: infatti, la strada che costeggia
il lago è molto trafficata. Purtroppo, per chi si ferma in campeggio c’è
il problema della ferrovia, che in quasi tutto il perimetro del lago passa
a ridosso della sponda. Noi siamo capitati nel campeggio “Siotour”
(per 4 notti abbiamo pagato in tutto circa 52mila lire) che, come molti
altri campeggi sul Balaton, è a ridosso della ferrovia, con tutto il
rumore che ne consegue, e in più ha dei bagni pessimi, anche se lo spazio
destinato alle tende è carino e c’è un supermercato ben fornito ed
economico. Il consiglio che do è di andare in un campeggio posizionato
all’interno: tanto c’è la ferrovia che impedisce di avere un posto
“vista lago”, a meno che non vi piaccia l’“effetto terremoto”
che provoca un treno in corsa a 10 metri dalla vostra tenda!
Tra le gite che abbiamo fatto, quella verso
nord-ovest è stata la più bella: la chiesa di Jàc è interessante
(ingresso 500 lire), Szombathely ha alcuni bei monumenti e Köszeg è una
cittadina molto carina, piena di attrattive. In particolare, però, questo
giro ci ha permesso di attraversare un po’ della “vera” Ungheria,
tanto più che, tratti in inganno dal nome pressochè identico di due
strade (abbiamo seguito la E71 che va verso la Croazia, invece della 71
che va a nord), siamo passati in strade piccolissime all’interno di
paesi in cui credo proprio che non passino mai dei turisti, tanto meno
singolari come possono essere due ragazzi in moto! Le strade ungheresi,
per quello che ricordo, sono in genere in buono stato, larghe, e i
guidatori locali sono molto corretti, e tengono le luci di posizione
perennemente accese; la benzina verde costa circa 1400 lire al litro. In
un altro giro siamo andati a Veszprém e Székesfehérvàr: sono entrambe
due cittadine molto carine, eleganti e ben
tenute,
e la più bella, a mio giudizio, è Veszprém, che ha un’atmosfera
d’altri tempi, complice un concerto di musica classica tenuto da un
gruppo di bravissimi artisti di strada, in piena zona pedonale del centro
storico, posizionato in cima ad una collina che domina il resto della città.
Dopo quattro giorni siamo partiti alla volta di
Budapest, passando per la sponda nord del lago, che è più bella di
quella in cui siamo stati noi. A Keszthely ci siamo fermati nel bellissimo
Castello Festetics (lunedì chiuso, aperto dalle 10 alle 18, ingresso per
studenti 3mila lire), un castello barocco dai sontuosi interni (notevole
la biblioteca) e con dei giardini molto belli, e una vista incantevole sul
lago. Proprio a Keszthely abbiamo avuto due incontri che avevo già messo
in conto: uno con un cambiatore in nero, e l’altro con un tipo che si
era innamorato dell’acceleratore della mia moto e non lo voleva mollare!
In entrambi i casi è stata sufficiente una gentile richiesta di smetterla
per farli allontanare.
L’autostrada che dal Balaton arriva fino a
Budapest è gratuita, come tutte le autostrade ungheresi, e ha una
pavimentazione, in alcuni tratti, un po’ “ballerina”. A Budapest
ci siamo fermati
in un campeggio molto bello, lo “Zugligeti Niche Camping”, tenuto da
alcuni ragazzi che parlano perfettamente l’inglese. Le piazzole
destinate alle tende sono ben delimitate, c’è una notevole privacy, e
in ogni piazzola c’è un tavolino con alcuni sedili: è tutto ricavato
da tronchi tagliati a mestiere, e sono utilissimi nel caso che ci si fermi
a mangiare in campeggio, col classico fornelletto. I bagni sono molto
puliti, c’è un piccolo market poco fornito, e per 4 notti abbiamo
pagato in tutto circa 80mila lire.
