Le Origini

Le antiche caratteristiche ambientali del luogo, dove in epoca classica si è sviluppato l'insediamento di Pyrgi etrusca e romana e, in seguito, nel medioevo, il Castello di Santa Severa, sono le principali responsabili della scelta del sito da parte delle numerose generazioni che, nel corso dei secoli, si sono susseguite su questo tratto di costa tirrenica. I ritrovamenti archeologici documentano la presenza di un insediamento umano attivo fin dall'epoca neolitica e nell'età del bronzo, esistito esattamente sul luogo occupato, in seguito, dal santuario etrusco.

La presenza di alcuni reperti in ossidiana sulla spiaggia pyrgense e nell'immediato entroterra (Macchia Tonda, area del santuario etrusco, Pian Sultano), documenta, fin dalla preistoria, l'esistenza di contatti e scambi commerciali via mare tra gli insediamenti del litorale di Pyrgi ed altre località del Mediterraneo. L'insediamento preistorico risale al periodo compreso tra il IV ed il II millennio a.C..

 

 

Il Periodo Etrusco

Le condizioni naturali favorevoli e la indubbia frequentazione preistorica probabilmente hanno contribuito allo sviluppo di un punto di approdo fisso, già durante il VII secolo a.C., epoca in cui l'etrusca Caere, insieme alle altre città dell'Etruria costiera, esercita il controllo quasi incondizionato del Mar Tirreno. In epoca arcaica Pyrgi fu certamente uno dei più importanti scali portuali ceriti, aperto ai traffici del Mediterraneo, frequentato in particolare da navigatori e commercianti greci e fenici.

La città etrusca

Il santuario etrusco di Pyrgi

L'altorilievo fittile del tempio A

 

L'abitato etrusco si sviluppava intorno al porto per circa 10 ettari e confinava con il vasto santuario emporico. Gli scavi del santuario, avviati nel 1957, hanno rivelato la topografia generale dell'area, dove si trovano almeno due templi provvisti di una ricca decorazione architettorica, detti Templi A e B, un'area sacra, denominata Area Sacra C ed un lungo edificio rettangolare suddiviso in cellette. Dagli scavi dell'Area C furono scoperte, nel 1964 insieme ad altri materiali, le tre famose lamine d'oro, accuratamente ripiegate e deposte.
Due delle lamine risultano scritte in etrusco ed una in fenicio; i preziosi documenti ricordano la donazione di un "LUOGO SANTO" (Il Tempio B) e della relativa statua di culto della dea etrusca Uni assimilata alla fenicia Astarte, da parte di Thefarie Velianas, definito nel testo punico, "Re su Caisra". Il porto di Pyrgi, con l'annesso santuario di Eileithya-Leukotea, rimase in funzione nel V e nel IV secolo a.C. continuando a rappresentare uno dei principali scali portuali del Mar Tirreno.

Le lamine d'oro

disegni di Stefano Vannozzi

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