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Giro in Appennino Reggiano

di Mirco Sassi (messaggio del 22/5/00)

Visto che ieri ho fatto un giro interessante, ho deciso di descrivervelo per chi volesse visitare l'Appennino Reggiano.

Si tratta di un percorso di poco piu' di 200 Km con una ventina di km di sterrato facile fattibile anche, con un po' di pazienza, con una moto da strada.

Partendo da Reggio Emilia ci si dirige verso la montagna sulla statale 63 che porta al passo del Cerreto. Attenzione nella zona di Vezzano sul Crostolo perchè i vigili hanno l'autovelox e lo usano spesso (posso garantirvelo :-( )
Arrivati a La Vecchia, se volete potete deviare a sinistra per Montalto: dopo un paio di Km, prima del Paese, all'altezza di Case Caprari c'è un casello dove potrete comprare (anche nel fine settimana) Parmigiano-Reggiano a volontà e a buon prezzo, che non fa mai male.
Tornati sulla strada principale, per chi amasse le pieghe, al Bocco si può prendere la vecchia strada per Casina, frequentata dagli smanettoni e bella solo per le curve, altrimenti la strada piu' nuova fa risparmiare tempo nella salita verso Castelnuovo Monti.
Fino a questo paesone la strada può essere abbastanza trafficata, mentre da Castelnuovo in poi si va via tranquilli.
Si comincia dunque a salire mantenendo sempre sullo sfondo la curiosa Pietra di Bismantova (citata da Dante nella Divina Commedia), con la strada che ti dondola tra una curva e l'altra.Pietra di Bismantova
A Cervarezza c'e' un bel parco con acqua termale e sulfurea, per chi volesse riposare un pò. Se vi fermate qui, dovete mangiare il gnocco fritto (qui si dice "il", non "lo" gnocco) con il salume. Cos'e' il gnocco fritto? Una specie di sfoglia fritta, da assaggiare per capire.
A Nismozza, subito prima del cartello del paese, sulla destra c'e' la Fonte dell'Amore: l'ho sempre vista li' e non l'ho ancora provata quindi non so perche' si chiami cosi', pero' se siete in coppia potete fare i romanticoni.
Arrivati a Collagna (siamo già a 60-70 km da Reggio) dopo una strada a tratti chiusa dagli alberi, a tratti più panoramica, con l'aria che si è fatta fresca, state attenti a prendere, sulla destra, la strada che porta verso i laghi del Ventasso.
Adesso la strada si fa più stretta, ma il paesaggio cambia e diventa veramente bello. Pur essendo di Reggio non c'ero mai stato e sono rimasto stupito. Sembra veramente di essere in Trentino, con ampi prati tutto intorno che ti fanno venir voglia di scendere dalla moto e saltellarci sopra (ai prati, non alla moto). Ovunque macchie di fiori gialli e viola che colorano il panorama e ti profumano il casco. Di fronte, le cime dell'appennino, alcune ancora un po' imbiancate dalla neve. Tutt'intorno si sentono solo grilli e uccellini. Di traffico nemmeno l'ombra.
Se siete in coppia, magari inebriati dall'acqua della Fonte dell'Amore, potrebbe assalirvi la tentazione di fare "un dritto" in camporella *!
Ed infatti: appena fermati a godere del paesaggio arriva una coppietta che ci guarda con aria un po' seccata e si va a infilare con l'auto giu' per un viottolino. Beati loro.
Si riparte, e subito prima di Pratizzano si svolta a sinistra per uno sterrato che non potete non vedere e che porta al Monte Scalucchia.
Viaggiando attorno ai 1200 m di quota, passerete in mezzo a pascoli delimitati da steccati di legno, mucche, cavalli e pecore col loro pastore, a sinistra un'ampia vista di monti e valli e a destra la cresta della montagna.
Al bivio che riporta al Passo del Cerreto, prendete a destra per Succiso-Miscoso.
Adesso la strada si fa in discesa, meno spettacolare, ci si abbassa all'altezza del bosco e si sbuca a Succiso Nuovo (il vecchio e' franato decine di anni fa e dovrebbe essere disabitato). Intanto l'Alpe di Succiso e' "circumnavigata". Dimenticavo: non mancano ovviamente ruscelli e sorgenti.
Ci dirigiamo quindi verso il Passo del Lagastrello, sempre senza vedere auto, sempre immersi nel verde del Parco del Gigante nel quale ormai siamo entrati.
Entriamo quindi per pochi metri in territorio carrarese, poi attraversiamo il ponte del Lagastrello (possibili da qui delle belle escursioni a piedi tra laghi, boschi e torrenti, ma sempre con l'ombrello pronto) e entriamo in provincia parmigiana, da dove proseguiamo per Parma e poco dopo deviamo a sinistra per Lagoni.
Su questa strada, prima di un tornante in discesa, ci troviamo sulla destra uno sterrato segnalato da un cartello di strada dissestata e limite di 10 km/h.
Ci infiliamo e subito ci appare un bel colpo d'occhio: un circolo glaciale (parola dell'Ingegnere, un compagno di viaggio) cioe' un anfiteatro di rocce levigatissime, dal quale scende una cascata, tutto contornato dall'immancabile bosco.
Proseguiamo fino al segnale che ci avvisa dell'ingresso nella foresta dell'Alta Val Parma. Cosa ridicola: l'accesso sarebbe vietato alle moto ma non alle auto. La moto e' ovviamente raffigurata in impennata in mezzo all'erba e ai fiori. Visto che non siamo più inquinanti di un fuoristrada da 2 l/km, non calpestiamo i prati e non siamo smarmittati, proseguiamo lentamente e in folle perche' tanto siamo in descesa.
Siamo completamente immersi nella foresta, tra alberi ad alto fusto che fanno filtrare alcuni fasci di luce che aumentano la suggestione.
Arriviamo ad un rifugio di fronte al quale sono parcheggiati dei fuoristrada sicuramente meno ecologici di noi, entriamo e via di torte!
Poi si riparte, si continua nella foresta su uno sterrato leggero fino a ritrovare l'asfalto.
Ormai il giro volge al termine: si prende per Corniglio, poi Langhirano (prosciuttifici da tutte le parti), si passa davanti al Castello di Torrechiara (ottimamente conservato, merita una visita) e poi via via si scende fino a casa passando cosi' dalla montagna alla collina alla pianura.

Il tutto, partendo da Reggio Emilia, si puo' fare in 6 ore circa tenendo un ritmo rilassato e con due o tre soste per guardarsi attorno, ma senza contare le numerose deviazioni possibili.

Insomma, se siete arrivati a leggere queste righe e non abitate troppo lontano, è un giro che vi consiglio veramente di fare, perchè ne vale la pena. Se siete in coppia, portate un panno.

Ciao

Mirco

* il dritto lo suggerisco in moto, se lo fate anche dopo non ve l'ho consigliato io!

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