La città è bellissima, ha molti bei monumenti e
panorami suggestivi, come quello che si ha dalla Cittadella: c’è
l’ingresso a pagamento, ma se si va verso la chiusura, intorno alle 20
mi pare, non solo non si paga il biglietto, ma si ha l’occasione di
ammirare, se il tempo lo permette, un tramonto
fantastico sul Danubio, con tutti i monumenti della città che si
illuminano,
come lo splendido Ponte delle Catene, i Bastioni dei Pescatori, il
Castello di Buda, il Parlamento ecc. ecc. Purtroppo, lo stato di
conservazione generale della città non è dei migliori, i palazzi sono
quasi sempre sporchi, e le strade sono in condizioni pietose. Peccato,
perchè se ci si sofferma su un qualunque palazzo del centro, sicuramente
si tratta di una costruzione magnifica, piena di ornamenti e decorazioni
originali. Comunque, nel 1997 erano in atto molti restauri. La città di
Budapest è divisa in due parti dal Danubio: Buda,
la parte a ovest,
e
Pest (nella foto Buda è a destra e Pest è a sinistra). A Buda si trovano
il Castello, il relativo quartiere, i Bastioni dei Pescatori, la chiesa di
San Mattia e altri suggestivi monumenti. A Pest, invece, si trova
principalmente il centro attivo della città, pieno di locali notturni e
ristoranti, anche se non mancano bellissimi
monumenti
come il Parlamento (ingresso per studenti 3mila lire) e altre attrattive
molto più sparse rispetto a Buda; tra queste è da vedere il curiosissimo
castello Vajdahunyad, nei pressi della Piazza degli Eroi, che è un
riassunto di tutti gli stili costruttivi ungheresi.
Da Budapest abbiamo fatto una sola gita nella
cosiddetta “ansa del Danubio”, quindi sarà una buona scusa tornarci
per andare nella famosa puszta, (53 KB)e a vedere altre città bellissime
come Eger. La gita sull’ansa del Danubio è stata fantastica, e ha
toccato dei centri davvero pittoreschi: Szentendre
è un
piccolo
gioiello, con case basse e colorate e alcuni bei monumenti (qui abbiamo
assaggiato la famosa, in Ungheria, “frittella di Szentendre”: in realtà
si tratta di una pastella fritta sulla quale bisogna stare molto attenti a
cosa ci mettono sopra, però è buona!); a Visegrad bisogna visitare
assolutamente il castello costruito sulla collina che domina il paesino:
da lì si gode un magnifico panorama sul Danubio; infine a Esztergom c’è
una cattedrale imponente, che stride molto con le dimensioni delle case
intorno.
Dopo quattro giorni abbiamo iniziato
l’avvicinamento a Praga, e ci siamo fermati a Vienna, nel “Camping
Sud” (abbiamo pagato in tutto 24mila lire), che aveva bagni non
eccezionali, però metteva a disposizione un’ampia cucina e dei tavolini
al coperto per mangiare. Per arrivare a Vienna abbiamo fatto una piccola
deviazione per Fertöd, in cui c’è la cosiddetta “Versailles
d’Ungheria” (ho scoperto che in tutte le nazioni c’è sempre una
“Versailles”, che difficilmente riesce a competere con
l’originale!), cioè il Palazzo Eszterhazy (lunedì chiuso, aperto dalle
8 alle 12 e dalle 13 alle 17, ingresso per gli studenti 1000 lire), molto
bello e degno di una visita.
Da Vienna siamo andati verso Brno, che purtroppo
non abbiamo fatto in tempo a visitare, così come abbiamo fatto tardi per
visitare il vicino “Macocha”, un orrido molto suggestivo, inserito in
una zona carsica ricca di grotte. Tra queste abbiamo visitato solo la
grotta di Caterina (ingresso 600 lire), che offre alcuni spunti
interessanti (come un pezzo del Nabucco di G.Verdi fatto ascoltare dalla
guida per far apprezzare l’acustica perfetta della sala principale), però
perde il confronto, per noi diretto, con le grotte di Postumia viste pochi
giorni prima. In compenso la strada che arriva nella zona delle grotte è
molto bella, anche se, in sella a una moderna CBR, ci si sente
completamente fuori luogo. Da Brno abbiamo proseguito verso nord, invece
di prendere l’autostrada diretta a Praga, con l’unico intento di non
pagare il bollino annuale per le autostrade, del costo di circa 25mila
lire. Come al solito, però, le strade poco battute dai turisti sono
quelle più interessanti, e si ha l’occasione di vedere da vicino lo
stile di vita della gente.
Siamo arrivati a Praga in serata, con l’enorme
problema di non sapere esattamente dove ci trovavamo, dato che la cartina
della guida verde del Touring è utile solo quando si gira a piedi nel
centro, e senza avere idea di dove fossero i campeggi, dato che le
indicazioni erano assenti, e tutti i centri di informazione turistica
(ormai tutti privati) erano chiusi. Alla fine ci è venuto in soccorso una
persona molto gentile (inizialmente avevamo capito che ci voleva affittare
una camera in casa sua!) che, col Tuttocittà alla mano, ci ha indicato
dove erano i campeggi segnalati dalla nostra guida. Fortunatamente mentre
tornavamo in centro ci siamo fermati in un albergo che aveva anche un
piccolo cento di informazioni, e lì abbiamo comprato una cartina della
città. La zona più ricca di campeggi è il quartiere residenziale Troya:
qui molti abitanti hanno riadattato i loro giardini a terreno di
campeggio, mettendo a disposizione la propria abitazione per gli altri
servizi. Il campeggio nel quale siamo andati era molto carino, tenuto da
una vecchietta simpatica e gentile, che faceva piantare le tende in mezzo
ai suoi alberi da frutta! Il prezzo era molto basso, c’era la cucina
(comprese pentole e fornelli!) e il tinello a disposizione degli ospiti,
ma purtroppo il bagno era uno solo, quindi bisognava fare i turni; con i
nostri orari, però, non abbiamo mai avuto problemi, dato che alle 11,
quando ci alzavamo, il bagno era sempre libero! Comunque, abbiamo visto
che a Troya altre persone si sono organizzate meglio, mettendo molti
bagni, e in un caso anche un minimarket.
Praga è una città meravigliosa, sicuramente tra
le più belle d’Europa e, personalmente, compete e forse vince con
Parigi, l’altra città che mi è rimasta nel cuore. Infatti, oltre ad
offrire numerose attrattive, tutte di altissimo livello, vi si respira una
atmosfera incredibile, direi “familiare”, dato che ti senti subito a
tuo agio e rilassato. La città va girata a piedi, con calma, passando in
tutti i vicoli possibili, dato che in ognuno c’è sempre qualcosa di
curioso e interessante.
Il giro classico inizia da Piazza
San Venceslao, va verso la Torre delle Polveri, passa nella
Città Vecchia (in ceco Staré Mesto) arrivando nella splendida Piazza
della Città Vecchia (in ceco Staromestske Namesti), nella quale si trova
il famoso orologio astronomico, arriva al Ponte Carlo, e si arrampica
sulla collina dove si trova il quartiere del castello (Hradcany,
l’ingresso al castello per gli studenti costa 3mila lire). Tutti questi
posti sono imperdibili, e consiglio di andare anche al Belvedere (senza
entrarci, perchè non c’è assolutamente nulla da vedere!) per ammirare
la vista che si ha sulla città; di visitare Loreta (ingresso per gli
studenti 1500 lire) e il monastero dei Premonstratensi (in ceco Klašter
Premonstratu na Strahové, ingresso circa 1200 lire), che sono nel
quartiere del castello: a Loreta si possono ammirare degli ostensori
preziosissimi, e nel monastero si possono vedere due tra le più belle
biblioteche che abbia mai visto! In più, dal monastero si può fare un
giro bellissimo scendendo dalla collina del castello ammirando un panorama
fantastico sulla città, con la soddisfazione di passare in posti poco
battuti dalla folla dei turisti, che ormai assediano Praga in ogni
stagione. Nella zona della città vecchia c’è il bellissimo quartiere
ebreo; però, per poter visitare la sinagoga più antica, l’incredibile
cimitero e altre sinagoghe minori bisogna pagare un biglietto salatissimo,
quasi 20mila lire a persona, per gli studenti, e tutti gli altri servizi,
come le toilettes, costano il triplo che nel resto della città!
Nella zona più a sud della città si può vedere
il bel castello, in rovina (praticamente inesistente, a parte le mura) di
Višehrad, nel cui cimitero sono sepolti molti personaggi storici cechi,
come i musicisti Dvorak e Smetana, lo scrittore Neruda e molti altri; in
più, anche da qui, si gode un bel panorama sul resto della città.
L’unico peggioramento che ho notato, essendo la
terza volta che torno a Praga, è che l’amministrazione della città sta
cercando di darle un aspetto “rassicurante”, cercando di limitare il
più possibile tutte quelle fantastiche rappresentazioni che facevano i
ragazzi provenienti da tutta Europa. Ad esempio, era tradizione passare la
notte suonando e cantando sul Ponte Carlo, ma quest’anno, con mio
immenso dispiacere, abbiamo visto che dopo le 23 era vietato qualunque
spettacolo, improvvisato e non, e a far rispettare questo divieto
c’erano alcuni agenti in borghese.
Da Praga abbiamo fatto delle gite bellissime.
Nella prima siamo andati a Zbraslav e al castello di Karlštejn.
Purtroppo, nel 1997 la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia sono
state colpite da alcune inondazioni; se in Ungheria ci siamo limitati a
vedere diversi allagamenti, in Repubblica Ceca, per quello che abbiamo
visto, i danni sono stati più ingenti. Uno dei ponti crollati era proprio
quello che attraversa la Moldava e che permette di raggiungere rapidamente
Zbraslav. Arrivati sul luogo e vista l’impossibilità di attraversare il
fiume in quel punto, abbiamo deciso di proseguire più a sud per trovare
un altro ponte, e così ci siamo infilati, per l’ennesima volta, nelle
strade meno battute dai turisti di tutta la Repubblica Ceca! A un certo
punto ci siamo fermati da un tizio che aveva una casa sul fiume per
chiedere informazioni e quello, dopo aver capito il problema, si è
offerto di traghettarci dall’altra parte del fiume sopra una piccola
chiatta, in cui entrava a malapena la moto! Dopo aver visto, nella mia
immaginazione, Nelik che si inabissava nelle nere acque del fiume, abbiamo
gentilmente declinato l’offerta, e ci siamo fatti indicare la strada per
arrivare a un secondo ponte, che si è rivelato essere molto lontano. Dopo
tutta questa fatica abbiamo scoperto che il castello di Zbraslav era in
restauro e non si poteva visitare! Da lì abbiamo proseguito verso Karlštejn,
subendo continue deviazioni a causa di alcune strade distrutte
dall’inondazione. Il castello è costruito in cima a una ripida e alta
collina, sulla quale bisogna arrampicarsi a piedi, dato che la strada è
chiusa al traffico, però la bellezza del castello e del panorama che si
ammira ripagano degli sforzi. La visita costa circa 3mila lire a persona e
c’è la guida in italiano.
In un’altra gita siamo andati a Kutná Hora,
Nove Mesto nad Metují, Náchod e a Kuks. La prima città è molto bella,
e nella piazza principale ci siamo fermati a parlare con un mio
concittadino che ha aperto un bar da qualche anno, in cui tiene una
gigantografia di Piazza Navona innevata: qui abbiamo avuto l’occasione
di bere un vero caffè! Nove Mesto nad Metují è una città davvero
graziosa, con un castello interessante, che intorno ha un giardino molto
originale e bello. Da Náchod siamo solo passati, dando un’occhiata
dall’esterno al castello che domina la cittadina dall’alto di una
collina, e alla fine della giornata siamo arrivati a Kuks, che si è
rivelata una piacevole sorpresa. Non è per niente segnalata, e la strada
in rifacimento mi ha costretto a fare il solito pezzo di sterrato a cui
ormai Nelik non sa rinunciare! Il posto è molto suggestivo, e offre una
carrellata di statue bellissime, con le virtù da una parte e i vizi
capitali dall’altra. Purtroppo la chiesa era ormai chiusa, così come il
relativo ex ospedale. Nelle vicinanze c’è Betlém, un bosco nel quale
si trovano numerose statue, simile all’italiano “Giardino dei
Mostri” di Bomarzo, nei pressi di Viterbo.
Purtroppo, l’ultima gita prevista è stata
boicottata da Emanuela, che preferiva rimanere a Praga: è un’ottima
scusa per tornarci!
Da Praga abbiamo iniziato il rientro, e ci siamo
diretti a sud, in Boemia, fermandoci a Trebon. Lungo la strada siamo
incorsi in due spiacevoli incidenti: prima due giovani al volante di
un’auto, a Praga, hanno cercato di investirci, e ci sono quasi riusciti,
tutto a causa di un mio colpo di clacson dopo che mi avevano tagliato la
strada; e il secondo con la polizia, pronti a fermare chiunque abbia un
veicolo straniero. Infatti, ho commesso l’imprudenza di fare 15 km. di
autostrada senza avere il famoso bollino. Sotto al cartello “1000
metri” dall’uscita che ci interessava siamo stati fermati da una
pattuglia, con la quale è iniziata una lunga opera di convincimento in
una specie di esperanto, fatto di inglese, italiano e gesti. Alla fine
hanno deciso di lasciarci andare senza farci la salata multa, ma dopo aver
preso tutto quello che avevamo nel portafogli (che erano, guarda caso,
circa 25mila lire, cioè il costo del bollino), lasciandoci senza una
corona in tasca, di domenica per di più! Per fortuna lungo la strada
siamo arrivati in un posto che aveva il cambio.
La zona di Trebon è piena di stagni, e quindi
nel campeggio ogni sera c’era un’invasione di zanzare che,
contrariamente a quelle che ho incontrato nel 1998 a Valladolid, pungevano
senza sosta! La cittadina è molto bella, e va sicuramente visitata meglio
di come abbiamo fatto noi.
Da Trebon abbiamo fatto due gite bellissime.
Nella prima siamo andati a Telc, una cittadina
fantastica, e Trebic, che è piuttosto anonima, passando da Jindrichuv
Hradec, che ha un centro storico molto carino. A Telc va visitato
assolutamente il castello (protetto dall’Unesco), in entrambe le sue
sezioni, quindi bisogna fare due biglietti del prezzo di 1200 lire
ciascuno. Nell’altra gita siamo andati a Ceský Krumlov, altra città
imperdibile, passando da Ceské Budejovice, che ha una bella piazza
centrale ed è la patria della buonissima birra Budweiser, e da Hluboká
nad Vltavou, in cui c’è un bel castello sullo stile di quelli
anglosassoni.
Dovendo descrivere la Repubblica Ceca con
l’occhio del guidatore, posso dire che i cechi non sono molto corretti
al volante, le strade sono generalmente in cattive condizioni, con un
asfalto vecchio che spesso presenta i classici solchi provocati dai
camion; la benzina verde costa circa 1300 lire al litro.
Dopo Trebon siamo partiti alla volta di
Norimberga, e della “civile” Germania. Norimberga è una bella città,
elegante e ben tenuta, come tutta la Germania, ed ha un campeggio che è
bello, pulito ecc. ecc., col problema che è un campo di concentramento!
Intanto si deve spingere la moto perchè, solo alle moto, è vietata la
circolazione col motore acceso, a qualunque ora del giorno, e spingere una
moto stracarica di bagagli non è mai una bella esperienza, soprattutto
alla fine di una giornata passata in sella, e in più è anche pericoloso
spingerla; il tutto mentre ti intossicano passandoti accanto i
rumorosissimi camper! In più, dopo le 23 (o forse addirittura le 22!) non
si può uscire dal campeggio nemmeno spingendo la moto; insieme a noi
c’erano dei ragazzi veneti ai quali i civilissimi tedeschi avevano tolto
tutti i soldi per una multa, che dovevano andare a mangiare, e non hanno
più potuto farlo! Alle nostre proteste, il civilissimo guardiano ha detto
che, per quello che gli importava, potevamo anche non tornare più. Vi
consiglio caldamente di non andare mai in quel campeggio (a Norimberga
c’è solo quello, nel Volkspark Dutzendteich).
In Germania abbiamo ricominciato a vedere
parecchi motociclisti, e la cosa ci ha fatto piacere, e per un buon pezzo
di strada verso Füssen siamo rimasti in un gruppo ben nutrito! Dopo
essere passati per Monaco, città che mi ha lasciato piuttosto
indifferente, siamo arrivati fino a Schwangau, dove abbiamo campeggiato
nel “Camping-platz Bannwaldsee” (32mila lire al giorno), sul lago
Forggen. Il campeggio aveva dei bellissimi bagni, e questa è la cosa più
importante, però non aveva piazzole delimitate, ed eravamo buttati uno
sull’altro. Purtroppo, questa zona in estate è sovraffollata, e abbiamo
trovato posto solo lì. La prima notte abbiamo avuto un altro incidente
con i civili tedeschi: a seguito di una congestione, durante la notte mi
sono alzato 3/4 volte per andare in bagno, badando comunque a non fare
rumore, e il mattino dopo ci siamo accorti che un ignoto aveva gettato le
mie ciabatte in mezzo a un canneto sulla riva del lago.
A parte questi episodi il luogo è fantastico, e
i castelli di Re Ludwig sono meravigliosi,
ciascuno
per diversi aspetti, e conviene visitarli tutti e tre: Hohenschwangau è
quello in cui Ludwig è cresciuto, e mantiene l’aspetto “familiare”,
anche se è un castello ricchissimo; Neuschwanstein è il castello più
famoso, rispreso dalla Walt Disney per ambientarci dei cartoni animati, ed
è il vero e unico castello delle fiabe, esattamente come uno se lo
immagina; infine c’è il castello di Linderhof, quello preferito dal re,
e in cui passava più tempo, e se ne capisce anche la ragione, dato che è
un gioiellino, attorno al quale si stende un giardino fantastico, in cui
c’è anche una grotta artificiale fatta costruire dal re per fare delle
rappresentazioni teatrali nel piccolo lago ricavato all’interno, in cui
amava navigare stando a bordo di una barchetta a forma di cigno! I
biglietti, rispettivamente, costano 7mila, 7mila e 6mila lire, sempre per
studenti; in più sotto ai primi due castelli bisogna mettere la moto in
un parcheggio che costa 3mila lire.
Riassumendo, anche in questo viaggio ho rinnovato l’amore che ho per i
paesi dell’Est europeo, dove senz’altro ci sono persone più
“vere”, amichevoli e sempre gentili; in più questi posti offrono
bellezze sempre stupefacenti! L’unico problema che c’è, di poco
conto, riguarda lo stato delle strade, non sempre perfetto, mentre per il
rifornimento non ho mai avuto grossi problemi. Per il resto, l’Ungheria
e la Repubblica Ceca sono due nazioni tutte da scoprire, evitando di farsi
fermare da luoghi comuni, che in questi paesi sono del tutto fuori luogo,
sulla sicurezza personale, nè di fermarsi nelle “solite” mete di
Praga e Budapest, poichè entrambi i paesi sono ricchissimi di risorse
turistiche che vale la pena scoprire.
N.B.
Tutti i prezzi riportati si riferiscono al 1997.
Lunghezza totale del viaggio: 6339 Km
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